Vacanze: da low cost a bambini, tutti i consigli per cellulari e itinerari. I consigli per auto e aereo e la guida per la salute in viaggio

a cura di Cinzia Conti

Un anno di lavoro alle spalle e tanta voglia di godersi il meritato riposo? Se fate parte di quei 28 milioni di italiani che potranno permettersi le ferie ecco qualche consiglio utile prima di mettersi in viaggio.

Se non avete ancora deciso la vostra meta date un'occhiata ai reportage di Ansa In Viaggio in Italia e nel Mondo. Se invece siete certi che volete il mare potete sempre scegliere la spiaggia dalla top 20 di Legambiente. E soprattutto occhio alla privacy e tra selfie e social attenzione alle situazioni imbarazzanti sotto l'ombrellone.

LE IDEE PER RISPARMIARE - Passiamo al grande problema crisi: si parte con l'idea di vacanze offline e detox da cellulare e computer ma quanti riescono veramente a farlo? Pochi. Quindi un decalogo sugli errori da evitare per risparmiare con il cellulare può sempre essere utile. E se la meta è l'America occhio alle nuove regole della Tsa e niente cellulari e Ipad scarichi alla partenza.

In valigia, poi, saranno utili sia i pezzi d'abbigliamento giusto (pochi ma strategici) sia dei buoni libri come compagni di viaggio.

 I CONSIGLI PER AEREI E AUTO - C'è un volo di mezzo? Fate pure gli scongiuri ma date un'occhiata a cosa fare in caso di perdita o danneggiamento dei vostri bagagli.


Invece chi andrà in auto fuori dai confini nazionali tenga presente le regole che cambiano da paese a paese.

LA GUIDA PER VIAGGI SANI E SICURI - Infine che siano meduse o jet lag non permettete a nulla di rovinarvi la vacanza e date un'occhiata alla guida per fare viaggi sani e sicuri (dai consigli per bambini alle dritte per le future mamme alle malattie infettive).
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Vademecum per viaggi sani e sicuri

Estate: viaggi sani e sicuri, consigli per le vacanze dalle meduse al jet lag

La salute non va mai in vacanza

di Stefania Passarella

Dai rimedi per il jet leg ai consigli per le punture di insetti e meduse, passando per le precauzioni per affrontare il caldo, i pro e i contro di una "vacanza offline" e le opportunità del turismo accessibile: quando si viaggia, e in particolare in estate, la salute non va in vacanza. Avere a portata di mano o di clic qualche consiglio può essere utile per tutti i turisti che vogliono affrontare i viaggi serenamente anche dal punto di vista della salute e del benessere. Da quest'anno poi sono a disposizione una serie di app, che danno tante indicazioni utili (dal trovare le farmacie di turno in vacanza al misurare la febbre e la pressione).

Il buonsenso è la regola principale sia per evitare incidenti in vacanza, sia per affrontare le piccole-grandi emergenze in cui i turisti possono incappare, in Italia e all'estero. Ad esempio è questo il consiglio principale dei ginecologi per le donne in gravidanza che viaggiano e che dovrebbero comportarsi proprio come se fossero già madri di un neonato, evitando quindi trasgressioni e destinazioni estreme. Oltre a stare attente all'alimentazione, eliminando dalla propria dieta i crudi, ai problemi di circolazione e ad alcune precauzioni da adottare in aereo, evitando di volare dalla 32/ma settimana in poi.

Per i bambini c'è qualche accortezza in più. Evitare il sole nelle ore più calde della giornata, idratarsi con frutta e verdura di stagione, cautela negli sport, massima vigilanza quando si fa il bagno al mare o al lago e rispettare il codice della strada, in particolare per quanto riguarda l'obbligo per i più piccoli di sedersi nell'apposito seggiolino. Non c'è da essere ansiosi, basta seguire pochi accorgimenti per vivere una vacanza rilassata e serena. Anche se questi ultimi consigli saranno utili per tutti quando arriverà il consueto caldo estivo.

Per gli anziani in partenza i medici consigliano una visita geriatrica per stilare un programma preventivo personalizzato un mese prima. Una valutazione generale delle condizioni di salute è sempre importante perché per questa fascia di popolazione anche rimanere in città al caldo, in solitudine, senza i servizi assistenziali che si riducono nel periodo estivo e senza i familiari, può essere dannoso.

"No panico" è un'altra regola d'oro quando ci si trova a dover affrontare incontri ravvicinati con insetti o altri animali, dalle meduse ai serpenti. In Italia casi gravi si verificano raramente e non esistono specie così velenose in grado di provocare decessi istantanei. I casi più a rischio – ma anche i più rari – sono quelli dei morsi da serpenti, ma la quantità di veleno inoculata dalle specie nostrane nella persona adulta non basta normalmente a provocare decesso. Più a rischio i bambini, perché la massa corporea è minore rispetto a quella di un adulto, ma anche in questi casi se si agisce tempestivamente le eventualità più gravi possono essere scongiurate.

Diverso il caso di alcune specie di serpenti negli Usa o in Africa: chi va in vacanza in mete esotiche e potenzialmente 'selvagge' deve affidarsi alle guide locali per le escursioni. Imprescindibile in questi casi informarsi preventivamente sul Paese di destinazione. Dall'Africa all'Asia, al Sud America: le mete esotiche sono fra le più affascinanti e 'sognate' dai viaggiatori di tutto il mondo, ma sono quelle più impegnative anche per quanto riguarda l'organizzazione pre-partenza, in primis quella sanitaria. Dai vaccini, ove necessari, alle accortezze da rispettare in fatto di igiene e alimentazione: così non ci si rovina la vacanza tanto desiderata.
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Concorso fotografico in omaggio a Napoli tra arte e gastronomia. L'oro di Napoli in una foto

di SALVATORE TUCCILLO Napoli- metropolisweb.it
Descrivere l’amore per Napoli attraverso fotografie da mostrare a chi arriva o parte dalla città.  Foto che saranno esposte all’aeroporto di Capodichino grazie alla collaborazione tra Dieffe Comunicazione e la Gesac. Per realizzare questo progetto l'Associazione Medeaterranea ha organizzato un concorso fotografico che ha per tema i luoghi più emblematici della città ed un prodotto tipico regionale. Coniugando, in modo artistico, scorci, monumenti e opere d'arte con i prodotti enogastronomici di punta: pasta, caffè, farina, limoni e limoncello, pomodori, vini e mozzarella. Una commissione di grandi fotografi, artisti ed esperti delle Belli Arti, sceglierà le 15 immagini migliori da esporre presso l'Aeroporto di Napoli. Una mostra che poi viaggerà tra varie capitali del mondo. Gli autori delle 3 immagini che riceveranno più apprezzamenti, si aggiudicheranno altrettanti premi. L’obiettivo del concorso, che si inserisce nell'ambito del “Premio Medeaterranea” che si svolgerà a Napoli il 21 e 22 novembre, è quello di valorizzare la città come realtà turistica, con le sue bellezze artistiche, ma anche di promuovere i prodotti enogastronomici di qualità della Campania. L’iscrizione è gratuita e prevede due sezioni: una professionale, l'altra amatoriale. Gli scatti dovranno contenere un prodotto enogastronomico tipico che dovrà essere contestualizzato in un sito rappresentativo di Napoli. Possono partecipare maggiorenni di qualsiasi nazionalità ma residenti in Italia. Le immagini, in formato jpg, dovranno essere inoltrate all’indirizzo email medeaterranea2014@gmail.com entro il 31 ottobre 2014. I parametri di valutazione saranno: coerenza con il tema del concorso; Originalità e creatività; Qualità tecnica della fotografia proposta. Ogni concorrente potrà partecipare con un solo scatto.

Salta il Roccella Jazz Festival 2014


Il tanto atteso Roccella Jazz International Festival 2014 che avrebbe fatto vibrare i cuori degli amanti del jazz, giunto alla sua 34’ edizione, viene rinviato a data da destinarsi “per gravi problemi economici causati da ritardi nei pagamenti da parte dei vari Enti Patrocinatori”, si legge nella lettera di disdetta inviata agli artisti ospiti. Sarebbe dovuto partire domani (lunedì 11 Agosto) accompagnando l’estate calabrese fino a sabato 23 Agosto. I direttori artistici Vincenzo Staiano e Paola Pinchiera, con il programma Rumori Mediterranei, erano riusciti a raggiungere la prestigiosa rivista jazz Down Beat che porterà ancora più notorietà al già celebre festival.
La manifestazione calabrese, che nelle passate edizioni ha ospitato personaggi del calibro di Ornette Coleman, Cecil Taylor, Jan Garbarek, Chick Corea, Bill Frisell, Michael Brecker, Steve Lacy, Lester Bowie, quest’anno ha organizzato 37 concerti suddivisi per i 13 giorni previsti da cartellone.
Nella meravigliosa cornice di Roccella Jonica ed esteso a tutta la Provincia di Reggio Calabria, il festival prevedeva un ricco calendario: il giorno 11 il sipario si sarebbe dovuto aprire per Hamid Drake in una esibizione con Paolo Angeli e Enrico Rava uno dei nomi più autorevoli del Jazz italiano con il suo New 4et. Mercoledì 13 erano previsti Simone Graziano e David Binney, Lewis Porter, Furio di Castri e Fabrizio Sferra con il loro Italian Encounter e ancora Emanuele Parrini con il suo violino.
Il Festival che riunisce tanti appassionati compositori e maestri del genere jazz, non avrebbe nemmeno trascurato di coinvolgere i nomi più prestigiosi provenienti da tutto il globo: il sassofonista e compositore David Murray, il bassista inglese David Holland che ha lavorato a fianco di Miles Davis, il ceco Miroslav Vitous con il suo contrabbasso accompagnato dalla chitarra di John Abercrombie, Chico Freeman con le avanguardiste melodie del suo sax e tra gli altrettanti nomi illustri sarebbe dovuta essere presente, per nell’unica data italiana del 23 Agosto, la Sun Ra Arkestra.
Per non parlare delle giovani promesse del Jazz italiano e internazionale che si sarebbero dovute esibire sul palco del Festival: giorno 12 Giovanni Guidi e Gianluca Petrella, il 14 Luca Aquino, Ciccio Merolla il 16, il 17 Gerry Lopez e il 22 Agosto, colei che è definita la più promettente interprete del jazz, Sofia Rei con il suo trio.
Data l’ormai consolidata fama della manifestazione e visto il programma tutto mediterraneo non avevano trascurato le commistioni culturali nemmeno quest’anno, dopo Turchia e Israele, la scelta del tema del festival è ricaduta sulla cultura spagnola con El Yaz Y Paco. Dopo un omaggio al grande Paco De Lucia, sarebbe dovuto toccare al MBM trio di Baldo Martinez al Basso, Antonio Bravo alla chitarra e Lucia Martinez alla batteria il 12, Perico Sambeat avrebbe fatto la sua comparsa il 14, Agustì Fernandez il 19 e Josè Luis Gutierres il 23.
Che non si dica che il Roccella Jazz Festival dimentica il passato e le sue origini, per questa edizione erano state organizzate infatti numerose dediche ai più grandi compositori e musicisti di tutti i tempi, oltre a quella già citata a Paco De Lucia, è stata composta La Follia secondo Trovesi affidata dalla direzione artistica a Gianluigi Trovesi per celebrare il venticinquesimo anniversario di uno dei capolavori della musica jazz, Folia-The Roccella Variations composta nel 1989 da George Russell per il festival. A chiudere la manifestazione ci sarebbe stato l’omaggio della Sun Ra Arkestra, sotto la direzione del neo-novantenne Marshall Allen, per il proprio fondatore Sun Ra, scomparso nel 1993, celebrandone il centesimo anniversario della sua nascita.
Per posizione geografica questa costa calabrese è da sempre oggetto di sbarchi clandestini  provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa, terza meta in Italia più colpita dal fenomeno, verso il Porto delle Grazie di Roccella Jonica e in questa edizione si voleva far riflettere anche sul tema dell’immigrazione. Pensando di sensibilizzare l’opinione pubblica con mostre fotografiche e video proiezioni, oltre che con alcuni concerti, come quello della Provisional Emigrè Orchestra, neo-orchestra formata da immigrati, che il 19 agosto si sarebbe esibita accompagnata da Raul Colosimo.
L’impegno della direzione artistica, ora rivolto all’ottenimento dei fondi necessari, aveva in  programma anche un ampio ciclo di seminari e masterclass, tenuti da prestigiosi musicisti-docenti ospiti al Festival, corsi di fotografia, vari happening musicali  e tante altre iniziative. Si attende ora di scoprire quali saranno le nuove date.
di Francesca Colica - Futuro Europa

Bandiere nere in montagna

Il più grande Parco Nazionale d’Italia, quello dello Stelvio, sta scomparendo. Proprio come uno dei camosci, degli stambecchi, o degli orsi, che fino ad oggi aveva invece tutelato. Anche i parchi regionali sono in via d’estinzione. E persino il Corpo Forestale dello Stato sta per finire smembrato, a seguito di una iniziativa, del Governo Renzi: l’art. 7 del Ddl ‘Riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche’ (oggetto di una petizione di Legambiente, Greenpeace, Libera e Slowfood). Insomma, una autentica alluvione di carte bollate sta investendo le aree naturali italiane di pregio, a cominciare da quella ‘eccellenza ambientale’ che è costituita dalla montagna alpina. A denunciarlo è La Carovana delle Alpi di Legambiente, equivalente montanino della più nota Goletta Verde, che ha da poco assegnato le Bandiere Nere alle più significative aggressioni al patrimonio naturale ed economico-sociale delle Alpi italiane. Ebbene, la prima Bandiera Nera è stata assegnata alle segreterie del Pd e del Sudtiroler Volks Partei  ‘per la proposta da parte del SVP e la condiscendenza del PD a un processo di scissione e declassamento del più grande Parco Nazionale delle Alpi’. Un Parco nato come bene nazionale, appunto, fondato nel 1935 e che si estende in Trentino, Alto Adige e Lombardia. Essendo inter-regionale in quanto Nazionale, il Parco dello Stelvio sfugge agli appetiti localistici, sostenuti dai partiti locali, fomentati dal Titolo V e subito palesati con l’entrata in vigore del nuovo articolo: il primo tentativo di ridurre il Parco dello Stelvio in spezzatino è infatti del 2010, quando un decreto del Consiglio dei Ministri pro-frammentazione del Parco ‘coincise’ con l’astensione del SVP sulla Fiducia, che tenne in piedi il IV Governo Berlusconi. Quel tentativo fu reso nullo, per asimmetrie ordinamentali tra Trentino Alto Adige e Lombardia, dal Presidente Napolitano. Un altro attacco al Parco coincise con la debolezza del Governo Letta e del PD. Ma ora, Renzi i numeri per governare ce li ha.
Le Bandiere Nere 2014 sono state per tutti. In Friuli-Venezia Giulia per il Presidente della società “Carnia Welcome” ‘per le assurde affermazioni a favore delle manifestazioni motoristiche in alta quota’. In Veneto alla C.T.P.A.C. (Commissione Tecnica Provinciale per Attività di Cava) di Verona. Motivazione: ‘per aver espresso tre pareri favorevoli ad altrettante richieste di ampliamento di attività estrattive in aree ad elevato rischio ambientale, e già soggette ad indagini da parte della Procura della Repubblica di Verona’.In Trentino alla Comunità di Valle delle Giudicarie, che ’intende realizzare un pesante sacrificio di territorio, di paesaggio e di naturalità, ipotizzando consistenti e impattanti ampliamenti delle aree sciabili in zone di grande pregio ambientale e  paesaggistico fra la val Rendena e la val di Sole. In particolare, la zona di Serodoli e la val Nambino’ (dove, si vede in un video sul sito di Legambiente, si vuole ‘cancellare’ il Lago Nero per farvi passare una pista da sci, nei pressi di Madonna di Campiglio. Con CIPRA Italia, FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, PAN – EPPAA, WWF, Legambiente ha lanciato su questo caso una petizione.
In Lombardia, alla  Provincia di Lecco ‘per aver previsto il potenziamento del demanio sciabile di Moggio-Artavaggio e di quello Bobbio-Valtorta attraverso il loro collegamento tramite tunnel’. Questo mentre la Regione Lombardia punta, invece, sullo sviluppo sostenibile della sua montagna. Sempre in Lombardia, Bandiera Nera all’Amministrazione del Comune di Schilpario ‘per non avere attuato in maniera efficace la regolamentazione dell’utilizzo di motoslitte, in spregio a qualsiasi regola di buon senso capace di preservare il turismo dolce e di qualità’. In Piemonte, Bandiera Nera al comune di Exilles ‘per la perseveranza con cui opera nell’intento di trasformare il piano regolatore, adibendo a zona edificabile un terreno instabile e soggetto a forte rischio di alluvioni’. In Val d’Aosta  Bandiera Nera all’Amministrazione comunale di Valtournenche ‘per lo studio di fattibilità per nuovi collegamenti sciistici (tra la Valtournenche e la Val d’Ayas), che, se realizzati distruggerebbero l’ultimo lembo non compromesso del versante sud del Monte Rosa, ma che ha lo scopo reale di rilanciare cementificazione e speculazione edilizia. Il tutto ‘appoggiandosi su fondi del progetto Interreg Alpinks, finanziato dall’Unione Europea’.
Peccato per le tante ‘bandiere verdi’, le buone pratiche citate dalla Carovana, ma anche per le iniziative positive per una Montagna sostenibile come quelle del Piemonte a favore del moderno ed ecocompatibile escursionismo che però faticano a trovare finanziamenti mentre la Svizzera sull’escursionismo sta puntando alla grande. E sempre in Piemonte si riesce a proporre la costruzione di nuove strade nei boschi incontaminati delle Valli di Lanzo, come la ‘pista del Pasé’.
Il fatto è che in alcune aree alpine si continua a riproporre, fuori tempo, un modello di sviluppo dell’economia ‘autofago’, che distrugge cioè la risorsa stessa su cui si fonda: l’ambiente naturale. Un modello centrato sullo sci, vecchio di trent’anni e non sostenibile, né per l’ambiente montano, già sfruttato al limite, né per le attività economiche esistenti, tradizionali, di piccole dimensioni ed ecocompatibili, alle quali giorno per giorno sottrae reddito. Basti pensare a quello che è successo in quella sorta di santuario delle Dolomiti che era un tempo l’Alpe di Siusi, dove i gestori di malghe e alpeggi insieme ad alcune amministrazioni come il Comune di Ortisei e l’associazione Pro SeiserAlm hanno combattuto invano contro gli ‘ampliamenti’ di cubature concessi dal Comune di Castelrotto: ampliamenti che hanno trasformato i precedenti piccoli alberghi in grandi strutture al servizio dei nuovi, onnipresenti impianti di risalita, come documentato dai numerosi articoli sul tema del quotidiano Alto Adige e da L’Espresso-Repubblica online. Tutto in barba alla recente inclusione delle Dolomiti nel Patrimonio dell’Unesco, peraltro sempre citata come fiore all’occhiello nel materiale pubblicitario della località alpina. Il caso dell’Alpe di Siusi passerà alla storia e continuerà ad essere citato dagli amanti e dai turisti della montagna fin quando durerà il cemento, e non solo grazie alle foto e al passaparola dei social: siamo nella Terra dei Fanes, gli antenati dei Ladini, che sconfitti dalle armate che invadevano le Valli si ritirarono sugli Altipiani; ma che, tremila anni dopo, sono vivissimi nella memoria tosta dei Montanari. Quelli veri.
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Spazio Il satellite Planck svela la prima luce dell'Universo

Lo osservammo da vicino quando si trovava nella 'sala pulita' degli stabilimenti francesi di Thales Alenia Space a Cannes, subito prima del trasferimento allo spazioporto di Kourou. Il protagonista di queste nuove, importanti scoperte e della mappa più dettagliata finora realizzata dell’Universo è il satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), sormontato dal suo grande telescopio. Il lancio avvenne il 14 maggio 2009 con un razzo vettore Ariane 5, insieme ad un altro importante satellite scientifico europeo, l’osservatorio spaziale Hershel: «Sono circa sessanta i ricercatori dell’Inaf coinvolti nell’esperimento - spiega Nazzareno Mandolesi - tra le Università di Milano, Roma Tor Vergata, Pisa e Bologna, che studiano i dati ricevuti. Dati che sono estremamente più dettagliati rispetto a quelli ricevuti negli anni scorsi dal suo predecessore, il satellite americano Cobe». Il satellite, per permettere ai suoi strumenti di operare correttamente, funziona con una temperatura interna che per alcuni strumenti arriva a -273 gradi centigradi, quindi prossima allo zero assoluto. Si tratta di quella sorta di 'membrana' molto sensibile, capace di rivelare i segnali testimoni della nascita dell’universo.
Scrutare indietro nel tempo, con un viaggio nello spazio e nel tempo, in grado di farci vedere la fase iniziale della formazione dell’universo. Può sembrare il leit motiv di un film di fantascienza, ma è realtà. Non è possibile farlo con l’occhio umano naturalmente, ma tramite i sofisticati sensori, gli occhi elettronici, di uno strumento scientifico realizzato da un gruppo di ricercatori italiani, che si trova a bordo del satellite "Planck", dell’ESA europea, lanciato nello spazio nel 2009. Questo apparato, che ha la sigla LFI  (sigla che sta per "Strumento a bassa frequenza") insieme ad un innovativo apparato di raffreddamento a 250 gradi centigradi sotto lo zero, è stato realizzato, con l’importante contributo di scienziati italiani, da un consorzio internazionale di università, istituti di ricerca e industrie di dieci nazioni, guidato da un italiano, lo scienziato Nazzareno Mandolesi.
Assieme all’apparato (HFI), ad alta frequenza realizzato anch’esso da un Consorzio internazionale a guida francese, LFI rappresenta una parte più consistente, in termini scientifici, della missione, che negli ultimi tre anni ha "scrutato" nello spazio-tempo per avere informazioni sempre più precise sulla nascita dell’universo, e sui primi istanti della sua formazione, circa 380 mila anni dopo il Big Bang. Che sembrano tanti, ma in termini cosmologici, si tratta della prima luce dell’universo subito dopo la "grande esplosione" iniziale! Nel paragone con la vita dell’uomo Planck fotografa le prime 20 ore di vita.

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Acquisita dal satellite Planck, di recente è stata svelata la mappa più dettagliata mai realizzata finora della "prima luce dell’universo", la cosiddetta radiazione di fondo cosmico a microonde, rivelando l’esistenza di caratteristiche che sfidano le fondamenta delle nostre attuali conoscenze dell’Universo. La nuova immagine, a tutto cielo, è relativa alla luce più vecchia nel nostro Universo, impressa nel cielo quando aveva solo 380.000 anni e ci rivela, come in una copia carbone, lo stato delle materia, più o meno addensata, che ha dato origine al meraviglioso universo che oggi abbiamo il privilegio dii osservare.

«Fino a quel tempo - spiega Mandolesi - l’Universo giovane era costituito da una sorta di zuppa bollente caldissima  e densa di particelle elementari, protoni, elettroni e fotoni fra loro interagenti che, come in un giorno di nebbia rendeva tutto impenetrabile. Per un prodigio di natura però esso si stava espandendo e, come un gas si raffreddava. Raggiunta la temperatura di circa 2.700 gradi centigradi, i protoni e gli elettroni hanno iniziato a combinarsi tra loro per formare atomi di idrogeno: le interazioni radiazione materia sono diminuite drasticamente e la "nebbia" dipanandosi ha permesso alla luce di espandersi e arrivare fino a noi oggi, praticamente inalterata nelle sue caratteristiche a parte la sua temperatura che a causa dell’espansione è oggi diminuita di 1000 volte. Oggi questa luce oggi è visibile alle lunghezza d’onda delle microonde e la sua temperatura è di soli 2.7 gradi sopra lo zero assoluto».
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Per certi aspetti, è stato un po’ come togliere il velo sull’universo. La più recente mappa di Planck è più dettagliata rispetto a quella elaborata precedentemente, nell’estate 2010. E c’è anche la carta d’identità: l’Universo ha 13,8 miliardi di anni. I risultati ottenuti da Planck sono stati presentati da un team di ricercatori, tra i quali lo stesso Mandolesi, dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell’Inaf di Bologna e dell’Università di Ferrara, che è a capo del team (circa 90 istituti, università e centri di ricerca di tutto il mondo) che ha realizzato lo strumento LFI a bassa energia, un apparato realizzato con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana e che partecipa all’analisi dei dati tuttora in corso.

Per la nostra galassia, la Via Lattea, è stata di recente realizzata da Planck una mappa dell’emissione delle polveri, prodotte dalle stelle alla fine della loro vita, e poi sparse nel mezzo interstellare. Ed è stata realizzata anche una mappa dell’emissione degli elettroni liberi presenti tra le stelle. Per il cosmo intergalattico è stata realizzata una mappa della radiazione diffusa dal gas caldissimo degli ammassi di galassie, anche da quelli talmente lontani da non essere mai stati osservati prima. Infine, è stata separata anche la mappa della radiazione prodotta nei primi istanti dopo il Big Bang, il fondo cosmico di microonde, la cui immagine permette di stabilire la geometria, la composizione e l’evoluzione dell’universo a grande scala.
«Nuovi e più eclatanti risultati sono attesi da Planck alla fine di ottobre 2014 - ci anticipa  Mandolesi - e saremo noi stessi stupiti da quanto ci aspettiamo».
Aggiunge lo scienziato di origini marchigiane: «Ma è il caso che ha generato l’Universo, la natura, l’uomo? Perché la natura è così, direi scientificamente, perfetta? Io credo ad una risposta: cos’è il Big Bang se non la Creazione? Se penso ad una creazione non posso fare a meno di pensare ad un Creatore. Non posso immaginare che il caso sia alla base di tutte le meraviglie della vita che ci circondano».
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Appello ai pellegrini: venite, i Luoghi Santi sono sicuri

Appello ai pellegrini: non rinunciate alla Terra Santa. Anche in questa drammatica fase di crisi, ci sono le condizioni di sicurezza per recarsi in visita ai Luoghi Santi. E il pellegrinaggio, oltre ad essere un’esperienza spirituale ed ecclesiale unica, è il modo più concreto ed efficace per 'farsi prossimo' alle genti d’Israele e Palestina e alle comunità cristiane in particolare. A lanciare l’appello è il Coordinamento nazionale pellegrinaggi italiani (Cnpi), l’organismo pastorale che raccoglie la quasi totalità dei soggetti impegnati in questo ambito – dai Pellegrinaggi Paolini all’Oftal all’Unitalsi, per un totale di 35 sigle.
«Di fronte alle tragiche notizie arrivate da Gaza, mentre alcuni pellegrinaggi sono stati confermati, altri sono stati rimandati o cancellati. Per ora registriamo rinunce più a livello di singoli che di gruppi. Perciò abbiamo voluto offrire una valutazione sulla situazione attuale in Terra Santa, perché ogni scelta sia fatta con consapevolezza, sulla base di dati reali e non sull’onda dell’emozione», scandisce don Luciano Mainini, segretario generale del Cnpi.

«Le organizzazioni italiane di pellegrinaggi – si legge nel comunicato diffuso del Cnpi – in stretto legame col Patriarcato latino di Gerusalemme e con la Custodia di Terra Santa, ritengono che anche in questa situazione di crisi i pellegrinaggi possono proseguire, come di fatto sono continuati». La valutazione si basa su quattro elementi.  Il primo: «Il percorso tradizionale – Galilea e Giudea – non è nelle
zone interessate dagli scontri, distante tra i 400 e i 150 chilometri da Gaza ». Secondo: «I Luoghi Santi della Galilea e di Gerusalemme non sono mai stati, nemmeno nei momenti passati più difficili, oggetto di attentati». Terzo: «Il Ministero degli Esteri italiano non ha mai sconsigliato questa destinazione ». Quarto: «Il pellegrinaggio è una testimonianza. Si va non solo per visitare e per pregare, ma anche per condividere un cammino di fede. La Chiesa locale ha bisogno di sentirsi sostenuta». E non a parole ma «con una presenza che condivida preoccupazioni e speranze». Annullare i pellegrinaggi ha poi un impatto economico drammatico per tante famiglie e comunità già provate dalla persistente situazione di instabilità e conflitto della regione. Farsi pellegrini, infine, è un gesto e un segno di pace in
una terra che ne è assetata.

«Degli 800-900mila italiani che ogni anno vanno in Israele, il 90% sono pellegrini – riprende don Mainini –. Dal 2000, l’anno del Grande Giubileo, in poi, il numero di persone che sceglie la Terra Santa continua a crescere. Anzi: è l’unica meta che regge, mentre altre, come Lourdes e Fatima, fanno più fatica». Fra quanti avevano scelto la Terra Santa e per ora hanno sospeso e rimandato il pellegrinaggio, «c’è un gruppo di duecento giovani di Milano e di altre diocesi lombarde, che dovevano essere in viaggio proprio in questi giorni – ricorda il segretario del Cnpi –. Altri invece lo hanno confermato».

Altri come «i giovani e i seminaristi partiti giovedì da Brescia con la guida biblica don Mauro Orsatti e il direttore dell’Ufficio diocesano spiritualità e vocazioni, don Alessandro Tuccinardi. La settimana scorsa è partita una parrocchia di Brescia. Questi con voli di linea. E la settimana prossima riprende la 'catena' dei charter con un gruppo di Genova, altri gruppi e singoli pellegrini – incalza Giuseppe Gozzini di Brevivet, una delle agenzie con cui opera il Cnpi – . Giovedì anche Barbara Chiodi, il direttore di Brevivet, è volata in Terra Santa per vedere di persona la situazione ». Lo stesso viaggio effettuato a fine luglio da monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente e ammini-stratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, lanciando il medesimo messaggio: i Luoghi Santi sono sicuri, venire si può. E la presenza dei pellegrini è preziosa. Anche, e soprattutto,  ora.
avvenire.it

Cultura: Londra-Atene in bici per ritorno marmi Partenone

(ANSAmed) - ATENE, 8 AGO - Salvatore Lo Sicco, un professore italiano che vive e lavora nel Regno Unito, ha pedalato da Londra ad Atene sulla propria bicicletta per un'iniziativa tesa sostenere rimpatrio dei Marmi del Partenone. Lo Sicco ha cominciato il suo viaggio davanti al British Museum, che ospita i marmi che Lord Elgin trafugò da Atene ai primi dell'800, e lo ha concluso davanti alla gradinata del Museo dell'Acropoli. Il docente italiano è partito il primo luglio scorso e dopo 35 giorni e otto ore è arrivato nella capitale ellenica. Il progetto di Lo Sicco è stato sostenuto dal Comitato britannico per la Restituzione dei Marmi del Partenone. "Credo che il ritorno in patria dei Marmi del Partenone sia un obbligo morale e storico per tutti noi. Se vogliamo, possiamo cambiare le cose in Europa", ha detto il professore-ciclista. A ricevere Lo Sicco al suo arrivo ad Atene c'era il vice ministro della Cultura e dello Sport Angela Gerekou che si è congratulata per la sua iniziativa e gli ha offerto un biglietto omaggio per il ritorno a Londra e gli ha regalato una replica di una statuetta di una colomba del periodo ellenistico. "Ringrazio Lo Sicco a nome di tutti i greci", ha detto Gerekou. "Il sogno per la restituzione dei Marmi rimane vivo in noi. Iniziative come la sua ci riempiono di emozione e forza per continuare a lottare per una questione internazionale che riguarda sia le persone di cultura sia i semplici cittadini di tutto il mondo", ha concluso il vice ministro. I Marmi del Partenone, che sono esposti nella Galleria Duveen del British Museum dal 1962, sono da decenni al centro di una lunga controversia diplomatica tra la Grecia e il Regno Unito.

Turismo: Croazia dati per il 2014 mostrano crescita del ben 3%

Il turismo croato, principale motore dell'economia del Paese e l'unico settore a non soffrire la crisi economica, ha risentito del luglio piovoso, mese che rispetto all'anno scorso mostra un calo dello 0,4 per cento in arrivi e del 2% in pernottamenti. Buoni comunque i risultati complessivi per i primi sette mesi del 2014.

Secondo i dati del ministero del Turismo croati, diffusi oggi, sulla costa adriatica croata a luglio sono state registrate in media 20 giornate piovose, con alcune località in Istria che ne hanno avute addirittura 24. Questo, secondo le analisi, ha pesato soprattutto sulle presenze nei campeggi dai quali molti turisti sono andati via molto prima del previsto.

In complesso, comunque, il 2014 in Croazia ha visto una notevole cresciata negli arrivi, del 3,5 per cento, ovvero in tutto quasi sette milioni di turisti per 37 milioni di pernottamenti. Di questi la stragrande maggioranza, 6,2 milioni, sono stranieri, con al primo posto i tedeschi e gli sloveni.

Rispetto all'anno scorso gli arrivi dall'Italia sono cresciuti, per la prima volta in tre anni, del 5 per cento. (ANSAmed).

Borghi racconta Marta e Clusone



Sabato 9 e domenica 10 agosto alle ore 15.20 circa protagonisti su Borghi d’Italia i comuni di Clusone (BG)  e Marta (VT). Il fine settimana di Borghi d’Italia inizierà con Clusone  in provincia di Bergamo. Il Comune, storico riferimento della Val Seriana è incorniciato dai monti è sovrastato dall’imponente Basilica di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista. La tradizione religiosa di Clusone è importantissima e testimoniata dalle tante chiese e opere d’arte presenti sul territorio. Nel corso della puntata incontreremo il primo cittadino, l’arciprete, il presidente della Turismo Pro Clusone, il coro,  e l’orologiaio che ogni giorno carica l’orologio planetario del Fanzago del 1583; scopriremo anche l’antico mercato, il museo arte-tempo, i piatti tipici, l’oratorio dei Disciplini, l’ammirato affresco della “Danza Macabra” e la chiesa del Paradiso.  Poi, domenica 10 agosto, sempre alle 15.20, arriveremo a Marta (Viterbo) sulle rive dello splendido lago di Bolsena. Nel corso della puntata incontreremo il primo cittadino, il parroco ed i simpatici abitanti. Scopriremo il delizioso centro storico, il borgo dei pescatori, le chiese, visiteremo l’antica torre e presenteremo i piatti tipici, realizzati principalmente con il pescato del lago; ma soprattutto rivivremo i momenti più significativi  della secolare festa, una delle più antiche d’Italia, dedicata alla Madonna SS. del Monte.  Nel vivace corteo che collega il lungolago al santuario, c’è tutta la fede e  l’amore dei martani per la Madonna.
fonte: http://www2.tv2000.it/pls/s2ewtv2000/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=3419

Nei mari d'Italia 27 rifiuti ogni kmq, soprattutto plastica. Goletta Verde, in Adriatico 41% buste e nel Tirreno 34% bottiglie

Nei mari d'Italia si contano fino a 27 rifiuti galleggianti ogni chilometro quadrato, per lo più plastici, con una percentuale di quasi il 90%. Lo ha verificato Goletta Verde di Legambiente in 87 ore di osservazione e 1.700 chilometri di mare monitorati con l'Accademia del Leviatano nell'estate 2014. Il team di osservatori ha rilevato quasi 700 rifiuti sulle tratte costiere, un rifiuto di plastica ogni 10 minuti.
Le tratte più "dense" di rifiuti sono risultate la costa di Castellammare di Stabia (Napoli), dove sono stati contati più di 150 rifiuti ogni kmq; più di 100 i rifiuti al kmq davanti la costa abruzzese di Giulianova e più di 30 sul Gargano, tra Manfredonia e Termoli.

Il mare Adriatico è quello in cui sono stati trovati più rifiuti galleggianti, 27 ogni chilometro quadrato, in prevalenza di plastica, di cui il 20% proveniente dalla pesca. Nel Mar Tirreno la Goletta ne ha individuati 26 ogni chilometro quadrato. Meglio il Mar Ionio che grazie alla sua posizione geografica conta "solo" 7 rifiuti ogni kmq di mare.

L'Accademia del Leviatano ha monitorato la tratta transfrontaliera Civitavecchia - Barcellona per otto volte e un totale di 800 km e 20 ore di osservazione, rilevando quattro rifiuti ogni chilometro quadrato, ma prendendo in considerazione solo quelli più grandi di 20 cm e in alto mare. Nelle restanti tratte, Goletta Verde ha monitorato i rifiuti dai 2,5 cm in su e ben il 75% del totale è costituito da rifiuti inferiori ai 20 centimetri.

Nel Mare Adriatico, i rifiuti plastici derivanti dalla pesca sono composti per il 20% da reti e polistirolo galleggiante, frammenti o intere cassette che si usano per contenere il pescato, per il 41% da buste e per il 22% da frammenti di plastica. Del 91% dei rifiuti di plastica nel Mar Tirreno il 34% è costituito da bottiglie (bevande e detergenti) che quest'anno superano la percentuale di buste di plastica (29%).

La campagna di Legambiente è stata realizzata anche con il contributo di Coou (Consorzio obbligatorio oli usati), Novamont e Nau!, secondo il protocollo scientifico elaborato dal Dipartimento Difesa della natura di Ispra e dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa.

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Il Folk geneticamente modificato dei TerrAnima accende la notte umbra


Prossimamente al cinema con la colonna sonora del film Quando si muore si muore, i TerrAnima terranno un concerto il 9 agosto a Città della Pieve durante la Notte Verde Bianca e Rossa

Una band che ha fatto del legame con la sua terra, con la sua storia e le sue tradizioni, il suo punto di forza sia a livello nazionale che internazionale. La musica dei TerrAnima è infatti ugualmente apprezzata sia in Italia dove la band, ormai al suo quarto album, ha ottenuto numerosi riconoscimenti e soddisfazioni, sia all’estero dove spicca l’esibizione al Babyl Teathre di Baghdad, durante il Festival di Babilonia dinanzi a un pubblico di oltre diecimila persone. 

Nati dal sodalizio di musicisti professionisti, i TerrAnima reinterpretano la musica popolare pugliese proponendola in chiave etnofolk con escursioni rock, ma sono anche autori di brani inediti come Balla Taranta, pezzo dal ritmo coinvolgente che ne ha garantito il successo. 

E coinvolgente è proprio il termine più appropriato, perchè se anche il genere non dovesse piacere, è praticamente impossibile rimanere insensibili a questo tipo di musica, nata proprio come forma di aggregazione e coinvolgimento. Dal momento che il tamburello si impossessa del tempo, il corpo risponde inevitabilmente, e non è un caso che la pizzica, o taranta, venisse utilizzata sin dall'antichità come strumento terapeutico per liberarsi dal veleno iniettato dal morso della pericolosa tarantola.

Ma sebbene le origini storiche risalgano al finire del 1700, la pizzica è stata lo scorso secolo per lungo tempo etichettata come simbolo di arretratezza e quindi screditata e relegata a dimensioni locali, salvo poi per fortuna, a partire dagli anni settanta, essere riscoperta e rivalutata, fino a diventare ai giorni d’oggi un vero e proprio fenomeno culturale. Grande merito di ciò va ovviamente agli artisti che non si sono arresi, e che hanno fortemente creduto in questa frenetica e appassionante musica.

Tra questi dunque ci sono senz’altro anche i TerrAnima, e se volete ascoltarli, divertirvi e scatenarvi al ritmo della loro personalissima pizzica, l’appuntamento da non perdere è il concerto di sabato 9 agosto a Città della Pieve durante la Notte Verde Bianca e Rossa. 
Un evento quello della cittadina umbra che racconta e valorizza le eccellenze del territorio italiano e che ha scelto proprio la band silentina, per portare testimonianza e dimostrazione di come la tradizione popolare possa rappresentare con qualità e fierezza l’Italia tutta.


comunicato stampa Wachipi

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
turismoculturale@yahoo.it

Riaperto traforo del Monte Bianco

(ANSA) - AOSTA, 8 AGO - Dopo uno stop alla viabilità di 12 ore, per l'esondazione di un torrente in Francia, il Traforo del Monte Bianco è stato riaperto al traffico questa mattina.
    L'accesso alla galleria era stato interrotto ieri, poco dopo le 20, a causa dell'ostruzione della strada di accesso sul lato francese per l'esondazione di un torrente. Le squadre tecniche hanno lavorato tutta la notte per garantire la riapertura.

Su Stromboli nuova bocca e cola lava Invasione di turisti con i vaporetti. Escursioni sospese

(ANSA) - PALERMO, 8 AGO - Sul cratere dello Stromboli, nelle Eolie, si è aperta una nuova bocca. L'eruzione è spettacolare, le escursioni sono state sospese e sull'isola si sono riversati migliaia di turisti. Lo spettacolo, con i vaporetti stracarichi, si ammira soprattutto dal mare vicino alla Sciara del fuoco. Sullo Stromboli la nuova bocca eruttiva si è aperta nella parte alta della Sciara del Fuoco ad una quota di circa 650 metri, da dove fuoriesce un'abbondante quantità di lava.

Fuga dallo stress, è boom delle vacanze in convento

Sono professionisti, giovani ma più spesso adulti, in genere italiani ma anche stranieri, più frequentemente maschi, in vacanza da soli, meno in gruppi. Il più delle volte già orientati verso la fede, e tuttavia non di rado anche non credenti o lontani da Dio. Di sicuro, in fuga dallo stress, dall'iperconnettività di smartphone e pc, dai tempi alienanti della vita in città che spingono a ricercare esperienze spirituale forti. E' questo, a sentire i gestori, l'identikit dei sempre più numerosi utenti che quest'estate hanno deciso di varcare le porte di uno degli oltre 500 cosiddetti bed&blessing italiani. Monasteri, conventi, eremi, santuari sparsi per la penisola, immersi nella natura selvaggia o isolati su vette mozzafiato, dove trascorrere le ferie all'insegna della condivisione della vita monastica, tra preghiere (tre volte al giorno), lectio divinae, canti gregoriani e meditazione. Per ripulire corpo e mente, la sistemazione è generalmente spartana: servizi essenziali, letto, tavolo e crocifisso.

I pasti sono in comune e alla fine, quasi dappertutto, anziché pagare il conto si lascia un'offerta libera. Niente caparre né iscrizioni. Attenzione però: "Non è una vacanza alternativa - spiega Guido Dotti della comunità monastica di Bose, in provincia di Biella, una delle mete più gettonate -, l'unica condizione che si richiede è un impegno serio da parte degli ospiti tra cui si annoverano comunque anche non credenti". Per accedere al monastero di Enzo Bianchi, infatti, dove i circa 90 posti sono andati esauriti da giugno fino a metà settembre, non si prenota via email. "Facciamo una sorta di colloquio al telefono prima - spiega Dotti - per capire che cosa cerca la persona e se noi siamo la scelta giusta per lui". Attualmente in programma c'è un corso di letteratura biblica, poi ogni settimana relatore e tema cambiano. Impegni di un'ora al mattino e una al pomeriggio, il resto del tempo è libero. "Ci fa sempre effetto - osserva Dotti - che ci siano persone che 'sprechino' le ferie per stare qui d'estate ma sono proprio coloro che vengono a desiderare una condizione di raccoglimento, vogliono riflettere e ripensare la propria vita".

"Noi non lo chiediamo espressamente - aggiunge - ma sono gli ospiti appena arrivati a buttare via il cellulare e a rispettare silenzio e solitudine, si lamentano dell'eccesso di Internet e telefono". Dalla pace dell'eremo benedettino di San Giorgio, una comunità di 9 frati sul lago di Garda, parla il monaco Lorenzo Saraceno: "Ospitiamo fino a 15 persone, il picco è da giugno a settembre, la nostra unica richiesta è che ci sia un interesse serio, con la disposizione a partecipare alla nostra liturgia e alle lectio divinae. Se poi liberamente qualcuno chiede un dialogo più ravvicinato con un monaco noi siamo pronti". "Accogliamo di tutto - fa sapere -, persone semplici, variegate per età e provenienza, spesso professionisti stressati. Come principio noi diciamo subito di abbandonare la macchina, qui ci si muove solo a piedi". "Gli ospiti però - aggiunge con una battuta - mangiano in refettorio, anche noi vogliamo la nostra privacy!".

Le scelta è davvero ampia: al convento di san Francesco di Paola nel cosentino, i frati minori accettano solo seri ritiri spirituali con partecipazione tassativa alle funzioni religiose. Maglie più larghe, invece, al famosissimo santuario toscano della Verna (25 frati), simbolo della spiritualità legata a San Francesco ed evergreen dei conventi che ha conosciuto una rinnovata popolarità con papa Bergoglio. "Nelle stanze della foresteria non ci sono comfort - spiega fratel Marco - ma ciò che piace molto ai nostri ospiti è l'intensa vita di preghiera della comunità". Più rigidi sono all'abbazia di Santa Giustina - 20 monaci a Padova - che può vantare, di recente, anche la maturazione di una vocazione tra i propri ospiti: "Due architetti romani vengono spesso quando sono in ferie. Uno di loro due, sui 35 anni, ci ha annunciato che a settembre entrerà in seminario".
ansa