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Sognando terre diverse


Oggi tutti sanno che la terra è un pianeta rotondo, in costante movimento nello spazio. Ma «prima», come se la immaginavano gli uomini la terra? Piatta come un vassoio, rettangolare, a forma di pera, oppure cava? Aprite il libro e imbarcatevi in un viaggio attraverso il tempo e le culture per scoprire, in questo museo delle terre immaginate, una miniera di fantasia e di poesia.

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Sognando terre diverse con Guillaume Duprat
a cura di Alexander Karelin
Venerdì, 25 Giugno 2010

Sognando terre diverse con Guillaume Duprat L’illustratore francese Guillaume Duprat ne ha scoperte tante e le ha disegnate ne “Il libro delle terre immaginate” edito in Italia da L’Ippocampo nel 2009. Certo questo non vuol dire che di terre immaginate non ce ne sono più!

Nel pomeriggio di venerdì, nel parco di Villa Maioni, con l’aiuto linguistico di Katia Rossi, Guillaume Duprate propone ai bambini di Verbania e dintorni di crearne delle altre, anche se tutti i bambini sanno che la terra è una sfera. (Infatti – solo gli adulti sembra che abbiano ancora dubbi su questo).

E lui, che di terre immaginate ha fatto un libro, ha poi raccontato, usando i disegni creati dai ragazzi, come diversi popoli dei cinque continenti immaginassero la terra prima che l’esploratore Ferdinando Magellano compisse il primo viaggio intorno al globo, fornendo la prova definitiva che la terrà altro non è che una sfera – cosa che i filosofi greci ipotizzavano quasi duemila anni prima.

Ci furono i popoli africani che immaginavano la terra come un triangolo o gli aborigeni australiani che la vedevano come un labirinto fatto di corridoi infiniti, percorrendo i quali, il sole e la luna apparivano nel cielo... e allora perché non sognare un’altra terra, anche se si sa che è una sfera?!

letteraltura.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Nei libri c'è tutto, anche per viaggiare: lo scopri a Verbania per LetterAltura 2010


Nei libri c’è.... Tutto!
a cura di Alexander Karelin
Venerdì, 25 Giugno 2010

Nei libri c’è.... Tutto! “E questa che nave è?”, chiede ai ragazzi seduti attorno a lui, aprendo un altro libro e facendone uscire una fantastica caravella con le vele rattoppate e un mare in tempesta.

“Una barca a vela”, risponde uno dei bambini.

“Eh sì, mica è una barca a motore! Certo che ha le vele! Ma come si chiama?”, insiste. Fino a quando qualcuno dice “La perla nera” (dopo “Nave dei pirati” e tanti altri nomi).

E quindi si passa al prossimo libro, quello sulle mummie, a un altro sui faraoni e poi a un altro ancora che parla degli insetti...

Perché nei libri, come dice Sergio Guastini, c’è tutto!

Ci vuole solo un po’ di magia e di fantasia – “merce” che ha in abbondanza – per coinvolgere tutti nella sua infinita avventura nel mondo dei libri, un’avventura che condivide con passione e dedizione con chiunque abbia voglia di ascoltare e, soprattutto, partecipare. Che gusto c’è in un avventura se non hai con chi condividerla?

E per fortuna di bambini – piccoli e grandi – con cui lanciarsi in un viaggio dell’immaginario nei mondi delle fiabe ce ne sono a Verbania, a quest’edizione di LetterAltura. E perché? Perché nei libri c’è tutto!

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libro segnalato da Turismo Culturale

Ambiente, turismo e competitività sostenibile. Come rendere la tutela ambientale un moltiplicatore di sviluppo locale € 25,00

Descrizione:
La tutela ambientale e le aree naturali protette sono comunemente viste come un limite allo sviluppo dell'economia del territorio. Questo libro vuole ribaltare la visione comune, dimostrando come, all'opposto, e specialmente in momenti di crisi generale, l'istituzione di aree protette rappresenti un moltiplicatore di sviluppo e di ricchezza per il territorio, soprattutto grazie alla leva turistica. Secondo la ricerca svolta dall'Istituto per la competitività (l-com), su incarico del Ministero dell'Ambiente, le Aree Protette italiane sono divenute, con alcuni casi di eccellenza, il luogo privilegiato di sintesi tra sostenibilità e competitività, vista la duplice necessità di promuovere, da una parte, lo sviluppo delle comunità locali e, dall'altra, di proteggere territori ad elevato pregio ambientale. Ambiente, turismo e competitività, di conseguenza, non sono più termini in contrasto tra loro ma possono divenire parole chiave (in perfetta armonia) di una diversa governance ambientale. Pur nell'assenza di un tessuto normativo omogeneo e di strumenti economici coerenti volti a integrare territorio e popolazione, la ricerca evidenzia, infatti, anche attraverso un'analisi comparata, come la tutela ambientale sia un importante moltiplicatore di sviluppo locale. Proteggere l'ambiente, dunque, sembra essere la via migliore per arricchire un territorio. Anche in termini economici.

LetterAltura: un festival di asini

Descrizione libro
Dell'asino spesso si ride e il riderne diventa occasione di derisione. Ma che cosa sappiamo in realtà di questo animale? Ecco un pamphlet incentrato sulla figura dell'asino e sui suoi rapporti con la filosofia e la cultura. C'è un universo per così dire "asinino" che può rivelare molto. L'asinità è, in effetti, uno stereotipo culturale che, affondando nel mito e nella favola, ha ispirato anche molti. Dall'"Asino d'oro" di Apuleio a Nietzsche e fino al Ciuchino di Shrek un'originalissima rassegna su ontologia, metamorfosi, razionalità, sessualità e voce dell'asino. Presentazione di Paolo Cristofolini.

VER­BA­NIA, 25 giu­gno- Asini e fi­lo­so­fi è que­sto il ti­to­lo di un in­te­res­san­te libro di Fran­ce­sca Ri­got­ti (do­cen­te dell'U­ni­ver­si­tà di Lu­ga­no) e Giu­sep­pe Pu­li­na (di­ret­to­re della ri­vi­sta “Mneme Am­men­tos”) edito da In­ter­liea che sarà pre­sen­ta­to sa­ba­to alle ore 17.45, alla Villa Pa­ria­ni di Ver­ba­nia all'in­ter­no della ma­ni­fe­sta­zio­ne “Let­te­rAl­tu­ra” che quest'anno rende o­mag­gio a que­sto pre­zio­so a­ni­ma­le che ha af­fa­sci­na­to fi­lo­so­fi e scrit­to­ri.

La fi­lo­so­fia dell’asino in­te­sa non come la dot­tri­na di pen­sie­ro di tale a­ni­ma­le, ma il tipo di ri­fles­sio­ni che l’asino ha su­sci­ta­to nel fi­lo­so­fo. Dall’Asino d’oro di A­pu­leio a Nie­tzsche, fino al Ciu­chi­no di Shrek. Un’o­ri­gi­na­lis­si­ma ras­se­gna su “on­to­lo­gia, ra­zio­na­li­tà, ses­sua­li­tà e voce dell’asino, cam­pio­ne at­tua­lis­si­mo dell’i­bri­di­smo e gran­de pro­ta­go­ni­sta di me­ta­mor­fo­si”.

Tante e sin­go­la­ri le ri­fles­sio­ni che com­pon­go­no il libro, una tra tante è l' “in­can­to di un ra­glio”:Il verso dell’asino può pro­dur­re in chi l’a­scol­ta un’eco sug­ge­stio­nan­te. Ru­vi­do, pos­sen­te, vi­sce­ra­le, il ra­glio non la­scia in­dif­fe­ren­te. […] Di que­sto fa pa­ro­la il prin­ci­pe Myškin, pro­ta­go­ni­sta de L’i­dio­ta di Do­stoe­v­skij, nel ri­cor­do dei suoi primi gior­ni in Sviz­ze­ra. “Mi ri­cor­do che riu­scii a strap­par­mi a quel­lo stato di tor­po­re una sera a Ba­si­lea, al no­stro in­gres­so in Sviz­ze­ra, quan­do venni sve­glia­to dal ra­glio di un asino sul mer­ca­to della città. Quel ra­glio d’asino mi colpì straor­di­na­ria­men­te, chis­sà per­ché, e mi piac­que mol­tis­si­mo; da quell’i­stan­te, all’im­prov­vi­so, fu come se tutto mi tor­nas­se chia­ro in testa””.

Fa­mo­so è il pa­ra­dos­so dell'asino di Gio­van­ni Bu­ri­da­no lo­gi­co fran­ce­se del XIVV se­co­lo che si oc­cu­pò dell'a­na­li­si della vo­lon­tà umana: un asino che posto tra due cu­mu­li di fieno per­fet­ta­men­te u­gua­li e alla stes­sa di­stan­za non sa sce­glie­re quale i­ni­zia­re a man­gia­re mo­ren­do di fame nell'in­cer­tez­za.

Un’altra in­te­res­san­te con­si­de­ra­zio­ne nasce dall’asino come pro­ta­go­ni­sta di car­toon e film d’a­ni­ma­zio­ne: “Sul gran­de scher­mo l’asino gua­da­gna in si­cu­rez­za e de­ter­mi­na­zio­ne, sino a ra­sen­ta­re qual­che volta la sfron­ta­tez­za. Man­tie­ne sem­pre in sé la dolce gof­fag­gi­ne che anche agli occhi dei bam­bi­ni sa tra­sfor­mar­lo in un a­ma­bi­le qua­dru­pe­de. In real­tà, non è una vera tra­sfor­ma­zio­ne, per­ché l’asino non è un a­ni­ma­le ca­ma­leon­ti­co e op­por­tu­ni­sta. Quasi sem­pre l’asino è il ter­mi­na­le, il punto ad quem di un pro­ces­so in­vo­lu­ti­vo […] l’asino è sem­pre asino, per­ché, per usare le pa­ro­le di Gior­da­no Bruno, è più fa­ci­le “i­na­si­nir­si” che “i­nu­ma­nir­si”, e que­sto vale anche nel fan­ta­sti­can­te mondo dell’a­ni­ma­zio­ne”.

L'al­lean­za tra asini e uo­mi­ni è an­ti­ca: e­qui­ni ad­do­me­sti­ca­ti che en­tra­ro­no nella vita quo­ti­dia­na dei no­stri avi. “L'asino- ha scrit­to Vin­cen­zo Par­di­ni in un ar­ti­co­lo su Tut­to­Li­bri- è l'a­ni­ma­le della pace, il ca­val­lo della guer­ra. Mite, col­la­bo­ra con l'uomo che, non sem­pre, pro­prio per­ché uomo, ne ha ap­prez­za­to le doti. Te­nu­to dalle fa­mi­glie per sod­di­sfa­re le e­si­gen­ze del quo­ti­dia­no in mon­ta­gna por­ta­va le some, in pia­nu­ra trai­na­va il bar­roc­cio o po­te­va es­se­re a­di­bi­to a far gi­ra­re le ma­ci­ne dei mu­li­ni, le­ga­to alla loro stan­ga, il muso ben­da­to, af­fin­ché non ve­des­se.”

Ma c'era anche chi lo usava come ca­val­ca­tu­ra: Gesù Cri­sto entrò a Ge­ru­sa­lem­me a dorso di un asino, Ro­bert Louis Ste­ven­son nel 1878 (per il suo viag­gio nelle Ce­ven­ne) si av­val­se di un'asina di nome Mo­de­sti­ne, Gia­co­mo Puc­ci­ni era so­li­to spo­star­si, per rag­giun­ge­re la sua villa di Chia­tri, a dorso di un asino di Mar­ti­na Fran­ca.

L'Asino è stato og­get­to di culto o mezzo di sa­cri­fi­cio nell'an­ti­chi­tà clas­si­ca o­rien­ta­le ed a­fri­ca­na: l'a­do­ra­zio­ne dell'asino (o­no­la­tria) da parte degli Ebrei nel de­ser­to, nell'an­ti­co E­git­to è l'a­ni­ma­le totem del dio Seth. Nella Roma im­pe­ria­le l’o­no­la­tria fu stru­men­ta­liz­za­ta dai pa­ga­ni come prova ul­te­rio­re di scher­no nei con­fron­ti dei primi Cri­stia­ni e dei Giu­dei. Un asino sarà pre­sen­te nella man­gia­to­ia in cui na­sce­rà Gesù Bam­bi­no.

Tanti anche gli asini della let­te­ra­tu­ra a par­ti­re dall'Asino d'oro di A­pu­leio, per pas­sa­re all'asina Ba­laam dell'An­ti­co Te­sta­men­to, o a Ca­di­chon, l'eroe delle “Me­mo­rie d'un asino” della con­tes­sa di Ségur o il pic­co­lo e dolce Pla­te­ro pro­ta­go­ni­sta del libro del poeta spa­gno­lo Juan Ramon Ji­mé­nez, fino a Bal­tha­zar, l'asino pro­ta­go­ni­sta del film "Au ha­sard Bal­tha­zar" di Ro­bert Bres­son.

Non pos­sia­mo poi di­men­ti­ca­re che l'e­qui­no diede il nome a un fa­mo­so set­ti­ma­na­le sa­ti­ri­co che tra la fine dell’Ot­to­cen­to e la prima guer­ra mon­dia­le con i suoi “ragli” ha cer­ca­to di far male a po­ten­ti e pre­po­ten­ti. Nato nel 1892, pochi mesi dopo la fon­da­zio­ne del PSI, e a lungo e­spres­sio­ne della po­li­ti­ca dei so­cia­li­sti e degli a­nar­chi­ci "L'Asino", fon­da­to da Guido Po­drec­ca e Ga­brie­le Ga­lan­ta­ra, aveva sotto la te­sta­ta una frase che ne spie­ga­va il ti­to­lo: “Come l’asino è il po­po­lo: umile, pa­zien­te, ba­sto­na­to”. Per anni i pun­tua­li ar­ti­co­li di Po­drec­ca e le pun­gen­ti vi­gnet­te di Ga­lan­ta­ra, hanno nar­ra­to fatti e mi­sfat­ti di un’I­ta­liet­ta, non molto di­ver­sa da quel­la dei no­stri tempi.

Già a Car­ta­gi­ne l'asino era usato in forma ca­ri­ca­tu­ra­le. Sin da quei tempi la sua con­si­de­ra­zio­ne spre­gia­ti­va ed of­fen­si­va è ge­ne­ral­men­te en­tra­ta nell'uso di quasi tutti i paesi, par­ti­co­lar­men­te eu­ro­pei. L'uomo, assai di rado ri­co­no­scen­te, l'ha so­ven­te ad­di­ta­to a e­sem­pio di ca­par­bie­tà e i­gno­ran­za di­men­ti­can­do­si che con quell'e­qui­no tanto di­sprez­za­to, con la sua u­mil­tà e ca­par­bie­tà ha con­tri­bui­to a crea­re la no­stra ci­vil­tà.

lo schermo.it

pagina web a cura di Giusppe Serrone

Letteraltura 2010: E gli scrittori tornano in riva al lago

Forse, Annetta, sorvolò anche quei monti e quei laghi, stringendosi nel suo paltò grigio. Correva l'anno 1893, la fanciulla si era appena sposata con un uomo più grande di lei che, come dono di nozze, la issò su una mongolfiera. Non finì benissimo, ma fra le cime e il lago la sua storia fu scritta per finire in un romanzo, così come sulle rive del nostro «lake district», fra Lario e Verbano, torna, con la bella estate, la stagione dei festival che portano la letteratura en plein air. C'era una volta ParoLario (parolario.it), la kermesse targata Como che quest'anno - al via dal 28 agosto - taglia il nastro delle dieci edizioni. A tirale la volata pensano intanto almeno due cugini più giovani, LetterAltura, sul Verbano e il festival letterario di Zelbio sempre sul ramo del lago di Como «non manzoniano». Si comincia da Verbania, teatro fino a domenica dell'apertura della quarta edizione di LetterAltura: proprio Annetta, La sposa dell'aria, ultima fatica letteraria di Marco Albino Ferrari, sarà una delle protagoniste insieme a molte storie e scrittori «d'alta quota». Questa rassegna, con garbo e cura, fa incontrare il mondo, spesso inaccessibile, di crode e vette col profumo della carta stampata. Incontri, spettacoli e laboratori creativi si susseguiranno poi il 3 e 4 luglio a Stresa e Mottarone, per proseguire a Cannobbio il 10 e 11 luglio ed arrivare alla «meta», una settimana più tardi, all'ombra dell'alpe Veglia. La tabella di marcia della giornata è quella, vincente, di sempre: colazione con l'autore, spettacoli, laboratori anche per bimbi e, la sera, ancora a tu per tu con i grandi protagonisti della letteratura di montagna. Fra gli ospiti più attesi una «cordata» di alpinisti e scrittori: Yves Ballu, autore del best seller «Naufragio sul Monte Bianco» e Patrick Gabarrou, moderno «signore» della parete Nord delle Grandes Jorasses, Walter Nones, Cesare Maestri, Katia Lafaille e Stefano Ardito, accanto ad un nutrito gruppo di appassionati di cime e giornalisti fra cui Altan, Mario Calabresi, Luigi Mascheroni, Stefano Benni, Erri De Luca, Gad Lerner, Angela Terzani e Benedetta Tobagi. Oggi tocca, per esempio, a «Montagne d'Europa: i monti Carpazi» con Viorica Nechifor e la proiezione de «Lo specchio» con il regista David Christensen.
A luglio invece tutti a Zelbio, tenace borgo di pietra arroccato sulle pendici dei monti. A 23 km da Como, battuto dallle sferzate del Tivano, portati dal vento e dall'ingegno di Armando Besio, saranno molti gli ospiti attesi al teatro comunale: l'ouverture è affidata, il 2 luglio, a Luca Clerici che parlerà di «Bel paese, il libro che divento un formaggio», alla riscoperta dell'omonima guida naturalistica scritta dall'abate Antonio Stoppani agli inizi del 900 e poi divenuto «logo» della famiglia Galbani. Il 5 agosto si prosegue con un giallista svizzero, Andrea Fazioli, che spiegherà, così come narra nel suo ultimo libro, «Come si rapina una banca svizzera». L'8 agosto protagonista sarà Vittorioi Sgarbi con «Due o tre cose che so di Caravaggio»
(fonte: di Lucia Galli - Il Giornale 25 Giugno 20109

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Descrizione libro:
Torino, 8 ottobre 1893. È un giorno speciale per Anna Demichelis, diciotto anni, bellissima, di umili origini. Annetta si sposa con Giuseppe Charbonnet, grande appassionato di aerostatica, discendente di una facoltosa famiglia francese da tempo stabilitasi nel capoluogo piemontese. Tutta la città è in subbuglio. Lo sposo ha promesso che dopo la cerimonia spiccherà il volo con la sua giovane moglie a bordo dell'aerostato Stella. Il Gazometro di Torino è gremito di gente e le aspettative del pubblico non vengono tradite: al grido di "Viva gli sposi aeronauti!", la Stella si alza in cielo. È un trionfo, ma per l'intraprendente Charbonnet non è abbastanza e per il giorno successivo organizza una nuova spedizione. A bordo, oltre alla moglie, ci sono due fidi collaboratori della sua officina: il signor Botto e Costantino, un giovane segretamente innamorato di Annetta. Il volo si rivela subito difficoltoso e la Stella si schianta contro il ghiacciaio della Bessanese. Fortunatamente la tela dell'aerostato attutisce il colpo e i quattro riescono a salvarsi, ma affrontare il ghiacciaio al buio e senza l'attrezzatura adatta è impossibile. Decidono di accamparsi. L'indomani comincia la discesa. All'improvviso, Charbonnet scivola e precipita in un crepaccio. Quando i superstiti raggiungono il primo centro abitato, danno l'allarme e allertano i soccorsi, che non possono far altro che constatare il decesso di Charbonnet. Comincia così la leggenda degli "sposi dell'aria".


segnalazione a cura di G. Serrone e A. Ruci

La montagna nonostante tutto Walter Nones dialoga con Roberto Mantovani. Venerdì, 25 Giugno 2010 Dalle 15:00 alle 16:00 a Verbania, Casa Ceretti




Walter Nones, alpinista con all'attivo salite importanti sugli ottomila himalayani e sulle alpi, nell'estate del 2008 balzò agli onori della cronaca per essersi trovato in mezzo a una vicenda tragica:



mentre tentava di salire una via nuova sul Nanga Parbat insieme al compagno Simon Kehrer, dovette superare i momenti difficili successivi alla scomparsa fatale, in un crepaccio, del capo spedizione e amico Karl Unterkircher. La vicenda ebbe ampia eco e le polemiche prevalsero sia sulla tragedia sia sulla straordinaria via nuova che, malgrado tutto, i due furono "costretti" a portare a termine, dedicandola all'amico scomparso e scrivendo così una nuova pagina nella storia alpinistica di quel difficile ottomila.

letteraltura.it

È la montagna che chiama. Luglio 2008. La tragedia del Nanga Parbat nel racconto dei sopravvissuti

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La montagna è qualcosa di speciale per me, è una grande maestra di vita, mi ricorda i limiti di essere umano, mi da grandi emozioni e la forza di affrontare la vita di ogni giorno con passione e serenità. E’ la fonte dei miei sogni delle mie aspirazioni, delle grandi sfide con me stesso, a volte vinte a volte perse, ma che mi fanno sentire sempre vivo e pronto a ricominciare.
Walter Nones - fonte: http://www.walternones.it/


per soggiornare segnalazione Hotel:

Il Chiostro Hotel si trova nel centro storico di Verbania, cittadina che si affaccia sulle sponde occidentali del Lago Maggiore, in un territorio dominato dalla bellezza del Lago e delle Alpi che lo sovrastano.
Il Chiostro Hotel ***
• Via Fratelli Cervi 14
• 28921 Verbania (VB)
Tel.: +39 0323 404077 +39 0323 404077
• Fax +39 0323 401231
• www.chiostrovb.it


a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@simail.it

Le stagioni di Massimo Mila Lezioni d’autore per un grande Maestro Proiezione del filmato Rai Mila e la montagna



L'associazione LetterAltura rende omaggio a Massimo Mila, con un ciclo di lezioni dalla forma inusuale pensate come un momento di approfondimento e riflessione intorno alla produzione letteraria dello scrittore e musicologo torinese. Un’occasione per attraversare, insieme ai relatori ospiti, le vicende delle sue “stagioni”, lasciandosi ispirare da alcuni temi-guida, che serviranno a illuminare l’opera dello scrittore.

L’ALPINISMO – Annibale Salsa

Quando

Venerdì, 25 Giugno 2010
Dalle 11:00 alle 12:00

Dove

Verbania, Il Chiostro (sala Rosmini)

Con la partecipazione di:

Annibale Salsa

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Nato a Torino nel 1910. Studia al Liceo classico torinese D' Azeglio, dove è allievo dell'antifascista Augusto Monti e dove negli stessi anni passano anche Cesare Pavese, Leone Ginzburg e Norberto Bobbio. Da' lezioni di latino a Giulio Einaudi, e lo introduce nella «confraternita» degli ex allievi del D'Azeglio (così la chiama Mila) fra i quali ci sono «Ces» o «Paves» o il «Barone» ovvero Cesare Pavese; «Agenzia Tass» o «il barbuto lion dei Monti Urali», che è Leone Ginzburg, soprannominato così perché nato in Russia; Norberto Bobbio, detto «Bindi», e poi anche Vittorio Foa, Giulio Carlo Argan, Ludovico Geymonat; un giovane professore, Franco Antonicelli, e altri. Si laurea in lettere nel 1931 presso l'università di Torino. Ha ventuno anni, il titolo della sua tesi di laurea è Il melodramma di Verdi. Quella tesi, per il diretto interessamento del filosofo napoletano Benedetto Croce, sarà pubblicata due anni più tardi, con quello stesso titolo, dalla casa editrice Laterza di Bari. È la prima pubblicazione che il giovane musicologo dedica a Verdi, compositore su cui, negli anni successivi, ritornerà innumerevoli volte. Anzi, è la prima pubblicazione assoluta di quello che diventerà uno dei maggiori musicologi del secolo. E' anche un provetto alpinista, iscritto al Cai; la sua passione nasce a Coazze, grazie alle spinte della madre e alle prime escursioni sui monti della Valsangone. Nell'ambiente di Torino, matura presto in lui l'opposizione al regime fascista. Viene incarcerato una prima volta nel 1929 per attività antifascista. Aderisce al gruppo torinese di «Giustizia e libertà» e, il 15 maggio del '35, subisce per la seconda volta l'arresto, insieme con i suoi amici Einaudi, Ginzburg, Foa, Antonicelli, Bobbio, Pavese, Carlo Levi e Luigi Salvatorelli. Viene condannato dal Tribunale Speciale a sette anni di reclusione. Nel carcere di Civitavecchia suoi compagni di cella sono Foa, Riccardo Bauer e Ernesto Rossi, Dopo la sua liberazione, avvenuta nel 1940, collabora con Einaudi e la sua casa editrice, dove ha come amici e compagni di lavoro Giaime Pintor, Felice Balbo, Pavese e Ginzburg. Dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, si unisce alla Resistenza entrando nel gruppo Giustizia e Libertà di Canavese, ed aderendo in seguito al Partito d'Azione.

Nel dopoguerra, il Conservatorio "G. Verdi" di Torino lo chiama ad insegnare Storia della musica nel 1954 e l' Università gli offre nel 1962 l' insegnamento per incarico che ricoprirà fino al 1975. Collaboratore della casa editrice Einaudi, è critico musicale de "L'Unità" di Torino (1946-67) e del settimanale "L'Espresso" (1955-67), e dal 1967 passa a "La Stampa". Membro dell'Accademia di S. Cecilia dal 1956, svolge anche attività letteraria (traducendo, fra l'altro, opere di Goethe, Schiller, Gotthelf, Hesse, Wiechert, e l'autobiografia di Wagner). Dal 1967 è condirettore della NRMI. Il 26 febbraio 1981 ha un gravissimo incidente automobilistico, nel quale perde la vita la moglie. Nel 1985 riceve il Premio internazionale "Feltrinelli" dell'Accademia dei Lincei. Muore il 26 dicembre del 1988.

OPERE

Il melodramma di Verdi (Bari, 1933; poi in: Verdi, ivi, 1958, e in: L'arte di Verdi, Torino, 1980);
"La Donna serpente" di A. Casella (Milano, 1942);
Cent'anni di musica moderna (ivi, 1944; Torino, 1981);
W. A. Mozart (Torino, 1945; ampliato, Pordenone, 1980; 1985 );
Saggi mozartiani (Milano, 1945);
Breve storia della musica, (ivi, 1946; riveduta e aggiornata, Torino, 1963; 1985 );
L'esperienza musicale e l'estetica (Torino, 1950; 1981 );
Cronache musicali 1955-59 (ivi, 1959);
La giovinezza di Verdi (ivi, 1974);
Maderna musicista europeo (ivi, 1976);
Lettura della Nona Sinfonia (ivi, 1977, 1982 );
Lettura delle "Nozze di Figaro" (ivi, 1979);
Compagno Strawinsky (ivi, 1983);
I costumi della Traviata (Pordenone, 1984);
Otto Concerti per orchestra di G. Petrassi (Milano, s. a., ma 1984);
Terza pagina. 36 articoli (Torino, 1985).

biografia tratta da http://www.storiaxxisecolo.it

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a cura di Giuseppe Serrone
http://turismoculturale.altervista.org