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San Giovenale, festeggiamenti a Chia (VT) nel borgo caro a Pier Paolo Pasolini

(Trittico di Chia)

Le vie del paese vestite a festa con le bandiere dei rioni appese alle finestre di ogni casa; l’inconfondibile odore del dolce tipico sfornato dalle signore del posto. Un sapore che sa di tradizioni decennali, quelle che rappresentano appartenenza e identità; che custodiscono il genius loci.

E’ tutto pronto nella piccolissima frazione di Chia per le celebrazioni in onore del patrono San Giovenale: la festa per eccellenza di tutti i residenti. Quella per cui, il Comitato festeggiamenti in carica, lavora un anno intero organizzando iniziative e proposte finalizzate alla raccolta fondi per l’organizzazione degli appuntamenti, con il supporto dell’amministrazione comunale e degli sponsor. Si inizia domani alle 17 con la funzione religiosa nella chiesa Santa Maria delle Grazie; per proseguire alle 21,30 in piazza Garibaldi (teatro di tutti gli appuntamenti) con il concerto di Sama; alle 22, nel paesino all’ombra dei Cimini, farà tappa Gianni Bismark nell’ambito del tour “Andata e Ritorno”. Ultimo evento della serata, alle 24, il djset di Carlo Giganti.

Sabato mattina le celebrazioni religiose, con la sfilata della banda musicale di Vitorchiano per le vie del paese accompagnata dalle majorettes, la messa alle 10,30 e, a seguire, la processione con la statua di San Giovenale portata a spalla dai ragazzi del Comitato festeggiamenti; mentre le ragazze, come da tradizione, porteranno una candela, considerata simbolicamente il “dono” offerto al Santo. Il pomeriggio, alle 17, lo spettacolo del Gruppo storico spadaccini di Soriano nel Cimino e l’aperitivo, sempre in piazza Garibaldi. La sera, alle 22, è in programma il concerto dei Ramiccia. Domenica l’ultima giornata di festa: durante la mattinata le celebrazioni religiose e, il pomeriggio, spazio al divertimento per i più piccoli con gonfiabili, giochi musicali, spettacoli di magia, baby dance, e tanto dolcissimo zucchero filato. Per tutta la durata della manifestazione sarà inoltre presente lo stand del Comitato.

civonline.it

Libro: San Giovenale e il castello di Chia

Come tutti i santi patroni d’Italia, anche Giovenale è particolarmente amato dai fedeli di Chia, in provincia di Viterbo.

Un legame secolare, inveterato, che affonda le radici nei primi anni di vita delle comunità cristiane a cavallo fra il Lazio e l’Umbria, che accolsero con affetto e devozione il medico africano nominato da papa Damaso I vescovo della diocesi di Narni. E la venerazione del “gregge pastorale nei confronti del Santo è tale da aver spinto Giuseppe Serrone, teologo e giornalista free lance, a ricomporre in un volume, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, la vita, le opere e il culto dell’uomo di fede.

Ma l’opera letteraria non raccoglie solo testimonianze relative a San Giovenale, con l’iconografia, le chiese a lui dedicate e il culto professato in suo onore a Chia, oltre che a Benevento, Cagliari e Fossano, ma costituisce anche un prezioso compendio della storia religiosa cittadina, grazie alla raccolta di notizie, documenti, atti ed anche bolle papali che rendono giustizia al glorioso passato della parrocchia laziale, sorta tra la fine del terzo e l’inizio del quarto secolo. Cenni speciali vengono poi riservati da Giuseppe Serrone alla prima visita pastorale a Chia, effettuata nel 1571, e allo statuto della Confraternita di San Rocco, sorta nel 1730. La parte relativa all’arte e all’architettura  di matrice religiosa è stata invece illustrata da Angela Goletti, docente di Storia dell’Arte a Viterbo.     



Chia. Le cascate in cui Pasolini girò le scene del battesimo di Gesù nel “Vangelo secondo Matteo” (1964)


Quarantanove anni fa moriva Pier Paolo Pasolini. Con una celebrazione il 2 Novembre 2024 sarà commemorato l’anniversario della morte di Pasolini con una celebrazione ecumenica e interreligiosa, aperta a tutti online alle ore 16,30.
A Chia, mentre gira le prime sequenze del Vangelo secondo Matteo, Pasolini visita un fortilizio medioevale abbandonato. Se ne innamora. È la primavera del 1964. Nel 1966 scrive che vorrebbe andare a vivere dentro quella Torre che non può comprare, «nel paesaggio più bello del mondo, dove l’Ariosto sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta innocenza di querce, colli, acque e botri». Al poeta sembra che in quel luogo incantato la natura abbia giocato a fare il verso all’arte, illusa innocenza d’un cosmo perfetto e gioioso. L’acquisto del diruto immobile si realizza nell’autunno 1970. Pasolini vi soggiornerà spesso negli ultimi anni di vita. Spedirà da lì non poche delle sue Lettere luterane: l’estrema denuncia dell’apocalisse antropologica (le aberranti derive culturali indotte dal potere neocapitalista sul tessuto più intimo della vita nazionale, sul millenario patrimonio artistico, sul paesaggio agrario e sulla forma delle città). Intimamente connessa e necessaria a questo tema sarà l’appassionata, profetica invocazione del “Processo” alla corrotta casta democristiana, colpevole d’un «errore di interpretazione politica che ha avuto conseguenze disastrose nella vita del nostro paese».
Nella vita di ogni artista c’è un luogo dell’anima, un centro geografico tangibile dove l’ispirazione fluisce libera, aprendo la strada alla creatività. Per Pier Paolo Pasolini – scrittore, regista, poeta – questo luogo è stato Chia, un grumo di case così piccolo che per rintracciarlo su una carta stradale occorre una lente d’ingrandimento, ammesso che poi ci si riesca davvero a trovarlo, perché non è cosa facile: bisogna guardare nella provincia di Viterbo, laddove già questa declina verso l’Umbria, e seguire idealmente la Statale 675 che da Orte va verso Vitorchiano.


Irazoqui e Pasolini sul set di “Il Vangelo secondo Matteo”. Foto di Domenico Notarangelo
«A Chia, Pasolini ha lasciato un ottimo ricordo. Si recava spesso nelle case della gente, si intratteneva con loro, era gentile e disponibile. Fece molto per il paese, creò una squadra di calcio per i più giovani, istituì un premio per chi lo abbelliva…». A raccontare lo scrittore-regista nei suoi aspetti quotidiani, magari minimi, ma proprio per questo più veri, è Giuseppe Serrone. Lui non ha mai incontrato di persona Pasolini, ma la passione per questo luogo, che pare attrarre personaggi al di fuori degli schemi, li unisce al di là del tempo e dello spazio: «Quando arrivai a Chia sapevo ben poco di Pier Paolo… In realtà l’ho scoperto grazie ai racconti della gente, che tratteggiavano una personalità affabile e gentile, che mi ha subito incuriosito».
Giuseppe è stato parroco di Chia dal 1991 al 2001 ed è un prete dalle idee chiare, in grado di fare scelte impegnative come quella, tre anni fa, di metter su famiglia, sposarsi e cambiare vita. «Non è stato facile, e, proprio per aiutare i sacerdoti che come me hanno deciso di violare l’imposizione del celibato, ho fondato l’Associazione Sacerdoti Lavoratori Sposati…», racconta. La sede nazionale? Ovviamente, è a Chia. Giuseppe Serrone ha scritto tra l’altro (sul Viale della Torre di Chia…) un testo di omaggio nell’anniversario della morte di Pasolini dal titolo E la luna t’accompagna:

Una strada: le radici che non avevano alberi sono le vere strade di un bosco. La luna dava spazio a una stella e il vento, respirando tra le foglie, l’accarezzava e formava un triangolo senza base aperto verso l’infinito, e la luna ti accompagna. Pietre e pietre: il tempo rovina le cose e il rumore dell’acqua riporta la melodia delle cose e il passo d’un uomo solo sfiora la strada di radici.
Pier Paolo come il candore di una foglia la tua penna scrive e il tuo occhio immagina scene di storie passate, tra rami e rami secchi, tra felci e querce, le fessure dei muri, le buche di un masso, trapassi irrequieti di ore proibite!
Che cosa è il bene o il male? Forse la strada di un poeta o un artista o un regista si perde tra sogni e profeti di un tocco di blu!
T’accompagna la luna, Pier Paolo, e come la stella ricevi la luce da storie mai scritte o frasi non dette racchiuse tra un ago e la freccia veloce, la mano d’un re, tradito e rinato (di Giuseppe Serrone).


Peter Langner a Sì Sposaitalia Collezioni 2024 con Coffee Break - un dialogo sulla sostenibilità e la bellezza

Non solo moda ma anche formazione alla nuova edizione di Sì Sposaitalia Collezioni, grazie anche al supporto delle Maison come Peter Langner che porta in scena un momento di confronto per gli addetti al settore.

Coffee Break è più di una semplice pausa caffè: è l'opportunità di dialogo e condivisione tra Peter Langner, stilista dell’omonima maison, e i suoi ospiti. Durante l’appuntamento, in programma durante la prossima edizione di Sì Sposaitalia Collezioni, i partecipanti avranno l'opportunità di gustare del buon caffè mentre il creativo condividerà la sua visione della sostenibilità nel settore della moda.

"La Responsabilità della Bellezza" rappresenta uno dei valori fondamentali che guidano il suo lavoro, il suo impegno creativo ed etico che si manifesta nell'idea di creare bellezza valorizzando l'artigianalità e l'unicità, mentre contribuisce attivamente alla riduzione dell'impatto ambientale nel settore della moda.

Un momento unico in cui il designer illustrerà i progetti dedicati alla sostenibilità, offrendo un'integrazione perfetta con la sua nuova collezione e gli abiti che presenterà in fiera. Lo scopo principale è promuovere ispirazione e valore, unendo stile, innovazione, alta sartorialità e ricerca sulla sostenibilità.

Coffee Break si inserisce all’interno di un ventaglio di occasioni e momenti che Sì Sposaitalia Collezioni offre in occasione della nuova edizione 2024, per porre sempre maggiore attenzione all’importante e fondamentale tema della sostenibilità in tutte le sue molteplici sfaccettature: non solo sfilate, ma anche un progetto di upcycling in collaborazione con IED – Istituto Europeo di Design e momenti di formazione con un palinsesto di talk che riflettono il profondo impegno della kermesse a fornire una completa e aggiornata visione del mercato, come delle normative che avranno un impatto sul mondo della moda.
sisposaitaliaconfezioni.fieramilano.it
(Post a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci)

UN MONDO DI BUYER PRESENTI A SÌ SPOSAITALIA COLLEZIONI

 


Da Singapore agli USA, da Hong Kong al Medio Oriente, fino al Sudafrica: 

la voglia di bello e ben fatto annulla le distanze e fa di Milano la capitale del bridal

Milano, 5 aprile 2024. 70 hosted VIP buyer, selezionati dal Team Incoming Buyer provenienti da 23 Paesi, con una maggiore rappresentanza da Asia (Giappone, Corea del sud, Hong Kong, Cina e Singapore) Europa (Grecia), Medio Oriente (Emirati Arabi), Nord America (USA) e con presenza anche dal Sudafrica si aggiungono agli operatori spontanei provenienti da tutto il mondo.

Straordinario il numero degli operatori attesi a Si Sposaitalia Collezioni in scena all’Allianz-MiCo dal 5 all’8 aprile prossimi, organizzata da Fiera Milano, che con i suoi eventi fieristici, direttamente realizzati, si conferma punto di riferimento per il business internazionale e attrattore di compratori da ogni parte del globo.

Sono buyer di prestigiose boutique, department store, catene retail, Importatori, distributori che hanno scelto di intraprendere un lungo viaggio per ammirare e toccare con mano le creazioni degli oltre 200 brand presenti a Sì Sposaitalia Collezioni. E perché no? Decidere di acquistarli per i loro punti vendita.

Dal Giappone, dove il matrimonio all’occidentale si affianca sempre di più a quello di tradizione shintoista, arrivano Takami Bridal, concept store multibrand, presente in due città e che dal 1923 importa abiti di alta qualità; Matsueda Costume, fondata nel 1918 e da oltre 100 sul mercato con abiti attentamente selezionati; Glove Entertainment boutique specializzata nella proposta di una vasta gamma di abiti eleganti e attenti alle tendenze, realizzati in Italia e Spagna.  Sempre dal Far-Est, Singapore conferma la presenza di Love Wedding Atelier la boutique che fornisce abiti da sposa di design internazionale per la sposa moderna. Singapore è infatti una meta privilegiata anche per i matrimoni di stranieri, che scelgono questa località per le sue bellezze.

Anche negli Emirati Arabi il matrimonio occidentale è sempre più presente, con Dubai – città multireligiosa - capitale delle nuove unioni. Proprio dagli Emirati Arabi arriva a SposaItalia Vanila Wedding Boutique, dal 2014 un moderno punto vendita di abiti nuziali dove le spose possono ammirare oltre 400 modelli di abiti di brand internazionali. La vicina Grecia, invece, grazie alla presenza dei buyer del department store Blackchic Bridal, potrà arricchire la propria collezione che già comprende una vasta gamma di proposte selezionate in base alle tendenze del mercato estero e greco.

ll Sudafrica, Paese in cui i matrimoni si celebrano anche con l’elaborato rito africano, a cui segue in molti casi quello cristiano, partecipa con la presenza di Livia & Co Bridal & Evening Store il principale negozio di abiti da sposa del Paese. Lo showroom propone abiti di diversi stilisti internazionali e amplia l’offerta con il servizio di noleggio abiti; sono centinaia i modelli, di diverse taglie, prenotabili anche on-line.

E’ super innovativa la boutique Whimsical Bridal Boutique (Sudafrica) che va oltre la vendita di collezioni internazionali, offrendo anche un servizio di noleggio e la ‘cristallizzazione’ del proprio bouquet all’interno di un parallelepipedo in plexiglass.

E ancora gli USA, che partecipano a Sì SposaItalia con Elizabeth Johns Bridal Couture fondata nel 2012 da Elizabeth Johns, diventata rapidamente uno dei saloni da sposa leader nel nord-est. Ospita modelli più recenti dei principali designer internazionali di abiti da sposa ed una scelta infinita di abiti da cerimonia.

sisposaitaliaconfezioni.fieramilano.it
(Post a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci)

Nell'antica dimora di Galileo Galilei una mostra da Guttuso a De Chirico

Scienza, natura e arte si incontrano in occasione di Spatium Galilaeus, iniziativa promossa dalla Tenuta Galileo, tra Perugia e Spoleto, antica dimora che ospitò un gruppo di scienziati olandesi seguaci dell'eliocentrismo, fra cui il celebre Galileo Galilei.

Fino al 31 luglio sono previste visite guidate per ammirare gli affreschi del '500 rinvenuti durante il restauro della tenuta e l’esposizione di opere d’arte di grandi maestri come Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Fausto Pirandello, Cipriano Mannucci e Giacomo Balla. Previsto uno spazio bar per un aperitivo al tramonto, circondato dal panorama.

Per i più piccoli sono previsti laboratori creativi appositamente in cui poter esplorare il mondo della scienza, dell'arte e della natura attraverso attività coinvolgenti e divertenti, stimolando la loro curiosità e fantasia.

Dall’11 al 31 luglio, la Tenuta ospita anche la Festa dei Girasoli che consentirà di passeggiare lungo distese di fiori e cogliere direttamente dal terreno i girasoli.
ansa.it




Il più prestigioso premio letterario italiano per la narrativa, lo Strega, nella tappa di Verbania il 18 giugno 2023


Gli autori finalisti alla conferenza stampa di presentazione presso il Grand Hotel Majestic (>>> Prenota Ora) di Verbania, media partner di Turismo Cultuale, fra i promotori dell'evento (a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)

Il Premio Strega, il più prestigioso premio letterario italiano per la narrativa, fondato nel 1947, viene assegnato ogni anno a luglio. La giuria dei 400 Amici della Domenica, affiancata da scuole, biblioteche e alcuni Istituti Italiani di Cultura. Il famoso premio letterario ha datto tappa a Verbania dove, i 5 finalisti, hanno presentato i loro romanzi presso il Teatro "IL MAGGIORE" con pre-conferenza stampa presso il Grand Hotel Majestic di Verbania. Nel tardo pomeriggio i finalisti hanno risposto ad alcune domande della stampa. E' stata rievocata la dimensione del "romanzo storico" di manzoniana memoria: il vero per soggetto, l'interessante per mezzo e l'utile per scopo.

I 5 romanzi presentati:

- Maria Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata (Einaudi). 1965. Un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo. 2021. Quella bambina abbandonata era Maria Grazia Calandrone. Decisa a scoprire la verità, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato.

- Andrea Canobbio, La traversata notturna (La nave di Teseo). Mosso dal desiderio di liberarsi dei ricordi che non smettono di tormentarlo, il narratore di questo libro decide di compiere un viaggio nella sua città, trasformata per l’occasione in un grande teatro della memoria. La città è Torino, la storia è quella di una coppia italiana del dopoguerra, del loro innamorarsi, sposarsi e vivere prima felici e contenti, e poi infelici e scontenti.

- Ada D’Adamo, Come d’aria (Elliot). Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant’anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontarle la loro storia.

- Romana Petri, Rubare la notte (Mondadori). Tutti lo sanno: Antoine de Saint-Exupéry ha scritto Il piccolo principe, uno dei romanzi più popolari del mondo. Quello che non tutti sanno è che Antoine, famigliarmente Tonio, è un personaggio che vale da solo una grande storia.

- Rosella Postorino, Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli). Dall’autrice del bestseller Le assaggiatrici, un romanzo epico e intimo, ispirato a una storia vera. Sarajevo 1992: L’avventura di una ragazza e due ragazzi cui il destino ha tolto tutto, ma che senza nemmeno saperlo finiranno per salvarsi l’un l’altro la vita (fonte: Berlino Magazine). La proclamazione del vincitore dello Strega 2023 si terrà il 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, tradizionale appuntamento che anche questo anno sarà trasmesso in diretta televisiva da Rai2, con la conduzione di Geppi Cucciari.

L'autrice Ada D'Adamo non ha partecipato all'evento perché morta recentemente. Nata a Ortona, in Abruzzo, nel 1967, aveva 55 anni e da tempo era malata. Era appena entrata nella dozzina del Premio Strega 2023, con il libro COME D'ARIA, il suo romanzo d'esordio pubblicato a gennaio 2023 da Elliot. Ma come da regolamento, il romanzo, sottolineano a casa Bellonci, è restato in gara al Premio Strega 2023. 

La serata è stata tradotta con la lingua dei segni italiana. L’evento è promosso da Fondazione Bellonci, Liquore Strega Alberti, BPER Banca in collaborazione con Città di Verbania, Libreria Alpe Colle, Verbania Vco Biblioteche, Fondazione Il Maggiore, Grand Hotel Majestic. Preziosa la collaborazione per l'ottima riuscita dell'iniziativa di Andrea Cassina del Comune di Verbania, Responsabile del Settore Biblioteca, Cultura e Turismo Coordinatore del Sistema Bibliotecario del Verbano Cusio Ossola. 

In mostra a Possagno la Maddalena ritrovata di Canova

 

POSSAGNO - Una giovane donna biondissima inginocchiata davanti ad una parete di roccia, le lunghe chiome sciolte sulle spalle nude, un drappo verde che le cinge i fianchi. E' la Maddalena Penitente del Canova, il dipinto perduto di cui il Museo Canova di Possagno ha annunciato tempo fa il ritrovamento e che da oggi viene esposto al pubblico in una mostra che celebra anche il secondo centenario della morte dell'artista.

"Il ritrovamento della Maddalena dipinta da Canova stabilisce un dialogo tra la pittura, il disegno e la scultura in un solo pensiero di dolore e di penitenza", commenta Vittorio Sgarbi, presidente di Fondazione Canova Onlus e del Comitato Nazionale delle celebrazioni per il bicentenario dell'artista veneto. Il critico ricorda la singolare coincidenza del ritrovamento della tela - attualmente conservata in una collezione privata - con la vendita all'asta il prossimo 7 luglio a Londra dell'ultima scultura di Maddalena del Canova ricomparsa nel 2002 a Londra durante un'asta di scultura da giardino, oggi stimata tra i 5 e gli 8 milioni di sterline. "Anche la Maddalena di Possagno - dice Sgarbi - è una scoperta annunciata da memorie e fonti canoviane, che riappare dopo un lungo oblio".
    La presentazione al pubblico oggi è stata anche l'occasione per illustrare gli studi e le ricerche che hanno portato alla autenticazione del dipinto, realizzato proprio a Possagno tra il 1798 e il 1789. Diversi strati di ridipinture, spiega la restauratrice Edda Zonta, rendevano l'opera poco leggibile. Solo dopo la pulitura, gli esperti del museo di Possagno hanno potuto confrontare la Maddalena penitente con gli altri dipinti dell'artista e la valutazione è stata condivisa dalla direttrice del museo, Moira Mascotto, con Sgarbi e Stefano Grandesso, membro del comitato studi della fondazione. Altre evidenze scientifiche sono arrivate poi dalla collaborazione con l'Università di Bologna e con il Centro Interdipartimentale di Ricerca "Studio e Conservazione dei Beni Archeologici, Architettonici e Storico Artistici" - CIBA dell'Università di Padova. Il verdetto finale è stato quindi il frutto dell'incrocio tra analisi scientifiche condotte sulla tela e approfondite ricerche di carattere storico-artistico.
    "E' stato un percorso lungo e complesso che ha contribuito a ricondurre alla mano dell'artista un capolavoro considerato disperso", sottolinea oggi la direttrice del museo.
    Da oggi quindi l'opera verrà esposta nella mostra a lei dedicata nella casa natale dello scultore, in dialogo con la scultura della Maddalena penitente che è nella collezione del museo. Curata proprio da Sgarbi con Mascotto, la rassegna dossier ripercorre la storia della rappresentazione della figura di Maddalena nell'opera di Antonio Canova ed espone le ricerche multidisciplinari fatte nell'occasione dal museo. 

Ansa

Pasolini, 45 anni da morte, omaggi dal cinema a teatro e una dedica

Quarantacinque anni fa moriva Pier Paolo Pasolini: omaggio dal luogo della residenza pasoliniana la Torre di Chia (Viterbo)

Pasolini pirata romantico e profeta incompreso. Ricordo del poeta a quarant'anni dalla morte.....
Omaggio nel quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini di Giuseppe Serrone, scrittore, teologo e giornalista free lance dal titolo "E la luna t'accompagna": 
"Una strada: le radici che non avevano alberi sono le vere strade di un bosco. La luna dava spazio a una stella e il vento, respirando tra le foglie l'accarezzava e formava un triangolo senza base aperto verso l'infinito e la luna ti accompagna. Pietre e pietre: il tempo rovina le cose e il rumore dell'acqua riporta la melodia delle cose e il passo d'un uomo solo, sfiora la strada di radici. 
Pier Paolo come il candore di una foglia la tua penna scrive e il tuo occhio immagina scene di storie passate, tra rami e rami secchi, tra felci e querce, le fessure dei muri, le buche di un masso, trapassi irrequieti di ore proibite! 
Che cosa è il bene o il male? Forse la strada di un poeta o un artista o un regista si perde tra sogni e profeti di un tocco di blu! 
T'accompagna la luna, Pier Paolo, e come la stella ricevi la luce da storie mai scritte o frasi non dette racchiuse tra un ago e la freccia veloce, la mano d'un re, tradito e rinato." (di Giuseppe Serrone) 

Pier Paolo Pasolini

 Chia, mentre gira le prime sequenze del Vangelo Secondo Matteo, Pasolini visita un fortilizio medioevale abbandonato. Se ne innamora. È la primavera del 1964. Nel 1966 scrive che vorrebbe andare a vivere dentro quella Torre che non può comprare, "nel paesaggio più bello del mondo, dove l’Ariosto sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta innocenza di querce, colli, acque e botri". Al Poeta sembra che in quel luogo incantato la natura abbia giocato a fare il verso all’arte, illusa innocenza d’un cosmo perfetto e gioioso. L’acquisto del diruto immobile si realizza nell’autunno 1970. Pasolini vi soggiornerà spesso negli ultimi anni di vita. Spedirà da lì non poche delle sue Lettere Luterane: l’estrema denuncia dell’apocalisse antropologica (le aberranti derive culturali indotte dal potere neocapitalista sul tessuto più intimo della vita nazionale, sul millenario patrimonio artistico, sul paesaggio agrario e sulla forma delle città). Intimamente connessa e necessaria a questo tema sarà l’appassionata, profetica invocazione del Processo alla corrotta casta democristiana, colpevole d’un "errore di interpretazione politica che ha avuto conseguenze disastrose nella vita del nostro paese". 
Nella vita di ogni artista c'è un luogo dell'anima, un centro geografico tangibile dove l'ispirazione fluisce libera, aprendo la strada alla creatività. Per Pier Paolo Pasolini - scrittore, regista, poeta - questo luogo è stato Chia, un grumo di case così piccolo che per rintracciarlo su una carta stradale occorre una lente d'ingrandimento, ammesso che poi ci si riesca davvero, a trovarlo, perché non è cosa facile: bisogna guardare nella provincia di Viterbo, laddove già questa declina verso l'Umbria, e seguire idealmente la Statale 675 che da Orte va verso Vitorchiano. 
«A Chia, Pasolini ha lasciato un ottimo ricordo. Si recava spesso nelle case della gente, si intratteneva con loro, era gentile e disponibile. Fece molto per il paese, creò una squadra di calcio per i più giovani, istituì un premio per chi lo abbelliva...». A raccontare lo scrittore-regista nei suoi aspetti quotidiani, magari minimi, ma proprio per questo più veri è Giuseppe Serrone. 
Lui non ha mai incontrato di persona Pasolini, ma la passione per questo luogo, che pare attrarre personaggi al di fuori degli schemi, li unisce al di là del tempo e dello spazio: «Quando arrivai a Chia sapevo ben poco di Pier Paolo... In realtà l'ho scoperto grazie ai racconti della gente, che tratteggiavano una personalità affabile e gentile, che mi ha subito incuriosito». 

fonte: 9 giugno 2005 - di Marco Scataglini - larepubblica.it 


 

Sono passati 45 anni da quel 2 novembre 1975, nel quale all'idroscalo di Ostia, è stato ucciso Pier Paolo Pasolini. Fra le iniziative per rendere omaggio al poeta e regista c'è il debutto del documentario: In un futuro aprile - Il giovane Pasolini di Francesco Costabile e Federico Savonitto, distribuito online dalla Tucker Film puntando sul circuito digitale dei cinema italiani di qualità.

    www.iorestoinsala.it, che lo renderà disponibile nelle programmazioni virtuali di 50 sale italiane.
    L'appuntamento è fissato per lunedì 2 novembre e la visione sarà introdotta, alle 20.30, dai due registi, collegati in live streaming via Zoom e intervistati dal critico Federico Pontiggia. Il film non fiction racconta Pasolini e la sua giovinezza friulana. Assieme a Costabile e Savonitto, la ripercorre il cugino del poeta, Nico Naldini, qui nella sua ultima intervista, nella quale ricorda come "l'arrivo dei Pasolini a Casarsa all'inizio dell'estate, dopo un soggiorno al mare, era per me il momento più felice dell'anno". Per l'anniversario, inoltre sulla piattaforma Chili Tv dal 2 novembre sarà disponibile "Pasolini prossimo nostro", documentario diretto da Giuseppe Bertolucci (2006) che racchiude la lunga intervista del giornalista tedesco Gideon Bachmann con Pasolini, il cast e la troupe di "Salò o le 120 giornate di Sodoma", sul set del film. "Il documentario (che ha debuttato nel 2006 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia in Orizzonti Doc) - spiega il produttore Angelo Draicchio - ha la valenza di un definitivo testamento intellettuale" Infine, tra le altre iniziative, quella del che il 2 di novembre alle 18 proporrà in live streaming dal palcoscenico del teatro a platea vuota la lezione-concerto con e l'enfant prodige del violino, Clarissa Bevilacqua e il musicologo Roberto Calabretto. Insieme celebreranno la passione del cineasta per Johann Sebastian Bach con l'esecuzione della Suite BWV 1001 per violino solo, in un evento realizzato in collaborazione con il Centro Studi Pasolini di Casarsa. (ANSA).
   

Quarant'anni fa moriva Pier Paolo Pasolini: omaggio dal luogo della residenza pasoliniana la Torre di Chia (Viterbo)

Pasolini pirata romantico e profeta incompreso. Ricordo del poeta a quarant'anni dalla morte.....
Omaggio nel quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini di Giuseppe Serrone, scrittore, teologo e giornalista free lance dal titolo "E la luna t'accompagna": 
"Una strada: le radici che non avevano alberi sono le vere strade di un bosco. La luna dava spazio a una stella e il vento, respirando tra le foglie l'accarezzava e formava un triangolo senza base aperto verso l'infinito e la luna ti accompagna. Pietre e pietre: il tempo rovina le cose e il rumore dell'acqua riporta la melodia delle cose e il passo d'un uomo solo, sfiora la strada di radici. 
Pier Paolo come il candore di una foglia la tua penna scrive e il tuo occhio immagina scene di storie passate, tra rami e rami secchi, tra felci e querce, le fessure dei muri, le buche di un masso, trapassi irrequieti di ore proibite! 
Che cosa è il bene o il male? Forse la strada di un poeta o un artista o un regista si perde tra sogni e profeti di un tocco di blu! 
T'accompagna la luna, Pier Paolo, e come la stella ricevi la luce da storie mai scritte o frasi non dette racchiuse tra un ago e la freccia veloce, la mano d'un re, tradito e rinato." (di Giuseppe Serrone) 

Pier Paolo Pasolini

 Chia, mentre gira le prime sequenze del Vangelo Secondo Matteo, Pasolini visita un fortilizio medioevale abbandonato. Se ne innamora. È la primavera del 1964. Nel 1966 scrive che vorrebbe andare a vivere dentro quella Torre che non può comprare, "nel paesaggio più bello del mondo, dove l’Ariosto sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta innocenza di querce, colli, acque e botri". Al Poeta sembra che in quel luogo incantato la natura abbia giocato a fare il verso all’arte, illusa innocenza d’un cosmo perfetto e gioioso. L’acquisto del diruto immobile si realizza nell’autunno 1970. Pasolini vi soggiornerà spesso negli ultimi anni di vita. Spedirà da lì non poche delle sue Lettere Luterane: l’estrema denuncia dell’apocalisse antropologica (le aberranti derive culturali indotte dal potere neocapitalista sul tessuto più intimo della vita nazionale, sul millenario patrimonio artistico, sul paesaggio agrario e sulla forma delle città). Intimamente connessa e necessaria a questo tema sarà l’appassionata, profetica invocazione del Processo alla corrotta casta democristiana, colpevole d’un "errore di interpretazione politica che ha avuto conseguenze disastrose nella vita del nostro paese". 
Nella vita di ogni artista c'è un luogo dell'anima, un centro geografico tangibile dove l'ispirazione fluisce libera, aprendo la strada alla creatività. Per Pier Paolo Pasolini - scrittore, regista, poeta - questo luogo è stato Chia, un grumo di case così piccolo che per rintracciarlo su una carta stradale occorre una lente d'ingrandimento, ammesso che poi ci si riesca davvero, a trovarlo, perché non è cosa facile: bisogna guardare nella provincia di Viterbo, laddove già questa declina verso l'Umbria, e seguire idealmente la Statale 675 che da Orte va verso Vitorchiano. 
«A Chia, Pasolini ha lasciato un ottimo ricordo. Si recava spesso nelle case della gente, si intratteneva con loro, era gentile e disponibile. Fece molto per il paese, creò una squadra di calcio per i più giovani, istituì un premio per chi lo abbelliva...». A raccontare lo scrittore-regista nei suoi aspetti quotidiani, magari minimi, ma proprio per questo più veri è Giuseppe Serrone. 
Lui non ha mai incontrato di persona Pasolini, ma la passione per questo luogo, che pare attrarre personaggi al di fuori degli schemi, li unisce al di là del tempo e dello spazio: «Quando arrivai a Chia sapevo ben poco di Pier Paolo... In realtà l'ho scoperto grazie ai racconti della gente, che tratteggiavano una personalità affabile e gentile, che mi ha subito incuriosito». 

fonte: 9 giugno 2005 - di Marco Scataglini - larepubblica.it 

Pasolini - La Forma della città: l'Italia è tutta da salvare! (video)


Un breve estratto dal video prodotto per la RAI nel 1974 del programma di approfondimento culturale "Io e ... " in cui Pier Paolo Pasolini parla della "Forma della città" mostrando già allora una sensibilità estetica e culturale altissima che nemmeno oggi è pienamente facente parte del nostro esistente culturale. 

Giuseppe Serrone, responsabile fondatore e direttore del nostro portale di Turismo Culturale, ha scritto tra l'altro (sul Viale della Torre di Chia...) un testo di omaggio nell'anniversario della morte di Pasolini dal titolo "E la luna t'accompagna": 
"Una strada: le radici che non avevano alberi sono le vere strade di un bosco. La luna dava spazio a una stella e il vento, respirando tra le foglie l'accarezzava e formava un triangolo senza base aperto verso l'infinito e la luna ti accompagna. Pietre e pietre: il tempo rovina le cose e il rumore dell'acqua riporta la melodia delle cose e il passo d'un uomo solo, sfiora la strada di radici. 
Pier Paolo come il candore di una foglia la tua penna scrive e il tuo occhio immagina scene di storie passate, tra rami e rami secchi, tra felci e querce, le fessure dei muri, le buche di un masso, trapassi irrequieti di ore proibite! 
Che cosa è il bene o il male? Forse la strada di un poeta o un artista o un regista si perde tra sogni e profeti di un tocco di blu! 
T'accompagna la luna, Pier Paolo, e come la stella ricevi la luce da storie mai scritte o frasi non dette racchiuse tra un ago e la freccia veloce, la mano d'un re, tradito e rinato." (di Giuseppe Serrone) 

Viaggi: a Rimini un Meeting 2013 in formato famiglia

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COMUNICATO STAMPA

UN MEETING FORMATO FAMIGLIA
Tante attività in Enel Villaggio Ragazzi, lo spazio riservato ai più piccoli con canti, balli, laboratori e spettacoli, un intero padiglione della fiera dedicato allo sport nel Gioco del Lotto Sport Village e importanti manifestazioni sportive esterne come la prima "Gran Fondo San Marino".

Rimini 9 agosto - L’appuntamento del Meeting a Rimini Fiera, dal 18 al 24 agosto 2013, è caratterizzato da mostre, incontri e spettacoli ma anche da tanto sport e attività per i bambini di tutte le età.
Nel padiglione D3 di Rimini Fiera ci sarà anche quest’anno Enel Villaggio Ragazzi, uno spazio dedicato ai più piccoli con un calendario ricco di appuntamenti divertenti: canti, balli, giochi, mostre, spettacoli e laboratori. Ogni giorno è scandito da momenti fissi a partire dal “Lancio della giornata” alle ore 11.00: tutti gli appuntamenti del giorno raccontati  a suon di musica. Dalle ore 11.00 alle 16.00 sono a disposizione di tutti i Giochi da tavolo per trascorrere qualche ora di relax e divertimento. Alle 16.00 il Villaggio si anima con il Capobanda che intrattiene con i suoi fantastici giochi.  Martedì 20 ci sarà una sorpresa: Dora Cirulli, insegnante di educazione fisica, farà giocare con i giochi di una volta: tiro alla fune, campana, ciclotappo, salto con la corda, ruba bandiera, e molti altri.
Alle 18, tutti i giorni, nel teatro del Villaggio c’è un incontro per scoprire qualcosa di nuovo e di bello.  Si comincia domenica parlando del beato Rolando Rivi, lunedì è di scena l’arte della pittura, martedì al centro c’è la storia di Francesco d’Assisi, mercoledì il giornalista sportivo Nando Sanvito presenta alcune videostorie di sport, sia giovedì che venerdì c’è la presentazione di una novità libraria per bambini e ragazzi.
E per finire alle 21 lo spettacolo nel Teatro del Villaggio, con un calendario di eventi sempre diversi.
Infine venerdì 23 agosto alla festa finale del Villaggio con canti e balli in compagnia del maestro Villa, padre Marco Finco, la Pellicanto Band e di tutti gli altri amici del Villaggio. Anche quest’anno è poi sarà attivo il baby club per bambini dai 4 agli 8 anni con orari prestabiliti e personale qualificato.
Confermata anche l’area Papperia, un luogo attrezzato e un ambiente tranquillo con tutti i confort per la mamma e il suo bambino.
Il Gioco del Lotto Sport Village invece vuol far vivere ai giovani un’esperienza di amicizia, incontro e bellezza attraverso lo sport. È questo lo scopo della rassegna di tornei ed eventi sportivi, amatoriali e agonistici, organizzati dal Meeting di Rimini.
Le gare vengono disputate sia in spazi esterni sia all’interno del padiglione con area di 13.500 mq dedicata a varie discipline e gestita in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano (Csi), Cdo sport, società e organizzazioni sportive locali e nazionali.
Una settimana ricca di iniziative da vivere in amicizia, possibilità di gioco libero, sfide, tornei di beach volley, beach tennis e beach rugby, judo, calcio a 5, basket, pallavolo, ping pong, calcio balilla, lacrosse, giochi di strada, dama, scacchi e subbuteo. Quest’anno l’offerta di divertimento si arricchisce con la pista d’atletica e con un campo da  tennis. La “regina dello sport” avrà un intero anello in miniatura per poter effettuare prove di velocità e resistenza. Gli atleti potranno cimentarsi in gare su tutte le distanze seguiti da tecnici preparati dal CSI. Anche il tennis sarà al centro dell’attenzione del Meeting con un campo regolare che permette di avvicinarsi a questa stupenda disciplina e partecipare ad avvincenti tornei.
Molto ricco anche il programma degli eventi sportivi esterni ai padiglioni della Fiera. Dalle manifestazioni indicate per tutta la famiglia come le passeggiate serali nel centro storico di Rimini con visita guidata al patrimonio storico e culturale della città in programma martedì 20 agosto e venerdì 23 agosto alle ore 21, al Corri Meeting Rimini 2013 dove i più allenati potranno partecipare mercoledì 21 agosto alle 18,30 alla camminata ludico-motoria non agonistica aperta a tutti con premio di partecipazione. Per gli appassionati di ciclismo invece domenica 18 agosto si terrà la prima edizione della Gran Fondo della Repubblica di San Marino – Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Mentre nella nuova Darsena di Rimini, giovedì 22 agosto al Lido San Giuliano, ci sarà la gara di Triathlon non agonistico per tutti. Infine, per le famiglie interessate a concludere la settimana del Meeting in mezzo alla natura, sabato 24 agosto a Croce di Montecolombo, sulle colline riminesi, sarà disputata una gara di Archery Nordic Walking che prevede due percorsi tra le vigne e due sessioni di tiro con l’arco nel bosco. 


 
Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli

Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci

Poesia per il Salone del Camper 2012

Camper per natura
Natura
matura
mete cercate
terre sognate
cammini
come mulini
dal vento guidati
in alto issati
cercano altre uscite
lontano, mai capite.
Percorro stellate discese
con le speranze tese
verso lidi raggianti
posti mai raggiunti
e volo con il pensiero
verso un mondo più vero...

(testo di Giuseppe Serrone composto alle Fiere di Parma - Salone del Camper 2012 - 7 Settembre 2012)

Presepe vivente Chia sui luoghi pasoliniani (Chia di SORIANO NEL CIMINO) - dal 26 dicembre al 6 gennaio

Presepe vivente 26, 28 Dicembre 2014 1, 4, 6 Gennaio 2014 - A partire dalle ore 17,00 sino alle ore 19,30 (circa). Durante le feste natalizie il piccolo borgo medievale di Chia si impegna in una rappresentazione profondamente suggestiva del Presepe Vivente. Nell'area di San Giovenale, zona di grande interesse archeologico, tra i ruderi della chiesa medievale omonima, tra le grotte e le tombe, lungo un percorso campestre, quasi tutti gli abitanti del paese danno vita ad una riproduzione surreale, ricreando antiche botteghe artigiane, taverne e tante tappe in cui il visitatore può assaporare l'atmosfera vissuta in quel tempo. A cura del Comitato festeggiamenti di S. Giovenale.

La fondazione del presepe vivente risale al 1996 quando era parroco don Giuseppe Serrone, uno dei progettisti dell'iniziativa, impegnato nella promozione del territorio attraverso la pubblicazione di due volumi storici sulla parrocchia di Chia editi dalla Libreria Editrice Vaticana.

1) San Giovenale e il castello di Chia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1997, euro 15,49 (+ euro 6 spese di spedizione posta prioritaria e imballaggio) scheda libro

2) Il Santarello, la Fornacchia e Santa Lucia, frazioni di Maria. Itinerario religioso storico artistico, tra Soriano e Vitorchiano Orte e Bagnoreggio, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1999, p. 190, euro 7,75 (+ euro 6 spese di spedizione posta prioritaria e imballaggio). scheda libro



Don Giuseppe Serrone e' stato anche uno dei promotori della valorizzazione della presenza di Pier paolo Pasolini a Chia.

Il rifugio è la torre dove il regista, nella pace della campagna viterbese, si rifugiava negli ultimi anni della sua vita per scrivere e riflettere. Non lontano da qui girò nel 1964 anche qualche scena del Vangelo secondo Matteo, uno dei suoi film più complessi e controversi nel quale riuscì pienamente a cogliere il mistero del sacro. Tante sono le curiosità, gli itinerari naturalistici e culturali in una terra dove regnò la civiltà etrusca.

Scrive Marco Scataglini su "la Repubblica viaggi" «Su diverse porte scardinate, sui mattoni, sul legno modellato dal tempo, la mano gentile di un abitante del borgo ha scritto, con grafia regolare e senza lasciare firma, poesie, testi di canzoni, frasi in libertà. Aggirandosi in questo Parnaso silenzioso, dove anche i muri sanno farsi leggere, ci si ritroverà necessariamente nella parte alta del colle, tra i ruderi del Castello con di fronte un ampio panorama, e ci si renderà conto che Chia è costruita proprio nella classica "collocazione etrusca", sulla cima di un altipiano circondato da profonde e selvagge forre, da cui sale il rumore dei torrenti che nel medioevo muovevano le macine dei mulini, di cui ancora oggi restano testimonianze. È un mondo umido e nebbioso, romantico, dove la realtà cede facilmente all'immaginazione. Così il ruscello che passa sotto Chia per scorrere verso quel che rimane del Castello di Colle Casale - solo un'altissima torre - può tramutarsi nel fiume Giordano dove Gesù fu battezzato. Come? Grazie alla trasposizione cinematografica che Pasolini fece del Vangelo secondo Matteo, da cui ottenne contemporaneamente uno dei suoi massimi capolavori, ma anche il film più controverso e contestato della sua carriera. "Il film l'ho girato-e con Cristo!/ L'ho trovato, Cristo, l'ho rappresentato!" scrisse poi, ma in realtà non fu facile reperire i finanziamenti, gli attori e, soprattutto le location. "Agli inizi della primavera 1964 Il Vangelo entrò in lavorazione. Le prime inquadrature girate furono quelle del battesimo di Gesù - e il Giordano venne 'trovato' fra Orte e Viterbo in una fessura scavata da un torrente in mezzo a rocce aspre e selvagge", racconta lo scrittore Enzo Siciliano, grande amico di Pasolini, che nel film interpreta il ruolo di Simone, nel suo Vita di Pasolini (Giunti, Firenze 1995). E prosegue: "In quell'occasione Pier Paolo scoprì la Torre di Chia di cui letteralmente si innamorò e decise di acquistarla, ma l'acquisto gli riuscì dopo alcuni anni". Era allora, ed è ancora, un luogo così ricco di storia e di fascino che il regista non poteva non rimanerne attratto, forse spinto dal desiderio di una vita diversa, più rilassata: "Ebbene ti confiderò, prima di lasciarti,/ che io vorrei essere scrittore di musica,/ vivere con degli strumenti/ dentro la torre di Viterbo che non riesco a comprare/ nel paesaggio più bello del mondo, dove l'Ariosto/ sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta/ Innocenza di querce, colli, acque e botri,/ e lì comporre musica/ l'unica azione espressiva/ forse, alta, e indefinibile come le azioni della realtà", scrisse nel 1966. Solo nel novembre 1970 il sogno poté avverarsi: Pasolini costruì allora, ai piedi della Torre, una casetta con grandi vetrate, un luminoso studio e una cucina. Negli ultimi tre anni della sua vita visse a tempo pieno a Chia, lavorando a un romanzo, Petrolio (Einaudi), rimasto incompiuto. Nel pieno di un autunno cupo e triste, infatti, dopo essere rientrato da un viaggio a Parigi, si sedette ancora una volta alla guida dell'amata Alfa Romeo GT, per sfrecciare verso Roma, la città che più di ogni altra ha saputo raccontare con cruda profondità (basti pensare a Ragazzi di vita, il suo primo romanzo, pubblicato nel 1955). Gli amici che lo incontrarono dissero che era di umore molto malinconico e pensieroso. Sul Corriere della Sera del 2 Novembre del 1975, quella che era stata una vita di creatività, passione, amore per la letteratura e il cinema, si trasformò di colpo in drammatica una notizia di cronaca: "Pier Paolo Pasolini è stato ucciso. E' accaduto stanotte a Ostia, a duecento metri dal mare. La scena del delitto è uno sterrato deserto su cui sorgono delle squallide casupole abusive, quasi delle baracche...". Sono passati trent'anni da quel giorno: è questa l'occasione migliore per tornare nei "luoghi di Pasolini" alla ricerca della bellezza che tanto l'aveva colpito ed in cui ancora è possibile avvertire se non la sua presenza, almeno l'eco della sua straordinaria personalità».
Nella vita di ogni artista c'è un luogo dell'anima, un centro geografico tangibile dove l'ispirazione fluisce libera, aprendo la strada alla creatività. Per Pier Paolo Pasolini - scrittore, regista, poeta - questo luogo è stato Chia, un grumo di case così piccolo che per rintracciarlo su una carta stradale occorre una lente d'ingrandimento, ammesso che poi ci si riesca davvero, a trovarlo, perché non è cosa facile: bisogna guardare nella provincia di Viterbo, laddove già questa declina verso l'Umbria, e seguire idealmente la Statale 675 che da Orte va verso Vitorchiano.

«A Chia, Pasolini ha lasciato un ottimo ricordo. Si recava spesso nelle case della gente, si intratteneva con loro, era gentile e disponibile. Fece molto per il paese, creò una squadra di calcio per i più giovani, istituì un premio per chi lo abbelliva...». A raccontare lo scrittore-regista nei suoi aspetti quotidiani, magari minimi, ma proprio per questo più veri è Giuseppe Serrone.

Lui non ha mai incontrato di persona Pasolini, ma la passione per questo luogo, che pare attrarre personaggi al di fuori degli schemi, li unisce al di là del tempo e dello spazio: «Quando arrivai a Chia sapevo ben poco di Pier Paolo... In realtà l'ho scoperto grazie ai racconti della gente, che tratteggiavano una personalità affabile e gentile, che mi ha subito incuriosito».
Giuseppe è stato parroco di Chia dal 1991 al 2001 ed è un prete dalle idee chiare, in grado di fare scelte impegnative come quella, tre anni fa, di metter su famiglia, di sposarsi e cambiare vita. "Non è stato facile, e proprio per aiutare i sacerdoti che come me hanno deciso di violare l'imposizione del celibato, ho fondato l'Associazione Sacerdoti Lavoratori Sposati...", racconta. La sede nazionale? Ovviamente, è a Chia. Giuseppe Serrone ha scritto tra l'altro (sul Viale della Torre di Chia...) un testo di omaggio nell'anniversario della morte di Pasolini


Un ricordo per Pasolini
di Giuseppe Serrone
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L'anniversario dell'uccisione di Pasolini è passato quasi sotto silenzio.
Sono stato per anni parroco di Chia, luogo dove Pasolini ha risieduto nell'ultimo periodo della sua vita, nel Castello di Colle Casale a Chia.

Desideravo segnalare l'anniversario e un mio testo di omaggio a Pasolini che trascrivo:
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Una strada: le radici che non avevano alberi sono le vere strade di un bosco. La luna dava spazio a una stella e il vento, respirando tra le foglie l'accarezzava e formava un triangolo senza base aperto verso l'infinito e la luna ti accompagna. Pietre e pietre: il tempo rovina le cose e il rumore dell'acqua riporta la melodia delle cose e il passo d'un uomo solo, sfiora la strada di radici.

Pier Paolo come il candore di una foglia la tua penna scrive e il tuo occhio immagina scene di storie passate, tra rami e rami secchi, tra felci e querce, le fessure dei muri, le buche di un masso, trapassi irrequieti di ore proibite!

Che cosa è il bene o il male? Forse la strada di un poeta o un artista o un regista si perde tra sogni e profeti di un tocco di blu!

T'accompagna la luna, Pier Paolo, e come la stella ricevi la luce da storie mai scritte o frasi non dette racchiuse tra un ago e la freccia veloce, la mano d'un re, tradito e rinato."

(scritto sul Viale della Torre di Chia, l'ultima residenza di Pasolini).
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Giuseppe Serrone