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Al via Manifesta, la biennale nomade invade Palermo



PALERMO - È bella Palermo punteggiata di eventi e di opere d'arte che si relazionano a luoghi diversi e a edifici storici proiettandoli nella contemporaneità. "Manifesta 12", ha detto il sindaco Leoluca Orlando nella conferenza stampa di apertura, "è una straordinaria opportunità perché la nostra città si guardi dentro traendone gli spunti per affermare sempre di più il suo ruolo di capitale delle culture". Un successo questa edizione della Biennale nomade europea che si apre oggi, testimoniato dalla presenza a Palermo della regina madre Beatrice, della principessa Mabel, vedova del principe Friso, e del principe Constantijn dei Paesi Bassi. Manifesta, diretta dal suo esordio da Hedwig Fijen, è infatti un progetto olandese di integrazione e di convivenza nato per unire l'Europa all'indomani della caduta del muro di Berlino.
Dal 16 giugno, con apertura ufficiale a piazza Magione, al 4 novembre, circa cinquanta fra artisti e collettivi, un po' da tutto il mondo, propongono i loro lavori per Palermo in 12 sedi della città. I curatori di Manifesta 12 hanno realizzato un sistema di mostre diffuso con video, installazioni, performance, interventi urbani e letterari che compongono il "Giardino planetario. Coltivare la coesistenza", ideato con l'ottica di una città laboratorio di differenze e meta costante di flussi migratori. Un giardino ispirato alla "Veduta di Palermo" di Francesco Lojacono, diviso in tre sezioni: "Garden of Flows" all'Orto botanico; "Out of control room"; "City on stage". Per questa operazione non sono stati scelti istituzioni e musei, ma spazi a forte valenza iconica, spesso inediti. L'Orto botanico ospita l'erbario siciliano del colombiano Alberto Baraya, l'orto sperimentale di Leone Contini, i disegni della nigeriana Toyin Ojin Odutola, il mercato eterogeneo di Khalil Rabah, le installazioni di Michael Wang e Lungiswa Gqunta. A Palazzo Butera, aperto per la prima volta dai nuovi proprietari Valsecchi dopo i restauri, sono esposte le opere di Maria Theresa Alvez e l'installazione con carta da parati "Public Fruit Map" di Palermo di Fallen Fruit (Los Angeles), il film in 16 mm. di Renato Leotta, la video installazione dello svizzero Uriel Orlow e la serie di polaroid del russo Sergey Saponizow.
Il collettivo londinese Cooking Sections raffigura la sua ricerca sui sistemi irrigui a secco a Volpe Astuta, al Giardino dei giusti e allo Spasimo. A Palazzo Ajutamicristo è in mostra la documentazione tratta dagli archivi degli attivisti No Muos della cubana Tania Brughera, il progetto su migrazione e identità di Filippo Minelli e l'intervento dell'olandese Richard Vijgen. Palazzo De Seta accoglie video e scultura dell'algerino Kader Attia, la video installazione dei Forensic Oceanography, l'irlandese John Gerrard, i ritratti dell'olandese Patricia Kaersenhout, l'inchiesta del turco Erkan Özgen e il viaggio narrativo del Premio Oscar Laura Poitras. La Casa del mutilato è sede della video installazione sulle guerre dei nostri giorni della spagnola Cristina Lucas, mentre a Palazzo Trinacria è possibile vedere il video della performance della russa Taus Makhaceva. La struttura espositiva ricavata nel cantiere incompiuto di palazzo Costantino offre al pubblico la rappresentazione visiva del lavoro di preparazione dei progetti urbani per Zen, Pizzo Sella e Costa sud. L'Oratorio della Madonna rifugio dei peccatori pentiti ospita la video-installazione dell'italiano Yuri Ancarani e quello di San Lorenzo il lavoro per la perfomance della croato-olandese Nora Turato. Nella Chiesa dei Ss. Euno e Giuliano sono esposti gli studi preparatori per "Palermo Procession", performance di Marinella Senatore e la Fondazione Padre Messina del film di Jordi Colomer. Al Teatro Garibaldi, quartier generale di Manifesta 12, è visibile la rappresentazione dei percorsi narrativi del palermitano Giorgio Vasta e di Wu Ming 2, pseudonimo di Giovanni Cattabriga.
Le sedi di Manifesta sono aperte tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 10 alle 20. Lo Spasimo e visitabile dalle 9.30, Volpe Astuta dalle 10 ed entrambi chiudono alle 18.
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Trasporti, arriva App Nugo , tutto il viaggio sullo smartphone

Una ragazza mostra l'app di Nugo all'esterno dell'istallazione Nugo Space Experience presso la  stazione Termini di Roma © ANSA

Pianificare un intero viaggio via smartphone combinando e integrando i mezzi di trasporto pubblici, collettivi e condivisi: treni, metropolitane, autobus, traghetti, car e bike sharing, taxi e sosta dell'auto nei parcheggi delle stazioni ferroviarie. Si puo' fare con pochi tocchi sul cellulare o sul tablet grazie a Nugo, una startup che favorisce la mobilita' collettiva integrata dall'inizio alla fine di un percorso di viaggio.
La nuova applicazione unifica tutte le fasi di acquisto del viaggio e fornisce gli orari di circa 400 vettori di diverse modalita' di trasporto, di cui 50 gia' acquistabili. Ad una settimana dal lancio dell'app sono gia' circa 14mila i download dagli store Android e iOS.
La presentazione ufficiale dell'applicazione si è svolta al Globe Theatre di Roma, nel cuore di villa Borghese, dove gli ospiti hanno potuto godere dell'accompagnamento musicale - anche questo a tema "viaggio" - del pianista jazz Danilo Rea.
"Siamo nella notte di inizio estate, una buona data e un buon posto per una nascita", ha fatto notare Carlotta Ventura, consigliere di Nugo e direttore comunicazione del gruppo Fs ricordando che ci sono voluti circa due anni di gestazione per vedere la luce di questo progetto. L'obiettivo della startup è quello di ridurre l'utilizzo dell'auto privata per raggiungere le destinazioni - che sia per lavoro, per svago o per turismo - favorendo invece i diversi mezzi di trasporto condivisi e concretizzando l'integrazione modale, uno dei cinque pilastri del piano industriale 2017-2026 di Fs italiane.
Nelle stazioni di Roma Termini, Venezia Santa Lucia e Firenze Santa Maria Novella sono gia' presenti le 'Nugo Space Experience', installazioni in cui viaggiatori e frequentatori possono entrare nel mondo virtuale di Nugo vivendo un'esperienza sensoriale con storie di persone, immagini di citta', mezzi in movimento e astrazioni artistiche sul viaggio. Nelle prossime settimane, queste installazioni saranno allestite anche in altre stazioni ferroviarie italiane.
"Siamo abituati a spostarci con le automobili private che pero' sono costose e poco sostenibili da un punto di vista ecologico - ha spiegato l'amministratore delegato di Nugo, Gianluigi Castelli - ma le persone le usano perche' non e' facile programmare un viaggio in tutte le sue componenti". Ecco perche' con questa nuova applicazione "abbiamo pensato di poter facilitare la programmazione del viaggio da un luogo a un altro componendo tutti i mezzi di trasporto possibili, rendendo il viaggio e l'acquisto piu' agevoli", ha continuato Castelli.
L'applicazione si scarica dagli store Android e iOS, "ma c'e' anche un sito per chi preferisce il computer allo smartphone", ha aggiunto il direttore generale di Nugo, Alessandro La Rocca, sottolineando che al suo interno l'app racchiude molte tecnologie, visto che "con un'unica applicazione si puo' comprare il trasporto pubblico locale, il treno e altri mezzi 'long distance' come autobus e anche traghetti".
L'investimento economico per la nuova startup e' pari a 20 milioni di euro, soprattutto per integrare i sistemi di vendita dei vettori presenti sull'app.
La startup è in aggiornamento sia per quanto riguarda la stipula di nuovi accordi commerciali sia per il rilascio di nuove funzioni che aiuteranno il passeggero nelle fasi precedenti all'acquisto del titolo di viaggio e durante il trasporto.
In collaborazione con:
NUGO

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'Gigante' Monterosso diventa bene Comune

 © ANSA
- Il 'Gigante' di Monterosso, la scultura di cemento armato e ferro del 1910 incastonata nella scogliera del borgo ligure nelle Cinque Terre, è pronto per il restauro e per diventare bene pubblico del Comune. L'ultimo passaggio è la sigla del protocollo da parte del Mibact. Ma la pratica, sottolineano dal Parco nazionale delle Cinque Terre, è ferma da oltre un mese a Roma. "Da Roma e dal nuovo Governo giallo-verde ora si attende, chissà ancora per quanto, il verdetto definitivo al passaggio dell'opera in mano pubblica.
    Condicio sine qua non ci sono possibilità di restauro, restauro a cui l'unica alternativa è la scomparsa del Gigante nella roccia di Monterosso". Il Nettuno di inizio Novecento, opera alta 14 metri, da tempo perde pezzi a causa dell'esposizione alle intemperie e alle mareggiate. Il Gigante è stato protetto da ponteggiature e la scorsa settimana è stata riaperta al pubblico dopo 10 mesi l'intera spiaggia libera sopra la quale si trova. La proprietà privata ha comunicato alle istituzioni coinvolte la disponibilità a donare gratuitamente il bene al Comune per favorirne restauro e manutenzione. Proposta accettata purché senza esborsi dalle casse comunali: per questo è stato studiato un protocollo di intesa che prevede l'impegno del Governo a sostenere il costo del primo restauro, con la Regione individuata invece per coprire i costi futuri di manutenzione.
    Manca solo un ultimo passaggio. Ma l'accordo, adesso, è congelato negli uffici del Ministero. (ANSA).
   

C'era una volta Sergio Leone, A Parigi l'omaggio al regista italiano con una grande mostra in autunno

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PARIGI - La cura che Vittorio De Sica metteva nei dettagli e l'epopea imparata dai grandi di Hollywood, con l'occhio alle contraddizioni di un italiano che ha vissuto la guerra: è così che Sergio Leone ha reso leggendario al cinema il racconto della storia di miti come il West o l'America. E ora, dopo oltre mezzo secolo, lui stesso è diventato mito: si chiama infatti "C'era una volta Sergio Leone", parafrasando i titoli dei suoi celebri film, una grande mostra promossa dalla Cinémathèque Française a Parigi, dal 10 ottobre al 27 gennaio 2019, curata dalla Cineteca di Bologna. Le due cineteche lo hanno annunciato al festival Il Cinema Ritrovato, in corso a Bologna, in vista della proiezione, domani in piazza Maggiore, di C'era una volta il West (1968), per festeggiare i 50 anni del film.
Nato e morto a Roma (1929-1989), Leone è stato attore, sceneggiatore e produttore, oltre che regista: nonostante abbia firmato la regia solo di 7 film (dal 1961 al 1984), ha profondamente influenzato la storia del cinema.
La mostra sarà l'evento centrale dell'omaggio che la Cinémathèque Française gli dedicherà e che comprende anche una retrospettiva e la pubblicazione del volume 'La rivoluzione Sergio Leone', a cura di Christopher Frayling (annunciato a Bologna domani pomeriggio per una lezione, 'Il cinema secondo Sergio Leone') e di Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna che lavora da anni sul cinema di Leone, con i restauri dei suoi film (come quello di Per un pugno di dollari, presentato da Quentin Tarantino a Cannes nel 2014 per i 40 anni del film) e diverse altre mostre e pubblicazioni.
"Ripensando al suo apprendistato - sottolinea Farinelli - Leone ricorda: 'Ho imparato più da De Sica in poche settimane di lavoro che negli anni successivi in cui ero pagato come assistente dei grandi registi americani'. Lo impressiona la cura che De Sica mette nei dettagli". Di De Sica fu anche comparsa in Ladri di biciclette (1948). "A partire da 'Per qualche dollaro in più' - aggiunge - Leone può permettersi di assecondare la sua fascinazione per il passato e la sua ossessione documentaria per il mito. Si occupa di ogni dettaglio, dalla costruzione delle scenografie alla scelta delle armi. Leone conosceva le sottili differenze tra ogni Colt e incaricò Aldo Uberti, un artigiano bresciano specializzato nel rifacimento di armi d'epoca, di realizzare i modelli che desiderava. Una favola cinematografica per funzionare deve convincere gli spettatori che quello che vedono stia accadendo realmente: 'In questo senso, e solo in questo senso, sono un figlio del neorealismo' ", diceva.
La ricerca maniacale "avvicina per certi versi Leone - sostiene Farinelli - a Visconti, per il quale aveva una grande ammirazione, e che si manifesta specialmente in C'era una volta il West. Alcune scene di C'era una volta il West ricordano da vicino Il gattopardo". Ma se Leone "è viscontiano nella ricerca storiografica minuziosa e la cura per i dettagli, è un antiverista per quanto riguarda le scenografie, dove con consapevole noncuranza mescola epoche diverse con anacronismi evidenti". (ANSA).

Estate: Touring Club Italiano, oltre 90% farà una vacanza 61% sceglie l'Italia, preferite Trentino-Alto Adige e Sicilia

iStock. VIAGGIART © Ansa


Una vacanza per oltre il 90% dei italiani, con l'Italia come destinazione preferita (61%) e una durata media del viaggio di 12 giorni. E' la fotografia della vacanze degli italiani scattata dal Centro Studi Touring Club Italiano sulle intenzioni di viaggio della propria community secondo cui oltre il 60% conferma che farà un numero di viaggi simile all'anno scorso e il 20% ne farà di più.
    La maggior parte delle partenze (38%) è prevista ad agosto, seguito dal mese di luglio (31%). Significativo anche il dato sulle partenze di settembre: saranno il 16% e supereranno nettamente quelle di giugno (10%).
    La destinazione preferita all'estero rimane la Grecia (13%): Atene e il Peloponneso per quanto riguarda i tour culturali e Creta, Cicladi e Ionie per il balneare. Segue la Francia (10%) con la preferenza di Corsica, Bretagna, Normandia e Provenza e la Spagna (8%) con le Baleari, le Canarie e Barcellona. Rispetto al 2017, il Paese transalpino sale in seconda posizione: probabilmente è venuto meno il senso di insicurezza generale collegato alla Francia. Sono ancora praticamente assenti, invece, le destinazioni della sponda Sud del Mediterraneo.
    In Italia le regioni più scelte sono Trentino-Alto Adige, in particolare Val di Fassa, Val Pusteria e Val di Sole (16%), Sicilia con Lampedusa, Egadi ed Eolie (12%), Sardegna, in particolare Costa Smeralda, Villasimius e Costa Rei (11%) e Puglia con Salento, Tremiti e Gargano (11%). Per le vacanze domestiche si conferma inoltre la tendenza a soggiornare in una località-base e a effettuare frequenti escursioni in giornata (38%) oppure a trascorrere vacanze totalmente stanziali (37%), contrariamente a quanto avviene per l'estero, dove prevalgono i tour (70%).
    Per quanto riguarda le strutture ricettive, hotel e villaggi turistici sono scelti dal 48% dei rispondenti, seguono gli appartamenti in affitto (23%) e i campeggi (9%). Per il secondo anno consecutivo si registra una contrazione significativa dell'utilizzo delle seconde case di proprietà (6%), sintomo probabilmente - sottolinea la ricerca - della ripresa economica generalizzata. Le vacanze estive sono le vacanze familiari per antonomasia: il 65% della community Touring, infatti, dichiara che partirà con il partner e/o i figli mentre il 17% si muoverà con il gruppo allargato di famiglia e amici. Se la motivazione principale per partire è quella di "staccare la spina" (32%), è comunque forte il desiderio di "conoscere e imparare" (29%).
    In occasione del 2018 Anno del Cibo Italiano la ricerca si è focalizzata anche sull'enogastronomia e delle esperienze a essa legate come ad esempio visite in cantina, corsi di cucina e possibilità di acquistare prodotti tipici nel corso delle prossime vacanze estive: l'importanza assegnata risulta intermedia (3,1 su una scala da 1 a 5).

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Otto borghi d’artista da Bagheria a Castelfranco Veneto

Borghi: interno del museo leonardiano a Vinci © ANSA

 Bagheria, Città di Castello, San Sepolcro, Vinci, San Giovanni Valdarno, Castelfranco Veneto, Pieve di Cadore e Arco hanno una caratteristica in comune: hanno dato i natali a grandi pittori italiani. Grazie ai loro famosi concittadini – Guttuso, Burri, Piero della Francesca, Leonardo, Masaccio, Giorgione, Tiziano e Segantini - i deliziosi borghi, spesso defilati dalle solite rotte turistiche, si trasformano in luoghi d’attrazione culturale, in fondazioni e in musei con installazioni, rassegne e mostre temporanee.
Bagheria
E’ il borgo siciliano a una manciata di chilometri da Palermo dove nel 1911 nacque Renato Guttuso, rappresentante del realismo sociale in pittura che si espresse nel gruppo di artisti del “Fronte Nuovo delle Arti”. Tra i numerosi palazzi barocchi del borgo affacciato sul Tirreno spicca villa Cattolica, che ospita il museo dedicato al pittore e che dal 1990 conserva anche le sue spoglie; all’interno della villa si possono ammirare i dipinti e i disegni dell’artista, da “Vucciria” a “Uomo che mangia gli spaghetti”, dal celebre “Autoritratto” a “Santa Panagia”, e opere provenienti dalla sua collezione privata con capolavori del Novecento italiano. Il museo ospita anche una galleria fotografica e una ricca collezione di manifesti cinematografici, dal cinema muto allo star-system hollywoodiano con omaggi al neorealismo di Zavattini e De Sica e, più recentemente, a Fellini e Tornatore. Villa Cattolica accoglie anche una raccolta di gessi e marmi bianchi, visibili anche dall’esterno attraverso una grande vetrata; lo spazio espositivo è dominato da un’opera di Mario Rutelli, ma nel percorso ci sono anche due opere dello scultore naturalista Silvestre Cuffaro. 
Nel borgo siciliano meritano una visita l’antico palazzo Butera-Branciforti, costruito nel 1658, e la settecentesca villa Palagonia, ammirata nel 1787 da Johann Wolfgang von Goethe. Bagheria è famosa anche per altre ville del Sei e Settecento, tra cui Valguarnera e Spedalotto, dove vennero girate alcune scene del film di Roberto Benigni “Johnny Stecchino”. Info: www.museoguttuso.com

Città di Castello
La cittadina medievale nell’alta valle del Tevere, in Umbria, diede i natali nel 1915 al pittore e artista Alberto Burri, ufficiale medico durante la seconda guerra mondiale, che cominciò a dipingere quando venne fatto prigioniero dagli americani in Tunisia e recluso nel campo di concentramento texano di Hereford. Palazzo Albizzini, nel cuore del borgo umbro, ospita dal 1981 la Fondazione Burri, uno dei più importanti musei d’artista a livello europeo che accoglie in ordine cronologico alcune delle opere più importanti del grande artista, dal “Nero 1” al celebre “SZ1” del 1949 con i brandelli della bandiera americana, fino ai “Cretti” con lo spettacolare “Grande Ferro R” del 1990. Per completare la visita ai luoghi di Burri bisogna recarsi fuori dal centro medievale e arrivare allo spazio espositivo degli ex Seccatoi del Tabacco, enormi capannoni industriali scelti dallo stesso Burri per ospitare le sue ultime creazioni. Oggi vi sono esposte 128 opere, realizzate fra il 1974 e il 1993. In questa sede si sono tenute conferenze d’arte e di restauro del contemporaneo e convegni d’aggiornamento in collaborazione con autorevoli istituzioni nazionali e internazionali. Nei sotterranei dello spazio espositivo si è aggiunta una nuova sezione, interamente dedicata all’opera grafica del maestro, che raccoglie 196 opere create tra il 1957 e il 1994. Infine completa lo spazio espositivo BurriDocumenta, una ricca biblioteca multimediale che ripercorre opere e testimonianze dal 1947 al 2017: grazie a tre chilometri e mezzo di fibra ottica, appaiono in fila schermi con foto e video, come le opere dei cicli di Burri al piano superiore. Nella sezione documenti, infine, una cartina del mondo mostra i 115 luoghi, da Città di Castello all’Argentina, che oggi ospitano le opere dell’artista. 
Città di Castello merita di essere visitata non solo per ripercorrere la storia del suo illustre cittadino ma anche per apprezzarne il ricco patrimonio architettonico: il Duomo, dal caratteristico campanile rotondo, il trecentesco palazzo dei Priori, la torre civica e palazzo Vitelli alla Cannoniera, sede della Pinacoteca locale. Informazioni: www.fondazioneburri.org

San Sepolcro
E’ il bellissimo borgo della Valtiberina toscana, anticamente conosciuto con il nome di Borgo Sansepolcro, dove nacque e morì Piero della Francesca, esponente della seconda generazione dei pittori umanisti. Il grande interprete del Rinascimento italiano vi nacque nel 1416; la presenza di chiese, oratori, fortezze e monasteri contribuì a caratterizzare la sua pittura, tesa ad armonizzare luce e prospettiva. Il borgo è un insieme di luoghi dello spirito , tutti da scoprire: le sue chiese, in gran parte legate a conventi, confraternite e monasteri, la basilica di san Giovanni Evangelista, la fortezza e il museo civico che su tre piani (seminterrato e primo piano) custodisce, tra le tante opere, l’affresco su muro “Resurrezione”, simbolo della cittadina toscana, “San Giuliano” e “San Ludovico”, realizzate da Piero della Francesca. Nel 1990 la casa natale di Piero della Francesca in via Aggiunti è diventata una fondazione e oggi possiede una ricca biblioteca specializzata. L’artista toscano ha lasciato ricche testimonianze anche nella vicina Monterchi, che conserva il celebre dipinto “Madonna del Parto”, e nella pianura del Tevere, dove i monti e i dolci declivi collinari sono facilmente riconoscibili nei suoi capolavori. Informazioni: www.museocivicosansepolcro.it

Vinci
E’ il borgo toscano del geniale artista, ingegnere e scienziato Leonardo che qui, tra gli ulivi e i vigneti alle pendici del Montalbano, nacque nel 1452. L’essenza del borgo in provincia di Firenze ruota tutto intorno al suo celebre concittadino, autore tra gli altri di capolavori come “Il Cenacolo” e “Monna Lisa”. Tra il panoramico castello dei conti Guidi e la Palazzina Uzielli, nel cuore del borgo toscano, si aprono il museo leonardiano che ospita un’importante collezione di sue invenzioni, di modelli, macchine e creazioni, una biblioteca e, tra case e palazzi rinascimentali, la piazza progettata dall’artista Mimmo Paladino con mani, segni e disegni, simboli di creatività umana, omaggio al talento infinito di Leonardo. La piazza rappresenta, inoltre, uno spazio con forme geometriche che ricordano il poliedro, simbolo della perfezione della matematica in contrapposizione con l’imperfezione umana. Nel museo leonardiano, nato nel 1953 e rinnovato nel 2006, non ci sono opere pittoriche ma i modelli in scala reale del suo genio scientifico e opere contemporanee a lui dedicate, tra cui “L’Uomo di Vinci” di Mario Ceroli, ispirata alla celebre riproduzione di Leonardo de “L’Uomo di Vitruvio”, e “Il Cavallo di Leonardo» opera in bronzo di Nina Akamu. Nel piccolo battistero della chiesa di Santa Croce, inoltre, si conserva ancora il fonte quattrocentesco al quale fu battezzato Leonardo: una lapide ricorda l’avvenimento con le parole che il nonno Antonio Da Vinci appuntò su un suo registro. Poco distante dal borgo, infine, c’è la frazione di Anchiano dove si trova la casa natale, una villa colonica quattrocentesca. 
Informazioni: www.museoleonardiano.it

San Giovanni Valdarno
Si chiamava Castel San Giovanni il borgo d’impronta romana della valle dell’Arno, in terre aretine, quando nel 1401 vi nacque Tommaso di ser Giovanni di Simone di Andreuccio Cassai, detto Masaccio. La casa del pittore, che fu tra gli iniziatori del Rinascimento a Firenze, si trova in corso Italia ed è la sede di mostre e convegni. Poco fuori dal borgo, a Cascia di Regello, nel 2002 è nato il museo Masaccio, ospitato in un edificio storico che, assieme alla medievale pieve di san Pietro, crea un cortile sul retro della chiesa, dominato da una torre campanaria. L’antica pieve custodisce una serie di opere d’arte tra cui il “Trittico di san Giovenale”, capolavoro del pittore appena ventenne che ebbe il merito di introdurre la prospettiva, grazie alle frequentazioni artistiche con Filippo Brunelleschi. Nei due piani del museo Masaccio le opere d’arte del maestro e di altri artisti suoi contemporanei si trovano in ambienti affrescati, ricordo dell’epoca in cui ospitavano gli appartamenti del parroco. La pieve sorge lungo la Cassia Vetus, un’importante direttrice per pellegrini e viandanti che collegava Arezzo a Fiesole. Nel borgo natio di Masaccio meritano una visita la basilica di santa Maria delle Grazie e il duecentesco palazzo d’Arnolfo, antico centro del potere. Oggi nel museo Masaccio si organizzano anche incontri, conferenze, concerti e dibattiti. Informazioni: www.museomasaccio.it

Castelfranco Veneto 
E’ il duomo neoclassico del borgo veneto in provincia di Treviso a custodire la “Pala di Castelfranco”, il capolavoro del suo celebre concittadino Giorgione, il grande pittore di scuola veneta del Rinascimento. Accanto al duomo, su piazza san Liberale, si trova la casa natia che, in un edificio trecentesco decorato con affreschi di scene bibliche e paesaggi, ospita il celebre dipinto “Fregio delle arti liberali” e un centinaio di oggetti del tardo Quattrocento che consentono al visitatore di immergersi nella vita quotidiana dell’artista. Il museo-casa Giorgione, inaugurato nel 2009, ospita anche mostre temporanee, convegni e attività per le scuole. Il borgo medievale organizza tour guidati – da prenotare in anticipo - sui luoghi dell’artista: lo studiolo, casa Costanzo, casa Barbarella, il teatro Accademico con la bella facciata in cotto, la torre civica, il seicentesco palazzo Revedin-Bolasco con un giardino all’inglese e, in località Sant’Andrea, villa Chiminelli, edificio cinquecentesco decorato con affreschi di Benedetto Caliari e Paolo Veronese. Sono tutti luoghi frequentati da Giorgione, a lui cari, e che segnarono la sua vita e la sua carriera artistica. Informazioni: www.museocasagiorgione.it

Pieve di Cadore 
A una quarantina di chilometri da Belluno si trova Pieve di Cadore, il borgo veneto che ha dato i natali nel 1488 a Tiziano Vecellio. Nel borgo, che sorge tra il fiume Piave e il torrente Boite, si visita la casa-museo di Tiziano dove sono conservati su due piani arredi e carteggi dell’artista con i suoi potenti committenti veneziani. Tra gli oggetti esposti più famosi c’è il sigillo che gli fu donato da Carlo V per la nomina a nobile dell’Impero. Tuttavia Pieve non conserva opere del celebre pittore; per ammirare alcuni dei suoi capolavori, infatti, bisogna raggiungere la scuola del Santo di Padova per l’affresco “Miracolo del marito geloso”, le gallerie dell’Accademia di Venezia e le chiese di santa Maria della Salute e santa Maria Gloriosa dei Frari. Altre venti opere sono sparse nelle chiese e nei monasteri del Cadore. Informazioni: www.magnificacomunitadicadore.it

Arco
A due passi dal lago di Garda il borgo trentino ai piedi di un antico castello è il luogo dove nel 1858 nacque Giovanni Segantini, celebre pittore della seconda metà dell’800 e tra i massimi esponenti del Divisionismo. Arco celebra il suo illustre cittadino nella galleria civica con alcune sue opere e in un percorso espositivo ospitato nel seicentesco palazzo Panni tra dipinti, disegni, sculture e documenti, in collaborazione con il Mart, il museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. La galleria civica si apre con la Segantini Map, una postazione interattiva che consente di interrogare tutte le collezioni pubbliche nel mondo che possiedono opere di Segantini, navigare nei siti di questi musei e visualizzare i capolavori dell’artista divisionista. Le Segantini Doc, invece, sono postazioni multitouch che ricostruiscono la vita artistica del pittore trentino. Attorno alle postazioni interattive sono esposti dipinti, sculture e opere su carta di Segantini e di artisti trentini suoi contemporanei; sono opere provenienti dalle collezioni del Mart, del MAG e della Provincia autonoma di Trento, ma anche di privati cittadini. 
Informazioni: www.museoaltogarda.it e https://segantiniearco.it
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