Originaria dell’Africa tropicale, la pianta di karkadè è stata introdotta in diverse regioni tropicali perché necessita di poca acqua e poche cure, prediligendo le zone dal clima caldo. Tipica bevanda egiziana, è diffusa anche in Siria e in Thailandia. La parola karkadè deriva dal nome karkadeb con cui la pianta è chiamata nel dialetto Tacruri, in Etiopia.
Conosciuta anche come "tè rosso", il karkadè viene consumato in Egitto sia caldo che freddo per le sue prorietà dissetanti e rinfrescanti. È per questo motivo che non è raro che gli africani tengano in bocca un fiore secco di ibisco durante i lunghi viaggi. I fiori hanno un colore rosso o verde e per la bevenda se ne utilizzano i calici. La varietà a calice rosso è diffusa in medicina, mentre quella a calice verde in cucina per acidificare i piatti a base di miglio e di riso. In Egitto viene anche preparato come decotto per le sue proprietà antisettiche. Non contiene caffeina e regolarizza la funzionalità epatica.
KARKADE’: I BENEFICI DI UN FIORE
L’Hibiscus sabdariffa è una pianta della famiglia delle Malvaceae, ricca di polifenoli e ampiamente utilizzata anche in caso di mal di gola, ipertensione, tosse e raffreddore. Dall'infusione dei petali secchi dei fiori di ibisco si ottiene una bevanda dal gusto leggermente acidulo, simile a quello dle mirtillo.
Oltre agli acidi organici, il karkadè contiene una buona dose di vitamina C. E’ dunque apprezzato per le proprietà vasoprotettive e regolatrici per la pressione sanguigna. Essendo una malvacea contiene mucillagini che esercitano un’azione lenitiva e protettiva sui tessuti interni dell’organismo. Ecco come preparare un infuso di karkadè.
Ingredienti
1 cucchiaio raso di karkadè
1 tazza d’acqua
Far bollire una tazza di acqua. Versare i fiori nell’acqua bollente, e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 minuti. Filtrare l’infuso e berlo caldo o freddo.
turismo.it
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