The Student Hotel arriva a Roma, a San Lorenzo creatività e innovazione


ROMA - Il colosso olandese di co-living e co-working, dedicato agli universitari ma anche a giovani imprenditori e incubatori di start-up, arriva nella capitale: dopo le prossime aperture a Firenze in autunno e a Bologna nel 2018, una struttura The Student Hotel sorgerà anche negli spazi dell'ex Dogana nel quartiere San Lorenzo a Roma, dove il gruppo fondato da Charlie McGregor, insieme con Cassa Depositi e Prestiti, investirà 90 milioni di euro. Un progetto, ha spiegato il giovane imprenditore scozzese, "che speriamo di realizzare entro il 2019 e che non prevede soltanto la struttura alberghiera dedicata agli studenti, ai genitori ospiti e ai globetrotter, ma vuole diventare un centro di riferimento per il quartiere e per la città". L'edificio progettato per la capitale "sarà in grado di ospitare 450 studenti", assicura McGregor. "Abbiamo scelto il quartiere di San Lorenzo perché è proprio quello che cercavamo, - ha proseguito - è vicino all'università e al centro della città, è pieno di giovani ed è il luogo giusto per creativi e startupper. È fantastico!".
    "Non sarà soltanto un albergo in cui poter dormire ma un luogo di scambio di esperienze, - ha aggiunto Frank Uffen, direttore marketing del gruppo The Student Hotel - ci saranno un collab space, un bar, un ristorante, un'area pubblica e una piscina".
    "The Student Hotel è un piano di rigenerazione urbana in un luogo oggi inutilizzato o parzialmente utilizzato", ha spiegato poi l'architetto Marco Fantoni, che si è occupato del progetto.
    "L'edificio sarà realizzato con un'architettura sostenibile - ha aggiunto - che ridurrà il carico termico sulle sue facciate esposte a Sud; ci sarà una piazza di circa 12.000 mq e un giardino di altri 6000 mq. Sul muro di confine che oggi delimita l'area di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, andremo a edificare la struttura, lasciando un grande spazio centrale aperto a tutti".
    Una piazza di incontro, scambio di idee e realizzazione di progetti innovativi, in particolare su tematiche di responsabilità sociale e ambientale. Durante la presentazione del nuovo The Student Hotel, infatti, la società ha annunciato di estendere a Roma, Firenze e Bologna il progetto pionieristico "Living Lab", nato nei Paesi Bassi. A Roma il gruppo collaborerà con il Centro Interuniversitario di Ricerca per la Psicologia Ambientale dell'università La Sapienza, impegnandosi a ridurre i consumi di acqua del 20%: nelle docce dei nuovi edifici The Student Hotel verranno istallati dei contatori che mostreranno i consumi energetici e idrici, in modo tale che gli studenti possano monitorarli ed essere incentivati a un comportamento responsabile di risparmio delle risorse ambientali.(ANSA).

Caravaggio il doppio e la copia a Roma

-Due capolavori di Michelangelo Merisi, 'San Francesco in meditazione' e 'La flagellazione di Cristo', a confronto con due copie probabilmente coeve, pressoché identiche, al centro di complesse attribuzioni e indagini diagnostiche. Sono le quattro opere di 'Caravaggio nel Patrimonio del Fec. Il doppio e la copia', la mostra, curata da Giulia Silvia Ghia, che sarà alle Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini a Roma dal 22 giugno al 16 luglio. L'esposizione, che celebra i 30 anni del Fondo Edifici di culto, ''è un'operazione scientifica molto intelligente - dice il Ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, che ha visitato la mostra in anteprima insieme a Marco Minniti, Ministro dell'interno, il dicastero dove ha sede il Fec -. E' stata possibile grazie al Fondo Edifici di Culto, che ha la proprietà di moltissime chiese (circa 800, ndr) e tanti altri beni su tutto il territorio nazionale, ndr) e di uno straordinario patrimonio di opere d'arte. C'è qui insieme ai quadri anche una bella documentazione che aiuterà ai visitatori a capire le differenze che hanno portato alle giuste attribuzioni''. E' infatti pieno di scoperte e colpi di scena il rapporto fra i due originali caravaggeschi e le rispettive copie. I due San Francesco in meditazione, l'uno proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto Romano (in deposito alle Gallerie Nazionali di Arte Antica) e l'altro proveniente dalla chiesa romana di Santa Maria della Concezione (nota come Chiesa dei Cappuccini), sono stati per anni al centro di una complessa vicenda attributiva. Il quadro della chiesa dei Cappuccini era stato attribuito a Caravaggio nel 1908. Un'attribuzione rimasta immutata fino al 1968, quando venne reso noto il ritrovamento di un'altra versione del tutto identica, nella chiesa di San Pietro a Carpineto. Le operazioni di restauro e le ricerche tecniche sui due dipinti, hanno portato a riconoscere l'originale (realizzato nel 1605) nella tela proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto. Invece La pala con la Flagellazione di Cristo, realizzato tra il 1607 ed il 1608, proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli, venne commissionata a Caravaggio dalla famiglia De Franchis, e collocata nella loro cappella nella chiesa di San Domenico. Agli esiti del restauro del 1928 si deve il moderno recupero dell'opera agli studi caravaggeschi, grazie alle indagini diagnostiche che hanno messo in luce il grande numero di ripensamenti e di modifiche tra cui una figura estranea alla redazione finale. La sua copia, oggi collocata nella cappella del Rosario di San Domenico, venne attribuita, dopo un intervento di restauro nei primi anni '30 del '900, ad Andrea Vaccaro, noto copista di Caravaggio. In realtà, è un'attribuzione difficile, e le ultime indagini diagnostiche effettuate per la mostra hanno offerto nuovi elementi di riflessione. Il Fondo Edifici di Culto dal 1987 è stato chiamato a custodire il patrimonio in cui sono confluiti i beni di proprietà dagli organismi instituiti dalle cosiddette 'leggi eversive' emanate dopo l'Unità d'Italia, con le quali furono soppressi molti enti ecclesiastici ed incamerati i loro beni. Gli edifici sacri che amministra, conservano innumerevoli opere d'arte, fra gli altri, di Michelangelo, Guido Reni, Paolo Veneziano, Bernini, Tiziano e il Cavalier d'Arpino
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Notte Teatro Massimo per 120 bambini Sabato 24 giugno dormiranno in sala anche 10 piccoli profughi


PALERMO - È la notte dei bambini a teatro, la notte in cui le sale austere del Massimo diventano un campeggio per 120 ragazzini tra sette e undici anni con tende, pigiami, spazzolini, curiosità ed entusiasmo. Sabato 24 giugno "Una Notte a Teatro", un evento unico nel panorama teatrale nazionale, inserito nella rassegna estiva "Summerwhere". Tra i mini-ospiti, grazie alla collaborazione dell'assessorato Attività sociali del Comune di Palermo, ci sono dieci piccoli profughi arrivati da soli in Sicilia sui barconi, tecnicamente "minori non accompagnati", accolti in famiglie assistite dall'associazione Ubuntu. Saranno coinvolti, insieme ai loro coetanei, nella realizzazione della messa in scena di uno spettacolo dopo avere scovato costumi ed elementi scenografici in una grande caccia al tesoro. E poi ancora giochi, proiezioni, attività musicali.
    "Un modo per dire ancora una volta - dice il sovrintendente Francesco Giambrone - che siamo aperti a tutti, un modo per innescare l'amore per il teatro sin da piccoli. Credo che qualsiasi bambino che abbia dormito al Massimo per una notte lo considererà per tutta la vita casa propria". "Una festa della cultura - aggiunge Leoluca Orlando, sindaco e presidente della Fondazione Teatro Massimo - e della collaborazione tra le istituzioni e l'associazionismo. Una festa che vedrà protagonisti i bambini e che si deve alla sensibilità e all'attenzione della dirigenza del Teatro, così come alla grande sensibilità degli scout, presenza sempre attenta alla crescita culturale e sociale dei propri piccoli esploratori". Le tende saranno allestite nelle splendide Sala Onu e Sala Stemmi. Proprio come per un campeggio, i bambini dovranno portare una borraccia d'acqua, una lampadina tascabile, un portacolori con matita, penna, gomma e colori vari, una tazza di plastica per la colazione, uno stuoino di gomma, un sacco a pelo estivo o in alternativa un lenzuolo matrimoniale. E poi quel che occorre per la notte: un paio di pantaloni di pigiama o di tuta leggera, una maglietta, un cambio di biancheria, un paio di calze con gommini antiscivolo, spazzolino, dentifricio, sapone e una tovaglietta.
    Il programma comincia alle 18.30 di sabato 24, quando i bambini saranno accolti con una fanfara di maestri d'orchestra che li accompagnerà all'interno delle sue sale. Poi il gioco collettivo di presentazione, la divisione in macrogruppi, la sistemazione nelle sale, la cena, l'ammaina bandiera. Dalle undici a mezzanotte la caccia al tesoro, poi tutti a dormire.
    L'indomani mattina, dopo la sveglia, la colazione, la sistemazione degli zaini, la rappresentazione delle opere dei bambini. A mezzogiorno tutti nel foyer per il concerto del Coro di voci bianche e del Coro arcobaleno del Teatro Massimo diretto da Salvatore Punturo e intitolato "Dreams come true". Un concerto che sarà l'evento conclusivo della Notte a Teatro, ma che sarà anche aperto al pubblico. Poi tutti a casa.(ANSA).

A Lecce Mario Schifano e la pop art

LECCE - da sabato 1 luglio a lunedì 23 ottobre le sale del Castello Carlo V di Lecce ospiteranno la mostra Mario Schifano e la pop art in Italia. Promosso da Theutra e Oasimed, in collaborazione con Galleria Accademia di Torino, con il patrocinio del Comune di Lecce e il sostegno di Axa Cultura, il progetto espositivo - a cura di Luca Barsi e Lorenzo Madaro - è dedicato a quattro maestri di primo piano della storia dell'arte italiana e internazionale del secondo Novecento: Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni. Il gruppo, denominato poi Scuola di Piazza del Popolo, è riuscito a far transitare nel mondo dell'arte motivi e oggetti provenienti dall'immaginario comune, dalla storia dell'arte e della vita, fornendo un contributo fondamentale all'arte contemporanea.
Un dipinto dell'artista Tano Festa, datato 1969 e composto da sei riquadri, è intitolato "Per il clima felice degli anni Sessanta". All'interno campeggiano i nomi di sei artisti: Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Franco Angeli, Mario Schifano, Enrico Castellani e quello dello stesso Festa. È il 1969 ma c'è già nostalgia di un decennio mitico che per l'arte italiana - tra Roma e Milano - ha rappresentato un punto di riferimento, anche nel clima culturale internazionale, anche grazie ad artisti stranieri che all'epoca frequentavano molto l'Italia. Dalle esperienze astratte e informali degli anni precedenti, si transita verso ricerche sfaccettate e complesse che riflettono, in contemporanea rispetto alle esperienze americane, sui concetti di riferimento della Pop Art. Naturalmente non si tratta di una rielaborazione passiva del grande movimento americano, che tra l'altro era sbarcato alla Biennale di Venezia nel 1964 provocando un certo scalpore. Al contrario, i protagonisti di questa rivoluzione artistica, tutta italiana e con tangenze internazionali, riflettono su temi e immaginari legati alla loro cultura visiva di riferimento. Al centro di tutto c'è Roma, città densa di stratificazioni, di prospettive sul presente e il futuro, vero e proprio laboratorio aperto di fermenti, anche grazie a gallerie come La Tartaruga e critici come Alberto Boatto, Palma Bucarelli e Maurizio Calvesi. È qui che si svolge l'esistenza - e la fervida esperienza artistica - dei quattro protagonisti della mostra.
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Weekend a Parma Cinque motivi per scegliere l’accogliente città emiliana in queste settimane estive

 Parma punta sull’arte, sulla bellezza dei suoi monumenti e sulla qualità dei prodotti gastronomici; ecco 5 buoni motivi per scegliere di trascorrere un weekend in città e nei suoi dintorni a partire dal prossimo fine settimana, quando si festeggiano san Giovanni e l’inizio dell’estate.
Festa di san Giovanni
Il 23 giugno si celebra san Giovanni che, secondo i riti cristiani, battezzò Gesù nelle acque del Giordano; il fuoco e l’acqua sono i suoi simboli, entrati nella tradizione popolare che festeggia il santo con i falò, accesi nei campi di notte come riti pagani propiziatori, con i piatti della tradizione e con i benauguranti fuochi d’artificio. Il 23 giugno corrisponde anche al solstizio d’estate, alla vittoria della luce sulle tenebre: è una notte magica, la notte delle streghe come la chiamano a Parma e nel parmense, piena di prodigi e di condivisioni. Durante la rozäda äd San Zvan, infatti, si cena con i piatti della tradizione all’aperto, sotto la rugiada notturna che scaccia il male e purifica: tortelli di erbette a base di pasta fresca ripiena di ricotta e bietole verdi, condita con burro fuso e, ovviamente, formaggio parmigiano. Tante sono le sagre in città, che per l’occasione apre i piazzali (da piazza Garibaldi alla nuovissima Ghiaia) con i tavolini all’aperto e chiude le vie al traffico per permettere a tutti di partecipare alle tortellate d’estate. Per l’occasione INC Hotels Group ha una proposta originale: navigare un tratto del fiume Po sulla motonave “Stradivari” con una gustosa cena, musica dal vivo e pernottamento a Parma (Best Western Hotel Farnese e Holiday Inn Express Parma) a partire da 77,50 euro per persona. La sera di sabato 24, invece, si naviga e si cena a bordo della motonave, da dove si gode lo spettacolo pirotecnico. Info: www.inchotels.com

Visite al Duomo
E’ uno dei più importanti monumenti del Romanico padano, eretto alla fine dell’XI secolo; ha tre navate e una cupola rinascimentale affrescata dal Correggio con il capolavoro “L’Assunzione della Vergine circondata dagli Apostoli”; assolutamente da non mancare. E per conoscere meglio la sua storia è bene recarsi nell’attiguo museo Diocesano, che conserva aneddoti e documenti; merita una visita anche il vicino battistero, d’origine romanica con influenze gotiche, con una struttura ottagonale rivestita di marmo rosa di Verona.

In giro per monumenti
A poche decine di metri dal Duomo si visita il monastero benedettino di san Giovanni, che risale al secolo X ma ha una facciata barocca; bellissime sono la chiesa romanica interna con le opere del Correggio e di un giovane Parmigianino e la storica Spezieria di san Giovanni, gioiello duecentesco con arredi lignei e vasi di ceramica di grande pregio. Tra le chiese più belle di Parma ci sono anche san Francesco del Prato, con un rosone in marmo rosso; l’Oratorio della santissima Trinità, con una facciata neogotica, e sant’Antonio Abate, ricostruzione settecentesca di un edificio antico. 
Immancabile, poi, è una visita alla Pillotta, grandiosa costruzione mai completata che ospita la Galleria Nazionale, la biblioteca Palatina con volumi inestimabili e il Teatro Farnese. Tra gli ultimi gioielli della città merita una visita il Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione, polo museale con ricche opere d’arte, di fotografia, di design e architettura, ricavato dall’abbazia di Valserena, che ispirò la Certosa di Parma, celebre protagonista del romanzo di Stendhal. Da non perdere, infine, il chiostro del Conservatorio Arrigo Boito, e per chi ama la lirica l’opera in due atti di Mozart, “Così fan tutte”, in programma la sera del 24 giugno.

I dintorni
Se il centro storico della città si visita comodamente a piedi o in bicicletta, è sufficiente fare pochi chilometri a nord della città per rimanere stregati dalla bellezza della reggia di Colorno, maestoso palazzo ducale con più di 400 sale riccamente affrescate e numerosi cortili, circondati da un grande giardino alla francese; l’imponente Versailles in miniatura era la residenza estiva di Maria Luisa d’Asburgo, seconda moglie di Bonaparte e figlia dell’imperatore austriaco Francesco I; qui e nel giardino, all’indomani della caduta di Napoleone, la nobildonna, anche venerata dai parmigiani, impresse il suo raffinato gusto. Alle spalle della reggia si visita la Cappella di san Liborio, costruita tra il 1792 e il 1796, e restaurata per volere della duchessa; all’interno si trova uno dei più pregiati organi antichi tuttora esistenti al mondo. 
A sud di Parma, invece, si visita il borgo di Fontanellato che si sviluppa intorno alla Rocca Sanvitale, eretta nel XII secolo, al cui interno sono conservati pregevoli affreschi manieristi del Parmigianino. A Fontanellato, ogni terza domenica del mese si tiene un delizioso mercato dell’antiquariato, e per chi ama i giardini c’è il labirinto della Masone a forma di stella, il più grande al mondo con 3 chilometri di percorso; al suo centro una piramide ospita una cappella, tre ristoranti, una libreria, una sala da ballo, due suites e spazi espositivi per mostre temporanee. 
Nel comune di Fontanelle si visita gratuitamente il museo del Mondo Piccolo, dedicato a Giovannino Guareschi, visionario creatore della serie di romanzi sui personaggi don Camillo e Peppone; e a Busseto la casa-museo di Giuseppe Verdi, nato nel 1813 nella frazione di Roncole Verdi.

Eccellenze gastronomiche
Parma è la culla del buon cibo, dichiarata dall’Unesco “città creativa per la gastronomia”: immancabili, dunque, sono le visite nei dintorni ai caseifici e alle aziende di produzione del miglior parmigiano e dei salumi, in particolare il culatello e la spalla cotta, altre eccellenze gastronomiche. Non è un caso che Parma insieme a Modena sia la prima provincia italiana per l’impatto economico delle produzioni Dop e Igp: dal parmigiano reggiano al prosciutto di Parma, dall’aceto balsamico di Modena al salame di Felino. Parma è la vera capitale della Food Valley emiliana: l’antico Ducato si è trasformato, infatti, nel moderno regno dei salumi (Antica Ardenga, An.fo.ra, Antica Corte Pallavicina e Podere Cadassa), mentre a Colorno, in quella reggia dove già Maria Luigia d’Austria aveva portato grandi chef, oggi c’è Alma, la scuola internazionale di cucina italiana che ha come rettore Gualtiero Marchesi e che ogni anno diploma 1.200 tra cuochi, sommelier, pasticcieri, maître e manager della ristorazione. Infine, nel parmense ci sono numerosi musei gastronomici: a Langhirano quello del prosciutto di Parma; a Soragna il museo del parmigiano reggiano; a Collecchio quello della pasta e pomodoro, mentre l’arte olearia è rappresentata nel museo di San Secondo. 
In città si mangia bene un po’ ovunque; tra i migliori ristoranti di specialità locali si segnalano La Greppia, Angiol d’Or, vicino al Duomo, Antica Cereria, accanto al museo Toscanini, Antica Osteria della Ghiaia, Il Cortile, Sorelle Picchi,Trattoria Corrieri. 
Ogni venerdì e sabato mattina, inoltre, è previsto un tour “Parma nel cuore del gusto” che parte da piazza Garibaldi e per tre ore tocca i principali luoghi storici della città con degustazioni nei ristoranti e locali che aderiscono all’iniziativa. Il costo è di 20 euro, 15 per i giovani fino ai 10 anni, gratis fino ai 3 anni.

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Farm Cultural Park, così rinasce paese


 A Favara, il paese dell'agrigentino conosciuto fino a qualche anno solo per gli l'abusivismo edilizio dilagante, lo chiamano il notaio 'pazzo', ma se di pazzia trattasi di sicuro è follia redentrice. Lui è Andrea Bartoli, ha scommesso in un sogno: ha scelto Favara, paese d'origine della moglie Florinda, invece di Parigi per provare le condizioni per vivere bene nella comunità di appartenenza. E così hanno fondato il centro culturale indipendente Farm Cultural Park il primo 'parco turistico culturale' made in Sicily, un esempio tangibile "di rigenerazione urbana" riconosciuto persino dall'UE. La Farm ha ridisegnato il volto della cittadina che da luogo da cui fuggire - dove dice scherzando Bartoli "chi vive ad Agrigento fino a qualche tempo fa, non sarebbe andato nemmeno per sbaglio" - s'è trasformato in attrattore di energie e talenti, dove i giovani restano per provare a creare un futuro possibile. Già, perché in sette anni, secondo un primo studio sugli impatti economici legati alla nascita del centro culturale 'innestato' nel centro storico, sono stati investiti più di 20 milioni di euro. La Farm, e quindi Favara, è diventata meta turistica da 120 mila visitatori all'anno. Sono nate nuove attività economiche, create opportunità di lavoro (150 occupati stabili) oltre l'indotto. Ma c'è di più, perché la Farm, che annovera tra le altre cose una scuola di architettura per i più piccoli, spazi espositivi e residenze per artisti, non è solo un luogo di 'produzione', sperimentazione e fruizione di Cultura, punta a creare un nuovo senso di comunità e con il recupero dell'intero centro storico a trasformare il Paese in meta turistica per diventare la seconda attrazione della provincia di Agrigento, dopo la Valle dei Templi.
    "Io e Florinda - racconta Andrea Bartoli - abbiamo scelto Favara, invece di Parigi. E qui adesso stiamo facendo delle cose che forse all'estero non avremmo mai fatto. Il nostro desiderio era restare nella nostra comunità e stare bene. All'inizio ci consideravano degli 'alieni', c'era diffidenza, poi ci sono stati i primi riscontri. Stiamo mettendo le nostre idee e competenze a disposizione di tutti - prosegue - la scommessa era dimostrare che con arte e cultura si può". "In questo forse sta nostra follia - aggiunge - le molla sono state la fiducia e l'entusiasmo. E poi qui succedono proprio cose belle. E' una piccola capitale di rigenerazione urbana: è una comunità di persone che sta provando a cambiare lo status quo creando un modo nuovo di stare nel futuro". E se persino dagli States pensano all'apertura di sede dell'ambasciata culturale americana proprio a Favara, nella factory della cultura a 'ridosso' della Valle dei Templi, prenderanno il via sette giorni di festa per i sette anni di Farm Cultural Park con un calendario di eventi dal 23 giugno al 1 luglio. Il primo appuntamento ai Sette Cortili è venerdì 23 giugno alle ore 20 con l'Architetto Raul Pantaleo dello studio TAMassociati, già curatore del padiglione Italia della quindicesima Biennale di Architettura di Venezia, che dopo aver incontrato i bambini di Sou della scuola presenterà "La sporca bellezza, indizi di futuro tra guerra e povertà". (ANSA).

Il primo e l'ultimo Tiziano a confronto

E' un confronto tra capolavori la mostra che affianca due monumentali pale d'altare di Tiziano, allestite dal 30 giugno al 30 novembre negli spazi della Pinacoteca comunale 'Podesti' di Ancona. Realizzate una nello splendore della pienezza rinascimentale, l'altra alla fine della lunga produzione del genio cadorino, le due opere riunite per la prima volta in un'unica sede (e affiancate da dipinti di altri maestri coevi quali Lorenzo Lotto e Sebastiano del Piombo) segnano un occasione di sviluppo per la città e l'intera regione.
Un'iniziativa di grande rilevanza, messa a punto grazie alla partnership di Regione, Autorità Portuale e MSC Crociere. Fin dal 2005, infatti, il Porto di Ancona accoglie oltre 50.000 croceristi l'anno, di cui ben circa 40.000 sono passeggeri delle navi MSC, nella cui promozione (e comunicazione) rientrerà quindi l'importante esposizione anconetana.
Con il titolo 'Tiziano & Tiziano, due capolavori a confronto', la mostra della Pinacoteca è uno degli eventi della ricca stagione culturale alle porte. Se la meravigliosa Pala Gozzi, prima opera firmata e datata dall'artista, quale culmine della sua Rinascenza, fa parte della collezione permanente del museo civico, l'imponente Crocefissione, realizzata dal maestro cadorino 40 anni dopo, è sempre stata nella Chiesa di San Domenico, dove però attualmente sono in corso verifiche sulla statica, fattesi necessarie dopo il terremoto. Ecco quindi la straordinaria occasione di vedere accostate una accanto all'altra le due opere che in sé, ha detto il curatore Stefano Zuffi, riescono a sintetizzare i momenti salienti del percorso creativo di Tiziano, "artista travolgente che lavorò fino in fondo alla sua lunga vita". Il suo strumento principale, ha ricordato lo studioso, è stato il colore "usato pieno e in grande quantità", sia sulla tavola sia sulla tela. E quello della tavola Gozzi, dipinta a 30 anni, "è un colore entusiasmante", che plasma l'intera opera in cui il Vecellio, con una scelta rivoluzionaria, rinuncia alla prospettiva architettonica per puntare, per la creazione dello spazio, soltanto "sugli sguardi e le relazioni". Nel caso della Crocefissione, 40 anni dopo, opta invece per la tela, che quasi risucchia quel colore denso che il vecchio maestro lavora direttamente con le dita. Il risultato è "una pittura sfaldata, sfibrata", grazie alla quale Tiziano riconsegna una dimensione umana alla religiosità.
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A Roma il ministro Alfano, Eraldo Affinati e padre Spadaro hanno presentato il XXXVIII Meeting di Rimini

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Roma - Il Meeting di Rimini è sempre occasione di una ripresa. Non solo perché si colloca al termine della pausa estiva, quando ci sia appresta a riprendere l’attività in tutti i settori della vita del nostro Paese. Ma perché con i suoi temi trasversali (in passato a volte anche di decodificazione piuttosto impegnativa) «vuole favorire un dialogo senza barriere», come spiega la presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri, «e lanciare messaggi costruttivi, mettendo in relazione mondi diversi». 

La presentazione 

Così l’appuntamento di giovedì 22 giugno alle 18 alla Pinacoteca del Tesoriere di Roma, la presentazione della XXXVIII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli ha visto dialogare il presidente del Meeting con tre protagonisti quali il ministro degli Esteri Angelino Alfano, il direttore de La Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro ed Eraldo Affinati, insegnante e scrittore. 

Punto di partenza, il titolo dell’edizione 2017 del Meeting, tratto dal Faust di Goethe, “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo”. 

«Ma noi cosa abbiamo ereditato? E che cosa dunque dovremmo riguadagnare?», ha detto in apertura Emilia Guarnieri. «In questo crollo generale delle evidenze, delle certezze, riguadagnare significa tornare a qualcosa di passato? L’immagine del manifesto, dell’albero, radicato a terra nelle solide radici e slanciato nella fantasia variopinta dei suoi rami, è l’immagine plastica che riguadagnare ha a che fare col nuovo, con la creatività con la libertà di un nuovo inizio. Che ogni uomo sia consapevole di ciò che ha ereditato, della ricchezza di cui è portatore, è fondamentale perché ci si possa lanciare verso un nuovo inizio». Cosa c’è quindi da riguadagnare? Per la presidente del Meeting «la speranza, il desiderio del bene, la solidarietà, c’è da riguadagnare un’esperienza reale di Europa, un’idea certa di costruzione comune, di politica, un interesse reale ai giovani e al loro futuro… tutte cose che abbiamo ereditato!» 

Padre Spadaro si è buttato a capofitto nel tema della rassegna riminese: «Il modo per riguadagnare l’eredità ricevuta dei padri è la libertà», così è iniziata la sua riflessione, «niente è scontato nel passaggio tra le generazioni. Ciò che ricevo è mio se attraversa la mia libertà. E dove c’è libertà, c’è inquietudine. Nulla è mio se non attraversa la mia personale inquietudine. Se questo non avviene la mia vita diventa una “bottega di restauro” o un “laboratorio di utopie”». Ciò che mi appartiene, ha spiegato ancora il direttore de La Civiltà Cattolica, «mi appartiene perché si è avvicinato alla mia inquietudine e l’ha attraversata impastandosi con me e lanciandomi verso il desiderio di un futuro da costruire». 

Per questo motivo, prosegue la riflessione del gesuita, l’eredità, che si trasmette di padre in figlio, è una eredità di inquietudini che la storia ha plasmato e modellato anche nella vita dei popoli. «Sorprendentemente per papa Francesco i padri, gli “anziani” sono coloro che sognano», ha osservato Spadaro. «I giovani invece sono coloro che hanno visioni. Per Bergoglio, in questa catena di sogni e visioni, se i padri sono incapaci di narrare i loro sogni non permettono alle giovani generazioni di avere visioni, di fare progetti, dal momento che il futuro genera insicurezza, sfiducia, paura. Questo ci serve oggi: riappropriarci della “pace dell’inquietudine”, quella che non ci inabissa nel vortice delle paure, ma ci fa respirare la statura della nostra umanità». 

A don Lorenzo Milani, a due giorni dalla visita di papa Francesco a Barbiana, si è richiamato Affinati, citando una frase del suo recente L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani (Mondadori, 2016). «C’è un punto in cui l’educatore accetta la propria impotenza, esce dal tribunale della storia e torna alla lavagna chinando il capo», così lo scrittore ha aperto la sua riflessione sul tema del Meeting. «Fu in seminario che Lorenzo cominciò a capire come si dovrebbe sentire chi insegna agli adolescenti difficili: un po’ sconfitto, un po’ vittorioso. Non significa forse questo essere padri?» 

La parola infine al ministro Alfano: «A Rimini, con il Segretario Generale Nato Stoltenberg, ho scelto di affrontare il tema della sicurezza», è la sua dichiarazione. «L’Italia è stato, finora, un Paese sicuro. Abbiamo dimostrato che si può coniugare solidarietà e sicurezza in un mondo in cui – è bene ricordarlo - il rischio zero non esiste, impegnandoci a contrastare quelle visioni populistiche che vorrebbero minare i valori fondamentali su cui è fondata la nostra società». 

Filoni e personaggi 

Guarnieri infine ha presentato a grandi linee i filoni principali del Meeting di quest’anno, che si terrà da domenica 20 a sabato 26 agosto. La giornata di apertura vedrà l’intervento del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, mentre l’incontro di presentazione del tema si terrà martedì 22 con Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme. Elemento centrale della giornata conclusiva del Meeting, sabato 26, sarà invece l’intervento del segretario di stato di Sua Santità, cardinale Pietro Parolin. 

Tra gli ospiti di questa edizione (quasi impossibile fare una cernita tra i quasi trecento relatori, per un totale di circa 120 incontri), oltre al già citato Stoltenberg, Gherardo Colombo, Antonio Tajani ed Enrico Letta, gli economisti Erik Jones, Dennis J. Snower, Jeromin Zettelmeyer e Domenico Lombardi, l’inviato UE per la libertà religiosa Ján Figel’ e l’intellettuale francese Olivier Roy. Sul fronte del dialogo tra religioni e paesi ci saranno il rabbino David Rosen dell’American Jewish Committee, così il libanese musulmano Mohammad Sammak, ma anche Nassir Abdulaziz Al-Nasser, in rappresentanza del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Ascolteremo testimonianze quali quelle dello chef venezuelano Sumito Estevez, della suora ugandese Rosemary Nyirumbe e del nuovo Custode di Terra Santa padre Francesco Patton, ma anche dei sindaci di Aleppo, Parigi, Tel Aviv e Damasco. Di integrazione e nuove generazioni parlerà la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e di emigrazioni il noto demografo Massimo Livi Bacci dell’Università di Firenze. Sul fronte scientifico ci saranno tra gli altri l’allievo di Noam Chomsky Andrea Moro, insieme a Giorgio Vallortigara, neuroscienziato, e un esperto internazionale di intelligenza artificiale quale Nello Cristianini. Largo spazio come sempre ai temi dell’economia e del lavoro con il presidente Confindustria Vincenzo Boccia e la segretaria generale Cisl Annamaria Furlan, ma anche l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, il sociologo Mauro Magatti, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti e il suo collega allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, l’ad di Wind Tre Maximo Ibarra, Ernesto Ciorra, direttore innovazione in Enel e Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. Ha confermato la sua presenza anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, così come il presidente emerito della Camera Luciano Violante, che parlerà di crisi delle democrazie e il presidente di Cercare ancora Fausto Bertinotti, mentre il sottosegretario Gabriele Toccafondi interverrà sui temi della scuola. Il Meeting è anche arte, con la direttrice della Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma Cristiana Collu e Adrian Paci, artista di fama internazionale 

Le mostre 

Sul fronte delle mostre per una presentazione in dettaglio rimandiamo al sito internet www.meetingrimini.org. Si toccheranno comunque i temi delle nuove generazioni e dei volti giovani dell’Italia multietnica, ma anche del lavoro, a partire dalle domande poste dai giovani che si affacciano nel mondo delle professioni. La mostra “Il passaggio di Enea” presenterà opere di importanti artisti contemporanei che riflettono sull’eredità, e quindi il debito, con il passato, mentre Fondazione Russia Cristiana in occasione del centenario propone un’esposizione su “Russia 1917. Il sogno infranto di un mondo mai visto”. A cura dei francescani di Terra Santa invece la mostra “La terra più amata da Dio. La Custodia di Terra Santa”. 

Gli spettacoli 

Per quanto riguarda gli spettacoli, si esordirà domenica 20 con un’edizione con oltre 170 persone in scena della Madama Butterfly di Puccini con la China National Opera House. Il Meeting “incontrerà” tre cantautori che con la loro traiettoria umana e musicale hanno lasciato il segno: Fabrizio de Andrè con “Come una specie di sorriso”, con Neri Marcorè e il GnuQuartet, Enzo Jannacci con lo spettacolo “Le scarpe del tennis” ma anche il forlivese Claudio Chieffo con “Canzone per te”, a cura del figlio Benedetto. “Solaris” porterà la fantascienza a teatro con la regia di Paolo Bignamini, mentre un grande attore come Massimo Popolizio proporrà “Padre e figlio”, un testo di Fabrizio Sinisi che prende spunto dal tema del Meeting parlando di personaggi biblici come Caino e Abele, Abramo e Isacco, Giacobbe ed Esaù. “SdisOrè”, inoltre, proporrà la riscrittura dell’Orestea di Eschilo ad opera di Giovanni Testori con la regia di Gigi Dall’Aglio e l’interpretazione di Michele Maccagno, vincitore del premio Nazionale Franco Enriquez come migliore attore proprio per SdisOrè. “Un sussulto al cuore”, infine, è il titolo del concerto per orchestra e coro, con musiche e direzione del maestro Emmanuele Lo Russo. 

Sport e Villaggio ragazzi 

Non mancherà poi certamente lo sport, con tornei e manifestazioni rivolte a persone di tutte le età, in collaborazione con CSI e con le Scholas Occorrentes, progetto per i giovani di respiro internazionale nato a Buenos Aires nel 2001, quando Jorge Bergoglio era arcivescovo. Nel Villaggio ragazzi infine i più piccoli sono attesi da laboratori creativi con attività manuali, giochi da tavolo, teatrino delle marionette, la libreria “animata” per far volare la fantasia, ma anche le mostre “Con gli occhi di Marcellino”, che ci farà scoprire l’attualità del film “Marcellino pane e vino”, “Io Pinocchio” e “Presepe… che meraviglia”. 

«Questo Meeting», conclude Emilia Guarnieri, «vorrà essere anche la scommessa sul fatto che la consapevolezza dell’identità apre all’altro, alle nuove sfide, alle questioni drammatiche che abbiamo di fronte, al lavoro, alla sfida delle nuove tecnologie, alla giustizia, alla educazione, alle migrazioni, alla convivenza civile, al dramma di paesi più poveri del nostro, al vuoto esistenziale che genera violenza, alla libertà religiosa e civile che manca in tanti paesi, alle guerre. Non parleremo di tutto, ma questo è l’orizzonte che vogliamo portare nel cuore».
fonte: comunicato stampa

Addio afa. Le 5 piscine che rinfrescano l’estate


Il caldo estivo mette a dura prova. Ecco gli indirizzi giusti per un tuffo rigenerante


1. UN TUFFO NEL VERDE DELLA CIOCIARIA NELLA TENUTA ESDRA AGRI-SPA
La Tenuta Esdra Agri-Spa, sita in quel di Pontecorvo (Ciociaria), è una dimensione bucolica inserita in un contesto incontaminato. Pace e tranquillità accolgono nella sua piscina esterna, un’area attrezzata con lettini e sdraio che regala un vista privilegiata sulla Valle del Liri. 


2. BAGNO SENZA TEMPO ALLE TERME DI DOBRNA
Un tuffo di benessere quello che si prospetta all’orizzonte facendo tappa alle Terme di Dobrna, antico centro termale sloveno che ha alle spalle 600 anni di tradizione. L’estate è il momento ideale per farle visita e trovare refrigerio concedendosi una nuotata nel complesso di piscine (interne ed esterne) con acqua termale site al III piano dell'Hotel Vita. 


3. PISCINE AD ACQUA TERMALE ALLE TERME LUIGIANE
Le Terme Luigiane, site in provincia di Cosenza tra il territorio di Acquappesa e Guardia Piemontese, attendono la clientela al Parco Termale Acquaviva, una location avvolta nel verde là dove rilassarsi tra lettini e le tre piscine ad acqua termale fluente e non trattata e i distributori di fango che permettono di purificare e disintossicare la pelle. 

4. BAGNO CON VISTA AL CHIA LAGUNA RESORT
Benessere con vista quello offerto dal Chia Laguna Resort, un eden mozzafiato avvolto nella macchia mediterranea dove pace e privacy sono all'ordine del giorno. Il suo microcosmo invita a tuffarsi nella piscina panoramica Bioaquam dove mettersi comodi, sorseggiare un cocktail e rilassarsi a tu per tu con una vista mozzafiato sulla laguna popolata da fenicotteri rosa.


5. LAUGARVATN FONTANA: IN ISLANDA ALLA SCOPERTA DELLA BALNEOTERAPIA
Oltre a Blue Lagoon c’è di più. In Islanda si scoprono le miracolose acque di Laugarvatn Fontana, una zona geotermica posta a sud della capitale Reykjavik là dove sperimentare la balneoterapia con acqua minerale calda. Immergersi nelle piscine naturali è il modo migliore per godere dei benefici effetti di queste acque ricche di preziosi minerali: quel che ci vuole per ritrovare l’equilibrio fra mente e corpo.




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Tinca: il pesce dell'estate piemontese

Allevata da secoli negli stagni e nei bacini della zona di Pianalto di Poirino e soprattutto del Comune diCeresole d'Alba, in provincia di Cuneo, la tinca è un delizioso pesce d'acqua dolce che in queste acque piemontesi sviluppa caratteristiche di eccellenza che la rendono ideale per la preparazione dinumerose pietanze deliziose tra cui il tradizionale carpione perfetto per l'estate.

LA TRADIZIONE 
Sin dal XIII secolo la zona di Pianalto di Poirino, a cavallo tra le province di Asti, Cuneo e Torinoera punteggiata di piccoli stagni e laghetti artificiali che venivano impiegati dalle famiglie di contadini come abbeveratoi per il bestiame o serbatoi per l'irrigazione. Venivano chiamati in dialetto“tampe” o “peschere” e nelle loro acque venivano introdotte anche delle tinche utilizzate per il fabbisogno della famiglia. L'allevamento di questo pesce nella zona risale, quindi, ad epoca molto antica e, pertanto, la tinca può essere a tutti gli effetti considerata un prodotto tipico di questa area del Piemonte.

LA DENOMINAZIONE
La Tinca, il cui nome scientifico è Tinca Tinca, è un pesce di acqua dolce della famiglia dei Ciprinidicome la carpa, il barbo, l'arborella e il cavedano. Vive nelle acque dolci a corso lento di tutto il continente europeo, come laghi, fiumi, canali e stagni, oltre che nei fiumi della Siberia e nel Lago di Bajkal.

LE CARATTERISTICHE 
Si distingue per la forma gibbosa e la livrea dorata, detta, appunto, “gobba dorata”. La varietà della zona di Ceresole d'Alba è rinomata per le sue carni morbide e gustose e per l'assenza del sapore di terra (nita) che talvolta contraddistingue prodotti di qualità inferiore.

LA PRODUZIONE 
Se un tempo la pesca della tinca si concentrava nei mesi più caldi, nel periodo della mietitura del grano,oggi la stagione della cattura è molto più lunga e dura da aprile fino ad ottobre. Nonostante ciò, quella della tinca rimane una produzione alquanto esigua, basti pensare che annualmente se ne ottengono circa 60 quintali complessivi, contro le 50 mila tonnellate di trote italiane o le 1.800 di pesce gatto.

LA CULTURA 
Dei circa 300 laghetti che un tempo punteggiavano il territorio del Pianalto tra Poirino e Ceresole, oggi me sono rimasti poco più un centinaio. Nonostante si tratti di un pesce di un certo valore commerciale, il suo allevamento è purtroppo sempre più in crisi, tanto che la Fondazione Slow Food, che lo tutela con un suo Presidio, attraverso una collaborazione con il Dipartimento di Scienze Zootecniche dell'Università di Torino, si è adoperata nell'offrire assistenza agli allevatori e nel mettere a punto un disciplinare di allevamento.

IN CUCINA
Nel Roero sono numerosi i ristoranti in cui è possibile gustare la tinca preparata secondo diverse ricette tipiche locali. Da provare il classico carpione piemontese, con i pesci che vengono prima fritti, poi marinati in un'emulsione di aceto, vino bianco ed erbe aromatiche e serviti freddi, oppure le semplici ma deliziose tinche infarinate e fritte in olio bollente.

La ricetta: Carpione piemontese. Ingredienti: tinca, erbe aromatiche (come salvia e alloro), aglio, cipolla, chiodi di garofano, bacche di ginepro, carote, zucchine, sedano, aceto, vino bianco, farina, olio di semi, sale, miele (facoltativo). Pulite e sfilettate la tinca e ricavatene dei filetti. Infarinateli e friggeteli in un filo di olio di semi poi lasciateli scolare su della carta assorbente. Nel frattempo scaldate l'aceto e il vino assieme all'aglio, alle erbe aromatiche, ai chiodi garofano, alle bacche di ginepro e, se lo desiderate, ad un poco di miele, correggete di sale e portate a bollore. Tagliate le carote, il sedano, le zucchine e le cipolle a listarelle ed aggiungetele alla marinatura riportando a bollore, poi spegnete il fuoco, fate raffreddare e sistemate le verdure e la marinatura sui filetti di pesce e lasciate riposare in frigorifero per almeno otto ore.

IL TERRITORIO Adagiata a cavallo tra la provincia cuneese e quella astigiana, la regione piemontese delle Langhe è un esteso sistema collinare delimitato dal corso dei fiumi Belbo, Tanaro, Bormida di Millesimo e Bormida di Spigno. Assieme alle vicine colline del Roero, con le quali costituisce una delle maggiori zone a vocazione vitivinicola del Piemonte, nel 2014 è stata dichiarata Patrimonio Materiale dell'UNESCO.
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Karkadè, il tè rosso del deserto. L’infuso di fiori di ibisco consumato in Egitto per contrastare il caldo: le proprietà

Originaria dell’Africa tropicale, la pianta di karkadè è stata introdotta in diverse regioni tropicali perché necessita di poca acqua e poche cure, prediligendo le zone dal clima caldo. Tipica bevanda egiziana, è diffusa anche in Siria e in Thailandia. La parola karkadè deriva dal nome karkadeb con cui la pianta è chiamata nel dialetto Tacruri, in Etiopia. 

Conosciuta anche come "tè rosso", il karkadè viene consumato in Egitto sia caldo che freddo per le sue prorietà dissetanti e rinfrescanti. È per questo motivo che non è raro che gli africani tengano in bocca un fiore secco di ibisco durante i lunghi viaggi. I fiori hanno un colore rosso o verde e per la bevenda se ne utilizzano i calici. La varietà a calice rosso è diffusa in medicina, mentre quella a calice verde in cucina per acidificare i piatti a base di miglio e di riso. In Egitto viene anche preparato come decotto per le sue proprietà antisettiche. Non contiene caffeina e regolarizza la funzionalità epatica.

KARKADE’: I BENEFICI DI UN FIORE

L’Hibiscus sabdariffa è una pianta della famiglia delle Malvaceae, ricca di polifenoli e ampiamente utilizzata anche in caso di mal di gola, ipertensione, tosse e raffreddore. Dall'infusione dei petali secchi dei fiori di ibisco si ottiene una bevanda dal gusto leggermente acidulo, simile a quello dle mirtillo. 

Oltre agli acidi organici, il karkadè contiene una buona dose di vitamina C. E’ dunque apprezzato per le proprietà vasoprotettive e regolatrici per la pressione sanguigna. Essendo una malvacea contiene mucillagini che esercitano un’azione lenitiva e protettiva sui tessuti interni dell’organismo. Ecco come preparare un infuso di karkadè. 

Ingredienti
1 cucchiaio raso di karkadè
1 tazza d’acqua 

Far bollire una tazza di acqua. Versare i fiori nell’acqua bollente, e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 minuti. Filtrare l’infuso e berlo caldo o freddo.


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Esordio per IL cinema d'estate agli Uffizi

FIRENZE - Cinema all'aperto, per la prima volta nella storia di Firenze, al Piazzale degli Uffizi. Dal 26 giugno al 19 luglio, nello spazio tra i loggiati vasariani, in un'area racchiusa in un recinto di piante, ci saranno 285 posti a sedere per assistere gratuitamente (fino a esaurimento posti) alla proiezione di grandi film d'autore della rassegna 'Apriti cinema' (inizio serate alle 22): le pellicole verranno proiettate su uno schermo di otto metri per quattro e mezzo che darà le spalle all'Arno. Ci saranno film in lingua originale con sottotitoli in italiano o inglese, titoli di vari festival, come Schermo dell'Arte, Middle East, Cinema e Donne, River To River, Florence Queer Festival, Festival dei popoli, Korea Film Fest, Nice, Festival etnomusicale, Premio Fiesole Maestri del Cinema, Balkan Florence Express, Finestra sul nord, Dragon Film Festival. Tra gli eventi speciali, la proiezione, il primo luglio, della versione restaurata di Aurora di Friedrich Wilhelm Murnau, con colonna sonora eseguita live.
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Torna la #MuseumWeek, focus sulle donne 19-25 giugno su Twitter, tra cibo, libri, viaggi e patrimonio


Il Mibact partecipa anche quest'anno alla #MuseumWeek, la settimana internazionale dei musei su Twitter, in programma dal 19 al 25 giugno, che celebra l'arte, le collezioni, il patrimonio culturale e, per quest'anno, anche le donne con l'hashtag #WomenMW. Dalle artiste ai soggetti femminili nelle opere d'arte, e più in generale a tutte coloro che si sono distinte nella musica, nella letteratura e nello sport, le donne saranno le protagoniste indiscusse per una settimana nei musei e luoghi della cultura statali.
    Da Pompei alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli al MARTA di Taranto, dagli Uffizi a Capodimonte, dal Museo Nazionale Archeologico di Cagliari ai Musei Reali di Torino, dalle Scuderie del Quirinale a Roma al Palazzo Ducale di Mantova, il racconto sui social delle donne s'intreccia con l'hashtag #MuseumWeek.
    Sette i focus giornalieri #foodMW (lunedì), #sportMW (martedì), #musicMW (mercoledì), #storiesMW (giovedì), #booksMW (venerdì), #travelsMW (sabato) e #heritageMW (domenica) attraverso cui i musei promuovono quotidianamente le proprie collezioni creativamente, interagendo con il pubblico. L'invito è rivolto a tutti ed è quello di postare contenuti e opere d'arte seguendo la scia dei temi proposti: un'occasione per condividere la passione per l'arte e la cultura, ma anche per godere del patrimonio culturale da un punto di vista inedito.

ansa

L'avventura in dieci parchi naturali

Arrampicarsi sugli alberi, attraversare ponti di corda e legno, dondolare con liane e funi, seguire le orme degli animali e camminare seguendo la bussola su percorsi sospesi e acrobatici: sono le principali attività che i parchi avventura offrono alle famiglie in cerca di un contatto con la natura senza mezzi motorizzati e nel massimo rispetto del territorio. Nati negli Stati Uniti agli inizi degli anni Sessanta, i parchi avventura si sono sviluppati un po’ ovunque, soprattutto in Francia; oggi in Italia questi luoghi di divertimento naturali sono più di 150 e fanno parte dell’associazione “Parchi Avventura Italiani”, che ne tutelano sicurezza e conformità con regole e norme. Ecco dieci indirizzi, da nord a sud della Penisola, dove divertirsi tra i boschi e fare attività sportive, muniti di caschi e scarponi per affrontare al meglio i tanti percorsi naturali, adatti a grandi e bambini.
Acropark Rio Centa
Nel parco fluviale del torrente Centa, in alta val Sugana, il borgo trentino Centa San Nicolò ospita un parco avventura con 8 percorsi divisi per difficoltà: tre soltanto per i bambini mentre uno, Braves only, è dedicato agli esploratori più avventurosi e coraggiosi. Ogni percorso sospeso del parco prevede anche attività sportive e ludiche; fiore all’occhiello è Big Circle, una doppia teleferica che attraversa il fiume Centa e termina sul tracciato più lungo. Acropark offre anche passeggiate mozzafiato tra boschi, prati erbosi, spiagge di ghiaia bianca lungo il fiume e sotto la cascata di Valimpach. Da giugno a settembre il parco è aperto tutti i giorni; per informazioni: www.acropark.it

Fly Emotion Aerobosco
Il nuovissimo parco avventura di Bema, piccolo borgo sopra Morbegno in provincia di Sondrio, è famoso per l’emozionante Fly Emotion, attrazione che permette di volare dalla val Gerola alla valle di Albaredo sospesi su un cavo. L’Aerobosco ospita anche quattro percorsi mozzafiato tra i boschi che prevedono passerelle in legno, ponti tibetani e tronchi sospesi: tre di questi sono per i ragazzi e gli adulti e uno, invece, Marmotta è adatto ai più piccoli. C’è anche la possibilità di fare sport - rafting, canyoning ed equitazione – o semplicemente di rilassarsi nel verde e assaporare le prelibatezze enogastronomiche della Valtellina. Info: www.flyemotion.it

Praudina Adventure Park
Sorge nell’area della pineta di santa Maria Maggiore, nella Valle Vigezzo, ed è particolarmente adatto ai bambini più piccoli: il parco Praudina Adventure offre tra le ultime novità una parete d’arrampicata alta 10 metri con due vie di salita, esperienza da affrontare con l’aiuto delle guide alpine. Ogni sabato sera di luglio e di agosto è possibile effettuare le arrampicate anche in notturna sotto le stelle, un’esperienza unica in Italia. Il parco ospita percorsi di diverse difficoltà e giochi sparsi tra gli abeti secolari. Info: www.santamariamaggiore.info/praudina

Indian Forest
A Borzonasca, nell’entroterra ligure di Chiavari, ci si diverte in uno dei primi parchi avventura d’Italia con un chilometro e mezzo di percorsi, suddivisi in 7 vie distinte per gradi di difficoltà. Le attrazioni del parco sono adatte a tutti e assistite da guide e istruttori. Il parco, aperto tutto l’anno, offre anche la possibilità di dormire nel bosco in diverse strutture: case vacanza, ostelli e campeggio. Per maggiori informazioni: www.oasibelpiano.it

Cerwood
Piccoli Indiana Jones affollano tutti i giorni Cerwood, in provincia di Reggio Emilia, il parco avventura più grande d’Italia. Sorge nel parco delle Fonti di Cervarezza Terme, sull’Appennino tosco-emiliano, e offre 25 percorsi (6 per bambini, 13 per ragazzi e adulti e 6 percorsi pratica), più di 220 giochi con tunnel di rete, tronchi, passerelle e avventure di ogni tipo tra faggi secolari, fonti d’acqua minerale e un sottobosco che invita a passeggiate e a pic-nic nelle aree attrezzate. Lungo i percorsi sono presenti istruttori e guide che illustrano il tragitto e le manovre di sicurezza; il più gettonato è una tyrolienne lunga un centinaio di metri. A Cerwood, oltre ai percorsi, si possono anche fare arrampicate, gite in mountain bike, tiro con l’arco e orienteering, cioè la possibilità di imparare le tecniche per riconoscere la propria posizione all’interno di un terreno non familiare. Info: www.cerwood.it

Activo Park
Dal Canopy tour all’Uomo Ragno, dal bigliodromo al tubing, dal tiro con l’arco alla discesa in gommone: sono solo alcune delle attrazioni dell’ActivoPark di Scheggino, a pochi chilometri da Spoleto, in Valnerina. Il parco umbro è diviso in tre sezioni: la junior Forest per i più piccoli, il Villaggio attivo con diversi giochi e l’Area Natura, ideale per le escursioni. Ci sono anche tre meravigliosi percorsi di tarzaning (salto da un albero all’altro con le funi) per gli adulti - Zig Zag, un doppio itinerario circolare, Avventura Rebus e Spider – e Adrenaline, sentieri sospesi per mettere alla prova il proprio equilibrio. Sono molto richiesti il Canopy tour, attrazione ad alta velocità con 9 carrucole per sfrecciare fra gli alberi, le arrampicate alle pareti, il tubing, un percorso a ostacoli per le mountain bike e una discesa in gommoni sul fiume. Il parco è aperto tutti i sabati e le domeniche e, tutti i giorni, dal 22 luglio al 3 settembre. Info: www.activopark.com

Canyon Park
Ponti nepalesi, teleferiche e passaggi acrobatici adatti a tutti nel parco di Scesta, in provincia di Lucca: è un percorso avventuroso e adrenalinico per sfidare se stessi e vivere una giornata con la famiglia a contatto con la natura. Il parco, aperto tutti i giorni fino al 15 settembre, sorge in un luogo bellissimo, all’interno del canyon sul fiume Lima. Tutti i percorsi di Canyon Park sono sicuri e dotati di attrezzature all’avanguardia: guide e istruttori affiancano i visitatori per consigli e aiuti. Il parco è accessibile anche dal fiume tramite le visite con SUP, standing up paddle, che permette di pagaiare lungo le acque del Lima, o in gommone per attività di soft rafting accompagnati da una guida. Informazioni: www.canyonpark.it

Treja Adventure
Alle porte di Roma il parco avventura Treja, il più grande del Lazio, è immerso nell’omonima riserva regionale e offre dieci percorsi per adulti e quattro per bambini con passerelle, ponti, liane e carrucole sospese tra gli alberi per sfidare l’equilibrio e il coraggio. I percorsi sono differenziati per difficoltà e tipologia senza dimenticare la sicurezza: casco, moschettoni d’ultima generazione e corde per tutti. Oltre alle aree giochi e picnic, c’è anche la possibilità di tirare con l’arco e di fare passeggiate nella natura vicino alle cascate del monte Gelato. Il parco, dove sono previsti anche corsi di orienteering e di educazione ambientale. è aperto tutti i giorni fino al 10 settembre; per maggiori informazioni: www.trejaadventure.it

Orme nel parco
Immerso in una faggeta nel cuore del parco nazionale della Sila, nel comune di Zagarise, il parco ospita 16 percorsi acrobatici – 9 per adulti e 7 per bambini - con ponti tibetani, passerelle e ponti, itinerari per mountain bike, arrampicate e tiro con l’arco; le attrazioni più richieste sono le “eco esperienze”, itinerari sensoriali guidati a stretto contatto con la natura. Il parco avventura è frequentato anche per le installazioni di land art e per i percorsi dedicati ai cani (dog walking). Orme nel parco è aperto tutti i giorni dal primo luglio all’11 settembre; per maggiori informazioni: ormenelparco.it

EtnAvventura
Ha due record il parco siciliano sopra Nicolosi: è il più meridionale e il più alto d’Italia. EtnAvventura sorge a 1.800 metri d’altitudine e, come suggerisce il nome, si trova a pochi passi dal rifugio Speranza sull’Etna; offre 16 percorsi - divisi per aree baby, junior e adulti - e diverse attività sportive, adatte a tutte le età. Tra le attrazioni principali ci sono una tirolese lunga 150 metri e una zip line impegnativa, riservata solo ai maggiorenni. Tra i percorsi più singolari ci sono il Tree Climbing Sportivo, che consente di arrampicarsi su un albero alto 180 metri, e l’UP2 Tree che permette di fare una scalata con un salto finale nel vuoto; c’è anche la possibilità di effettuare un percorso di tarzaning in coppia. Il parco è aperto dal primo luglio al 10 settembre mentre da fine aprile a dicembre è solo su prenotazione. Info: etnavventura.it
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Flessibile, vegetariana, salutista e non estremista, la cucina Flexiteriana

Sana, gustosa, non estremista come pure va di moda (il 'nazi veganesimo' come i detrattori hanno ribattezzato il trend), molto attenta alla qualità, alla provenienza di prossimità, di tradizione ma più leggera, con tecniche di cottura come il vapore, vegetariana ma senza escludere alimenti di origine animale.
Forse dopo essere passati in questi anni per gli opposti capovolgendo le abitudini di una certa cucina di decenni fa che faceva di abbondanza, ricchezza anche in grassi, lo stile della nostra tavola e aver trascorso gli ultimi anni ad abbracciare la dieta del senza (grassi, latte, uova, formaggi, pesce, carne...) lasciando per fortuna ad una nicchia la dieta del respiro, è tempo di equilibri. Quelli proposti dalla Flexitariana - flexible (flessibile) e vegeterian (vegetariano) - uno stile nutrizionale che non prevede rigide regole ma piuttosto la tendenza salutare, gustosa e valoriale in termini di materie prime e tecniche di cottura, integrando proteine animali in quantità ridotta e scegliendole nel rispetto dell'ambiente da allevamenti estensivi ed etici, escludendo per il pesce tonno e spada e privilegiando l'azzurro.
Nuovi sapori che emergono da tecniche di cottura meno invasive sulla materia prima e che permettono di esaltarne caratteristiche ed essenze.
Tra le tecniche
La cucina crudista: non è rinuncia ma scoperta di sapori nuovi. Si lavora direttamente con materie prime grezze e ricche di nutrimento. Una cucina minuziosa e attenta. Non sono permesse cotture, salvo essiccature non superiori ai 42 gradi, e i processi di preparazione sono lenti, lunghi: il tempo aiuta le ingegnose marinature, l’opera attenta dell’essiccatore.
La cottura a vapore: originale, contemporanea e sana. Il vapore è una tipologia di cottura che consente di tenere separato al meglio il gusto di ogni singolo ingrediente esaltando il sapore naturale dell’insieme. Sfrutta la forza del vapore, potente elemento fisico, per lavorare sugli alimenti e la loro composizione. Il vapore esalta il regno vegetale, le carni e i pesci nella loro composizione più naturale. 
Il fritto a bassa temperatura: fritti leggeri grazie alla tecnica di cottura a 140° che non permette all’olio di raggiungere il “punto di fumo”, ovvero la temperatura alla quale i grassi si decompongono e possono sprigionare sostanze tossiche.
La cucina mediterranea: si pesca nel patrimonio gastronomico italiano creando però accostamenti inusuali, utilizzando di preferenza prodotti biologici di prima qualità e tecniche di cottura antiche e allo stesso tempo contemporanee come la piastra di sale: il calore della piastra scioglie delicatamente il sale che penetra negli alimenti insaporendoli e arricchendoli di tutti i minerali e gli oligoelementi contenuti. Vista e olfatto sono già appagati dal colore tenue del sale rosa dell’Himalaya e dall’aroma tipico e particolare che si sprigiona durante la cottura.
I Dolci e la Frutta: dolci tentazioni libere da sensi di colpa. La cucina flexiteriana non li demonizza e la parola d’ordine è leggerezza. Un dolce buono sa anche essere leggero, dosando ingredienti e sfruttando tecniche di preparazione. La frutta è già golosa di suo: si esprime con colori sgargianti e le note dolci che le sono proprie.
Sana, gustosa e sostenibile la cucina Flexiteriana comincia a farsi largo anche con ristoranti dedicati, come la catena Flax&Kale a Barcellona e molto popolare in Spagna (è anche dentro il gigantesco H&M tra Passeig de Gracia e la Gran Via, il primo al mondo con ristorante dentro), fondata da Teresa Carles pioniera della cucina vegetariana in Spagna . A Roma da un anno è aperto Fiore in Via Boncompagni con lo chef Matteo Cavoli, un open space di 450 mq con una grande isola al centro per la cucina a vista, a vapore e una terrazza con orto mediterraneo e anche una bottega. Tra le proposte carciofo fritto a bassa temperatura, il Paniere di pollo con riso basmati, verza, broccoli, patate dolci, ceci e pollo al curry, il tiramisù crudista, la Mazzancolla "incaciata": spaghettone, mazzancolle, pecorino, lime e pere. In America è molto famosa Sweetgreen USA che fondata 10 anni fa è ormai una sorta di community.
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Lazio di gusto con l’agnello di Rocca Priora Fra i Castelli Romani per la sagra estiva accompagnata da vino locale e piatti tipici

Rocca Priora, il più alto comune dei Castelli Romani, offre un incantevole paesaggio che arriva fino al mare, pur regalando atmosfere e tradizioni montane. Dall’imponente Castello Savelli che domina dall'alto l'intero abitato a 768 metri di altitudine, Rocca Priora è senz'altro il paese più freddo del comprensorio. In passato Rocca Priora fu definita "il nevaio di Roma" e per secoli fondò la sua economia sul commercio della neve.
 
Una passeggiata nei pittoreschi vicoli del centro storico, arroccato sul fianco di un alto colle rivolto verso Monte Ceraso, permette di godere di uno dei panorami più suggestivi dei Castelli Romani, verso Roma e i Monti Tiburtini, Prenestini ed Ernici.

Le ultime due settimane di giugno in località Colle di Fuori c'è l'appuntamento con la gastronomia. Tutte le sere primi piatti castellani e agnello alla brace. La Sagra dell'agnello propone menu per tutti i gusti, dalle cotolette agli arrosticini. Il tutto condito da musica dal vivo e intrattenimento popolare. Il tradizionale agnello alla brace è servito all'ombra del Parco Dei Castelli tutte le sere dal 23 giugno al 2 luglio.
 
Giunta alla sua 47° edizione, la sagra aprirà le danze alle 18:30 con lo stand gastronomico dello chef "zi righetto". La degustazione sarà accompagnata dagli ottimi vini locali e dalla mostra mercato. Il pranzo sarà offerto solo le domeniche dalle ore 12.00. L’appuntamento ha radici profonde che fondono la passione antico per l’allevamento ovino alla lavorazione del formaggio di pecora. Tradizioni che vivono oggi come un tempo e che si sono tramandate intatte di generazione in generazione.
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