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In Qatar per caso, sette cose da vedere assolutamente

Ministero del Turismo ancora per tutto il 2019 promuove una formula per uno stopover davvero vantaggioso: fino a quattro notti in hotel a quattro o cinque stelle a prezzi stracciati 


lastampa.it
Una coincidenza persa sul volo Qatar Airways e ti ritrovi con uno stopover inaspettato nella piccola Doha. Chi l’avrebbe detto che aveva tanto fascino? Non sono in pochi quelli che rimangono stupiti esplorandone brevemente il centro e, se nella stagione calda le temperature non sono precisamente accoglienti, certo vi rimarrà l’emozione di avere scoperto che c’è vita anche sopra i 50 gradi. Casomai una vita in orari un poco insoliti, ma tant’è… non si viaggia forse per farsi stupire?
Arrivando dall’aria condizionata dell’aeroporto, il metro o due che servono a raggiungere l’altra aria condizionata, quella del pullmino, non bastano a farti riconoscere la vera temperatura del luogo. E’ quando hai posato le valigie in albergo e decidi di avventurarti fuori dall’entrata della reception, che scopri perché i pomeriggi d’estate in Qatar sono deserti. Oltre la soglia c’è il più grande asciugacapelli della storia, il phon di Dio in persona: enorme e puntato contro di te. Dici a te stesso che è così gigantesco che non puoi vederlo, ma di certo da qualche parte deve essere, perché quel tipo di temperatura, ne sei certo, non può essere naturale. I qatarini sugli scalini in marmo dell’entrata, intanto, ti guardano nascondendo a stento un sorriso sotto i baffi, quello di chi sa che sei appena arrivato e un po’ si fa beffe di te. Alla reception ti informano che il museo che vuoi visitare non aprirà prima del tramonto, perché fa troppo caldo ed è anche periodo di Ramadan, e che no, prima che sia buio, non c’è niente di aperto. D’accordo, è chiaro. In fondo, anche nel nostro Meridione, d’estate si fa la pennichella.
Da dietro i vetri della reception, la strada principale, proprio davanti, è semi deserta: passeranno cinque o sei macchine al minuto. E anche dall’aeroporto al tuo hotel, il percorso ti era sembrato pacifico e scorrevole.
E’ quando scattano le nove di sera che, nel buio, la strada diventa un’unica lunga coda di luci posteriori che si muove con indolenza come un formicaio che si svuota. Andrà avanti così per tutta la notte, fino alle prime luci del mattino. Già, perché qui si vive di notte: il mercato del suq brulica di persone a notte fonda e alle quattro del mattino si fa jogging nei parchi, mentre cominciano ad apparire le prime luci dell’alba. Anche i pochi che portano a spasso un cane, lo fanno tra le quattro e le cinque del mattino, un orario così affollato che non potrete crederci: manager con la valigetta diretti chissà dove, gente che fa colazione, porte di grattacieli da cui escono gruppetti di uomini in tradizionale abito lungo. Insomma, un mondo al contrario, almeno per quanto riguarda gli orari.
Se la stagione è quella calda, però non sorprendetevi se uscendo dopo le dieci di sera per andare a visitare il suq, il termometro segnerà ancora 46 gradi (ma quanti ce n’erano di giorno?)
Vi andrà invece molto meglio se scegliete di visitare un museo, perché qui, come nel vostro hotel, con l’aria condizionata non si bada a spese.
A parte gli orari strampalati, il cibo è superlativo, soprattutto se vi piacciono i sapori un po’ speziati del Medio Oriente, i paesaggi notturni incantano con il luccichio di mille luci colorate provenienti dai grattacieli della city, e le stoffe baroccamente colorate del suq vi lasceranno a bocca aperta. E non vi stupite se tra gli abitanti del posto, vedrete molti occhi a mandorla: gran parte della popolazione di oggi in Qatar è costituita da lavoratori stranieri, in ogni livello sociale. Tra l’altro, per essere un paese di tradizione islamica, con l’usanza degli abiti lunghi fino ai piedi, neri per le donne e bianchi col lungo fazzoletto in testa per gli uomini, potrebbe stupirvi vedere per le strade passare del tutto inosservati i cortissimi pantaloncini – quasi inguinali – dei sikh, riconoscibili anche per i voluminosi turbanti blu. Insomma, in questo paese, molte piccole cose potrebbero sorprendervi.

Una chiesa inglese trasformata in un circo: l’ultima frontiera della fede e del turismo


Può l'ipnotizzante vortice di una giostra da circo ispirare la preghiera? Secondo il canonico Andy Bryant, sì. Ecco perché ha fatto installare al centro della navata della Cattedrale di Norwich, in Gran Bretagna, un enorme Helter Skelter. Un'attrazione da fiera dal fascino d'antan, a contrasto con le storiche volte della chiesa del 1096. 
Che si sia fedeli o meno, le immagini hanno del surreale, soprattutto se si considera che la giostra si trova all'interno di una chiesa consacrata alla Santa e Indivisibile Trinità. Ma sono assolutamente affascinanti. L'attrazione è già stata montana e testata, ma sarà attiva per dieci giorni a partire dal 18 agosto, offrendo a bambini e adulti, turisti e non, la rara possibilità di ammirare da vicino il tetto medievale. «Un'esperienza divertente - affermano coloro che sostengono l'idea -, ma soprattutto la possibilità di vedere in modo diverso la chiesa, la vita e Dio».
L'helter skelter è parte integrante del progetto “Seeing It Differently”, idea che Andy Bryant ha detto di aver avuto due anni fa in Vaticano, durante la visita della Cappella Sistina. «La presenza giocosa può aiutare ad aprire conversazioni sull'edificio e su Dio? Salendo fino in cima, il visitatore vedrà letteralmente la cattedrale in modo diverso», sostengono gli organizzatori.
 Un giro sulla giostra costerà 2 sterline, 2,15 euro: si potrà salire a piedi fino all'apice della giostra, dove è stato creato un punto panoramico. Ma per scendere giù c'è solo lo scivolo. Servirà questa attrazione per attirare nuovi fedeli? Un mistero della fede in cui già altre chiese sono cadute, come la Cattedrale di Rochester trasformata per l'estate in un campo da golf o le sessioni di yoga per pagare le spese di manutenzione della Church of Christ di Liverpool.
lastampa.it

Grandi fotografi al #Meeting2019 Nella mostra dedicata al sogno americano e agli esiti sociali della crisi economica, il racconto per immagini, musica e voci


Dal 18 al 24 agosto, al Meeting per l’amicizia fra i popoli, a Rimini, sarà possibile visitare la mostra Bolle, pionieri e la ragazza di Hong Kong, realizzata da un gruppo di artisti e professionisti che vivono e lavorano negli Stati Uniti.
La mostra è un viaggio alla ricerca dell’identità del grande Paese d’oltreoceano lungo il racconto della vita di tanti suoi protagonisti, personaggi illustri, come Martin Luther King e Buzz Aldrin, insieme a gente comune, come schiavi, contadini e madri di famiglia.
L’obiettivo è individuare l’essenza del cosiddetto “esperimento americano” e trarre criteri e spunti per comprendere meglio il momento storico che sta attraversando tutto l’Occidente.
Il percorso di musica, voci e immagini si caratterizza per le installazioni che permettono di immergersi nelle vicende di tante donne e tanti uomini che, con le loro scelte e le loro vite, hanno dato forma a questo Paese.

La mostra propone quattro passaggi in quattro stanze. La prima è dedicata a “Pionieri e astronauti”. Lo spirito d’avventura che emerge dalle lettere e dai diari dei pionieri è lo stesso che spinge gli astronauti ad arrivare sulla Luna. Insieme, per entrambi, alla sfida del “grande silenzio” che esalta le domande più profonde. Le proiezioni a 270 gradi delle sconfinate distese americane sono quelle catturate dai pluripremiati scatti time-lapse del fotografo americano Randy Halverson, apparsi in servizi su CNN, National Geographic, The Atlantic, Daily Mail, Huffington Post, Discovery Channel, Gizmodo, e Wired.

Poi si passa al racconto di “Schiavitù e 11 settembre”. In questa sezione vengono documentate due gravi esperienze di male. Testimonianze e interviste propongono racconti e risposte di chi è passato attraverso la schiavitù, mentre contributi di scrittori e giornalisti rivivono il dramma della caduta delle Torri Gemelle a New York.
Le storie narrate mostrano un’esperienza umana senza tempo, ben raffigurata dai ritratti di homeless moderni scattati da un altro grande fotografo contemporaneo, Lee Jeffries. Servizi sulle sue fotografie sono apparsi sul Time, The Independent, The Guardian, Huffington Post, Nikon Magazine, British Airways High Life, sulla CNN, BBC News-Night, e Telematin. Le sue fotografie sono state esposte a Londra, Parigi, New York, Roma, Stoccolma e Napoli.

Il terzo passaggio della mostra sarà attraverso “La bolla”. Di fronte all’incertezza generata dal male e dalla crisi d’identità contemporanea vengono proposte due alternative: rifugiarsi in “bolle” per cercare di ignorare e rendere innocua la paura del buio, oppure continuare a cercare una risposta che possa sconfiggere le tenebre, come hanno fatto i discendenti degli schiavi.
Il video qui proposto è stato realizzato da Jim Fields, premiato documentarista, che ha ricevuto un Emmy per un documentario su Haiti.

Passaggio finale, “La ragazza di Hong Kong”. Un dialogo tra la storia personale dell’ex membro di gang e oggi attore di Hollywood Richard Cabral, tratta dal suo monologo teatrale autobiografico, e le riflessioni dello scrittore James Baldwin, accompagnato nuovamente dagli scatti di Lee Jeffries. Quello che qui è proposto come possibilità di uscire dalle tenebre e dalla crisi è il miracolo di trovare un amore “forte abbastanza da guidare e condurre verso la scoperta e l’accettazione della propria identità”.

Il “narratore” principale del percorso espositivo è la MUSICA, composta da due musicisti newyorkesi, Jonathan Fields e Christopher Vath. Lo SPAZIO dell’intero percorso è stato progettato da Paolo Palamara, fondatore e co-presidente di Diamante Development Corporation a Toronto (Canada).

La mostra è stata realizzata da: Martina Saltamacchia, Professore Associato di Storia Medievale e direttore di Medieval/Renaissance Studies all’University of Nebraska; José Medina, educatore e insegnante; Michele Averchi, professore di Filosofia a Catholic University; T.J. Berden, produttore cinematografico a Hollywood e presidente di Big Sur Entertainment, produttore del film Paolo, l’Apostolo di Cristo; Maurizio Capuzzo, Chief Marketing Officer di ES Group; Jonathan Fields, compositore di musica per film e pubblicità; Jonathan Ghaly, rappresentante immobiliare di Denver; Chris Vath, musicista e compositore. Il catalogo della mostra, in edizione italiana, è pubblicato da Concreo edizioni ed è disponibile all’acquisto presso il bookshop della mostra.


Restando in tema di fotografia al Meeting, domenica 18 agosto 2019, in occasione della giornata inaugurale, arriverà in fiera il grande fotografo italo americano Tony Vaccaro. Ai suoi scatti più celebri, quelli della seconda guerra mondiale, come quelli alle dive di Hollywood, il #meeting19 ha dedicato una mostra: “Tony Vaccaro, il fotografo dell’umano”. «La fotografia – spiega  è una passione per me, perché è il linguaggio che io ho scelto, ogni fotografia è un messaggio. Io amo le persone». La mostra si propone di mettere in luce che per Tony Vaccaro la vita, pur segnata da drammi e difficoltà, può sempre essere un’opportunità. Le fotografie di Vaccaro raccontano settant’anni di storia dell’Occidente restituendo sempre una fiducia e una speranza nell’avvenire e testimoniando che la vita è determinata da ciò su cui l’uomo fissa lo sguardo. L’incontro con il maestro della fotografia mondiale si svolgerà alle 17 in Sala Neri UnipolSai.

Turismo Religioso al Calvario di Domodossola (Video)



Video per la promozione del Sacro Monte Calvario di Domodossola e della Casa di Ospitalità Religiosa dei Rosminiani.

A cura di Giuseppe Serrone, giornalista Free Lance, Direttore e Fondatore di Turismo Cultuale.

webmaster: turismoculturale@yahoo.it

A Ferragosto gusto easy, maxi piatto unico e ricette nonna



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Da una parte il miraggio dell'abbuffata e della tavola delle ricorrenze, dall'altra la praticità del piatto unico perché col caldo e in vacanza pochi amano inchiodarsi in maratone gastronomiche. A Ferragosto, secondo una indagine di Cna Agroalimentare, trionfa la cucina della nonna ma il gusto si fa easy mandando in soffitta la scansione dei pasti in antipasto, primo, secondo e dessert. La "top ten" culinaria stilata dalla Confederazione dell'Artigianato e della Piccola e media impresa segnala un grande ritorno della lasagna, declinata anche come timballo o vincisgrassi, pasta al forno o sartù. Ore di preparazione ma può coprire il fabbisogno di un'intera giornata, se affiancata a verdure e/o frutta. A proposito di frutta, sottolinea ancora Cna Agroalimentare, tre connazionali su quattro considerano l'anguria l'alimento più adatto a combattere il caldo. Cocomero si chiama a Roma, melone d'acqua (o di fuoco) a Napoli e dintorni. Tra i piatti a base di carne, continua Cna, particolarmente apprezzati quest'anno: il vitello tonnato e il pollo con i peperoni. "Il pollo con i peperoni - dice il ristoratore Antonello Colonna - è di rigore, non solo a Roma. Si è diffuso dappertutto ed diventato una sorta di 'foodstock', un festival collettivo del cibo; un must come il tartufo ad Alba". Il Sud risponde con la parmigiana di melanzane (o di zucchine) nelle diverse varianti di cottura: ortaggio dorato e fritto, semplicemente fritto, al forno. A dare un tocco di esotismo al 15 agosto è la paella, nelle diverse versioni miste (carne e/o pesce) o vegetariane. Secondo l'indagine Coldiretti/Ixè, l'81% degli italiani brama la grigliata. La maggioranza assoluta preferisce quelle a base di carne (49%), il 22% quelle miste, il 21% quelle di pesce mentre la percentuale dei vegetariani è l'8%. È stato L'Imperatore Augusto nel 18 a.C. a "inventarsi" il ferragosto (da feriae augusti), ricorda la Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, nello stilare la mappa dei piatti più amati: pietanze di sostanza in Trentino e Valle d'Aosta (canederli e Seupa à la Vapelenentse). In Lombardia il minestrone, nella versione fredda e più indicata ad agosto. In Veneto e in Liguria si vira sul pesce, con le sarde in saor e la capponadda, una fresca insalata di mare con tonno, acciughe, pomodoro e olive; piatto perfetto per marinai e pescatori. Friuli Venezia-Giulia ed l'Emilia Romagna puntano sulla pasta ripiena con i Cjarsons e i più classici cappelletti al ragù. In dolcezza i piemontesi, con la Margheritina di Stresa. In Toscana di rigore è il piccione arrostito, una tradizione nata in epoca carolingia. Nella vicina Umbria il piatto forte sono gli gnocchi al sugo di papera, mentre, nelle Marche troviamo l'oca arrosto. Anche in Molise un piatto piuttosto rustico con i cavatelli al sugo di maiale. Invece, a Roma come in tutto il Lazio, non è Ferragosto senza il pollo in umido con i peperoni, perfetto anche per gli amanti della "scarpetta" finale. In Campania domina la cosiddetta Pizza di Maccheroni. In Puglia un caposaldo della cucina italiana, le orecchiette con cime di rapa, mentre nella vicina Basilicata si ritorna sulla carne con l'agnello alla lucana. In Calabria ancora pasta, questa volta al forno. La pasta chijna (cioè ripiena) è un classico del pranzo della domenica o delle festività, come appunto il Ferragosto. Nelle isole maggiori festa dell'Assunta con i culurgiones di patate sardi, e il tipico Gelo di Melone siciliano. Quanto al dessert, secondo l'osservatorio Sigep di Italian Exhibition Group, di tendenza i sorbetti alcolici. In vetta ai gusti: anguria e rum e lime e vodka

Bel tempo a Ferragosto, ma senza la canicola



L'ondata di caldo intenso, che già si è attenuata nelle ultime ore al nord, finirà domani anche in gran parte del Sud, lasciando spazio a una seconda parte della settimana con caldo nella norma, temperature attorno alle medie stagionali e poca afa. Quella di Ferragosto sarà quindi una bella giornata soleggiata su gran parte d'Italia, ma senza la canicola soffocante dei giorni scorsi. Poi da domenica avrà inizio una nuova fase di caldo intenso, con punte anche oltre i 35 gradi al centro sud, senza raggiungere i picchi elevati della precedente ondata di calore. 

Intanto domani le temperature saranno in calo in gran parte del Paese, con una rinfrescata più sensibile al Nordest e al Centro-Sud, dove la Protezione civile ha emesso un'allerta gialla in cinque regioni per rischio temporali: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e su parte della Lombardia e delle Marche. 

Ma Ferragosto, assicurano gli esperti di Meteo Expert, sarà bel tempo su gran parte d'Italia, con temperature in ulteriore calo al Sud: massime in generale comprese fra 26 e 32 gradi e afa debole o del tutto assente. Al mattino, precisano gli esperti, avremo "una prevalenza di cielo sereno o poco nuvoloso, con qualche nuvola innocua in più solo sulle Alpi. Nel pomeriggio ci sarà un temporaneo aumento della nuvolosità su zone alpine e Appennino Centrale e Meridionale, con isolati rovesci e temporali sulle Alpi Orientali; sempre in prevalenza soleggiato nel resto d'Italia". 

"Nell'ultima parte della settimana avremo giornate piene di sole, con un po' di nuvolosità pomeridiana solo sui rilievi della Penisola. Poi, le temperature tenderanno di nuovo gradualmente a salire, specie domenica quando il caldo tenderà a divenire di nuovo intenso al Centro-Sud e nelle Isole, soprattutto in Sardegna, dove venti di Scirocco favoriranno anche punte sopra 35 gradi". Solo sulle Alpi centro-occidentali, precisano i meteorologi, l'avvicinamento dalla Francia di una perturbazione potrebbe determinare qualche sporadico rovescio o temporale. 

Con domenica, tuttavia, avrà inizio una nuova fase di caldo intenso, che interesserà la prossima settimana gran parte dell'Italia, specie le regioni centro-meridionali, dove torneremo ad avvicinarci a punte anche ben oltre i 35 gradi. Si profila quindi la quinta ondata di calore dell'estate. 

Intanto è già iniziata la conta dei danni causati dall'ondata di maltempo che ha colpito il Nord Italia dove fienili, fabbricati e coltivazioni sono stati devastati da tornado e grandine. Secondo un primo monitoraggio della Coldiretti per la verifica delle condizioni di richiesta dello stato di calamità, i danni ammonterebbero a diversi milioni di euro. 

In Lombardia, precisa l'associazione, tornado si sono abbattuti nel Milanese e nel Bresciano, distruggendo un fienile e scoperchiando i tetti dei fabbricati oltre a spianare campi di mais. Sempre in Lombardia la grandine si è abbattuta sulle coltivazioni di riso, sulle vigne e sugli uliveti, ma gravi danni si rilevano anche in Piemonte, dove ad essere colpiti da chicchi grandi come albicocche sono stati uva, mais e girasole. (ANSA).

12 cartoline d’Italia tra borghi e paesaggi colorati Come la tavolozza di un pittore, da Nord a Sud del Paese

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Vernazza, spettacolare borgo in provincia di La Spezia, tra la roccia e il mare del parco delle Cinque Terre  © Ansa

Le case colorate dei borghi affacciati sul mare sono presenti ovunque lungo le coste d’Italia; se oggi le vivaci tonalità e le forti pennellate degli edifici seducono viaggiatori e naviganti, un tempo erano un segno di confortante riconoscimento per i marinai, che scorgevano le proprie case già dal mare. Da Nord a Sud della nostra penisola sono tanti i borghi colorati che sembrano uscire da opere d’arte, simili a tele di autori impressionisti; e altrettanto lo sono i paesaggi estivi che ricoprono l’Italia. Ecco 12 cartoline coloratissime per omaggiare l’estate.

Burano - E’ l’isola delle case coloratissime e della lavorazione dei merletti nella laguna veneta settentrionale: via Galuppi, nel cuore di Burano, è la strada più fotografata, unica e sorprendente con le sue abitazioni strette tra le calli, dipinte con colori brillanti, quasi abbaglianti. Si ipotizza che ogni tonalità sia il simbolo distintivo delle famiglie che in passato vivevano sull’isola veneta, non lontano da Venezia. Oggi Burano è una destinazione turistica molto vivace: si naviga o si passeggia lungo i tre canali interni - rio Pontinello, rio Giudecca e rio Terranova - che separano le 4 isole di Burano; tra gli scorci più suggestivi spicca il campanile storto, da ammirare salendo sul ponte di Terranova.

Vernazza - E’ uno dei più spettacolari borghi in provincia di La Spezia, stretto tra la roccia e il mare del parco delle Cinque Terre: si erge su un promontorio che domina la piazza centrale, affacciata direttamente sul mare. Vernazza è un borgo piccolo e incantevole con le sue case colorate e i carrugi, i vicoli stretti, che arrivano al porticciolo naturale, l’unico delle Cinque Terre. Alla piazzetta del centro, sorvegliata dalla chiesa di santa Margherita di Antiochia costruita nel 1318, è necessario arrivarci a piedi: si lascia l’automobile nel parcheggio e si cammina lungo una strada panoramica, che regala scorci bellissimi del mare tra le abitazioni. Nel borgo si visitano anche il castello Doria, irregolare e con una torre cilindrica che svetta verso il mare, e il seicentesco convento dei Frati, abbellito da un chiostro. Lungo i vicoli e le stradine della piazza centrale si susseguono botteghe e negozietti che vendono prodotti di artigianato locale ed enogastronomici, in particolare il vino delle Cinque Terre e il passito Schiacchetrà. Dal centro del borgo si diramano alcuni dei sentieri più belli delle Cinque Terre, in particolare quelli che conducono al santuario della Madonna di Reggio e a quello di san Bernardino, da cui si gode un panorama che spazia dalla Corsica alle Alpi Marittime.

Boccadasse - E’ un antico borgo di pescatori rimasto incastonato e protetto nella periferia di Genova, raggiungibile dal centro percorrendo corso Italia. Nel piccolo e caratteristico quartiere tutto sa di sale e di mare e l’intonaco color pastello, rosa e giallo delle abitazioni addossate l’une alle altre è sbiadito dal tempo e dal sole. E’ un luogo di grande suggestione e di attrazione turistica per la presenza sul lungomare delle case colorate, della piccola piazza Nettuno che si apre sulla baia, dei tanti punti panoramici e delle tipiche crêuze, le ripide viuzze a scalini. A Boccadasse, mentre alcuni pescatori continuano ancora la loro antica attività, sono fiorite gelaterie, ristoranti, locali e piccole gallerie d’arte. Nel quartiere merita una visita la chiesa di san Antonio, sorta su un’antica cappella con una sola navata, pavimenti in marmo, statue e dipinti; frequentata soprattutto da pescatori e marinai, ospita modellini di navi come ex voto. Dal 1827 ha un campanile, anch’esso con vista sul mare.

Varenna - Si affaccia sul lago di Como di fronte a Bellagio, a cui è collegato con un servizio di battelli, ed è un borgo incantevole, caratterizzato da abitazioni colorate, strette viuzze e scalinate ripide. Varenna è un luogo ricco di fascino e di importanti edifici storici e artistici come Villa Monastero con un giardino botanico molto interessante, e il castello di Vezio che domina il centro abitato. Immancabile è una camminata sul lungolago, da tutti chiamata la “passeggiata degli innamorati”.

Milano - In via Lincoln, vicino a corso Ventidue Marzo, è esplosa una tavolozza di colori: le facciate delle abitazioni e delle piccole villette con giardino hanno tinte vivaci e diverse una dall’altra, in contrasto con il grigiore milanese. Tutta la zona, definita arcobaleno, è diventata un’attrazione turistica, una piccola isola felice e colorata, che stupisce e che ricorda più i canali di Burano che una strada del semicentro milanese. Le tonalità pastello, le decorazioni floreali sulle cancellate e il passaggio stretto che non permette di parcheggiare l’auto, hanno trasformato il quartiere in un’oasi di silenzio e di bellezza. D’altronde le abitazioni vennero progettate e pensate nell’Ottocento da una cooperativa edilizia per gli operai che lavoravano nella zona: la Società Edificatrice Abitazioni Operaie, che esiste ancora, realizzò case semplici e a prezzi accessibili, recuperando un’area dismessa nel progetto “Città Ideale”. Oggi, le abitazioni colorate di via Lincoln hanno mantenuto la semplicità e la bellezza ma i loro prezzi sono lievitati enormemente e il quartiere da operaio si è trasformato in un luogo esclusivo.

Val d’Orcia - Colline gialle e verdi, punteggiate da cipressi, vigneti, torri e antichi casolari, uniti da tortuose e strette stradine polverose: nella Val d’Orcia, elegante e spettacolare vallata della Toscana in provincia di Siena, i paesaggi sembrano uscire da un quadro ed emozionano soprattutto all’alba quando la foschia mattutina lascia intravedere i dolci pendii e i primi raggi del sole illuminano la cima del monte Amiata. Cuore della Val d’Orcia è Montalcino, borgo dominato da una rocca pentagonale dall’aspetto possente da cui partono stradine gremite di botteghe artigiane. Il borgo è famoso per la produzione del vino Brunello ma anche per la presenza di luoghi dello spirito che meritano una visita: l’ex convento di sant’Agostino, che ospita una ricca collezione d’arte sacra dei grandi maestri senesi, e l’abbazia di sant’Antimo, capolavoro d’architettura benedettina e stupendo complesso monastico, fondato nel 781 da Carlo Magno.

Tuscania - Nel cuore della Tuscia, tra Lazio, Toscana e Umbria, Tuscania è un borgo ricco di storia, famoso per le costruzioni nel tufo e per le necropoli d’epoca etrusca. Per raggiungerlo si attraversano infiniti campi di lavanda, che colorano e profumano per tutta l’estate quando si festeggia il raccolto. La Tuscia è una delle regioni italiane più grandi per la produzione di lavanda biologica; per ammirare lo spettacolo dei campi viola e lilla che circondano il borgo medievale di Tuscania, è possibile salire all’abbazia di san Giusto che regala paesaggi mozzafiato. Nel borgo medievale meritano una visita anche il museo archeologico e gli affreschi e i dipinti cinquecenteschi della vicina chiesa di santa Maria del Riposo, oltre alle necropoli Tomba di Pian di Mola, Tomba del Dado e Grotta della Regina. La cittadina regala scorci medievali molto suggestivi: piazza Bastianini, salotto del borgo con la cattedrale e la grande fontana e, fuori dal centro, le basiliche di santa Maria Maggiore e di san Pietro, con la cripta a 28 colonne e l’attigua area archeologica.

Furore - Nel cuore della Costiera amalfitana, sotto l’alto arco del ponte che sostiene la statale 163, la montagna si apre e l’acqua del mare entra nel fiordo di Furore, scenografica insenatura con una manciata di case coloratissime, aggrappate al dirupo. Il suggestivo e minuscolo borgo marinaro è stato dichiarato dall’Unesco, come tutta la Costiera, patrimonio dell’Umanità, un luogo delizioso da scoprire soprattutto via mare. Nel borgo vissero Anna Magnani e il compagno e regista Roberto Rossellini che, stregato dalla bellezza di Furore, vi girò il film “L’amore”. Un piccolo museo dedicato ai due grandi e amati personaggi del cinema è ospitato in una delle casette colorate.

Procida - Sempre in Campania, l’isola di Procida è un susseguirsi di case colorate: le sue nove antiche contrade ospitano abitazioni dalle facciate dipinte; in particolare il borgo di Marina Corricella che con il suo anfiteatro di case tinteggiate offre lo spettacolo policromo più bello. E’ un tratto di mare suggestivo, usato spesso come location di pubblicità e di film, come quello scelto da Massimo Troisi e Michael Radford per girarvi le scene de “Il Postino”. Marina Grande, o “Sent’Co” come la chiamano i procidani, è invece la prima cartolina che accoglie i turisti che sbarcano sull’isola del golfo di Napoli. Oltre alle case colorate meritano una visita l’ex carcere, oggi trasformato in museo, che domina il borgo di terra Murata e il monastero di santa Margherita e il santuario di santa Maria delle Grazie, poco più giù.

Salento - Distese di ulivi secolari su una terra rossa, generosa; muretti a secco, masserie e trulli immersi nella macchia mediterranea; borghi bianchissimi e barocchi aggrappati alle colline e alle scogliere a strapiombo su un mare color turchese e menta, incorniciato da spiagge sabbiose, baie incantevoli e pini marittimi. La penisola del Salento, da anni ormai meta di vacanze all’insegna della natura incontaminata e selvaggia e di appuntamenti culturali e artistici, è una tavolozza di colori contrastanti, un territorio che regala paesaggi bellissimi, che sembrano uscire da un quadro.

Bosa - E’ un incantevole borgo sulla costa nord-occidentale della Sardegna, in provincia di Oristano. L’immagine più suggestiva di Bosa è il quartiere “Sa Costa”, centro storico del borgo e un fantastico intreccio di vicoli variopinti che si inerpicano sulle pendici del colle di Serravalle, dominato dal castello dei Malaspina, risalente al XII secolo. Dall’alto si può ammirare il panorama di tutta la cittadina, punteggiata di colori vivaci. Il Lungotemo e il ponte vecchio regalano passeggiate romantiche lungo il Temo, l’unico fiume navigabile in Sardegna. Il borgo colorato di Bosa è famoso sin da metà 1800 per le produzioni di pellame d’alta qualità: a testimoniarlo c’è il museo delle Conce. Nel borgo meritano una visita anche il duomo con i suoi bellissimi affreschi e, dentro le mura del castello, la chiesa di Nostra Signora de sos Regnos Altos, impreziosita da un ciclo di dipinti del 1370. Chi non vuole rinunciare al mare, può raggiungere Bosa Marina, località apprezzata per le splendide spiagge di s’Abba Druche, Porto Managu, Turas e Compoltitu.

Castelsardo - Nel cuore del golfo dell’Asinara, sempre in Sardegna, il borgo di Castelsardo sorge su un promontorio che regala vedute mozzafiato; con i suoi infiniti scalini e il dedalo di vie su cui si affacciano le piazzette, le case colorate e gli slarghi in pietra, il centro storico conserva l’impianto originario del 1102. Qui, tra i monumenti più interessanti, spicca la cattedrale del 1503, visibile anche dal mare grazie al suo campanile fatto di maioliche colorate. Castelsardo, che fa parte dell’associazione dei borghi più belli d’Italia, è dominato da una fortezza che ospita il museo dell’Intreccio mediterraneo ed è sede di eventi culturali; meritano una visita anche il quartiere della Cittadella o Casteddu, un intrico di stradine contorte che regala al borgo un fascino immenso. Arricchiscono la sua bellezza le spiagge e i numerosi nuraghi eretti nell’area circostante.

PIEMONTE: AL SESTRIERE IL GUSTO È IN QUOTA E SULLE TAVOLE DI TORINO E PROVINCIA LE ANTICHE RICETTE IN SCENA SINO A SETTEMBRE

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Gusto protagonista in Piemonte per l’estate 2019. Dal 2 al 17 agosto si svolge la sesta edizione di “Gusto in quota” a Sestriere, mentre nei weekend fino al 30 settembre sulle tavole di Torino e della sua provincia i piatti tipici e le antiche ricette locali sono protagonisti incontrastati di una tradizione viva più che mai, tramandata nei secoli fino a oggi con immutata cura nella scelta delle materie prime.

(TurismoItaliaNews) “Gusto in quota”, che prevede appuntamenti golosi e presentazioni di autori e produttori, si svolge a Casa Olimpia, in via Pinerolo 19, sede anche dell’ufficio turistico di Sestriere. Gli incontri, sempre ad ingresso libero e con piccola degustazione finale, rappresentano ormai un appuntamento fisso per un pubblico attento ed interessato alla conoscenza delle eccellenze agoalimentari e vitivinicole del territorio delle Valli di Susa, del Sangone, del Pinerolese, del Canavese e dell’intera provincia torinese. L’ingresso è possibile fino ad esaurimento dei 60 posti disponibili.
Fino al 30 settembre 2019 piatti tipici e antiche ricette locali sono protagonisti incontrastati di una tradizione viva più che mai sulle tavole di Torino e della provincia. In Piemonte ogni pasto che si rispetti comincia con una serie pressoché infinita di sfiziosi antipasti a base di carne, pesce, verdure. Nei mesi estivi, benché presenti tutto l'anno, le tavole locali propongono cinque tra i più celebri e gustosi antipasti della tradizione:

-la Carne cruda battuta al coltello, succulenta carne di razza piemontese tagliata finemente
-le Acciughe al verde, appetitoso pesce azzurro servito con una salsa a base di prezzemolo
-i Peperoni con bagna caoda, connubio perfetto tra un prodotto del territorio e un grande classico della tradizione
-l'Insalata russa, fresco antipasto a base di verdure e maionese
-il Vitello tonnato, il re degli antipasti piemontesi
Ma non finisce qui: oltre agli antipasti, nei locali aderenti si potranno trovare anche i celebri primi piatti (ad esempio gli Agnolotti), i grandi classici (tra cui la Finanziera) e concludere con un delizioso dolce (magari un Bonet...). Naturalmente tutto continua con i piatti dedicati alla stagione autunnale…

ISRAELE, DALLA VISITA DELL’ANTICO PORTO ALLE CALDE ACQUE NEL MEDITERRANEO: ALLA SCOPERTA DI CESAREA, STORIA MILLENARIA E MARE CRISTALLINO

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Sorta per volere di Erode il Grande e situata a un’ora di macchina da Haifa e da Tel Aviv, questa città vanta uno dei parchi archeologici più interessanti del mondo, oltre a un museo, un campo da golf e un anfiteatro che ospita regolarmente concerti internazionali. Senza dimenticare la Acquaduct Beach, presenza fissa in tutte le classifiche che riguardano le più belle spiagge israeliane. Cesarea, in Israele, è una città ricca di spunti che meritano sicuramente una visita.

(TurismoItaliaNews) Un porto risalente a migliaia di anni fa e splendide spiagge frequentate ancora oggi: sono i due elementi che rendono Cesarea una meta imperdibile durante un viaggio in Israele. Questa località marittima si trova a metà strada tra Haifa e Tel Aviv, dista poco più di un’ora di auto da entrambe le città e ha decisamente molto da offrire, anche a coloro che decidono di trascorrervi una sola giornata.

La storia delle origini di Cesarea risale addirittura al I secolo a.C., quando Erode il Grande fece costruire un grande porto attorno al quale si sviluppò presto una vivace cittadina. Il centro rimase amministrato dall’Impero Romano prima e Bizantino poi, salvo venire distrutto e abbandonato nel XIII secolo. La Cesarea moderna sorge a poca distanza dal nucleo originale e, grazie a importanti scavi archeologici svolti a partire dal 1950, numerosi reperti (soprattutto architettonici) sono stati riportati alla luce. Oggi fanno tutti parte del Caesarea National Park, aperto al pubblico tutto l’anno e diventato presto uno dei centri archeologici più popolari di Israele, grazie all’ottima conservazione della città di Erode. Gli scavi proseguono ininterrotti ancora oggi e continuano a riportare in superficie opere che si credevano perdute per sempre: l’ultimo ritrovamento risale al 2018 e consiste in uno splendido mosaico di 3 metri per 8 risalente al II o III secolo d.C.

Cesarea è anche la casa di un museo subacqueo unico al mondo: poiché alcune rovine del porto si trovano oggi sott’acqua, è possibile armarsi di muta e bombole e, partendo dallaHarbor Beach, seguire una guida esperta del Caesarea Dive Club e andare alla scoperta di queste meraviglie sottomarine. Ma non c’è solo archeologia a Cesarea. La città vanta infatti una delle spiagge più belle di Israele: la Acquaduct Beach, a pochi passi fuori dal sito archeologico. Questa spiaggia, attraversata da un acquedotto di epoca romana, non ha nulla da invidiare alle popolari spiagge del sud del Paese, ma si distingue per un’atmosfera decisamente più tranquilla e meno mondana, con splendide viste sulla campagna circostante.

Per quanto riguarda l’aspetto culturale, la città ospita il Ralli Museum, ricco di reperti dedicati all’archeologia locale, all’arte sefardita e quella sudamericana. L’ingresso è gratuito, dato che il museo è non-profit e fa parte di un circuito internazionale finanziato dal filantropo Harry Recanati. Nel calendario della città ci sono anche numerosi concerti locali e internazionali, tutti organizzati nella suggestiva location dell’antico anfiteatro cittadino, ancora perfettamente conservato. Cesarea offre anche un campo da golf perfettamente attrezzato, in grado di ospitare regolarmente tornei internazionali ed eventi speciali.

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Betlemme, patrimonio dell'Unesco, come il Sacro Monte Calvario si avviano a percorrere un cammino comune. Nuove prospettive dal gemellaggio tra Betlemme e Verbania


La municipalità di Betlemme approva il gemellaggio con Verbania La città di Verbania gemellata con Betlemme. 

È dei giorni scorsi lo scambio epistolare tra i due primi cittadini che vede impegnate la città del Lago Maggiore e la culla della Cristianità in un progetto di collaborazione culturale, religiosa e turistica, intorno alla realizzazione del gemellaggio tra le due città. “L'idea è quella di poter collaborare insieme per sviluppare un progetto di pubblica utilità che possa unire le nostre città, diverse ma legate da una storia importante. Potremmo organizzare eventi culturali di portata internazionale presso il Centro eventi “Il Maggiore” inaugurato negli ultimi anni a Verbania” ha scritto Marchionini al sindacoAnton Salman che il 24 luglio ha approvato, nell'assise nel municipio di Betlemme, il gemellaggio con Verbania.Scrive Salman: “Nella speranza che si concretizzino rapporti di amicizia e collaborazione, compiamo così il primo passo per la realizzazione di attività e progetti da sviluppare insieme”.

Manca ora solo l'ultimo tassello quindi, del gemellaggio: la ratificazione nella città verbanese, con il passaggio in consiglio comunale e il sogno di una collaborazione tra due città legate da anni da diverse iniziative da parte di cittadini e comunità di credenti, si vedrebbe realizzato.

Il progetto del gemellaggio è nato infatti alla fine di maggio 2019,quando grazie all'impegno del manager verbanese Luca Scolari e il sostegno economico delle società di calcio Cagliari e Fiorentina, è stato realizzato il primo campo da calcio pubblico a Betlemme, aperto ai bambini di ogni religione e razza, nel segno della pace. Qui, nel nome di Davide Astori, è stato costruito ed inaugurato il campo alla presenza di autorità e rappresentanti delle squadre di calcio e della famiglia di Astori. Si tratta del secondo campo realizzato da Assist for peace, progetto di pace nel segno dello sport, voluto da Luca Scolari: nel 2016, nel cuore della città di Gerusalemme, nel quartiere armeno, era stato costruito un primo campo che aveva lo stesso significato: dare modo ai bambini di diverse religioni, cristiani, ebrei, musulmani, armeni, di condividere un luogo di gioco, dove le uniche regole da seguire sono quelle dello sport. “Così era nato un primo ponte tra Gerusalemme e Betlemme, nel segno della pace e dello sport, in grado di scavalcare simbolicamente un muro. Oggi, con il gemellaggio tra Betlemme e Verbania, un altro simbolico ponte che possa unire realtà distanti che hanno già collaborato in passato, sta per diventare realtà” commenta Luca Scolari ricordando come la proposta del gemellaggio fosse arrivata dal sindaco Anton Salman proprio in occasione dell'inaugurazione del campo di calcio a Betlemme. “Per me è stato un vero onore e una grande emozione ricevere dal sindaco una simile proposta: che la città dove sono nato si unisse al luogo in cui è nato Gesù”.  
Tra gli attestati di stima legati all'iniziativa riportiamo quella del Sacro Monte Calvario, da cui spiegano: il Sacro Monte Calvario nasce come un piccolo luogo di pellegrinaggio, una piccola Terra Santa. E' luogo di riparo e rifugio, come la basilica della Natività, ma anche di dialogo interreligioso non solo ecumenico. La possibilità di ospitare pellegrini, ma anche rappresentanti di altre religioni, renderebbe concretezza all'intuizione del Concilio Vaticano II in quanto il Cristianesimo si impegna per il rispetto delle altre religioni e il Sacro Monte potrebbe diventare luogo del recupero di questo dialogo. Qui non ci sono muri. Ecco quindi che questo gemellaggio con Betlemme potrebbe vederci protagonisti non solo in termini di turismo religioso, dai cammini sacri, ai luoghi di interesse spirituale, ma anche come punto di riferimento, una presenza di fede, un luogo di incontro per contrastare i dissidi. Betlemme, patrimonio dell'Unesco, come il Sacro Monte Calvario si avviano a percorrere un cammino comune. E questa è per noi una grande gioia. Chiude Luca Scolari: “Sono molto felice di questo primo passo. Ora dobbiamo lavorare affinché questo gemellaggio porti i suoi frutti, sempre nel segno della pace e della condivisione. Abbiamo già alcuni progetti in mente affinché città di grande arte e cultura come Betlemme, Verbania, l'intera provincia del Verbano Cusio Ossola, possano diventare veicolo di un messaggio positivo, attraverso la bellezza e l'armonia di cui sono portatori entrambi i territori”.

tratto da ossolanews.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale