
Moda. Un giardino da indossare

Moda. Gli abiti corsetto sono la tendenza di questo Festival di Venezia
Purple, Sign of the times. Moda e Musica in fiera durante la Milano Fashion Week settembre 2025

La Milano Fashion Week di settembre 2025 si prepara a presentare una novità entusiasmante: Purple – Sign of the Times. Questo innovativo format fieristico unisce moda e musica in un evento pensato per coinvolgere un pubblico ampio e diversificato. Organizzato da Fiera Milano in collaborazione con M.Seventy, la società guidata da Massimiliano Bizzi, fondatore del noto salone White, Purple rappresenta il primo format B2C della sua categoria. L’obiettivo è chiaro: rendere la settimana della moda più inclusiva e accessibile a tutti.
L’Evento: Purple-Sign of the Times
Purple si svolgerà dal 26 al 28 settembre 2025 presso gli spazi di Fiera Milano (Rho). Questo evento unico promette di trasformare gli spazi espositivi in un ambiente vibrante, dove la moda e la musica si incontreranno in modo innovativo. Durante questi tre giorni, i visitatori potranno immergersi in un’esperienza completa, che va ben oltre la semplice esposizione di abbigliamento e accessori.
L’evento si svolgerà dalle 12:00 alle 00:00, garantendo una lunga e affascinante giornata di attività. Ogni marchio avrà a disposizione uno spazio personalizzato, creando un’atmosfera di interazione e coinvolgimento. Inoltre, diversi palchi dislocati nelle piazze della kermesse ospiteranno talenti musicali di livello internazionale, che si esibiranno in performance esaltanti. Massimiliano Bizzi ha affermato: “Questo progetto è un’opportunità per le aziende di farsi conoscere e per attrarre un pubblico giovane.”
La Milano Fashion Week 2025 – settembre
La Milano Fashion Week è uno degli eventi più importanti nel panorama della moda globale. Ogni anno, attira designer, buyer e influencer da tutto il mondo. Con l’introduzione di Purple, la settimana della moda del 2025 si trasforma in un palcoscenico non solo per i marchi affermati, ma anche per artisti emergenti e nuove idee. Questa nuova iniziativa mira a democratizzare l’accesso alla moda, rendendo l’evento più ricettivo e in sintonia con le esigenze della nuova generazione.
Le Novità
Una delle innovazioni più significative di Purple è la creazione della Purple City. In questo spazio espositivo, le aziende potranno personalizzare le loro Purple House, creando un ambiente unico in cui potranno esprimere la loro identità e attrarre i visitatori. Questo layout innovativo consentirà di organizzare contest, presentazioni, performance artistiche, e workshop, offrendo un’esperienza interattiva senza precedenti.
Inoltre, il primo artista a confermare la sua partecipazione è Achille Lauro. Durante la conferenza di presentazione, ha sottolineato l’importanza di un approccio inclusivo nella moda, affermando: “Milano ha bisogno di un atteggiamento inclusivo ed è importante che la moda emergente parli al grande pubblico, in quanto espressione culturale.” La contaminazione tra moda e musica, secondo Lauro, è essenziale per ampliare il messaggio e lanciare nuove tendenze.
Collaborazioni Strategiche
Tra i partner del progetto ci sarà Warner Music Italia, che si occuperà della selezione degli artisti che si esibiranno sui palchi allestiti nelle Purple Square. Questo garantirà una line-up di headliner internazionali, star della scena musicale italiana e DJ di ricerca. Anche Radio 105, radio ufficiale dell’evento, sarà presente con una postazione dedicata, trasmettendo live dall’evento e creando un legame diretto con il pubblico.
In aggiunta, realtà come Slam Jam, Pezzo di Studio e Certo daranno un contributo significativo alla creatività e alla comunicazione social di Purple. Queste organizzazioni, già affermate nel panorama urbano e contemporaneo, porteranno freschezza e innovazione all’evento. Infine, Beppe Angiolini, CEO di Sugar, assumerà il ruolo di fashion consultant, contribuendo a dare ulteriore valore all’iniziativa.
Il sito Ufficiale di Purple: https://www.purplemilano.com
Video: i momenti salienti delle sfilate e i debutti degli stilisti alla settimana della moda di Copenaghen Pe 26
https://fashionunited.it/
InVoga Magazine: una rivoluzione digitale nella promozione della moda globale
In un mondo sempre più digitalizzato, InVoga Magazine dimostra che l'editoria di moda può evolversi e prosperare, offrendo ai lettori esperienze ricche e dinamiche, capaci di ispirare e guidare le scelte di stile in modo concreto e innovativo.
fainformazione.it
Alta moda protagonista a Palermo per ‘Sicily Fashion Week’
Palermo è pronta ad ospitare l’alta moda grazie alla ‘Sicily Fashion Week’, evento organizzato da Confartigianato Imprese Sicilia e che vede protagoniste una ventina di aziende siciliane di houte couture. Una settimana ricca di appuntamenti a partire da oggi, 12 giugno, che vedrà il momento più emozionante domenica 16 giugno dalle 17 con il fashion show in programma a Villa Tasca. Per la SFW sono attesi buyer esteri, in arrivo da Spagna, Kazakhstan, Kirghizistan, Austria e Uzbekistan. Una opportunità di incrocio tra domanda e offerta con il mercato oltre confine, che mira ad incrementare l’export delle micro, piccole e medie imprese della Sicilia.
Diciannove le aziende in passerella domenica. La giornata inizierà alle 17, con uno spazio dedicato alle interviste degli stilisti presenti, dei vertici del mondo Confartigianato e di Camera Show Room che ha selezionato i buyer. A seguire, il Fashion Show, con la direzione artistica di Luca Lo Bosco ed Eliana Chiavetta come presentatrice della serata.
L’iniziativa, inserita anche nel calendario degli appuntamenti del 400° anniversario di Santa Rosalia, prenderà il via oggi in piazzetta Mariano Stabile a Palermo, allo Spazio Art Gallery di Confartigianato Imprese Palermo, con il contest ‘Contemporary Santa Rosalia, visione e contaminazione della donna moderna’ che vedrà protagonisti gli studenti dell’accademia di Belle Arti di Palermo e gli alunni di Endofap Don Orione.
“Passione per la bellezza, maestria artigiana e sviluppo economico. Queste le parole che accomunano Confartigianato e il settore della moda – ha spiegato il presidente di Confartigianato Sicilia, Daniele La Porta – Per questa ragione Confartigianato ha deciso di investire su questo settore, organizzando la Fashion week. In questo grande evento abbiamo provato a coinvolgere in maniera trasversale anche i nostri associati di altri settori economici, dai fotografi ai videomaker, dai make-up artist agli acconciatori, senza dimenticare i nostri artigiani del food e del beverage. Un’occasione di crescita, una opportunità per tutte le nostre imprese”.
“La moda è un prodotto altamente richiesto e la Sicilia ha storicamente dei distretti dedicati al fashion e all’abbigliamento – ha detto il sindaco Roberto Lagalla–. La Sicily fashion week favorisce lo sviluppo di questo settore e inserisce la Sicilia in un contesto nazionale e
sovranazionale, obiettivo primario di Confartigianato che ha organizzato l’evento, mettendo insieme produzione, offerta e mercato. Da sottolineare inoltre l’importanza del contest con gli studenti di Accademia delle belle arti ed Endofap, inserito nel programma del quattrocentesimo anniversario del festino di Santa Rosalia e che si svolgerà in un luogo, quello di piazzetta Mariano Stabile, oggetto proprio insieme a Confartigianato, di un progetto di rigenerazione e riqualificazione urbana”.
Oltre al Comune di Palermo, anche le amministrazioni comunali di Monreale e Piana degli Albanesi, due territori alle porte del capoluogo siciliano, sono state coinvolte nell’evento. Nella location del complesso Guglielmo II di Monreale, sono ospitati i B2B di aziende e buyer grazie al sindaco Alberto Arcidiacono. Mentre, grazie al sindaco di Piana degli Albanesi, Rosario Petta, domenica 16 giugno a Villa Tasca, verranno esposti alcuni preziosi abiti storici arbëreshe.
Sedici modelle e quattro modelli domenica 16 giugno indosseranno le creazioni di houte couture, accessori e gioielli di 19 aziende siciliane. Ecco i brand in passerella: Flavia Pinello, Fancs V, Barocco oro, G.B. Orafi, Bisso, Tinarena, Giusi Munafò Atelier, Officina
73, Euphòria, Kostumari, Alice Salmeri, Aqva & Co, Danié, Studio Stilistico di Lucia Caccamo, Syrtaria l’arte del cucito, Kea Atelier, Reytel, Denario, Vali Boutique.
travelnostop.com
Moda Sì Sposaitalia, collezioni fashion per il nuovo stile del matrimonio
Il Giornale
Moda e bridal per il giorno del matrimonio in scena a Sì Sposaitalia Collezioni che torna all’Allianz MiCo Milano da questo venerdì 5 a domenica 8 aprile con un format ricco di novità e sempre più internazionale perché la manifestazione organizzata da Fiera Milano mette in mostra le proposte di oltre 200 brand provenienti da 25 Paesi con più di 5mila abiti da sposa e centinaia di capi da cerimonia. Aziende ambasciatrici dello stile italiano insieme alle realtà più importanti del panorama estero protagoniste di un momento espositivo unico che unisce ricerca, innovazione e qualità in un momento di mercato in ripresa con 189.140 matrimoni celebrati in Italia nel 2022, il 4,8% in più rispetto al 2021 e il 2,7% in più in confronto al 2019, l'anno che ha preceduto la crisi pandemica.
Collezioni fashion, contemporanee e di alta qualità per una scenografia fashion a partite dagli espositori top come ad esempio Elisabetta Polignano che, come da tradizione degli ultimi anni darà inizio ai fashion show con la sfilata di apertura, Justin Alexander che porterà in fiera tutte le sue linee inclusa Savannah Miller, Peter Langner con una sfilata-evento che darà un significativo contributo al tema della sostenibilità, ma anche Maria Pia Creazioni, Maison Signore, Michela Ferriero, Dalin Italian Atelier, Diamond Couture.
Riflettori puntati anche sulle aree speciali a partire da Unconventional Pop-Up che accoglierà una selezione di brand di nicchia ed emergenti, in chiave bridal&accessories, interamente dedicata al total look della sposa moderna e contemporanea, pensata per le boutique alla ricerca di nuove proposte. Presenti le inedite creazioni di Avaro Figlio, ALWSchic Milano, Bovina Fiori, Dalma Denes, Ferdinando Concept, Milan & L’Amour, Myoh Jewelry, Romina Guerrera, Sara Radice Atelier, Terry Saponaro, Vaida Design, Flavia Flaming, Derani Milano, Elodie Brides e Petali.
Uno sguardo più ampio sugli abiti per gli eventi speciali si trova nell’area Evening Dress, nuovo spazio espositivo che esplora e presenta le tendenze per l’abito da sera, declinato in tutte le sue occasioni d’uso: dal Prom, sempre più diffuso anche in Europa, al secondo abito dopo il taglio della torta, passando per il cocktail party oltre che alla più classica cerimonia. Partner di questo progetto è Ifta, che da cinque anni organizza Ifta Evening Show, il salone dedicato alle mise da sera con grande attenzione alle eccellenze sartoriali italiane. Presenti in quest’area speciale le collezioni di Ada Sorrentino, Badura by Aleksandra Badura, Gerardo Sacco, L’artigiano del guanto, Maria Patrizia Marra, Nanaleo Clotherapy e Sartoria74.
Novità importante per la formazione con il debutto di un’area dedicata: il Salotto di Sposaitalia. Ospiterà , in collaborazione con Elle Italia, interviste, talk e momenti di confronto per approfondire insieme tutti i possibili scenari del settore tra sostenibilità e bellezza. Grande attesa per le sfilate che animeranno la manifestazione alla scoperta delle tendenze bridal 2025. In programma 13 fashion show e 28 Maison in partenza venerdì 5 aprile alle ore 11 promuovendo l’inclusività ma anche l’importanza di una moda responsabile con uno sguardo sempre più attento alle esigenze del mercato.
Sì Sposaitalia Collezioni amplia anche la capacità di fare community grazie agli accordi siglati con Wpi - Associazione Wedding Planner Italia e Convention Bureau Italia che assicureranno la presenza di numerose wedding planner italiane e internazionali per favorire un altro punto di vista, più vicino agli sposi del domani e in grado di anticipare le loro esigenze. E non mancheranno presentazioni, momenti di networking e business per buyer e visitatori provenienti da tutto il mondo.
(Post a cura di Albana Ruci - turismoculturale@yahoo.it)
Oltre le tendenze, al Micam obiettivo scarpe Made in Italy da collezione
Scarpe morbide e delicate in raso, pelli burrose, di pellicce e tessuti a maglia, colori neutri e sofisticati, per camminare cercando protezione e calore.
Oppure stivali multifibbie e biker, sneaker grintose, cinghie protettive, toni di fango, scuri insieme ad un rosso prepotente.
ansa.it
(segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci)
Milano Fashion Week al via: 10 eventi imperdibili e il calendario sfilate (giorno per giorno)

Ben 56 saranno le sfilate fisiche in calendario, insieme a 5 fashion show digitali, 67 presentazioni (tra cui Fiorucci, che prosegue il nuovo corso della griffe) a cui se ne sommano 7 su appuntamento, e 26 eventi. Una Milano Fashion Week decisamente tanto ricca (come sempre), durante la quale saranno tre i debutti più attesi e chiacchierati: Adrian Appiolaza da Moschino, Matteo Tamburini da Tod’s e Walter Chiapponi da Blumarine. Interessanti anche il ritorno di Marni e il debutto sulle passerelle milanesi di Feben (col supporto di Dolce&Gabbana) e Sagaboi, il brand fondato e diretto dal designer emergente Geoff K. Coope. Entrambi, questi due, nomi fiori all’occhiello della scena internazionale in ascesa.
Immancabili i big nonché i colossi del Made in Italy: Giorgio Armani chiuderà ancora una volta la settimana della moda di Milano, con il nobile intento di trattenere il più possibile gli addetti ai lavori in città, che voleranno poi nella capitale francese per la Paris Fashion Week. Prada, Fendi, Etro, Dolce & Gabbana, Versace e Bottega Veneta saranno senz’altro da monitorare non solo per la bellezza delle collezioni ma anche per la presenza delle tantissime star che presidieranno i front row. Tantissima la curiosità anche per la nuova collezione proposta da Gucci: la seconda (femminile) del nuovo direttore creativo Sabato De Sarno.
A non sfilare questa stagione saranno invece Cormio, Boss, Act Nº1 (che si inserisce invece nel calendario delle presentazioni) e Andreadamo. Mancherà all’appello anche The Attico, il marchio moda di Giorgia Tordini e Gilda Ambrosio che aveva debuttato alla MFW proprio nella scorsa edizione. Pronti, ai posti, via: che la Milano Fashion Week abbia inizio.

Mercoledì 21 febbraio
09:30 Iceberg
10:30 Onitsuka tiger
11:30 Antonio Marras
12:30 Diesel
14:00 Fendi
15:00 Del Core
16:00 Marco Rambaldi
17:00 Alberta Ferretti
18:00 N°21
19:00 Roberto Cavalli
20:00 Etro
Giovedì 22 febbraio
09:30 Max Mara
10:30 Genny
11:30 Calcaterra
12:30 Anteprima
13:15 Sagaboi
14:00 Prada
15:00 MM6 Maison Margiela
16:00 Daniela Gregis
17:00 Emporio Armani
18:00 Moschino
19:00 GCDS
20:00 Tom Ford
Venerdì 23 febbraio
09:30 Tod’s
10:30 Blumarine
11:30 Sportmax
12:30 Philosophy di Lorenzo Serafini
13:30 Vivetta
15:00 Gucci
16:00 Marni
17:00 Sunnei
18:00 MSGM
19:30 Versace
20:15 Maxivive
21:00 Philipp Plein
Sabato 24 febbraio
09:30 Ferrari
10:30 Ermanno Scervino
11:30 Ferragamo
12:30 Tokyo James
14:30 Dolce & Gabbana
16:00 Jil Sander
17:00 Missoni
18:00 Bally
19:00 Elisabetta Franchi
20:00 Bottega Veneta
Domenica 25 febbraio
09:30 Feben supported by Dolce & Gabbana
10:30 HUI
11:30 Giorgio Armani
12:30 Luisa Spagnoli
13:15 Chiara Boni La Petite Robe
14:00 Aniye Records
15:30 Avavav
16:30 Rave Review
17:30 Francesca Liberatore
Lunedì 26 febbraio
10:00 Annakiki (digital)
10:30 Maison Nencioni (digital)
11:00 Münn (digital)
11:30 Phan Dang Hoang (digital)
11:30 Laura Biagiotti (digital)
in Vanity Fair
(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale)
Sold-out di turisti sui laghi lombardi, Milano corre con la moda

Ai Musei San Domenico di Forlì due secoli di intersezioni tra arte e moda

L’esposizione indaga l’abito che modella, nasconde, dissimula e segna il corpo; segno di potere, di riconoscimento, di protesta
Se l’abito fa l’artista (e viceversa)
GIANCARLO PAPI - avvenire.it
Forlì
È di vecchia data il flirt fra arte e moda. Poi, via via nel tempo, il rapporto si è consolidato trasformandosi in un matrimonio di fatto (e di interesse, secondo Achille Bonito Oliva). A sancire l’unione ci ha pensato nel 1996 Germano Celant con il megaprogetto denominato “Il tempo e la moda” organizzato a Firenze con l’obiettivo di assegnare alla moda quel titolo nobiliare che gli avrebbe consentito l’ingresso ufficiale nel consesso delle arti. E ciò, aveva sentenziato Celant, in quanto «il colpo di forbice è simile al colpo di pennello, entrambi isolano con decisione assoluta una forma o una figurazione, marcano una superficie che genera una realtà». Che, più o meno, è come la pensava Oscar Wilde secondo cui «o si è un’opera d’arte o la si indossa». Passando attraverso i principali movimenti artistici del Novecento, la mostra era una carrellata sugli autori più in vista dell’espressività contemporanea che hanno interpretato l’abito come una seconda pelle, superficie cromatica e volumetrica sulla quale tessere l’opera. Non solo. Una delle sezioni del progetto, curata direttamente da Celant, si spingeva oltre, chiamando in causa moda e arte per una collaborazione sperimentale che vedeva coinvolte un gruppo di coppie stilista-artista (Gianni Versace-Roy Lichtenstein, Miuccia Prada-Damien Hirst, Karl Lagerfeld-Tony Cragg, per esempio), ciascuna autrice di un’opera a quattro mani.
L’evento fiorentino, tra appuntamenti mondani e qualche innocuo fuori programma a tempo determinato, aveva anche il non secondario compito di scuotere una città ingessata nella propria storia, puntando sul rapporto tra arte e moda, per riaffermare la propria identità culturale e ribadire nello stesso tempo il diritto di partecipare ai banchetti del presente.
Questa esposizione dedicata a “L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 17891968” allestita a Forlì ai Musei San Domenico (fino al 2 luglio, catalogo Dario Cimorelli Editore), che interviene sullo stesso tema affrontato da Celant, non ha ambizioni del genere. Intendiamoci, non che gli organizzatori forlivesi non siano stati attenti e sensibili all’aspetto dell’audience, anzi («somiglia a un vero e proprio kolossal», hanno detto della mostra), ma l’argomento è stato trattato con enfatica problematicità senza calcare la mano sugli effetti speciali che non siano quelli legati all’imponente numero e alla qualità delle opere esposte provenienti da collezioni pubbliche e private, dai musei più prestigiosi del mondo e dalle più importanti case di moda.
La mostra, diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca, attraverso trecento opere tra quadri, sculture, accessori, abiti d’epoca e contemporanei indaga, lungo un percorso cronologico e tematico (l’apertura è affidata all’allegoria dell’arte della tessitura del grande dipinto di Tintoretto Atena e Aracne), gli stili, i materiali, il sistema di comunicazione e di rappresentazione della moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata da grandi artisti e stilisti (tra i primi si incrociano, tra gli altri, Matisse, de Chirico, Picasso, Hirst, Fontana, Mondrian; tra i secondi si va da Armani a Ferragamo, da Dior a Prada, da Balenciaga a Gucci).
Ecco allora l’abito che modella, nasconde, dissimula e segna il corpo. L’abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta. Come cifra distintiva di uno stato sociale o identificativa di una generazione. L’arte come opera e comportamento, come racconto e spirito del tempo. È il riflesso di un’epoca, infatti, quello evocato nella seconda metà del XVIII secolo dagli abiti riportati nei ritratti dipinti da George Romney e Joshua Reynolds che documentano il gusto e la predilezione per forme semplici e naturali espresse da una società aggiornata ed evoluta come quella inglese. I tessuti, le fogge, le pieghe diventano motivi dominanti di una pittura di luce, basata più sulle atmosfere e sul colore, che sul disegno, aprendo gli orizzonti della modernità. Così che la sobria praticità della moda inglese si diffonde in tutta Europa trasformandosi, anche per la nascita dei negozi, in oggetto di consumo sempre più diffuso.
La testimonianza di tali trasformazioni tra la fine dell’Ancien Régime, la Rivoluzione francese e gli anni dell’Impero, la ritroviamo nella produzione ritrattistica di Antoine-Jean Gros e Francois-Xavier Fabre che restituiscono il sapore di una società trasformata dalle ambizioni dei nuovi protagonisti che succedono a quell’aristocrazia che la Rivoluzione aveva fatto uscire di scena. E se poi gli anni del Romanticismo vedono come protagonisti della rappresentazione pittorica della moda, da una parte Francesco Hayez fino alla metà dell’Ottocento e in seguito, sul versante francese, James Tissot, che documentano l’evoluzione della figura femminile in un abbigliamento dipinto con straordinaria materialità e nitore, il Novecento è caratterizzato dalle Avanguardie, a partire dal 1905 con l’Espressionismo.
Agli artisti di quel movimento si ispirano stilisti come Paul Poiret che con le sue figure allungate, estenuate dai colori che appaiono abbacinanti e, in seguito, è quasi in parallelo con la nascita del Cubismo che cresce nella moda l’esigenza dell’impiego di forme geometriche, linee spezzate e lamellari. Nel clima di Picasso nasce Coco Chanel che riscrive da cima a fondo l’immagine della figura femminile con l’accuratezza matematica delle forme euclidee ed è a questa tendenza a geometrizzare l’abito che viene fatta risalire risalire ufficiosamente la nascita del Minimalismo in moda.
Negli anni Venti e Trenta è ancora più stringente il rapporto tra arte e moda. Dapprima ne è artefice la stilista Elsa Schiaparelli che stabilisce un vero e proprio sodalizio con alcuni maestri del Surrealismo ricavandone molti spunti di creatività. Con il Futurismo la moda viene ritenuta addirittura indispensabile perché tramite le sue fogge e i suoi colori può “propagare” un’idea così che Giacomo Balla parla di Vestito Antineutrale in una pubblicazione in cui detta alcune regole sull’abbigliamento futurista.
E mentre negli anni Quaranta e Cinquanta sono l’Informale e l’Espressionismo astratto a influenzare la moda “estrema” di Balenciaga e del primo Dior con la sua linea “a corolla”, gli anni successivi segnano prepotentemente l’entrata in scena della Pop art, che cerca l’incontro dell’arte con il contesto di massa, e del Made in Italy che lancia il Bel paese come la patria di riferimento del gusto e dello stile.
Franceschini, la moda è parte dell'arte contemporanea
"La nostra moda è parte dell'arte italiana contemporanea e non c'è mai stata come ora questa consapevolezza. Al suo interno ci sono secoli di bellezza entrati nel nostro dna, di cultura, di conoscenza dei mestieri e di saperi tramandati. E' vero, nel nostro Paese c'è stata molta attenzione alla tutela del patrimonio artistico e architettonico lasciato dalle generazioni precedenti, e facciamo bene a farlo.
Ma abbiamo dedicato poca attenzione al presente al contemporaneo. Per questo nella riforma del ministero (avvenuta nel 2019, ndr) abbiamo creato una direzione che si chiama Creatività Contemporanea, che per la prima volta ha un dirigente e un servizio che si occupa di moda e di design, perché vogliamo davvero lavorare molto con questo settore pieno di eccellenze, di giovani talenti e di mestieri sconosciuti ma straordinari che il mondo ci invidia". Lo ha detto in videoconferenza il ministro per i Beni le Attività Culturali e il Turismo, Dario Franceschini, intervenendo alla presentazione in digitale della nuova edizione Apritimoda, iniziativa ideata dalla giornalista Cinzia Sasso, patrocinata dal Mibact e sostenuta da Banca Intesa, che punta a valorizzare e a far conoscere le professioni, i mestieri e i luoghi più segreti della moda. La nuova edizione si terrà il 24 e 25 ottobre in 70 luoghi, tra residenze in palazzi storici, atelier, laboratori e sedi museali, sparsi in 13 regioni italiane. (ANSA).
Enit: “La moda fa crescere il turismo in Italia”

Moda / METEO CAPRICCIOSO, MAI SENZA L'IMPERMEABILE VERSIONE FASHION
Firenze, Pitti Uomo 90 apre i battenti
La moda è patriottica con il Tricolore style Dall'omaggio di Gattinoni agli abiti-cartolina di Dolce & Gabbana
Vintage! La moda che vive due volte” a Reggio Emilia dal 3 al 5 Maggio 2013
Fiera mercato
Vintage!
La moda che vive due volte” racconta il periodo che va dagli anni ’40
agli anni ’80, con la moda, il modernariato, articoli da collezionismo,
profumi , capi sartoriali dell’epoca, pezzi di design; gli oggetti d'uso
in quei decenni e il modo in cui sono stati abbandonati, riutilizzati,
custoditi, rivenduti, con un occhio di riguardo al mercato che si è
creato intorno ad essi e al mondo del collezionismo.
La Pin-up più cliccata dagli appassionati di moda d'epoca e accessori d'antan torna più bella che mai per una nuova scoppiettante edizione primaverile nei padiglioni di Reggio Emilia Fiere. Gli espositori provenienti da tutta Italia apriranno i loro negozi al pubblico, che potrà accaparrarsi il meglio della moda d’epoca, per uno shopping autenticamente vintage. Non mancheranno i corner di modernariato e articoli da collezionismo, come i profumi d'epoca, i vinili e gli hi-fi degli anni '80, che ancora resistono nella memoria di tutti. “Vintage! La moda che vive due volte” racconta il periodo che va dagli anni ’40 agli anni ’80, con la moda, il modernariato, articoli da collezionismo, profumi, capi sartoriali dell’epoca, pezzi di design, gli oggetti d'uso in quei decenni e il modo in cui sono stati abbandonati, riutilizzati, custoditi, rivenduti, con un occhio di riguardo al mercato che si è creato intorno ad essi e al mondo del collezionismo. LE AREE ESPOSITIVE SONO 3: Area Vintage: il fulcro principale della manifestazione. L'abbigliamento e gli accessori appartenuti al secolo scorso rimangono l'articolo più ricercato e costituiscono la maggior parte della merceologia esposta. Intendiamo precisare che in quest’area sono esposti pezzi di grandi firme della moda internazionale, a testimonianza dello stile di un’epoca passata che influenza ancora oggi gli stili di vita contemporanei. Vintage si distingue dal generico seconda mano o usato, poiché la caratteristica principale non è tanto quella di essere stato prodotto in passato e di essere appartenuto a qualcun altro ma di avere acquisito un certo valore per il progressivo trascorrere del tempo e per le doti d’irriproducibilità con gli standard qualitativi dell’epoca moderna. Le prime lenti erano in cristallo, poi vetro mentre la montatura era in legno e successivamente in corno o pelle ed erano usati solo dagli studiosi e dal clero, la maggior parte della popolazione era analfabeta. Dal XV secolo, parallelamente agli occhiali a perno si affermano quelli a ponte, la montatura incorporava ben due lenti e non più sovrapponibili. Venezia e Norimberga furono all’epoca importanti centri di produzione e l’invenzione della stampa attorno al 1450 permise una maggiore diffusione. Nel tardo ‘500 in Spagna si diffondo occhiali forniti di fori laterali ne quali inserivano un cordoncino che mettevano dietro l’orecchio per mantenerli fermi. All’inizio del ‘700 nasce il fassamano, occhiale che viene tenuto in mano e non appoggiato sul naso. Nell’800 si affermano il pince-nez o stringinaso evoluzione dell’occhiale a ponte. Fu grazie all’intuizione dell’inglese James Ayscough che si ebbe l’invenzione delle prime stanghette ripiegabili. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo si afferma l’occhiale caratterizzato da montatura e due astine che si appoggiano alle orecchie. I materiali usati sono il corno, un must dell’epoca, il nichel e l’acciaio, più economici e duttili oltreché accessibili a tutti. “A TAVOLA CON LE SILK RIBBON SISTERS” Rievocazione storica dell’Emilia degli anni ‘50 A fare da teatro alle Silk Ribbon Sisters sarà un suggestivo allestimento d’epoca; una cucina completamente arredata con pezzi originali degli anni ‘ 50 , dove le sorelline , truccate, parruccate e vestite rigorosamente in stile fifties , daranno vita a una rievocazione storica e culturale della tipica famiglia emiliana degli anni’ 50, dove performers e pubblico diventeranno artefici di questo spettacolo teatrale completamente in dialetto emiliano. Le Silk Ribbon Sisters interagiranno nei 3 giorni della Kermesse reggiana con il pubblico presente che verrà invitato a prender parte alla recitazione, le artiste già conosciute a livello internazionale come performer Burlesque con simpatia, ironia e una buona dote di sensualità , aprono nuovi scenari a l’arte della seduzione e dell’intrattenimento in stile vintage, dimostrando che si può essere sensuali e audaci anche in versione casalinga! ECOCORNER DESIGN Green Glamour tra arte e design.. A cura di Giorgio Paparo di Popdesign Che il riciclo sia utile per la salvaguardia del nostro pianeta non vi è alcun dubbio, ma se questo riesce a diventare anche un input significativo per stimolare la creatività di architetti, artisti e designer, allora possiamo affermare con certezza che riciclare è una vera e propria forma d’arte. Per quest’edizione, saranno i bottoni vintage recuperati da scarti sartoriali e vecchi abiti, a rivivere nelle creazioni di Giorgio Paparo della Popdesign, dimostrando che tutto può avere una seconda vita creando una nuova forma d’arte e che si può essere eco e trendy allo stesso tempo. PopDesign è una collezione di anelli e accessori moda creati utilizzando bottoni vintage trovati in giro per il mondo, tra mercatini dell’antiquariato e vecchi bottonifici. I bottoni collezionati negli anni sono tantissimi, di cui molti recuperati dalla vecchia attività di mio padre che ha fatto il sarto a cavallo degli anni '60. Un vasto assortimento di bottoni in madreperla, legno, pasta di vetro, tessuto e tanti altri materiali che testimoniano l'evoluzione della moda e delle tendenze che si sono affermate con il passare degli anni. Guardando questi piccoli oggetti d’arte, possiamo immaginare e capire quanto ogni bottone conservi una sua memoria, quanto ognuno di essi rappresenti un momento, una persona, un posto. Una collezione di bottoni così bella e diversa da testimoniare con forza le tracce del passato. Uno stile intramontabile e il gusto di indossare qualcosa che è unico, qualcosa che è oltre la moda... VINTAGE BAR & MUSIC By America Graffiti America Graffiti porta in Italia la cultura gastronomica "home made" e lo stile dei classici american diner degli intramontabili e sfavillanti anni ‘50. Ti accoglieremo in un'atmosfera davvero unica, potrai uscire dalla frenesia della quotidianità e trovare un ambiente rilassante e confortevole, dove potrai riscoprire i valori di altri tempi per un originale tuffo nel passato! America Graffiti permette di riscoprire le atmosfere ed i sapori dei locali a gestione familiare tipici dei paesi e delle campagne americane nel format tipico dei Diner che si trovano percorrendo una strada che attraversa i territori dell’Arizona, del Nevada o nei pressi di un lago a nord della California, arredati raccogliendo oggetti d’altri tempi quasi trovati per caso "on the road". Una collezione di vecchie insegne, pompe di benzina, flipper e juke-box ma anche oggetti che ricordano la vita quotidiana vissuta nelle piccole comunità, nelle cittadine dove sono ancora forti le vecchie e genuine tradizioni. Il ricco menù comprende oltre cento portate che spaziano dalle carni alla griglia, cucina tex-mex, enormi e gustosi hamburger, antipasti e contorni tipici, ma anche primi piatti e insalate. Il Rock ‘n’ Roll è l'esclusiva colonna sonora di tutti i locali America Graffiti nei generi country, hillbilly, bluegrass, la musica folk della gente degli Stati Uniti d’America. America Graffiti: l'unico posto per respirare e gustare la genuina old america way of life! Info, orari e prezzi: Come sempre si riconferma il venerdì mattina per la visita in anteprima gratuita agli operatori del settore, addetti stampa, collezionisti e alla ricerca, ma anche ai fedelissimi iscritti alla newsletter della manifestazione, agli amici di Facebook e My Space che potranno entrare gratuitamente prima dell'apertura al pubblico, per scegliersi per primi il meglio del vintage d'autore e non. Orari al pubblico: venerdì dalle 14.00 alle 20.00 – sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00 Preview gratuita su invito venerdì mattina: dalle 10.00 alle 14.00 Ingresso: euro 7,00 Coupon riduzione scaricabile dal sito www.fieravintage.it |
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Info:
Fiere di Reggio Emilia
Indirizzo: Via Filangieri, 15 - 42100 Reggio Emilia Telefono: 0522 50.35.11 Fax: 0522 50.35.55 Email: info@fierereggioemilia.it Link: http://www.fierereggioemilia.it |