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Guercino a Torino, opere da 30 musei e collezioni. Dal 23 marzo al 28 luglio a Palazzo Chiablese dei Musei Reali

 

Oltre un centinaio di opere provenienti da più di 30 musei e collezioni per raccontare non solo un artista ma il mondo dell'arte nel '600.

'Guercino.

Il mestiere del pittore' è la mostra ospitata dai Musei Reali di Torino a Palazzo Chiablese, dal 23 marzo al 28 luglio che presenta, in 10 sezioni, le opere di uno dei maggiori protagonisti della scena artistica dell'epoca e di suoi contemporanei.
    "Volevamo non tanto fare una mostra monografica -, spiega Annamaria Bava, curatrice dell'esposizione insieme a Gelsomina Spione - ma far sì che Il Guercino diventasse una voce narrante per raccontare il mestiere dell'artista nel 600, la sua vita quotidiana, come si forma, le persone che frequenta, la rete che gli sta intorno, i colpi di fortuna che gli permettono di diventare un grande artista, come si confronta con la scienza e le credenze del tempo. La mostra - aggiunge - vuole entrare nella bottega e svelare qual era lo stupore che suscitava questo artista che sa far emozionare e mettere in scena, cose che lo fanno diventare un grande protagonista amato da tutti".
    La mostra, prodotta da CoopCulture con Villaggio Globale International, arriva all'indomani della riapertura della Pinacoteca Civica di Cento, paese natale del Guercino, e si sviluppa partendo da un importante nucleo di dipinti e disegni appartenenti alle collezioni della Galleria Sabaudia e della Biblioteca Reale di Torino.
    In esposizione anche due opere inedite provenienti da collezioni private e lavori di artisti coevi come Guido Reni, i Carracci e Domenichino. A chiudere il percorso espositivo una sezione dedicata a Sibille e 'Femmes fortes', le grandi eroine del mito e della storia.

ANSA.IT

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale)

'Guercino nello studio' alla Pinacoteca nazionale di Bologna

La Pinacoteca Nazionale di Bologna propone dal 28 ottobre all'11 febbraio 'Guercino nello studio', un importante progetto dedicato alla figura di Giovanni Francesco Barbieri.

Incentrata sulle opere del maestro conservate nel museo, l'esposizione si focalizza sulle prime fasi della sua attività, sui motivi del successo della bottega e sul suo rapporto con i collaboratori più fidati, con l'obiettivo di chiarire le dinamiche professionali, artistiche e imprenditoriali che hanno caratterizzato il suo prolifico lavoro.

La mostra, curata da Barbara Ghelfi e Raffaella Morselli, si inserisce in un insieme di iniziative che da Bologna si estenderà a diversi siti della Regione e ad altre sedi museali nazionali. Il rinnovato interesse verso la tradizione artistica bolognese ed emiliana e verso la figura del Guercino porterà infatti diverse istituzioni a proporre esposizioni e percorsi su questo maestro della pittura barocca, a partire dalla riapertura della Pinacoteca di Cento, a lui intitolata, prevista a novembre.
    L'esposizione riunisce circa trenta opere, tra cui figurano capolavori conservati alla Pinacoteca Nazionale di Bologna come la Madonna del Passero (1615-1616), San Sebastiano curato da Irene (1619), San Guglielmo riceve l'abito monastico (1620), San Bruno adora la Madonna col Bambino in Gloria (1647). A questi si aggiungono alcuni prestiti mirati di opere di Guercino e dei suoi collaboratori, come il Padre eterno col puttino, del 1620, proveniente dai Musei di Strada Nuova di Genova, il San Sebastiano del 1619 della Galleria Nazionale delle Marche e il dipinto di Paolo Antonio Barbieri e Bartolomeo Gennari L'ortolana che conta le monete, proveniente da una collezione privata.
    Completa la mostra un volume particolarmente importante per comprendere il lavoro del Guercino, il Libro dei conti concesso in prestito dalla Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, nel quale venivano annotate tutte le opere vendute e i relativi guadagni, e che è uno strumento fondamentale anche come inventario della produzione della fiorente bottega del maestro centese. 
   

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La tela del Guercino rubata torna a Modena

Francesco Maria Barbieri detto il Guercino

È tornata a Modena dove rimarrà temporaneamente esposta alla Galleria Estense, fino alla sua ricollocazione finale nella chiesa di San Vincenzo, la Madonna col Bambino e i santi Giovanni evangelista e Gregorio taumaturgo, un olio su tela del Guercino trafugato dalla chiesa modenese di San Vincenzo, il 3 agosto 2014. L’opera, recuperata nell’estate 2017 a Casablanca (Marocco) dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, è stata poi consegnata ai laboratori dell' Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma per condurre i necessari lavori di conservazione e restauro e per curare i notevoli danni riportati durante le vicende del furto e degli avvolgimenti in senso contrario cui è stato sottoposto.

PERCHE' ANDARE

L'opera in mostra fu commissionata nel 1629 dal duca Alfonso d’Este come ex-voto per la guarigione da una grave malattia. La tela costò l’esorbitante cifra, per l’epoca, di 300 ducatoni d’argento, pagati al pittore direttamente dal duca Francesco I, figlio di Alfonso. La tela raffigura la Madonna in trono sulle nubi e san Giovanni evangelista che appaiono a san Gregorio taumaturgo, il quale inginocchiato e con lo sguardo verso l’alto apre le braccia in segno di stupore e timore. Il soggetto richiama uno dei miracoli attribuiti a san Gregorio, vescovo di Neocesarea vissuto nel III secolo e venerato per la sua grande opera di evangelizzazione ed i tanti prodigi compiuti, in particolare contro i pericoli causati dagli eventi atmosferici e naturali, dalle pestilenze e dalle gravi malattie. Nella sua agiografia si narra che egli compose il “Simbolo”, ovvero una bellissima invocazione alla SS.ma Trinità, ispirata da un’apparizione notturna durante la quale la Madonna e san Giovanni evangelista lo istruirono sulla vera conoscenza dei dogmi della fede.

DA NON PERDERE

Ricordiamo che gli interventi di restauro eseguiti sotto la direzione di Carla Zaccheo hanno visto l’applicazione di una nuova foderatura, la pulitura della superficie con la rimozione delle sostanze sovrammesse (vernici ossidate, stuccature e ritocchi alterati applicati nel corso di precedenti restauri, residui di strati di polvere sedimentata) e la presentazione estetica.

La Madonna col Bambino e i santi Giovanni evangelista e Gregorio taumaturgo del Guercino
Dal 7 settembre 2019
Luogo: Modena, Galleria Estense – Sala del Bernini
Info: 059 4395711
Sito: www.gallerie-estensi.beniculturali.it
turismo.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Tra Guercino e De Nittis a Domodossola

Racconta la storia dei due collezionisti, Antonio Ceci  e Alessandro Poscio la mostra “Tra Guercino e De Nittis” che inaugura oggi a casa Casa De Rodis e che mette a confronto per la prima volta un nucleo di opere dalle loro collezioni. Fino al prossimo 28 ottobre sono svelati i segreti e le passioni di entrambi i collezionisti che riflettono comuni interessi artistici: dai ritratti ai paesaggi, da vedute che inquadrano la natura a stretto contatto con l’uomo, a sguardi che comunicano i misteri e i fascini di storie lontane, quanto vicine. Ricordiamo infatti che Ceci era un chirurgo marchigiano di adozione pisana mentre Poscio era un imprenditore piemontese con la passione per la pittura.
 
PERCHE' ANDARE
 
La mostra a cura di Stefano Papetti e Antonio D’Amico mette in scena un gruppo prezioso di disegni di artisti quali Pietro da Cortona, Guercino, Luca Giordano e Domenico Morelli, ma anche tele affascinanti quali i suggestivi paesaggi ad olio di Alessandro Magnasco e Francesco Zuccarelli, la sublime “Passeggiata amorosa” di Pelizza da Volpedo, l’incantevole “Pax” di Luigi Nono. E poi ancora si possono ammirare il luminoso “Sole d’ottobre” di Carlo Fornara, “Veduta delle Alpi Lepontine” di Giovanni Battista Ciolina, la realistica quanto magica “Stradina a Settignano” di Telemaco Signorini, due romantici e intensi paesaggi di Antonio Fontanesi e una fitta “Querceta” di Giovanni Fattori.
 
DA NON PERDERE
 
Nel percorso espositivo è possibile inoltre studiare opere inedite e mai presentate al grande pubblico, come nel caso del “San Gerolamo”, attribuito al pittore caravaggesco Lionello Spada o alla deliziosa “Vergine in preghiera”, un piccolo rametto che appartiene al giovane Sassoferrato. La mostra è anche una bella occasione per scoprire Casa De Rodis, luogo in cui una parte della collezione Poscio è esposta. Palazzetto di origine medioevale in Piazza Mercato, un tempo dimora della famiglia De Rodis, di antica nobiltà antigoriana. L’antica dimora è stata oggetto di un’attenta ristrutturazione che da una parte ha recuperato tutti gli elementi storico-architettonici e dall’altra ha saputo reinterpretare in chiave moderna le caratteristiche dell’edificio e la sua storia.
 
Tra Guercino e De Nittis Due collezioni si incontrano
Dal 28 maggio al 28 ottobre 2017
Luogo: Casa De Rodis, Domodossola
Info: 347 7140135
Sito: www.collezioneposcio.it
turismo.it