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Sfumature d’Oriente per Going nel 2024

 

La miriade di sfumature dell’Oriente va a comporre il catalogo di Going della programmazione 2024: Giappone e Malesia (cui sono dedicati anche 2 flyer), Thailandia, Cambogia, Indonesia e Vietnam scrivono pagine di itinerari di rara bellezza. Per ogni meta, il tour operator di MSC Cruises consiglia esperienze di viaggio che mettono al centro le unicità di quel poliedro di culture immenso qual è questa regione del mondo.

‘Guardare l’Oriente con occhi nuovi’, parafrasando lo slogan scelto da Going per definire il suo nuovo corso di operatore votato al tailor made e di profilo alto, significa “liberarsi di ogni preconcetto e lasciarsi andare al racconto dei suoi infiniti simboli, delle religioni, degli orizzonti lontani, dei ritmi riflessivi: questo abbiamo voluto trasferire negli itinerari di quest’anno”, osserva Maurizio Casabianca, chief commercial & operations officer di Going.

Nelle sezioni del catalogo ‘I consigli di Going’ si celano gli spunti per agevolare la decisione sulla destinazione da scegliere, che le agenzie di viaggio confezioneranno con competenza:

– Il tour ‘Le meraviglie della Thailandia’ invita a sperimentare la cultura culinaria mentre ‘I tesori della Thailandia’ racconta di passeggiate tra le vie di Bangkok prestando attenzione alle piccole case degli spiriti poste a protezione delle abitazioni e degli edifici, secondo la fede animista
praticata per secoli dai thailandesi.

– In “Vietnam in libertà” l’invito è di non perdere l’occasione di visitare i celebri tunnel di Cu Chi, a circa 2 ore da Ho Chi Minh, e scoprire uno dei siti storici più importanti della guerra del Vietnam: la sezione delle gallerie aperta al pubblico testimonia le condizioni di vita dei soldati
durante il conflitto e offre la possibilità di vedere gli ingressi camuffati e le trappole nascoste, per comprendere la strategia di guerriglia utilizzata dai Viet Cong.

– In Giappone, in treno, andiamo a Nikko, piccolo centro a breve distanza da Tokyo, dove storia e natura si fondono, fra il celebre santuario di Toshogu ai laghi Chuzenji e Yunoko; la visita al pittoresco Ponte Shinkyo che attraversa il fiume Daiya, considerato uno dei tre ponti più belli del Giappone (oltre il ponte Kintaikyo a Yamaguchi e il Saruhashi a Yamanashi), dal 1999 parte del Patrimonio dell’umanità Unesco. Ricostruito nel 1636, le uniche persone che avevano il permesso di attraversarlo erano l’imperatore, i suoi messaggeri ed i generali. Dal 1973, invece, l’attraversamento del ponte è consentito a chiunque.

– Non mancano le crociere di esplorazione di Aqua Expeditions a bordo di Aqua Mekong con le sue sole 20 suite e panoramiche vetrate cielo-terra, il centro benessere, lo chef “stellato”, per solcare dolcemente il fiume leggendario e, in bicicletta, esplorare in modo più intimo i villaggi, addentrandosi nelle risaie e percorrendo sentieri naturali.

– E ancora “I tesori di Bali” per un soft trekking a Ubud, nel paesaggio più popolare dell’Indonesia tra foresta tropicale e risaie terrazzate, costellate di templi e santuari. Esperienza da completare con un soggiorno sull’isola privata di Krakal, piccolo atollo di sabbia con 3 camere, in un mare trasparente nell’arcipelago indonesiano di Karimunjawa, a un quarto d’ora di barca dalla proprietà del celebre Kura Kura Resort (anch’esso nella programmazione di Going).

travelnostop.com

Thailandia, alla scoperta del Nord tra templi e villaggi

Thailandia © ANSA

 Invasa dai turisti che sono quasi triplicati in dieci anni - dal 2007 al 2017 sono passati da 14 a 32 milioni all'anno e nel 2018 si prevede di arrivare a 34 milioni - la Thailandia sta rischiando di perdere la sua anima gentile e sorridente. Ma la vera thainess di questa terra tanto amata da Tiziano Terzani ancora si può trovare andando alla scoperta dei villaggi rurali del nord, della vita nelle campagne, nei boschi, verso mete meno scontate del mare, che resta sempre l'attrazione principale. Qui la filosofia del sabai sabai, del tutto bene, del pensare all'oggi, funziona ancora.
    Ecco dunque, per chi cerca un po' di autenticità e vuole vivere un'esperienza diversa della Thailandia, nuove possibilità di viaggio che stanno creando una sempre più apprezzata forma di turismo. Un punto strategico di partenza in questa direzione è Chiang Mai e la sua provincia, che si può raggiungere da Doha con un volo diretto, tra le nuove destinazioni, insieme a Pattaya, aperte da Qatar Airways nel 2018. Seconda grande città della Thailandia, a 700 chilometri da Bangkok, Chiangmai (Città nuova), a pieno titolo capitale del Nord, circondata dalle montagne più alte del Paese, come il Doi Inthanon, dove d'inverno (da novembre a febbraio) si va ad aspettare lo zero, famosa per i suoi mercati notturni, merita di essere visitata anche per il fascino dei suoi templi e siti religiosi, oltre 300, quasi quanti Bangkok. Un giro divertente del centro storico si può fare all'aria aperta a bordo dei colorati tuk tuk, i tipici taxi a tre ruote.
    TEMPLI A 11 chilometri dal centro, ecco il Doi Suthep, un complesso di templi sopra la montagna di 1.676 metri, da cui prende il nome, simbolo della città, meta di pellegrinaggio e dei monaci buddisti di tutto il mondo. Salendo 306 scalini si raggiunge la pagoda d'oro che custodisce un'importante reliquia di Buddha. E' un luogo sacro di pace e spiritualità dove si cammina tra i buddha in diverse posizioni di meditazione, tra enormi campane e gong, ma dove c'è spazio anche per l'induismo e l'animismo.
    Benché il buddismo sia prevalente in Thailandia è proprio questa mescolanza di credenze che rende unica la forma di devozione thailandese.
    Nel centro storico della città, all'interno delle mura, ecco il suggestivo complesso Wat Chedi Luang, conosciuto anche come il Tempio del Grande Chedi. Sui lati del basamento della struttura colpisce una sequenza di imponenti elefanti di pietra, i più antichi sono senza proboscide. Molto venerato, l'ideale è vederlo al tramonto. Imperdibile e unico anche il tempio Sri Supan, conosciuto come il 'Silver Temple'. Tutto in argento mescolato all'alluminio, è stato creato da artigiani argentieri della vicina comunità Wua Lai. Le donne però non possono entrare perché è il luogo in cui vengono ordinati i monaci. Anche qui buddismo e induismo convivono nella stessa area.
    Luogo magico delle montagne thailandesi, il parco nazionale del Doi Inthanon, dove c'è la montagna più alta della Thailandia di 2.595 metri d'altezza e dove è tradizione andare d'inverno con le tende ad aspettare lo zero. E se si raggiunge questa temperatura è grande festa.
    A 80 chilometri a sud-est di Chiangmai, in un'ora e mezza in auto, si arriva a Lampang, famosa per i carretti con cavallo, simbolo della città, insieme al gallo da combattimento. Ma, aldilà di questa attrazione turistica e del fatto che la maggior parte delle persone usano il tuk tuk, questa tranquilla e sorridente cittadina dall'influenza birmana colpisce per le sue case in teak, un legno scuro e resistentissimo, molte trasformate in museo, e per la gentilezza dei suoi abitanti. Non si può perdere il Wat Pra Dhat, antico tempio costruito in teak e non si può mancare un giretto tra i negozi che vendono ceramiche (qui c'è la più importante industria della Thailandia): ciotole, piatti, tazze realizzate con una speciale terra bianca che le rende uniche.

    VILLAGGI A 15 chilometri da Chiangmai si trova il villaggio di Baan Pong e qui si può visitare un allevamento intensivo di carpe che hanno permesso, grazie all'apporto di proteine, di salvare molti contadini dalla pellagra, allargando l'arco alimentare. Il responsabile del progetto di allevamento di pesce della comunità di Pong, Mister Parinya, detto Eak, racconta che qui si coltivano 5 milioni di girini all'anno, l'80% sopravvive. Una carpa può arrivare fino a 6 chili ma quelle buone da mangiare sono al massimo di 1 chilo e mostra delle palline fatte di farina di soia gialla, pesci secchi, mais e olio di pesce macinati tutti insieme con cui vengono alimentate nelle vasche.
    Nel villaggio di Pong si può dormire e fare campeggio. Nel nord della Thailandia ci sono 10 comunità aperte ai turisti su un totale di circa 100 villaggi rurali. E c'e' anche un progetto di volontariato per cui si può fare esperienza di vita comunitaria e aiutare nel lavoro quotidiano.
    Si può vivere un'esperienza emozionante anche entrando in contatto con le tradizioni dei tailandesi che vivono qui: dal lavoro di rimboschimento, alla tessitura al telaio, alle ricette culinarie realizzate con le donne di Pong, come quella del dolce al cocco Kanom Khi Maew. Gli ingredienti si preparano al momento, a partire dall'apertura della noce di cocco che viene lentamente sbriciolata.
    Con Zietta, un'esile e dolce tailandese avanti negli anni, si passeggia tra coltivazioni di piante ed erbe particolari tra le quali spuntano gusci di uova piantati su lunghi stecchi per proteggere dagli insetti l'erba cipollina e si va alla scoperta di strani frutti dal nome impronunciabile che, assaggiati insieme al lime, lasciano in bocca un forte gusto di liquirizia.
   
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In Thailandia alla ricerca di Buddha e del Sanuk Tra monasteri, arte, feste e massaggi dalla tecnica millenaria

(di Daniela Giammusso) Il sorriso, la calma, la gentilezza. Quell'innata propensione all'ospitalità, al dire sempre ''si'', piuttosto che ''no'', lo spirito di accoglienza. Non è un caso se la parola ''Thai'' tradotta significhi ''libero''. Perché in pochi posti al mondo come in Thailandia (la ''terra degli uomini liberi'' appunto), natura, popolo, suoni e colori sono tanto accoglienti. Merito anche del Buddismo Theravada, seguito dal 95% della popolazione (gli altri sono per il 3,8% musulmani, 0,1% induisti, 0,5% cristiani), che prima ancora che una religione qui è sentito come una filosofia di vita. Il Sanuk, la ricerca della via per la felicità, è al centro di tutto e in ogni campo, anche nel lavoro, per quanto duro sia. E Buddha è a ogni angolo, spesso nei anche nei piccoli tabernacoli davanti alle porte di casa, lavato, omaggiato di fiori e con viveri freschi portati ogni mattina.
    Una visione del mondo lontana un continente e un oceano intero dalla nostra. Ma alla quale è difficile non abbandonarsi appena varcato il confine. E allora viaggiando in Thailandia è bello anche perdersi alla ricerca del ''proprio'' approccio a Buddha.
    Si può cominciare dai Wat, i templi che si trovano in ogni angolo o isoletta del paese, curati dai monaci con la loro veste arancione. Se ne incontrano molti, perché se il capo della gerarchia buddista è di norma il Re, gli uomini thailandesi di religione buddista nel corso della vita trascorrono in un monastero un periodo minimo dai tre a i sette giorni (ricordate, i monaci sono intoccabili: non si deve rivolgere loro la parola e si deve cedere sempre il passo; le donne non devono toccarli per nessuna ragione, nè possono consegnare loro qualcosa direttamente). Lasciate le scarpe all'ingresso e sedetevi davanti ai grandi Buddha (senza mai rivolgere loro i piedi, la parte meno degna del corpo) in silenzio ammirate la devozione di chi viene ogni giorno a pregare. O partecipate alle coloratissime feste collettive.
    Oppure scoprite Buddha nell'arte: scolpito nelle sue quattro posizioni tradizionali (eretto, seduto, in movimento, disteso), nelle pitture che raccontano le sue vite o nei bassorilievi ricoperti d'oro, madreperla, vetri e lacche. Visitate i luoghi che conservano tracce del suo passaggio, come l'impronta lasciata al Wat Phra Phutthaba, tra le montagne di Saraburi.
    Secondo tradizione, venerarla, spruzzare acqua o depositare oro su di essa porta il perdono dei peccati, successo nella vita o felicità eterna.
    Ma il benessere interiore, in Thailandia, si accompagna sempre anche al benessere fisico, in un salutare equilibrio tra mente, anima e corpo. E allora concedetevi un momento per ritrovarvi.
    Uno dei centri più importanti per la meditazione è Suan Mok, tempio immerso nella foresta nella provincia di Surat Thani, a 600 km a sud di Bangkok. Ma ne esistono molti anche nella capitale, come al Wat Mahathat o al Wat Paknam. Soprattutto, abbandonatevi all'arte del massaggio tailandese. Con circa 600 centri termali, infatti, la Thailandia è al vertice delle Spa destinations nell'area Asia-Pacifico. Ma non occorre spendere molto per sperimentare un autentico Nuad Phan Thai Boran: tecnica millenaria, fino a qualche anno fa praticata solo nei templi buddisti thailandesi, che comprende una serie calibrata di pressioni, allungamenti muscolari, impastamenti dei tessuti molli e dello strato connettivo, mobilizzazioni delle articolazioni. Tramite la digitopressione si stimolano i ''sen'', i canali energetici, eliminando blocchi energetici su corpo e organi interni. Tra i benefici, la riattivazione dei sistemi anatomico-funzionali, sollecitazioni al sistema immunitario, relax e sollievo dai dolori.
    Per pochi Bath si può provare su piedi o testa nei molti centri che si incontrano passeggiando in città come al mare. Ma per un vero massaggio tailandese su tutto il corpo, il luogo più ''autentico'' e rinomato è la Scuola del Wat Po, lo stesso del Buddha disteso. Per chi invece ama ambienti più sofisticati, sempre in città, la Kempinski The Spa ha vinto il premio Migliore Spa in hotel di Asia e Australasia.(ANSA).
   
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Thailandia, il paradiso del mare

Spiagge di sabbia finissima e poi scogliere verdi a picco sul mare. Fondali incontaminati, popolati di coralli, delfini e pesci coloratissimi. E ancora grotte, cascate, parchi naturali e grandi falò con migliaia di ragazzi da tutto il mondo ad attendere la luna piena. Il motivo numero 1 per andare in Thailandia è il mare, con ben cinque isole elette quest'anno tra le migliori al mondo nel TripAdvisor Traveller's Choice Awards e Koh Tao votata come la prima in Asia (seguita da Phuket, Koh Samui, Koh Lanta e Phangan). D'altronde, ricordate il tuffo di Leonardo Di Caprio a Phi Phi Island o le corse in motoscafo di James Bond intorno all'isola che da allora porta il suo nome? E' tutto qui, tra queste acque calde 12 mesi l'anno e così limpide da sembrare trasparenti. C'è solo da scegliere, in base al proprio budget e al tempo. Meglio la costa occidentale nel nostro periodo invernale e quella orientale in estate, in genere meno battuta dal monsone.
L'isola più grande e conosciuta della Thailandia (seppur collegata alla terra ferma dal Ponte Sarasin) è Phuket, la Perla delle Andamane, 867 chilometri a sud di Bangkok. Devastata dallo Tsunami nel 2004 e subito ricostruita, oggi attira 12 milioni di turisti l'anno, con un'offerta che va dai super-resort a 5 stelle alle guesthouses. Tutti qui conoscono la distesa di sabbia di Kata, ma c'è anche la vivacità della frequentatissima Patong o una nota esotica a Rawai, il villaggio degli Zingari del Mare, dove al tramonto comprare il pescato fresco e farselo cucinare in uno dei ristorantini sulla spiaggia. Per poi lanciarsi nella vita notturna dei pub di Bangla Road.
L'incontro tra l'Oceano Pacifico, il più grande al mondo, e l'Oceano Indiano, il più piccolo e misterioso, fa poi dei fondali tailandesi un paradiso per gli amanti della subacquea, con oltre il 20% dei pesci delle barriere coralline del mondo e più di 800 specie, compresi squali balena e mante che qui si incontrano frequentemente. Da non perdere allora un'immersione all'isola di Racha, al largo di Phuket, tra squali leopardo, coralli e gorgonie a ventaglio. Ma soprattutto alle Similian, piccolo arcipelago di nove isolette di granito ricoperte di verde, eletto tra i 10 luoghi più belli al mondo per le immersioni, accessibile solo in alcuni mesi dell'anno e paradiso delle tartarughe che qui vengono a nidificare. Si può scegliere se alloggiare nei campeggi del parco nazionale oppure optare per il confort di Khao Lak, sulla terra ferma.
Poco più a est di Phuket, Krabi conta alcune delle spiagge più belle e incontaminate del paese come Ray Lay, nei sogni di chiunque pratichi freeclimbing. Al largo c'è poi Koh Taleng Beng, dove il bagnasciuga esiste solo durante la bassa marea; Phi Phi Don, isola senza strade, dove la gente si sposta in barca e indù, buddisti e ''nomadi del mare'' vivono fianco a fianco in armonia; o la piccola costellazione del Parco marino cui appartiene anche Phi Phi Island. Ancora più a Sud, quasi al confine con la Malesia, la remota Koh lipe è stata definita dal National Geographic ''The Perfect Beach'', la spiaggia perfetta, dove godere di uno dei più bei tramonti d'Asia o tuffarsi tra le bellissime barriere coralline del Parco marino di Tarutao.
Sono sul versante orientale, invece, immerse nel Golfo di Thailandia, Koh Samui, Koh Tao e Phangan. Tre isole, quasi tre sorelle, ognuna con il suo profilo. La maggiore, Samui, è circondata da lunghe spiagge dorate, ideale per le famiglie, ma anche per chi cerca divertimento a Chaweng Noi. Da qui partono le barche per visitare il Parco marino di Ang Thong: 42 isolette calcaree che sprofondano in acque quasi verdi, tanto sono incontaminate. Di Phangan, l'isola dello yoga e della meditazione, vi basterà invece pronunciare solo il nome a qualunque ragazzo del paese per veder sbocciare sorrisi e ascoltare racconti di lunghe notti passate davanti al fuoco per il Full Moon Party, la festa della luna piena sulla spiaggia di Haad Rin, che in alta stagione raduna fino a 10 mila persone. E poi c'è Koh Tao, la più piccola, per chi ama vivere il mare tutto il giorno con la maschera indosso, tra squali martello e la lingua di sabbia che la unisce ai tre isolotti di Nangyuan.
Se poi la Thailandia è la tappa di un viaggio che vi porta ancora più a oriente, concedetevi una sosta a Pattaya, la spiaggia più popolare tra chi vive a Bangkok. O, quasi al confine con la Cambogia, nell'incontaminata Koh Chang, l'isola degli elefanti, ricoperta di vegetazione inesplorata e selvaggia ma che scende in acqua con dolcissime baie di sabbia bianca.(ANSA).

Il cuore verde della Thailandia Un itienerario nel nord del Paese. Giungla, Mekong, mercati antichi

Il verde acceso della giungla, l'azzurro incontaminato di innumerevoli cascate e i colori di migliaia di fiori: nel nord del Paese, a pochi chilometri da Chiang Mai e Chiang Rai, nelle vallate che portano fino alle sponde del fiume Mekong, la vera voce della Thailandia parla agli appassionati di escursioni e passeggiate, ma anche gli amanti di storia e antiche tradizioni. Tra piantagioni di mais e palme di cocco, immensi alberi di banane e giganteschi elefanti, la ‘terra del sorriso' apre le porte del suo paradiso meno noto, ma non per questo meno affascinante, a chi vuole lasciarsi alle spalle caos e frastuono e immergersi  nella pace del ‘Paese degli uomini liberi'.

Bye bye città
. Il rumore del traffico e le luci delle città si trasformano in un ricordo lontano non appena si arriva, dopo poco più di un'ora e mezza di viaggio in auto da Chiang Mai, in uno dei villaggi delle tribù Lisu. Qui, per accogliere i turisti per più di una giornata, circa dieci anni fa è stato realizzato un eco-lodge, costruito sul modello delle abitazioni locali,  gestito da uomini e donne della comunità. Dopo un pasto rigorosamente thai, a base di carne di pollo e maiale e zuppe di noodles, arricchiti dai profumi e i sapori di spezie ed erbe selvatiche, i ragazzi del villaggio intrattengono con danze e musica tradizionale gli ospiti, coccolati da un clima mai troppo fresco.

Tradizioni e leggende di antiche tribù.
La popolazione, che vive in piccole baracche dove il tempo sembra essersi fermato e che in passato era dedita alla coltivazione dell'oppio, ora, grazie all'intervento del governo tailandese, è impegnata nella coltivazione di verdure e frutta, ma soprattutto nella lavorazione di oggetti di artigianato. È proprio da queste tribù, infatti, che arrivano al mercato notturno di Chiang Mai borse, stoffe, cappelli e gioielli in argento. Nelle viuzze che si intrecciano tra le abitazioni non è inusuale imbattersi nello sciamano del villaggio, pronto a raccontare antiche leggende e a descrivere rituali tramandati da generazioni, o nelle donne che ricamano abiti colorati da indossare nei giorni di festa.

 
Una foresta da salvare. Lunghe passeggiate in bicicletta o a dorso degli elefanti, escursioni e rafting sono solo alcune delle tante attività che le guide locali propongono ai viaggiatori, senza tralasciare una visita all'Himmapaan Foundation, organizzazione nata con lo scopo di promuovere il turismo sostenibile e coinvolgere i visitatori a ripristinare e conservare l'ambiente naturale. Attualmente la fondazione è impegnata a piantare alberi in un'area di circa 113.600 metri quadrati di foreste degradate dal disboscamento messo in atto dalle tribù in diversi distretti della provincia di Chiang Mai e i turisti possono contribuire, piantando giovani piante

Una terrazza sul Mekong. Ancora più a nord, dove la Thailandia guarda il Laos, affacciato sulla valle del Mekong, c'è un piccolo villaggio della tribù Hmong e Lahu. Vale sicuramente la pena affrontare le circa sei ore di viaggio in auto da Chiang Mai per arrivare al Lanjia (pacifico, in lingua Hmong) Lodge, una struttura eco-sostenibile sulla collina che domina la vallata. Oltre a battute di bird watching e passeggiate in bicicletta, non si può rinunciare a trascorrere qualche ora con le donne della tribù che, con pazienza e grandi sorrisi, invitano tutti a cimentarsi nella realizzazione di tradizionali Batik, disegnati con cera calda e tinti in colori sgargianti. Da qui raggiungere il ‘ Triangolo d'oro' e concedersi una gita in barca sul Mekong è davvero facile. Ma chi ha buone gambe e voglia di godere di uno spettacolo veramente esclusivo, non può lasciarsi sfuggire l'opportunità di raggiungere, con l'aiuto di una guida locale, dopo un trekking di circa due ore, una delle cascate nascoste nella giungla, le cui acque fresche sono l'ideale per regalarsi un bagno indimenticabile. 
 
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