Spam-Needs 2020, la città e i mutamenti dell'era Covid. A Roma dal 9 al 16/10 torna il Festival di Architettura

 I cambiamenti portati nelle abitudini e nella vita di tutti dalla pandemia Covid, le nuove esigenze dei cittadini, le necessità che possono diventare una spinta al rinnovamento. Torna per il secondo anno a Roma, dal 9 al 16 ottobre, il Festival dell'Architettura della Capitale ideato e organizzato dall'Ordine degli Architetti di Roma, quest'anno con un titolo e un tema (Spam- Needs 2020) adeguato ai tempi. Come già un anno fa, spiegano gli organizzatori, l'idea è quella di incontri e commistioni di architetti, studiosi, critici, artisti e anche istituzioni "all'insegna della contaminazione di idee intorno al tema del progetto". In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, sottolinea Roberto Grio, curatore scientifico dell'iniziativa e Consigliere dell'Ordine degli Architetti di Roma e provincia, "Credo che sia molto importante che la cultura e il dibattito sulla città non si fermino.

    Attraverso questo festival mandiamo all'esterno un messaggio positivo mostrando che questa città che oggi festeggia i 150 anni di capitale d'Italia, è viva e al centro della cultura ed è capace di affrontare i suoi problemi". Certo si tratterà di una edizione particolare, con alcuni interventi in diretta streaming e poche persone in sala per il distanziamento, "ma vogliamo dare continuità a questo evento, unico per Roma, mettendo intorno allo stesso tavolo progettisti e responsabili delle istituzioni con l'ambizione di offrire un contributo al futuro possibile delle nostre città.". Tanti i contributi di professionisti internazionali , con una nutrita componente femminile, da Teresa Sapey a Patricia Viel, da Fernanda Fregateiro a Monika Schultz; poi Barbara Tirone di EPFL e Ute Scneider di KCAP che chiuderà gli incontri. Tra i nomi anche quelli di Bernard Tschumi, a Mario Cucinella, Leonardo Finotti, Bak Gordon, Joan Roig,, Felipe Magalhães, Martin Haas, insieme ad una selezione di architetti emergenti. Tra gli italiani Claudio Bertorelli, Gianni Massa, Orazio Carpenzano. Come un anno fa ci sarà spazio anche per le politiche della città con una serie di tavole rotonde che vedranno la partecipazione tra gli altri del sindaco di Roma Virginia Raggi, Nicky Vendola, Andrea Venuto, Delegato Roma Capitale per l'accessibilità universale; Luca Montuori. Pierfrancesco Maran, Valerio Barberis e Samuele Borri, INDIRE. Una particolare attenzione verrà riservata ai cambiamenti determinati dal Covid-19 nelle abitudini e nel modo di concepire gli spazi e il lavoro, tra criticità, esperienze positive e processi in atto.Per l'edizione di quest'anno inoltre, circa 36 partecipanti da ogni parte del mondo prenderanno parte al workshop organizzato in partnership con EUR Spa e composto da 3 laboratori, ciascuno con 12 partecipanti. Attraverso questo workshop si vogliono gettare le basi per un lavoro progressivo, coinvolgendo abitanti e pubblica amministrazione in un progetto che continuerà anche dopo la fine del festival, con individuazione di aree pilota per sperimentare le possibili trasformazioni. C'è tempo fino al 28 settembre per candidarsi (ANSA).


A Taormina scultura dedicata a Sebastiano Tusa

 


GIARDINI NAXOS - "Frammenti del tempio d'oro" è il titolo di una scultura realizzata dall'artista Paola D'Amore come omaggio alla figura dell'archeologo Sebastiano Tusa, l'assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana morto il 10 marzo 2019 in un incidente aereo in Etiopia. L'opera è esposta nel Teatro Antico di Taormina, negli spazi della versura occidentale dove, fino alla fine di ottobre accoglierà i visitatori del Parco archeologico Naxos Taormina alla scoperta di uno dei più affascinanti monumenti della storia greca e romana della Sicilia.
    Tre colonne in metallo, che al mattino i raggi del sole accendono di infuocati riflessi ramati, su un fondale panneggiato alla greca curato dalla stilista d'interni Mira Tasic. L'opera di Paola D'Amore è abbinata al Premio Tusa nell'ambito della manifestazione Nation Awards svoltasi nei giorni scorsi e che ha visto il riconoscimento assegnato a Massimo Osanna, già Direttore del Parco Archeologico di Pompei e da qualche settimana alla guida della Direzione dei Musei del Mibact. All'inaugurazione, insieme alla Direttrice del Parco Naxos Taormina, Gabriella Tigano, era presente Valeria Li Vigni, Soprintendente del Mare e moglie di Tusa.
    "Tusa - dice l'autrice - ci ha lasciato un tesoro di insegnamenti e di scoperte le cui implicazioni devono ancora essere interamente disvelate. Per me, tra le tante cose che sono importanti e che hanno definito il milieu culturale in cui sono nate le opere che sto esponendo a Taormina, c'è la scoperta della relazione virtuosa tra la natura, l'umanità e l'arte. Una relazione che è stata presente nella storia culturale dell'Occidente, a partire dalle conseguenze bibliche del peccato originale e della maledizione per l'uomo di dover lottare per la sopravvivenza in una natura a lui ostile". (ANSA).

Isaac Julien e Lina Bo Bardi, meraviglioso groviglio visivo

 Nove schermi disposti su cui scorrono immagini della stessa scena riprese da una angolazione diversa, che si accavallano con altri momenti e costringono l' osservatore a spostare continuamente lo sguardo per seguire il racconto. Una donna adulta e una giovane, nel video dànno corpo e voce a Lina Bo Bardi, la grande architetta italo brasiliana (1914-1992), in un gioco di scambi di età davanti a uno specchio che rompe la linea del tempo e dello spazio, riassunto di un concetto assai caro alla progettista di importanti edifici modernisti a San Paolo e Salvador: ''Il tempo lineare è un invenzione occidentale. Il tempo non è lineare, è un meraviglioso groviglio in cui, in ogni momento, si possono scegliere punti e inventare soluzioni, senza inizio né fine''. Apre la porta a uno scenario suggestivo di piani temporali che si incrociano la videoinstallazione dell' artista britannico Isaac Julien dedicata a Lina Bo Bardi, fulcro dell' appuntamento che il Maxxi propone fino al 17 gennaio, ''un nostro progetto dedicato a una architetta straordinaria - ha osservato la presidente Giovanna Melandri - con cui riapriamo la stagione delle produzioni e della ricerca dopo i mesi di interruzione causati dalla pandemia''.

    Julien, filmmaker sessantenne alla sua prima personale italiana impegnato da tempo sull' immagine in movimento, ha realizzato questo suo lavoro l' anno scorso e lo propone con una serie di foto di grande formato che evocano l' architetta Achillina Bo, che si era trasferita dall' Italia nel 1946 insieme con il marito Pietro Bardi . A lei l' artista cominciò ad interessarsi dagli anni Novanta dopo un viaggio in Brasile, affascinato dagli edifici che portavano la sua firma. ''Isaac Julien ha da sempre lavorato all' intersezione tra ambiti diversi di creatività, in primis tra cinema e arti visive - dice la curatrice Luigia Lonardelli - e tuttora si sta impegnando sul limite delle nuove tecniche''. Le foto esposte hanno l' effetto vivido quasi di pitture su vetro, sono immagini digitali su carta speciale applicate con una resina su plexiglass e poi riapplicata su alluminio con il risultato di un effetto di tridimensionalità e di profondità.
    Le tre sale del Maxxi riservate a ''Il meraviglioso groviglio'' mostrano il risultato di oltre sei anni di ricerca condotta dall'artista inglese con immagini girate in alcuni edifici di San Paolo e Salvador, progettati da Lina Bo Bardi tra gli anni Sessanta e Ottanta. Protagoniste di questo viaggio nel tempo molto particolare sono le attrici Fernanda Montenegro e Fernanda Torres, icone dello schermo in Brasile e non solo, madre e figlia nella vita, che interpretano il ruolo di Lina Bo Bardi portando in scena alcuni dei brani più intensi tratti dai suoi scritti. Gli spazi del Maxxi ripensati da Julien propongono una ''esperienza immersiva'' nella vita e nelle idee della progettista, le sue riflessioni sulla politica, la società e la cultura. ''L'opera di Lina Bo Bardi - è stato sottolineato - è un felice esempio di come l'unione di diverse culture sia capace di ispirare e generare una fervida energia creativa. Grazie alla delicata sensibilità di Isaac Julien il rapporto di Lina Bo Bardi con la poliedrica cultura brasiliana e il legame con l'Italia, sua terra d'origine, emergono in tutta la loro complessità. In questa 'poesia visiva, le potenti architetture di Lina Bo Bardi ispirano e generano performance, vorticose coreografie e intensi dialoghi''. ''Questa mostra è una operazione importante - ha detto Hou Hanru, direttore artistico del Maxxi - in questo momento particolare abbiamo bisogno di bellezza, gioia, diversità culturale. Questo progetto è anche una dichiarazione forte contro l' uniformità del pensiero''.
    (ANSA).

Lavazza riapre Nuvola e Museo. Numerose novità accolgono visitatori dopo stop per lockdown

 Due giorni di appuntamenti, con visite guidate, laboratori, esposizioni e la Turin Coffee Week, per festeggiare un ritorno nel segno di un'offerta culturale ancora più ricca, tecnologica e con un'attenzione sempre maggiore alla sostenibilità e ai giovani. Lavazza celebra così la riapertura, dopo i mesi di chiusura al pubblico per l'emergenza Covid-19, della Nuvola e del Museo dedicato al marchio che ha fatto la storia del caffè nel mondo.

    Una riapertura all'insegna delle novità, dalla prima audioguida via Instagram realizzata con la voce di Federico Russo, che conduce il visitatore alla scoperta del Museo, alla ISSpresso, la macchina del caffè realizzata per la Stazione Spaziale Internazionale. "Per noi è una giornata molto importante - sottolinea Alessandra Bianco, Corporate Communication Director Lavazza Group - perché possiamo tornare ad accogliere le persone alle quali raccontare le nostre storie, che è quello per cui Nuvola è nata. Il Gruppo crede profondamente in questo luogo, che ha dato uno spazio fisico ai nostri valori e alla nostra storia".
    Fra le novità anche la mostra sui 50 anni di Qualità Rossa e i due libri realizzati con la Franco Cosimo Panini, 'Come nasce il caffè' e 'TOward 2030: what are you doing?', dedicati ai più giovani. (ANSA).


Roma Caracalla Sunset, passeggiate al tramonto tra mura e mosaici

 

ROMA - Una passeggiata al tramonto in uno dei luoghi più suggestivi di Roma, le Terme di Caracalla, tra i grandi mosaici e i resti delle vasche, la decorazione architettonica, i sotterranei e le monumentali rovine, illuminate dalla luce dorata della prima sera. E' Caracalla Sunset, il ciclo di visite che la Soprintendenza Speciale di Roma, in collaborazione con Electa e Coopculture, ha in programma ogni martedì, dal 29 settembre al 10 novembre.
    La visita al tramonto, quando i laterizi colorano le Terme di un rosa intenso, permetterà di visitare il monumento in un'atmosfera magica e tornare a vedere i sotterranei e il Mitreo, riaperti per la prima volta dopo l'emergenza.
    "Un segnale importante di ripartenza, all'insegna di una cultura che non si è mai davvero fermata e ora torna a marciare a pieno regime - secondo la Soprintendente Speciale Daniela Porro -. Un'occasione unica di godere di un sito come le Terme di Caracalla, con quel tocco di magia in più, dato dalla romantica luce serotina".
    I gruppi di massimo 20 persone (con prenotazione obbligatoria, al costo di 20 euro), potranno partecipare ogni martedì alle sei visite guidate in orari sfalsati della durata di circa un'ora, ognuna delle quali avrà una diversa sfumatura del tramonto, una differente esperienza.
    "Il tramonto a Caracalla è un'esperienza unica - spiega Marina Piranomonte, direttore delle Terme di Caracalla -. Le lunghe ombre dei pini secolari si stendono sulle alte murature che si tingono di rosa. Si tratta di un momento di serendipity che vogliamo far condividere ai visitatori in questo difficile autunno. Le calme e solenni pareti verticali trascolorano dal tramonto all'illuminazione serale, restituendo il fascino di un instante perfetto".
    I ruderi delle Terme di Caracalla, che si ammirano ancora per la notevole altezza di oltre 37 metri in numerosi punti, restituiscono oggi un'idea della grandiosità del complesso termale. Le dimensioni dell'edificio e la monumentalità degli ambienti, conservati per due piani in alzato e per tre livelli in sotterraneo, ci permettono di immaginarne ancora oggi la loro fastosità, esaltata dalla luce del tramonto. (ANSA).

Fotografia: il genio di Norman Parkinson in mostra a Londra

Il genio dietro una reflex. A Londra viene dedicata una mostra retrospettiva al fotografo inglese Norman Parkinson (1913-1990), celebre ritrattista di personaggi famosi e acuto osservatore del mondo della moda, negli anni in cui ha lavorato per grandi riviste patinate, come Vogue e Queen. L'esibizione, curata da Monica Colussi e organizzata in collaborazione con Fiat Chrysler Motor Village UK, si intitola 'Timeless Act', e nelle 60 opere esposte vengono accostati gli scatti di Parkinson ai dipinti dell'artista britannica Molly Gaisford. Fotografia e pittura astratta si fondono quindi in questo evento che è visitabile solo su appuntamento, dal 27 settembre al 29 novembre, presso il Motor Village di Fiat Chrysler, nel cuore della capitale. Viene ripercorsa la lunga e per molti versi avventurosa carriera di Parkinson. Dopo gli esordi negli anni Trenta, con la Seconda Guerra mondiale il fotografo si arruola e viene assegnato alla ricognizione aerea nella Raf. Subito dopo il conflitto, inizia a scattare per la rivista Vogue e partecipa alla rivoluzione della rivista che negli anni Sessanta coglie lo straordinario cambiamento sociale e di costumi in corso. Parkinson è fra i primi a fotografare le modelle in esterno e non più in studio. Viaggia molto e trascorre lunghi periodi a Tobago. Fra i momenti culminanti della sua lunga carriera c'è la nomina a fotografo di corte della regina Elisabetta, al posto di Cecil Beaton. Fotografa i reali e realizza una serie di celebri ritratti, molti dei quali sono esposti nella mostra. Immortala figure come Audrey Hepburn, i Rolling Stones, la stessa Elisabetta II, la regina madre, Jerry Hall, Grace Coddington e molti altri personaggi. Riceve per questo premi e onorificenze. Muore a 76 anni a Singapore, nel 1990, "come aveva vissuto", secondo le parole della modella Twiggy, sempre dietro la sua amata macchina fotografica. (ANSA).


INAUGURATA A ROVERETO UN'OPERA DEDICATA AD ANTONIO ROSMINI

 Inaugurata una nuova opera di Paola de Gregorio, “Rosmini in uscita” Il bassorilievo, opera dell’ artista romana Paola De Gregorio, verrà posizionata il 4 ottobre nella Casa Natale- Museo del Filosofo, in occasione della festa annuale in memoria del Beato, organizzata dal Decanato di Rovereto e dai Padri Rosminiani 

Una nuova opera dell’ artista Paola de Gregorio verrà inaugurata a Rovereto domenica 4 ottobre alle 11:30 nel cortile di Casa Natale Rosmini in via Stoppani 3: si tratta del bassorilievo “Rosmini in uscita”. L’ evento si svolge nel contesto della festa annuale in memoria del Beato filosofo, come parroco di San Marco, organizzata dal Decanato di Rovereto e dai Padri Rosminiani. La mattinata si aprirà alle 10.00 con la Santa Messa in San Marco, presieduta dall’ Arcivescovo, monsignor Lauro Tisi, con la presenza del Padre Generale dei Rosminiani, Vito Nardin e del Padre Provinciale, Mario Adobati.

Al termine della funzione liturgica, l’ evento, che prevede la partecipazione anche di autorità civili, proseguirà con l’ inaugurazione del bassorilievo dell’ artista de Gregorio, che si concluderà con la benedizione dell’ opera da parte del Vescovo. Tanti sono i motivi che emergono dal bassorilievo. La gestualità già al primo impatto emblematica: ricordando le parole che nel 1829 Pio VIII scrisse al giovane Rosmini (“È volontà di Dio che Ella attenda a scrivere libri”) la de Gregorio è riuscita a coglierlo proprio nel momento in cui la sua attività intellettuale si fa carità: si è appena alzato dal suo scanno e dai manoscritti che sta scrivendo, per “uscire”incontro a gli altri. È un attimo, che riassume tutta la sua vita, interamente dedicata alla Carità spirituale: Rosmini tiene perciò ancora nella mano destra, ormai quasi aperta, la penna con cui ha momentaneamente interrotto la sua scrittura, mentre con la sinistra tiene stretto a sé il fascio delle pagine che ha scritto. Non raccolte in un libro, come spesso si vede nelle rappresentazioni, ma pagine sciolte di un manoscritto, tenute dall’ autore in modo naturale, affettuoso, come appoggiate sul cuore: istintivamente infatti chi scrive, se interrompe per un attimo la scrittura (e talora Rosmini pazientemente interrompeva i suoi studi per rispondere a chi gli chiedeva qualche consiglio spirituale), tiene il manoscritto appoggiato al petto, come a proteggerlo.

L’ idea dell’ artista è però quella di aver introdotto, in alto a destra, una figura femminile, discreta e leggerissima Maria-Chiesa, con l’ identica gestualità del filosofo, in modo che l’ osservatore sia spinto a fare dei parallelismi: la figura femminile rappresenta infatti emblematicamente la Carità per estensione anche Maria e la Chiesa stessa. Tutte sono  “in uscita”: tutte stringono al cuore quello che hanno di più prezioso, il piccolo, grande Gesù. Ma tutte lo porgono generosamente, a mano aperta a noi che ne abbiamo bisogno. L’ insieme della rappresentazione è sobria e rigorosa per meglio aderire alla personalità di un filosofo come Rosmini. 

La Festa sarà anticipata, venerdì 2 ottobre, da una conferenza pubblica di presentazione del nuovo opuscoletto “Antonio Rosmini “prete roveretano” - Parroco di S. Marco (1834-1835) e cittadino di Rovereto”, nella chiesa della Madonna di Loreto alle 17.30. Relatore sarà don Eduino Menestrina, direttore della Biblioteca Rosminiana di Rovereto. La prof.ssa Elena Albertini, storica, interloquirà con il relatore, ponendo alcuni dei quesiti che i Roveretani hanno nel cuore e nella mente a proposito di Rosmini.

Famiglia Cristiana



New York come l'Europa, si mangia all'aperto tutto l'anno

 

New York come una capitale europea, si mangia all'aperto tutto l'anno. Il sindaco Bill de Blasio ha infatti reso permanente il programma 'Open Street: Restaurants' creato per consentire ai ristoranti di riaprire solo con servizio all'aperto dopo la serrata di marzo in piena crisi Covid-19. Una misura inizialmente concepita solo per i mesi estivi e che avrebbe dovuto terminare il 31 ottobre. Ma dopo gli appelli disperati e le proteste da parte di migliaia di ristoratori alle prese con lo spettro di non sopravvivere alla riapertura dal 29 settembre della ristorazione al chiuso ma solo con una capacità del 25% almeno nel primo mese, il sindaco ha ceduto e ha reso permanente 'Open Street'.
    E così ogni sera e per gran parte della giornata durante i fine settimana New York si trasforma in una grande piazza all'aperto con i tavoli sui marciapiedi davanti ai ristoranti oppure, dove è consentito, occupando le strade chiuse al traffico. Per i residenti un sogno che si avvera, con la possibilità di godersi, senza varcare l'oceano, un lifestyle all'europea con un totale di quasi 30 km di spazi ricavati all'aperto.
    Ma per New York il cosiddetto 'outdoor dining' (ristorazione all'aperto) non è solo una questione di lifestyle. I ristoranti sono infatti tra i principali motori economici della città e il programma ha salvato circa 90 mila posti di lavoro secondo i dati dell'amministrazione comunale. Ma in totale l'intero settore che comprende anche bar e club ne occupa 300 mila, la metà dei quali ha perso il lavoro. Da quando Open Street è stato lanciato lo scorso giugno vi hanno aderito circa 10 mila e 300 ristoranti tuttavia i bar restano ancora chiusi.
    "Ha salvato la ristorazione a New York - ha detto all'ANSA Rosario Procino, co-proprietario della pizzeria Ribalta - e ha creato un'architettura e un paesaggio molto europei. Attualmente tra marciapiede e strada riusciamo a far sedere circa 80 persone". "In uno dei nostri ristoranti - continua Gianfranco Sorrentino, alla guida del Gattopardo Group che comprende Il Gattopardo, The LEOPARD at des Artistes, Mozzarella e Vino ed un servizio di catering - facciamo numeri migliori del periodo pre Covid. Abbiamo riaperto i nostri ristoranti, ad eccezione di Mozzarella e Vino lo scorso 17 agosto ed in particolare The LEOPARD at des Artistes ha visto un aumento della clientela.
    Siamo vicini a Central Park e ora abbiamo per lo più solo residenti perche' non ci sono turisti in città e molti più giovani rispetto al passato. I nostri clienti ci dicono che il patio che abbiamo creato fa sembrare di essere a Roma. Al Gattopardo (situato di fronte al MoMa, ndr) invece siamo riusciti ad occupare le scale della palazzina neo liberty dei Rockefeller e sono i tavoli più richiesti".
    Ma la ristorazione all'aperto non viene senza costi. Per renderla accessibile durante il rigido inverno newyorkese occorrono investimenti di migliaia di dollari. "Abbiamo creato delle tendo strutture - continua Procino - che comunque devono essere in parte aperte altrimenti diventano ristorazione al chiuso e con capienza limitata. Per quanto riguarda il riscaldamento la normativa è molto rigida. Le lampade a gas sono consentite solo sui marciapiedi mentre sulla strada si possono usare le lampade elettriche". "Abbiamo messo in conto - spiega Sorrentino - un budget di circa 20 mila dollari a ristorante ma va bene e sono positivo perché i newyorkesi amano mangiare all'aperto e non temono il freddo". (ANSA)

Una guida per Cammino di San Giorgio, 500 km in 28 tappe

 

Da Cagliari all'Ogliastra e fino alle Baronie, tra mulattiere, tratturi, piste sterrate e strade rurali sulle orme di San Giorgio vescovo. Il Cammino identitario dedicato al primo vescovo della diocesi di Suelli, è descritto in una ricca e dettagliata guida firmata dal logudorese Franco Saba, ex dirigente forestale e volontario ambientalista. Edito da Isolapalma, con la direzione editoriale di Paolo Lusci, costituisce uno strumento indispensabile per percorrere il Cammino in autonomia, perché lungo il tragitto manca la segnaletica. "L' auspicio è che le amministrazioni possano adottare e valorizzare i tratti di loro competenza", spiega all' ANSA Saba.
    L' itinerario attraversa 40 diversi territori comunali tra le province di Cagliari, Nuoro e l'Ogliastra, 500 chilometri in 28 tappe con differenti gradi di difficoltà. Una guida rigorosa costruita sulla base di testimonianze storiche tuttora presenti e inserite lungo il percorso, corredata da indicazioni su dove alloggiare. Il volume è arricchito da 34 mappe del territorio in scala 1:33mila. Al vescovo sardo taumaturgo e "sempre in viaggio" per portare in luoghi impervi non solo la buona novella ma opere di bene, sono riferiti una serie di toponimi: sorgenti, rocce, piante, nuraghi e guadi. Uno su tutti La Scala di San Giorgio a Osini, monumento naturale, via di collegamento tra le comunità a valle e a monte. A lui sono dedicate oltre al santuario di Suelli, le chiese di Sarroch, Donori, Osini, Urzulei, Arbatax, San Vito, Bitti.
    Il Cammino incrocia paesaggi di rara bellezza, le colline fertili del Parteolla e della Trexenta, le zone montane dell'Ogliastra e delle Barbagie, spiagge, miniere, boschi di lecci e sugherete, i famosi tacchi di Ogliastra, i supramontes di Urzulei, Orgosolo e Oliena. Un cammino costellato di nuraghi, domus de janas, menhir. Dalle tracce della memoria ai segni artistici moderni come quelli lasciati a Ulassai da Maria Lai.
    "Alcuni tratti si possono percorrere in battello o col trenino verde - suggerisce Saba - E a rendere il Cammino ancora più vivo è la calorosa ospitalità delle persone che abitano lungo il percorso".
    San Giorgio nasce a Cagliari nell'XI secolo, nell'attuale via Fara, a Stampace, dove nel ' 600 fu eretta una chiesa a lui dedicata e dove è rimasta una targa in suo ricordo. Lo si descrive come un infaticabile camminatore, sempre in viaggio. E non ci si sorprende perché il suo territorio di giurisdizione era vastissimo: la Sardegna centro sud orientale. Missionario e taumaturgo, a lui sono attribuiti miracoli che hanno a che fare anche con gli elementi naturali. "Si racconta che col suo bastone faceva scaturire sorgenti, generare piante e aprire strade come la Scala di San Giorgio", sottolinea l'autore della guida. Paladino dei deboli, protettore degli oppressi, evangelizzatore e animatore sociale di grandi vedute, era esperto di agricoltura, invocato per la pioggia durante i periodi di siccità, stimato e venerato anche dopo la sua morte.
    Si racconta che il primo atto compiuto arrivato in Ogliastra fu quello di far redigere l'elenco completo di tutti i poveri della diocesi che aiutava. La sua figura è caduta ingiustamente nell'oblio. Ripercorrendo i suoi passi si incrociano chiese erette a suo nome, sorgenti, rocce, piante, nuraghi e guadi.
    "Sul suo percorso ha lasciato tracce di amore", dice Saba. E un amore riconoscente è quello manifestato dalla comunità della sua diocesi, Suelli, dove è ancora viva la devozione con una processione dedicata al primo vescovo scomparso probabilmente nel 1050 di morte naturale e "santo subito" per volontà popolare. (ANSA).

Le celebrazioni in onore di Raffaello Sanzio. Nonostante la pandemia

 Un particolare della locandina della mostra «La lezione di Raffaello. Le antichità romane»

Osservatore Romano

26 settembre 2020

Si è appena chiusa la “mostra dell’anno”: Raffaello 1520-1483 alle Scuderie del Quirinale. Un anno “Sanzio” bisestile e funesto nel quale abbiamo vissuto e continuiamo a vedere cose e situazioni inimmaginabili, impensabili anche nei film di fantascienza più avveniristici.

La mostra delle Scuderie su Raffaello è stata “la” mostra di questo anno e mi piace sottolineare i tanti lati positivi di questa iniziativa. Emblema di come si è saputo, incredibilmente e con tenacia, affrontare la pandemia, la chiusura, la riapertura contingentata e “a tempo” (5 minuti per ogni sala) ed essere un successo comunque, nonostante tutto. Oltre 150 mila presenze — forse meno visitatori di quanti auspicati in fase di organizzazione, ma uno strepitoso risultato considerata la situazione — negli ultimi giorni apertura 24 ore su 24, senza chiusura, a gruppi di dieci persone ogni 5 minuti fino alle 22.30 del 30 agosto scorso.

Ho avuto il privilegio di essere invitata all’ultima visita (in qualità di ente prestatore e di membro del Comitato scientifico) e ripercorrere le sale del sobrio, elegante ed efficace allestimento. Mario De Simoni e Matteo Lanfranconi mi hanno voluto accanto a loro a chiudere questa mostra fantastica insieme a tutto l’operoso staff delle Scuderie del Quirinale. In quell’occasione ho capito ancora meglio lo sforzo e la passione messi da parte di tutto il gruppo, l’abnegazione e la volontà di andare avanti, che rappresenta lo specchio dell’attitudine che tutti noi che operiamo nel mondo dell’arte e dei musei (e non solo la nostra categoria) abbiamo in questo momento così anomalo per tutto il pianeta.

Una mostra che in tanti non hanno voluto perdere proprio perché emblema di tale caparbia attitudine. La mostra ha avuto il merito di presentare il “divino” Raffaello, l’artista universale nella formula au rebour (a ritroso), partendo dal mito e dalla morte per arrivare alle fasi giovanili e alla formazione. Un’idea geniale e pratica che è risultata vincente per il grande pubblico. Una esposizione che ha condiviso tanti capolavori, ma anche la visione globale di Raffaello.

Con essa è stato possibile ricordare, ribadire e rendere ben evidente a questa nostra generazione, dai più giovani ai visitatori di ogni età che in numerosi l’hanno visitata, che Raffaello è un artista universale: ottimo universale, come appunto descritto da una felice espressione vasariana e come è stato ribadito da Silvia Ferino Pagden, coordinatrice dell’iniziativa.

Raffaello maestro impeccabile, raffinato ritrattista di figure vive e penetranti, dedito al suo lavoro e modello di organizzazione delle attività collettive nel rispetto delle singole personalità; simbolo della nostra nazione italiana, così creativa e geniale, ma anche figura sovranazionale e unica per la complessità del suo essere. Le opere in mostra, provenienti da tante collezioni sparse nel mondo, ne sono una ulteriore e tangibile testimonianza.

Come è stato ricordato da Papa Francesco  nel gennaio di quest’anno, rivolgendosi agli ambasciatori di tutto il mondo accreditati presso la Santa Sede, il divino di Urbino deve essere un modello da guardare, da emulare e diffondere perché figlio di quel Rinascimento che è stato un’epoca non priva di difficoltà ma animata da fiducia e speranza, e attraverso di lui riscoprire lo stesso spirito di apertura che ha reso tutto più bello in storia, arte e cultura.

Quindi Raffaello come “modello”, figura da emulare non solo per la sua personalità, per il suo genio creativo e artistico, ma anche e soprattutto per quei valori fondamentali che in tutta la sua vita e professione ha portato avanti: primo fra tutti quello della tutela, attenzione che ancora di più ha sviluppato nel 1515 a seguito dell’incarico di Commissario alle Antichità che Leone x gli chiese di svolgere e, dal 1519, con la redazione della celebre lettera a quattro mani con Baldassarre Castiglione allo stesso pontefice Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico.

Questo aspetto fondamentale del genio raffaellesco, che era stato così ben evidenziato nelle prime sale della mostra delle Scuderie del Quirinale, è ribadito, con una volontà di condivisione e divulgazione, in una piccola ma significativa mostra romana, curata dalla valente Ilaria Sgarbozza, che si è aperta il 17 settembre scorso: «La lezione di Raffaello. Le antichità romane».

Non è un caso che l’iniziativa è stata valutata degna del patrocinio ministeriale delle importanti celebrazioni raffaellesche dal Comitato Nazionale di Raffaello. Ad indirizzare la decisione del Comitato — presieduto da Antonio Paolucci — è stata anche la scelta di averla nel complesso di Capo di Bove sulla Via Appia Antica, luogo preposto dalla Soprintendenza italiana e dall’Ente Parco dell’Appia Antica a sede dell’Archivio e delle memorie di Antonio Cederna, figura che ha portato avanti battaglie su quei valori di attenzione, salvaguardia e tutela che avevano origine proprio dalla Lettera di Raffaello e Castiglione e da quel felicissimo momento storico vissuto prima della sua morte.

La raffinata iniziativa della Sgarbozza, e del comitato organizzatore, ruota tutta intorno a Raffaello quale “modello” da seguire, non solo per il suo estro, ma anche e soprattutto per l’attenzione seria e approfondita che aveva verso “l’Antico” e intorno al valore, alla percezione e alla divulgazione nei secoli della Lettera a Leone x.

Su queste pagine avevo scritto, in occasione dell’anniversario del 6 aprile scorso, che per conoscere Raffaello bisognava visitare la mostra “ammiraglia” organizzata dall’Italia e venire in Vaticano. Questa cosa la penso ancora, e le preziose raccolte murarie e le collezioni mobili vaticane, imprescindibili per una piena comprensione dell’Urbinate, sono ancora qui, custodite nelle mura vaticane e ancora più accessibili grazie alle tante novità, di restauri e di allestimenti, presentate in questo anno di celebrazioni.

Ormai chiusa la mostra delle Scuderie del Quirinale in questi prossimi mesi del 2020, per comprendere Raffaello bisognerà, quindi, venire in Vaticano ma anche fare una bellissima passeggiata sulla Via Appia Antica, fino al complesso di Capo di Bove.

di Barbara Jatta

L'ITALIA EBRAICA, DAL CIBO, ALLA CULTURA, ALLA RELIGIONE TUTTO IN UNA APP

 Tutto sull'Italia ebraica e in punta di app. Talmente semplice da consentire a chiunque, sia italiano o straniero, di addentrarsi in oltre 2mila anni di presenza e storia ebraica nella Penisola senza perdere nulla.

E, se ebreo, di vivere (e mangiare) secondo i precetti. L'applicazione 'Myjewishitaly' è un'iniziativa dell'assessore all'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) Jacqueline Fellus in collaborazione con la Fondazione beni culturali ebraici (Fbce) e l'Assemblea rabbinica italiana (Ari) che ha avuto il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. L'obiettivo è quello di rendere sempre più visibile un patrimonio artistico, culturale e religioso spesso ancora poco conosciuto o dato per scontato.
E’ risaputo che l’Italia concentri sul proprio territorio un patrimonio artistico molto importante e che il turismo è un settore economico fondamentale per il nostro paese. Messa a punto dalla società 'Frankenstein', 'Myjewishitaly' offre, per quanto riguarda i luoghi, un' accurata mappatura da parte della Fbce di tutte le Sinagoghe, i quartieri, i memoriali, i musei, i cimiteri, i mikwaot (bagni rituali) , che punteggiano la Penisola raccontandone la storia nel corso del tempo. Sarà ad esempio una sorpresa scoprire quanto sia stata capillare la presenza degli ebrei nel meridione italiano in mano spagnola prima che questi venissero espulsi dai cattolicissimi re iberici. Così come sarà un piacere per gli occhi visitare le piccole Sinagoghe diffuse nell'Italia del nord a cominciare da quella strabiliante di Casale Monferrato o l'altra, per andare di nuovo a sud, di Trani, piccola come uno scrigno e da poco restituita al culto ebraico. Senza tralasciare nessuno degli eventi che puntualmente vengono proposti nella app. 'Myjewishitaly' ha anche un ulteriore tesoro: una lista di prodotti 'kasher' (consentiti dalle regole alimentari ebraiche) disponibili su mercato nazionale. Stilata dall'Assemblea rabbinica italiana e dall'Ucei, di facile consultazione, la lista - ha spiegato Fellus - "servirà ad orientare gli acquisti non solo di coloro che, per motivi religiosi, vogliono osservare una dieta che rispetti le regole ebraiche, ma anche per gli utenti che riconoscono in questa certificazione una assoluta trasparenza e controllo degli ingredienti e di tutta la filiera". "Vegetariani, intolleranti o allergici alle proteine del latte o della carne, induisti, e musulmani - ha aggiunto - possono tranquillamente consumare, selezionandoli, i prodotti elencati e debitamente classificati". La lista dell'app è anche una "leva di marketing per facilitare la ricerca di importatori internazionali interessati a distribuire nel proprio mercato prodotti made in Italy con il valore aggiunto della certificazione Kasher". Se poi l'utente deciderà di voler consumare sul posto, l'app offre l'indicazione di ristoranti, bar, forni, pasticcerie, gelaterie, catering, distributori di vini kasher dove si può mangiare pietanze che raccontano la storia e le tradizioni ebraiche. Ed è una storia appassionante. Nel menù virtuale di 'Myjewishitaly' si possono inoltre trovare alberghi, bed & breakfast, orari delle Sinagoghe attive e riti osservati, accrediti per assistere a funzioni religiose, elenco di guide turistiche professionali, arte giudaica, eventi nazionali organizzati da Enti ebraici ed altro. Un viaggio irrinunciabile.
Ecco gli indirizzi.
https://www.myjewishitaly.it/,( per i sistemi operativi Ios: https://apps.apple.com/it/app/my-jewish-italy/id1497343076 mentre per i sistemi operativi Android: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.jewishitaly.app&gl=IT )

 

A Vieste il G20s. Obiettivo: l'attribuzione dello status di "Città balneare"

 



Si apriranno mercoledì 30 settembre a Vieste, in provincia di Foggia, i lavori della terza edizione del G20s, il summit delle località balneari italiane con maggior afflusso turistico in collaborazione con Enit Agenzia nazionale per il Turismo. Un’eccellenza del nostro turismo che ha appena archiviato una delle stagioni più difficili degli ultimi anni e che si prepara già a programmare l’estate 20201. Anche quest’anno Enit parteciperà attivamente ai tavoli di lavoro del G20s, dando seguito dunque al protocollo d’intesa tra G20s e l’Allenzia firmato l’anno scorso a Castiglione della Pescaia.

L’edizione 2020 del G20s si svolgerà in presenza, fattore su cui hanno insistito i sindaci del G20 per dare un segnale forte a tutto il comparto. Naturalmente ci sarà anche la possibilità di assistere alle dirette streaming sui canali social del G20s. Fondamentale l’apporto di Enit, partner indispensabile per progettare il turismo del futuro: "La domanda turistica in Italia nel 2019 aveva segnato un numero di notti complessive trascorse nelle strutture ricettive pari a un picco di quasi 437 milioni (+1,8%), e circa il 30% di queste notti sono rilevate negli esercizi ricettivi costieri. Per un comparto così determinante è strategico un tavolo di coordinamento quanto mai sostanziale ora per scuotere il mercato e coordinare attività sistemiche per tutto il settore", dichiarano congiuntamente il presidente Giorgio Palmucci e il direttore, Giovanni Bastianelli.

Obiettivo fondamentale lo Status di Città balneare “Alla fine, nonostante il Covid, siamo riusciti a organizzare il G20s in presenza”, afferma Giuseppe Nobiletti, sindaco di Vieste. “Una sfida vinta dopo una stagione estiva molto positiva per noi, soprattutto ad agosto e settembre, nonostante le tante preoccupazioni della vigilia. Ora è il momento di pianificare il futuro con il G20s, un summit che sarà incentrato sul riconoscimento dello status giuridico di Città Balneare per le nostre realtà. Le nostre sono cittadine di qualche decina di migliaia di abitanti che, d’estate, accolgono milioni di persone. Noi sindaci non abbiamo gli strumenti per affrontare queste dinamiche, per questo lavoreremo per elaborare un documento condiviso da presentare al Governo per il riconoscimento di questo status”.

“Un comune balneare di 10 o 20mila abitanti d’estate deve fare i salti mortali per garantire servizi, sicurezza, gestione dei rifiuti, traffico”, commenta Pasqualino Codognotto sindaco di San Michele al Tagliamento-Bibione. “Ogni estate noi amministratori locali dobbiamo scendere in trincea e inventarci soluzioni creative per risolvere problemi che sono molto concreti. Per questo lo status di Città Balneare è un aspetto chiave, tanto quanto le problematiche legate all’erosione costiera e alla promozione di gruppo del turismo balneare. Un altro punto fondamentale inoltre sarà l’utilizzo del recovery found per contrastare i cambiamenti climatici, un aspetto essenziale per il mondo balneare e per tutto il Paese”.

“La crisi ha reso ancora più evidente la necessità e l’urgenza di rafforzare l’identità complessiva delle località più attrattive del turismo balneare italiano”, conclude il docente universitario Bruno Barel. “La specificità dei loro problemi richiede anche una valutazione e una regolamentazione differenziata e appropriata, per questo è fondamentale ottenere lo status di Città Balneari”.

Il programma del summit “Saranno tre giorni dedicati anche alla scoperta e alla conoscenza del nostro territorio”, racconta Rossella Falcone, assessore al Turismo e Vice Sindaco di Vieste. “Accoglieremo le delegazioni delle altre città del G20s già il 29 pomeriggio, con una cena itinerante nel centro di Vieste. Il mattino del 30 settembre inizieranno i tavoli tecnici e tematici, mentre al pomeriggio ci sarà un’escursione lungo la nostra costa che terminerà con una cena di gala. Appuntamento conclusivo il 1° ottobre con la presentazione di risultati elaborati durante i tavoli tematici”.

Tante dunque le proposte e le sfide che verranno analizzate nella due giorni di Vieste che vedrà coinvolti amministratori ed esperti in un confronto serrato per elaborare soluzioni e proposte da condividere con il mondo delle associazioni e dell’imprenditoria.

Le spiagge del G20s La rete è nata nel 2018 grazie a un’idea del Comune di San Michele al Tagliamento-Bibione (Veneto), il quale ha invitato le 20 principali destinazioni balneari al fine di porre le basi per una cooperazione utile ad identificare i problemi comuni. I venti comuni più visitati riescono ad attrarre più di 62 milioni di turisti, considerando le ulteriori 6 spiagge si arriva a quasi 70 milioni: un impatto enorme sul turismo nazionale, da Nord a Sud.

Ecco le spiagge che fanno parte del G20s: Rimini, Cavallino Treporti, San Michele al Tagliamento - Bibione, Jesolo, Caorle, Lignano Sabbiadoro, Riccione, Cervia, Cesenatico, Sorrento, Comacchio, Bellaria - Igea Marina, Vieste, Cattolica, Chioggia, Castiglione della Pescaia, Grado, Forio, San Vincenzo, Ischia, Arzachena, Orbetello, Rosolina, Grosseto, Viareggio, Taormina.

Fonte: Affari Italiani

22a edizione di Travelexpo

 

È partita Travelexpo, la prima fiera del turismo post-lockdown organizzata in Europa. La parola d’ordine della ventiduesima edizione di Travelexpo è rilanciare l’industria siciliana del turismo. E’ il filo rosso della proposta che ha scandito i lavori della prima giornata della borsa globale dei turismi che da oggi fino a domenica si svolgerà nel resort di Città del Mare di Terrasini.

Sono arrivati dei segnali incoraggianti dalla Regione che, oltre al bando per il sostegno alle imprese dell’assessorato alle Attività produttive, ha messo sul piatto 75 milioni di euro per l’intera filiera produttiva siciliana. “A partire dal 9 ottobre acquisteremo pacchetti e servizi turistici in favore dei tour operator – ha detto Lucia Di Fatta, dirigente generale dell’assessorato al Turismo – immettendo così liquidità nel sistema e, allo stesso tempo, rafforzeremo la comunicazione all’estero per proporre l’immagine della Sicilia, anche se abbiamo il timore che il Covid possa chiudere improvvisamente uno dei nostri mercati di riferimento”.

A fare gli onori di casa nel corso della prima giornata della fiera è stato Toti Piscopo, amministratore della Logos Comunicazione e Immagine che organizza la manifestazione, il quale nella sua introduzione ha ricordato “la grande volontà delle imprese turistiche che, seppure colpite dalla pandemia, si stanno preparando ad affrontare le nuove sfide a livello nazionale e internazionale”.

Giorgio Palmucci, presidente dell’Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo, ha fatto chiarezza sui dati economici alla luce dei sei mesi di stop di attività per le imprese del settore: “Il recupero estivo è stato parziale – ha svelato – e solo per le località marine o ai laghi; soffrono ancora le città d’arte. Quest’anno, su 440 milioni di pernottamenti registrati nelle ultime due stagioni, sono mancati completamente i turisti stranieri. Secondo un nostro sondaggio, il 97 per cento dei viaggiatori è rimasto in Italia e l’85 per cento degli intervistati ha riferito di essersi sentito al sicuro nelle strutture in cui ha soggiornato”.

Il sindaco di Palermo e della città metropolitana, Leoluca Orlando, intervenuto anche nella veste di presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani, ha sottolineato di aver inviato una lettera al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, per chiedere grazie ai fondi del Recovery Found “il collegamento in venti minuti tra l’aeroporto di Palermo e quello di Trapani Birgi, meno di quanto impiega il treno che unisce lo scalo di Heathrow con Londra. Si tratta di un progetto per accorciare le distanze, non solo fisiche, con il resto del Paese”.

IN ARRIVO L’UNDICESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA RURALE Torna sul lago d’Orta Corto e Fieno 2-3-4 ottobre 2020



 Corto e Fieno è un festival del cinema. Un festival che nasce nel 2010 da un’idea dell’Associazione Culturale Asilo Bianco: portare sullo schermo campagna, ruralità, prati, boschi, acque, animali, donne e uomini. Corto e Fieno è, con orgoglio, un festival del cinema rurale. Crea da anni uno spazio per vedere e discutere film di qualità che raccontano del rapporto tra l’uomo e la campagna. Si interroga sulla ruralità oggi, in Italia e in giro per il mondo. Riflette sull’importanza della terra: sulla necessità di starle vicino.

L’undicesima edizione di Corto e Fieno è in programma venerdì 2, sabato 3, domenica 4 e domenica 11 ottobre sul lago d’Orta a Omegna, Ameno e Miasino, tra le province di Novara e Verbania. Si è lavorato tanto in questi mesi, così incerti causa Covid e così pieni di voglia di ripartire. Il festival riporta il pubblico al cinema, nel buio della sala, e lo fa in completa sicurezza. Il Cinema Teatro Sociale di Omegna sarà la casa di Corto e Fieno, insieme ad altre proiezioni in Ludoteca a Omegna, al Museo Tornielli di Ameno e a Villa Nigra a Miasino.


Cortometraggi arrivati da tutto il mondo sono stati selezionati per la sezione Frutteto e per Germogli, categoria dedicata all’animazione e quest’anno legata al progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Asilo Bianco.

39 film tra concorso e fuori concorso, 14 prime nazionali e 22 prime piemontesi. Torna anche la lezione di Bruno Fornara, selezionatore dalla Mostra del Cinema di Venezia, che, per la sezione Sempreverde, ci porta a esplorare un nuovo film della storia del cinema con sguardo attento sul mondo rurale.

Un’edizione importante che vuole essere davvero un invito a tornare al cinema dopo la chiusura forzata delle sale.

Le proiezioni di Corto e Fieno continuano a essere a ingresso gratuito. Quest’anno però, per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, i posti in sala saranno limitati ed è obbligatoria la prenotazione per tutte le proiezioni. È possibile prenotare via email a cortoefienofestival@gmail.com e telefonicamente. Tutte le info sul sito www.cortoefieno.it

Corto e Fieno è anche l’occasione per visitare gratuitamente due mostre: Ciak & Quack. Tavole originali tra cinema e fumetto a cura di Giovanni Nahmias (al Forum di Omegna da sabato 26 settembre fino a domenica 4 ottobre) e Herbarium vagans, la grande mostra itinerante di disegni tra botanica e arte nei centri storici di Orta San Giulio, Ameno e Miasino (fino all’11 ottobre).

fonte: comunicato stampa 

Bandiere Rosse per Frieze, tinte con terra dei 50 stati. Artista rivisita vessilli Usa a Rockefeller Center

 

NEW YORK - Il 3 novembre gli elettori del Mississippi andranno alle urne per decidere se adottare una nuova bandiera con al centro un fiore di magnolia al posto di quella attuale decorata con i simboli della Confederazione Sudista. Ma a New York un artista concettuale ha gia' trasformato il vessillo dello stato al pari degli altri che identificano i 50 stati dell'Unione.
    Andy Goldsworthy, un esponente scozzese del movimento della Land art ha raccolto terriccio da ogni stato e colorato ciascuna bandiera con un pigmento rossastro imbevendo la tela con l'idea piu' materiale del suo territorio di origine. Le "Bandiere Rosse" (in realta' una gamma di sfumature, dall'arancio al rosa pallido, il giallo mostarda e il marrone) sventolano in questi giorni dai pali che circondano il "Rink", la pista di pattinaggio di Rockefeller Center da cui usualmente sono appesi vessilli nazionali.
    L'installazione fa parte di Frieze Sculpture, una iniziativa di arte pubblica all'aperto organizzata dalla fiera dell'arte che porta lo stesso nome. Identificare una bandiera con il suo stato di origine richiederebbe un'analisi geochimica, eppure l'insieme e' tutt'altro che monocromatico. L'opera di Goldsworthy, creata nel 2019 - e dunque prima dell'era Covid e delle proteste Black Lives Matter - sottolinea somiglianze e diversità tra le bandiere e i popoli che esse rappresentano, trasformando simboli di orgoglio nazionale e statale in una metafora di tolleranza e biodiversità di un paese vasto come gli Stati Uniti.
    Avendo ancorato questi valori in termini di rispetto dell'ambiente, l'artista scozzese ha voluto sottolineare, rafforzandola, la relazione tra giustizia sociale e ambientale.
    (ANSA).

A Verbania ha preso il via il Festival LetterAltura


 

La cultura a Verbania non si è spenta. Tutt’altro. Come una fiammella che continua ad ardere sotto la cenere, così la cultura in questi mesi segnati dalla pandemia è rimasta accesa nel cuore di chi da anni con passione e coraggio propone eventi in città.

È il caso degli amici de “Lago Maggiore LetterAltura”, il festival di letteratura di montagna, viaggio e avventura. Quello che poteva sembrare solo qualche mese fa un obiettivo irrealizzabile, ora è realtà.

Lo si è compreso bene oggi pomeriggio, giovedì 24 settembre, con gli eventi di apertura del festival, che fin da subito si annuncia infuocato e scoppiettante.

Filo rosso di questa edizione è proprio il fuoco. Un tema che sarà sviscerato, come sempre, a trecentosessanta gradi. È il fuoco che crea, ma è anche quello che distrugge. È il fuoco che scalda, che imprime forza. È il fuoco attorno al quale un tempo i bambini restavano a bocca aperta ascoltando le storie raccontate dai grandi. È il fuoco della passione e dell’amore che da sempre bruciano nel cuore di uomini e donne.

Un primo assaggio lo si è avuto con le immagini e il racconto di Luca Fontana, fotografo che ha esplorato luoghi selvaggi, dal deserto di Atacama alle distese di ghiaccio dello Yukon.Così come lo si è avuto grazie alle atmosfere uniche regalate dal maestro Sergio Scappini con la sua fisarmonica.

«Siamo soddisfatti – ha detto il presidente Michele Airoldi, aprendo ufficialmente la quattordicesima edizione. –  Questo festival è nato grazie alla passione e alla perseveranza di tanti nostri volontari che, seppur in un momento così difficile per tutti, hanno creduto in questo progetto. Il programma da qua a domenica 27 settembre è ricco. Buon festival a tutti».

sdnovarese.it

'Ferrara rinasce' con Antonio Ligabue e Riccardo Muti

 

Dopo la chiusura, il 27 settembre, della mostra dedicata a 'Un artista chiamato Bansky', Palazzo Diamanti a Ferrara ospiterà dal 30 ottobre al 5 aprile un'esposizione dedicata a Ligabue, che è uno degli architrave del palinsesto culturale della città, che include il 'debutto' al teatro Comunale Claudio Abbado di Riccardo Muti.
    Un palinsesto a 360 gradi per cui si sono alleati Ferrara Arte, di cui è presidente Vittorio Sgarbi, il finanziere Francesco Micheli, presidente di Ferrara Musica e Mario Resca, presidente della fondazione Teatro Comunale Abbado, oltre allo stesso Comune che ha scelto come slogan delle sue iniziative alla fine del lockdown 'Ferrara rinasce'.
    "L'obiettivo è non avere mai momenti di vuoto nella proposta culturale" ha spiegato Sgarbi alla presentazione milanese degli eventi che includono per la danza fra l'altro le prime assolute di il Don Juan dell'Aterballetto (il 9 ottobre) e Hands Do Not Touch Your Precious Me di Wim Vandekeybus (30 ottobre). Il 10 ottobre, invece, per la prima volta Riccardo Muti dirigerà al Comunale. Guiderà l'orchestra giovanile Cherubini, che lui stesso ha fondato.
    Per quanto riguarda il teatro, il cartellone presenta anche, in occasione del giorno della memoria, la prima nazionale dello spettacolo di Corrado Augias 'A cosa serve la memoria', e 'Il mistero buffo di Dario e Franca' dedicato a Franca Rame e Dario Fo riproponendole due parti del Mistero Buffo, femminile e maschile, in un unico spettacolo con Mario Pirovano, e Lucia Vasini. (ANSA).

Museo Stabiae intitolato a D'Orsi, Indiana Jones anni '50

 

CASTELLAMMARE DI STABIA - I visitatori che il lunedì non potranno recarsi al sito archeologico di Pompei, chiuso in quella giornata, "potranno vivere un'esperienza altrettanto imperdibile nelle Ville di Stabiae, alla Reggia di Quisisana e ad Oplontis, luoghi belli ma spesso dimenticati". E' l' invito del direttore generale dei Musei del Mibact, Massimo Osanna, che ha inaugurato a Castellammare di Stabia (Napoli) il Museo Archeologico intitolato a Libero D'Orsi, l'Indiana Jones degli anni '50 che con tenacia - lottando contro le istituzioni e i contadini dell'epoca - scavò con le sue mani per far riemergere le ville di otium degli antichi romani, sepolte dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. La figura di questo straordinario archeologo è raccontata in un video che il Mav (Museo Arcehologico Virtuale) di Ercolano ha realizzato.

Stabiae era la ''Beverly Hills'' dei romani, che nelle loro sontuose ville godevano di spa private, vista sul golfo con il Vesuvio e Capri di fronte, acque termali, fontane e piscine olimpioniche. ''Gli scavi nelle ville di Stabia sono ripresi - ha detto Osanna - perciò si lavora ad ampliare questo museo con un'altra ala. I reperti aumenteranno e arriveranno anche da Pompei il cui Antiquarium non può contenere tutto''. Il Museo archeologico Libero D'Orsi ha in vetrina affreschi, pavimenti in opus sectile, stucchi, sculture, terrecotte, vasellame di mensa ed oggetti in bronzo e in ferro mai esposti prima. ''Oggi è un giorno di festa - ha scritto in un messaggio il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Dario Franceschini -. Il percorso espositivo offre la visita di una collezione che non si vedeva da anni e costituisce una nuova offerta turistica importante per la Campania''. Soddisfatto il sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, che ha lavorato con energia, insieme ad Osanna ed ai funzionari della soprintendenza, per realizzare il progetto del Museo nella Reggia di Quisisana, un Palazzo reale borbonico, prima ancora palazzo di caccia dei Farnese, in cui Boccaccio ambientò una novella del Decamerone. ''In seguito vi fu realizzato un Grand Hotel e vi morì la Duchessa d'Aosta - ha ricordato Osanna - poi è stato depredato, ma ora, ristrutturato, ne abbiamo fatto sede del Deposito e degli Archivi del Parco Archeologico di Pompei. All'interno ci saranno attività didattiche e universitarie e, a parte, il Museo Civico della città''.

Osanna punta ad un accordo tra il Miur ed il MIbact per la fruizione del nuovo museo. Lo richiede anche il Covid-19, con le lezioni all'esterno delle scuole. ''Al momento si parla di accordi locali, ma siamo al lavoro con il Miur e le Università per una formazione che preveda la fruizione dei luoghi d'arte e di cultura. Con il ministro Manfredi l'obiettivo è che questo museo, come altri luoghi d'arte locali, diventi base per l'insegnamento della Storia nelle scuole''. Il sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, ha conferito ad Osanna la cittadinanza onoraria.

ansa

#Roma #TevereDay, è festa grande per il "biondo" di Roma

 

ROMA - Oltre 8 chilometri di sponde, per un giorno trasformate in teatro a cielo aperto. Una festa lunga 75 eventi e con 65 enti e associazioni riuniti. Forse un momento tanto glorioso il Tevere, il fiume di Roma, non lo viveva da millenni. Non solo perché torna la seconda edizione del partecipatissimo Tevere Day, in programma quest'anno il 4 ottobre con un calendario fitto di appuntamenti. Ma perché il "biondo" di Roma, come lo chiamano nella capitale, "rischia" anche di ritrovarsi candidato a Patrimonio dell'Umanità Unesco.
    Una battaglia "lunga e complicata", racconta Alberto Acciari, presidente dell'Associazione Tevere Day che promuove la campagna pro-candidatura, illustrando l'iniziativa al Salone Mondiale Città e Siti Unesco World Tourism Event alla presenza del sottosegretario all'Ambiente, Roberto Morassut, del responsabile della Segreteria politica della presidenza della Regione Lazio, Maurizio Veloccia, e del delegato della sindaca di Roma per la riqualificazione del fiume, Silvano Simoni. "Ma la candidatura - dice Acciari - è un progetto che il Tevere merita", in modo che a Roma "non sia solo il centro storico a essere patrimonio Unesco. E sappiamo di avere una grande forza: il Tevere sano lo vogliono i cittadini. E' un giacimento culturale e naturalistico immenso. Io poi - aggiunge - sogno di rendere visitabile la Cloaca Massima. Penso anche a quanto ne godrebbero i porti imperiali o un'oasi come Farfa".
    Intanto, appuntamento il 4 ottobre, per celebrare (o riscoprire) questo lungo fiume, che dalla campagna si insinua nel centro della città, scorrendo tra cupole barocche e fortezze papali e puntando al mare, via fondamentale per i commerci della Roma imperiale oggi tanto fotografato dai turisti, qualche volta un po' dimenticato dai suoi concittadini.
    Il Tevere Day, che lo scorso anno ha coinvolto oltre 30 mila cittadini e turisti, spiega Acciari, "è nato proprio per esaltare tutte le componenti sociali, sportive, culturali del fiume". Da Castel Giubileo al Foro Italico, dal Ponte della musica allo Scalo del Pinedo, dall'isola Tiberina e Testaccio a Ostia, ecco allora che in un calendario a metà tra impegno e festa, si pensa all'archeologia con l'apertura degli scavi di Emporium a Testaccio condotti dalla Sovrintendenza alle Cripte sotto l'ospedale Fatebenefratelli, i locali del vecchio Ospedale Israelita e della vecchia sinagoga. All'ambiente, con l'iniziativa Clean Up per la pulizia delle acque e delle sponde in accordo con Ama; e all'arte con la mostra fotografica Oltre il fiume realizzata da Photo Tales e le passeggiate cine-letterarie di Roma Slow Tour per raccontare come il Tevere sia stato immortalato dal cinema e dalla letteratura, fino ai concerti delle bande popolari e la performance letteraria delle Donne di carta. A rivelare Storia, storie e leggende pensano invece il Touring Club, Stefano Caviglia e i circoli storici sul fiume. Tra gite sui barconi e incursioni sulle sponde, ecco anche la scoperta delle vecchie usanze alimentari romane nelle apette dello street food. E c'è anche tanto sport, dalle esibizioni dei campioni di skate e pattini a rotelle ai corsi di calcio, canottaggio, paddle e mini tennis, tiro alla fune, yoga, pilates, bici e boccette. Ma, tranquilli, confidando nel tempo, si potrà anche solo prendere un po' di sole lasciandosi cullare dal canto dell'acqua che scorre. (ANSA).