Visita virtuale a una casa dell'antica Pompei

POMPEI - Ricostruita in 3D una casa dell'antica Pompei: è quella appartenuta a Lucio Cecilio Giocondo che era stata sepolta, come tutta la città romana, dalle ceneri dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. A realizzare la ricostruzione digitale della casa romana è stato il gruppo coordinato da Anne-Marie Leander Touati, dell'università svedese di Lund. Vi hanno contribuito anche gli italiani Nicolò Dell'Unto, che lavora all'università di Lund e Daniele Ferdani, dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). ''Combinando le nuove tecnologie con i metodi più tradizionali, possiamo descrivere in maggior dettaglio Pompei e in modo più accurato di quanto possibile in precedenza'' ha detto Dell'Unto.
Una visita virtuale alla casa di un potente banchiere dell'epoca - La ricostruzione 3D permette di fare una visita virtuale alla casa costruita tra la fine del III e l'inizio del II secolo a.C e appartenuta al ricco banchiere Lucio Cecilio Giocondo. La ricchezza del proprietario è riflessa nello sfarzo della casa, decorata con marmi colorati e bellissimi mosaici, come è possibile vedere anche nella sua ricostruzione 3D.
Come era la vita nella città romana prima dell'eruzione del Vesuvio - La ricerca fa parte da uno studio più ampio che riguarda tutta l'antica città di Pompei e che mostra come era la vita nella città romana prima della catastrofica eruzione del Vesuvio. Per esempio studiando i sistemi idrici, i ricercatori hanno visto che inizialmente abitanti, rivenditori e ristoranti erano dipendenti dalle grandi famiglie benestanti per il rifornimento dell'acqua, e che le condizioni sono migliorate solo poco prima dell'eruzione. Per esempio un acquedotto costruito poco prima dell'eruzione ha garantito acqua a tutti i residenti di Pompei, che così non hanno dovuto più raccoglierla dai pozzi o dai serbatoi di acqua piovana presenti nelle case dei ricchi.
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Vino e Uva, al via nuova campagna musei #ottobrealmuseo

GALLERIA BORGHESE (ROMA) - Dal Bacco di Pier Francesco Mola in mostra alla Galleria Spada di Roma alla Tomba del Tuffatore del Parco Archeologico di Paestum, dal Fanciullo con Canestro di Frutta di Caravaggio della Galleria Borghese, sempre a Roma, al vaso con Dioniso che attinge il vino del Museo Nazionale archeologico di Taranto. Torna il 3 ottobre la domenica gratis nei musei e nei luoghi della cultura statale e il Mibact lancia una nuova campagna sfidando i visitatori ad una caccia a tesoro digitale nelle collezioni alla ricerca di paesaggi, nature morte, raffigurazioni sacre che hanno ispirato nei secoli le opere dei grandi maestri.
Si parte con vino, uva e vendemmia, tema di ottobre, e si proseguirà via via con altri temi, ognuno legato ad un mese. Tutti potranno condividere le proprie foto con l'hastag #ottobrealmuseo e invadere i social con opere immortalate dai musei di tutta Italia. La campagna sarà promossa su tutti i social network, in particolare instagram @museitaliani, il profilo lanciato per le Olimpiadi.
Gli spunti a voler cercare sono tantissimi un po' in tutto il paese, dal Dosso Dossi della Galleria Estense di Modena con la sua allegoria dell'ebbrezza, alla Giovane Olandese alla finestra di Gerard Dou, in mostra a Torino alla Galleria Sabauda. Dal Baccanale in onore di Pan di Sebastiano Ricci, esposto a Venezia alle Gallerie dell'Accademia, alla strepitosa coppa con Dioniso tra menadi e tralci di vite del Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma. Senza dimenticare il Bacco di Caravaggio degli Uffizi o la maschera di Dioniso, capolavoro in avorio che fa bella mostra di sè al Museo Sannitico di Campobasso.
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Sette giorni e circa 200 eventi dalla montagna al mare passando per i borghi

PESCARA - Sette giorni e circa 200 eventi dalla montagna al mare passando per i borghi: in Abruzzo è la stagione dell'Open Day Winter, un contenitore di "esperienze e percorsi" da vivere dal 26 ottobre al 2 novembre 2016. L'evento è stato presentato a Roma, alla Casa del Cinema. Parola chiave dell'iniziativa la sostenibilità. "Gli elementi di sostenibilità presenti nella regione - ha detto il responsabile della Direzione turismo del Mibact, Francesco Palumbo - rappresentano competitività nel mercato del turismo. Un settore in cui l'Abruzzo può vedere un elemento di recupero".
    In particolare, la formula prevede non solo la contemporaneità degli eventi, ma anche la varietà delle esperienze che condurranno i turisti di tutte le età a scoprire nuovi itinerari della natura, del gusto, della cultura, dell'arte e dello sport. Nella settimana dell'Open Day Winter, nelle strutture ricettive che aderiscono all'iniziativa, i turisti potranno godere di formule agevolate con una notte gratis su 2-3 pernottamenti e due notti gratis su sei. Per tutti gli under 12 hotel gratis e libero accesso a tutte le iniziative.
    "L'Abruzzo - ha detto il vicepresidente della Regione Abruzzo e coordinatore nazionale al turismo per le Regioni, Giovanni Lolli - detiene il monopolio dell'alta montagna del centro sud, è la regione d'Europa con il territorio più protetto ed uno dei posti meno manomessi dalle attività dell'uomo".
    Ecco nel dettaglio il programma proposto:
- SEZIONE AVVENTURE: sarà possibile vivere esperienze di 'vacanza attiva' attraverso percorsi cicloturistici guidati, trekking, rafting, arrampicata sportiva, visite speleologiche guidate fino a viaggi lungo la storica ferrovia Transiberiana d'Italia;
- SEZIONE ESPERIENZE: rievocazioni storiche, i teatri di strada, le degustazioni e i cooking labs, le antiche arti come la falconeria e la pesca antica, i giochi di ruolo;
- SEZIONE RAGAZZI: manifestazioni legate al mondo delle favole e al fantasy, rievocazioni storiche, come la giostra dei cavalieri bambini con l'investitura di 200 nuovi cavalieri d'Abruzzo, family festival, laboratori creativi, attività ludico-sportive.
    - SEZIONE ENTERTAINMENT: spettacoli teatrali e musicali, festival della danza, della cultura e dell'arte, raduni, pellegrinaggi, mercatini e workshop. Alla presentazione hanno partecipato tra gli altri, il dg della Regione, Cristina Gerardis e il direttore del dipartimento Turismo della Regione Abruzzo, Giancarlo Zappacosta. 

Viaggio tra chiese e monasteri nella Repubblica Ceca

PRAGA - Antichi conventi e maestosi monasteri, impreziositi da alte torri e immersi nella natura della Repubblica ceca, sono stati trasformati in centri di cultura, in monumenti architettonici e in biblioteche prestigiose e ricche di fascino, aperte al pubblico.
Viaggiando nelle regioni a est e a ovest di Praga, rispettivamente nel nord della Cechia e nella Boemia occidentale e meridionale, si incontrano numerosi luoghi di culto che riportano indietro nell’arte barocca e nelle profonde tradizioni cristiane del Paese, espresse in cattedrali solenni, in monasteri e conventi dai chiostri silenziosi e dalle grandi sale capitolari. Molti di questi luoghi dello spirito sono stati realizzati dal talento degli architetti bavaresi Dientzenhofer, padre e figlio, che tra il XVII e il XVIII secolo contribuirono a diffondere il barocco nelle regioni meridionali e occidentali dell’attuale Repubblica Ceca.
Nella capitale Praga sono tantissimi gli esempi di luoghi di culto trasformati in biblioteche e centri di cultura, da scoprire partendo da Malá Strana, il quartiere barocco per eccellenza, precisamente dalla cattedrale di san Nicola, capolavoro architettonico e artistico. Il “pellegrinaggio” tra le opere barocche passa poi a Hradčany, dove sorge il convento di Loreto, e si sposta nel quartiere di Strahov per scoprire i sontuosi interni della biblioteca e della pinacoteca dell’antico monastero di Strahov, fondato nel 1140, fino ad arrivare nel sobborgo di Břevnov per ammirare l’omonima abbazia benedettina. Il capolavoro barocco per eccellenza nella capitale, tuttavia, è la biblioteca del Klementinum, antico collegio gesuita costruito a Staré Mesto, la “città vecchia”, e diventato presto uno dei più grandi complessi architettonici d’Europa. All’interno sono conservati bellissimi affreschi, arredi e mappamondi di valore storico; nella visita al complesso ci sono anche la cappella degli specchi, dove si svolgono suggestivi concerti di musica classica, e la storica torre astronomica, risalente alla metà del XVIII secolo, da dove sin dal 1775 si effettuano misurazioni meteorologiche. Nella torre si possono ammirare gli strumenti di misurazione d’epoca e dal suo ballatoio godere di una splendida vista sul centro storico di Praga.
Nella regione della Cechia settentrionale, a est della capitale, si visitano alcuni prestigiosi ed emozionanti luoghi di culto, tra cui l’imponente monastero benedettino di Broumov, opera barocca di grande prestigio architettonico con le decorazioni della famiglia Dientzenhofer. Oltre alla biblioteca del complesso monastico e alla chiesa di sant’Adalberto, meritano una visita anche il vecchio refettorio, che custodisce una copia della Sacra Sindone, e gli estesi sotterranei, nelle cui cripte si trovano decine di mummie. Il luogo di culto offre anche la possibilità di ammirare l’affresco gotico I doni dei re Magi, conservato nel campanile, un frammento della croce di Gesù in un reliquario ospitato nei depositi e gli originali resti sacri di san Procopio. Per chi vuole pernottare nel monastero e apprezzare l’atmosfera rasserenante e spirituale della zona, può alloggiare nelle celle che ospitarono i monaci. Bellissime sono anche le basiliche di Broumov, complesso di chiese barocche di campagna, unico in Europa, costruite nella prima metà del XVIII secolo dai Dientzenhofer su commissione dei monaci benedettini.
Viaggiando più a sud, verso la Slovacchia, si arriva al maestoso santuario di Svatý Kopeček, la “collina santa”, presso Olomouco: è un luogo di culto monumentale, frequentato da pellegrini e dagli amanti dell’arte sacra barocca. Qui si visita la basilica della Visitazione della Vergine Maria o si fanno escursioni, anche in bicicletta, nei dintorni del borgo, tra boschi e ruscelli.
Anche in Boemia, regione a ovest della capitale, si incontrano numerosi luoghi dello spirito, alcuni dei quali ancora abitati dai monaci; è il caso del monastero dei Premonstrati di Teplá, grande e prestigioso centro spirituale della Boemia occidentale, fondato alla fine del XII secolo alle porte delle terme di Mariánské Láznĕ. All’interno della struttura si trovano la chiesa in stile romanico-gotico, ristrutturata e adornata dal più giovane architetto Dienzenhofer, e la biblioteca con una collezione di manoscritti di grande prestigio. Non lontano sorge il monastero di Plasy, luogo di pace e di meditazione e vero capolavoro di architettura e ingegneria: l’avveniristico complesso sorge, infatti, su un terreno paludoso e poggia su migliaia di palafitte di quercia, le cui fondamenta ancora oggi vengono irrorate con l’acqua di una piscina, situata all’interno della struttura. Bellissimi sono il chiostro, la sala capitolare, la biblioteca, lo studio dell’abate, la scenografica scala barocca di Jan Santini e l’ala dell’ospedale con una mostra dedicata alla farmaceutica. Imperdibile è anche lo spettacolare complesso barocco di Příbram, nota meta di pellegrinaggio mariano che sfoggia la cattedrale dell’Assunta con magnifici chiostri e un museo del pellegrinaggio.
Più a sud, infine, merita una visita il monastero cistercense di Vyšší Brod, conservato quasi allo stato originario; durante la visita si ammirano la chiesa dell’Assunta, impreziosita da arredi gotici e barocchi, la sala capitolare in stile gotico antico, la pinacoteca e la biblioteca con ricche decorazioni barocche. Qui, ancora oggi vive una piccola comunità di monaci.

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I Musei Vaticani svelano i loro segreti

MUSEI VATICANI (ROMA) - La grande Madonna di Giaquinto Palmezzano tornata a indossare il suo manto blu e l'autoritratto di Casanova, con il marmo ancora ricoperto di una patina gialla.
Il trecentesco Polittico Bolsi le cui tavole hanno smesso di tirare l'oro della pittura, ma anche l'altare del contemporaneo Eduardo Cillida o i temibili scudi cerimoniali delle tribù della Papua Nuova Guinea in attesa di tornare a incutere terrore.
Tutto proprio sotto le grandi stanze affrescate da Raffaello o a pochi passi dalla Cappella Sistina. Per una volta, i Musei Vaticani aprono le porte del loro "dietro le quinte", svelando storie, aneddoti e immagini inedite del terzo museo più visitato al mondo nel volume "Musei Vaticani Arte - Storia - Curiosità", a cura di Sandro Barbagallo e presentato oggi insieme al direttore dei Musei Antonio Paolucci, del direttore di Focus Storia Jacopo Loredan e Gigi Proietti (ed. Musei Vaticani e Focus Storia).
E consentendo, eccezionalmente, alla stampa di varcare quelle porte "segrete", che, quasi museo nel museo, sono i laboratori di restauro dove dal 1923, si lavora per ridare voce e colore non solo alle opere custodite nei 7 chilometri di gallerie dei Musei, ma anche a tutti capolavori dei Palazzi del Papa, delle chiese, delle nunziature apostoliche. Al lavoro 60 operatori, più decine di collaboratori esterni, divisi per sezioni: Pitture, Marmi, Carta, Ceramiche e metalli, Arazzi, Polimaterico.
"Ma dobbiamo stare attenti, perché il maggior pericolo per le opere sono proprio i restauratori", racconta Guy Devreux, responsabile del Laboratorio sui marmi. Basta scendere una rampa per lasciarsi alle spalle tutto il fragore dei sei milioni di turisti l'anno e ritrovarsi davanti all'Artemide Efesina che ha appena riconquistato la sua fierezza o al sarcofago egizio, arrivato ricoperto da una patina grigia causata dalla colla e che grazie al laser ora svela accesissimi azzurri e rossi. "Oggi - prosegue - siamo fortunati perché qui abbiamo a disposizione tutte le tecnologie all'avanguardia, dalla diagnostica alla nanotecnologia ai materiali di ultimissima generazione. Si lavora scambiando esperienze e scoperte. Ma soprattutto agli elementi chimici qui ai Vaticani preferiamo sostanze naturali, olii essenziali e materiali atossici, che rispettino anche l'ambiente e l'uomo".
Capita spesso che l'opera ringrazi, svelando con la pulitura segreti custoditi per secoli. Come nell'Adorazione dei magi che sul cavalletto del laboratorio dei dipinti, proprio sotto il sovrano più anziano prostrato ai piedi del Cristo neonato, ora lascia intravedere una delle rarissime firme autografe di Lorenzo Lotto. O l'imponente Madonna della cintola, entrata nella collezione papale nell'800, ma mai esposta proprio per il terribile stato di conservazione. Il restauro, racconta Maria Ludmila Putska "non solo l'ha riportata ai suoi colori originali, ma ha finalmente permesso l'attribuzione a Vincenzo Pagani". C'è poi "l'uomo dei brevetti", Massimo Alesi, che ha inventato un sistema di molle tarate per far "respirare" le tavole senza che "rompano" la superficie pittorica. O le restauratrici-mediatrici culturali del laboratorio polimaterico che "curano" la collezione etnografica avviata da Stefano Borgia. "Noi - racconta Stefania Pandozy - lavoriamo a stretto contatto con popoli e culture fuori dai confini, a volte ancora misteriosi. Non ci occupiamo di artisti famosi, ma abbiamo la responsabilità di popolazioni indigene che non hanno loro musei".
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Roma: Autunno di benessere a 5 stelle

Il 2016 è sicuramente il suo anno: Roma, complice il Giubileo, è una meta presa di mira da innumerevoli turisti, stranieri e non, che non resistono al richiamo di una realtà che, a prescindere dalla stagione, ha fascino da vendere. Come ogni grande metropoli, anche la città eterna dopo una giornata trascorsa tra musei, monumenti e negozi, mette a dura prova mente e fisico. Quando lo stress chiama, non bisogna cercare troppo lontano perché, spesso, la soluzione è proprio lì a portata di mano, in hotel. Coccole di benessere attendono dunque tutti coloro che hanno voglia e bisogno di ritagliarsi un momento tutto per se stessi.
 
IL TRATTAMENTO. Sono tanti gli hotel della capitale che, oltre a viziare i propri ospiti, aprono le porte delle loro strutture anche agli ospiti esterni. Rituali di bellezza da 10 e lode attendono in quello che si potrebbe definire un vero e proprio tempio del benessere: a tu per tu con il verde di Villa Borghese si scopre una location esclusiva, La Prince Spa del Parco dei Principi Grand Hotel & SPA, 2000 metri quadri e tre livelli di benessere là dove sperimentare mille e uno trattamenti. Per chi viene da un lungo viaggio ideale, ad esempio, il Jet Lag Massage, quel che ci vuole per ripristinare l’equilibrio dopo aver trascorso ore e ore ad alta quota. Appellandosi a tre fondamentali concetti quali stile, ospitalità e competenza, anche il Baglioni SPA by Caschera SPA, sito all'interno del Baglioni Hotel Regina, permette di ritrovare l’armonia tra anima e corpo. Disegnata dallo studio Rebosio+Spagnulo, la SPA è un luogo intimo ed esclusivo dove, in 230 mq di superficie, si possono sperimentare trattamenti estetici particolari come il “Rituale SPA Penthouse”, un massaggio ed un trattamento viso di coppia eseguito su fouton, o ancora, per coccolarsi come una principessa, il pacchetto “Royal Princess Angy” che si compone di un pediluvio, un massaggio vellutante al viso con olio d'Argan e, dulcis in fundo, un Princess Angy, ovvero un avvolgente massaggio a quattro mani.
 
L’ESPERTO. Quante volte si rimandano impegni, doveri e piaceri, per colpa della mancanza di tempo? Volersi bene significa anche sapersi fermare e prendersi lo spazio di cui si necessita per rigenerare corpo e mente che, quotidianamente, vengono sottoposti a livelli altissimi di stress tanto da attivare dei campanelli d'allarme che suggeriscono di rallentare e fare tesoro del tempo libero per vivere emozioni positive.
 
I DINTORNI. Gli animi romantici possono aprire una vera e propria finestra sul mondo muovendosi alla scoperta del cielo. Non c'è bisogno di volare ma semplicemente di fare visita a Villa Torlonia là dove tutti sono invitati a compiere un vero e proprio viaggio alla scoperta della volta celeste: piccoli astronomi e adulti esploratori, possono così scoprire i segreti di astri, comete e galassie. Il mese di ottobre ha un calendario fitto: presso Technotown, noto anche come “Planetario gonfiabile”, scienza e tecnologia si incontrano in quanto, in uno spazio di 6 metri di diametro, un proiettore ottico Cosmodyssée IV riproduce le 1500 stelle più luminose del cielo boreale e australe con le costellazioni, il Sole, la Luna e le sue fasi, i pianeti, la Via Lattea e 12 astri del cielo profondo. 
INFORMAZIONI
Baglioni Hotel Regina
Via Vittorio Veneto, 72
00187 Roma
Tel. 06 421111
www.baglionihotels.com
Parco dei Principi Grand Hotel & SPA
Via G. Frescobaldi, 5
00198 Roma
Tel. 06 854421
www.parcodeiprincipi.com
fonte: turismo.it

Ricette del mese di Ottobre: 5 piatti a base di castagne

Marrone di Monfenera
Il castagno trova un habitat ideale nella Pedemontana del Grappa e del Montello grazie alle caratteristiche pedo-climatiche della zona veneta. La coltivazione del castagno è sempre stata un'attività di rilevante importanza sul Monfenera. Il sapore molto dolce della polpa, la struttura omogenea e compatta del frutto e la sua consistenza pastoso farinosa rendono unici i "Marroni del Monfenera". Le loro proprietà, strettamente legate alle caratteristiche pedoclimatiche della zona di coltivazione, derivano dalla composizione chimica media dei Marroni, in cui si evidenzia una maggiore quantità di carboidrati, di lipidi e di potassio, e una minore presenza di sodio.Vai alla ricetta: Tofu ai marroni
 
 
Marrone di Val di Susa
In Piemonte, la castanicoltura ha ricevuto in Val di Susa, un nuovo impulso e la varietà locale di castagna - una delle più pregiate presenti sul mercato - adatta al consumo fresco e alla produzione di Marron glacés. Colore latteo e croccantezza della polpa, sapore gradevolmente dolce e profumato e pezzatura medio grossa.: il Marrone di Val di Susa IGP si conserva al meglio se mantenuto in ambiente fresco e non umido. è un marrone particolarmente facile da pelare, in quanto l'epicarpo si stacca dalla polpa con estrema rapidità. è ottimo arrostito o bollito, ma può essere utilizzato come ingrediente in molte ricette, dagli antipasti fino ai dolci. Talvolta, le castagne bollite (ballotte) o arrostite vengono servite anche come contorno. Vai alla ricetta: Marroni alla grappa
 
 
Marrone di Caprese Michelangelo
Sin da tempi lontani, nel territorio toscano di Caprese esistono tre tipi di innesti: la "raggiolana", ormai pressoché scomparsa, la "pistolese", piccolissima ma molto dolce, ottima per farne farina, e il pregiatissimo "marrone", un'eccellenza di Caprese Michelangelo. Piccolo, con striature più marcate ripsetto alle altre varietà e di colore intenso. Anche il sapore è molto più intenso, tendente allo zuccherino. Il Marrone di Caprese Michelangelo Dop si caratterizza per la presenza di una grande quantità di amido, conferita dalle peculiari condizioni pedoclimatiche della zona di produzione. Vai alla ricetta: Marrons galcés
 
 
Marrone di Roccadaspide
Tipico della Campania, il carattere distintivo di questo prodotto è il notevole contenuto zuccherino che lo rende molto gradito anche per il consumo allo stato fresco e la tessitura croccante e poco farinosa. Il Marrone di Roccadaspide IGP ha una buona conservabilità. Si consuma fresco, sotto forma di farina o trasformato dall'industria dolciaria in marron glacé, marmellate, castagne al Rum e puree. Per le sue notevoli dimensioni è molto apprezzato per le famose caldarroste e sono deliziosi i dolci della tradizione locale che utilizzano queste castagne come materia prima di qualità. Vai alla ricetta: Crema di marroni
 
 
Castagna di Vallerano
La Castagna di Vallerano Dop è un frutto prodotto esclusivamente nel territorio dell'omonimo comune situato nella provincia di Viterbo, sui monti Cimini. Questa zona si è rivelata essere particolarmente adatta alla crescita della castagna: infatti i suoi terreni di origine vulcanica, ricchi di sostanze organiche e ben drenati le donano un'ottimo apporto di potassio, di lipidi e di carboidrati. Si distingue per il sapore dolce e delicato e per la croccantezza dell'epicarpo che la rendono particolarmente adatta al consumo sia fresco che trasformato. Vai alla ricetta: Crostoni di lardo, cioccolato e castagne
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Album rari e nuove uscite al DiscoDays


NAPOLI - Appoggiare la puntina sul disco appena spacchettato, sentire il profumo della stampa, ascoltare. Il web non ha condizionato i veri appassionati di musica, che continuano a collezionare compact disc ma soprattutto dischi in vinile, tornati alla ribalta negli ultimi anni. Alla diciassettesima edizione di DiscoDays, la fiera del disco e della musica, se ne troveranno di ogni: album rarissimi e nuove uscite, in vinile ma anche in cd e in cassetta. Alla manifestazione culturale ideata per promuovere l'ascolto della musica e in programma domenica 9 ottobre al complesso Palapartenope di Napoli e nel week end del 10 e dell'11 dicembre al Palafiori di Sanremo, saranno allestiti stand con dischi e memorabilia e sono previsti concerti, mostre, incontri, premi.
    Ci sarà il mondo mainstream ma anche le etichette indipendenti, la musica della tradizione e le giovani promesse. Tra gli ospiti della prima tappa della manifestazione, a Napoli, il cantante e attore Peppe Barra che riceverà il Premio DiscoDays per il suo ultimo album "E Cammina, Cammina", e Francesco Di Bella, ex frontman dei 24 Grana, con il suo primo album solista "Nuova Gianturco", che mescola la tradizione della canzone partenopea con contenuti musicali contemporanei.
L'album di Barra è, invece, un concentrato di brani classici con riferimenti a grandi artisti del teatro e della musica napoletana. L'amore e il viaggio sono i temi costanti del disco, in cui non manca l'omaggio al cantautore e musicista recentemente scomparso Pino Daniele. Il premio DiscoDays Giovani sarà invece assegnato al duo di Napoli dei Blindur. In occasione dei venti anni di "Anime salve", ultimo album di Fabrizio De André, la mostra "Bocca di Rosa e altre storie...!" ricorderà il valore artistico, poetico e culturale del cantautore genovese attraverso l'esposizione di stampe, riviste e foto esclusive.
    DiscoDays sarà un'occasione per ascoltare, scambiare, divulgare capolavori del passato e nuovi lavori. Per condividere la passione per la musica e per il vinile.
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Da antico rifugio pastori a hotel charme in Sardegna

NUORO - Dormire negli antichi rifugi dei pastori. Assaporare la Sardegna di un tempo con i comfort moderni. Fino agli anni Cinquanta era un villaggio con decine di 'pinnattos'. Oggi Sardinna Antiga, a Santa Lucia di Siniscola (Nuoro), costa orientale della Sardegna, è una struttura di ospitalità d'élite.
    Legno, pietra, argilla, chiodi, sughero e canne. Sono i materiali utilizzati per riportare in vita esattamente dove erano disposte e come erano realizzate le costruzioni della antica tradizione agropastorale. Un patrimonio storico e antropologico dell'Isola sottratto all'oblio e valorizzato e riutilizzato a fini turistici.
    Un angolo di paradiso immerso nel verde, in un vallata dominata dal bianco massiccio calcareo del Mont'Albo. In due minuti si raggiunge la spiaggia e il villaggio dei pescatori.
    Un'oasi di pace, bellezza, natura. Il cemento è bandito a "Sa Petra e S'Ape", la località dove Tina Corda e Giovanni Conteddu, con i figli David e Kimberly, sulle tracce di quegli antichi insediamenti di "pinnattos" che richiamano i villaggi nuragici, hanno realizzato la loro 'Bio Hospitality': otto stanze, che presto diventeranno una trentina.
    Biologico ed ecosostenibile sono i punti di forza di Sardinna Antiga. Una vera e propria novità nel settore della ricezione turistica di qualità e che s'inserisce nella tipologia di Albergo diffuso. Si dorme non in ambienti squadrati ma circolari col tetto a cono. Al risveglio ad attendere gli ospiti c'è l'abbondante colazione bio, equo solidale e con riguardo verso vegetariani, celiaci, vegani. Un trionfo di sapori e gusti anche insoliti. Sa Pompia, un agrume, Slow Food di Siniscola, tiramisù al Mirto, spremute fresche di vari frutti, caffè di cicoria, frutta dell'orto a volontà, ricotta del pastore. Non sono che pochissimi esempi. Tutto certificato e di alta qualità.
    Bandito il fumo ed il wifi, niente scarichi fognari sostituiti al loro posto da impianto di fitodepurazione.
    Graditissimi gli animali domestici che vengono accolti da uno scodinzolante e affettuoso Teddy. Se il rustico è imperante non mancano certo raffinatezza e tocchi di eleganza. L'impianto doccia in legno e il pianale di sassolini levigati fanno da massaggio alla pianta dei piedi. Creme e saponi bio, in camera acqua di fonte del Montalbo dentro anfore in terracotta, lampade al sale per conciliare il sonno, biancheria realizzata al telaio. E fuori lo spettacolo della natura circostante, gerani in fiore, api e farfalle variopinte che svolazzano, poiane e gufetti, notti stellate su un cielo limpido e un silenzio rigenerante.
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Sulla via dei Sanniti, da Campobasso a Termoli



CAMPOBASSO - Lungo gli antichi tratturi dell’Italia centro-meridionale si snoda un percorso, suggestivo e panoramico, che si inerpica sulle montagne degli Appennini molisani e arriva fino al mare: è la storica strada sannitica, voluta da Carlo III di Borbone per collegare il Regno di Napoli al Molise, e che oggi è diventata la strada statale 87. In terra molisana il tragitto parte da Campobasso, viaggia tra boschi e colline che nascondono casolari e chiesette di campagna e attraversa due grandi centri d’arte, Casacalenda e Larino; infine arriva a Termoli, in direzione Adriatico, ripercorrendo l’antica via d’erba dei Sanniti, che vivevano queste terre agresti e che lasciarono testimonianze artistiche e gioielli architettonici da scoprire. 
La città di Campobasso, dominata dal castello Monforte, si sviluppa su tre livelli ma è nella zona antica che meritano una vista le chiese romaniche di san Bartolomeo, dalle linee essenziali e con i bassorilievi realizzati da abili artigiani, e di san Giorgio, la più antica della città, edificata su un tempio pagano nel 1099, al cui interno si trova la statua di san Giorgio mentre infilza il drago con la sua lancia; è interessante anche la cattedrale con il suo originale porticato neoclassico. Prima di lasciare la città è bene recarsi nel Museo provinciale sannitico, che espone pregevoli testimonianze dell’antica civiltà che popolò il territorio.
Uscendo dal capoluogo si viaggia in direzione mare e, dopo una deviazione di dieci chilometri fino a Matrice, si scorge lungo la vecchia strada provinciale e isolata tra le colline la chiesa romanica di santa Maria della Strada, del XII secolo, la cui facciata è decorata da elementi rupestri che ricordano il passaggio degli animali sulla via della transumanza. Nella vicina Petrella merita una visita la chiesa di san Giorgio, gioiello d’architettura romanica, nascosto tra le vie del piccolo paese medioevale.
La strada prosegue fino a Casacalenda, borgo dominato dal massiccio del Matese che regala scorci e paesaggi mozzafiato: se d’inverno qui tutto è imbiancato per piacevoli sciate, in primavera e d’estate i sentieri invitano a passeggiate tra praterie e valli, tra grotte, laghi e sorgenti. La parte più antica del borgo è adagiata sulla collina mentre la zona medievale ha una singolare forma ellittica; qui, da visitare, ci sono il palazzo Ducale e una strada (che tutti chiamano “piazza”) con case signorili che ricordano una quinta teatrale. Nel centro del borgo, in corso Roma, qualche anno fa è nato il progetto Kalenarte che ha realizzato il museo all’aperto di Casacalenda con installazioni permanenti realizzate da artisti del territorio.
La strada sannitica riprende e percorre un vasto territorio senza centri abitati dove lo sguardo spazia su colline, vallate e dossi; dopo un’ottantina di chilometri si arriva a Larino, con un abitato d’epoca romana e un nucleo medievale. Tanti sono i gioielli architettonici da ammirare: l’anfiteatro con i mosaici, i palazzi e le ville nobiliari, le chiese e la cattedrale in stile romanico-gotico.
I tratturi molisani, come questo itinerario sannitico, seguono strade tortuose e scomode ma bellissime; per vivere da vicino queste strade esiste la possibilità di seguire i pastori nella transumanza, ossia nello spostamento stagionale degli animali, accompagnandoli in questo viaggio di altri tempi che permette di riscoprire sapori e tradizioni spesso dimenticate, come quelle di ammirare la lavorazione artigianale di campane e zampogne.
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