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Milano top destination del turismo indiano

Nel 2023 e in questo inizio 2024, è stato registrato un vero e proprio record di presenze di visitatori indiani in Italia: i dati forniti all’interno del white paper Tourism and luxury shopping: will India be the leading nationality of the future?, a cura di Indian Chamber of Commerce in Italy, Sea Milan Airports, Fidenza Village, Global Blue e Lybra Tech, certificano che la domanda turistica di quest’area geografica è costantemente cresciuta a partire dal 2008. Quest’anno, i turisti indiani faranno di Milano Malpensa il principale scalo italiano. La città meneghina è infatti tra le destinazioni preferite per gli acquisti tax free: la ricerca evidenzia come il turismo indiano sia sempre più legato al luxury made in Italy, con il 76% delle spese nel 2023 destinato a prodotti di lusso ed extralusso. Uno degli appuntamenti preferiti è la Milano Design Week, con uno scontrino medio di 889 euro (dati dell’edizione 2023).

Posizionato nel cuore di Milano, Hyatt Centric Milan Centrale rappresenta il punto di accesso ideale per esplorare la città. Con una posizione strategica, raggiungibile a piedi dalla stazione centrale, immerso tra grattacieli di Porta Nuova, situato a pochi passi dalla futuristica Piazza Gae Aulenti e dall’iconico Bosco Verticale, l’hotel offre ai propri ospiti un microcosmo di design, fashion, divertimento e cultura gastronomica capace di restituire l’anima più vera e autentica della metropoli. Con 141 camere, tra cui due Deluxe Suite, cinque Premium Suite con hammam privata, cinque King Suite, quattro Terrace Suite e una Skyline Suite, Hyatt Centric Milan Centrale si conferma tra i migliori design hotel della città.

Ma anche la ristorazione è fiore all’occhiello di questo lifestyle hotel, amatissimo da una clientela giovane e alla ricerca di spazi metropolitani stimolanti. Rivington Cucina New York è il primo, e unico, ristorante con cucina newyorkese in città con un menù studiato dallo chef Guglielmo Giudice; il bar Intermezzo, nella lounge, è di ispirazione pop anni ’70 spesso sede di eventi e vernissage; The ORGANICS SkyGarden è il signature venue dell’intero hotel: un rooftop immerso nella vegetazione al 13esimo piano da cui godere di una vista mozzafiato a 360° sulla città e programmazione con DJ set.

 Esclusivamente a disposizione degli ospiti, la SPA che combina stile urbano con un ambiente di puro relax e intimità: un suggestivo bagno romano permette di rilassarsi sotto una meravigliosa volta stellata, una sauna, un bagno turco, una grotta di sale, docce sensoriali e una sala relax dove potere sorseggiare una tisana rigenerante.

travelnostop.com

Nuovo visto europeo favorirà il turismo dall’India verso l’Italia


La nuova politica dell’Unione Europea in materia di visti renderà ai turisti indiani molto più facile di prima intraprendere un viaggio per scoprire la ricchezza della storia, della cultura e della cucina italiane. Un nuovo regime introdotto dalla Commissione Europea, infatti, consente il rilascio di visti più flessibili e di durata più lunga ai cittadini indiani. Questo cambio delle regole sui visti Schengen consente ingressi multipli a chi viaggia frequentemente.

Il cosiddetto sistema ‘a cascata’ permette ai cittadini indiani residenti in India che abbiano usufruito due volte negli ultimi tre anni di un visto Schengen per un soggiorno breve, di richiedere un visto di ingresso multiplo valido due anni. Questo può essere a sua volta seguito da un visto di cinque anni, a condizione che il passaporto abbia una validità sufficiente, evitando di ripresentare domanda in tempi ravvicinati.

Il visto Schengen consente soggiorni della durata massima di 90 giorni all’interno di un periodo di 180 giorni, in 29 paesi europei. Un visto a ingressi multipli fornisce quindi accesso all’area Schengen per un massimo di 180 giorni in totale all’anno senza la necessità di rifare domanda per ogni ingresso.

“Il rapporto tra India e Italia si è costantemente rinsaldato negli ultimi anni. Questo recente cambiamento nelle modalità di rilascio del visto favorirà ulteriormente il turismo tra i due paesi – ha detto Mauro Sementilli, Vice-Responsabile per l’Italia, VFS Global – L’Italia è una delle mete europee preferite dai turisti indiani, il che rende fondamentale per il settore turistico italiano offrire un processo di visto semplice e veloce: questa nuova politica dei visti a favore degli indiani favorirà certamente un aumento dei viaggi dall’India all’Italia”.

Centro elaborazione visti per l’Italia a Mumbai gestito dalla VFS Global, operatore specializzato leader in servizi di outsourcing e tecnologia. VFS Global, operatore specializzato leader in servizi di outsourcing e tecnologia, ha di recente rinnovato il contratto con l’Ambasciata italiana in India per gestire i servizi di visto. In India, VFS Global gestisce attualmente i Centri di richiesta visto per l’Italia (VAC) in dodici città: Nuova Delhi, Calcutta, Mumbai, Bangalore, Ahmedabad, Chandigarh, Chennai, Hyderabad, Jaipur, Jalandhar, Kochi, Pune.

VFS Global continuerà a fornire il suo servizio Premium Lounge (PL) in tutti questi centri e il servizio Visa at Your Doorstep (VAYD) in qualunque località del territorio indiano, garantendo un’esperienza comoda e personalizzata per i richiedenti che desiderano maggiore supporto. Offrirà un’esperienza di richiesta visto priva di disagi ai viaggiatori provenienti dall’India.

travelnostop.com

Turisti indiani, avanti tutta: bacino incoming da 143 miliardi di dollari

 

Quello indiano sarà uno dei mercati più corteggiati del futuro: con un outbound che si prevede valga 143,5 miliardi di dollari all’anno entro la fine di questo decennio, il settore turistico sarà sotto i riflettori durante l’Arabian Travel Market (Atm) 2024, che ritorna al Dubai World Trade Center (Dwtc) per la sua 31ª edizione, dal 6 al 9 maggio.

Secondo un rapporto di booking.com e McKinsey, il 70% degli indiani che viaggiano all’estero scelgono destinazioni vicine, con un terzo che opta per il Medio Oriente. Gli Emirati Arabi Uniti sono la principale meta regionale, seguiti dall’Arabia Saudita. Secondo il Det, l’India è il principale mercato di origine di Dubai, con 1,9 milioni di visitatori nei primi 10 mesi del 2023. E l’Arabia Saudita punta a 7,5 milioni di visitatori entro il 2030.

Per illustrare le dimensioni e la crescita potenziale del mercato outbound complessivo dell’India, prima della pandemia del 2019, basti pensare che gli indiani avevano effettuato 26,9 milioni di viaggi all’estero; il rapporto prevede che entro il 2030 tale numero potrebbe aumentare fino a 50 milioni di partenze.

Per Danielle Curtis, direttrice della fiera Me, Arabian Travel Market, «il boom dei viaggi in uscita dall’India è guidato principalmente dalla classe media. Nel 2020, solo 37 milioni di famiglie avevano un reddito annuo compreso tra 10.000 e 35.000 dollari, ma a causa della rapida crescita economica dell’India, entro il 2030 il numero aumenterà in modo significativo fino a 177 milioni di famiglie. Più specificamente, anche le famiglie che guadagnano più di 35.000 dollari all’anno aumenteranno da due milioni nel 2020 a 13 milioni entro il 2030. E dato che l’età media dell’India è di soli 28 anni – prosegue Curtis – non c’è da meravigliarsi che l’Unwto riconosca l’India come uno dei tre mercati outbound in più rapida crescita al mondo. Entro il 2030, la spesa totale per i viaggi in India sarà valutata a 410 miliardi di dollari. Mettendolo in prospettiva, prima del Covid, nel 2019, valeva solo 150 miliardi di dollari, con un aumento del 173%».

Inoltre, non è solo il volume dei viaggiatori indiani ad entusiasmare le destinazioni del Medio Oriente. Secondo un sondaggio condotto da Acko Insurance, la maggior parte dei viaggiatori indiani che ha risposto era disposta a spendere fino a 7.000 dollari per viaggi internazionali.

lagenziadiviaggimag.it

India: la magia di Benares "Tra la terra e il cielo"

Parlando di India, probabilmente, la maggior parte di noi penserebbe al The Millionaire del 2008 di Danny Boyle o a Il treno per il Darjeeling di Wes Anderson, più che a Mission: Impossible - Protocollo fantasma (2011) girato anche a Mumbai, nello stato del Maharashtra. Ma sono molti i film ambientati nel "Subcontinente", e non necessariamente limitati al mercato cosiddetto di Bollywood. Esempio eccellente è proprio quello di Tra la terra e il cielo di Neeraj Ghaywan distribuito dalla Cinema nelle sale italiane e girato principalmente a Benares (o Varanasi).

Una città importante e dal fascino indubbio, il capoluogo dell'omonimo stato indiano è una delle più antiche agglomerazioni urbane del mondo essendo abitata da circa 3500 anni. Ed è qui, sulla riva ovest dell'unico tratto del Gange orientato da nord a sud, che si incrociano e si mescolano le vite di vari personaggi. Una Città Sacra (per gli Induisti) testimone di storie di amore, libertà ed emancipazione, severa con coloro che giocano con le tradizioni e teatro dell'aspirazione di Deepak, Devi, Pathak e Jhonta a un futuro migliore.

"Abbiamo scelto Varanasi per girare il film perché la città è un amalgama di vita e di morte insieme - ha dichiarato il regista esordiente. - La maggior parte della gente di tutto il mondo desidera finire qui la propria vita e morire per poter raggiungere la salvezza". Ma l'amore di Ghaywan perBenares nasce da lontano - come il film, che ha avuto una lunga fase di post produzione - visto che risale al suo impegno com assistente di Anurag Kashyap per il film 'Gangs Of Wasseypur'.
"Quando ho assistito Anurag Kashyap abbiamo passato quattro mesi a Varanasi, che ha lavorato su di me in maniera magica - ha raccontato Ghaywan, - a prescindere dallo squallore, dagli stretti vicoli, ecc. La città mi ha stregato e attirato come un magnete. Semplicemente sentivo che dovevo tornare, e l'ho fatto. Davvero non so spiegare perché e come mi attirasse, ma l'ha fatto. E lo fa".

E dall'esperienza con il collega e amico, Neeraj ha tratto anche la decisione di girare il più possibile in maniera realistica, nelle vere location. Una scelta che ha già pagato - con la vittoria al Festival di Cannes del 2015 del Premio Fipresci e quello del 'Promising Future' (Prix de l'avenir) per un'Opera prima - e che promette di continuare a farlo. Intanto portando noi e tutto il pubblico italiano in un mondo fantastico, da ammirare e da scoprire. Magari andando a passeggiare per i Ghat, le piattaforme sul fiume centro della vita dei locali, o visitando il negozio di tessuti del Lucknow Chikan House e il suo toro, assistendo al rituale quotidiano della Ganga Aarti o scoprendo la magia del tempio d'oro di Kashi Vishwanath, di quello delle scimmie, il Durga Temple, e del Sankat Mochan Hanuman Temple… o cercando la pace nella vicina oasi di Dhamek Stupa.
turismo.it

Sulle tracce di Mowgli nella giungla indiana

Le avventure di Mowgli nella giungla sono un ricordo dell’infanzia che ognuno di noi si porta nel cuore. Una delle opere più celebri di Rudyard Kipling, Il Libro della Giungla, ha catturato l’immaginazione di adulti e bambini ed è diventato un classico tramandato di generazione in generazione. La giungla al centro delle avventure di Mowgli non è però un’opera di finzione: si trova nei parchi nazionali Pench e Kanha, nella regione del Madhya Pradesh, in India.
Per preservare questo patrimonio naturale, Taj Safaris ha istituito una partnership con l’organizzazione benefica Born Free Foundation al fine di promuovere un turismo sostenibile, proteggendo la cultura della comunità locale e salvaguardando le specie animali a rischio di estinzione.
Il “Cuore dell’India”, habitat naturale della tigre, è la regione più grande del Paese, conta oltre 440.000 km quadrati e copre più di un terzo della foresta indiana. Qui si trovano quattro lodge di Taj Safaris: Baghvan, il safari lodge che prende il nome da uno dei simboli più iconici dell’India, la tigre del Bengala (da “bagh”, tigre, e “van”, foresta), si trova nel Pench National Park mentre il Banjaar Tola, il secondo Taj Safaris lodge, è situato sulle rive del fiume Banjaar nel cuore del Kanha National Park.
A dicembre si è celebrato il 150/o anniversario dalla nascita di Rudyard Kipling e il 14 aprile esce nelle sale italiane il nuovo film Disney ispirato a Il Libro della Giungla con un cast davvero sorprendente. Per festeggiare l’avvenimento, Taj Safaris offre l’opportunità di viaggiare nel passato e vivere le avventure di Mowgli nelle location che hanno ispirato lo scrittore, la Pench Tiger Reserve e il Khana National Park. Gli ospiti potranno incontrare i vivaci personaggi de Il Libro della Giungla: Akela e Raksha, I lupi che hanno cresciuto Mowgli come un figlio, l’orso Baloo, Bagheera la pantera, Shere Khan la tigre, Kaa il pitone e molti altri. Il pacchetto Mowgli’s Trails offre l’opportunità di vivere le loro avventure nella giungla in tutta comodità e sicurezza grazie ai lussuosi lodge Taj Safaris Baghvan e Banjaar Tola.
Qui, la Mowgli’s Trails experience comprende una grande varietà di attività: itinerari flessibili (da 3 o 5 notti), tour della giungla in jeep con la guida di esperti alla scoperta dei personaggi de Il Libro della Giungla, esperienze culinarie gourmet ispirate agli ingredienti e ai gusti locali, visite ai villaggi locali, per toccare con mano le tradizioni e la cultura del posto, quiz di cultura generale ispirati al capolavoro di Kipling, docce nella giungla e cascate di stelle.
I Mowgli’s Trails richiedono il pagamento di un supplemento di circa 20 euro a notte rispetto al pacchetto standard. L’offerta include alloggio, pensione completa, bevande non alcoliche, tasse del parco e un transfer al giorno per il safari.
Per ulteriori informazioni sul pacchetto Mowgli’s Trails è possibile visitare il sitohttp://www.tajsafaris.com/
ansa

India: Ladakh, magia sul tetto del cielo. Monasteri arroccati sulla roccia, Il luogo sacro

(Foto di Francesca Brunati e Antonio Crepax)
Un paesaggio lunare punteggiato da oasi di verde e da monasteri arroccati su speroni di roccia, quasi sospesi ai bordi di valli strette e profonde o in cima ad alture affacciate su aridi altopiani. E poi giganti che oltrepassano i settemila metri fino a sfiorare il cielo, i laghi di alta quota con le acque che mettono in mostra mille gradazioni di blu, azzurro e verde e le dune di sabbia incorniciate da picchi nevosi. Parte da un luogo sacro dove lo Zanskar si incontra con l’Indo, il viaggio attraverso il Ladakh, terra in cui si mescolano la spiritualità buddhista e la dura vita di montagna. Dopo una prima tappa a Leh (3.500 m.), il capoluogo della regione circondata dalle catene montuose del Karakorum e dell'Himalaya, quel punto di incontro tra i due fiumi è perfetto per cominciare ad esplorare quest’angolo di Tibet rimasto per ragioni politiche in territorio indiano. Da lì molti i percorsi per raggiungere, a piedi, in bici, in moto o più comodamente in macchina, i Gompa Thiksey (Thiske , Stakna e Hemis ( qui durante il festival locale viene esposto il thangka su seta più grande del mondo), oppure Alchi, fondato nell’ XI secolo e ricco di pitture murali di inestimabile valore, e Lamayuru, tra i più spettacolari . E poi l’ascetico Rizong, arrampicato sulle roccia, al termine di un’impervia vallata: fondato nel 1831 da Lama Tsultim Nima sotto l'ordine Gelukpa, i ‘berretti gialli’, è soprannominato anche il ‘paradiso per la meditazione’ ed è noto per le sue regole molto severe.
Ma il Ladakh offre anche un’esperienza irripetibile: percorrere la strada carrozzabile più alta del mondo per ‘scavallare’ il Kardung La a quota 5.602 metri . E da lì scendere ai 3.300 metri delle valli dei fiumi Shyok e Nubra – alimentato dai ghiacciai del Karakorum - attraverso praterie verdeggianti, ruscelli, yak e marmotte himalayane giganti e pacifiche fino alle dune sabbiose dove vivono i cammelli bachtriani, ricordo delle grandi carovane che passavano di lì nel loro viaggio tra Tibet e Turkestan.
Per restare sempre in alta quota, una delle mete più suggestive è il lago Tso Moriri, il più vasto della regione del Rupshu, l'altopiano dell'Himalaia tibetano dell'India abitato dai nomadi chang-pa. Situato a 4600 metri di altitudine, è lungo 23 chilometri e ampio quasi cinque, ed è attraversato dal confine con la Cina. Nelle sue acque cristalline dai toni blu e azzurro intenso si riflettono monti altissimi, perennemente innevati che sfiorano anche i 7000 metri . Sulle sue sponde c’è il piccolo villaggio di Korzok, l’unico insediamento antico, con monastero e dove è possibile incontrare le donne nei loro abiti tradizionali e i copricapo di pietre turchesi.
Lungo la strada per raggiungere Tso Moriri, dopo aver costeggiato per molti chilometri l’alto Indo, e attraversato valli, altopiani e pascoli incontaminati, non è escluso avvistare anche la gazzella e la capra tibetana, asini selvatici, aquile e uccelli rari. Una deviazione porta invece al lago bianco, lo Tso Kar, dove i depositi di sale fanno risaltare le sfumature turchesi e dove nidificano anche il gabbiano testa bruna e l’oca indiana
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Il futuro del vino si gioca in India

Presto in giro per il mondo potrà esserci del vino prodotto in India ed etichettato da uno dei più bei nomi dell'industria enologica mondiale. Intanto, nel mercato più ricco al mondo per il vino, quello americano, si attende una crescita a due cifre dei consumi di bottiglie. Tutto mentre si affacciano, anche in Italia, etichette nuove come quelle biologiche. È la dimostrazione, se ve ne fosse bisogno, della dinamicità del mercato agroalimentare mondiale - molto meno di quello interno - ma soprattutto di quello enologico, che continua a muovere miliardi e a creare aspettative in produttori e commercianti. Una partita in cui l'Italia può avere un ruolo più importante di quello attuale. A patto di riuscire ad acquisirlo e mantenerlo. Stando alle informazioni fatte circolare da Winenews, una delle più qualificate reti italiane d'informazione vitivinicola, la Moet-Hennessy (Lvmh) - uno dei gruppi di alta gamma nell'alimentare e non solo - ha fra i suoi piani di crescita quello di produrre bollicine in India. Il gruppo francese sta completando i lavori per realizzare una cantina nel Nashik (regione di Dindori) con 19 ettari piantati nel 2011 a Pinot Nero, Chenin Blanc e Chardonnay, che dovrebbero garantire una capacità produttiva di 50mila casse all'anno. Non una grande produzione, ma certamente l'inizio di una strategia di espansione nel mercato locale (che conta 1,4 miliardi di abitanti), che potrebbe poi guardare anche ad altre aree di consumo. E, proprio quest'ultimo, come si è detto sopra, è previsto in forte aumento negli Usa, cioè nel primo mercato al mondo in fatto di vino e alimentare in genere. Nei cosiddetti "convenience store" che possono vendere vino, è stato rilevato un potenziale di crescita che non si era mai visto negli ultimi 30 anni. Intanto i prezzi al consumo sono cresciuti costantemente negli ultimi 6 mesi. E ancora, sempre negli Usa, l'indice sulla fiducia e sulle intenzioni di spesa dei consumatori monitorato da Nielsen, è cresciuto di due punti nei primi tre mesi del 2013. Tutti dati che, messi insieme, aiutano a guardare con (cauto) ottimismo al futuro, nonostante la crisi. Ben venga, quindi, l'aumento di vendite oltreoceano - l'Italia ha iniziato il 2013 con un +10,7% in quantità e il +14,2% in valore nei primi due mesi, come dicono i dati dell'Italian Wine & Food Institute -, soprattutto perché invece i consumi nazionali continuano ad essere in "caduta libera", come ha sentenziato Nomisma pochi giorni fa. In Italia, l'anno si è aperto con vendite in contrazione del -2,9%. Ma, anche nel nostro Paese potrebbe muoversi qualcosa di diverso proprio nel mondo del vino. Sempre Nomisma ha segnalato un certo interesse dei consumatori nostrani verso le etichette ottenute da uve coltivate con più tecniche compatibili con l'ambiente. Una nicchia, certo, ma in tempi di magra come questi tutto vale per guardare in avanti con un mezzo sorriso. Anche se il futuro del comparto si gioca in altri mercati. avvenire.it

Pellegrini in India

Nell’ambito del progetto dell’incontro cristianesimo e induismo, per il secondo anno l’Opera romana pellegrinaggi propone un itinerario nell’India del Nord, da New Delhi a Goa, che prevede la visita ai santuari classici dell’induismo fino al distretto di Goa, dove con san Francesco Saverio approdarono gli evangelizzatori nel 1542, e si stabilirono in particolare le comunità portoghesi.
In una repubblica federale di 3.204.349 kmq con una popolazione di circa un miliardo dove la religione induista rappresenta l’80%, l’islamica l’11%, i sikh il 2%, i buddisti lo 0,7%, seguiti poi dai giainisti e dai cristiani – la regione nord-ovest di Delhi e del Rajasthan (Jaipur) rappresenta una parte dell’immenso territorio, che comprende 25 Stati e 7 territori, ma è pur sempre la porta d’ingresso dell’India (Delhi). Per terminare nel più piccolo Stato dell’India: Goa, con una superficie di 3.702 kmq e una popolazione di 1.250.000, molto più a sud, sul mare arabico, ai confini del Kanataka (Bangalore).
Il Taj Mahal.
Il Taj Mahal
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Delhi o New Delhi
È considerata la "porta dell’India del nord", vasta e caotica, ma ricca di storia e di monumenti: è la capitale federale della Repubblica indiana e la terza città più popolosa dell’India (10.000.000 di abitanti). Il centro della città nuova (New Delhi) è l’immensa piazza circolare, detta Cannaught Place che, attraverso l’arteria stradale del Masturba Gandhi Marg (l’India Gate), introduce agli imponenti palazzi governativi d’epoca inglese. A sud del Rajpath – vasto viale circondato da aiuole e laghetti – vi è l’imponente complesso monumentale del Qutb Minar. Di valore architettonico la chiesa cristiana di Gesù e Maria. Nel 1948 Gandhi è assassinato da un fanatico indù in un parco pubblico cittadino.
Agra
È il centro più noto dell’India, soprattutto per il Taj Mahal, considerato una delle meraviglie del mondo, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1983. Fatto costruire dall’imperatore Moghul Shahjehan nel 1631 in memoria della moglie Mumtaz Mahal, morta durante il parto del 14° figlio dopo 17 anni di matrimonio. È il monumento più famoso dell’India, la cui costruzione fu completata solamente nel 1653 e richiese l’impiego di 20.000 operai. Il Forte Rosso, patrimonio dell’Unesco dal 1983, costruzione di vasta estensione che si affaccia sul fiume Yamuna, iniziata dall’imperatore Akbar e poi ampliata dai successivi imperatori. Non tutti i monumenti conservati all’interno sono visibili, tra cui la Moti Masjid (moschea della perla) in marmo. Sosta e visita alla casa di Madre Teresa di Calcutta.
Viaggio in India 1986: Giovanni Paolo II prega sulla tomba del Mahatma Gandhi a New Delhi.
Viaggio in India 1986: Giovanni Paolo II prega sulla tomba
del Mahatma Gandhi a New Delhi (foto Giuliani).
Jaipur
La capitale del Rajasthan, che è il territorio più vasto dell’India del nord. Il paesaggio è pittoresco con flora e fauna di grande varietà e bellezza. Con Delhi e Agra forma il triangolo turistico tipico dell’India – riflette i veri colori e le note caratteristiche dell’India tradizionale, quella dei sari e dei turbanti, come dei gioielli. Le caratteristiche della città sono offerte dalla fortezza Fort Amber che si raggiunge a dorso di festosi e pacifici elefanti. Alla base c’è il lago Mota, dove si immergono gli elefanti, che portano i turisti. La "Città Rosa", così chiamata dal colore dell’arenaria impiegata per la costruzione degli edifici più antichi, sorge nel letto di un lago asciutto, circondata da colline in cima alle quali torreggiano fortezze dalle mura merlate. Infine si possono vedere il palazzo di città del maharaja con il suo museo, l’osservatorio astronomico Jantar Mantar e ammirare il palazzo dei venti.
Goa
L’identità di Goa si può riassumere in una singolare fusione tra due culture diverse, quella latina e quella orientale, e tra due religioni, l’induismo e il cristianesimo. Qui infatti le donne in sari multicolori affollano le chiese cattoliche, le vie cittadine si chiamano "rua" e la gente, non di rado, porta nomi portoghesi. Visita del Bom Jesus, considerato il maggior esempio di architettura cristiana in Asia: contiene la tomba e le spoglie mortali di san Francesco Saverio, che è il patrono di Goa. Visita di Old Goa, la parte storica che ha conservato intatta l’eredità portoghese con le chiese e i monumenti sorti nel periodo coloniale, chiese risalenti al ’500 e ’600, dal tipico stile rinascimentale, barocco e manuelino: chiesa di Nostra Signora dell’Immacolata, cattedrale della Se, chiesa e convento di San Francesco d’Assisi, chiesa di Sant’Agostino, chiesa di San Gaetano, chiesa e convento di Santa Monica.
Bombay (Mumbay)
È la porta d’ingresso dell’India del sud, la sua metropoli più moderna e popolosa, il suo centro economico e finanziario. Capitale dello Stato del Maharashtra, ha 15.000.000 di abitanti, con il maggior tasso d’incremento demografico. Mumbay ha meno storia e monumenti di Delhi. I più significativi: la famosa passeggiata cittadina costituita dal lungomare, detto Marina Drive, il tempio jainista e le torri del silenzio, la casa-museo di Gandhi e altri stupendi monumenti di Bombay risalenti all’epoca della dominazione inglese, come la Victoria Station.

di Gian Luigi Boschi / vitapastorale novembre 2010