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La montagna un amore infinito

4) Ivo Rabanser: un amore infinito. Storia di un amore infinito: Intervista da Verbania LetterAltura 2011 a cura di Giuseppe Serrone. L'alpinista si racconta come"privilegiato che puo' vivere all'infinito gli attimi di felicita' perche' infinite sono le montagna da scalare".

LetterAltura intervista a Guccini di Giuseppe Serrone

In Diretta da Verbania per Lago Maggiore LetterAltura intervista a Guccini di Giuseppe Serrone.
Ascolta l'intervista dalla web radio:


Verbania, 25/06/2011 - A Verbania, sul Lago Maggiore, in occasione della rassegna dedicata alle storie d’alta quota, all’avventura e ai viaggi, il cantautore parla di Pàvana, la piccola località dell’Appennino dove da anni ha scelto di vivere, isolato e felice. Nasce così un’affascinante cronaca, sospesa tra passato e presente, tra realtà e mitologia locale: come nel testo di una sua canzone.

E’ raro avere l’occasione di ascoltarlo in un festival letterario, davanti a un pubblico che non siano i diecimila spettatori dei suoi concerti. Francesco Guccini negli ultimi anni si tiene abbastanza lontano dagli impegni ufficiali, non ama più molto andarsene in giro per il mondo. La sua dimensione l’ha trovata altrove. Da una cittadina dell’Appennino tosco-emiliano osserva ora lo scorrere del tempo, è lì che scrive i suoi libri, e le canzoni. Proprio per parlare di Pàvana e dell’Appennino che la circonda, il cantautore modenese ha partecipato sabato a LetterAltura, la manifestazione che si svolge in questi giorni sul Lago Maggiore, dedicata alla riscoperta della cultura della montagna. Ascoltare Guccini è sempre un piacere: quasi all’ora di pranzo nel verde del chiostro di Intra, risponde per più di un'ora, in assoluto relax, alle domande di Erminio Ferrari. Tra ricordi e attualità, confronto tra epoche scavate nella memoria, il filo conduttore è quel suo paese di adozione, sospeso tra realtà e leggenda come tutti i luoghi del cuore. Al suo ultimo libro, “Malastagione”, scritto di recente a quattro mani con il socio Loriano Macchiavelli, Guccini non accenna neppure, e questo è davvero insolito per uno scrittore che partecipa a una manifestazione letteraria; come non fa parola dei suoi progetti musicali, di nuovi album o canzoni in preparazione.

Punto di partenza della conversazione sono invece le “Cronaca epafaniche”, anno 1989, storia dell’infanzia pavanese dell’autore e suo esordio letterario: Guccini precisa con orgoglio “sono stato il primo cantautore a scrivere un libro…” (primo di una lunga serie, si legge tra le righe con una lieve nota polemica). Sulla scia di queste cronache prende il via la narrazione, una delle cose che gli riescono in assoluto meglio, più naturali. Come quando ai concerti, prima di attaccare con la scaletta dei pezzi si prende tempo, un quarto d’ora o più per parlare di tutto: politica, attualità, il commento di un incontro o di un fatto divertente; con uno stupore immutato, anche passati i settant’anni, di fronte al mondo e alle persone. Ancora oggi Guccini ha la capacità di unire generazioni - vanno ad ascoltarlo gli adolescenti e i sessantenni - in una dimensione dell’esistenza basata sull’impegno, l’ironia, l’ottimismo di fondo verso la vita. Francesco Guccini, che è nato nel 1940 a Modena e non a Pàvana, questa località dell’Appennino l’ha conosciuta comunque fin da piccolo, per avervi trascorso lunghissimi periodi di vacanza, è la sua seconda patria. Lì ha imparato le cose fondamentali della vita: non particolari filosofie, spiega, ma proprio “a parlare, camminare, mangiare, a nuotare nel fiume sotto casa”; ad apprezzare il ritmo lento delle giornate e delle stagioni, portandosi dietro una sorta di pigrizia riflessiva che ancora oggi lo contraddistingue. Giunto a un certa età ha deciso di tornarci, “come i marinai che ritornano al punto dal quale sono partiti”. Una scelta che può sembrare riduttiva, avere il sapore di un ritiro, un volontario distacco dal reale. Conoscendo Guccini si capisce però che non si tratta di questo, non solo questo almeno.

A Pàvana, come in altri piccoli paesi, si vive una dimensione corale dell’esistenza, tutta da osservare e descrivere, in cui il singolo si muove in sintonia con la comunità di cui fa parte: già questa è una continua fonte di ispirazione. E poi questa zona della provincia di Pistoia si trova su un confine, quello tra l’Emilia-Romagna e la Toscana; una condizione che da sempre ha grande fascino, anche la vita quotidiana di questi luoghi riproduce il senso del passaggio geografico. Le lingue, i dialetti si intrecciano, eppure a pochi chilometri di distanza si avvertono, marcate, le differenze e ci si accorge che il mondo non è ovunque un villaggio globale; è fatto invece di piccole, imprescindibili identità. “Il pavanese medio ha un grande disprezzo per chi abita due chilometri più a sud”, scherza Guccini, ma sa di dire una cosa molto vera, in fondo. E' da questa prospettiva che lui ha conosciuto il mondo. L’America e gli americani, per esempio, arrivati a Pàvana nell’ottobre del 1944: ricordi lontani e indelebili di un bambino di quattro o cinque anni che senza muoversi da casa ha avuto il primo assaggio di una cultura e di uno stile di vita che avrebbe rivisto più avanti, nei film e nei viaggi. Anche i testi delle canzoni rispecchiano del resto questa dimensione di conoscenze dirette, famiglia, tradizioni e radici.

“Radici” è anche il titolo dell’album del 1972 che contiene alcuni dei suoi pezzi più famosi da “La locomotiva” a “Incontro”. Nei libri, nelle interviste o in una conversazione informale come quella di LetterAltura, il racconto di Francesco si mescola spesso a una sorta di nostalgia non amara, un concentrato di esperienze e storie nelle quali anche la tristezza diventa parte di un’assoluta, intoccabile normalità. Ma sì, conclude Guccini al termine dell’incontro, “è un po’ come ai funerali di Pàvana…”. Grandi eventi pubblici cui partecipa tutto il paese, certo; ma mentre le donne sono in chiesa gli uomini si radunano fuori a fumare, intorno alla panchina di fronte, e poco a poco incominciano a distrarsi parlando dei funghi che andranno a raccogliere e dei pomodori che hanno piantato, se crescono o non crescono bene, quest'anno. E in questa naturale condivisione si riesce a sdrammatizzare tutto, proprio tutto. Anche gli eventi più tragici e il sentimento del tempo che passa.

tratto da Agoravox

Turismo Culturale / Esperienze di accoglienza Turistica

Da Verbania sede di Lago Maggiore LetterAltura 2011 intervista al Dottor Luciano Montanari direttore Il Chiostro Hotel.

Ascolta da Canale YouTube Ufficio Stampa Turismo Culturale
Il Chiostro Hotel si trova nel centro storico di Verbania, cittadina che si affaccia sulle sponde occidentali del Lago Maggiore, in un territorio dominato dalla bellezza del Lago e delle Alpi che lo sovrastano.

Ricavato all’interno di un antico monastero agostiniano del XVII secolo, sapientemente restaurato, il Chiostro Hotel rappresenta il luogo ideale per trascorrere una vacanza di relax o per realizzare meeting aziendali, seminari o semplicemente riunioni ed incontri nella quiete più assoluta.

Tra le sue mura, ricche di storia e custodi di tranquillità, sale antiche attrezzate con moderne tecnologie si affiancano a sale di recente costruzione, per rispondere al meglio alle diverse esigenze dei propri ospiti. Dallo splendido chiostro interno alle antiche cantine, dall’anfiteatro alle sale affrescate, ogni spazio si presta ad accogliere gruppi di lavoro o gruppi di incontro che qui ritrovano un ambiente confortevole e famigliare.

Intervista al Dottor Montanari, direttore e anima dell' Hotel il Chiostro a Verbania di Giuseppe Serrone - (per informazioni - cell. 3207505116)

La montagna come luogo dello Spirito. Intervista a Dag Tessore per LetterAltura

Prima dell'evento di Letteraltura  sulla web radio di Turismo culturale intervista a Dag Tessore di Giuseppe Serrone in diretta da Verbania.
Ascolta da Canale YouTube Ufficio Stampa Turismo Culturale

La partecipazione di Tessore a LetterAltura è stato un evento in collaborazione con Torino Spiritualità.

Da un profondo conoscitore delle questioni interreligiose, un esegeta dei Padri della Chiesa, l’analisi del paesaggio montano come luogo d’incontro tra il terreno e il divino. Dag Tessore ha dialogato con Roberto Carretta Venerdì, 24 Giugno 2011
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Dag Tessore
Laureato in Lingua e Letteratura araba, con una tesi sul Corano, ha lavorato e scritto per varie Riviste (Medioevo, Famiglia Cristiana, L’Officina) e Case Editrici (Città Nuova, Newton & Compton, Fazi). Tra i suoi libri: La mistica della guerra (Fazi, 2003); La donna cristiana secondo l'insegnamento della tradizione apostolica (Leone Verde, 2008); I vizi capitali (Città Nuova, 2008); Il digiuno (Città Nuova, 2006). Svolge attività di conferenziere e conduce seminari presso diversi Centri e Università.

Turismo: previsioni rosee nel mondo e in Italia per biennio

Previsioni rosee per il turismo sia per l'Italia che per il mondo per il biennio 2016-2017. Emerge da Trip il modello di Previsione dei flussi turistici internazionali elaborato da Ciset-Ca'Foscari, che traccia un quadro complessivamente positivo grazie all'importante sostegno dei paese extra europei mentre registra il crollo, invece, del Medio Oriente.
    A livello mondiale il 2015 ha registrato un +4,3% degli arrivi internazionali,corrispondente a un aumento assoluto di 50 milioni rispetto all'anno precedente, e decisamente superiore alla dinamica di lungo termine 2010-2020, stimata pari al +3,8% medio annuo. Altrettanto positivi sono i segnali di inizio 2016: le prime stime indicano infatti un +5,1% del movimento internazionale complessivo.
    Per l'Italia si prevede un rafforzamento del recupero già avviato nel precedente biennio con un +3,3% per il 2016, e un +3,6% nel 2017.
    A fronte di questi primi risultati l'Unwto, l'Organizzazione mondiale del turismo, conferma così anche per il biennio 2016-2017 il consolidamento delle performance positive del settore. I drammatici eventi di Parigi e Bruxelles, le condizioni off limit del Medio Oriente e del Nord Africa, dunque, non incideranno sulla dinamica complessiva, ma potranno influire sulla redistribuzione dei flussi tra le diverse destinazioni, come le prime stime per l'Europa dimostrano.
ansa

Al via su Rete4 "I Viaggi del Cuore" Pellegrinaggi nei santuari italiani e non. Si parte con l'Umbria


 (askanews) - Al via domenica 29 maggio, su Rete 4, "I Viaggi del Cuore", un programma ideato e realizzato da ME production per Rti che, nel corso dell'Anno straordinario dedicato alla Misericordia, racconterà attraverso un pellegrinaggio nei santuari e nei luoghi di spiritualità italiani e non, l'esperienza dei pellegrini entrando nel cuore del viaggio.
"I Viaggi del Cuore - afferma Elio Angelo Bonsignore, titolare della ME production - vogliono arrivare diritto al cuore attraverso il racconto di quei luoghi che infondono speranza, vogliamo raccontare quei viaggi dove il cuore trova conforto".
Autori de "I Viaggi del Cuore", insieme ad Elio Angelo Bonsignore, Guido Clericetti, Don Davide Banzato e Antonio Sellitto. La regia è di Matteo Ricca.
Ogni puntata di circa 45 minuti, suddivisa in due parti, prima e dopo la Santa Messa delle ore 10.00, rispettivamente alle ore 9.20 e alle ore 10.50, andrà in onda tutte le domeniche a partire dal 29 maggio fino al 19 giugno.
I "Viaggi del Cuore" farà sosta per queste prime puntate, girate tutte in Italia, in Umbria sui passi di Santa Rita e della Beata Maria Teresa Fasce, per poi fermarsi per una tappa tutta "mariana" nelle Marche, al Santuario della Santa Casa di Loreto e nel Lazio, al Santuario della Mentorella, noto per essere stato un luogo del cuore di San Giovanni Paolo II. Nelle due puntate successive i protagonisti saranno delle figure molto amate ed i cui devoti sono sparsi in tutto il mondo. Da Sant'Antonio da Padova "I Viaggi del cuore" arriverà addirittura in Giappone per raccontare la storia di Takayama Ukon, conosciuto come il "samurai di Cristo" che diventerà presto beato, mentre il 19 giugno sarà la volta del Piemonte, rispettivamente Alessandria e Torino, con San Luigi Orione e San Giovanni Bosco.