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Fuksas, una torre a Capodistria

(ANSA) - ROMA, 9 APR - Risolvere i problemi funzionali per far stare meglio le persone, lavorare per aiutare l'incontro in un'epoca di scontri. L'architettura è questo, dice Massimiliano Fuksas, un lavoro fatto di "testardaggine e tenerezza", con l'idea di lasciare segni "non per autocelebrarsi ma per migliorare le cose". E poi muoversi, innovare, intercettare i segnali del mondo che cambia, provare sempre a guardare lontano, immaginare il futuro. Con decine di lavori in cantiere e più di 600 grandi progetti realizzati in tutto il mondo, l'architetto romano firma ora una torre inclinata sul mare, che dal litorale di Capodistria offrirà uno sguardo inedito e lontano sull'Europa e il suo sogno. I lavori partiranno a settembre. Alta 110 metri, la torre avrà una struttura a doppia ellisse. Un ponte vetrato lungo 100 metri la collegherà a un belvedere con bar, ristoranti e spazi per la cultura. "Le due ellissi sono l'idea di due mondi, quello europeo e quello orientale, che si incontrano e si conoscono", dice Fuksas.
   
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Patagonia, fino alla 'fine mondo' in bicicletta

PASO BELLAVISTA - "La Patagonia! E' un’amante difficile. Lancia il suo incantesimo. Un’ ammaliatrice! Ti stringe nelle sue braccia e non ti lascia più" . Bruce Chatwin, 'In Patagonia'. Non è un caso se il più grande autore di letteratura di viaggio, Bruce Chatwin, abbia dedicato la sua migliore opera alla Patagonia, sterminato e selvaggio territorio sudamericano diviso tra Argentina e Cile. La Patagonia è la terra attraverso cui giungere ad Ushuaia, la 'città alla fine del mondo', è il luogo dove convivono deserti, iceberg e ghiacciai, foreste e fiordi, laghi e vulcani. E' la regione dei Pinguini di Magellano e dei puma, delle balene e dei condor.
E il luogo della mitica Routa 40, la strada che Che Guevara percorse a bordo della sua moto Norton Poderosa e che racconto' nei 'Diari della motocicletta'. Ma qual è il modo migliore per viaggiare in questa straordinaria regione? Tra i molti mezzi possibili, ne abbiamo scelto uno, la bicicletta. E per capire che tipo di esperienza possa essere, ANSA ha intervistato Davide Travelli, 39 bergamasco, ex consulente aziendale ed appassionato cicloturista che ha appena concluso un viaggio incredibile: la traversata in bici delle Americhe, dall'Alaska ad Ushuaia, da dove ci risponde.
“Sono appassionato di bici e ho sempre avuto sete di avventura, di epopee d'altri tempi e di viaggio. Mi ha sempre attirato la Panamericana come parola, come strada più lunga al mondo che unisce le Americhe. Così, un giorno, ho scelto di partire per una 'Grand Adventure' attraversando l'intero continente, disegnando la mia Panamericana”, esordisce Travelli all'ANSA.
Quanto ci hai impiegato? “954 giorni, sono partito il 14 Agosto 2015 da Prudhoe Bay, Alaska, punto piu' settentrionale del continente e metro zero della Panamericana”
Come ti sei mantenuto economicamente? “Mi sono mantenuto prettamente con cartoline postali, che scambio nei ristoranti e nei negozi con del cibo e vendo a prezzo di collaborazione nelle piazze. Ma è in Colombia che la mia vita e' cambiata: ho iniziato a conoscere viaggiatori sudamericani che viaggiano per anni senza soldi. Mi sono detto: se lo fanno loro lo posso fare anch'io.
Perché suggeriresti di scegliere la bici per conoscere la Patagonia?
“Viaggiando in bici conosci veramente la cultura di un paese: lo si attraversa completamente, non si va solo da A a B come in bus e aereo, si va abbastanza lenti per interagire con le persone che si incontrano, si campeggia fuori dalle case di gente che, spesso, t'invita a mangiare da loro. Viaggiare in bici dona una sensazione di libertà infinita. Viaggiare in bici dona una sensazione di libertà infinita”.

Quale percorso hai scelto per attraversare la Patagonia?
“Ho seguito sostanzialmente la Routa 40 fino a San Martin de Los Andes, poi ho fatto il cammino 'De Los 7 Lagos' fino a Villa La Angostura e sono passato in Cile. A Puerto Varas ho iniziato la famosa Carretera Austral, da Villa O'Higgins sono ripassato in Argentina per poi tornare in Cile arrivando a Puerto Natale e Punta Arenas. Arrivato alla Terra del Fuoco, l'ho attraversata facendo il Paso Bellavista per giungere, infine, ad Ushuaia. Suggerisco anche unsecondo percorso: attraversare la Terra del Fuoco tutta in sterrato partendo da Porvenir, in Cile, e arrivando a Ushuaia passando per Paso Bellavista”.

Cosa hai provato quando sei arrivato a Ushuaia? “Una liberazione: dopo 35mila km ero finalmente arrivato al famoso cartello "Fin del mundo", un traguardo inseguito 954 giorni!”
Quali sono i luoghi che più ti hanno impressionato? “La zona dei Sette Laghi in Argentina e il Vulcano Osorno, che regala 'cartoline' spettacolari. Il Paso Mayer è una via alternativa per lasciare Villa O'Higgins, che è la fine della Carretera Austral, ed è sicuramente l'highlight della Patagonia. Infine, imperdibile, anche se turistico, il ghiacciaio del Perrito Moreno, che merita assolutamente di essere visitato”.
Dove hai mangiato e dormito nella maggior parte delle tue tappe? 
“Sulla strada: avventurarsi in Patagonia e avere la liberta' di campeggiare dove si vuole è incredibile”.

Quali cibi consiglieresti di provare a chi seguira' il tuo itinerario? “il Cordero al Palo, un agnello impalato e cucinato lentamente alla brace. Ai vegetariani consiglio di provare una specie di mirtillo autoctono chiamato Calafate”.
Un viaggio come il tuo è adatto solo a cicloturisti esperti oppure, dilatando i tempi, lo possono compiere anche semplici appassionati? “Tutti possono viaggiare in bici, anche su una Graziella! Chiaramente, in questo caso, si viaggerà con più lentezza. Il viaggio in bici e' universale, lo possono fare i bambini come gli anziani!”
Quale sarà la tua prossima avventura? “Voglio continuare il mio giro del mondo, sto organizzano la logistica del mio trasferimento in Africa, dovrei arrivare a Citta' del Capo il 22 Aprile”.
Il modo migliore per seguire i viaggi a due ruote di Davide Travelli è il suo account Instagram instagram.com/davidetravelli, sempre aggiornato con foto e informazioni su tutti gli itinerari percorsi.
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Alpitour, accordo con Eden Viaggi


TORINO - Eden Viaggi, il tour operator guidato da Nardo Filippetti, entra a far parte del gruppo Alpitour. L'operazione verrà formalizzata nei prossimi mesi.
    Nasce così un gruppo da circa 2 miliardi di fatturato, in grado di competere con i grandi player del mercato turistico europeo.
    Eden Viaggi manterrà il suo posizionamento e la sua identità. E' prevista anche una fitta collaborazione tra le due divisioni incoming per l'arrivo di turisti stranieri nel nostro Paese.
    "Siamo felici di accogliere Eden Viaggi all'interno della nostra grande famiglia - dichiara Gabriele Burgio, presidente e ad di Alpitour - perché conosciamo la storia di questo celebre marchio italiano e il valore del suo management. Metteremo a disposizione risorse e competenze per renderlo sempre più forte e attrattivo sul mercato dei viaggi". "Sono orgoglioso di aver raggiunto questo accordo perché consente al marchio Eden di proseguire il suo percorso nel solco della grande tradizione dei tour operator italiani", sottolinea Filippetti. 

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Messi in campo per turismo responsabile


BARCELLONA - Lionel Messi scende in campo con l'Organizzazione Mondiale del Turismo per promuovere il "turismo responsabile". Il segretario generale della Unwto, Zurab Pololikashvili, lo ha infatti nominato ambasciatore dell'organizzazione delle Nazioni Unite.
    "Durante i miei viaggi - spiega il campione - ho avuto l'opportunità di conoscere altre culture e società, così come altri modi di vedere il mondo e questo è molto arricchente.
    L'Organizzazione Mondiale del Turismo lavora per rendere il turismo una fonte di sviluppo e sono felice di poter unire questa missione di promozione del turismo responsabile".
    "Messi è uno sportivo unico e un esempio di come la forza di volontà e il lavoro costante diano buoni risultati. È un grande onore che si unisca all'Unwto e ad altri personaggi noti nel promuovere i valori positivi e i benefici che il turismo rappresenta" afferma Pololikashvili.
    Oltre a Messi nella "squadra" dell'Unwto che promuove i legami tra sport e turismo e il potere di trasformazione del turismo responsabile sono schierati Fernando Hierro e Vicente del Bosque.

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Musei Vaticani, visite alle 6 di mattina "Good morning Vatican Museums". Anche rito apertura porte

CITTA' DEL VATICANO- Arrivare ai Musei Vaticani entro le 6.00 e vivere una visita "fuori orario". E dopo la visita, una buona colazione servita nel bistrot del Cortile della Pigna. Un programma che permette anche di compiere con il "clavigero" dei Musei il rito solenne dell'apertura delle porte e dell'accensione delle luci delle diverse sale. E' la speciale proposta di ingresso esclusivo, alle 6.00 di mattina, che i Musei Vaticani lanciano dal loro sito.
    A quell'ora, a beneficio di un piccolo gruppo di visitatori, l'antico mazzo di chiavi in ferro schiuderà, uno dopo l'altro, gli innumerevoli portoni, da quello monumentale d'ingresso a quello sacro della Cappella Sistina, passando per l'Atrio dei Quattro Cancelli, Scala Simonetti, Museo Pio Clementino, Gallerie dei Candelabri, Gallerie degli Arazzi, Gallerie delle Carte Geografiche, Stanze di Raffaello (apertura porte della prima stanza), Scala San Pio V. L'itinerario "Good Morning Vatican Museums" è guidata da un operatore didattico autorizzato.
   
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Non è sicura la parete franata a Re, la Vigezzina sospende i treni internazionali Da lunedì 9 saranno attivati pullman sostitutivi tra Domodossola e Locarno


Torna a essere chiusa da domenica pomeriggio (8 aprile) la circolazione sulla linea ferroviaria della Vigezzina nel tratto tra Re e il confine. Troppo insicura la parete franata nel pomeriggio di Pasqua per consentire il transito in sicurezza dei treni. 

«L’evoluzione attuale - scrive in una nota Daniele Corti, direttore della società SSif che gestisce la tratta italiana della Ferrovia Vigezzina-Centovalli - non ci consente di far viaggiare i nostri passeggeri in totale sicurezza. Nei giorni scorsi, oltre alla riattivazione del traffico internazionale, avevamo messo in campo tutte le nostre forze per garantire anche corse aggiuntive. Ora però, dopo aver monitorato coscienziosamente la situazione dobbiamo nuovamente sospendere il traffico internazionale a scopo precauzionale». 

La linea resta così aperta sul fronte italiano tra Domodossola e Re, mentre su quello svizzero tra Locarno e Camedo. Da lunedì 9 saranno invece attivate le corse sostitutive in bus. 

la stampa.it

Idee di Viaggio Dieci buoni motivi per cui andare in Albania (proprio) quest’estate

La travel blogger di The Balkanista scrive una lettera aperta a tutti i suoi fan e spiega perché devono andare in Albania quest’estate

Scrittrice, viaggiatrice, travel blogger inglese, l’autrice di The Balkanista vive da anni a Tirana. Approdata sulle coste dell’Albania per una vacanza, non se n’è più andata. In una lettera aperta a tutti i suoi fan spiega perché bisogna andare in vacanza in Albania proprio quest’estate. “L’Albania non è in cima alla lista delle mete vacanza”, spiega la blogger. “Quando sono venuta qui per la prima volta anch’io mi sono sentita in colpa per avere trascurato altre destinazioni. Ma ora posso dirvi con certezza che dovete assolutamente prendere in considerazione questo Paese per le prossime vacanze estive”.
I motivi sono dieci e noi li abbiamo riassunti qui di seguito.
1. Fuori dalle solite rotte
Tra qualche anno l’Albania, come è accaduto per altre mete del Mediterraneo, è destinata a essere invasa da orde di ragazzini ubriachi in cerca di divertimento a basso costo. Ma, per il momento, i turisti sono ancora pochi, non esistonsi fanno code per accedere alle attrazioni turistiche e non si deve sgomitare per accaparrarsi un angolo di spiaggia dove stendere il telo mare. Neppure in piena estate.
2. C’è tanta storia da imparare
L’Albania offre luoghi storici e siti Unesco inimmaginabili. Rovine Romane, castelli medievali, bunker sovietici e resti Ottomani: c’è di tutto. L’antica città di Butrinto, nel Sud del Paese, da sola vale il viaggio, così come Berat e Scutari, al confine con la Grecia, e molti altri luoghi ancora più belli.
3. Le più belle spiagge d’Europa
“Care Italia, Croazia e Grecia, mi spiace dirvelo ma la Riviera dell’Albania supera qualunque altra vostra costa”, scrive la blogger che consiglia di visitare assolutamente Ksamil, Saranda, Himara eDhermi per ammirare le loro acque cristalline, le spiagge bianche e il panorama montagnoso che le incornicia. La costa albanese è selvaggia e meravigliosa e, a suo dire, non c’è nulla di simile in tutta Europa.
4. Laghi e sorgenti naturali
L’interno dell’Albania è punteggiato da Laghi e da corsi d’acqua bellissimi. Il Lago Koman, il Lago di Scutari, il Lago di Butrinto e ilLago di Ocrida valgono una visita per via delle loro acque turchesi e dello scenario mozzafiato che li circonda. Alcune sorgenti comeSyri I Kalter (‘L’occhio azzurro’) e quelle nei pressi del villaggio di Theth sono perfette per fare una nuotata e per ammirare le cascate.
5. Clima perfetto
L’Albania gode di un clima Mediterraneo ottimale e ha lunghe estati calde e le altre stagioni sono sempre piacevoli. Durante l’anno non si scende quasi mai al di sotto dei 20°C, poi da maggio le temperature salgono intorno ai 22°C per toccare picchi di 35°C a luglio e agosto. Oltre all’estate, quindi, ogni momento è perfetto per un viaggio in Albania.
6. Gente amichevole
Gli albanesi – a discapito dei pregiudizi – sono persone cordiali, amichevoli e curiose. La blogger racconta di non essersi mai sentita in pericolo. Bisogna solo prepararsi a ricevere centinaia di domande sul perché e per come della scelta di venire in Albania.
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7. Ottimo cibo
Lungo la costa il pesce è buonissimo e costa pochissimo. La cucina ha avuto una forte influenza italiana. Man mano che ci si addentra nel territorio si trovano piatti a base di carne, sempre freschissimi. Qui i surgelati non vengono quasi mai presi in considerazione. Bisogna provare alcune ricette locali come il Tavë kosi a base di agnello, riso, uova e yogurt, il Patellxhane te Mbushur a base di melanzane ripiene e le salsicce locali.
8. La lingua è bellissima
L’albanese è una delle lingue più antiche ed è completamente diversa dalle altre lingue europee. Non è facile. Tuttavia se si fa una vacanze in Albania qualche parola bisogna saperla, tanto più che ai locali piace quando gli stranieri cercano di interagire con loro.
9. Una Paese musulmano tollerante
L’Albania è fondamentalmente un Paese musulmano, tuttavia non serve prendere precauzioni come in alcuni Paesi Mediorientali o Nord africani. Alcune donne hanno il capo coperto, ma non serve alcun dress code particolare per girare per le strade. Solo se si visita una moschea. Anche gli alcoolici sono diffusissimi così come la carne di maiale.
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10. Punto di partenza per altri viaggi
L’Albania è un’ottima base di partenza per chi desidera visitare altri Paesi vicini, raggiungibili in un’ora o due di viaggio. Dalla città di Pogradec si può attraversare il confine e arrivare in Macedonia, da Scutari si passa in Montenegro e in Croazia, da Sud si entra inGrecia e si raggiunge Corfù, mentre dal confine settentrionale si va in Kosovo e in Serbia. L’Italia dista solo un’ora di volo (gli aerei partono da Milano, Bologna, Venezia, Roma, Pisa) o due ore di traghetto che parte da Ancona, Brindisi e Bari (da qui solo d’estate) e arriva a Durazzo.
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Messina valorizza fortezze su Peloritani Assessore Signorino presenta itinerari ed escursioni in trekking

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MESSINA - "La nostra città punta sempre di più sul turismo di qualità e per questo vogliamo valorizzare la fruizione dei monti Peloritani e i "forti" messinesi: un sistema di oltre 20 costruzioni militari di rara bellezza e di grandissimo valore paesaggistico che sono diventati dei veri contenitori culturali, ospitando al loro interno eventi musicali, spazi espositivi, aree museali, percorsi naturalistici, a piedi e con fuoristrada, di straordinaria bellezza". A dirlo l'assessore comunale al Turismo di Messina Guido Signorino presentando itinerari tra i forti messinesi da proporre ai visitatori ed escursioni in trekking sui monti Peloritani. "Costruiti nella seconda metà dell'800 per difendere lo Stretto da attacchi nemici, - spiega il prof. Vincenzo Caruso, referente Coordinamento Forti dello Stretto - i Forti di Messina sono oggi delle magnifiche terrazze da cui ammirare uno dei panorami più belli al mondo. Messina, con il suo porto naturale, per la sua posizione geografica privilegiata ha assunto nei secoli un posto di rilievo dal punto di vista storico, militare e strategico nel Mediterraneo. Le dominazioni susseguitesi hanno dotato la città dello Stretto di una serie di fortificazioni che la rendono unica tra le città marinare d'Europa. Dall'epoca spagnola fino al periodo umbertino, le opere fortificate di Messina sono un segno del passato, che costituiscono oggi un provato esempio di valorizzazione turistica finalizzata ad una ricaduta economica positiva sul territorio". "Unici per tipologia per la loro posizione strategica - prosegue Signorino - una volta recuperati e resi fruibili alla collettività dagli Enti e dalle Associazioni che li gestiscono, d'intesa con il Comune di Messina, i Forti dello Stretto sono un patrimonio eccezionale per la nostra città".
   
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Torna a #Cervia il festival internazionale #aquilone dal 20 aprile al 1 maggio con i migliori wind artists del pianeta

FESTIVAL DELL'AQUILONE DI CERVIA © ANSA

CERVIA - E’ ormai a tutti gli effetti la capitale mondiale dell’aquilone, per questo Cervia, città della fantasia, ospita la 38° edizione del Festival Internazionale dell’aquilone ARTEVENTO. Si tratta di un’edizione speciale quella che si apre il 20 Aprile e che colorerà il cielo di Cervia, Milano Marittima, Pinarella e Tagliata fino al 1° Maggio. A partire dai due Ospiti d’Onore: il Royal Thai Kite Team dalla Thailandia e il gruppo Maori Ki-O-Rahi dalla Nuova Zelanda.
170.000 spettatori nella scorsa edizione e 20.000 partecipanti per gli eventi collaterali, questi i numeri della passata edizione, che ha portato l’ideatore e organizzatore di ARTEVENTO, Claudio Capelli, a rimanere fedele alla spiaggia di Pinarella e al Magazzino del Sale di Cervia.
Invitati a confrontarsi non solo sul tema dell’aquilone ma su quello della contaminazione fra arti visive e performative - tra musica, teatro, danza, circo contemporaneo e tradizioni popolari – i 200 migliori artisti del vento in rappresentanza di 35 Paesi e dei 5 continenti diventano i protagonisti di uno dei più famosi e longevi eventi internazionali del suo genere: quello che secondo l’autorevole fondazione americana Drachen si classifica “tra i 10 best kite festival al mondo, cui partecipare almeno una volta nella vita”. E’ una magica atmosfera quella che si respira ad ARTEVENTO, festival concepito come un’opera aperta in continua evoluzione, pensato in primis per soddisfare le esigenze creative degli artisti e organizzato, neanche a farlo apposta, da un pittore e dalla figlia designer. “Siamo molto soddisfatti - dichiara l’art director Caterina Capelli - garantendo agli artisti le condizioni ideali per esprimere al meglio la propria follia creativa, abbiamo trasmesso al pubblico il virus dell’aquilone, e ARTEVENTO è diventato prima di tutto un luogo dell’anima, in cui artisti e spettatori volano insieme sulle ali dell’immaginazione”.
“Cacciatori di aquiloni”, artisti del vento o virtuosi del volo acrobatico, showman o depositari di arcaiche tradizioni, gli ospiti del festival sono solo una parte delle migliaia di persone che ogni anno arrivano da ogni parte del mondo a Cervia per far volare il proprio aquilone, tanto che il pioniere dell’aquilonismo contemporaneo, Peter Waldron definisce quello di Cervia “non festival, ma un pellegrinaggio”. Lo straordinario spettacolo di migliaia di aquiloni di ogni forma e colore in volo simultaneo invita grandi e bambini a starsene finalmente 12 giorni con la testa fra le nuvole, mentre la spiaggia si trasforma nel Villaggio del Festival, quel “paese delle meraviglie” costellato delle attrazioni che hanno reso ARTEVENTO un appuntamento imperdibile per spettatori di ogni età. 
Info: www.artevento.com


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Re Louvre sempre al top, ma occhio alla Cina Crescono i Vaticani. Tra primi 100 Duomo Siena e Reggia Caserta

MUSEI: LOUVRE SEMPRE AL TOP, MA OCCHIO ALLA CINA © EPA

-Re Louvre sempre sul trono supera la crisi e risale la china tornando di nuovo sopra agli 8,1 milioni di visitatori, 700 mila in più rispetto al 2016, l'anno nero del terrorismo. Ma il vero exploit è quello del National Museum of China che con poche presenze in meno (8.062.000) rispetto al blasonatissimo collega francese svetta di colpo al secondo posto della classifica mondiale 2017 stilata dal Giornale dell'Arte con The Art Newspaper, lasciandosi alle spalle il Met di New York, che pure ha affrontato le sue crisi di bilancio guadagnando ancora visitatori. Tant'è, quest'anno anche i Musei Vaticani festeggiano, con 400 mila presenze in più che gli valgono la riconquista del quarto posto (un anno fa erano scivolati al quinto, superati dalla National Gallery di Londra). Mentre nella top 100, dove da sempre figurano alcuni dei più importanti musei italiani, dagli Uffizi a Castel Sant'Angelo, entrano alla grande il Complesso Museale del Duomo di Siena (31), Palazzo Reale di Milano che ha ospitato tra l'altro la grande mostra di Caravaggio (71) e finalmente la Reggia di Caserta, complici forse pure le domeniche gratuite lanciate dal Mibact (100). Insomma, se guerre e terrorismo continuano a fare paura e la crisi economica costringe anche i più grandi a rivedere i bilanci, la fame di cultura nel mondo sembra crescere insieme con i numeri globali del turismo. E l'Oriente, con un trend che va avanti ormai da tempo, si fa spazio, sgomitando anche ai danni delle istituzioni più storiche. Nella lista dei primi dieci le variazioni sono minime. Soffrono un po' i musei londinesi (anche qui la paura del terrorismo può aver fatto la sua parte) con il British Museum che scivola dal terzo al quinto posto e la National Gallery che dal quarto precipita all'ottavo. Escluso il Reina Sofia di Madrid, che con 3,8 milioni di visitatori si deve accontentare dell'undicesimo posto, in discesa come il Prado che con 2,8 milioni è diciottesimo (era al gradino 14). Intanto si fa strada il Tokyo Metropolitan Art Museum, che entra al 21/o posto, così come il Museum National de Antropologia di Città del Messico, che con 2 milioni 336 mila presenze è 24/o, seguito al 30/o da un altro museo cittadino, il Museum National de Historia (2.135.465). E se a Firenze gli Uffizi perdono una posizione scendendo al 26/o posto e la Galleria dell'Accademia ne cede due (al 37/o con 1,6 milioni), un destino analogo al museo dell'Acropoli di Atene (1,5 milioni di visitatori, è 40/o, nel 2016 era al 36/o posto), guadagna invece ben 11 posizioni il National Museum of Western Art di Tokyo, 43/o con 1,4 milioni di visitatori. Quanto alla classifica italiana, i primi posti sono gli stessi di sempre, al top inossidabili gli Uffizi, con 2 milioni 235 mila visitatori, seguiti dalla Galleria dell'Accademia di Firenze e dal Museo di Castel sant'Angelo, primo dei romani. Tra i siti archeologici domina il Colosseo, da sempre il monumento più gettonato, che nel 2017 ha sfondato il muro dei 7 milioni di visitatori, seguito da Pompei con 3 milioni 418 mila (anche qui oltre un milione in più rispetto a pochi anni fa) e a sorpresa dalla Valle dei templi di Agrigento con 867 mila. Guardando ai 32 super musei voluti da Franceschini (quelli a gestione autonoma) in testa c'è sempre l'Anfiteatro Flavio, seguito dal complesso Uffizi, Pitti, Boboli (3 milioni 825 milioni) e poi da Pompei e dalla Galleria dell'Accademia. Agli ultimi posti la Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia (59 mila visitatori) e il Parco dell'Appia Antica (48 mila) con tutta probabilità penalizzato dalla mancanza di uffici e personale. Una classifica valuta anche chiese, abbazie e complessi museali: qui dominano i toscani, primo assoluto il Duomo di Siena con 2,1 milioni di visitatori, seguito a distanza dal Duomo di Firenze (725 mila) e da Santa Maria Novella (450 mila).
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