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World Tourism Expo2015 SALONE MONDIALE DEL TURISMO CITTA' E SITI PATRIMONIO MONDIALE 18/19/20 Settembre 2015 Padova

Idea

Il Turismo Culturale è un filone sempre in crescita del turismo sia da un punto di vista di domanda che di offerta turistica, in cui protagonista principale è il Patrimonio culturale.
Le meraviglie del Mondo sono considerate delle ricchezze per gli esseri umani, questo capitale deriva il suo pregio non solo dalla possibilità di essere sfruttato economicamente ma soprattutto dai valori sia culturali sia spirituali che gli sono riconosciuti: questi “beni patrimoniali” ci regalano l’impressione di essere lì per noi, per farsi ammirare, perché ne possiamo godere e sentirci più soddisfatti.

La Conferenza Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) nel 1972 ha approvato la Convenzione internazionale per la protezione del Patrimonio Mondiale dell'Umanità in cui viene sancita l'inalienabilità della cultura e della natura come elementi fondamentali per lo sviluppo della società di tutto il pianeta, e per il mantenimento della pace e della solidarietà.
Il Patrimonio Mondiale dell’Unesco rappresenta l’eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future. L’Unesco si è posto come obiettivo di catalogare ed eleggere a World Heritage alcune di queste bellezze e di questi siti per la propria salvaguardia e per il trasferimento ai posteri e alle generazioni future.
Essere inclusi tra i siti del World Heritage Centre permette di avere un riconoscimento universale delle sue particolarità a livello culturale, paesaggistico e sociale.

Per essere inclusi nella lista del Patrimonio dell'Umanità i siti devono avere valori di universalità, unicità ed insostituibilità (nel caso andassero perduti) e devono soddisfare almeno uno dei criteri fissati dal Comitato per il Patrimonio dell'Umanità.
Il progetto di costruzione di un Patrimonio Mondiale appare qualcosa di più della semplice collezione di beni culturali e naturali in pericolo: è, infatti, intimamente legato al processo di costruzione di un’identità collettiva, di un soggetto unico.La World Heritage List è dunque il punto centrale e più importante di tutte le attività legate alla WHC, un bene patrimoniale che prima dell’iscrizione è riferimento semplicemente per una comunità locale o nazionale, diventa attraverso l’atto d’iscrizione Patrimonio della più vasta comunità internazionale, o in termini di retorica della WHC Patrimonio dell’Umanità intera.
L'iscrizione dei siti nella Lista del Patrimonio Mondiale consente ad ogni Stato membro di ottenere la cooperazione della comunità internazionale, per informare la popolazione del valore eccezionale di un sito e, quindi, per contribuire a conservare il proprio Patrimonio nazionale.
Da questa Lista occorre partire per portare a termine il progetto di diffusione di un senso di appartenenza allargato.
Per esattezza l’UNESCO ha finora riconosciuto un totale di 1007 siti (779 beni culturali, 197 naturali e 31 misti), presenti in 161 Paesi del mondo. Attualmente l'Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei Patrimoni dell'Umanità.
Purtroppo sono in molti a pensare che una volta entrati a far parte di quest’elite il gioco sia fatto invece le statistiche sui flussi turistici dimostrano come dal momento dell’inclusione nella lista, i siti non hanno rilevato incrementi significativi in termini di arrivi e presenze. L’inclusione nella Lista Unesco è, infatti, solo il punto di partenza per poter beneficiare in termini imprenditoriali di questa grande opportunità.
Bisogna avere la forza, anche economica, di comunicare al Mondo e di saper utilizzare i propri plus per strategie vincenti. Il calo di competitività di alcune località turistiche e’ molto evidente e richiede strategie in grado di far fronte alle reali situazioni createsi.
Da queste motivazioni di fondo nasce l'idea di uno strumento che soddisfi queste esigenze: la Wte, il Salone espositivo al mondo dei Siti inseriti nella World Heritage List Unesco si propone di creare un punto di incontro tra il mondo della cultura e quello dell’economia. La manifestazione è ideata e organizzata dalla CML Consulting con l’obiettivo di favorire la commercializzazione di prodotti turistici riguardanti questi luoghi; attraverso questa manifestazione ogni “eccellenza territoriale” diventerà soggetto attivo per un progetto che miri alla loro reale valorizzazione.

Un italiano a Wroclaw, la Polonia ve la racconto io. Presentata a Roma la Capitale europea della cultura 2016

'Un italiano a Wroclaw'. Non è una fiction e non è il titolo di un romanzo: è il blog che Marcello Murgia, torinese di nascita e 'polacco' per vocazione, tiene sul sito ufficiale della città che nel 2016 sarà Capitale europea della Cultura. E' arrivato nel 2008 e ci è restato, perchè "ci si vive bene e la vita culturale è accompagnata da una performance economica di tutto rispetto", tanto che sono oltre un migliaio gli italiani, moltissimi i giovani, che hanno deciso di trasferirsi stabilmente. Lo ha raccontato oggi alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea da 'testimonial' della presentazione ufficiale delle centinaia di eventi che faranno della storica capitale della Slesia - insieme a San Sebastian - il centro della cultura europea nel prossimo anno.

    Wroclaw "'è una città polacca, una città europea, una città italiana più a nord", ha detto il sindaco Rafal Dutkiewicz. E in verità di italiani ce ne sono passati in molti. Giacomo Casanova, per esempio. E Niccolò Paganini. Ora, però si guarda al futuro. E Dutkiewicz, raccontando del veloce sviluppo della città dopo l'adesione della Polonia all'Ue e della concentrazione di "investimenti nella cultura e nell'innovazione", ha ribadito l'impegno a proseguire su questa strada, senza dimenticare l'equilibrio tra "cultura alta e cultura popolare" e la collaborazione tra "istituzioni e centri alternativi" che saranno il filo conduttore delle iniziative del 2016: le periferie accanto alla storica piazza del Mercato.

Ci saranno le 'Olimpiadi del Teatro' e gli Oscar del Cinema europeo, l'apertura del più grande ateneo musicale della Polonia e l'inaugurazione di un museo singolare, quello dedicato al 'Signor Taddeo' di Adam Mickiewicz, la più importante opera della letteratura polacca di cui, ha notato ancora Dutkiewicz, "conserviamo il manoscritto". Ad aprile ci sarà la giornata mondiale del Jazz, a giugno un grande evento dedicato dedicato alla Spagna, a luglio il festival cinematografico 'Nuovi orizzonti'. Solo qualche esempio, impossibile parlare di tutti.

    Ma per aver un'idea di come sarà il 2016, non bisogna aspettare più di tanto. Si comincia subito, con un 'Weekend pieno di cultura', dal 19 al 21 giugno, ha annunciato il direttore dell'Istituto Polacco di Roma Pawel Stasikowski. I ponti che collegano le 20 isole della città sul fiume Oder saranno il palcoscenico di concerti, performance, atelier d'arte. E, allo stadio, grande concerto di Andrea Bocelli.

www.wroclaw.pl/it
unitalianoawroclaw.blogspot.it/

   
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Ostelli per giovani in edifici e vagoni dismessi

(di Paola Mentuccia)
   Se i giovani avessero a disposizione un maggior numero di spazi di scambio culturale e pacchetti turistici convenienti, forse impiegherebbero una parte minore del loro tempo a comunicare per vie telematiche e condividerebbero esperienze positive fianco a fianco. Ci hanno pensato l'Associazione italiana alberghi per la gioventù (Aig) e Ferrovie dello Stato Italiane che, siglando un protocollo quadriennale per il turismo sociale, si impegnano ad avviare progetti di restyling di edifici, carrozze e vagoni dismessi e a trasformarli in alloggi turistici dedicati a giovani e a famiglie. Offerte turistiche "treno più ostello" faciliteranno la mobilità dei ragazzi in treno, che diventerà la prima scelta per spostamenti dei soci Aig, con proposte ad hoc per i viaggiatori con disabilità. Un accordo che mira a favorire il turismo e l'integrazione sociale dei giovani che, più di tutti, esprimono una domanda di mobilità consapevole dei beni comuni, delle persone, delle culture locali e della sostenibilità. Entro giugno 2015, il gruppo Fs e l'Aig porteranno a termine un confronto sulle disponibilità immobiliari nelle aree di maggiore interesse turistico, da stazioni a ex magazzini merci, fino a vagoni non utilizzati, e sulle proposte tariffarie di offerte di viaggio. Poi si passerà al concreto: le due parti elaboreranno progetti di collaborazione e iniziative turistiche e si impegneranno a svilupparle congiuntamente. "Abbiamo sempre ritenuto che il treno fosse un luogo di condivisione così come l'ostello - ha detto la presidente nazionale dell'Aig, Anita Baldi, durante la cerimonia di firma del protocollo - Il viaggio è un momento di crescita, di educazione e di aggregazione, soprattutto in un momento in cui i ragazzi tendono ad isolarsi dietro le chat di cellulari e tablet". "Oggi i ragazzi sono sempre su internet, non si incontrano più - ha aggiunto l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Michele Mario Elia - e il viaggio, gli ostelli e attività sociali possono costituire elemento di aggregazione e recuperare vecchi valori, agevolando le iniziative dei giovani nell'arte e nella cultura".
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Bolle a New York, il mio viaggio nella bellezza italiana


Un percorso che parte da Pompei, "perché è il luogo simbolo della grandezza della nostra storia e della necessità di tutelarne la memoria". Roberto Bolle ha presentato così agli americani il libro fotografico Viaggio nella bellezza, con scatti inediti di Fabrizio Ferri e Luciano Romano, che raccoglie alcune delle più belle immagini dell'etoile della danza realizzate durante i suoi Gala 'Roberto Bolle and Friends' nei luoghi più suggestivi d'Italia. Il volume, edito da Rizzoli, è stato fortemente voluto dall'artista e il suo obiettivo, spiega Bolle parlando con l'ANSA a New York, è "sottolineare quanto sia importante salvaguardare e valorizzare il nostro patrimonio culturale, che non ha uguali nel mondo e che è importante proteggere".
Il viaggio "parte dall'esperienza che ho fatto negli anni portando il mio Gala in giro per questi siti meravigliosi, dal Colosseo a piazza Duomo, fino alla Valle dei Templi", racconta l'etoile, sottolineando che si tratta di un'unione unica tra la bellezza della danza, la forza e la magia del luogo. Attraverso la danza e la sua visione dell'arte, Bolle è diventato uno degli ambasciatori della cultura italiana nel mondo, ruolo di cui si dice molto orgoglioso. A margine della presentazione tiene a ricordare che il libro è stato realizzato in collaborazione con Unesco e parte del ricavato sarà destinata alla salvaguardia del patrimonio dell'umanità. Gli scatti di Fabrizio Ferri ritraggono il fisico statuario del danzatore fra le rovine di Pompei, nella cornice di affreschi romani e di muri scrostati.
"Sono foto diverse dalle altre, dove io sono in simbiosi con il sito archeologico - spiega Bolle -. Pompei è un luogo iconico, che troppo spesso nel recente passato non è stato giustamente custodito, e da lì simbolicamente volevamo che partisse questo viaggio nella bellezza".
"La difficolta' del progetto stava proprio nel riuscire a unire le due bellezze, Roberto e Pompei, senza che una si sovrapponesse all'altra", aggiunge Fabrizio Ferri. "Roberto è una persona straordinaria, non solo per il suo talento, ma soprattutto per la sua grande umanità", dice poi il fotografo, che rivela come presto collaborerà nuovamente con Bolle. Il percorso prosegue attraverso le foto di Luciano Romano, da piazza San Marco ad Agrigento, dal Colosseo alle Terme di Caracalla.
E il viaggio continua quest'estate con il 'Roberto Bolle and Friends': il tour parte il 10 e 12 luglio a Los Angeles e approda in Italia il 18 e il 19 luglio al Teatro Lirico di Cagliari. Alle ormai consolidate tappe dell'Arena di Verona e delle Terme di Caracalla di Roma si affiancano quest'anno le novità del Teatro Ariston di Sanremo, il Bellini di Catania e soprattutto il Teatro Grande degli Scavi di Pompei.
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La Val di Pejo è una piccola vallata d'incantevole bellezza, situata nel settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio, ai piedi del maestoso gruppo montuoso dell'Ortles-Cevedal

VAL DI PEJO

La Val di Pejo è una piccola vallata d'incantevole bellezza, situata nel settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio, ai piedi del maestoso gruppo montuoso dell'Ortles-Cevedale. La valle è caratterizzata da foreste di abeti, larici e macchie di verdi pascoli sovrastati dal possente spettacolo dei ghiacciai, da cui nascono limpidi ruscelli che si riversano in valle creando cascate argentate. La massiccia presenza dell’acqua nelle sue svariate forme (ghiacciai, laghi, torrenti, cascate…) rappresenta un elemento essenziale e in Val di Pejo tale risorsa, che sgorga dal sottosuolo con diverse fonti minerali, ha determinato inoltre la nascita del termalismo e la creazione dello stabilimento termale di Peio Fonti, famoso in tutto il mondo per le proprietà terapeutiche delle sue acque.
La Val di Pejo, un’oasi naturale in cui l’ospitalità è di casa, è sinonimo di natura, storia e cultura, sport e vacanza attiva, relax e benessere. Trekking, nordic walking, percorsi incantevoli di mountain bike, rafting sul fiume Noce, passeggiate tra innumerevoli sentieri, sci alpino, sci da fondo, scialpinismo, snowboard, passeggiate con le racchette da neve rappresentano soltanto alcune delle tante attività da praticare in valle.


segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
Turismo Culturale

Al via la X-Alps 2015, mille chilometri a piedi ed in parapendio lungo le Alpi

Comunicato stampa per news.oggi@yahoo.it

O voli, o cammini.
In sintesi è tutta qui la Red Bull X-Alps, evento biennale alla settima
edizione.
Oltre 1000 chilometri attraverso sei paesi, tra le montagne più alte
d'Europa, dalla storica Salisburgo in Austria fino al Principato di Monaco.
Chilometri da consumare volando in parapendio od arrancando a piedi quando
non si trovano le condizioni favorevoli per librarsi in cielo con questo
entusiasmante mezzo che sfrutta le forze della natura per volare, forse il
più ecologico al mondo.
O voli appeso sotto un'ala di tela, chiuso nel bozzolo dell'imbrago, la
sella sotto la quale scorrono valli e montagne, sfilano boschi e rocce.
Oppure cammini lungo le vallate, t'arrampichi per sentieri e pareti
rocciose, per vie ferrate, attraverso ghiacciai, cercando uno spazio
propizio per spiccare un nuovo volo e poi sfruttare le correnti
ascensionali, guadagnare quota e la possibilità di andare avanti lungo
l'arco alpino, tra scenari spettacolari e mozzafiato, verso le spiagge del
Mediterraneo. Avanti, avanti ancora, hiking e parapendio, abilità di pilota
nel manovrare l'ala e resistenza d'atleta alla fatica.

Naturalmente il prossimo 5 luglio, quando la piazza dedicata a Wolfgang
Amadeus Mozart vedrà scattare i concorrenti alla straordinaria maratona di
volo e di gambe, i 33 piloti scalpitanti di percorrere i cieli alpini in
rappresentanza di 18 paesi, due sole donne, la tedesca Yvonne Dathe e
l'americana Dawn Westrum, sperano di volare molto e camminare poco, il meno
possibile.
Lo spera Aaron Durogati, di Merano, 29 anni, professionista del parapendio e
figlio d'arte, pilota combattivo e di talento con la competizione nel
sangue. Al suo attivo la vittoria nella Coppa del Mondo 2012 insieme a
Nicole Fedele (coppa tutta azzurra quell'anno!), un curriculum denso di
successi, unico italiano a volare o marciare insieme al resto della truppa
internazionale. Debuttò nel 2013, settimo posto, ottima prova, visto che i
numeri delle precedenti X-Alps dicono che appena il 12 per cento dei piloti
arriva a meta. Lo spera Christian Maurer, detto Chrigel, elvetico di
Unterseen, nel cantone di Berna, 33 anni, che di Red Bull ne ha già vinte
tre. Nell'ultima ce la fece in 7 giorni meno una ventina di minuti, l'uomo
da battere.
Lo sperano anche gli assistenti, uno per ciascun pilota, con il compito di
seguire via terra le peripezie del compagno di squadra, rifornirlo,
consigliarlo, incoraggiarlo. Necessaria per entrambi molta esperienza di
volo e d'alpinismo, perché alla X-Alps non può andarci chiunque sappia usare
un parapendio, ma serve la giusta preparazione per entrare nei ranghi
insieme a gente altamente qualificata. Il supporter di Aaron Durogati si
chiama Ondrej Prochazka, Repubblica Ceca, ottimo pilota di cross ed
acrobazia, già suo compagno nel 2013. Insieme hanno studiato il percorso per
elaborare un piano di volo efficace, perché anche la tattica ha grande
importanza.

L'itinerario del 2015 pare sia più difficile delle scorse edizioni a partire
dai 1038 km, solo una manciata in più rispetto al 2013. Il percorso è
contrassegnato da precisi punti di svolta, una decina di "boe aeree", per
così dire, o cancelli terrestri. Le une sono da aggirare in volo, gli altri
da attraversare a piedi. Obbligatoriamente.
Il primo è sul monte Gaisberg, 1287 metri sopra Salisburgo, a cinque
chilometri dal via. Ci si arriva lavorando di scarpe e poi via per il cielo.
Seguono il ghiacciaio Dachstein, altezza 2995 ed il Kampenwand montagna di
1669 metri evidenziata da una croce alta dodici, vicino al Chiemsee, terzo
lago della Germania, detto anche "mare bavarese", nel cuore delle montagne
di quella regione. Poi giù verso sud-ovest a passare lo Zugspitz al confine
con l'Austria, 2962 metri, la più alta montagna tedesca. Ancora a sud e si
entra in Italia per raggiungere Cima Tosa, quota 3173, torre rocciosa delle
Dolomiti del Brenta.
Le vallate ampie e profonde del tratto italiano potrebbero riservare
sorprese. Infatti, nel volo libero, cioè il volo in parapendio e deltaplano
senza motore, uno degli ostacoli da superare è quello degli attraversamenti
di valli e pianure dove il pilota non trova le condizioni favorevoli dei
pendii montani per reggersi in aria. Nel caso della Red Bull significa che,
se obbligato ad atterrare, dovrà arrampicarsi a lungo prima di scovare un
pendio adatto al decollo e proseguire la gara.

Secondo le precedenti esperienze, un momento difficile è in agguato in
corrispondenza della sesta "boa" in Svizzera, nel cantone dei Grigioni, il
Piz Corvatsch che si innalza fino a 3451 metri nel massiccio del Bernina.
Siamo nei pressi di St. Moritz, quasi a mezza strada, 540 chilometri prima
di vedere il mare, ma i piloti hanno ancora da lasciarsi alle spalle il
Matterhorn, cioè il nostro Cervino, che svetta a 4478 metri, e poi il Monte
Bianco, massima cima d'Europa, 4810 metri, da passare sul versante francese.
Nel caso delle "boe aeree" basta entrare in cilindri virtuali, come quello
del Cervino, raggio 5,5 km, centro sulla vetta, sviluppo da terra
all'infinito. Pertanto non è obbligatorio scavalcare le montagne nel punto
più alto, però la quota aiuta il volo ed è sinonimo di sicurezza, nonostante
molti credano il contrario. I cancelli a terra, invece, bisogna traguardarli
a piedi, camminando anche per pochi metri. Atterri in prossimità del punto
prefissato, lo passi, firmi la lavagna e te ne rivai in volo. Camminare poco
e volare tanto, perché i modelli più avanzati di parapendio viaggiano a
quasi 70 km/h, perché le lancette dell'orologio girano implacabili e gli
altri non stanno ad aspettare.

Dal Bianco si scende verso Annecy, comune di 52 mila abitanti nell'alta
Savoia, sulla sponda settentrionale dell'omonimo lago, storica culla del
parapendio, dove è obbligatorio attraversare un traguardo posto sul decollo
del sito di volo di Planfait. Poi l'ultimo tratto, circa 250 km con rotta
meridionale, fino alle Alpi Marittime e Peille, piccolo paese arroccato alle
spalle della Costa Azzurra, dove il tempo ufficiale si ferma. Mancano solo
due chilometri all'atterraggio, più giusto chiamarlo ammaraggio, su una
zattera galleggiante nella baia del piccolo principato. Ultimo giorno utile
per tuffarsi in mare il 17 luglio.

Per monitorare la gara, per esempio verificare il corretto aggiramento dei
punti di svolta, l'organizzazione fornisce ai piloti uno strumento
integrato, GPS più live tracking, cioè un dispositivo che permette di
conoscere in ogni momento la posizione dei volatori e registrare una traccia
dei loro percorsi. Grazie a tanta tecnologia, chiunque può seguire la Red
Bull X-Alps dal proprio computer ed aumenta la sicurezza: se un pilota ha
bisogno d'aiuto, la base sa dove trovarlo.

O voli, o cammini con l'attrezzatura in spalla, regola severa, ma non è
l'unica. Niente passaggi su mezzi motorizzati e no, proibito usare gallerie
per abbreviare il percorso, farsi aiutare in fase di decollo, volare dalle
21 alle 6 del mattino, proseguire a piedi dalle 22,30 alle 5. E' permesso ad
ogni atleta sottrarsi all'obbligo di sosta notturna una sola volta e solo
per proseguire a piedi, ma tre piloti lo potranno fare due volte.
Infatti, il 2 luglio, tre giorni prima del via, attorno a Fuschl am See,
piccolo comune di un migliaio e mezzo d'abitanti ad ovest di Salisburgo
nell'area chiamata Salzkammergut, a cavallo tra Alta Austria, il
Salisburghese e la Stiria, i partecipanti si sfideranno in un prologo alla
Red Bull X-Alps. Dovranno volare e camminare in un contesto contrassegnato
da laghi, aree pianeggianti, montagne di moderata altezza e no, e tornare a
Fuschl am See. I primi tre guadagneranno cinque minuti di vantaggio alla
partenza, oltre che un secondo permesso per camminare di notte.
A Fuschl am See si trova la sede centrale dello sponsor che ha dato il nome
alla manifestazione, produttore della nota bevanda energetica. Ce ne sarà
bisogno.

Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL
Associazione Nazionale Italiana Volo Libero (registro CONI n. 238227)
il volo in deltaplano e parapendio
http://www.fivl.it

foto dell'ultima edizione della
Red Bull X-Alps
per gentile concessione degli organizzatori.
Autori:
Felix Wölk


segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
Turismo Culturale