Eurobirdwath 2012, sabato 6 e domenica 7, in 70 oasi italiane. Un weekend osservando la migrazione autunnale

Germani reali in volo - LIPU - Maurizio Bonora
Un weekend con il naso all'in su' per osservare e ammirare gli uccelli selvatici, la natura e lo spettacolo della migrazione. Torna, sabato 6 e domenica 7 in 70 oasi italiane, Eurobirdwatch il piu' grande evento dedicato al birdwatching organizzato dalla LIPU-BirdLife Italia in collaborazione con Il Corpo forestale dello Stato.
''L'Eurobirdwatch - dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU - e' un evento non solo per gli appassionati ornitologi, ma anche per le famiglie che vogliono avere un primo approccio con la conoscenza della natura attraverso l'osservazione degli uccelli migratori. Conoscere la natura vuol dire sensibilizzare alla tutela dell'ambiente e alla necessita' di un modo di vivere e di consumare risorse piu' sostenibile''.
Settanta le aree ad alto valore naturalistico che apriranno le porte in occasione dell'evento, tra cui 28 oasi e riserve della LIPU (dalla Riserva Palude Brabbia, in provincia di Varese, all'Oasi Ca' Roman, nella laguna di Venezia, fino all'Oasi di Carloforte, in Sardegna), 26 riserve naturali gestite dal Corpo forestale dello Stato e altri 20 'paradisi' del birdwatching scelti dai volontari delle sezioni LIPU (tra cui la foce dell'Isonzo in Friuli-Venezia Giulia, le saline di Margherita di Savoia in Puglia, la Riserva dei Pantani della Sicilia Sud orientale).

Tra le specie piu' facili da vedere la LIPU segnala, nelle zone umide, numerose specie di aironi come la garzetta, l'airone cenerino, l'airone bianco maggiore e la nitticora e inoltre rapaci come il falco di palude e lo sparviere, mentre negli habitat boschivi si potranno osservare molte specie di passeriformi, da quelle comuni come pettirossi, merli, fringuelli e verdoni a quelle piu' rare e localizzate quali il passero solitario, il basettino e il forapaglie castagnolo.


Il programma completo di tutti gli eventi e' disponibile sul sito www.lipu.it, mentre per facilitare il riconoscimento delle specie e' possibile scaricare gratuitamente alla pagina http://www.lipu.it/birdwatching/?utm_source=banner&utm_medium=banner&utm_term=banner&utm_content=birdwatching&utm_campaign=birdwatching una Guida per il riconoscimento delle 120 specie di uccelli piu' facili da osservare.
ansa

Natura e cultura salveranno l'Italia. Se solo lo vorremo

Cultura e ambiente, tesori trascurati

La denuncia arriva da Florens 2012, la Biennale che vuole fare del nostro patrimonio artistico e paesaggistico una risorsa per la rinascita, anche economica, del Paese.

04/10/2012
Nel rendering, un'idea del lavoro che affronterà Mimmo Paladino 
per costruire la croce in Piazza Santa Croce a Firenze.
Nel rendering, un'idea del lavoro che affronterà Mimmo Paladino per costruire la croce in Piazza Santa Croce a Firenze.
Natura e cultura salveranno l'Italia. Se solo lo vorremo. Il primo merito di Florens, la Biennale dei beni culturali e ambientali nata nel 2010, è quello di ricordarci una verità spesso dimenticata: siamo il Paese con il più grande patrimonio storico-artistico (per 2.500 anni ne abbiamo avuto il primato) e possediamo un paesaggio che il mondo intero ci invidia. A questa realtà non corrispondono una stretegia e una politica adeguate. La speranza è che almeno la crisi in cui siamo precipitati ci apra gli occhi, facendoci cogliere le potenzialità di tale risorsa.

Florens 2012 - la seconda edizione della Biennale, in programma dal 3 all'11 novembre a Firenze - cade in un momento favorevole: la scadenza elettorale della primavera prossima e, appunto, la congiuntura economica sfavorevole. L'obiettivo sarà, ha detto Andrea Carandini, uno dei direttori, di convincere almeno un politico che questa è la questione cruciale per il nostro Paese. Per questo istituzioni private e pubbliche, teatri, musei, festival, ricerca scientifica, editoria, artigianato, fiere si incontreranno per studiare proposte concrete da sottoporre alla classe politica.

Dopo il grande successo del 2010, quando l'avvento della Biennale destò dibattito e confronto, l'edizione 2012 annuncia grandi contenuti: 350 relatori da tutto il mondo, un articolato Forum internazionale, oltre 40 tra convegni e tavole rotonde, lectio magistralis, eventi e installazioni urbane, aperitivi culturali e appuntamenti musicali (tutti a ingresso libero). La direzione è stata affidata a Mauro Agnoletti, per quanto riguarda il paesaggio e la pianificazione del territorio, ad Andrea Carandini, per quanto riguarda l'aspetto culturale, e a Walter Santagata, per quanto riguarda l'economia.
In questo rendering, l'abbraccio degli ulivi al Battistero.
In questo rendering, l'abbraccio degli ulivi al Battistero.
Il Forum, in programma da giovedì 8 a sabato 10 novembre, verterà su tre temi portanti: conservazione e valorizzazione dei beni culturali, paesaggio e industrie creative. Ben 12 ricerche, coordinate dai tre direttori culturali e realizzate specificamente per Florens 2012, saranno presentate nell'ambito del Forum. Le tavole rotonde indagheranno ancora più a fondo i temi del Forum in sette appuntamenti nella Sala de' Dugento a Palazzo Vecchio. I massimi esponenti della cultura, in ogni sua espressione, si confronteranno e porteranno le loro esperienze nei convegni. Alberto Asor Rosa, Andrea Carandini, Mimmo Paladino, Gaetano Pesce, Vandana Shiva e Gustavo Zagrebelsky terranno le lectio magistralis.

Ferve già l'attesa per alcuni degli eventi che animeranno Florens. Paladino realizzerà in Piazza Santa Croce una maestosa croce di 80 metri per 50 lavorando su blocchi di marmo. In contemporanea, i crocifissi lignei di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo saranno esposti per la prima volta insieme nel Battistero di Santa Maria del Fiore. Due iniziative di grande valore simbolico, che uniscono presente e passato e chiamano in causa le radici cristiane della nostra identità culturale. In Piazza San Giovanni, poi, 70 ulivi secolari abbracceranno idealmente il Battistero, materializzando quel connubio fra arte e natura su cui si deve fondare il nuovo Rinascimento italiano.

Info: www.fondazioneflorens.it
Paolo Perazzolo / famigliacristiana.it

Maldive, l'eco-turismo si apre a Sud

Maldive autentiche e sostenibili: anche gli atolli meridionali dell'arcipelago nell'Oceano Indiano si aprono all'eco-turismo grazie a un nuovo scalo regionale inaugurato all'inizio di settembre. Operativo da poco più di due settimane, l'aeroporto di Kooddoo nell'atollo Gaafu Alifu riduce i tempi di viaggio dalla capitale Malé a 45 minuti di volo e alza il sipario su un angolo meno conosciuto dell'arcipelago maldiviano.

Mentre la maggior parte dei resort maldiviani si concentra a Nord, il nuovo scalo consente di esplorare gli atolli del Sud, ancora più incontaminati, se possibile, e in grado di offrire a chi sogna la vacanza "sull'isola in mezzo al nulla" una barriera corallina fra le più ricche e meglio preservate, l'assenza di inquinamento e un contatto più stretto con cibo e concetto di benessere locali. Dalla metà di settembre i voli interni maldiviani vanno direttamente da Malè allo scalo di Kooddoo con voli che operano due volte al giorno. Una novità di cui ha approfittato il gruppo Hyatt che circa un anno fa ha inaugurato nell'arcipelago la sua prima proprietà, il Park Hyatt Maldives Hadahaa, sull'atollo di Huvadhoo (Gaafa Alifu).

Il resort fa dell'eco-sostenibilità il proprio tratto distintivo e punta al mercato europeo, italiano in particolare: completamente rinnovato con lavori durati sei mesi e un investimento di 5 milioni di dollari, il complesso comprende 50 ville immerse nella vegetazione con accesso privato a spiaggia dalla sabbia bianca e fine. Sull'atollo banditi plastica e altri materiali non riciclabili, vengono sfruttati sistemi all'avanguardia per il riciclo delle acque, i cittadini maldiviani rappresentano oltre la metà della forza lavoro e vengono proposti menu a base di ingredienti e spezie locali. Sforzi "verdi" premiati con il Green Good Design 2012 e con l'assegnazione di tre "golden tents" da parte di EcoLuxury, il network globale di resort ecosostenibili.
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Una giornata fra gli animali, cuccioli 'star'. Nei parchi zoologici italiani è tutta una scoperta del mondo animale

Una giornata tra animali che difficilmente si avrebbe l'occasione di conoscere nella vita: elefanti, leoni, giraffe, ragni giganti e "draghi". Nei parchi zoologici italiani è tutta una scoperta, per grandi e piccoli, del mondo animale. L'opportunità è quella di osservare le meraviglie del mondo animale e imparare qualcosa in più sulla loro vita, sulle specie a rischio e sugli sforzi per preservarle. Catalizzatrici dell'attenzione dei bambini sono soprattutto, ma non solo, le "baby star", i cuccioli.

L'ultimo arrivato è al Bioparco di Roma, nel cuore di Villa Borghese. È Marcella, femmina di zebra di Grant nata nella notte tra il 7 e l'8 settembre scorsi. Trenta chili di salute per il cucciolo e l'immediata simpatia di grandi e piccoli che già hanno avuto modo di ammirarla insieme alla madre. Il parco è una delle attrazioni principali per le famiglie che visitano la capitale. Tra i suoi ospiti più rari ci sono le "scimmie-lilliput", arrivate lo scorso anno, mentre quest'estate per la prima volta per un giardino zoologico italiano sono approdati direttamente dallo zoo di Los Angeles due esemplari di Drago di Komodo, i sauri più grandi e pericolosi del mondo. Ad ottobre (14 e 28) chi ama i lemuri non può perdere una domenica all'insegna di tutti i segreti delle proscimmie del Madagascar. I bambini potranno anche preparare un pasto speciale a base di bambù, con frutta, miele e pinoli (www.bioparco.it).

Il Safari Park in provincia di Novara offre emozioni particolari con la nuova sezione aperta quest'anno e riservata agli insetti giganti. Presenti anche i 'must' della Savana africana: antilopi, giraffe, rinoceronti, zebre e gnu. Gli animali, spiega la biologa Cathrin Schroeder, "vivono in grandi recinti, ricreando al massimo le condizioni naturali in cui vivono negli ambienti di origine. Abbiamo anche recinti per felini come tigri, leoni e ghepardi". Da pochi giorni è stato inaugurato un nuovo habitat per i lemuri, dove visitatori e animali possono avere contatti ravvicinati. Gli ultimi nati sono invece dei piccoli di antilope. Nella fattoria i bambini possono divertirsi a cavalcare in tutta sicurezza i pony, mentre ogni giorno c'è lo spettacolo dei rapaci in volo. Tra i progetti che il parco porta avanti ce n'è uno per la salvaguardia dell'elefante del Borneo.

Il Parco Faunistico "Le Cornelle", in provincia di Bergamo, accoglie circa 120 specie di animali in un'area di 100mila metri quadri: mammiferi, volatili e rettili pronti a magnetizzare l'attenzione di piccoli e grandi. Tra gli esemplari più rari, o in pericolo di estinzione, si ha l'opportunità di ammirare il leopardo delle nevi, la gru della Manciuria, l'ara giacinto, i leoni bianchi e la rarissima tigre bianca, custodita in Italia solo in questo parco. Tra le ultime baby star c'è Otto, l'ippopotamo nato l'8 agosto di quest'anno, e Paco, il pappagallino Ecletto nato all'inizio di agosto. Tra le novità il rinnovamento dell'area di tigri e medi felini, mentre l'anno scorso è stata inaugurata la serra tropicale Isola di Aldabra, che prende il nome dall'omonimo grande atollo corallino delle Seychelles: ricostruisce l'ambientazione tipica dell'arcipelago dell'Oceano Indiano e ospita soprattutto le tartarughe delle Seychelles (www.lecornelle.it).

Un cucciolo di ippopotamo è il 'principe' del momento al Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona). Il piccolo è nato poco più di un mese fa e l'estate 2012 è stata abbastanza generosa in quanto a nascite in questo sito: per la gioia dei bambini sono arrivati anche un piccolo bradipo, un bisonte europeo che probabilmente andrà a ripopolare i boschi dell'Europa dell'Est, e un panda rosso. In un'area ad hoc si può passeggiare imbattendosi in un Dodo oppure in uno Stegosauro: una particolarità del parco è quella di proporre la conoscenza degli animali "dal passato", grazie alla riproduzione a grandezza naturale e in ricostruzioni ad hoc di dinosauri ma anche altri mammiferi, uccelli o altre specie estinte. Nella parte del parco safari si viaggia non più a piedi ma a bordo del proprio veicolo, osservando iene, leoni, giraffe e ghepardi (www.parconaturaviva.it).

Ci si muove come in un vero e proprio safari anche allo Zoosafari di Fasano, in Puglia, che chiude il 3 novembre per la stagione invernale. I bambini e chi li accompagna si divertono ad individuare tigri e leoni, orsi tibetani, elefanti, giraffe, cammelli e fenicotteri rosa. Tra gli esemplari più curiosi il parco ospita un gruppo di Capibara, i più grandi roditori al mondo. Impressionanti nella sala tropicale i ragni giganti vivi. Decisamente non adatta a chi soffre di aracnofobia. Si può diventare anche ranger per un giorno, in compagnia della zoologa del parco, per un "viaggio" unico nel dietro le quinte di Zoosafari (www.zoosafari.it).

Il Bioparco di Sicilia, in provincia di Palermo, organizza di continuo laboratori per le scuole (www.bioparcodisicilia.it) mentre lo Zoom in provincia di Torino ricostruisce diversi habitat tra Asia e Africa attraverso un percorso interamente pedonale accanto ad esperti biologi e ornitologi: Madagascar, la baia dei pinguini, la fattoria del baobab, i rapaci di Petra e Sumatra. Novità della primavera 2013 sarà il Serengeti (www.zoomtorino.it).
ansa

Senigallia, il pane in piazza

Dalla focaccia ligure alla pitta catanzarese, fino al 23 settembre i prodotti da forno sono protagonisti della manifestazione "Pane Nostrum" nella cittadina marchigiana.

22/09/2012
Un dei fornai di "Pane Nostrum" con un'enorme focaccia.
Un dei fornai di "Pane Nostrum" con un'enorme focaccia.
Appena terminata l’estate, Senigallia, nelle Marche, è tornata ad animarsi. Questa volta a brulicare non è la cosiddetta “spiaggia di velluto”, con la sua sabbia finissima, o il porto dove tutto l’anno si vedono i pescherecci entrare di primo mattino per consegnare il pesce freschissimo. In questo penultimo fine settimana di settembre ad animarsi è il caratteristico centro storico. Quattro giorni di mani sapienti che impastano il pane e di mani attente che apprendono. Quattro giorni di viaggio intorno alle molteplici latitudini e declinazioni di un alimento che unisce le culture di tutto il mondo.

Pochi gesti come lo “spezzare il pane” hanno una valenza universale, e non solo per i cristiani. E' tornata "Pane Nostrum", Festa Internazionale del Pane, che da dodici anni si svolge a Senigallia, quest’anno fino al 23 settembre (www.panenostrum.com). Pani e prodotti da forno di tutte le forme e di tutti i sapori, provenienti da tutta Italia e da regioni estere sono i protagonisti di questo fine settimana dedicato all’arte bianca. Quest'anno, gli ospiti d'onore sono: dal Trentino Alto Adige il pane delle Dolomiti e lo Shuttelbrot (pane di Segale), dalla Liguria il libretto e la focaccia ligure, il pane del pescatore, dalla Toscana il pane di Altopascio e i presidi Slow Food: Marocca di Casola con farina di castagne e il Testarolo Pontremolese, dall'Umbria il Pane di Terni e il Pan Pepato, dal Lazio il pane di Genzano, dall’Abruzzo i Fiadoni, dalla Calabria la pitta catanzarese, dalla Sicilia il pane etneo tradizionale, la mafalda, il pane con le olive e i biscotti al sesamo.   
Due fornai davanti alla rocca di Senigallia, in provincia di 
Ancona.
Due fornai davanti alla rocca di Senigallia, in provincia di Ancona.
A fare gli onori di casa come sempre i pani delle Marche, come il pane sciapo di Fabriano, il pane cotto a legna ai fiocchi di patate, il pane di mosto e mandorle e la pizza al formaggio. «Fare il pane è un rito domestico dai tratti pagani e religiosi insieme», sostiene lo scrittore Predrag Matvejevic. E questo rito viene riproposto in questi giorni a Senigallia in piazza, nei forni a cielo aperto, nelle aule didattiche e in alcuni dei luoghi più rappresentativi della città dove si svolge la rassegna, come gli eleganti spazi di Piazza del Duca o i Giardini della Rocca Roveresca. Il prato della Rocca ospita le aule didattiche dove adulti e bambini possono imparare i segreti della panificazione, grazie ai corsi gratuiti condotti da esperti panificatori (su prenotazione) o ancora il laboratorio per i più piccoli “Mani in pasta!”.

Per gli amanti della pasta madre, è da non perdere l'incontro con Barbara Gobbi che presenterà un lievito madre di 150 anni, ereditato dalle donne della sua famiglia e oggi portato in coltura liquida. I pluripremiati chef di Senigallia Moreno Cedroni e Mauro Uliassi proporranno delizioso street food da consumare godendosi in pieno la manifestazione. Come ogni anno, Pane Nostrum propone anche iniziative “senza glutine”, pensate per i celiaci  e quest'anno rivolte in particolare ai bambini.  

Vi sono poi raffinatissimi Laboratori del gusto in collaborazione con Slow Food e serate in cui scoprire la birra artigianale e i suoi abbinamenti, in collaborazione con l'Associazione Amici della Birra Marca Gallica di Senigallia.   Da segnalare anche lo speciale menù di “Pane in cucina” a cui aderiscono ogni anno osterie e trattorie del centro storico. Lo spirito è quello di tornare alla gustosa e sana cucina contadina che insegna a non sprecare neanche una briciola e che ha fatto un'arte del riutilizzo del pane raffermo, senza rinunciare alla fantasia e al gusto. Una bella lezione per tutti.
Gabriele Salari / famigliacristiana.it

Il Canton Ticino festeggia Hermann Hesse. In Svizzera sui luoghi cari allo scrittore tedesco


un acquarello di Hermann Hesse che ritrae casa Camuzzi, oggi sede del museo dedicato all'artista tedesco
 (di Ida Bini) Hermann Hesse, di cui quest’anno si celebra il 50esimo anniversario della morte, amava il Canton Ticino. Vi arrivò nel 1919 a 42 anni con alcuni romanzi e molte poesie alle spalle e non lo lasciò mai più. Scelse Sorengo e poi Montagnola, a pochi chilometri da Lugano, splendida località immersa tra i castagni e una natura che subito stimolò la sua sopita creatività. Scrisse e pubblicò tanti romanzi, i suoi più famosi (L’ultima estate di Klingsor, Siddharta, Il lupo della steppa), e si dedicò con inaspettato successo alla pittura. Dipinse acquarelli e illustrazioni che gli regalarono linfa creativa e, in quel primo periodo svizzero, anche l’unico sostentamento economico. Un giorno scoprii una gioia tutta nuova, scrisse il romanziere, incominciai già quarantenne, tutt’a un tratto, a dipingere. Non che mi ritenessi un pittore, o che lo volessi diventare. Ma dipingere è meraviglioso, rende più lieti e più pazienti. Questo scriveva Hermann Hesse della sua passione per la pittura, un aspetto meno conosciuto rispetto al suo lavoro letterario Per scoprire e approfondire la vena pittorica di Hermann Hesse il Museo cantonale d’arte di Lugano (www.ticino.ch) ha organizzato un’affascinante retrospettiva dei suoi migliori acquarelli (Sorvolare i confini), molti dei quali esposti per la prima volta, e che si potranno ammirare fino al 21 ottobre. Sono dipinti che riflettono un interesse nuovo dell’artista per la vivacità e la forza dei colori, per i temi bucolici e una maggior luminosità nel tratto pittorico. Complessivamente dipinse a Montagnola tremila acquarelli, molti dei quali illustrano la natura ticinese – le montagne, il lago, i boschi – e la vita quotidiana della gente del posto, che ritrasse nelle cantine, per strada e al lavoro. A Montagnola Hermann Hesse viveva a Casa Camuzzi, nel cuore della cittadina, dove dal 1997 è nato un ricco museo (www.hessemontagnola.ch) con oggetti, testimonianze e ricordi del grande poeta e scrittore tedesco: libri, pennelli, vestiti, taccuini, gli occhiali tondi, l’inseparabile giacca bianca e la tavolozza che usava quando dipingeva all’aperto. Nel 1931 si trasferì con la terza moglie nell’adiacente Casa Rossa, uno stravagante palazzo del 1850 con elementi barocchi ispirati all’architettura russa. Qui scrisse altre opere di grande successo – Narciso e Boccadoro, Il gioco delle perle di vetro – e da qui partì per la Svezia per ricevere, nel 1946, il premio Nobel per la letteratura. Non lasciò mai la cittadina ticinese e ricevette spesso le visite di amici pittori e filosofi, poeti e scrittori che amavano risiedere nel borgo, nella sua vecchia abitazione, o poco fuori, sul monte Verità sopra il lago, un centro studi (ma anche hotel e museo), nato all’inizio del Novecento da una comunità di artisti. Hermann Hesse si spense nel 1962 e oggi riposa nel cimitero di Sant’Abbondio, complesso chiesastico del XVII secolo, poco fuori dall’abitato, che oggi è una delle 11 tappe del percorso che il comune di Montagnola ha creato per scoprire i luoghi cari allo scrittore. E’ un itinerario da fare a piedi con un’audioguida, con cui ascoltare la voce di Hesse e i suoi testi letti da attori professionisti, oppure seguendo i cartelli esplicativi. Si parte dalla casa-museo, dove il 27 e il 28 settembre è organizzato il Festival Hermann Hesse con concerti e letture, e si percorrono i luoghi cari allo scrittore: sul lungolago, in montagna, nel grotto che frequentava, nel bosco dove passeggiava, nelle case e nel cimitero dove è sepolto. Due sono le versioni delle passeggiata a lui dedicata: una a Montagnola di mezz’ora e una più lunga di due ore, approfondita, immersa nella natura della Collina d’Oro ticinese. ansa Galaxy Tab Image Banner 300 x 250

Viaggiare con la letteratura e il cinema

Guide di viaggi romanzate come dei veri e propri libri, film-rifugio con cui abbandonarsi a luoghi lontani quando non si hanno a portata di mano biglietti aerei: la letteratura e il cinema sono due validi modi di vivere, ricordare e raccontare i viaggi. Chi ama conoscere il mondo anche attraverso le pagine di un libro o una pellicola deve segnare in agenda due Festival ad hoc. Roma ospita fino al 30 settembre il Festival della Letteratura di Viaggio, giunto alla quinta edizione e promosso dalla Società Geografica Italiana e da Federculture. Quattro giorni tra Palazzo delle Esposizioni e Villa Celimontana per approfondire le diverse forme di narrazione di luoghi e culture: dalla letteratura propriamente detta alla geografia, dal cinema alla musica, dalla fotografia al giornalismo. Tra gli appuntamenti clou del programma l'inaugurazione della mostra "Crossing Giordania" in occasione del bicentenario della scoperta del sito di Petra da parte dello svizzero Johann Ludwig Burckhardt. A Villa Celimontana saranno esposti non solo gli scatti "Unveiled Jordan - Giordania Svelata" dell'agenzia fotografica ParalleloZero, ma anche materiali dell'archivio storico e fotografico della Società Geografica Italiana, come carte geografiche, planisferi, fotografie e libri d'epoca. Nella sede di Palazzetto Mattei si apre poi la mostra fotografica "Breathing Himalaya". Al Palazzo delle Esposizioni, nello Spazio Fontana, si terrà invece la mostra "Obiettivo Afghanistan, la terra oltre la guerra" con le immagini di quattro fotografi internazionali: Monika Bulaj, Reza, Riccardo Venturi e Zalmai. Programma e informazioni su: www.festivaletteraturadiviaggio.it. Il cinema di viaggio sarà invece protagonista fra un mese a Padova che sul tema inaugura il primo Festival internazionale. In programma dal 18 al 21 ottobre, Detour, questo il nome della manifestazione, punta ad esplorare le mille anime del viaggiare: la scoperta e l'esplorazione, la spiritualità, storie sull'inseguimento e sull'essere seguiti. In rassegna film dei generi più diversi, dal dramma al road movie, fino alla fantascienza. Tra le sezioni c'è quella di Omaggio all'autore che, come ha anticipato il direttore artistico Marco Segato, è dedicata al regista Werner Herzog. Il festival sarà occasione per presentare alcuni dei suoi film documentari ancora poco visti come Cave of Forgotten Dreams, documentario in 3D sulle pitture rupestri nella grotta di Chauvet. Il programma completo su: www.detourfilmfestival.com.

ansa
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007, licenza di viaggiare. Il giro del mondo con i film di James Bond

(di Ida Bini)

Compie 50 anni la più famosa spia del pianeta: il 5 ottobre 1962 a Londra venne presentato in anteprima mondiale Agente 007 – Licenza di uccidere, il primo film con protagonista James Bond, agente segreto creato dalla penna del romanziere Ian Fleming. Per commemorare l’anniversario del celebre personaggio e per promuovere l’imminente uscita sugli schermi della ventitreesima pellicola su 007 intitolata Skyfall (diretta da Sam Mendes e interpretata da Daniel Craig), gli storici produttori della fortunata serie cinematografica hanno indetto proprio per il prossimo 5 ottobre il Global James Bond Day, una giornata interamente dedicata ai milioni di fan dell’agente segreto.In tutto il mondo nel mese di ottobre verranno organizzati eventi, feste, proiezioni, aste di beneficenza, sondaggi, una retrospettiva presso il MoMa di New York, un concerto a Los Angeles organizzato dall’Academy, la mostra Designing 007: 50 Years of Bond Style presso il TIFF di Toronto e un weekend a Londra - dal 26 al 28 ottobre - con un tour guidato (James Bond Walking Tour) alla scoperta dei luoghi in cui vive e lavora James Bond, partendo dalla sua casa nel quartiere di Chelsea.

Le località esotiche ed esclusive e i suggestivi paesaggi che fanno da sfondo alle avventure dell’agente segreto 007 hanno contribuito a far entrare i film nella storia del cinema, ma quelli che nel 1962 erano i luoghi più belli del mondo, irraggiungibili per la gran parte della gente, oggi non lo sono più: se la scena della spiaggia esotica in Giamaica del primo film di James Bond ebbe un grande impatto visivo sugli spettatori, oggi i paesaggi che colpiscono la fantasia e l’immaginazione sono quelli meno conosciuti del Kazakistan, del deserto del Cile, della Cina, della Corea del Nord o quelli stravaganti delle Turchia, come nell’ultima pellicola. E se negli anni passati per girare scene d’azione si sceglievano i panorami mozzafiato di India o Russia o gli sterminati deserti e gli avveniristici grattacieli di Dubai, che aumentavano gli effetti scenografici, adesso molti degli sfondi sono semplicemente creati al computer.

Eppure la scelta della location d’effetto rimane importante, così come le Bond girl, le macchine di prestigio e i vestiti eleganti, ingredienti irrinunciabili del successo dei 23 film dell’intramontabile James Bond.

La prima scelta degli scenografi per il film Agente 007 – Licenza di uccidere ricadde sulla Giamaica; era il 1962 e una bellissima Ursula Andress usciva in bikini bianco dalle acque trasparenti di una spiaggia esotica con palme e sabbia impalpabile. Da allora la spiaggia, Crab Key Beach a nordest del Paese, è conosciuta come la James Bond Beach, una delle attrazioni più richieste dai turisti che sbarcano nella bellissima isola caraibica. Il posto piacque tanto anche all’inventore di Bond, il romanziere inglese Ian Fleming, che scelse la Giamaica, in particolare Port Antonio, come buen retiro per scrivere altri capitoli della serie nella sua tenuta Goldeneye, frequentata da amici come Elizabeth Taylor e Truman Capote e oggi resort di lusso.

L’ambientazione del secondo film, Agente 007 – Dalla Russia con amore (1963), si spostò a Istanbul con bellissime riprese nella basilica di Santa Sofia, una famosa scena nelle fogne della città - ricostruite negli studi americani - e una colluttazione nel vagone letto dell’esclusivo treno Orient-Express in viaggio verso Trieste; proseguì poi a Zagabria e in un albergo di grande charme a Venezia. Il terzo film della serie Agente 007 – Missione Goldfinger (1964) fu ambientato negli Stati Uniti tra Miami e il Kentucky con scene di cavalli al Fort Knox (quest’ultimo però ricostruito negli studios), a Ginevra e a Porto Rico. Per il film del 1965 Agente 007 – Thunderball, operazione tuono, il quarto della serie, si scelsero le esotiche Bahamas, perfetto nascondiglio della temibile Spectre, nelle cui acque cristalline di Paradise Island si girarono alcune delle più celebri riprese subacquee di tutta la serie. Rapito dalla bellezza del posto il protagonista del film, l’attore scozzese Sean Connery, decise di comprarsi una casa per trascorrervi le vacanze, inaugurando così una fortunata stagione per le esclusive isole caraibiche.

Con il quinto film Agente 007 – Si vive solo due volte (1967) il nascondiglio della Spectre si trasferì all’interno di un vulcano spento del Giappone, uno dei tanti dell’affascinante regione di Kyushu, mentre nel 1969 per il film Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà si scelsero le Alpi svizzere dove la Spectre operava sul Piz Gloria, una clinica-rifugio tra le cime imbiancate e la vallata del Lauterbrunnen. In realtà il Piz Gloria era un ristorante in costruzione sullo Schilthorn ma il successo della spettacolare location fu enorme e un ottimo affare per il turismo locale.

Il settimo film Una cascata di diamanti (1971) venne ambientato nella sfavillante Las Vegas tra luci, casinò e mega alberghi, in particolare nell’avveniristico hotel The White House, sulle cui pareti Connery si arrampicava con una pistola lancia-fune. Con il film successivo del 1973 Agente 007 – Vivi e lascia morire la location rimase negli Usa: prima a New York, poi in Louisiana con una folle corsa in motoscafo tra le paludi infestate dai coccodrilli, per finire sull’isola caraibica di Sainte Monique. Il nome è inventato e ricorda da vicino l’esotica Giamaica anche se molte riprese vennero fatte su diverse isole dei Caraibi.

Con il nono film L’uomo con la pistola d’oro (1974) la produzione si trasferì in estremo Oriente tra Hong Kong, Macao, Bangkok e Phuket, isola thailandese poco conosciuta all’epoca ma perfetta per ambientarci un film d’azione, grazie alla lussureggiante vegetazione che contrastava con la cristallina trasparenza del mar delle Andamane. Le zone scelte per le riprese erano così selvagge che la troupe fu costretta a dormire nei bordelli in mancanza di strutture alberghiere. Oggi l’isola di Phuket è invasa da turisti alla ricerca dell’isolotto di Ko Khao Tapu, nella baia di Phan Nga, diventato per tutti la James Bond Island.Location mozzafiato ed esotica anche per il film successivo La spia che mi amava (1977) con una spettacolare discesa con gli sci a Sankt Moritz e sulle Alpi austriache (in realtà si trattava del picco Asgard, in Canada), un inseguimento in Egitto e un viaggio in treno in Sardegna. Nel 1979 con Agente 007 – Moonraker – Operazione spazio, la scelta ricadde su una colorata Rio de Janeiro con la spiaggia di Copacabana e una spettacolare scena sul tetto della funivia che sale al Corcovado, simbolo della città; sulle cascate di Foz do Iguazú, tra Argentina e Brasile; e sulla romantica città di Venezia con inseguimenti tra i canali a velocità folle. Tra le tante location del film si scelsero anche il Guatemala, Los Angeles e il castello francese di Vaux-le-Vicomte, ricostruito però negli studios. Eppure l’undicesimo titolo della serie è famoso per lo scenario spaziale della battaglia finale, senza gravità e con spettacolari effetti speciali.

Con Agente 007 – Solo per i tuoi occhi (1981) la troupe tornò in Italia, in particolare a Dobbiaco, e girò un’incredibile scena dove Bond si lanciava con gli sci sulla pista di bob di Cortina. Per il resto il film venne realizzato in Albania, sull’isola greca di Corfù, in particolare sulla spiaggia Issos Beach, e alle Meteore, tra gli spettacolari monasteri tra le rocce e nei pressi della città di Kalambaka. Gli interni dei luoghi sacri, tuttavia, vennero girati in studio. Per il film del 1983, Octopussy – Operazione piovra, si scelsero numerose location: Cuba, Berlino Ovest (quando ancora c’era il muro che divideva la città in due zone) e Udaipur, in India, dove si girò nella foresta ma anche nel lussuosissimo ed esotico Grand Hotel Taj Lake Palace. Nel 1985 per il film 007 - Bersaglio mobile si scelsero le nevi d’Islanda con uno spettacolare inseguimento sugli sci, la cittadina di Ascot e Parigi, dove la cattiva May Day (interpretata da Grace Jones) si buttava con il paracadute dalla cima della Tour Eiffel. Poi il film si spostò a Chantilly, sempre in Francia, e a San Francisco per una folle corsa con il camion dei pompieri e si concluse su un dirigibile sopra il Golden Gate. Tante le location anche per il film Agente 007 – Zona pericolo del 1987, girato a Gibilterra, Bratislava, Vienna (con la spettacolare ruota panoramica del Prater) e in Afghanistan che per problemi logistici, però, venne trasferito in Marocco.

Con il sedicesimo film, Agente 007 – Vendetta privata (1989), si tornò in America e precisamente in Florida e in Messico con location esotiche bellissime tra la costa e i siti archeologici. Per lo spettacolare salto della prima scena del film successivo, GoldenEye (1995), venne scelta l’altissima diga Verasca, presso Locarno, dove ancora oggi ci si lancia per emulare James Bond. Poi il film si girò un po’ ovunque: a Montecarlo, a San Pietroburgo, in Siberia e a Cuba (che in realtà era Porto Rico).

Le scene d’azione divennero sempre più spettacolari, come nel film successivo, Il domani non muore mai (1997), che si aprì con un’esplosione in un deposito illegale di armi ambientato sul passo indiano di Khyber tra Afghanistan e Pakistan (ricostruito però sui Pirenei francesi). Il film venne girato anche ad Amburgo, in un circolo da golf di Londra, in Vietnam e a Cadice, nel sud della Spagna; altrettanto impressionanti sono le scene girate a Bangkok e ad Amburgo.

Per Il mondo non basta del 1999 la sceneggiatura scelse il Guggenheim di Bilbao, la vera sede dei servizi segreti inglesi a Londra, l’Anatolia turca ela città magica di Cuenca, in Spagna, tra labirinti di pareti di roccia e archi naturali.

Il film successivo La morte può attendere (2002) venne girato sull’isola hawaiana di Maui, a Cuba, a Londra e in un hotel di ghiaccio che nel film sembrava essere in Islanda, mentre nella realtà era in Svezia, a Jukkasjärvi.

Nel 2006 Casino Royale venne quasi interamente girato negli studi Mondray a Praga, in un casinò del Montenegro (in realtà si girò a Karlovy Vary, nella Repubblica Ceca) e a Venezia (dove venne distrutto un palazzo) sul Canal Grande, con alcune scene girate a Coral Harbour, nelle Bahamas, e nella villa Balbianello, sul lago di Como.

Tante sono le location del film successivo, Quantum of Solace, del 2008, e tutte spettacolari, a cominciare da un inseguimento in Italia con una bellissima Aston Martin lungo il lago di Garda nelle località di Gargnano, Campione, Tremosine, Limone, Riva del Garda, Torbole e Malcesine; davanti alle cave di marmo di Carrara e a Siena, dove James Bond arrivava a piazza del Campo durante il palio. Il viaggio dell’agente 007 continuava in Bolivia - anche se le scene più spettacolari le girarono nel deserto di Atacama, in Cile - e a Bregenz, in Austria.

Infine l’ultimo film di Bond Skyfall, il ventitreesimo, in uscita a Londra il prossimo 26 ottobre, ambientato tra Shangai, Londra e Istanbul. Ma per saperne di più bisognerà andare al cinema.
ansa

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