FELTRINELLI 1+1  IBS.IT

MEETING CORPORATE ENIT ALLA BIT DI MILANO

Reunion internazionale dell'ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo in occasione della Bit. Gli oltre 50 referenti dei 30 Paesi in cui è presente l'ENIT con una propria sede, si sono incontrati a Milano per condividere, in una tre giorni, le nuove strategie dell'Agenzia nazionale del Turismo in uno scambio multidisciplinare e per fare il punto sulla programmazione turistica e le strategie di marketing del prossimo anno. Presente anche il Ministro del Mipaaft, Gian Marco Centinaio e il neo presidente dell'Agenzia Giorgio Palmucci. Seminari, approfondimenti e momenti di training per un upgrade performante. 

VACANZE MONTANE


La montagna detta legge con itinerari lenti e sostenibili ma anche active con il 9,4 per cento in più di skipass venduti durante le festività natalizie nel 2018-2019. Le aree alpestri si confermano tra le mete prescelte altresì a Pasqua: crescono, infatti, le prenotazioni per aprile e le strutture registrano il pieno con picchi a Cortina e in Val Gardena. Tedeschi, svizzeri e francesi i più amanti di bellezze naturali montane, sentieri, stazioni sciistiche e termali, produzioni locali, ciclovie, viaggi a cavallo e ogni attività legata alla montagna per un totale di spesa annua degli stranieri "sulle vette" di oltre 1.4 miliardi di euro. 

ALLA FIERA DI VICENZA APRE KOINÈ, LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DEDICATA AL SETTORE RELIGIOSO


Vicenza, 15 febbraio 2019 - Sarà il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), monsignor Stefano Russo, ad aprire domani i lavori di Koinè, la manifestazione di Italian Exhibition Group organizzata alla fiera di Vicenza. Monsignor Russo interverrà alle 10 durante il convegno “A 30 anni dalla nascita Koinè e a 60 anni dall’ indizione del Concilio Vaticano II”. Alla sessione inaugurale saranno presenti anche il Presidente del Comitato Scientifico Koinè Ricerca monsignor Giancarlo Santi, il Vescovo di Vicenza monsignor Beniamino Pizziol, l’Officiale del Pontificio Consiglio della Cultura monsignor Fabrizio Capanni, il Direttore Ufficio Nazionale Beni Culturali ed Edilizia di Culto CEI don Valerio Pennasso, il Direttore Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport CEI don Gionatan De Marco. Al termine dei lavori, per le ore 12.30, è previsto nella hall 1 il taglio del nastro con il sindaco di Vicenza Francesco Rucco e il Presidente IEG Lorenzo Cagnoni.
Koinè è la manifestazione fieristica internazionale in grado di connettere in maniera esaustiva, privilegiata ed efficace il mondo della produzione e della distribuzione, del design e della liturgia. Dal 16 al 18 febbraio i padiglioni espositivi del quartiere fieristico di Vicenza si trasformano in un’agorà di business, network e formazione, un’occasione unica per incontrare la migliore espressione del Made in Italy e dell’eccellenza manifatturiera nel mondo, otre a influencer e buyers internazionali.
Saranno 3 giorni ricchi di incontri ed eventi. L’appuntamento biennale celebra il traguardo dei trent’anni con un’edizione speciale, in primis il lancio del 1° Meeting sul Turismo Spirituale, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo Libero, turismo e sport della CEI. La costante crescita del fenomeno, che sempre di più si associa e integra con il turismo culturale, pone alla comunità ecclesiale una vera e propria sfida da affrontare. L'impegno di Koinè, in questo progetto, è volto alla valorizzazione e promozione dei territori, mettendo in rete il patrimonio religioso, culturale e materiale che li caratterizza, e creando nuove opportunità di crescita e di sviluppo sociale ed economico.
Ma non si parlerà solo di turismo spirituale nella più importante rassegna di settore. Grande spazio, infatti, come da tradizione, sarà dato al tema dell’edilizia di culto. Al giorno d'oggi la tutela e la valorizzazione del patrimonio ecclesiastico e culturale si pongono come un dovere e una volontà di tutti gli addetti del settore. Per contribuire a questo scopo, guidati dalle linee del Pontificio Consiglio della Cultura e dall'Ufficio Nazionale per i beni Culturali e per l'Edilizia di culto della CEI, in collaborazione con gli ordini Nazionali di Architetti e Ingegneri e con il Collegio Nazionale dei Geometri, si svolgeranno gli Stati generali dell’edilizia di culto, uno scambio di esperienze e presentazioni di nuovi progetti con un tema comune: il bene del nostro territorio.
Centrali nei percorsi espositivi resteranno il tema della fede e devozione, oltre che quello della Chiesa e della liturgia, che costituiscono da sempre l'anima di Koinè e la sua vocazione primaria: in fiera sarà possibile aggiornarsi su tutte le novità dell’intera filiera, dai prodotti per la liturgia agli articoli devozionali rivolti a distributori specializzati, santuari e altri operatori del settore con un’autorevole rappresentanza di alcuni tra i più importanti distretti artigiani italiani, da quello orafo di Vicenza e a quello del legno gardenese, dal distretto argentiero marchigiano alla raffinata arte presepiale campana.
Come da tradizione, diversi eventi animeranno la città berica in occasione di Koinè. Sabato l'Associazione Arti Sacre propone una performance artistico-religiosa al Museo Diocesano Vicenza: dalle 20.30 alle 22.00 mons. Francesco Gasparini introdurrà “Immagini di Luce”, azione pittorica di Annamaria Trevisan, con accompagnamento musicale curato dall’Istituto Diocesano di Musica Sacra e Liturgica. Domenica la comunità di Koinè si ritrova alle ore 19.30 presso la Cattedrale di Vicenza per la celebrazione della S. Messa Festiva presieduta dal Vescovo di Vicenza, Mons. Beniamino Pizziol, e concelebrata dai sacerdoti presenti a Koinè. Seguirà alle 20.30 la visita al Museo del Gioiello, allestito in Basilica Palladiana da IEG in collaborazione con il Comune di Vicenza. Infine, in esclusiva per i visitatori di Koinè, il Conservatorio di Musica di Vicenza "Arrigo Pedrollo" ravviverà i padiglioni della manifestazione con l'anteprima dei concerti della rassegna itinerante "Il sentiero della fede - Conversazioni & Musica”. Ogni giorno, alle 13, conversazioni sulla vita e la fede si intervalleranno alle note, in una perfetta espressione di arte, musica e teologia: il 16 (Arena Design - Hall 1) e 17 febbraio (Arena travel - Hall 4) saranno protagonisti i fagotti guidati dal prof. Steno Boesso, mentre il 18 febbraio (Arena Connection – Hall 2) sarà la volta dell’ensemble di strumenti antichi coordinato da Vittoria Bettanin.
L’ingresso alla manifestazione è gratuito e l’accesso è consentito sabato 16 e domenica 17 febbraio dalle ore 09.00 alle 18.30, lunedì 18 febbraio dalle ore 09.00 alle 17.00. Ulteriori informazioni su logistica, elenco espositori e programma completo sono consultabili sul sito https://www.koinexpo.com

COLPO D’OCCHIO SU KOINÈ 2019
Date: 16-18 febbraio 2019. Organizzazione: Italian Exhibition Group Spa; con il patrocinio di: Pontificio Consiglio della Cultura; Ufficio Nazionale per i beni Culturali e l´edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana; Ufficio Nazionale per la pastorale del turismo, del tempo libero e dello sport della Conferenza Episcopale Italiana; Diocesi di Vicenza, Istituto di Liturgia Pastorale S. Giustina di Padova; Istituto Superiore di Scienze Religiose S. Maria di Monteberico Vicenza. Frequenza: biennale. Ingresso: gratuito, riservato esclusivamente agli operatori professionali. Orari: ore 9 – 18,30, ultimo giorno 9 – 17; Padiglioni occupati: 1, 2 e 4; Group exhibitions director: Paolo Audino; Brand manager: Angelomaria Alessio; info visitatori: www.koinexpo.com - mail: koine@iegexpo.itwebsite: www.koinexpo.com

FOCUS ON Italian Exhibition Group (IEG)
IEG è leader in Italia nell’organizzazione di eventi fieristici e tra i principali operatori del settore fieristico e dei congressi a livello europeo, con le strutture di Rimini e Vicenza. Il Gruppo IEG si distingue nell’organizzazione di eventi in cinque categorie: Food & Beverage; Jewellery & Fashion; Tourism, Hospitality and Lifestyle; Wellness and Leisure; Green & Technology. Negli ultimi anni, IEG ha avviato un importante percorso di espansione all’estero, anche attraverso la conclusione di joint ventures con operatori locali (ad esempio negli Stati Uniti, Emirati Arabi e in Cina). IEG ha chiuso il bilancio 2017 con ricavi totali consolidati di 130,7 mln di euro, un EBITDA di 23,2 mln e un utile netto consolidato di 9,2 mln. Nel 2017, IEG, nel complesso delle sedi espositive e congressuali di Rimini e Vicenza, ha totalizzato 50 fiere organizzate o ospitate e 206 eventi congressuali.www.iegexpo.it

PRESS CONTACT
Ufficio stampa IEG:
Michela Moneta: michela.moneta@iegexpo.it

Media Consultant: MAY COMMUNICATION
Silvia Bazzani: (+39) 338.9164563 silvia.bazzani@maycommunication.com

Evento. Hospitality Sud fa tappa a Napoli


Hospitality Sud fa tappa a Napoli
Prestigiose e numerose le aziende che forniscono prodotti e servizi per le strutture ricettive dell’ospitalità che parteciperanno all’appuntamento dedicato all’hotellerie e all’extralberghiero, Hospitality Sud, mercoledì 27 e giovedì 28 febbraio dalle ore 10 alle 19 alla Stazione Marittima di Napoli. Seconda edizione nel capoluogo campano, dopo la scorsa a Salerno. 

Anche la formazione sarà protagonista con le organizzazioni datoriali e le associazioni professionali(Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Assosistema Confindustria, Unione Industriali Napoli, Ada Associazione Direttori Albergo, Abbac Associazione Bed&Breakfast e Affittacamere della Campania) oltre che con gli Ordini professionali degli Ingegneri, degli Architetti, dei Commercialisti che rilasceranno crediti formativi. Anche l’Ordine dei Giornalisti della Campania con il corso dal titolo La sfida di Napoli città attrattiva: opportunità di sviluppo del territorio, il 28 febbraio alle ore 13, dove interverranno tra gli altri Francesco Furino Managing Director Irgen Retail Management e delegato Gpa (Golf Project Advertising), Paolo Giulierini Direttore Mann (Museo Archeologico Nazionale Napoli), Felice Marinelli docente di Management for Tourism Università Suor Orsola Benincasa, mentre sono stati invitati Costanzo Jannotti Pecci Presidente Federterme e Costanzo Iaccarino Presidente Federalberghi Campania. 

Ampia la partecipazione delle aziende, come Palumbo glass, Vda Smart Building, Technogym, Iris Ceramiche, Ferrarelle, Evols, Faac, Bticino, Samsung, Sky, Fastweb, Unogas, Acquaviva Dolciaria, Hero, Damarila, Corbara, Hygientec, Lavanderia Pacifico, Blastness, Hafele, Pompadour, General Fruit, Kellog, GI Group, etc per una vetrina completa in una location ideale con ingresso gratuito per gli addetti ai lavori. In fiera mille opportunità con una offerta espositiva variegata, dove esperti delle tante merceologie saranno a disposizione soprattutto per accompagnare l’attuale crescita record dell’industria turistica nel Sud Italia.

«Hospitality Sud va a colmare un vuoto esistente nel Centro Sud Italia di appuntamenti dedicati al mondo dell’ospitalità - ha dichiarato Ugo Picarelli, fondatore e direttore di Hospitality Sud - e si inserisce nell’ambito della congiuntura favorevole per l’industria turistica nazionale. La scelta di Napoli intende dare continuità al successo della prima edizione a Salerno nel 2018 e rendere protagonista la capitale del Mezzogiorno oltre a soddisfare la sempre maggiore richiesta di forniture, servizi e formazione da parte dell’hotellerie e dell’extralberghiero». 

Hospitality Sud, organizzato da Leader srl, è dedicato agli operatori del mondo Horeca, in particolare titolari, manager, impiegati, consulenti di hotel, resort, ville, dimore storiche, relais, country house, agriturismi, villaggi, camping, affittacamere, bed and breakfast, case vacanza, ostelli, centri benessere e terme. Un modo per concentrare tutta l’offerta e incontrare le aziende, per fare sistema. Un mondo tematico con un’ampia gamma merceologica, come abbigliamento professionale; articoli cortesia, biancheria e accessori da tavola, da letto, per bagno; branding, brand reputation, customer relationship management, marketing, comunicazione; certificazioni, consulenza strategica, formazione, offerte di lavoro; design e complementi d’arredo per interno ed esterno; elettrodomestici, elettronica professionale e climatizzazione; food & beverage; gestori telefonici, telefonia fissa e mobile, impianti audiovisivi e wifi; materiali per l’edilizia (ceramica, sanitari, vetro); Olta On Line Travel Agencies e Metamotori; piattaforme integrate con booking engine e Cro Central Reservation Office, revenue management; progettazione e realizzazione interni, riqualificazioni; servizi energetici, sistemi antincendio; servizi finanziari; social media; tecnologie hardware e software di gestione; web advertising, web marketing, web design. 
da Avvenire

Fri-El Green House. Colture idroponiche in serra

Colture idroponiche in serra

L’azienda Fri-El Green House, fondata nel 2012, opera nel territorio di Ostellato (Ferrara), in Emilia Romagna: produce pomodori in coltura idroponica. La produzione si sviluppa per 365 giorni l’anno all’interno di serre riscaldate e illuminate artificialmente, realizzate con la più avanzate tecnologie disponibili. I titolari, infatti, cercavano un modo intelligente ed ecosostenibile per non disperdere il calore generato dalle centrali elettriche a biogas. I pomodori Fresh Guru crescono rigogliosi, sani e buonissimi all’interno di serre ipertecnologiche che – nella stagione fredda – vengono riscaldate con l’acqua calda prodottadalla vicina centrale elettrica. In questo modo viene recuperata dell’energia preziosa, dando vita a un ciclo virtuoso che fa bene all’ambiente e ai pomodori.
I pomodori crescono puliti, essendo coltivati su un substrato inerte e in ambiente controllato, non entrano in contatto con sostanze inquinanti. Il loro nutrimento, totalmente naturale, viene garantito da impianti tecnologici che gestiscono anche l’irrigazione, consentendo di filtrare e riciclare l’acqua non trattenuta dalle piante, impiegandone il 70% in meno rispetto alle colture tradizionali. controlli qualitativi quotidiani, la passione dei tecnici e del personale di serra permette ai pomodori di essere sani, controllati, saporiti, gustosi e freschi. Lacoltivazione in ambiente protetto consente di utilizzare tecniche di lotta biologica ai parassiti in cui si rileva un’ efficacia di oltre il 90% rispetto alla coltivazione biologica tradizionale, sorpassando il concetto di equilibrio tra gli insetti utili e dannosi, ed evitando la dispersione di fertilizzanti o antiparassitari. Liberando in serra insetti utili questi non si disperdono nell’ambiente e si cibano degli insetti dannosi fino alla loro scomparsa.
L’azienda è al 100% italiana, animata da una forte passione per le cose fatte bene, per il made in Italy e l’insieme dei fattori della cultura produttiva italiana, applica questi valori in uno dei settori che più di altri hanno reso ilnostro Paese un punto di riferimento a livello mondiale. Inoltre c’è un approccio serio alla sostenibilità ambientale. Le centrali a biogas che garantiscono alle serre l’energia elettrica e il riscaldamento necessario, vengono alimentate esclusivamente con sottoprodotti di origine agricola che, al termine del loro ciclo di impiego, vengono ulteriormente trasformati in concimi per il settore agricolo. Le piante di pomodoro, una voltaterminato il loro ciclo produttivo, diventano concime, consentendo all’azienda di recuperare gran parte delle risorse impiegate. Un modo intelligente di produrre, amico dell’ambiente e quindi dell’uomo. L’impollinazione delle piante di pomodoro avviene per mezzo di calabroni.
La coltivazione di ortaggi in serra idroponica permette di utilizzare molto meno terreno, a parità di quantitativi prodotti, rispetto alle coltivazioni in campo aperto. Un ettaro di serra idroponica produce lo 
stesso quantitativo di ortaggi che si otterrebbero in circa dieci ettari di coltivazioni tradizionali. Con una riduzione dell’impatto ambientale delle coltivazioni e un incremento della capacità produttiva che resta 
pressoché costante in termini quantitativi e qualitativi per l’intero ciclo di vita delle piante.
Irrigare una coltivazione di ortaggi in campo aperto comporta un impiego imponente di risorse idriche, con parte di queste che viene totalmente dispersa nell’ambiente per effetto del drenaggio. Nelle colture di Fri-El GreenHouse si recupera e utilizza l’acqua piovana per l’irrigazione e le serre idroponiche sono dotate di sofisticati impianti di irrigazione che assicurano alle piante il giusto quantitativo di acqua (e di nutrienti) per crescere in modo ottimale. L’acqua in eccesso, non trattenuta dalle piante, viene recuperata, filtrata e immessa nuovamente nell’impianto, eliminando qualsiasi spreco.
Per garantire volumi produttivi adeguati a soddisfare la richiesta delle grandi piattaforme distributive, il progetto Fri-El è in continuo sviluppo e prevede la realizzazione di altre serre nei prossimi anni.
Avvenire

Archeologia. A Pompei scoperto l'affresco di Narciso

A Pompei scoperto l'affresco di Narciso
Nuove scoperte in via del Vesuvio nella Regio V di Pompei, dove i lavori nell'ambito del progetto cofinanziato dall'Ue per la messa in sicurezza rispetto al rischio idrogeologico hanno consentito di portare alla luce porzioni non scavate dell'antica città romana. Dopo il cubiculum con il quadretto di Leda con il cigno, gli archeologi hanno disseppellito un'alcova sensuale e raffinata. Alle spalle dell'ambiente, torna in luce anche parte dell'atrio della dimora, con pareti dai vividi colori e l'affresco di Narciso, al centro di una di esse, mentre si specchia nell'acqua e si innamora della sua immagine, secondo l'iconografia classica.
L'elegante dimora già dal corridoio di ingresso accoglieva gli ospiti con l'immagine di buon auspicio del Priapo, in analogia con quella della vicina Casa dei Vettii. Decori raffinati di IV stile caratterizzano l'intera stanza di Leda, con delicati ornamenti floreali, intervallati da grifoni con cornucopie, amorini volanti, nature morte e scene di lotte tra animali. Anche sul soffitto, crollato sotto il peso dei lapilli durante l'eruzione pliniana del 79 d.C., pregiati disegni, i cui frammenti sono stati recuperati dai restauratori per ricomporne la trama. Interessante, nell'atrio di Narciso, è la traccia ancora visibile delle scale che conducevano al piano superiore, ma soprattutto il ritrovamento nello spazio del sottoscala, utilizzato come deposito, di una dozzina di contenitori in vetro, otto anfore e un imbuto in bronzo.
Una situla bronzea (contenitore per liquidi) è stata invece rinvenuta accanto all'impluvio. "La bellezza di queste stanze, evidente già dalle prime scoperte, ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo per portare alla luce l'ambiente di Leda e l'atrio retrostante - spiega il direttore, Alfonsina Russo - ciò ci consentirà in futuro la fruizione del pubblico di almeno una parte di questa domus".
da Avvenire

Grande festa per gli albanesi d’Italia

L'Eparchia di Lungro disegnata da Giovanni Mele

Era il 13 febbraio 1919 quando gli italo-albanesi d’Italia, residenti in Calabria e Basilicata, si videro per la prima volta raccolti nella giurisdizione ordinaria di un vescovo cattolico della propria tradizione ecclesiale. Era nata, così, l’Eparchia di Lungro, che riuniva “comunità disperse in varie diocesi tradizionali sotto un unico coordinamento che avesse competenza in ambito linguistico e liturgico”, come ricorda il prof. Gaetano Passarelli, già docente di Spiritualità orientale all’Istituto Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum e di Liturgia bizantina al Pontificio Istituto Orientale e autore per Graphe.it di “La visita di Giovanni Mele ai paesi arbëreshë di Calabria e Lucania nel 1918”.

La figura di Giovanni Mele

Molto si deve alla figura di questo sacerdote in cui la Santa Sede, a partire da Papa Benedetto XV, riponeva grandissima fiducia: spiritualmente e culturalmente preparato, fu inviato in quelle terre per redigere una relazione sulle condizioni sociali e religiose in cui vivevano quelle comunità, arrivate nel sud Italia ben 350 anni prima. L’intento della missione era ovviamente ecumenico: “Mele farà da collante alle comunità arbëreshë – sottolinea Passarelli – di ogni paese descriverà la situazione geografica e sociale, evidenziando particolari sacche di analfabetismo nella popolazione e addirittura i libri liturgici usati dai sacerdoti, per dimostrare agli ortodossi che in Italia i cattolici bizantini potevano mantenere la propria identità”.

La decisione di erigere una nuova diocesi: nasce l’Eparchia di Lungro

Lungro già da tempo aveva iniziato a essere una tappa importante del cammino ecumenico che univa Roma a Costantinopoli, così fu abbastanza naturale istituire lì un coordinamento diretto delle comunità disperse, che si occupasse primariamente della formazione del clero. “Gli albanesi erano stati inizialmente accolti dalle comunità locali – ricorda il prof. Passarelli – ma in un secondo momento ci fuorono difficoltà per quegli ‘strani riti’ officiati. Poi ci si metteva anche la lingua diversa a creare incomprensioni e la concorrenza nella attività di pastorizia cui erano dedite entrambe le comunità…”.
vaticannews

Giornata mondiale della Radio: voce di dialogo, tolleranza e pace


“Video killed the radio stars” cantavano nel 1979 i The Buggles, quando dalla scatola magica cominciavano a comparire i primi videoclip, che si pensava avrebbero presto spazzato via la musica ascoltata in FM. Ma così non è stato e la radio ha continuato a colonizzare l’etere con la voce, nelle sue innumerevoli declinazioni: dai proclami del fascismo, all’opera classica, dalle previsioni meteo all’informazione h24, passando per le tavole rotonde, l’intrattenimento, e non ultimo la straordinaria diffusione del Vangelo, sulle ali dell’arcangelo Gabriele, patrono delle comunicazioni. A celebrare uno dei più potenti mezzi della comunicazione di massa e strumento di cooperazione internazionale, capace di promuovere la “perfetta informazione”, cioè libera, accessibile a tutti e rispettosa delle diverse culture, è oggi il World Radio DayUn evento mondiale giunto alla sua ottava edizione, istituito dall’Unesco nel 2011, proprio il 13 febbraio, in memoria del giorno del 1946 in cui avvenne la prima trasmissione radio dall’Onu.

Dialogo, tolleranza e pace

Tema scelto per l’odierna giornata, sostenuta da 46 enti radiofonici, è “Dialogo, Tolleranza e Pace”, una triade preziosa su cui la Radio Vaticana, nata 88 anni fa, ha da subito poggiato le sue fondamenta. Ma l’edizione 2019 vede in rilievo anche la necessità di stimolare la partecipazione e quella di unire su tematiche di interesse comune, concentrandosi sui valori universali della non violenza, della solidarietà e della tolleranza. La radio infatti con la sua “semina larga” (dall’inglese broadcasting), ha il potere di coinvolgere e stimolare, toccando tutti intimamente e personalmente al di là dello spazio fisico, parafrasando Marshall McLuhan. La radio informa, trasforma e  unisce. Va oltre le differenze, supera i tanti, troppi muri oggi eretti per distruggere la famiglia umana, creata come dice anche Papa Francesco, per vivere insieme sotto il tetto a cielo aperto della Casa Comune.

Milano fa la cannibale Ma la qualità è nei borghi

da Avvenire

Si è conclusa a Milano la Borsa internazionale del Turismo e si scopre che gli italiani, lo scorso anno, hanno compiuto un numero consistente di viaggi all'estero più del passato: 10 milioni. Dunque la crisi dov'è? È la prima domanda che ci si pone davanti a un dato contraddittorio che non è nuovo nel nostro Paese. Ma, sempre nei giorni in cui apriva la Bit, un quotidiano usciva con questi due titoli: «Ogni giorno in Italia chiudono 34 ristoranti» e poche pagine più in là, nelle cronache locali: «Turismo a Milano, raddoppiato in dieci anni il numero di alberghi e ristoranti»... Fenomeni contraddittori (ci si chiede in realtà dove chiudano e dove aprano questi ristoranti...), ma che ci sia un proliferare di locali a Milano è sotto gli occhi di tutti; la vivacità che offre la città, a quanto pare, sta convincendo i giovani che magari abitano a Roma a farsi un week end a Milano. Una volta era il contrario: contraddizioni anche queste? Per fare un po' d'ordine fra questo bailamme di dati bisogna riconoscere che lo stile italiano del mangiare e bere sta conquistando i millennials e non solo; però a lasciarci le penne sono le cento, mille città e borghi d'arte del nostro Paese, che invece soffrono. Si trova infatti in periferia il maggior numero di locali che chiudono senza riaprire, mentre nelle grandi città (Milano in testa) i locali del food & beverage cambiano magari gestione ma non chiudono, almeno per ora. Però anche questo non è del tutto vero, perché può capitare che qualcuno interpreti bene il proprio ruolo e il successo arriva a sorridere anche in una piccola città. Pochi giorni fa sono stato a Prato: città raccolta, bella, ma evidentemente cannibalizzata dalla ricchezza diffusa di Firenze; ebbene un giovane ci ha aperto il suo Dek Italian Bistrot, accanto a quella che lui chiama "salumeria di pesce". Un doppio locale, con dehors sulla piazza del Duomo cittadino, dove chiunque si può accomodare: giovane o meno, famiglia o gruppo di amici. E ci sono anche stranieri, perché è girata voce che a Prato si può incontrare in un sol colpo la cifra della qualità italiana: che sia un salume, un formaggio, una pizza o un piatto della nostra tradizione. Questo indirizzo è l'ennesimo di due mesi di viaggi e racconta quanto la scommessa sulla qualità, legata al racconto del cibo e del vino, sia vincente, ancor più quando fa luccicare il genius loci di un posto. Forse è proprio questa – la qualità – il fattore che sopravvivrà a crisi, flussi dei viaggi e chiusure perenni... A questo punto vien da chiedersi: ma come viene premiata questa scelta di qualità, che è un contributo reale al turismo e al viaggio? Chi la riconosce insomma? Per ora nessuno, a parte chi ne scrive. Un po' poco per un Paese che ha bisogno di strategie.

La mostra. Il fotografo Thomas Struth nella giungla delle macchine

Thomas Struth, “Chemistry Fume Cabinet, the University of Edinburgh” (2010)
Thomas Struth, “Chemistry Fume Cabinet, the University of Edinburgh” (2010)
Il momento estatico è il punto di crisi che il fotografo tedesco Thomas Struth insegue da molto tempo. Non riguarda l’evasione dalla realtà ma, come per una inversione di moto, la caduta a picco nella realtà. Per molto tempo Struth ha cercato il momento estatico fotografando ambienti museali frequentati dal pubblico. Dietro le sue immagini di grande formato, nelle quali lo spettatore può quasi “entrare”, si cela una sorta di spannung,direbbero i critici letterari, quel punto di massima tensione dove l’azione può precipitare, culminare in una sorta di scarto finale, che dovrebbe liberare la scena dallo stato di accadimento sospeso.
Spannung è un termine tedesco che contempla in sé l’attesa, e l’impazienza dell’attesa. C’è, se si vuole, anche una condizione di suspense. Ma è bene non dimenticare che quel vocabolo in uso nella critica letteraria indica lo stato risolutivo di una condizione narrativa, una sorta di fine catartica. Ecco, la catarsi è proprio ciò che manca in Struth, nella sua fotografia che precipita nella realtà, la rende vera oltre la sua stessa apparenza.
Perché in queste immagini non c’è racconto. La realtà è lì, la vediamo e la misuriamo con l’occhio, la percepiamo coi sensi, eppure il tempo moderno delle macchine ci insinua il dubbio su quanto tutto ciò abbia di oggettivo. Ma attenzione che la realtà oggi mente spesso; è artificiale; è finzione che, come dicono gli informatici, implementata può sviluppare dimensioni che vanno ben oltre la realtà che comprendiamo, alla quale appunto potevamo prendere le misure. La realtà di oggi è un misto di natura e manipolazione, e per questo è l’ultima frontiera del “politico”, quando è palese ormai a tanti che i nostri destini si giocano in gran parte sulla capacità di avere un controllo di ciò che le macchine hanno prodotto e produrranno in una progressiva separazione della nostra componente fisica da quella spirituale.
Thomas Struth, “Spettrometro a incidenza radente” (2010)
Thomas Struth, “Spettrometro a incidenza radente” (2010)
Thomas Struth ha vissuto l’ultimo decennio visitando centri di eccellenza tecnologica e scientifica dove la stessa parola avvenire è in sé un anacronismo, tanta è la velocità con cui il futuro si realizza oggi: laboratori di robotica, centri spaziali, sale di alta chirurgia e impianti di fisica nucleare che egli ha fotografato con attenzione maniacale alla nitidezza dei dettagli e a cui ha dato un titolo piuttosto forte: Nature & Politics.
Da alcuni anni Struth porta in musei e gallerie queste immagini di grande formato, e ora ne espone venticinque al Mast di Bologna. Sembra che tutto sia fermo, ma la verità è che dietro l’alta precisione con cui Struth pensa la sua fotografia si cela un conflitto di forze che riproduce in immagine il medesimo equilibrio dietro cui la natura «ama nascondersi». C’è però una differenza fondamentale: la stessa che distingue i processi naturali secondo leggi scritte dove tutto va a registro senza alcuna tragicità, per quanto invece all’occhio umano possa apparire drammatico. I rivolgimenti naturali, sebbene cruenti, non possiedono alcuna tragicità in sé stessi se non perché suscitano nella coscienza dell’uomo la questione dell’assurdo.
È quando l’uomo si trova esposto al naufragio di cui parla Lucrezio nel De rerum natura che il cataclisma naturale prende la forma, cosciente, della catastrofe e interroga il nostro stare al mondo, il nostro posto e il nostro diritto di intervenire con una diversa logica sullo svolgimento dei fenomeni naturali, applicando quellaratio che ci appartiene e ci distingue da altre forme viventi. La medesima ratio che diventa tragica di fronte all’abnorme che ci investe e ci minaccia.
Ma si arriva al punto in cui, come ci fa vedere Struth nelle sue fotografie “silenti”, la ragione applicata, la tecnologia, la logica della prassi e del fare, solleva questioni politiche, cioè dell’agire. Se Natura non facit saltus,la ragione umana invece salta più di un canguro e fa balzi da gigante senza talvolta aver interrogato la propria legittimità al salto. Non c’è dubbio che quel che Struth ci mostra nelle sue foto sia lo scheletro materiale di un progresso che mira a dare più potere e più efficacia all’agire umano, ma tra il fare e l’agire c’è la stessa differenza che passa fra arte ed etica, e in secondo luogo fra estetica e politica. Seguire la propria legge (natura) e darsi una nuova legge (politica), come in una rinnovata alleanza dove l’uomo si erge di fronte a se stesso nella veste di proprio creatore.
Vediamo una sala di chirurgia e ci rendiamo conto che essere operato da un’attrezzatura robotica, dove l’intervento umano, del chirurgo, è ormai demandato a una macchina, sicuramente potrà guarirci dal nostro male (lo speriamo): ma poi ci chiediamo se la precisione può bastare, e all’occorrenza sostituire l’intuizione che nasce in noi quando ci applichiamo a qualcosa che, per responsabilità e attaccamento al nostro compito, ci consente un di più di immaginazione che la macchina non sembra avere. E così via, nel ventaglio di situazioni tecnologiche che Struth documenta: centri di fisica nucleare, cantieri navali, laboratori chimici, apparecchiature laser...
La “bellezza”, se di questo si tratta, sta nella “trasparenza” che rende ogni dettaglio presente allo sguardo con quella forza plastica che un po’ mi ricorda la vividezza degli ingranaggi nel film Tempi moderni di Charlie Chaplin. Tuttavia, oggi l’uomo non rischia di finire nella macina delle carni, ma di assimilarsi alla macchina in un ibrido che le fotografie di Struth ci fanno intuire anche se in esse la presenza umana è quasi del tutto bandita.
Thomas Struth, “Centrale 3, Berlino” (2017)
Thomas Struth, “Centrale 3, Berlino” (2017)
L’essenza estetica di questa ricerca fotografica è riassunta, da una spaesata interrogazione di Urs Stahel, nel piccolo catalogo: quelle fotografie «pur essendo così nitide, precise e bilanciate, non sono mai in grado di trasmetterci informazioni precise». E ancora: tante singole parti in un groviglio di segni-meccanici, ma il «loro nesso sfugge alla nostra comprensione», segni «insoliti e incoerenti » come già in una precedente serie di fotografie che Struth ha dedicato alle foreste e alla giungla primordiale intitolandole Paradise, che in sé – se non altro – ci suggerisce il contrasto con quanto fa parte delle nostre memorie più consolidate fin dall’infanzia: che il paradiso sia un luogo dove la vita è piena e realizzata, liberata dal caos, dove la bellezza ha in sé qualcosa di idilliaco e antitragico. Così se in quella selva «non si distingue alcun ordine razionale» specularmente il regno della massima razionalità, quello tecnologico, è un «groviglio di cavi, sbarre, giunzioni, coperture metalliche, rivestimenti plastici e dispenser di nastro adesivo».
Struth vuole forse dirci che l’armonia, il segno politico di una città armoniosa, non nasce da un processo “artistico” (techne e ars si accomunano nella categoria del fare), ma nell’agire che riconosce allo strumento il posto che gli spetta, senza delegargli anche la scelta sul senso politico di quel fare, cioè non permettendo alla macchina di invadere l’ambito dell’etica fino a giustificare l’agire sulla base dell’efficienza e della precisione.
Il mondo è una macchina imperfetta, ed è supremamente etico che lo rimanga. Non è agli algoritmi che l’uomo deve delegare il proprio destino. Per non confondere la politica col dio progresso, che oggi s’identifica con una forma molto sofisticata – computativa – di darwinismo economico, rispetto al quale tutto diventa convenienza fra costi e ricavi. Struth ci presenta questi infernali grovigli tecnologici come nuove forme ipnotiche degli antichi colossi. Immagini illusorie che simulano la vita ma appartengono al regno dei morti.

Bologna, Mast
Thomas Struth Nature & Politics
Fino al 22 aprile

da Avvenire