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La cucina italiana protagonista all’ambasciata a Tokyo


La valorizzazione della cucina italiana e il sostegno della candidatura a patrimonio immateriale dell’Unesco sono stati i temi al centro della
serata organizzata dall’ambasciata d’Italia in Giappone, in collaborazione con l’Ufficio Ice di Tokyo, alla presenza di autorità locali, operatori e chef italiani e giapponesi del settore agroalimentare per il riconoscimento del valore enogastronomico del nostro Paese come bene intangibile dell’umanità.
Alla serata nella capitale giapponese era presente la squadra maschile della Nazionale di Rugby, che, nell’ambito di gare amichevoli della Summer Nations Series, disputerà il 21 luglio a Sapporo un incontro con la nazionale giapponese; nonché la Federazione giapponese di Rugby. “Legare la qualità della cucina italiana, la nostra identità e le nostre tradizioni, vuol dire valorizzare il legame profondo che c’è tra la corretta alimentazione, i corretti stili di vita e l’attività fisica. Accostare il buon cibo italiano allo sport è forse uno dei momenti più alti per dimostrare che la nostra tradizione culinaria non rappresenta solo un insieme di ricette, esperienze, pratiche e contaminazioni ma è il cuore della dieta mediterranea, caratterizzata da prodotti alimentari d’eccellenza, da cibi sani, dalla varietà e dalla biodiversità”, ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Parole condivise dal presidente di Ice Agenzia, Matteo Zoppas, secondo cui iniziative come queste costituiscono un importante volano per il
rafforzamento dei prodotti italiani su un mercato strategico come quello giapponese. “Il Giappone è un partner commerciale storico per l’Italia, e anche grazie al supporto dell’Ice, i prodotti italiani sono facilmente disponibili nel Sol Levante. Negli ultimi anni, l’export di prodotti alimentari italiani sul mercato è cresciuto sistematicamente, raggiungendo quasi un miliardo di euro. Inoltre, in vista di Expo Osaka 2025, sarà cruciale porre l’enogastronomia italiana in primo piano, rafforzando ulteriormente la nostra presenza. La candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco è un’occasione autorevole di racconto dei valori che caratterizzano il Made in Italy enogastronomico anche nei canali oltre l’etnico”.Nel corso della serata un menù di piatti tipici della cucina italiana, firmato dall’Accademia della cucina italiana, ha raccontato le eccellenze del territorio attraverso un percorso di sapori dal mare alle montagne. La cerimonia si è conclusa con la consegna di una targa di riconoscimento ad otto associazioni giapponesi del settore agroalimentare che contribuiscono a diffondere la conoscenza della nostra cucina in Giappone.
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Tokyo nel gotha nella gastronomia stellata, Ginza al top

 

Per il 17° anno consecutivo, Tokyo si è distinta come la città al mondo con il maggior numero di stelle Michelin. L’edizione 2024 della Guida Michelin Tokyo comprende ben 183 ristoranti stellati, che, sommati ai ristoranti consigliati e a quelli con riconoscimento Bib Gourmand, portano il totale di locali pubblicati alla cifra record di 504.

Una delle più importanti notizie di Michelin Tokyo 2024 è la promozione del ristorante di sushi Harutaka all’ambito riconoscimento delle Tre Stelle Michelin. Situato nel quartiere di Ginza, Harutaka è rinomato per il suo autentico sushi in stile Edo, preparato meticolosamente dallo chef Harutaka Takahashi, che ha messo a frutto i suoi dodici anni di esperienza presso Sukiyabashi Jiro, il ristorante di Jiro Ono, punto di riferimento globale per il sushi, famosissimo anche in Italia.

Tokyo continua il consolidamento della sua posizione di capitale gastronomica mondiale, in particolare nel quartiere di Ginza, che racchiude numerose gemme dell’alta cucina, sia giapponese sia internazionale. Nel 2023 ha festeggiato il suo 50° anniversario L’Osier, il ristorante francese guidato dallo chef Olivier Chaignon, il cui nome è un riferimento all’albero simbolo di Ginza, il salice. Altro ristorante storico è Ginza L’écrin, che offre una cucina rigorosamente francese dal 1974, anno nel quale è stato aperto e ha ricevuto una Stella Michelin. La cantina di questo ristorante cinquantenario conta più di 15 mila bottiglie, tra le quali maestri sommelier attingono per creare i migliori abbinamenti. Chi non beve alcol, potrà trovare anche delle opzioni analcoliche da gustare con ogni piatto.

Anche Makiyaki Ginza Onodera è un’istituzione per quanto riguarda la cucina francese, reinterpretata utilizzando ingredienti e tecniche culinarie giapponesi e il calore del fuoco di un forno di argilla. La cucina francese è inoltre protagonista del ristorante Dominique Bouchet Tokyo, insignito di una stella Michelin per i suoi piatti preparati con ingredienti giapponesi di stagione, e del suo bistrot Les Copains de DOMINIQUE BOUCHET, Bib Gourmand, entrambi a Ginza. Nel quartiere trova posto anche la cucina italiana, rappresentata dal ristorante a una stella Faro, che unisce la tradizione e l’innovazione culinarie del Bel Paese alla ricchezza degli ingredienti e della cultura giapponese.

Il ristorante è stato premiato con la Stella Verde Michelin per il suo impegno nella sostenibilità. Non mancano ovviamente i ristoranti di cucina giapponese. Sushi Kojima prepara sushi dal sapore vintage, con nigiri di riso ripieni di oboro,pesce tritato, decorati con gamberi o una fetta di pesce. SHIGEMATSU è rinomato per il suo brodo dashi dal sapore deciso e le sue ostriche fritte condite con miso. Il menù di GINZA OKUDA pone la sua enfasi sulla stagionalità degli ingredienti. I ristoranti Ginza Fukuju e Ren Mishina si fondano sul concetto di semplicità e si impegnano a esaltare al massimo i sapori innati degli ingredienti, riducendo condimenti e inutili orpelli. Ginza Kojyu non serve mai gli stessi piatti, ma presta attenzione a metodi di cottura e stili di servizio sempre nuovi.

Ginza non è soltanto ristoranti stellati, ma è una meta fondamentale per gli amanti dello shopping, dell’arte e della cultura tradizionale giapponese. Ginza Six e Tokyu Plaza Ginza sono solo alcuni dei complessi commerciali presenti nel quartiere. Nei fine settimana e durante le festività nazionali, la via principale di Ginza è chiusa al traffico ed è possibile passeggiare in tutta tranquillità guardando le vetrine, oppure visitando le numerose mostre, della Shiseido Gallery, della Maison Hermès o della Ginza Graphic Gallery. Infine, per gli appassionati del teatro, il Kabukiza, uno tra i principali palchi dedicati all’arte tradizionale del teatro kabuki, mette a disposizione biglietti per un singolo atto il giorno stesso dello spettacolo. In questo modo, chi già conosce questa forma d’arte può concedersi una performance senza impegnare la giornata intera, mentre chi ne è digiuno può averne un assaggio, senza uscirne appesantito.

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Il giro del mondo in sei tappe chef Apreda

- ROMA - Geografi gourmet. A questo curioso mix di viaggiatori e appassionati dell'alta cucina si rivolge Francesco Apreda, chef stellato dell'Imago dell'Hassler, che propone nel menu autunnale 'Sapori di viaggio', un giro del mondo in sei tappe: Napoli, Londra, Tokyo, New York, Roma, Mumbai (Bombay). Che poi sono le sei capitali del gusto che riflettono le sue esperienze professionali. Nello ristorante panoramico dello storico hotel romano, quando si distoglie lo sguardo dallo skyline a 360 gradi su Roma, si riceve un planisferio con proposte prima olfattive poi di gusto per ogni tappa tra i cinque continenti.

Per sintetizzare le numerose esperienze lavorative trascorse all'estero tra Europa, Stati Uniti, India e Giappone, Apreda ha identificato un 'sapore' - dolce, piccante, amaro, salato, acido e umami - che nel suo immaginario rappresenta al meglio il luogo a cui è dedicato. Londra, dove Apreda ha lavorato presso cucine del calibro di Le Gavroche Restaurant, L'Ibla e The Green Olive, è simboleggiata da Foie gras e Scones, Blend Sweet Rain che, come il classico tè del pomeriggio, racchiude un gusto dolce.

Tokyo, la metropoli che lo ha ospitato per tre anni ai fornelli del ristorante Cicerone dell'Imperial Hotel, e dove ha imparato il rispetto per gli ingredienti e per le diverse tecniche di preparazione e di cottura, è espressa dal sapore umami del Polpo e Alghe, Blend Uma-Mia. I profumi piccanti di Mumbai, la città che ha acceso in lui la passione per l'India e le sue spezie e dove riveste il ruolo di consulente presso due prestigiosi ristoranti italiani, sono invece racchiusi nelle Penne all'arrabbiata, Blend Spicy Bomba-y.

Roma, la città d'adozione dello chef, è rappresentata da un piatto iconico e dalla forte personalità, speziato e aromatico ma non aggressivo che conquista con un gusto leggermente amaro: il Risotto al cacio, Blend Pepi e Sesami, che si compone di 6 tipi di pepi e 6 di sesami. Per Napoli, la sua città natale, lo chef risveglia i sapori del cuore, con un prodotto tipico delle festività natalizie i cui i sentori sono marini e salati: il Baccalà EVO, Blend Sabbia Salata. In omaggio a New York, città d'origine della moglie Marilena, lo chef ha rielaborato un classico della tradizione in modo eclettico e dal gusto acido, la Pink Cheese Cake, Blend Big Apple Sour, usando pompelmo rosa, melograno, lampone, fragoline e petali di rosa.

Tra i percorsi degustazione del nuovo menu autunnale si aggiunge quello Vegetariano che si struttura in sei differenti portate quali la Vellutata di cipolle e funghi, miso rosso e formaggio di capra, gli Spaghetti cacio e pepe, sedano e polvere di lime e la Caprese alla zucca e mandorle, composta di arance e cardamomo. Il tutto in menu a 130 euro a persona, bevande escluse.
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