Bagheria, Città di Castello, San Sepolcro, Vinci, San Giovanni Valdarno, Castelfranco Veneto, Pieve di Cadore e Arco hanno una caratteristica in comune: hanno dato i natali a grandi pittori italiani. Grazie ai loro famosi concittadini – Guttuso, Burri, Piero della Francesca, Leonardo, Masaccio, Giorgione, Tiziano e Segantini - i deliziosi borghi, spesso defilati dalle solite rotte turistiche, si trasformano in luoghi d’attrazione culturale, in fondazioni e in musei con installazioni, rassegne e mostre temporanee.
Bagheria
E’ il borgo siciliano a una manciata di chilometri da Palermo dove nel 1911 nacque Renato Guttuso, rappresentante del realismo sociale in pittura che si espresse nel gruppo di artisti del “Fronte Nuovo delle Arti”. Tra i numerosi palazzi barocchi del borgo affacciato sul Tirreno spicca villa Cattolica, che ospita il museo dedicato al pittore e che dal 1990 conserva anche le sue spoglie; all’interno della villa si possono ammirare i dipinti e i disegni dell’artista, da “Vucciria” a “Uomo che mangia gli spaghetti”, dal celebre “Autoritratto” a “Santa Panagia”, e opere provenienti dalla sua collezione privata con capolavori del Novecento italiano. Il museo ospita anche una galleria fotografica e una ricca collezione di manifesti cinematografici, dal cinema muto allo star-system hollywoodiano con omaggi al neorealismo di Zavattini e De Sica e, più recentemente, a Fellini e Tornatore. Villa Cattolica accoglie anche una raccolta di gessi e marmi bianchi, visibili anche dall’esterno attraverso una grande vetrata; lo spazio espositivo è dominato da un’opera di Mario Rutelli, ma nel percorso ci sono anche due opere dello scultore naturalista Silvestre Cuffaro.
Nel borgo siciliano meritano una visita l’antico palazzo Butera-Branciforti, costruito nel 1658, e la settecentesca villa Palagonia, ammirata nel 1787 da Johann Wolfgang von Goethe. Bagheria è famosa anche per altre ville del Sei e Settecento, tra cui Valguarnera e Spedalotto, dove vennero girate alcune scene del film di Roberto Benigni “Johnny Stecchino”. Info: www.museoguttuso.com
Città di Castello
La cittadina medievale nell’alta valle del Tevere, in Umbria, diede i natali nel 1915 al pittore e artista Alberto Burri, ufficiale medico durante la seconda guerra mondiale, che cominciò a dipingere quando venne fatto prigioniero dagli americani in Tunisia e recluso nel campo di concentramento texano di Hereford. Palazzo Albizzini, nel cuore del borgo umbro, ospita dal 1981 la Fondazione Burri, uno dei più importanti musei d’artista a livello europeo che accoglie in ordine cronologico alcune delle opere più importanti del grande artista, dal “Nero 1” al celebre “SZ1” del 1949 con i brandelli della bandiera americana, fino ai “Cretti” con lo spettacolare “Grande Ferro R” del 1990. Per completare la visita ai luoghi di Burri bisogna recarsi fuori dal centro medievale e arrivare allo spazio espositivo degli ex Seccatoi del Tabacco, enormi capannoni industriali scelti dallo stesso Burri per ospitare le sue ultime creazioni. Oggi vi sono esposte 128 opere, realizzate fra il 1974 e il 1993. In questa sede si sono tenute conferenze d’arte e di restauro del contemporaneo e convegni d’aggiornamento in collaborazione con autorevoli istituzioni nazionali e internazionali. Nei sotterranei dello spazio espositivo si è aggiunta una nuova sezione, interamente dedicata all’opera grafica del maestro, che raccoglie 196 opere create tra il 1957 e il 1994. Infine completa lo spazio espositivo BurriDocumenta, una ricca biblioteca multimediale che ripercorre opere e testimonianze dal 1947 al 2017: grazie a tre chilometri e mezzo di fibra ottica, appaiono in fila schermi con foto e video, come le opere dei cicli di Burri al piano superiore. Nella sezione documenti, infine, una cartina del mondo mostra i 115 luoghi, da Città di Castello all’Argentina, che oggi ospitano le opere dell’artista.
Città di Castello merita di essere visitata non solo per ripercorrere la storia del suo illustre cittadino ma anche per apprezzarne il ricco patrimonio architettonico: il Duomo, dal caratteristico campanile rotondo, il trecentesco palazzo dei Priori, la torre civica e palazzo Vitelli alla Cannoniera, sede della Pinacoteca locale. Informazioni: www.fondazioneburri.org
San Sepolcro
E’ il bellissimo borgo della Valtiberina toscana, anticamente conosciuto con il nome di Borgo Sansepolcro, dove nacque e morì Piero della Francesca, esponente della seconda generazione dei pittori umanisti. Il grande interprete del Rinascimento italiano vi nacque nel 1416; la presenza di chiese, oratori, fortezze e monasteri contribuì a caratterizzare la sua pittura, tesa ad armonizzare luce e prospettiva. Il borgo è un insieme di luoghi dello spirito , tutti da scoprire: le sue chiese, in gran parte legate a conventi, confraternite e monasteri, la basilica di san Giovanni Evangelista, la fortezza e il museo civico che su tre piani (seminterrato e primo piano) custodisce, tra le tante opere, l’affresco su muro “Resurrezione”, simbolo della cittadina toscana, “San Giuliano” e “San Ludovico”, realizzate da Piero della Francesca. Nel 1990 la casa natale di Piero della Francesca in via Aggiunti è diventata una fondazione e oggi possiede una ricca biblioteca specializzata. L’artista toscano ha lasciato ricche testimonianze anche nella vicina Monterchi, che conserva il celebre dipinto “Madonna del Parto”, e nella pianura del Tevere, dove i monti e i dolci declivi collinari sono facilmente riconoscibili nei suoi capolavori. Informazioni: www.museocivicosansepolcro.it
Vinci
E’ il borgo toscano del geniale artista, ingegnere e scienziato Leonardo che qui, tra gli ulivi e i vigneti alle pendici del Montalbano, nacque nel 1452. L’essenza del borgo in provincia di Firenze ruota tutto intorno al suo celebre concittadino, autore tra gli altri di capolavori come “Il Cenacolo” e “Monna Lisa”. Tra il panoramico castello dei conti Guidi e la Palazzina Uzielli, nel cuore del borgo toscano, si aprono il museo leonardiano che ospita un’importante collezione di sue invenzioni, di modelli, macchine e creazioni, una biblioteca e, tra case e palazzi rinascimentali, la piazza progettata dall’artista Mimmo Paladino con mani, segni e disegni, simboli di creatività umana, omaggio al talento infinito di Leonardo. La piazza rappresenta, inoltre, uno spazio con forme geometriche che ricordano il poliedro, simbolo della perfezione della matematica in contrapposizione con l’imperfezione umana. Nel museo leonardiano, nato nel 1953 e rinnovato nel 2006, non ci sono opere pittoriche ma i modelli in scala reale del suo genio scientifico e opere contemporanee a lui dedicate, tra cui “L’Uomo di Vinci” di Mario Ceroli, ispirata alla celebre riproduzione di Leonardo de “L’Uomo di Vitruvio”, e “Il Cavallo di Leonardo» opera in bronzo di Nina Akamu. Nel piccolo battistero della chiesa di Santa Croce, inoltre, si conserva ancora il fonte quattrocentesco al quale fu battezzato Leonardo: una lapide ricorda l’avvenimento con le parole che il nonno Antonio Da Vinci appuntò su un suo registro. Poco distante dal borgo, infine, c’è la frazione di Anchiano dove si trova la casa natale, una villa colonica quattrocentesca.
Informazioni: www.museoleonardiano.it
San Giovanni Valdarno
Si chiamava Castel San Giovanni il borgo d’impronta romana della valle dell’Arno, in terre aretine, quando nel 1401 vi nacque Tommaso di ser Giovanni di Simone di Andreuccio Cassai, detto Masaccio. La casa del pittore, che fu tra gli iniziatori del Rinascimento a Firenze, si trova in corso Italia ed è la sede di mostre e convegni. Poco fuori dal borgo, a Cascia di Regello, nel 2002 è nato il museo Masaccio, ospitato in un edificio storico che, assieme alla medievale pieve di san Pietro, crea un cortile sul retro della chiesa, dominato da una torre campanaria. L’antica pieve custodisce una serie di opere d’arte tra cui il “Trittico di san Giovenale”, capolavoro del pittore appena ventenne che ebbe il merito di introdurre la prospettiva, grazie alle frequentazioni artistiche con Filippo Brunelleschi. Nei due piani del museo Masaccio le opere d’arte del maestro e di altri artisti suoi contemporanei si trovano in ambienti affrescati, ricordo dell’epoca in cui ospitavano gli appartamenti del parroco. La pieve sorge lungo la Cassia Vetus, un’importante direttrice per pellegrini e viandanti che collegava Arezzo a Fiesole. Nel borgo natio di Masaccio meritano una visita la basilica di santa Maria delle Grazie e il duecentesco palazzo d’Arnolfo, antico centro del potere. Oggi nel museo Masaccio si organizzano anche incontri, conferenze, concerti e dibattiti. Informazioni: www.museomasaccio.it
Castelfranco Veneto
E’ il duomo neoclassico del borgo veneto in provincia di Treviso a custodire la “Pala di Castelfranco”, il capolavoro del suo celebre concittadino Giorgione, il grande pittore di scuola veneta del Rinascimento. Accanto al duomo, su piazza san Liberale, si trova la casa natia che, in un edificio trecentesco decorato con affreschi di scene bibliche e paesaggi, ospita il celebre dipinto “Fregio delle arti liberali” e un centinaio di oggetti del tardo Quattrocento che consentono al visitatore di immergersi nella vita quotidiana dell’artista. Il museo-casa Giorgione, inaugurato nel 2009, ospita anche mostre temporanee, convegni e attività per le scuole. Il borgo medievale organizza tour guidati – da prenotare in anticipo - sui luoghi dell’artista: lo studiolo, casa Costanzo, casa Barbarella, il teatro Accademico con la bella facciata in cotto, la torre civica, il seicentesco palazzo Revedin-Bolasco con un giardino all’inglese e, in località Sant’Andrea, villa Chiminelli, edificio cinquecentesco decorato con affreschi di Benedetto Caliari e Paolo Veronese. Sono tutti luoghi frequentati da Giorgione, a lui cari, e che segnarono la sua vita e la sua carriera artistica. Informazioni: www.museocasagiorgione.it
Pieve di Cadore
A una quarantina di chilometri da Belluno si trova Pieve di Cadore, il borgo veneto che ha dato i natali nel 1488 a Tiziano Vecellio. Nel borgo, che sorge tra il fiume Piave e il torrente Boite, si visita la casa-museo di Tiziano dove sono conservati su due piani arredi e carteggi dell’artista con i suoi potenti committenti veneziani. Tra gli oggetti esposti più famosi c’è il sigillo che gli fu donato da Carlo V per la nomina a nobile dell’Impero. Tuttavia Pieve non conserva opere del celebre pittore; per ammirare alcuni dei suoi capolavori, infatti, bisogna raggiungere la scuola del Santo di Padova per l’affresco “Miracolo del marito geloso”, le gallerie dell’Accademia di Venezia e le chiese di santa Maria della Salute e santa Maria Gloriosa dei Frari. Altre venti opere sono sparse nelle chiese e nei monasteri del Cadore. Informazioni: www.magnificacomunitadicadore.it
Arco
A due passi dal lago di Garda il borgo trentino ai piedi di un antico castello è il luogo dove nel 1858 nacque Giovanni Segantini, celebre pittore della seconda metà dell’800 e tra i massimi esponenti del Divisionismo. Arco celebra il suo illustre cittadino nella galleria civica con alcune sue opere e in un percorso espositivo ospitato nel seicentesco palazzo Panni tra dipinti, disegni, sculture e documenti, in collaborazione con il Mart, il museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. La galleria civica si apre con la Segantini Map, una postazione interattiva che consente di interrogare tutte le collezioni pubbliche nel mondo che possiedono opere di Segantini, navigare nei siti di questi musei e visualizzare i capolavori dell’artista divisionista. Le Segantini Doc, invece, sono postazioni multitouch che ricostruiscono la vita artistica del pittore trentino. Attorno alle postazioni interattive sono esposti dipinti, sculture e opere su carta di Segantini e di artisti trentini suoi contemporanei; sono opere provenienti dalle collezioni del Mart, del MAG e della Provincia autonoma di Trento, ma anche di privati cittadini.
Informazioni: www.museoaltogarda.it e https://segantiniearco.it