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I Giochi a Londra, conto alla rovescia nel nuovo parco di Stratford. La capitale britannica si è rifatta il look

(di Ida Bini)


Per ospitare le Olimpiadi, che prenderanno il via il prossimo 27 luglio, Londra si è rifatta il look e ha rinnovato e restaurato stadi, palazzi, parchi, teatri, centri sportivi, musei e interi quartieri. A partire dal più degradato Hackney, a est della metropoli, ex area industriale in disuso tra Hackney Marsh e Stratfdord High Street, che oggi ospita spazi dedicati all’arte contemporanea, giardini e Stratford, la zona dove sorgerà il Parco olimpico con le bellissime strutture sportive immerse nel verde.

Qui dal grande progetto di ristrutturazione urbanistica sono nati i centri e gli stadi dei Giochi – dall’Aquatics Centre all’Olympic Stadium e alla Basketball Arena - che, una volta terminate le Olimpiadi, verranno messi a disposizione dei cittadini, così come gli appartamenti occupati dagli atleti che diventeranno abitazioni private e popolari. Hanno preso vita anche il Westfield Stratford City, uno dei più grandi centri commerciali d’Europa; la University Square Stratford, struttura universitaria che dal 2013 accoglierà 3.400 studenti; e due nuove stazioni: Docklands Light Railway, metropolitana di superficie che collega la zona alla City, da cui dista circa 5 chilometri, e Stratford International, dove arriveranno i treni ad alta velocità diretti alla stazione di St. Pancras.

Fanno parte del Parco olimpico strutture bellissime e all’avanguardia, realizzate con materiali di riciclo e criteri di sostenibilità da architetti e designer di fama mondiale: l’Aquatics Centre, progettato dall’architetto anglo-irachena Zaha Hadid, ospiterà le gare di nuoto, nuoto sincronizzato e tuffi nelle due piscine da 50 metri e in quella da 25 metri; la Basketball Arena è una struttura temporanea, costruita dallo studio scozzese Barr, che verrà smantellata dopo i Giochi e riutilizzata per le Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016. Qui, a Londra, accoglierà le gare di pallacanestro e di pallamano. E ancora il Velodrome, disegnato dall’australiano Ron Webb, che ospita una pista di 250 metri, un circuito BMX e uno per mountain bike; il Copper Box, palazzetto per le gare di tiro e scherma che dopo i Giochi verrà consegnata al quartiere come centro sportivo, e l’Olympic Stadium, disegnato dallo studio d’architettura londinese Populous, che ospiterà le gare di atletica, la cerimonia di apertura del 27 luglio e quello di chiusura del 12 agosto.

Dopo i Giochi lo stadio verrà utilizzato per gare di atletica, concerti e partite di calcio. Nell’imponente operazione di restyling sono state coinvolte anche strade, piazze e slarghi con la costruzione o il restauro di alcuni edifici e di spazi multifunzionali che ospitano gallerie d’arte, negozi, ristoranti e atelier. Tra i più significativi ci sono Orbit, l’originale torre-scultura in acciaio rosso, alta 115 metri e con piattaforma panoramica, realizzata accanto all’Aquatics Centre dall’architetto indiano Anish Kapoor; The Residence, uno dei principali spazi per artisti emergenti a Hackney; View Tube, spazio artistico multifunzionale, ricavato dai vecchi magazzini usati per il trasporto marittimo, con vista panoramica sullo stadio e il locale Container Café. Infine c’è Stour Space, spazio per mostre d’arte contemporanea a Fish Island, poco distante da Hackeny Wick. Fanno parte del progetto di rinnovamento urbanistico anche il servizio di battelli lungo il fiume Lea – i Water Bus – che costeggiano la zona olimpica; Bench to Bench, le sedute di design – panchine e sgabelli – di Martino Gamper tra le strade di Hackeny Wick, accanto al Parco olimpico; e lo storico parco cittadino, delimitato dal Regent’s Canal e dall’Hertford Union Canal, dove durante i Giochi un maxischermo permetterà di vedere le gare.

Le Olimpiadi di Londra, tuttavia, non si svolgeranno solo al Parco olimpico, ma un po’ ovunque in città: 33, infatti, sono gli impianti che ospiteranno i Giochi, distribuiti ad ampio raggio tra Hyde Park e Greenwich. I principali sono: Wembley Stadium, il popolare stadio di calcio con il celebre arco in acciaio; i leggendari campi in erba di Wimbledon, vicino ai Kew Gardens; il celebre Hyde Park dove si terranno alcune gare di nuoto e di triathlon; l’area sportiva di Earls Court, tra gli eleganti quartieri di Chelsea e Kensigton, per le gare di pallavolo. E, ancora, la caserma delle Guardie a cavallo, la Horse Guards Parade, vicino a Downing Street, che si trasformerà in un campo di beach volley; il lungo viale alberato Mall, che collega Buckingham Palace a Whitehall, dove si correranno parte della maratona, delle gare di corsa e del ciclismo su strada; il campo da cricket Lord’s Cricket Ground, vicino a Regent’s Park, per le gare di tiro con l’arco. Infine ci sono la North Greenwich Arena che ospiterà le gare di ginnastica artistica e le finali di basket; Greenwich Park, il parco più antico di Londra, dove avranno luogo le gare del pentathlon e quelle equestri; e sull’altra sponda del Tamigi il centro fieristico ExCel che ospiterà scherma, judo, taekwondo, ping pong, lotta e sollevamento pesi. 
ansa

Art&Tourism, turismo culturale a Firenze Cultura e turismo insieme valgono il 10% del pil

Taglio del nastro per 'Art&Tourism', la prima manifestazione mondiale tutta dedicata al turismo culturale: l'evento è in programma fino al 20 maggio alla Fortezza da Basso di Firenze. In Italia, è stato ricordato, cultura e turismo valgono insieme il 10% del Pil nazionale. Alla Fortezza da Basso, spiegano gli organizzatori, si è dato appuntamento il meglio della cultura e del turismo a livello mondiale (oggi per gli operatori, da domani aperto al pubblico), in un evento che vuole essere una 'finestra' su come e quanto sta cambiando il settore.

"Per la prima volta - ha detto Giuseppe Greco, capo gabinetto del ministro del Turismo Piero Gnudi - si coniuga il turismo con la cultura, che devono interagire. Si apre una fascia nuova di mercato che riteniamo molto significativa e importante per il rilancio e la crescita del Paese. Bisogna incentivare il turismo culturale e, nello stesso tempo, anche preoccuparci a che la politica fiscale di particolare rigore non vada a disincentivare questo mercato, che deve crescere e sul quale puntare". "Art&Tourism - ha aggiunto l'assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti - potrà cambiare il modo di concepire la vacanza e ci renderà più consapevoli del valore del nostro patrimonio". Paolo Audino, amministratore delegato di TTG Italia (società organizzatrice) ha spiegato che alla Fortezza ci sono "300 aziende che espongono, 200 buyer da tutto il mondo, oltre 2 mila operatori; e per sabato e domenica ci attendiamo 15-20 mila visitatori".
ansa

America's Fun a Reggio Emilia dal 25 al 27 Maggio alle Fiere di Reggio Emilia

America's Fun è una nuova idea di Team For You e American Meeting-Rivista di Cultura Americana la prima ed unica manifestazione internazionale INTERAMENTE dedicata ai miti della cultura americana.
Il mondo a stelle e strisce di ogni epoca, cultura ed estrazione, per la prima volta si riunisce in un unico grande, imperdibile evento.
Motori, sport, spettacoli, musica, ballo e divertimento, mostre statiche ed esibizioni mozzafiato:
Tutte le realtà del Made in USA troveranno il loro spazio in America's Fun per regalarvi grandi emozioni pronte a risvegliare ed accrescere una grande passione senza confini.
America's Fun, per vivere la passione a stelle e strisce in un week end che non dimenticherai.

America’s Fun Orari al pubblico

Venerdì ore 15.00 – 01.00
Sabato ore 9.30 – 01.00
Domenica ore 9.30 – 20.00

Biglietti:
Intero € 9,00
Ridotto € 7,00
Pass 3 giorni € 15,00

organizza America’s Fun

Largo Marco Gerra, 3
42124 Reggio Emilia
P.IVA 02518010356
R.E.A. n° RE 288761
tel. +39 0421/280235
tel. +39 0421/280252
fax +39 0421/71955

info@americasfun.it

per soggiornare a Reggio Emilia


HOTEL CRISTALLO ****
V.le Regina Margherita, 30
42100 Reggio Emilia
Tel.: 0522.511811
CLASSIC (BEST WESTERN) ****
Via Pasteur, 121
(via Emilia per Modena)
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Tel.: (+39) 0522-683168
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Tel.: 0522 435364 – Fax 0522452742

REMILIA**** ex Ramada
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HOTEL EUROPA RE ****
Viale Olimpia 2
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Tel.: 0522.432323 – Fax: 0522.432442


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Via E. Ferri, 18/F-G
42100 Villa Sesso (RE)
Tel. 0522.533232

HOLIDAY INN EXPRESS Reggio Emilia ***
Via Meuccio Ruini, 7
42100 Reggio Emilia
Tel.: 0522-507122 – Fax: 0522-514308

Torna notte dei musei, sabato porte aperte: in tutta Italia si entra gratis dalle 20 alle 2

Una visita notturna ai tanti capolavori del romano Palazzo Barberini. O una passeggiata al chiaro di luna negli scavi di Pompei, a Villa Adriana di Tivoli, nel piemontese Castello di Moncalieri.
''Spaventosamente gratuita'', come recita quest'anno il claim della pubblicita', torna per il quarto anno consecutivo 'La Notte dei Musei', l'evento di respiro europeo organizzato dal ministero dei Beni culturali che sabato 19 maggio, dalle 20.00 alle 2.00 di notte, apre gratuitamente le porte di musei ed aree archeologiche statali, permettendo un'insolita fruizione 'fuori orario' del patrimonio artistico italiano.
E dalla Campania alla Lombardia, dalla Liguria all'Abruzzo le opportunita' sono tantissime, tanto piu' che molti dei luoghi d'arte coinvolti arricchiranno la proposta organizzando anche concerti, mostre tematiche e percorsi guidati. Tutte le informazioni sul sito online del ministero (www.beniculturali.it) e sull'applicazione gratuita per smartphone i-MiBAC top 40
ansa

ln Ticino per rigenerare mente e corpo

Passeggiare nella natura, dormire sulla paglia, assistere alla produzione artigianale di formaggi: nel Canton Ticino le opzioni della primavera inoltrata e dell'estate sono all'insegna della genuinità, non solo dei sapori, e soprattutto della riscoperta di ritmi di vita più lenti, rigeneranti. Non ozio, ma un sano relax grazie all'accoglienza di fattorie, agriturismi e alpeggi.
È questo il senso di numerose iniziative rilanciate di recente sul territorio e volte a coinvolgere viaggiatori nella valorizzazione di prodotti tipici locali e attrazioni naturali. Ai turisti 'mordi e fuggi' ma anche a coloro che possono concedersi una vacanza meno frettolosa il cantone svizzero propone itinerari e soluzioni di soggiorno per rigenerare mente, corpo e perché no anche il palato. I percorsi si snodano in diverse zone di produzione di formaggi locali: Lugano e Mendrisiotto, Bellinzona e Alto Ticino, Lago Maggiore e Valli
Si potranno scoprire gli alpeggi del luganese, a basse quote, dove si producono formaggelle da latte di capra. Nei pressi di Lugano, a Tesserete, si può dormire su paglia. Il distretto di Mendrisio è invece indicato per gli assaggi di robiole e büscion. Altra specialità è lo zincarlin, ottenuto con aggiunta di aglio, prezzemolo tritato e pepe. Alloggiando in uno degli alpeggi della zona i turisti possono non solo abbandonarsi ai piaceri della tavola, ma imparare alcuni segreti della produzione casearia assistendo dal vivo alla lavorazione dei prodotti. Un'idea originale può essere quella di prendere il trenino a cremagliera che parte da Capolago e porta al Monte Generoso.
A Bellinzona e dintorni c'è la vendita diretta di formaggi al pubblico, per lo più a base di latte di mucca. Stessa possibilità nei caseifici artigianali in Leventina. Tanti alpeggi si trovano anche sulla strada del Passo del Lucomagno e nella Val Pontirone. Per il più ricercato "formaggio della paglia" ci si deve invece dirigere verso la Vallemaggia.
ansa

Benessere su due ruote in Repubblica Ceca

( Di Stefania Passarella )
Benessere in Repubblica Ceca non si coniuga soltanto con la frequentazione delle rinomate stazioni termale del triangolo boemo: anche un po' di sano movimento aiuta a rigenerarsi, soprattutto se a contatto con la natura. Mezzo ideale la bicicletta, da sfruttare a primavera inoltrata e in estate per scoprire città d'arte, villaggi rurali che sembrano cartoline d'epoca, vigneti, laghi e boschi selvaggi.

Per questo l'Ente del turismo ceco propone ai cicloturisti tanti itinerari ad hoc, da percorrere rigorosamente sulle due ruote, contrassegnati da segnaletica speciale e con l'ausilio di mappe dettagliate.

Per chi ama scoprire in modo 'lento' natura e arte ci sono ad esempio i percorsi pianeggianti della Boemia centrale e meridionale, dove le piste ciclabili sono realizzate tra i laghi artificiali della zona di Trebon, oppure della Moravia meridionale. Qui invece si percorre la Via del Vino, con saliscendi su colline rivestite di vigneti. Per riposarsi nulla di meglio che la sosta in una delle cantine della zona con assaggio del nettare locale. Chi ama la mountain bike e le pedalate più impegnative può indirizzarsi verso la Selva Boema, i monti Metalliferi e in generale verso le alture boemo-morave, tra pascoli e foreste. Altrettanto interessanti sono i percorsi segnalati nelle città d'arte del Paese, a partire dalla capitale Praga e dalla possibilità di costeggiare il corso della Moldava.

La Repubblica Ceca è inoltre attraversata da grandi piste ciclabili internazionali: la Greenway Praga-Vienna, il tracciato paneuropeo Praga-Pilsen-Parigi, il sentiero della Cortina di Ferro.

Tante le opzioni, i cicloturisti che non hanno voglia o tempo di organizzare una spedizione 'fai da te' potranno unirsi a tour guidati in bici insieme a guide specializzate. In questo caso si possono tentare anche itinerari meno conosciuti, più impervi, senza doversi preoccupare nemmeno di alloggio o trasporto bagagli. Informazioni: www.czechtourism.com.

ansa

Lodigiano promosso dai turisti Soprattutto per il cibo

di Laura De Benedetti

Lodi, 1 maggio 2012 — Il Lodigiano meta di turisti in cerca di beni culturali, ma anche per business e sport. È il ritratto che emerge da un’indagine promossa da Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) e Unioncamere e resa nota dalla Camera di Commercio. Analizzando le motivazioni del soggiorno, infatti, risulta che i turisti affluiscono nel Lodigiano innanzitutto per ricchezza del patrimonio artistico (21%); motivi di lavoro (19,2%); vedere un posto mai visto (15,7%); prezzi convenienti (12,3%); praticare uno sport (11,9%); riposarsi (9,9%); decisione altrui (9%); shopping (7,1%); vicinanza (6,3%).

Il 'giudizio medio' è lusinghiero: su un punteggio massimo di 10 la qualità di mangiare e bere ottiene l’8,3, la cortesia l’8,1, l’accoglienza l’8,0, la pulizia degli alloggi l’8,1 (tutti in linea con la media lombarda). I consensi calano un po’ in materia di offerta culturale (7,7), costo dell’alloggio (7,5) e della ristorazione (7,5), organizzazione (7,4), intrattenimento (7,5), traffico (7,3). «Il nostro turismo — commenta il presidente della Camera di Commercio di Lodi, Alessandro Zucchetti — ha punti di eccellenza ma anche aspetti che si prestano a un ulteriore miglioramento. Per questo dedichiamo attenzione all’avanzamento della struttura turistica e alla sua specializzazione produttiva».

«L’indagine dimostra come il Lodigiano si giochi un ruolo di primissimo piano nel panorama dell’offerta turistica della Lombardia — sottolinea l’assessore provinciale Mariano Peviani —. In alcuni settori, come la ricchezza del patrimonio artistico, smentendo chi riteneva che non potessimo competere con altre realtà, ne rappresenta addirittura l’eccellenza: viene riconosciuto il funzionamento del sistema turistico nel suo complesso. Certo, dobbiamo offrire una offerta coordinata o pacchetti tematici. Noi continuiamo a investire come dimostrano i progetti “Lodigiano per Expo”, finanziato dalla Regione, e “Expo e oltre” sottoposto all’attenzione della Fondazione Cariplo. O la stessa Rassegna Gastronomica».

Sulle visite legate allo sport, spiega Peviani, «non abbiamo dati scorporati ma riteniamo che un ruolo di primo piano lo ricopra la rete di piste ciclabili in fase di potenziamento. Altre opportunità sono legate alla presenza di maneggi». Sui parametri più bassi, assicura l’assessore, «siamo ben al di sopra della semplice sufficienza. Con gli altri enti lavoreremo ancora sull’offerta culturale, già intensificata e diversificata, con gli operatori cercheremo di intervenire, dove possibile, sui prezzi, che rimangono comunque concorrenziali».

ilgiorno.it

In Val Seriana l'industria che fu

Chi vuol trovare la culla dell’industria lombarda venga in Val Seriana. Cinquanta chilometri che alle spalle di Bergamo si allungano prima tra morbidi fianchi e pianori quindi in un ambiente sempre più alpino fin dentro il cuore delle Orobie. Accessibilità perfetta e ampi spazi, un fiume, il Serio, ideale per fornire energia, una rete di valli minori ben caratterizzate, monti dal ventre ricco di risorse: piombo, mercurio ma anche marmo e lignite. Se ne accorsero già i Romani, che in Val del Riso, una valle ausiliaria, scavarono miniere di zinco. Rilanciate dalla Repubblica veneziana a fine Quattrocento, raggiunsero l’acme produttivo ai primi del Novecento, quando si estraevano tonnellate di blenda e calamina. Tra il 1980 e il 1982 il crollo dopo una lunga agonia.

Oggi il dedalo di cunicoli è in parte visitabile grazie all’ecomuseo di Gorno, che tiene viva la memoria di una civiltà millenaria. La storia di ascese, glorie durature e cadute si ripete molte volte nel sistema di valli che ruotano attorno al Serio. La Val Gandino ha rivestito per secoli gli eserciti europei con il suo panno grosso bergamasco, un tessuto apprezzato per la robustezza e la tenuta termica. Da Leffe, il centro di maggior produzione (e dove oggi è allestito un museo del tessile), dal Medioevo e soprattutto attorno al XVII secolo i mercanti varcavano il passo del Tonale verso il Nord carichi delle pezze lavorate nelle ciodére. Ma i panni della Val Gandino presero anche la via del Sud. Venne infatti a rifornirsi alla tintoria di Prat Serval per i suoi pannilana tinti del tipico "scarlatto" Garibaldi in procinto di partire con i suoi Mille. Paradossi della storia, visto che la Val Seriana è una roccaforte della Lega Nord: qui il partito del Senatur corre da solo arrivando a percentuali tra il 40 e il 60%.

I piccoli opifici nel tempo hanno chiuso. Ma chi ha saputo adattarsi ai cambiamenti si è trasformato in realtà multinazionali. Come RadiciGroup: fondata nel 1941 da Pietro che vendeva le sue coperte con il calesse, negli anni 50 ha diversificato nella produzione di tessuti, moquette, tappetini per automobili e negli anni 80 ha investito nella chimica. Oggi ha 30 aziende in tutto il mondo. L’epoca d’oro arriva a metà Ottocento quando la Val Seriana vive una vera e propria rivoluzione industriale. Innestandosi sulla tradizione artigianale secolare arrivano in massa investitori stranieri, soprattutto svizzeri: con Zopfi a Ranica, Widmer-Walty a Cene, Blumer a Nembro, Spoerry e Honegger ad Albino l’intera valle tocca livelli d’eccellenza nel tessile. Ma lana e cotone non hanno il monopolio. Nascono le industrie della carta: Paolo Pigna fonda la sua cartiera ad Alzano (dove ha tutt’ora sede, anche se è in corso una ristrutturazione aziendale e una riqualificazione del complesso), seguono quelle di Pesenti a Nembro e le cartiere Olivati. Nel 1864 a Scanzo nasce la Società Bergamasca per la Fabbricazione del Cemento e della Calce Idraulica: la progenitrice dell’Italcementi. In molti casi si tratta di una classe imprenditoriale illuminata, che contribuisce in modo significativo al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti. Sintomo, ed effetto collaterale, ne è l’esplosione demografica della valle che si trasforma in maniera inesorabile e definitiva.

Il passato industriale è visibile ovunque. La Val Seriana è un immenso giacimento di archeologia industriale. Con i suoi camini alti 40 metri e la selva di androni, camere e corridoi, il cementificio Pesenti di Alzano Lombardo è una impressionante cattedrale del lavoro in rovina. Con i suoi 25 mila metri quadrati è stato a lungo il più grande d’Europa. Il cotonificio Honegger-Spoerry di Albino è uno dei più belli della valle e dei meglio conservati. Ed è, inoltre, uno dei pochi visitabili. Nei suoi spazi, costruiti tra il 1876 e il 1950, si arrivarono a contare 42 mila fusi e 1086 telai per la tessitura meccanica.

Di grande interesse le case operaie, situate su un piccolo rilievo, edifici plurifamiliari a due piani, decorati con balconi in legno e circondati da piccoli orti. A Cene il Cotonificio Val Seriana, fondato nel 1874 ed esteso per 60 mila metri quadrati, triplicò gli abitanti. Un patrimonio dalla sorte problematica. Poche le strutture attive e per molte lo stato di degrado è avanzato. La riconversione è complessa. In vista dell’Expo la Provincia di Bergamo nel settembre scorso ha firmato un protocollo per avviare il recupero del cementificio di Alzano: 30 milioni di euro il costo previsto. Sempre ad Alzano la trasformazione dell’opificio Italcementi ha dato vita ad Alt, spazio per l’arte contemproranea. La crisi certo non aiuta: sono oltre 4000 i lavoratori della Val Seriana in cassa integrazione, di cui il 70% nei settori del tessile, della ceramica e della carta. Non c’è quasi famiglia in valle che non abbia lavorato al Cotonificio Honegger di Albino.

A inizio 2008 i dipendenti erano circa 450, scesi a 390 a ottobre, quando l’azienda dichiarò altri 240 esuberi. Comune e Regione siglarono un accordo di programma per guidare una parziale riconversione dell’area in centro commerciale a opera del gruppo Lombardini, che avrebbe riassorbito 150 persone. È stato ratificato solo a giugno 2011, quando da sei mesi nel cotonificio vige la cassa integrazione a rotazione, prolungata a inizio di quest’anno fino ad agosto. Ma ai primi di febbraio l’annuncio da parte di Lombardini dell’abbandono del progetto. Epilogo? Eppure la Val Seriana ci ha abituato a finali aperti. La meccanica di precisione sembra essere la nuova frontiera. Si riparte dal piccolo e dalla ricerca. D’altronde, qui, la tradizione da secoli è innovare.

Alessandro Beltrami  - avvenire

Anche il non profit si mette in viaggio

Le esigenze di chi viaggia per ragioni umanitarie sono profondamente diverse da quelle dei viaggiatori normali. Si pensi ai volontari di una Ong chiamati a raggiungere senza preavviso destinazioni lontane, spesso molto al di fuori dei circuiti del turismo di massa. Oppure ai religiosi che visitano con frequenza missioni situate magari dall’altra parte del mondo. Hanno peculiari problemi logistici da risolvere, legati anche alla particolarità dei carichi da trasportare, e per contro possibilità di spesa di solito limitate. Riuscire a soddisfare questa tipologia di viaggiatori significa disporre di qualificate competenze e di servizi ad hoc, oltre che delle capacità relazionali necessarie in situazioni di emergenza.

Per questo Cisalpina Tours, agenzia leader in Italia nei viaggi d’affari (650 persone impiegate, 1 milione e mezzo di viaggiatori seguiti ogni anno), ha sviluppato la divisione Vaam. Strutturata a inizio anno, pienamente operativa da marzo, Vaam è stata creata per assistere al meglio missionari, volontari e associazioni non profit in generale, parrocchie, famiglie che affrontano una trasferta per un’adozione internazionale («Vaam» sta appunto per volontari, adozioni, associazioni e missionari). «Una decisione – dice Rosemarie Caglia, responsabile marketing in Cisalpina Tours – che rientra nella politica di responsabilità sociale dell’azienda».
Vaam, a cui sarà riservata una sezione anche sul nuovo sito web che verrà attivato a breve (www.cisalpinatours.it), è totalmente dedicata a questo segmento di clientela, per il quale sono stati studiati una serie di servizi specifici: innanzitutto tariffe preferenziali, poi speciali condizioni assicurative e sanitarie, franchigia per bagagli supplementari, servizi per i visti (molti sono viaggi intercontinentali), cambi data gratuiti, assistenza continuativa anche in situazioni estreme. Il team Vaam è composto da una decina di persone, ma se ne aggiungeranno presto altre che si stanno formando.

Fra i clienti figurano già il Monastero di Val Serena, la Piccola casa della Divina provvidenza di Torino, le Suore di San Giuseppe, l’Arcidiocesi di Agrigento per la sua Missione Ismani in Tanzania, la Ong Cisv. Ma qualunque parroco o associazione, o una famiglia, che deve organizzare un viaggio per motivi di volontariato o umanitari, può rivolgersi a Vaam: «Affinché possano usufruire delle nostre tariffe preferenziali – spiega la responsabile del team Vaam, Silvia Giuliano – chiediamo loro, anche per ragioni di serietà, una lettera che attesti che il viaggio si effettua per motivi di volontariato o missionariato». Un posto speciale è poi riservato alle associazioni per le adozioni internazionali, come Amici delle missioni indiane, Nova o Enzo B Onlus, con cui già ci sono rapporti: «Per noi sono importantissime – prosegue Giuliano – e le seguiamo con particolare passione, perché le famiglie che arrivano da noi sono all’ultimo passo verso il coronamento del sogno di una vita».

Andrea Di Turi - avvenire.it

MOSTRA A ILLEGIO: La salvezza dell’arte riparte dai bambini

Illegio, questo piccolo borgo di montagna, non ha più di trecen­to anime ed i bambini si contano sulle dita di due mani. È l’icona della denatalità nelle terre alte. Ma anche della voglia di reagire. Lo testimonia una volta di più il tema della mostra internazionale d’arte di quest’anno, I bambini e il cielo, che viene inaugu­rata oggi dal cardinale Antonio Cani­zares Llovera, prefetto della Congre­gazione per il culto divino, e che ri­marrà aperta fino al 30 settembre. Mostra che sarà visitata, in maggio, anche dal presidente della Repubbli­ca, Giorgio Napolitano, accompa­gnato da centinaia di bambini della Carnia. «Se prendiamo i bambini sul serio, ci possiamo ancora salvare. Nella società e nella Chiesa» sospira mons. Angelo Zanello, arcipre­te di Tolmezzo e presidente del Comitato di San Floriano. In que­sta minuscola comunità, che non vuole essere desertificata, dalla prima mo­stra del 2000 so­no passate più di 200 mila persone, provenienti da o­gni parte d’Italia e d’Europa. «Così tante – spiega ancora Zanello – per­ché hanno potuto sperimentare un ritorno al principio dell’umanità da vivere, raggiungendo la mostra attra­verso un ambiente, un paese, un contesto risanante, perché libero dalle nevrosi e dai frastuoni che ci assediano». Ben 80 i capolavori che si potranno ammirare: dal I secolo a.C. fino al Novecento, selezionati dalle sedi museali più prestigiose d’Europa, come i Musei Vaticani, gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Museo Thyssen Borne- misza di Madrid, il KunstHistori­sches Museum di Vienna, e da colle­zioni private, tra l’Europa e New York.

La mostra dipana il suo raccon­to tra alcune iconografie familiari e altre rarissime, attraverso gioielli di altissima qualità come il San Cri­stoforo di Lucas Cranach il Vecchio, La preghiera di Abramo e Isacco di David Teniers il Giovane, La Natività dell’atelier di Hans Memling, la Ma­donna del Pollice di Giovanni Bellini, il grandioso Venere e Mercurio pre­sentano Cupido a Giove del Veronese. Diversi gli inediti presenti in mostra, specialmente nelle sezioni dedicate alla scultura tra il Duecento e il Quattrocento italiano. «La Mostra è dedicata ai bambini che la Sacra Scrittura ricorda tra i protagonisti della storia della salvezza – spiega don Alessio Geretti, delegato episco­pale per la Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Udine e cura­tore scientifico dell’esposizione –, indicando l’in­fanzia come la condizione spi­rituale di massi­ma autenticità in cui l’uomo può trovarsi». Ed ecco le diverse sezioni della ras­segna: dalla mitologia all’Antico Te­stamento, dall’infanzia di Gesù nel Nuovo Testamento fino all’iconogra­fia di Gesù e San Giovanni Battista, quale modello sacro e profano per l’arte del Rinascimento italiano. Infi­ne, un cenno sul passaggio dall’in­fanzia sacra di soggetto biblico alla sacralità dell’infanzia di soggetto so­ciale, dall’Ottocento in avanti, con i temi dei bambini sfruttati o della no­stalgia di un’innocenza che abbiamo perduto. L’infanzia, che a Illegio di­venta anche un criterio per leggere la storia dell’arte dell’Occidente, è «provocazione e simbolo», sottolinea don Geretti. Provocazione, perché «i bambini hanno un’ostinazione gra­devole e impertinente a riguardo delle domande cruciali dell’esistenza umana»; un simbolo perché «ci vive dentro e accanto». L’infanzia, cioè, come «simbolo di una condizione pura dell’esistenza, del mattino del­l’innocenza terrena e della meravi­glia ». Ma con quale spirito visitare questa rassegna? Secondo la studio­sa Sara Tarissi De Jacobis, sarebbe un errore cercare il ritratto del bambino nell’arte. «Quello che vi si trova è piuttosto un sistema complesso di relazioni, di cui fa parte anche il bambino, e che po­tremmo chiamare famiglia. La famiglia è un organismo so­ciale che ha cambia- to nei secoli le sue strutture interne e l’ha fatto per osmosi con le trasfor­mazioni culturali e religiose esterne. L’educazione ha contribuito a dise­gnare i confini di questo organismo e la rappresentazione dei bambini è stata caricata di una forte valenza simbolica».

La Chiesa, infatti, ha compreso per prima il potere delle immagini e ha affidato loro il ruolo di spiegare e diffondere i dogmi cristiani. «Ma o­gni buon educatore sa che per otte­nere risultati migliori occorre coin­volgere emotivamente l’allievo, por­tare l’ostacolo alla sua altezza, e così nella pittura hanno fatto il loro in­gresso la realtà e la natura: il raccon­to ha presto soppiantato l’icona. Co­sì il simbolo si è incarnato in un per­sonaggio vivo, reale al­meno nella finzione artistica. Così è tocca­to anche all’immagine del bambino, che è di­ventato figlio nostro. Ricostruire di volta in volta la fitta rete di re­lazioni culturali e so­ciali in cui l’immagine del bambino si inseri­sce, all’interno di ogni singola opera d’arte, prima di tutto attra­verso la sua forma, è compito di uno stori­co ». Apprezzare, dun­que, l’effetto che que­sto processo ha im­presso alla forma at­traverso la mano dell’artista «è compito del critico». «All’osser­vatore moderno non resta che godere ­conclude Tarissi De Jacobis - , dal proprio personale punto di vi­sta, del percorso che la collaborazione di queste scienze è in grado di ricostruire».

Francesco Dal Mas - avvenire.it