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Sci mondiali 2021 occasione per Dolomiti

Il presidente del Veneto inaugura la nuova cabinovia a otto posti Moline – Le Buse
“L’ingrediente fondamentale per lo sviluppo della montagna veneta è l’innovazione, la capacità di elevare costantemente la qualità dei servizi fruendo in maniera intelligente delle moderne tecnologie, senza però snaturare l’essenza e l’identità di questi luoghi di straordinaria bellezza e attrattiva”.    
Lo ha detto stamane a Falcade (Bl) il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, inaugurando insieme all’assessore al Turismo e allo Sviluppo montano, Federico Caner, la nuova cabinovia a otto posti Moline – Le Buse, grazie alla quale sarà possibile accedere comodamente alle piste della Ski Area San Pellegrino in soli sei minuti.
L’impianto, che sarà in funzione nella stagione invernale ma anche in quella estiva, ha una lunghezza di 1.890 metri e una portata oraria di 2.400 persone.

I mondiali di sci del 2021 – ha aggiunto Zaia – non riguardano solo Cortina ma devono essere l’occasione per valorizzare tutto il contesto delle Dolomiti, rappresentano una sfida che dobbiamo cogliere insieme al governo per portare in questi territori investimenti necessari in previsione di ospitare un evento come l’Expo. Siamo impegnati anche a superare l’isolamento infrastrutturale della montagna e in tal senso il progetto del ‘Treno delle Dolomiti’ al quale stiamo lavorando è tutt’altro che un sogno o una fantasia, ma una prospettiva strategica".

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La Romagna vola in Europa

Obiettivo per l’anno in corso, per lo Shuttle Rimini – Bologna, 25-26.000 passeggeri ed un ambizioso progetto per arrivare a 10 corse giornaliere già dal secondo anno di esercizio
Cinque corse quotidiane di andata e ritorno, attive 365 giorni l’anno: questo il sontuoso biglietto da visita che Vip Srl – Gruppo Benedettini, presenta al contesto turistico economico della Costa Romagnola che, dal 16 gennaio, avrà a disposizione cinque collegamenti con navette GT della durata di circa un’ora e 20’ da Rimini all’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna e viceversa grazie al nuovo collegamento di linea Shuttle Rimini – Bologna.
A presentare l’iniziativa, Roberto Benedettini, amministratore unico di Vip SrlEnrico Postacchini, presidente dell’Aeroporto di Bologna, e Gianni Indino, presidente Comfcommercio Rimini, che hanno sottolineato all’unisono l’importanza strategica del nuovo servizio che avvicina alla rete aerea globale, l’intero tessuto economico e turistico della Romagna.
Cinque + cinque corse (la prima da Rimini, la mattina, alle ore 4.00, e l’ultima da Bologna alle ore 23.30), con orari corrispondenti ai momenti di picco di partenze ed arrivi dei principali voli nazionali e internazionali dell’aeroporto felsineo. Obiettivo per l’anno in corso25/26.000 passeggeri, ed un ambizioso progetto per arrivare a 10 corse giornaliere già dal secondo anno di esercizio, operati sempre da Van da 19 e 24 posti – con motori euro 5/6 a basso consumo e basso impatto ambientale - dotati di connessione wi-fi gratuita, climatizzazione, frigobar. Tariffe che variano dai 20 euro a persona con prenotazione online o acquisto in agenzia o in aeroporto, fino ai 25 euro per chi acquisterà il biglietto direttamente sul mezzo. Biglietti a 8 euro per chi ha fino a 14 anni d’età. Corsa gratis per i bambini fino a 4 anni. Sono inoltre disponibili su ogni corsa alcuni biglietti al costo promozionale di 1 euro. p.f.

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Royal Air Maroc: nuovo orario di volo da Venezia per Dakar via Casablanca

Ora è possibile prenotare il volo in coincidenza nella stessa giornata di viaggio
Royal Air Maroc comunica in una nota che ora è possibile prenotare il volo da Venezia verso Dakar in coincidenza nella stessa giornata di viaggio.
Infatti, il volo da Venezia parte, attualmente, alle ore 19.55 con arrivo a Casablanca alle ore 22.25 e la prima coincidenza disponibile per DKR sarà alle ore 23.40 con arrivo alle 3.20 del mattino nella capitale senegalese. Il tempo di volo previsto comprensivo dello scalo sarà così di sole 8 ore e 25 minuti circa.
La compagnia ricorda, inoltre, che le frequenze verso Dakar da Casablanca sono passate da fine anno da 2 frequenze al giorno a 3 frequenze al giorno settimanali, aumentando così la disponibilità per tutti i passeggeri verso la destinazione.




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Parte il nuovo collegamento di linea Shuttle Rimini

Dalla Riviera della Romagna all’Aeroporto Marconi, ai tradizionali collegamenti ferroviari o su auto si aggiunge una nuova possibilità dal 16 gennaio
Rimini e Bologna ancora più vicine, grazie al nuovo collegamento di linea dalla Riviera della Romagna all’Aeroporto Marconi di Bologna. Ai tradizionali collegamenti ferroviari o su auto si aggiunge un innovativo collegamento, Shuttle Rimini – Bologna progettato e realizzato da Vip Srl, azienda del gruppo sammarinese “Fratelli Benedettini”, in collaborazione con Aeroporto G. Marconi di Bologna.

I dettagli
Sulle pit lane collocate alla Stazione Ferroviaria di Rimini e di fronte al Terminal Passeggeri dello scalo bolognese, dal 16 gennaio sono pronti ad accendere i motori i Van da 19 e 24 posti - in classe euro 5/6 a basso consumo e basso impatto ambientale - che consentiranno di spostarsi fra le due città grazie a 5 corse di andata e 5 di ritorno, tutti i giorni per 365 giorni l’anno.
Primo viaggio da Rimini la mattina alle ore 4.00, ultima partenza da Bologna alle ore 23.30, con orari corrispondenti ai momenti di picco di partenze ed arrivi dei principali voli nazionali e internazionali dell’aeroporto felsineo.
Tutti i mezzi sono dotati di connessione wi-fi gratuita, climatizzazione, frigobar. Il tempo di viaggio è di circa un’ora e mezza e le tariffe variano dai 20 euro a persona con prenotazione online o acquisto in agenzia o in aeroporto, fino ai 25 euro per chi acquisterà il biglietto direttamente sul mezzo. Biglietti a 8 euro per chi ha fino a 14 anni d’età. Corsa gratis per i bambini fino a 4 anni. Sono inoltre disponibili su ogni corsa alcuni biglietti al costo promozionale di 1 euro.
Il nuovo servizio si offre a quanti sul territorio desiderano muoversi dal centro dell’Emilia al mare, alla Repubblica di San Marino o viceversa, utilizzando un’alternativa ai mezzi tradizionali. Un’esigenza particolarmente sentita per iniziative della Riviera, come la “Notte Rosa”, “Il Capodanno più lungo del Mondo” o le manifestazioni e gli eventi congressuali internazionali di Rimini Fiera.

Opportunità in più per l’incoming
“Siamo molto soddisfatti – ha commentato il presidente dell’Aeroporto di Bologna Enrico Postacchini – dell’attivazione di questo nuovo collegamento bus, che conferma il ruolo del Marconi come snodo fondamentale nel sistema dei trasporti, non solo aerei. Lo Shuttle Rimini – Bologna potrà favorire l’incoming turistico sul territorio regionale ed al tempo stesso dare nuove opportunità ai passeggeri dell’Aeroporto di Bologna, che nel 2015 ha registrato il nuovo record di traffico con quasi 7 milioni di passeggeri (6.889.742), per una crescita del 4,7% rispetto al 2014”.


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Terrasanta, viaggio in trenta acquerelli

Agosto 2015, Terrasanta. Alessandro Alghisi si siede, inizia a disegnare e dipingere. «E intorno – racconta l’artista – si forma subito un gruppo di persone. Delle diverse religioni presenti in questa terra. Unite nell’esperienza di quella duplice visione». 
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Davanti a sé, infatti, quegli osservatori non hanno solo il monumento o il panorama "reali", il soggetto (e il punto di vista) scelti dall’artista, ma anche la sua raffigurazione, che via via prende forma e colore sulla carta. E li prende anche grazie a loro. Alla loro presenza, alla loro attesa, al loro stupore. Alla loro esistenza. Che in quel luogo, in quel tempo, incrocia quella dell’artista arrivato da Brescia alla Terrasanta, incaricato dalla Fondazione Opera diocesana San Francesco di Sales di realizzare gli acquarelli per illustrare una guida ai luoghi santi, allora in gestazione, e che sarebbe uscita a novembre col titolo "Toccati da Gesù", scritta da un sacerdote bresciano, monsignor Vincenzo Peroni, cerimoniere pontificio.
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Così sono nate le trenta opere in mostra al Museo diocesano di Brescia fino al 31 gennaio. L’esposizione, intitolata semplicemente «Gerusalemme. Acquarelli di viaggio in Terrasanta» (ingresso libero; lunedì-domenica 9-12 e 15-18; mercoledì chiuso) è stata inaugurata ieri dal vescovo Luciano Monari. E si offre come un racconto per immagini dell’itinerario in Israele e Palestina fatto da Alghisi ad agosto, partecipando a uno dei pellegrinaggi guidati dal cerimoniere pontificio.

«Non conoscevo monsignor Peroni, del quale poi sono diventato amico, né ero mai stato in Terrasanta», spiega Alghisi, 46 anni, cultore del disegno dal vero della figura umana, «ma anche della tradizione del taccuino di viaggio, come ho già fatto con luoghi come New York, Matera, la stessa Brescia, la mia città. Proprio una mia veduta di Brescia, esposta al Museo diocesano, aveva suggerito ai responsabili dell’Opera San Francesco di Sales di illustrare il libro di monsignor Peroni non con fotografie ma con disegni. Una scelta appropriata: a differenza della fotografia, il disegno e l’acquarello hanno una forza evocativa che non preclude il piacere della scoperta, quando poi si arriverà in quei luoghi».
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Da Nazareth a Gerico a Betlemme, dal lago di Tiberiade al deserto di Giuda fino a Gerusalemme, dove ogni itinerario termina e inizia, Alghisi ha viaggiato «solo con la scatola degli acquarelli e il taccuino. Ho realizzato trenta opere, su una carta speciale fatta a mano, "Toscolano 1381": ora tutte in mostra, comprese le 19 finite nel libro. Sono rimasto incantato dalle persone, dalle comunità, dai luoghi di culto delle diverse religioni, dal bisogno di trascendenza e dall’esigenza di purezza che ho sentito sgorgare all’unisono da ogni realtà di questa terra, percepibili sotto la stratificazione delle contraddizioni, dei conflitti, delle sofferenze di quei popoli. È questo incanto che ho cercato di restituire con i miei acquarelli: semplici, essenziali, mai ruffiani. Soprattutto – scandisce l’artista –: non solo disegni, ma "immagini". Che nascono dall’"immaginazione" intesa come via per incontrare e scoprire il reale, intorno a noi e dentro di noi. Non avrei mai potuto disegnare e dipingere questi acquarelli a partire da foto scattate da altri – sottolinea infine l’artista –. Essere stato in quei luoghi, averli visti, respirati, toccati, è stato decisivo per scoprire e restituire il loro incanto».
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Bassora, viaggio tra le speranze dei giovani cristiani


La Chiesa di Mar Toma appare così, come un luogo di vita e di preghiera a cui sia stata tolta licenza di esistere, a partire da un giorno qualunque degli anni Novanta. Il gesto della Vergine che solleva la mano benedicente è cristallizzato sotto coltri di polvere color sabbia; il guano protegge l’altare dal penetrare della luce attraverso le bifore. Rimane un ostensorio a tentare il brillio, tra i raggi della luce obliqua del tramonto mediorientale, che arriva sempre troppo presto. Ma la prima volta che Bassam Alwachi ci entrò fu per tornarci più volte, col permesso del vescovo, del cardinale della diocesi caldeo-cattolica e poi del sindaco e del governatore di Bassora. Una trafila che è durata un anno. Ma che adesso avrà un senso: le autorità irachene hanno acconsentito che questo luogo di culto, non particolarmente pregiato, ma storico, venga restaurato.

«Il problema – dice Bassam, ventenne cristiano iracheno impegnato da anni con alcune ong, tra cui “Pax”, nel territorio del Sud dell’Iraq – è come restaurarla. Non è un gran momento per il Paese, per via delle spese che l’esercito affronta nel contrasto a Daesh, ma qui a Bassora la sensibilità per il patrimonio culturale è aumentata». Così Bassam e i suoi colleghi, quasi tutti aderenti all’associazione “Pax” e “ambasciatori della cittadinanza”, per un progetto di sensibilizzazione sul tema, decidono di produrre un breve documentario su Mar Toma. «Vogliamo raccogliere del denaro per restaurarla, anche tramite fondazioni straniere o con l’aiuto della Chiesa Cattolica. L’obiettivo per noi è dare un segno tangibile della coesistenza culturale, etnica e religiosa in Iraq, in un momento in cui il settarismo è imperante, i cristiani e altre minoranze vengono messe all’angolo e il Daesh distrugge il nostro patrimonio culturale».

La prima prova tecnica di coesistenza si fa in piazza. A Bassora, la cosiddetta città vecchia (una sorta di piccola Venezia formata da palazzi sfregiati dall’acqua putrida e petrolifera dei canali semi-diruti) da quattro anni è diventata, faticosamente, un luogo dove le associazioni territoriali tentano l’appropriazione civica. Ogni tanto si svolgono convegni della società civile irachena, piccole mostre di pittura. Ma, soprattutto, il giovedì sera, tempo dello struscio e della pseudo movida da paesotto che ha il sogno economico in testa, accade sempre qualcosa. Di solito, il mercato dei libri che scimmiotta il ben più famoso mercato gemello di Baghdad, nel quartiere di Muthanabbi, la famosa via dei caffè e della letteratura che sembra l’ombra di se stessa se paragonata agli anni Settanta e Ottanta. Ma, nonostante ne sia una copia, l’atmosfera è quasi la stessa: sedie di plastica piazzate sull’erba davanti a un proiettore, in attesa di vedere il piccolo documentario sulla chiesa di Mar Toma e centinaia di ragazzi e ragazze che sfogliano libri e, tra un libro e l’altro, si parlano, in cerca di fidanzamento.

A qualcuno è capitato, un paio di anni fa, di sposarsi tramite questi incontri, anche se non sempre i risultati sono stati positivi. È il caso di Mohammad Ibrahim, soprannome Zizi. Mohammad ha 23 anni e appartiene alla minoranza sabea e all’etnia Maidan, quella che negli anni Ottanta Saddam provvide a far fuori sistematicamente nel Sud del Paese. Sposato (galeotto fu un incontro con l’amica di una parente, qui in piazza) e divorziato, per incomprensioni con la famiglia dell’ex moglie che fece di tutto per fare naufragare questo matrimonio “misto”. Ma Zizi non demorde: «Sono membro dell’associazione Pax e credo in questi progetti concreti di coesistenza. Vedo in tutto l’Iraq tante persone attaccate a Mosul e Ramadi, yazidi perseguitati, donne vendute, e voglio che la gente viva in pace. Mi sento parte in causa: anche io sono parte di una minoranza e pretendo la protezione. Desidero rappresentare una èlite intellettuale che deve fare molto di più per far tornare questo Paese un luogo dove ci sia posto per tutti».

Zeinab Waleed, una gradevole ragazzona sunnita con lo sguardo puntuto, si dice «fiera di stare qui». Anche lei è “ambasciatore di cittadinanza” a Bassora, come Bassam, e il suo obiettivo è «la difesa del patrimonio artistico». Ma anche la protezione della diversità che lei chiama «colori» della società di Bassora. «Non dobbiamo più permettere – dice con forza – che gli orrori del passato prendano di nuovo corpo qui e possiamo farlo solo attraverso una cittadinanza attiva ». Sia lei che Hassan Salam, giovanissimo sciita di Bassora, potrebbero fare scuola e doposcuola a molti europei annoiati, che danno per scontati i diritti acquisiti dall’esser nati nelle democrazie e dal godere di cittadinanze di serie A. Dice: «Anche se fai parte della maggioranza, non puoi rimanere indifferente di fronte a certe storture e ingiustizie. È tempo di esporsi in prima persona».

Ci pensa Bassam a sottolineare il cuore di questa iniziativa: «Quel che vogliamo far passare è il concetto di cittadinanza. Questo è un Paese dove ci sono passaggi della costituzione che non sono attivi e che penalizzano le minoranze. Speriamo che vengano attivate tutte le leggi nella loro integrità: solo così sarà possibile parlare di un vero diritto alla cittadinanza, identico per tutti».

La mancanza di attivazione del principio di cittadinanza nella costituzione irachena è il punto sul quale si adoperano anche i religiosi cristiani. Habib Jajou, arcivescovo dell’arcidiocesi caldeo-cattolica di Bassora, lo spiega con estrema precisione, accogliendoci nella Cattedrale di Nostra Signora: «Le lobby irachene sono formate da musulmani. Noi lo sappiamo e anche la composizione del Parlamento parla da sola. Molti articoli della costituzione andrebbero cambiati e bisognerebbe abolire l’uso di introdurre la fede religiosa tra le informazioni presenti nella carta d’identità. Perché senza questi cambiamenti non c’è vera cittadinanza: la distanza tra il cittadino e il potere deve essere la stessa per tutti. Invece siamo cittadini di serie B; anzi i cristiani sono ormai cittadini di serie C, visto che i sunniti si lamentano di essere divenuti cittadini di serie B. Ma c’è bisogno di molto lavoro e della pressione internazionale per costringere il governo iracheno a modificare gli articoli della costituzione. Da anni sopportiamo un sistema secolare di disuguaglianza e ora un governo tecnocratico. Come Chiesa cerchiamo solo di aprire una porta e dare ai nostri fratelli una ragione in più per restare qui».

Il senso della segregazione della minoranza cristiana in Iraq è semplicemente nell’aria. Nel cortile e nel salone parrocchiale, solo una famiglia prepara i festoni per il battesimo di domani e una sola bambina si diverte a lanciare palloncini, ma sta bene attenta a non scaraventarli al di là dal muro, sulla strada militarizzata. Gli altri fedeli son chiusi in casa: è sempre meglio non dare troppo nell’occhio.
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