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Brasile, Nepal e Seoul tra i 10 viaggi da fare in primavera

 

Il mondo è pieno di luoghi da scoprire in questa stagione. Civitatis propone alcuni suggerimenti per un soggiorno alla scoperta di 10 viaggi da fare in primavera.

Assisi, Italia
Situata nel cuore dell’Umbria, questa antica città è una destinazione ideale per una scappata primaverile, tanto per il suo clima mite quanto per l’esuberante natura che la circonda. Quando è primavera i dintorni di Assisi si tingono di tanti colori diversi per via della fioritura.
La cittadina offre molteplici opportunità per trascorrere qualche giorno in relax, magari iniziando proprio da un tour privato di Assisi. A seguire non potrete rinunciare a un’immersione nella gustosa cucina umbra, provando piatti deliziosi in qualche ristorantino locale, oppure partecipando a una degustazione di olio biologico accompagnato da salumi.

Tirana, Albania
La capitale dell’Albania, con la sua architettura unica, le piazze piene di vita e i colorati mercati all’aperto, è uno dei viaggi ideali da fare in primavera. Se avete una predilezione per la storia, potrete dedicare i primi giorni ad immergervi nel passato locale, magari con un tour della Tirana comunista. Potrete poi proseguire la vacanza con un’escursione a Berat, una delle città più antiche dell’Albania. Inoltre, se avete la fortuna di avere più giorni a disposizione, potreste approfittarne per intraprendere un tour dell’Albania di 8 giorni e conoscere meglio questo Paese.

Swakopmund, Namibia
Swakopmund, situata sulla costa della Namibia, è l’ideale per visita guidata della città o per cavalcare le dune del deserto del Namib. E se la vostra passione sono gli animali, non lasciatevi scappare l’occasione di conoscere i simpatici leoni marini dell’area protetta di i Cape Cross.

Praia, Capo Verde
Tra i viaggi più esotici da fare in primavera troviamo ancora una volta l’Africa, per la precisione Capo Verde e in particolare nella sua capitale. Situata sull’isola di Santiago, Praia è una città versatile che farà la gioia di chi cerca un tour culturale, alla scoperta dei monumenti locali, ma anche di chi adora la natura selvaggia.
Paradiso di surfisti e sportivi in generale, Praia è infatti un ottimo punto di partenza per attività all’aria aperta. Dalle gite in barca per visitare le vicine isole che compongono l’arcipelago di Capo Verde, come l’escursione all’isola di Maio, ai percorsi escursionistici come l’intrepido trekking sul Monte Tchota e sul Pico da Antónia.

Belo Horizonte, Brasile
Belo Horizonte, la città più grande dello stato di Minas Gerais, è una splendida alternativa ai classici luoghi turistici brasiliani, soprattutto in questa epoca dell’anno quando le temperature diventano più fresche e passeggiare in città è un vero piacere.
Lo potrete constatare voi stessi in un appassionante tour guidato di Belo Horizonte, ma anche perdendovi tra le bancarelle della cosiddetta Feira Hippie, uno dei mercatini delle pulci più grandi di tutto il Brasile. Tra tutti i viaggi che avrete fatto, Belo Horizonte in primavera vi resterà nel cuore.m Da qui partono anche numerose escursioni verso altrettante località di Minas Gerais dal grandioso patrimonio storico e artistico. Le opzioni sono tante, ma vi consigliamo soprattutto di fare una scappata a Mariana e Ouro Preto.

Washington D.C., Stati Uniti
Washington DC ospita il National Cherry Blossom Festival, un evento che celebra non solo l’inizio della primavera, ma anchel’amicizia tra il popolo giapponese e quello statunitense. Un viaggio culturale in una stagione, la primavera, che vanta anche una minore affluenza turistica.
Oltre alle tante attività organizzate in concomitanza con questa celebrazione, potrete sfruttare il vostro soggiorno per visitare la capitale degli States in bicicletta o concedervi un tour serale in autobus decappottabile.

Katmandu, Nepal
Il nostro viaggio prosegue dal continente americano a quello asiatico, concretamente in Nepal. La sua capitale, Katmandu, è una meta perfetta fino ad aprile, per evitare i monsoni, sia per gli amanti dell’avventura che per chi cerca un’esperienza più mistica. Se ciò che vi preme è nutrire la vostra anima, troverete ispirazione in un tour spirituale di Katmandu in cui conoscerete non solo i luoghi sacri più importanti della città, ma anche incontrare monaci buddisti. Invece, se a muovervi è il desiderio di adrenalina e paesaggi mozzafiato, che ne dite di un giro in aeroplano sull’Himalaya o di un esaltante salto in bungee jumping?

Seul, Corea del Sud
Seul, moderna e tradizionale allo stesso tempo, è una destinazione perfetta per un viaggio primaverile che vi apra nuovi orizzonti culturali. Grazie all’ampia varietà di proposte che offre la capitale, conoscere la cultura della Corea del Sud sarà un gioco da ragazzi. Questa è poi la stagione in cui le piogge sono molto contenute e le temperature molto piacevoli. La primavera è infatti la stagione ideale per organizzare un viaggio in Corea, anche perché offre prezzi più vantaggiosi. Se la tradizione e il folklore vi affascinano, potrete optare per una visita al Palazzo Gyeongbokgung. Oppure potreste partecipare al tour dei locali notturni di Seul, per godervi al meglio la movida. Insomma, a Seul ce n’è per tutti i gusti!

Bora Bora, Polinesia Francese
Bora Bora è di per sé un paradiso sulla terra, ma in primavera lo è ancor di più. Il suo mare cristallino, in cui nuotano miriadi di pesci colorati, è un irresistibile richiamo per chi ama esplorare il mondo marino. Dalle esperienze di snorkeling con squali e mante giganti ai tour in barca con fondo trasparente, le opzioni sull’isola sono una più invitante dell’altra.
Non volete rinunciare al brivido della velocità? Su quest’isola della Polinesia Francese troverete pane per i vostri denti. Potrete infatti scorrazzare sulle acque del Pacifico con un tour in moto d’acqua, durante il quale visiterete anche un’isoletta privata. Più esclusivo di così non si può!

Hobar, Tasmania
Per concludere, vi proponiamo una destinazione recondita e selvaggiamente bella, il cui clima è raddolcito dall’influenza delle correnti oceaniche. Se siete pronti a volare dall’altra parte del mondo, Hobart vi aspetta con i suoi paesaggi mozzafiato e la natura selvaggia della Tasmania! Non perdetevi il tour dell’isola di Hobart per conoscere i famigerati diavoli della Tasmania, la specie più rappresentativa della fauna locale. Poi lasciatevi sorprendere dall’escursione alla valle di Huon e alle grotte di Hastings, in cui potrete camminare sulle cime degli alberi della foresta di Tahune.

travelnostop.com


Biennale Architettura, Leone d'Oro al Brasile


 Il Brasile ha vinto il Leone d'Oro per la miglior partecipazione nazionale alla 18/a Biennale di Architettura di Venezia, con il padiglione "Terra" (Earth), ai Giardini.
    La proclamazione è avvenuta nel corso della cerimonia delle premiazioni dell'edizione 2023 della Mostra lagunare, intitolata "Il Laboratorio del Futuro", curata dall'architetto e scrittrice anglo-ghanese, Lesley Lokko.

Il padiglione brasiliano, curato da Gabriela De Matos e Paulo Tavares, si concentra sul ruolo del passato nella comprensione del futuro, con filo conduttore la terra.

ansa.it

Il turismo in Brasile oltre i livelli pre-pandemia, a febbraio +1,9%


Il settore turistico in Brasile cresce e a febbraio si è attestato oltre i livelli prepandemia. Dati dell’Istituto brasiliano di geografia e statistica, riportati dall’Agenzia Brasil, indicano che le attività sono aumentate del 14,8% a febbraio, rispetto allo stesso periodo del 2022. Secondo il Ministero del turismo, il settore continua a crescere ed è superiore dell’1,9% rispetto a febbraio 2020 (pre-Covid).

L”indagine mensile sui servizi rivela che 12 stati hanno mostrato progressi significativi nei servizi turistici nel febbraio di quest’anno rispetto allo scorso anno,  si tratta in particolare di San Paolo (12,5%), Minas Gerais (25,2%), Rio de Janeiro (12,4%), Bahia (20,2%), Paraná (23%) e Santa Catarina (23,9%).

I rilevamenti dell’Istituto di geografia mostrano inoltre che il trasporto passeggeri in Brasile ha registrato un aumento del 2,6% a febbraio rispetto a gennaio di quest’anno. In questo segmento, il Paese è superiore del 5% rispetto al livello di febbraio 2020 (pre-pandemia).

travelnostop

- Segnalazione web a cura di https://viagginews.blogspot.com/

Brasile, l'arcipelago da sogno riapre ai turisti: ma solo quelli che hanno già incontrato il virus

 La singolare scelta di Fernando de Noronha: per accedere all’isola servono un sierologico positivo a IgG effettuato non oltre tre mesi prima dell’arrivo oppure un test molecolare, anche questo positivo, ma risalente a oltre venti giorni prima

Brasile, l'arcipelago da sogno riapre ai turisti: ma solo quelli che hanno già incontrato il virus

Repubblica Viaggi

In molti paesi del mondo, specialmente negli stati insulari dipendenti in modo pressoché assoluto dal turismo, le porte per i viaggiatori internazionali cominciano a riaprirsi sul serio. Si va dalle Maldive ad Anguilla, dalle Bahamas ad Antigua e Barbuda passando per Barbados o per la Repubblica dominicana, solo per citarne alcuni. In quasi tutti i casi occorre presentare l’esito negativo di un tampone effettuato da tre a cinque giorni prima dell’approdo nel paese e, in alcune situazioni, rassegnarsi a una pur gradevole quarantena. Nel complesso, dunque, la logica è proprio quella della massima garanzia in chiave di negatività: entra appunto chi possa testimoniare, test alla mano, di essere negativo a sars-Cov-2.
 
Tutto il contrario all’arcipelago brasiliano Fernando de Noronha, che appartiene amministrativamente allo stato di Pernambuco, quello che ha per capitale Recife, nel nord-est del gigante sudamericano. Le 21 isole situate a 350 chilometri dalle coste della madrepatria, nel pieno dell’oceano Atlantico, godono di una spiccata autonomia: costituiscono un distretto statale dotato dunque di un proprio statuto, con una certa libertà amministrativa e finanziaria. A questo si deve, forse, la decisione sulle singolari procedure di riapertura al turismo internazionale dallo scorso primo settembre, dopo oltre cinque mesi di lockdown assoluto. Nell’affascinante arcipelago, infatti, la logica è opposta a quella in vigore in buona parte del mondo: può entrare solo chi possa testimoniare di essere stato positivo al virus.
 

Brasile, l'arcipelago da sogno riapre ai turisti: ma solo quelli che hanno già incontrato il virus

Lo spiega il bollettino del governo nel quale vengono esposte le misure per consentire l’accesso ai turisti. Oltre al pagamento della tassa di conservazione ambientale i turisti dovranno trasmettere entro 72 ore dalla partenza i risultati – positivi - di uno fra questi due test: un sierologico che dimostri la presenza di immunoglobuline G (IgG) effettuato non oltre 90 giorni prima dell’arrivo all’aeroporto Carlos Wilson sull’omonima isola principale dell’arcipelago atlantico (nonché la più stesa e l’unica abitata); oppure un test molecolare positivo ma effettuato oltre venti giorni prima dell’arrivo. Evidentemente le autorità, pur assumendosi dei rischi, danno per assunto che un positivo di oltre venti giorni prima che non sia sintomatico non costituisca più un pericolo di contagio. Chissà cosa ne pensa l’Organizzazione mondiale della sanità. Non sembra necessario nient’altro: non testi rapidi all’arrivo, che anzi non sono ritenuti validi da parte dei viaggiatori, né un tampone negativo poco prima della partenza. Le immunoglobuline G, occorre ricordarlo, sono gli anticorpi che si legano al virus impedendogli di entrare in contatto con le cellule e vengono prodotte dopo due o tre settimane dall’infezione, garantendo un’immunità di durata senz’altro prolungata (ma sulla quale, nel caso di Sars-Cov-2, non c’è ancora certezza assoluta).
 
Si tratta solo della prima fase del graduale processo di riapertura dell’arcipelago nello stato di Pernambuco, santuario ambientale terrestre e marino oltre che patrimonio mondiale dell’Unesco. Un luogo selvaggio, dove il turismo è già di solito contingentato a poche centinaia di persone in contemporanea che si aggiungono ai 3mila residenti, che ospita oltre 230 specie di pesci e molluschi e 40 di uccelli marini, scorci segreti, baie più protette come quelle che affacciano sul “mar de dentro” (la parte dell’isola che guarda alle coste brasiliane) o più battute dai venti come la Baia de Lao nel “mar de fora” ed entroterra tagliati da percorsi naturalistici. In tutto lo stato, e dunque anche a Fernando de Noronha, le spiagge, prima accessibili solo fino alle 4 del pomeriggio, sono per esempio ora aperte a gruppi fino a dieci persone e senza limiti di orario. Ristoranti, bar e locali possono lavorare al 50% della capienza, i trasporti pubblici sono ripartiti così come le celebrazioni religiose e gli eventi sportivi. Hanno riaperto anche saloni di bellezza, palestre e altri esercizi. Le mascherine sono obbligatorie in pubblico e chiunque manifesti sintomi deve notificarlo alle autorità dell’arcipelago. “Sull’isola non si verifica trasmissione comunitaria da molto tempo – ha spiegato il segretario alla Salute del Pernambuco, André Longo, alla Reuters – dobbiamo fare in modo che prosegua in questo modo. Ovviamente il passo che compiamo è compiuto con un occhio alla sicurezza e alle attività economiche dell’arcipelago”.

Enit in Brasile dal 2 al 4 aprile


L’Enit (Ente nazionale italiani del turismo) partecipa alla Wtm Latin America 2019, la principale fiera mondiale per l’industria di viaggi del continente, dal 2 al 4 aprile prossimi a San Paolo del Brasile. Nei tre giorni di eventi «B2B» sono attesi migliaia di visitatori presso lo stand Italia; nello spazio di 99 metri quadrati verrà ospitata la Regione Emilia Romagna assieme a 14 espositori tra i quali compagnie aeree, tour operator e hotel che presenteranno offerte per il mercato brasiliano. Novità di questa edizione è la promozione della Corsa Italia, speciale esperienza di 6 chilometri in programma il 9 giugno a San Paolo, uno degli eventi che anticipa le celebrazioni per il centenario Enit. Una zona sarà dedicata a esperienze di realtà virtuale lungo tre percorsi (città d’arte, food e lifestyle). Verranno inoltre distribuiti gadget promozionali a tutti i visitatori dello stand e una guida sulle regioni italiane con una mappa stradale della Penisola.
Prevista (il 2 aprile ore 15), sempre allo stand Italia, con il direttore dell’IF (ImolaFaenza Tourism Company, Erik Lanzoni) la presentazione degli eventi legati al ricordo del pilota Ayrton Senna che si terranno all’autodromo di Imola nel 25° anniversario della morte del campione il prossimo primo maggio. Sarà una cena istituzionale (sempre il 2 aprile) al Terraço Italia, rinomato ristorante italiano della capitale brasiliana, a favorire il networking tra operatori, stampa ed espositori. Protagonisti della serata gli chef Manuela Barbolan e chef Pasquale Mancini e il sommelier Francisco Freitas: presenteranno i prodotti enogastronomici del Belpaese con l’accompagnamento del pianista Daniel dos Santos Gonçalves e del tenore Daniel Umbelino e del soprano Simone Luiz che canteranno famose arie di autori italiani.

L’Italia è sempre più attraente per i flussi latino americani: secondo l’Ufficio studi dell’Enit (elaborazione  su dati Istat, Banca d’Italia e Unwto) gli arrivi aeroportuali dal Sud America nel 2018 sono cresciuti del +6,7% rispetto al 2017. I flussi turistici nelle strutture alberghiere italiane dai principali Paesi latino-americani risultano in aumento nel 2017 rispetto al 2016. Gli hotel ospitano la maggioranza dei flussi da ogni Paese, anche se nel biennio considerato cresce maggiormente la ricettività extra-alberghiera per entrambi gli indicatori, arrivi e presenze. In aumento il totale dei viaggiatori alle frontiere (+17,1%) e la spesa (+11,2%) dei turisti provenienti dai Paesi latino americani in Italia mentre risultano in leggera flessione i pernottamenti (-0,3%). In termini di spesa turistica, si registra un +12,5% degli introiti dal Brasile, pari a 720 milioni di euro, e dall’Argentina (+25,5%), ma anche è aumentato anche il numero di turisti messicani. Sono ancora una volta i brasiliani a spendere di più superando per budget Argentina e Messico.
«“Quello sudamericano è un mercato in espansione che pesca dal passato, si rigenera grazie anche al turismo di ritorno» dice il presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci. «Il merito di questi successi va in particolare all’accordo di cooperazione tra Italia, Argentina e Brasile firmato dal ministro delle Politiche agricole e del Turismo Gian Marco Centinaio La conoscenza delle eccellenze italiane passa anche dalla nostra capacità di rafforzare la comunicazione del percorso esplorativo: un’esperienza che trova slancio anche nella centralità del food».
La Stampa

#Rio2016 Dizionario del Turismo Cinematografico le Olimpiadi e il Cinema

Augurandoci che le voci circolanti in questi giorni riguardo la pulizia etnica delle strade di Rio da parte della polizia nei confronti dei bambini di strada (veri e propri omicidi gratuiti a danni di minori!) siano solo leggende metropolitane (però qualche anno fa, durante gli Europei di Calcio in Ucraina, fu accertata come autentica la strage di cani randagi!) e che lo sport sia considerato come merita (una manifestazione di amore e fratellanza, e già gli atleti libanesi a quanto pare non lo capiscono visto il rivoltante episodio del bus del quale si parla da giorni!) noi del Dizionario del Turismo Cinematografico tenteremo di parlare dell’argomento esibendo varie scalette: 1) Analisi documentaristica della manifestazione 2) Facciamo il punto: “Quante volte il Cinema si è occupato di Olimpiadi?” 3) Le location.

Ma ora cominciamo il nostro avventuroso (e spero commovente!) viaggio:

Storia delle Olimpiadi

Il termine “Olimpiade” deriva dalla città di Olimpia, in Grecia, dove si svolgevano le Olimpiadi dell’antichità in occasione di feste religiose (storicamente dal 776 a.c. al 393 d.c. In tutto si tennero 292 edizioni di Giochi Olimpici). Ma come ebbe origine tutto ciò? L’origine degli antichi Giochi olimpici si è persa, anche se esistono molte leggende. Il primo documento scritto che può riferirsi alla nascita delle Olimpiadi parla di una festa con una sola gara: lo Stadion. Da quel momento in poi tutti i Giochi divennero sempre più importanti in tutta l’antica Grecia. Successivamente altri sport si aggiunsero alla corsa e il numero di gare crebbe fino a venti, e duravano sette giorni. Le Olimpiadi avevano anche un’importanza religiosa, in quanto si svolgevano in onore di Zeus, re degli Dei. I vincitori delle gare venivano fatti oggetto di ammirazione e immortalati in poemi e statue, e fregiati di una corona di ulivo. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come Olimpiade; i Greci usavano questa suddivisione per il computo degli anni. Per tutta la durata dei giochi venivano sospese le ostilità in tutta la Grecia: questa tregua era chiamata Ekecheiria. La partecipazione era riservata a greci maschi liberi, che potessero vantare antenati greci. La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti permetteva solo ai membri delle classi più facoltose di prendere in considerazione la partecipazione. A differenza dei Giochi Olimpici Moderni, solamente uomini che parlavano greco potevano partecipare alle celebrazioni. Si consideravano giochi “internazionali” poiché i partecipanti provenivano dalle varie città stato della Grecia, ed anche dalle colonie. I Giochi persero gradualmente importanza con l’aumentare del potere romano in Grecia: all’inizio furono benvoluti e aperti anche a Romani, Fenici, Galli e altri popoli sottomessi (Nerone, ad esempio, aprì un enorme edizione dei giochi a Roma in cui tutti gli atleti dell’Impero Romano poterono partecipare, lui compreso), ma quando il Cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero Romano i Giochi olimpici vennero visti come una festa “pagana”, e nel 393 d.c. l’imperatore Teodosio 1°, assieme al Vescovo di Milano Ambrogio, li vietò, ponendo fine a una storia durata oltre mille anni. Oltre ai Giochi di Olimpia si disputavano altre competizioni religiose: i Giochi Pitici in onore di Apollo a Delphi, quelli Nemei a Nemea in onore di Zeus; quelli Istmici in onore di Poseidone e del Dio Palemone presso l’Istmo di Corinto e i Giochi Panatenaici ad Atene. Dopo quasi 15 secoli di interruzione, nel 1896 Pierre De Coubertin ristabilì i Giochi Olimpici cambiando un bel po’ di regole (potevano partecipare atleti di tutto il mondo, le olimpiadi si svolgevano in nazioni sempre diverse e dal 1900 potevano partecipare anche le donne, per fare un esempio). Riguardo alle Olimpiadi dell’Antichità il cinema fa accenni nei Peplum, soprattutto degli anni ’60, ma il vero e proprio film dedicato a loro mi pare sia solo ASTERIX ALLE OLIMPIADI. Nel corso del 20° secolo sono stati creati diversi tipi di Olimpiade. Vediamoli un attimo: Olimpiadi Estive (conosciute semplicemente come “Olimpiadi”. Quella di Rio 2016 è, appunto, una Olimpiade Estiva), Olimpiadi Invernali, ParaOlimpiadi (si svolgono pochi giorni dopo le Olimpiadi Ufficiali e sono svolte da atleti con handicap fisici), Olimpiadi degli Scacchi, Olimpiadi Scientifiche. Queste ultime, svolte da studenti delle Scuole Medie Superiori, si dividono, a loro volta, in: Olimpiadi di Astronomia, Olimpiadi di Biologia, Olimpiadi di Chimica, Olimpiadi di Scienze della Terra, Olimpiadi di Informatica, Olimpiadi di Matematica e Olimpiadi di Fisica. Poi ci sono le Olimpiadi Universitarie, conosciute come Universiadi, riservate agli studenti universitari di tutto il Mondo, che hanno le stesse discipline sportive delle Olimpiadi Ufficiali (sia Estive che Invernali). Quelle citate sono, naturalmente, le Olimpiadi Internazionali. Ultimamente il termine “Olimpiade” viene usato anche per Giochi (non Internazionali) creati sul momento per manifestazioni come Festival, Campionati, Tornei, etc… Per questo motivo voglio ricordare anche gli onesti “Giochi Senza Frontiere”, manifestazione annuale estinta simile ad una sorta di simpatica Olimpiade Estiva, con giochi pure da spiaggia, che non utilizza ipocritamente il termine “Olimpiade” nel titolo ed ha il merito (o il demerito, a seconda dei casi) di aver ispirato altri Giochi in tutto il Mondo (ricordiamo quelli mostrati nel programma “Mai dire Banzai” o il recente “Wipeout”). Delle Olimpiadi Scientifiche Studentesche più che il cinema vero e proprio se ne è occupato molto (e non poteva essere altrimenti) il telefilm horror vacui (tra questi ricordo una puntata di BEVERLY HILLS 90210) e la letteratura minimalista americana degli anni ’80.

Dizionario del Cinema Olimpionico (film e qualche location)

FRATELLI DEL NUOTO (1920)

Le Olimpiadi del 1920 viste dalle gare di nuoto.

OLYMPIA- APOTEOSI DI OLIMPIA (1936/1938)

Celebre film di propaganda nazista realizzato con enormi e innovativi mezzi tecnici per celebrare le Olimpiadi del 1936. Recentemente (2014) una proiezione nella Bibliomediateca di Chivasso (To) ha causato polemiche. Le location del film attualmente sono in stato di abbandono.Il Villaggio Olimpionico di Berlino, location delle Olimpiadi del 1936 viste nel film OLYMPIA- APOTEOSI DI OLIMPIA (1936/1938) allo stato attuale (abbandonato).




PRELUDIO ALLE OLIMPIADI (1956)

Film sulla preparazione alle Olimpiadi Invernali del 1956.

LA GRANDE OLIMPIADE (1960)

Documentario Mondo sulle Olimpiadi di Roma del 1960,

LE OLIMPIADI DEI MARITI (1960)

Durante le Olimpiadi di Roma del 1960 alcuni ragazzi pensano di tradire le consorti con belle turiste venute a seguire la manifestazione sportiva. Cast di mattatori guidati da Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi in forma smagliante!

ACCADDE IN ATENE (1962)

Rievocazione di un evento reale (un pastore greco che allenandosi solo poco tempo prima riesce a primeggiare nel podismo) avvenuto durante le Olimpiadi di Atene del 1896.

LE OLIMPIADI DI TOKYO (1965)

Documentario Mondo sulle Olimpiadi di Tokyo del 1965.

21 ORE A MONACO (1976)

Cronaca dell’attentato terroristico nel quale persero la vita alcuni atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco del 1972.

MOMENTI DI GLORIA (1981)

Probabilmente il più celebre tra i film dedicati alle Olimpiadi (questa volta quelle del 1924).

Memorabile e ormai nel cuore di tutti il celebre motivo musicale di Vangelis diventato sigla ufficiale dell’Olimpiade.

Tutta la retorica e il romanticismo del grande Hugh Hudson in un vero e proprio capolavoro. Nello stesso anno il regista dedicherà, insieme ad un altro maestro di retorica mista a romanticismo (sua maestà Gualtiero Jacopetti del quale in questi giorni ci sono le celebrazioni per il 5° anniversario della scomparsa!), il suo spirito sportivo ad un altro film (stavolta documentaristico) sull’argomento sport pulito/sogno dal titolo FANGIO- UNA VITA AI 300 ALL’ORA, biografia di Juan Manuel Fangio, il più grande campione automobilistico che sia mai esistito.MOMENTI DI GLORIA. Location Cambridge College, Inghilterra.

MOMENTI DI GLORIA. Location: Il cimitero di Saint Bean, Fowlis Westel. Perth & Kinross, Inghilterra.MOMENTI DI GLORIA. Location: Saint Trinity, Eton College, Eton, Berkshire Inghilterra.

MOMENTI DI GLORIA. Location: La spiaggia di West Sands Beach, Saint Andrews, Inghilterra.

16 GIORNI DI GLORIA (1986)

Film ambientato durante le Olimpiadi di Los Angeles del 1984.

SPADA DI GIDEONE (1986)

Un altro film sul massacro degli atleti israeliani da parte dei terroristi di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972.

COOL RUNNINGS- 4 SOTTOZERO

Film ambientato alle Olimpiadi Invernali di Calgary 1988.

UN GIORNO A SETTEMBRE (1999)

Altro film sui fatti tragici di Monaco 1972.

MUNICH (2005)

Ed ecco l’ennesimo film sulla tragedia avvenuta alle Olimpiadi di Monaco 1972, stavolta realizzato da Steven Spielberg con mezzi tecnici elevati e molto denaro in produzione che gli ha permesso di girare in varie location (oltre quelle conosciute anche Malta). Presa di posizione pacifista ma accusata da qualcuno di ambiguità. Alla vostra visione l’ardua sentenza!!!

Sulle riprese a Malta vi giriamo al bel dossier realizzato dalla nostra collaboratrice tecnica Paola Lehava.

ASTERIX ALLE OLIMPIADI (2008)

Uno sguardo divertente (come consuetudine dei film della serie) alle Olimpiadi dell’antichità.

LONDON CALLING (2012)

Documentario sulle Olimpiadi di Londra 2012.

RACE- IL COLORE DELLA VITTORIA (2016)

Le Olimpiadi di Berlino del 1936 viste dagli occhi di Jesse Owens, l’atleta di colore al quale Adolf Hitler rifiutò di stringere la mano.
fonte: 12alle12.it

Tutti pazzi per il Brasile olimpico: mete imperdibili, case da sogno e cibi da provare

Tutto pronto per l’evento sportivo dell’estate a Rio de Janeiro. In attesa di conoscere l’esito delle gare ecco i campioni di Rio de Janeiro in fatto di case da sogno, cibo e curiosità.
CASE DA SOGNO NEI PRESSI DELLE LOCATION OLIMPICHE - Gli host Airbnb di Rio de Janeiro ospiteranno più di 55.000 persone che arrivano da più 110 paesi diversi. Il prezzo medio per una notte è di 154 euro per un alloggio a Rio, e in media ogni prenotazione è per 3 persone. Il maggior numero di viaggiatori che useranno Airbnb provengono dal Brasile, diversamente da ciò che era accaduto durante la Coppa del Mondo, dove solo il 6% delle prenotazioni proveniva da turisti brasiliani. Al momento, i viaggiatori provenienti dal Brasile rappresentano il 49% delle prenotazioni per Rio 2016. Dietro al Brasile, troviamo gli Stati Uniti, l’Argentina, l’Inghilterra e la Francia. Ecco dove trovare case vicine alle location olimpiche e la lista delle 10 più belle case di Rio.
ECCO I CIBI (E I RISTORANTI) DA PROVARE - Ecco poi una selezione di cibi da non perdere e i ristoranti dove mangiarli consigliati da The Fork.
Barbecue
Il Brasile è il re del barbecue: i tagli di alta qualità sono conditi con sale grosso e grigliati alla perfezione. In particolare nelle churrascarías (tipiche steakhouse), diverse tipologie di carne (pollo, manzo, maiale, pecora) vengono marinate e cotte alla griglia a elevata temperatura, conferendo alla carne il sapore di una leggera affumicatura. Nel churrasco rodizio, in particolare, la carne è cotta su tipici spiedoni e tagliata a coltello direttamente nel piatto. Dove assaggiarlo a Rio? Alla Churrascaria Majórica: Churrascaria tradizionale di Rio de Janeiro, inaugurata nel 1961.
Feijoada
Preparato e mangiato in tutto il Brasile, la feijoada è forse il piatto più rappresentativo di questo Paese. Si tratta, come si evince facilmente dal nome, di una sorta di fagiolata. La ricetta ha moltissime variazioni: è uno stufato realizzato con fagioli neri o bruni, salsicce e diversi tagli di carne di maiale. La preparazione è molto lunga e può richiedere fino a 24 ore. I fagioli vengono infatti messi in ammollo e cotti a lungo. La lentezza della cottura serve a rendere il piatto più digeribile di quanto possa sembrare. Solitamente accompagnato da riso, cavolo, fette d'arancia, farofa (farina di manioca tostata) e cotenna di maiale nonché da un bicchierino di cachaça per facilitare la digestione. Dove assaggiarlo a Rio? Al ristorante Rubaiyat Rio de Janeiro, sotto il Corcovado, da cui la sera si può ammirare la statua illuminata del Cristo Redentore.
Moqueca 
Più di una semplice zuppa di pesce, la moqueca di peixe è delle pietanze classiche della cucina brasiliana con oltre tre secoli di storia, eredità della cucina indigena. Bahia e Capixabas si contendono le origini del piatto che consiste in pesce stufato con latte di cocco, pomodori, cipolle, aglio, coriandolo e un po' di olio di palma (dendê). Il nome moqueca deriva da muquém griglia di legno che gli Indios usavano per cuocere e seccare la cacciagione. Dove assaggiarlo a Rio? Al ristorante Satyricon, rifugio per chi cerca la freschezza e la qualità della cucina di mare. 
Caipirinha 
La Caipirinha è il cocktail nazionale brasiliano che si ottiene con cachaça, lime e zucchero, a cui si aggiungono ghiaccio sbriciolato e un fetta di lime. L’ingrediente principale è appunto la cachaça, un'acquavite prodotta in Brasile dal 1500 e ottenuta dalla distillazione del succo di canna da zucchero allo stato grezzo. Dove assaggiarlo a Rio? Al ristorante Espírito Santa in un palazzo tardo ottocentesco a Santa Teresa.
Acarajé 
Tipico cibo da strada di tradizione afro-brasiliana, è una sorta di tortino realizzato con pasta di fagioli feijão-fradinho, cipolla e sale. L’impasto è fritto nell'olio di dendê e poi farcito con peperoncino, gamberi, vatapá, caruru, insalata e altri ingredienti. Preparato quasi esclusivamente dalle donne, nella religione politeista Candomblé rappresenta un’ offerta agli dei Iansan e Exu. Dove assaggiarlo a Rio? In quanto cibo da strada, il posto migliore dove gustarlo è ... nelle strade! Un esempio? L’ hippie market di Ipanema at Praça General Osório, aperto tutte le domeniche dalle 10 alle 17.
Il periodo più cercato? Non è quello della cerimonia di apertura – Dopo l’entusiasmante cerimonia di apertura di Londra 2012 sono alte le aspettative per quella di Rio 2016. Sembra, però, che gli spettatori preferiscano godersi lo spettacolo dal televisore piuttosto che dal vivo. Almeno stando ai dati dell'Osservatorio trivago infatti, il periodo più cercato delle Olimpiadi non è quello della cerimonia, che è al 2/o posto, bensì quello d’inizio delle gare di atletica (12-14 agosto). Il terzo periodo più cercato è quello della chiusura (19-21 agosto), dove si terranno, tra gli altri eventi, anche le finali di calcio, pallavolo e beach volley.
La notte più cara? Con l’uomo più veloce della Terra – La notte del 13 agosto, quella prima della gara dei 100m piani uomini, è la più cara di tutti i Giochi: serve, infatti, una media di ben 314€ in camera doppia per dormire in uno degli hotel della città. Arrivare ben riposati alla gara che potrebbe riconfermare Usain Bolt come uomo più veloce del Pianeta costa il 12% in più rispetto alla media del periodo (280€ a notte in camera doppia)*. Contrariamente a quello che si crede, la cerimonia di apertura è tra le notti più economiche di tutte le Olimpiadi, con tariffe medie pari a 253€ per camera doppia, ben al di sotto della media del periodo.
Mondiali o Giochi? Una finale costa più di un’Olimpiade - La notte più cara di tutte le Olimpiadi è ben lontana dal prezzo medio pagato per la finale dei Mondiali di calcio nel 2014: 432€! I tifosi hanno pagato il 37% in più di quanto pagheranno gli appassionati di sport nella notte più costosa dei Giochi (il 13 agosto).
Tutti a Copacabana e Ipanema? Non proprio... – Se nell’immaginario collettivo si pensa che a Rio tutti vogliano svegliarsi davanti alla splendida spiaggia di Copacabana o a quella di Ipanema, durante le Olimpiadi preferirebbero farlo davanti a... un centro sportivo! Infatti, il 68% degli utenti di trivago ha ricercato hotel che fossero nel quartiere di Barra da Tijuca, il bairro sede principale delle gare dei Giochi e del villaggio olimpico. Tra Arena Olimpica do Rio, Estádio Aquático Olimpico, Arena Carioca e molte altre strutture, imbattersi nel proprio beniamino appena fuori dall’albergo sarà molto più facile.
Italiani bravi tifosi? Rio potrebbe esercitare un certo fascino – Gli Italiani sembrano essere dei bravi sostenitori dei propri atleti, dal momento che il numero di ricerche verso Rio durante il periodo olimpico è aumentato del 33% rispetto al periodo preolimpico. Questo ci posiziona tra gli europei più entusiasti dopo Regno Unito e Germania e a parimerito con la Spagna per aumento di interesse verso la città dei Giochi.
I fan più agguerriti? Sono giusto oltre confine – Chi ha deciso di approfittare del fatto che i XXXI Giochi saranno nel continente sudamericano e, perdipiù, in un paese confinante sono gli Argentini: occupano, infatti, il secondo posto dopo i Brasiliani per aumento di interesse nei confronti di Rio de Janeiro nelle date delle Olimpiadi.
Lontano dalla pazza folla? Sì ma non troppo – Traffico congestionato, prezzi esorbitanti, invasione di turisti: questi sono solo alcuni dei motivi per cui i grandi eventi possono essere un vero e proprio stress. Dove andranno, quindi, gli abitanti di Rio in fuga? La meta più ricercata si rivela Paraty, splendida città coloniale che si affaccia su acque cristalline, ideali per praticare qualche sport (per essere in tema!). La meta si trova ancora all’interno dello stato di Rio de Janeiro, a “sole” 4 ore di macchina dalla sede dei Giochi: si è sempre in tempo a tornare in città se si cambia idea.
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Rio 2016 Brasile . Le Olimpiadi si faranno di sicuro, per forza. È quello che ci sta dietro che è duro da digerire

Amo il Brasile per la meraviglia del suo ambiente e, soprattutto, per il suo popolo e la sua cultura, pur con tutte le sue contraddizioni. D’altra parte qualcosa i brasiliani la dovranno cambiare di sicuro, se è vero, come a me sembra ragionevole, che i governanti di un paese siano lo specchio del popolo.
Le Olimpiadi si faranno di sicuro, per forza. È quello che ci sta dietro che è duro da digerire.
Nessuno sa come stiano davvero le cose in questo paese devastato. Io, come altri blogger e giornalisti ne parlo spesso, ma il mainstreammediatico sembra perlopiù ignorare la situazione o farne qualche accenno di tanto in tanto. E veniamo al dunque, poiché ritengo giustodenunciare, anche se conviene sempre meno farlo poiché si è parlato persino di una legge che impedisca di parlare male del governo. Alcuni giorni fa il Presidente ad interim Temer ha rilasciato un’intervista televisiva nella quale appariva abbastanza ragionevole. Lo credo bene, visto che tutte le reti televisive sono, in un modo o nell’altro, controllate dal governo. Nessuno gli ha chiesto, per esempio, come mai la polizia, dall’inizio dell’operazione per “ripulire” la città di Rio dalla violenza, ha fatto fuori 2.500 persone, più o meno. La vita dei poveracci qui, violenti o no, non vale un accidente.
Il Comitato Olimpico ha dovuto scusarsi pubblicamente poiché i grandi machos del “Battaglione della selva”, i marines dell’Amazzonia, hanno fatto fuori un giaguaro che non ne voleva sapere di stare lì a guardarli a torace gonfio con la torcia olimpica in mano, in un’immagine di vaghe reminiscenze del secolo scorso. Non si capisce perché debbano sfilare con i giaguari alla catena, riempiti di sonniferi. Questa volta non hanno fatto effetto e l’animale ovviamentesi è ribellato a questi maschietti di sesta categoria, rimediando una palla nella cabeza….Vergognoso.
Lo Hospital Municipal Souza Aguiar, l’ospedale “dedicato” ai Giochi, è stato attaccato qualche giorno fa, con un blitz di 25 narcotrafficanti. Non hanno nessuna paura della polizia, drogati come cavalli come sono. Dovevano liberare un pericoloso pregiudicato lì ricoverato. Ce l’hanno fatta. Sparatoria tra i malati, morto un vigilante.
Al di là della violenza inaudita la crisi economica sta distruggendo il paese. Un paese ricco di petrolio e di risorse che sta affondando nella vergogna e nella miseria. Non riescono nemmeno a finire di costruire gli hotel con le camere già affittate per il periodo olimpico. Tra Ipanema e Copacabana un amico italiano responsabile dell’organizzazione degli eventi inaugurali (che mi ha chiesto di rimanere anonimo) mi indica un cantiere abbandonato. “Doveva essere un hotel di 18 piani” – e continua – “Con la passerella per pedoni e biciclette sull’oceano crollata di recente per un’onda anomala il nostro dubbio è più che altro sulla qualità delle strutture costruite per i Giochi”. Altre strutture, realizzate anni fa per la visita del Papa, erano affondate in una palude, nessuno si era accorto di che tipo di terreno fosse.
Una economista di rilievo dell’Università Cattolica di Rio (anche lei mi ha chiesto l’anonimato) alla mia richiesta di una sua opinione sulla situazione del Brasile mi ha detto: “Secondo me dopo le Olimpiadichiude”. Una battuta, ci mancherebbe…
Intanto una responsabile del colosso mondiale per prenotazioni di alberghi on-line, Booking.com, mi ha detto: “Sembra che qui facciano le riunioni e i brainstorming per trovare il modo migliore per frenare l’economia e rallentare lo sviluppo. Nella fattispecie si stava parlando del fatto che, dall’aprile scorso, per acquistare i biglietti olimpici on-line, udite udite, occorre fornire il CPF, il Codice Fiscale brasiliano. Se non ce l’hai niente biglietto. Nessuno può più acquistare on-line un biglietto dall’estero, sono decine di migliaia gli invenduti.
Lo credo bene che il governatore ha dovuto dichiarare lo stato di calamità a Rio. Un escamotage tecnico affinché il governo possa liberare i miliardi necessari a tappare tutti i buchi della gestione allegra. Non vengono nemmeno più pagati gli stipendi agli insegnanti delle macilente scuole pubbliche e agli agenti di polizia. Siamo in molti a pensare che la sicurezza in una situazione simile con ogni probabilità dovrà essere assicurata dall’esercito con i carri armati.
Ma il peggio rimane nella miseria e nella violenza delle favelas, dove i bambini poveri vanno in scuole di qualità infima, dove a stento imparano a fare due più due. E non è un modo di dire, lo so per esperienza diretta, dirigendo una ong che si occupa anche del doposcuola dei bambini delle favelas. L’abbandono è totale, anche se ci sono più soldini per patatine, i-Pad, i-Pod, android, triccheballacche, pinzillacchere…e via dicendo. La qualità vera della vita fa schifo, basta andare a vedere i barboni strafatti di crack sotto gli anonimi viadotti di cemento. Sono a centinaia.
D’altra parte proprio le favelas sono un ambiente affascinante, pittoresco e accogliente, e alcune possono essere visitate in assoluta sicurezza, scoprendo un mondo straordinario, ricco di umanità, calore e potenzialità. Se solo ci fossero dei programmi di educazione e sviluppo culturale degni di questo nome….
Non sono un economista, ma già anni fa avevo avuto il sentore che lo “sviluppo” del Brasile, sbandierato a destra e a sinistra, fosse un gigantesco bluff, che non permetteva altro che far viaggiare Dilma Roussef con tutto il suo staff nei più lussuosi alberghi del mondo, a spese dei contribuenti. L’unica cosa che mi viene sempre in mente è il refrain del gruppo rock brasiliano di protesta degli anni ‘80/’90, Legião Urbana: “Que país é esse?”. Che paese è mai questo?
Il Fatto Quotidiano

Olimpiadi di Rio, un percorso a ostacoli Brasile in difficoltà a un mese dai Giochi

Mentre la torcia olimpica attraversava la città di Maracaju, nel Mato Grosso del Sud, Marcelino Mateus Silva Proença, un giovane di 27 anni, assisteva al passaggio in mezzo alla gente assiepata lungo le strade della città. Quando la torcia gli è passata davanti, ha cercato di spegnerla con una secchiata d’acqua. Il gavettone ha mancato il simbolo olimpico, ma non il tedoforo che ha continuato la sua corsa. Il giovane è stato arrestato e non è chiaro se la sua sia stata una bravata o un gesto di protesta. Dopo il rilascio, ha postato sulla sua pagina Facebook l’immagine di un tedoforo con questo commento: ”Ho la torcia, ma non ho istruzione, salute, sicurezza e qualità di vita”.
Solo un episodio, ma i sentimenti del popolo brasiliano per questa festa dello sport sono nel corso degli anni virati dall’entusiasmo iniziale ad una crescente perplessità; è il declino del Brasile, sotto la pressione della crisi economica internazionale, la maggiore preoccupazione della gente. Una frenata iniziata nel 2012, quando l’orgoglio per l’assegnazione dei Giochi del 2016 si univa a quello di far parte del  BRIC, il club dei paesi che si avvicinavano a passi da gigante ai livelli di vita del mondo occidentale.
I giochi di Rio inizieranno tra poco più di un mese, in un momento molto delicato. Il Brasile sta attraversando una crisi politica senza precedenti nella sua storia democratica: il Presidente Dilma Rousseff è stata sospesa, perché ha trasgredito alcune regole nella presentazione del bilancio statale; mentre il Brasile è retto dal suo vice Temer, le procedure per confermare o meno l’impeachment sono ancora in corso. Il paese è stato colpito da una grave recessione causata dal crollo del prezzo del petrolio e la sua moneta, il Riaes, ha perso metà del suo valore negli ultimi cinque anni. Asse portante dell’economia del paese,  la società petrolifera Petrobras era nel 2011 l’azienda petrolifera con la maggiore capitalizzazione in borsa al mondo; ad oggi ha perso l’80% del suo valore ed è stata sconvolta da uno scandalo di tangenti e corruzione, svelato dall’inchiesta “Autoavaggio”; oltre che i vertici dell’azienda, sono stati numerosi gli esponenti politici coinvolti.
Il virus Zika, trasmesso da una zanzara “killer”, causa gravi malformazioni alla nascita e si è diffuso in Brasile dall’anno scorso; il sito del CDC, agenzia americana per il controllo e la prevenzione delle malattie, mantiene un livello di allerta 2 sui viaggi in terra brasiliana,sconsigliando la permanenza a donne incinte.
Questi problemi hanno costituito un vero e proprio percorso ad ostacoli per il Comitato Organizzatore e nuove preoccupazioni continuano a metterlo a dura prova, sul fronte finanziario e della Sicurezza. Ecco alcune notizie più recenti. Il Governatore dello Stato di Rio, responsabile per la sicurezza ed il completamento delle nuove linee di trasporto metropolitano, ha lanciato un grido di allarme all’amministrazione centrale: mancano i soldi per pagare la polizia (non ricevono gli straordinari da 6 mesi) e per finire i lavori, il cui completamento era previsto 4 giorni prima dell’inizio dei Giochi. Le vendite di biglietti, che stentavano a decollare, hanno quasi raggiunto i cinque milioni all’inizio di giugno. Sono ancora oltre due milioni i biglietti invenduti. L’intelligence brasiliana ha intensificato i contatti internazionali e le misure di prevenzione per un eventuale sbarco del terrorismo islamico in sud America; i giochi olimpici sono una vetrina globale di richiamo troppo largo per sottovalutare la possibilità di un attentato.
Ma la criminalità locale rimane comunque il problema numero uno per le forze dell’ordine e si teme un incremento in un periodo di grande affluenza turistica. La settimana scorsa membri della delegazione australiana ai giochi paralimpici sono stati minacciati con armi da fuoco e derubati. Uno degli ospedali raccomandati per i turisti è stato assaltato da uomini armati, che hanno fatto fuggire un presunto trafficante di droga.
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Olimpiadi di Rio, stimato un turismo aggiuntivo solo ad agosto di oltre mezzo milione di persone

Il richiamo Olimpico porta nel Paese organizzatore, ovviamente, un incremento di Turismo, ancora di più se questo Paese si chiama Brasile, una meta turistica già ambita anche senza questo importante evento sportivo. Una stima di Visa, attraverso l’analisi “Olympic Games travel & spend”, ha determinato solo nel mese di agosto un richiamo turistico di oltre 500mila persone nella città brasiliana di Rio, sede dei giochi.

Brasile, ecco quanto cresce il turismo grazie alle Olimpiadi di Rio


Le attese parlano infatti di un volume di nuovo traffico compreso tra i 400 e i 500mila visitatori solo per il mese di agosto 2016, che corrisponde a un aumento di 1,2 milioni di pax in più rispetto agli anni non-olimpici. 

Rio2016 per amore del golf: oltre alle canoniche attrazioni la travolgente città carioca è pronta a stupire



PERCHE’ ANDARE Non è un caso che il fascino di Rio riesca a contagiare chiunque, e in molti soffrono di un’inguaribile malinconia al momento della partenza. Tra le montagne lussureggianti ricoperte di foreste e le sue spiagge mozzafiato, la città carioca è celebre per tanti buoni motivi ed è da molti considerata la più bella del mondo. Dai grattacieli alle lagune, dal fermento culturale ai luoghi simbolo, Rio de Janeiro è capace di accontentare le esigenze di qualunque visitatore.

Il destino di Rio segnato dalle favelas

C’è una canzone di Gilberto Gil, il grande nero bahiano che è stato ministro della cultura di Lula che parla della «circular espresso dois dois dois dois que parte direita de Bon Succeso pra depois», il 222, l’autobus che portava dalla periferia faveladadi Rio fino al centro. Prendo il suo sostituto, il 550 che parte da Largo Machado nel quartiere di Laranjeiras, affollato ma centrale, e va verso il Morro do Alemao, La Rupe del Tedesco, una favela di 300 mila persone che si estende a Sud della città.

Turismo Rio2016 Olimpiadi, può essere la chiave per il rilancio del Brasile?

Una capitale amministrativa, Brasilia, un cuore turistico, Rio de Janeiro, e un fulcro finanziario, San Paolo: sono i tre volti – ma ce ne sarebbero molti altri – del Brasile, lo stato più grande e popoloso dell'America Latina con i suoi 8,5 milioni di chilometri quadrati di superficie, più o meno come l'Europa. Un Paese dalle molte anime, visitato ogni anno da milioni di persone (6,4 nel 2014, l’anno dei Mondiali, il 10,6% in più rispetto all’anno precedente e numeri non molto inferiori nel 2015) e in un momento di crisi fortissima come quello che sta attraversando il Paese, proprio il turismo, con il suo indotto passato da 3,9 miliardi di dollari nel 2005 ai circa 8,5 miliardi dell’anno scorso, può essere il volano per il rilancio. Stando ai dati del World Travel Turism & Council, nel 2014 il contributo diretto di viaggi e turismo all'economia del Paese è stato pari al 3,5% del Pil, cifra salita nel 2015 e che da qui al 2025, secondo le stime, crescerà ulteriormente al 3,7% del Pil. Ancora superiore il contributo complessivo, attualmente pari al 9,6% del Pil e atteso in rialzo al 10,2% entro il 2025. Quest'anno un contributo potrà arrivare dai Giochi Olimpici, che si terranno a Rio de Janeiro ad agosto. Stando ai dati dell’Ufficio brasiliano per il Turismo, per le Olimpiadi sono stati investiti circa 11 miliardi di dollari (il 57% dal settore privato e la parte restante da quello pubblico) e sono attese circa 500.000 persone, che avrebbero potuto essere di più,se non fosse stato per l'allarme generato dalla diffusione del virus Zika. Chi vive a San Paolo o a Rio racconta che molti turisti si sono fatti scoraggiare e che i Giochi avrebbero potuto portare molte più persone in Brasile, perché il problema c’è, ma la percezione che se ne ha all'estero è molto peggiore della sua reale entità. "Non è un problema così grande come viene dipinto, il panico non aiuta, basta prendere le giuste precauzioni", spiega Carlos Jereissati Filho, amministratore delegato di Iguatemi Group, la divisione che si occupa della gestione di shopping mall e che fa parte di Jereissati Group, colosso brasiliano con attività nei settori del real estate commerciale, delle materie prime e delle telecomunicazioni. Visitando le città più grandi la sensazione che si ha è che il Paese voglia andare avanti nonostante la crisi. È il caso di San Paolo, cuore pulsante della finanza brasiliana: le strade sono sempre trafficate, le vie principali, come la celeberrima Avenida Paulista, dello shopping, anche di lusso, come il quartiere Jardin, e quelle dove si trovano le principali banche e istituti finanziari, come l'Avenida Brigadeiro Faria Lima, sono affollate di persone che corrono al lavoro, passeggiano, entrano ed escono dai negozi, si soffermano nei numerosi ristoranti. "San Paolo è una città che vive molto la sera, ci sono tantissimi locali e ristoranti, di giorno la gente lavora tantissimo, poi ama uscire, anche perché il clima non è mai eccessivamente freddo neppure durante l'inverno", racconta Carlos Jereissati Filho. A Rio, città dal sapore completamente differente, le scene si ripropongono analoghe. Sono persone che abitano nelle metropoli, ma ci sono anche moltissimi turisti (per fare un esempio, l’anno scorso a San Paolo l’anno scorso i visitatori stranieri sono stati oltre 2,2 milioni). Anche i visitatori brasiliani sono in aumento: "Con la crisi, i brasiliani viaggiano meno all'estero, quindi riscoprono anche il loro Paese. Il Brasile è del resto enorme, per volare da nord a sud occorrono più di otto ore", racconta ancora Carlos Jereissati Filho.
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Tremendo Brasil Olimpiadi Rio2016 Brasile (e tutto un paese) a rischio fallimento

Airbnb, e l’Organizzazione mondiale della sanità. La legittima presidentessa è stata sospesa dall’incarico, il suo vicepresidente – diventato suo nemico e presidente a interim – ha fatto un governo che sta a sua volta perdendo un ministro a settimana, “gialli” giustizialisti e “rossi” antigolpisti si affrontano nelle strade, i lavori e i pagamenti sono indietro, il paese è in recessione, c’è paura che l’Isis approfitti della situazione per fare qualche mattanza, il presidente della Fiat Chrysler Argentina Cristiano Rattazzi ha appena detto che bisogna “scappare dal Brasile”, all’allarme sulle schifezze che potrebbero infettare velisti, nuotatori e canottieri si è ora aggiunto anche quello sull’epidemia di Zika. Ma, appunto, il colosso della sharing economy dell’accoglienza e l’agenzia Onu che si occupa di salute ostentano di credere ancora nel successo di quei Giochi di Rio de Janeiro che a due mesi dall’inaugurazione in agenda per il 5 agosto si presentano già come l’appuntamento più travagliato di tutta la storia delle Olimpiadi moderne.
Ma anche il loro entusiasmo ha risvolti che paradossalmente confermano il bruttissimo momento che il Brasile sta attraversando. Seconda startup dello sharing dopo Uber per valore di mercato, Airbnb attraverso Internet permette di trovare una sistemazione in alloggi privati, appartamenti o intere case: 1.500.000 proprietà immobiliari in 34.000 città di 190 paesi. E a Rio de Janeiro tiene in maniera particolare perché si tratta del suo quarto maggior mercato a livello mondiale, dopo Parigi, New York e Londra. Ebbene: la piattaforma a Rio ha ora 25.000 annunci, di fronte ai 20.000 di un anno fa, e ai 900 del 2012. Possibile, con un’economia di cui all’inizio di giugno è stato confermato che tra gennaio e marzo si è contratta dello 0,3 per cento? Si tratta in realtà di una recessione un po’ minore rispetto allo 0,8 che si attendeva, ma che è stata innescata soprattutto da un crollo del consumo delle famiglie brasiliane pari al 6,3 per cento, mentre il consumo del governo si è ridotto solo dell’1,4. E poi c’è la disoccupazione che è arrivata al livello record dell’11,2 per cento: 11,4 milioni di persone, una cifra che equivale quasi all’intera popolazione di San Paolo. Il fatto, però, dicono alla sede centrale dell’Airbnb di San Francisco, è che “la crisi economica è in realtà uno dei motori chiave per la crescita della nostra offerta in tutto il Brasile”. Perché significa più gente che vuole risparmiare e più gente che cerca di guadagnare qualcosa offrendo le proprie abitazioni in una città dove per la carenza di investimenti gli hotel sono in genere fatiscenti, con stanze piccole e umide ma con prezzi alti. Da quando nel 2009 Rio fu designata come sede dei Giochi, la capacità di accoglienza è stata raddoppiata, ma tutto ciò che in più è stato realizzato basterà appena per i funzionari del Comitato olimpico internazionale. Già in occasione del Mondiale di calcio un turista su cinque si sistemò grazie a Airbnb.
Sull’onda del successo sono nati cloni brasiliani che offrono un tipo di servizio simile, come Hotel Urbano o Alugue Temporada. La proporzione è destinata presumibilmente ad aumentare, dopo che si è saputo che i due Holiday Inn della nuova zona portuaria di Rio non saranno pronti solo nel 2017. Anche il Trump Hotel vicino al parco olimpico sta tardando, ma il candidato repubblicano alle prossime presidenziali americane giura che tutto sarà pronto per l’inizio dei Giochi. Si sarà sistemato in una struttura targata Airbnb anche il turista africano ai Mondiali che secondo un’ipotesi avrebbe portato in Brasile lo Zika? In realtà, secondo Airbnb l’epidemia di Zika ha portato sì a un boom di richieste di informazioni, per rispondere alle quali verrà anche aperto Rio un’ufficio temporaneo con la partecipazione di esperti, ma non a un crollo delle prenotazioni. Verrà dunque gente: troppa, secondo un gruppo di 170 scienziati, che ha scritto una lettera aperta all’Organizzazione mondiale della sanità, chiedendo appunto un rinvio delle Olimpiadi. Così come si fece nel 1916 per i Giochi in agenda a Berlino, nel 1940 per quelli di Tokyo e nel 1944 per quelli di Londra. Allora l’impedimento furono le due guerre mondiali; adesso è l’epidemia di Zika, con 120.000 casi confermati in poco più di un anno. “Si crea un rischio non necessario se si permette che 500.000 turisti stranieri di tutti i paesi viaggino ai Giochi, acquisiscano potenzialmente il virus e tornino alle loro case in luoghi dove potrebbe diventare endemico”, dicono. Insomma, un comportamento “non etico”.

“In base alla valutazione attuale, cancellare o cambiare il luogo dei Giochi olimpici non altererebbe la propagazione internazionale del virus Zika in modo significativo”, ha risposto l’Oms. “Il Brasile è solo uno dei quasi 60 paesi e territori che finora hanno riportato una trasmissione dello Zika atraverso le zanzare. La gente continua a viaggiare in queste zone per varie ragioni”. Ma, anche qui, quando l’Oms aggiunge che “la miglior maniera di ridurre il rischio di infermità è di seguire le avvertenze di viaggio delle autorità sanitarie” e poi sconsiglia alle donne incinte di andare a Rio e chiede ai loro partner “che pratichino sesso protetto o si astengano durante la gravidanza”, non è che faccia proprio il migliore degli spot, per una città che il turismo internazionale spesso esalta proprio come luogo di divertimenti sessuali e bagnanti dai costumi ridotti talmente al minimo, che proprio da queste spiagge ha preso il nome la ormai imperante “ceretta alla brasiliana”.

Purtroppo, peraltro, anche senza il virus che fa nascere neonati microcefali l’incontro con le acque di Rio de Janeiro sarebbe inferiore alle aspettative. Già un anno fa un’indagine commissionata dall’Associated Press al noto virologo Fernando Spilki aveva accertato gravissimi rischi per i 1.400 sportivi che dovrebbero navigare per la Marina da Glória della Baia di Guanabara, nuotare lungo le spiagge di Copacabana o remare per le acque salate del lago Rodrigo de Freitas. Tutti luoghi incantevoli, sia ben chiaro, visti da lontano, attraverso gli schermi tv. Per questo li hanno scelti. Visti da vicino, però, sono un lurido brodo di batteri e virus, risultato degli scarichi di gran parte dei gabinetti e delle docce di Rio. “L’acqua di qualità più infima mai vista nella mia carriera”, l’ha descritta l’allenatore della squadra austriaca Ivan Bulaja, dopo che il suo allenato David Hussel per averci nuotato si era ammalato, con febbre e vomito. “Acque reflue”, le ha definite il biologo marino John Griffith. La Ap ha denunciato che mentre in California scatta l’allarme quando si passa la soglia dei 1.000 adenovirus per litro al lago Rodrigo de Freitas si sta tra i 14 milioni e i 1.700 milioni. Gli esperti avvertono che probabilmente i brasiliani non se ne accorgono perché ci sono abituati, ma gli ospiti avrebbero il 99 per cento di possibilità di prendersi un’infezione se ingurgitassero appena tre cucchiate di acqua. La Società delle malattie infettive di Rio consiglia comunque a tutti gli stranieri che vogliono andare a Rio di vaccinarsi contro l’epatite A; un organismo omologo Usa aggiunge che bisognerebbe anche farsi un vaccino contro il tifo. Una vasta opera di decontaminazione è stata in effetti iniziata, ma non si concluderà che nel 2030.

A dicembre all’emergenza sanitaria si è poi aggiunta quella economica, quando il portavoce di Rio 2016 Mario Andrade ha spiegato che per via dei tagli imposti dalla crisi economica, gli atleti, se vorranno nelle loro stanze aria condizionata e televisori, dovranno pagarseli da soli. Nel contempo la compagnia scozzese Aggreko, dopo aver provveduto a illuminare nove Olimpiadi e sei Mondiali di calcio, annunciava il suo ritiro dalla gara di appalto per le forniture di elettricità al villaggio olimpico. A quanto pare, per le voci di ritardi sui pagamenti. E la Reuters commentava che le società rimaste in gara erano talmente inadeguate che “è probabile che chiunque vinca sarà costretto a chiedere generatori in leasing ad Agrekko”. Sempre a dicembre risaliva l‘informazione che i lavori erano in ritardo di 12 mesi rispetto alla tabella di marcia di Londra, e che il numero delle persone assunte aveva dovuto essere ridotto da 5.000 a 4.500.

A marzo è venuto anche l’allarme terrorismo, con il ministro della Difesa uruguayano Eleuterio Fernández Huidobro che in un’intervista al quotidiano di Montevideo El País ha parlato di un rischio Isis e della necessità di stabilire un coordinamento tra paesi frontalieri per evitare che “questi anormali facciano attentati”. “Il Brasile è minacciato. Non domandatemi perché o per cosa: so che è minacciato”. Dichiarazioni in linea sia con le preoccupazioni espresse da ambienti dei servizi di sicurezza brasiliani citati dal giornale O Estado de S. Paulo, sia con le stime della società di consulenza Soufan Group riportate dal Clarín di Buenos Aires, su 23 combattenti argentini e tre brasiliani attualmente nei ranghi dell’Isis. E Fernández Huidobro è uno che di terrorismo se ne intende: tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta fu nientemeno che il capo dei Tupamaros. Organizzatore di rapimenti, rapine, attentati e azioni clamorose come la “Toma de Pando” o il “Plan Satán”. In attesa che arrivino i jihadisti, comunque, è già in aumento anche il livello di delinquenza di strada, pur con un tasso di omicidi relativamente basso a Rio rispetto al resto del Brasile. Come ha denunciato Amnesty Internaional, ben 307 persone nel 2015 sono state peraltro uccise dalla polizia: un quinto di tutti i morti ammazzati. E nove persone sono morte durante i lavori.

Ad aprile c’è stato poi il collasso della pista ciclabile sopraelevata, abbattuta pochi mesi dopo l’inaugurazione da un’ondata gigante che ha ucciso due persone. Così si è rivelata anche l’emergenza sul tema infrastrutture, con una estensione della metro che è di vitale importanza per collegare le zone della spiaggia con il villaggio olimpico ma che è ancora in costruzione. In ritardo anche il centro di tennis e il velodromo, anche se si è riusciti a terminare in tempo parco olimpico, villaggio olimpico e campo da golf. Gli organizzatori promettono che i vagoni della metro inizieranno a viaggiare a luglio, ma secondo gli esperti così mancherà il tempo per metterli veramente alla prova in tempo per il 5 agosto. Che è la data dell’inaugurazione, come si è detto. Ma non si sa ancora chi inaugurerà. Dilma Rousseff è stata sospesa da presidente in attesa del giudizio definitivo per le “pedalate fiscali”: un sistema di finanza creativa con cui ha dirottato i soldi dei programmi sociali per coprire buchi di bilancio vietati dalla legge. Su di lei pende anche un’inchiesta per finanziamento illegale della campagna elettorale, e quell’accusa coinvolgerebbe Michel Temer: il vicepresidente che dopo essere stato eletto assieme a lei le si è ora rivoltato contro, è diventato presidente a interim e se il 3 agosto il Senato condannasse Dilma, diventerebbe presidente a tutti gli effetti. Di suo Temer è inoltre sospettato di aver fatto transazioni illegali di etanolo.

Numero tre nella successione è il presidente della Camera, ma il titolare Eduardo Cunha dopo aver autorizzato l’apertura del processo contro Dilma è stato a sua volta sospeso da un giudice del Supremo tribunale federale. Motivo: è accusato di aver ricevuto nello schema dello scandalo Petrobras 5 milioni di euro che avrebbe depositato in Svizzera. A quel punto è subentrato automaticamente il vicepresidente Waldir Maranhão, anche lui sotto inchiesta: sia per sviamento di 85 milioni di dollari di fondi municipali; sia per tangenti tra gli 8000 e i 42.000 dollari al mese nello scandalo Petrobras. Numero quattro in successione sarebbe allora il presidente del Senato Renan Calheiros: sospettato per evasione di imposte e ricezioni di fondi mensili da un lobbista, che avrebbe usato per mantenere una ex amante. In totale, hanno imputazioni di qualche tipo almeno 298 dei 513 deputati e 48 degli 81 senatori. Dopo che la Camera aveva rinviato a giudizio Dilma Rousseff con 367 voti contro 137, il Senato l’ha sospesa con 55 voti contro 22: un voto in più di quello che servirebbe anche per la destituzione definitiva. Ma qui basterebbero un paio di sospensioni di senatori “strategiche” per rimettere la presidentessa in gioco: esattamente quel che il nascente “partito dei giudici”, che guarda all’ammiratore di Di Pietro Sérgio Moro, potrebbe pensare di fare per imporsi come king maker tra gli schieramenti.

A ogni modo, Temer ha assunto il potere il 12 maggio. Già il 20 ha dovuto rinunciare all’accorpamento del ministero della Cultura in quello dell’Educazione, in seguito a una protesta di artisti e intellettuali arrivata anche a Cannes, con i cartelli contro il “golpe” esibiti da Sonia Braga e dagli altri attori del film “Acquarius”. Il 23 maggio l’importante ministro della Pianificazione Romero Jucá è stato costretto alle dimissioni, dopo che era saltata fuori un’intercettazione da cui si diceva a favore di una “soluzione politica” per bloccare le indagini sullo scandalo Petrobras. E il 30 maggio per un’intercettazione simile è saltato anche il ministro della Trasparenza Fabiano Silveira.
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