Le cappelle della REGGIA di Caserta, tesoro nascosto


Uno degli aspetti meno noti della famosa Reggia di Caserta è quello religioso. Nel celebre Palazzo sono presenti varie cappelle, una delle quali, l’oratorio di Ferdinando II di Borbone, è stata restaurata di recente: un patrimonio artistico e spirituale poco conosciuto e poco valorizzato. Costituisce nel suo complesso una delle tante risorse di un sito rinomato in tutto il mondo e da qualche tempo al centro di polemiche, soprattutto per via del degrado che negli ultimi anni ha caratterizzato il Palazzo e il celebre Parco.

«Le ragioni di una tale deprecabile situazione, a cui stiamo ponendo riparo, sono purtroppo abbastanza comuni nei siti culturali del nostro Paese – dice Mauro Felicori, manager bolognese, da qualche mese nuovo direttore della Reggia –. Possono sintetizzarsi in una scarsa attenzione all’accoglienza in ogni suo aspetto, pratico e gestionale, in una modesta manutenzione, in una quasi inesistente promozione». Ma assicura: «Vorrei coniugare valorizzazione e promozione, creando un circolo virtuoso in cui la crescita dell’accoglienza determini una crescita culturale e viceversa. Sul piano pratico, proseguire nell’ampia campagna di restauri ereditata dalla gestione precedente e soprattutto puntare decisamente sulle risorse, come la collezione d’arte contemporanea Terrae Motus, realizzata da Lucio Amelio dopo gli eventi sismici del 1980, di cui è stato curato in questi giorni il temporaneo riallestimento. Conto altresì di riaprire ambienti chiusi, come il teatro, vero gioiello, costruito in miniatura sul modello del San Carlo di Napoli, il Museo dell’Opera, la Quadreria borbonica e altre strutture come il convento dei Passionisti e la Casa degli schiavi saraceni, per creare un ostello per i forestieri. E ancora riattivare la gestione della Vigna di San Silvestro e dei Vivai. Fare della Reggia insomma un monumento accogliente e vitale, propositivo e sinergico, anche rispetto al territorio». 

Quanto alle cappelle del complesso reale sono sette. La più importante è quella Palatina. Carlo la volle a somiglianza di quella di Versailles. Fu una richiesta esplicita, a cui tuttavia Vanvitelli contrappose sostanziali modifiche. L’aula è a pianta basilicale, ma il matroneo è interrotto ai lati dell’altare e le navate laterali sono ridotte a poco più di semplici corridoi finestrati. È soprattutto la collocazione a fare la differenza. Non a piano terra, come nella Reggia d’oltralpe, ma al primo piano, con l’accesso dal grande vestibolo alla sommità dello scalone, che dà altresì agli appartamenti reali. Prestigiosa nella sua misura classica riletta in chiave settecentesca, coi fregi e gli stucchi d’epoca e i simboli del reame, la cappella si presenta incompleta. L’altare, pure ricco e prezioso, è ancora in stucco; lo stesso tabernacolo è in legno dipinto. Oggi la cappella è esclusa dal servizio liturgico, solo occasionalmente vi si celebra messa. Occorre aprirla nuovamente al culto, dicono alcuni, ma la suggestione è controversa. 

Tre spazi sacri sono all’interno degli appartamenti, due sono esterni. Quelli interni sono la cappella di Pio IX, nell’Appartamento Nuovo, l’oratorio di Ferdinando II e la cappella di Sua Maestà la Regina nell’Appartamento Vecchio. Quelli esterni sono la cappella degli Sfollati, posta sul limitare del Parco, verso ovest, che fu donata dal re ai passionisti, oggi annessa ai locali affidati alla Società di Storia Patria, e quella del preesistente Palazzo Acquaviva, attuale Palazzo di Governo, inglobato nelle strutture della Reggia, oggi trasformata in sala delle riunioni. Se ne potrebbero invero contare altre due: la cappellina posta di fianco alla Flora, giardino a corredo del Palazzo a est, e quella riallestita a ovest dall’Aeronautica militare, in fase di trasferimento. Si sa, i Borboni nutrivano un culto passionale e talora superstizioso per il sacro. Resta però intatta la santità di Maria Cristina, che di nascita era una Savoia, moglie di Ferdinando II. Sovente i dipinti la ritraggono in atteggiamento soave, pia e devota, con una forte e serena personalità. Suo è un piccolo inginocchiatoio collocato in un armadio a muro nell’appartamento vecchio, in un vano di passaggio, tra la toilette della Regina e la Sala delle Dame: poco più di un altarino, per la privata e quotidiana preghiera. 

L’oratorio di Ferdinando II è un vano stretto e lungo con un cielo affrescato da un rosone di putti angelici, quasi un vano di passaggio, un luogo di provvisorio rifugio. Sull’altare è una bella Assunzione di Maria. Più internamente, sempre nell’appartamento vecchio, in una delle sale estreme verso la biblioteca e la sala del presepe, è la cappella di Sua Maestà la Regina, quella in cui si diceva messa ordinariamente nei giorni festivi: una luminosa aula rettangolare, con luce a nord, altare in stucco e un dipinto di autore ignoto (forse Carlo Brunelli) che raffigura il Sacrificio di Maria. La cappella più conosciuta è certamente quella di Pio IX, la più elegante e la meglio conservata. Dal fine gusto neoclassico, con decori a stucco bianchi sull’azzurro del cielo e cornici in oro, costituisce uno dei luoghi più raffinati e raccolti del Palazzo. È posta infatti su di un angolo, quello sud occidentale, con quadri di scuola napoletana, dove ancora sono l’inginocchiatoio del re con lo stemma borbonico, le delicate acquasantiere in marmo, il finissimo lampadario e la statua di Pio IX, che qui sostò due volte, nel 1848 e 1949, e disse messa durante la sua fuga a Gaeta e il suo ritorno a Roma. A ricordarlo è un busto di Luigi Bartolini che lo ritrae con tratto giovanile, il volto calmo e pensoso. L’opera era stata commissionata al grande scultore alcuni anni prima a Firenze. Ma il re non diede soddisfazione al maestro toscano. Tanto che per le finiture degli abiti mandò un esemplare degli indumenti a Firenze. Di ciò Bartolini si piccò e invece di consegnare l’opera la donò ad un conte russo. Fu questi in verità che nell’occasione della venuta a Caserta del pontefice, ne fece munifico e pio dono alla Reggia.
Avvenire

Alpe Cimbra di Folgaria-Lavarone-Lusérn (Trentino) La“100 Km dei Forti–1000Grobbe Bike Challenge” dal 10 al 12 giugno 2016

L’ex campione del mondo marathon Roel Paulissen ai nastri di partenza.
Il campione italiano Juri Ragnoli cerca il poker nella “sua” 100 Km dei Forti.
Il comitato organizzatore Sci Club Millegrobbe ringrazia i partner dell’evento.


L’Alpe Cimbra (TN), teatro di sfide epiche, ha radici storiche profonde e la “100 Km dei Forti” del 12 giugno ne darà ancora una volta dimostrazione. È dell’ultim’ora l’iscrizione alla gara dell’ex campione del mondo marathon Roel Paulissen, già vincitore del primo appuntamento di Trentino MTB, la “ValdiNon Bike” di Cavareno, nella quale s’impose con una prova d’autorità sul livignasco Mattia Longa, altro ‘sfidante’ del contest agonistico fra i forti dei comuni di Folgaria, Lavarone e Lusèrn (TN). 
Questa volta però il belga avrà parecchio filo da torcere, sono tanti i contendenti al trono dell’evento che è parte di un trittico che durerà da venerdì 10 a domenica 12 giugno, il “1000Grobbe Bike Challenge”. Fra i concorrenti ci sarà anche il frescocampione italiano marathon Juri Ragnoli, altro uomo da battere alla “100 Km dei Forti”, già detentore di ben tre successi alla manifestazione cimbra. 
Il bresciano è tornato a vincere il Campionato Italiano Marathon dopo quattro anni, dopo varie vicissitudini e numerosi infortuni che hanno rallentato la crescita esponenziale dell’atleta, aiutato anche dai compagni di squadra del Team Scott, sicuri partenti anche alla “100 Km dei Forti”, come Cristiano Salerno. 
Ragnoli adora le salite, anche per questo è un abile scalatore, ma più di tutto ama la mountain bike, significative le sue parole in merito: “Non so proprio cosa farei senza MTB, quel senso di libertà che si prova quando si percorrono sentieri immersi nella natura è indescrivibile, solo un biker può capire. La mountain bike è una vera scuola di vita, non c’è discesa se prima non si affronta una salita, ogni ostacolo è fatto per essere superato!”. A Monteforte d’Alpone (VR) aveva tentato la fuga un altro protagonista di Trentino MTB, il vicentino Nicholas Pettinà, sul gradino più basso del podio alla “ValdiNon Bike”, mentre ad aggiudicarsi la categoria fra i Master 2 del Campionato Italiano Marathon è stata un’altra vecchia conoscenza di Trentino MTB, il trentino Ivan Degasperi, vincitore lo scorso anno del circuito e alla ricerca di un nuovo prestigioso riconoscimento anche nel 2016. 
I partecipanti di livello alla “100 Km dei Forti” non si fermano qui, ci saranno ancheFederico De Giuli, Franz Hofer, Paolo Colonna, Luca e Andrea Martini, gli altoatesini Johannes Schweiggl, Johann Pallhuber e Manuel Felder, senza dimenticare un’altra stella assoluta della competizione, Katazina Sosna del Team Torpado, al via fra le donne assieme alla campionessa italiana juniores 2010 e medaglia d'argento alle Olimpiadi giovanili di Singapore Alessia Bulleri e alle altre poderose atlete di Trentino MTB, con in testa Lorenza Menapace, trionfatrice alla “ValdiNon Bike”. 
La campionessa nazionale di Lituania Katazina Sosna è reduce da un fenomenale terzo posto al Campionato Europeo Marathon 2016 alle spalle della svedese Jennie Stenerhag e della trionfatrice britannica Sally Bigham. Sugli sterrati lettoni ha ben figurato anche il compagno di squadra della Sosna, Roel Paulissen, nono assoluto, fermato solamente da alcuni problemi con la catena della mountain bike che gli hanno causato non pochi grattacapi durante il tragitto. 
Il “1000Grobbe Bike Challenge” comprenderà anche la “Lavarone Bike” di venerdì 10 giugno con partenza alle ore 9.30 e la “Nosellari Bike” di sabato 11 giugno, anch’essa con start previsto per le ore 9.30. I percorsi ‘marathon’ e ‘classic’ della “100 Km dei Forti” - con quest’ultimo valevole per il “1000Grobbe Bike Challenge” - partiranno domenica rispettivamente alle ore 9 e alle 9.15. Nella stessa giornata alle ore 15 ci sarà anche la cerimonia di premiazione dei vincitori al Centro Congressi Lavarone Gionghi. 
Sabato 11 giugno alle ore 15.30 al Parco Palù di Lavarone, zona di partenza anche della sfida “dei grandi”, si disputerà la “Mini1000Grobbe Bike” riservata ai ragazzi fino ai 14 anni. 
Le iscrizioni per partecipare all’evento sull’Alpe Cimbra sono ancora disponibili, alla quota di 50 euro per il “1000Grobbe Bike Challenge”, 40 euro per “100 Km dei Forti” classic e marathon e 35 euro per “Lavarone Bike” e “Nosellari Bike”, mentre il comitato organizzatore dello Sci Club Millegrobbe tiene particolarmente a ringraziare chi ha reso possibile la realizzazione di queste prestigiose manifestazioni sportive dedicate alla passione dei bikers per le ruote grasse, ovvero i comuni di Folgaria, Lavarone e Lusérn, APT Alpe Cimbra, la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, e ancora Casse Rurali Trentine, Cantina Vivallis, Melinda, Coop, Phoenix, pasta Felicetti, Trentingrana, Mediocredito, Trentino Marketing, Inkospor, lubrificante WD 40, fi’zi:k, Focus, Dolomiti Energia, il marchio d’abbigliamento Alé e la rivista InBici. 
Un grande afflusso di partecipanti sta coinvolgendo la gara, grazie anche all’apporto di un cospicuo numero di volontari che si sono prodigati da tempo nel delimitare il percorso e nel renderlo fruibile a tutti, tuttavia, fanno notizia alcuni atti di vandalismo che si sono svolti nel weekend, qualche cartello indicatore è stato levato ed alcuni chiodi sono stati gettati lungo il tracciato, gesti che vanno sottolineati per mettere al corrente gli appassionati della stupidità e del malcostume di qualche esagitato, ma che di certo non andranno ad intaccare una manifestazione che fa parte della storia sportiva del Trentino e che alimenta edizione dopo edizione, i sogni degli appassionati.

Info: www.100kmdeiforti.it 
fonte: http://www.alpecimbra.it/
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
Turismo Culturale

I festival letterari da non perdere quest’estate


E’ iniziato giugno, mese che ci introduce alla stagione più attesa dell’anno: l’estate. Con essa, arriveranno anche diversi festival letterari estivi, appuntamenti consueti che, complice la bella stagione, permetteranno agli appssionati di libri e cultura di  girare l’Italia alla conoscenza di libri e scrittori. Da Ivrea a Ragusa, scopriamo insieme quali sono i principali festival letterari in programma quest’estate.
LETTERALTURA (Verbania, dal 23 al 26 giugno) – Uno dei festival letterari da non perdere è sicuramente Lago Maggiore LetterAltura 2016 . Giunto alla decima edizione, l’evento vede la partecipazione di scrittori e giornalisti, con spazio anche per la musica: 44 eventi, tra incontri con gli autori, spettacoli, laboratori creativi, proiezioni, e 3 mostre e più di 60 ospiti nazionali e internazionali per riportare l’attenzione sulla montagna priorità globale dell’umanità, unica fonte d’acqua che possa garantire un futuro florido alle nuove generazioni. La formula resta invariata: dagli incontri del mattino allo spettacolo della tarda sera il pubblico potrà incontrare gli autori, partecipare ai dibattiti, conoscere, riflettere e insieme divertirsi.
>>>sito segnalato Media partner Hotel Ancora Verbania Prenota Ora

A TUTTO VOLUME (Ragusa, dal 17 al 19 giugno) –  Si annuncia più ricca che mai la settima edizione di “A Tutto Volume – Libri in festa a Ragusa” che da venerdì 17 a domenica 19 giugno invaderà la capitale del barocco siciliano, patrimonio dell’Unesco. Uno dei principali festival letterari dedicato alla cultura con un programma che spazierà dalla narrativa all’attualità, senza trascurare enogastronomia, musica, spettacolo e una sezione dedicata ai giovani lettori. Oltre 50 autori, più di 30 eventi in 20 location, sei sezioni e circa 50 ore di programmazione. Tra gli ospiti Gian Carlo Caselli, Lucio Caracciolo, Stefano Boeri, Salvatore Settis, Paolo Di Paolo, Diego De Silva, Antonio Pascale, Estelle Laure, Marco Tardelli, Ninni Bruschetta e Gualtiero Marchesi. L’apertura e la chiusura saranno affidate a Corrado Augias e Valerio Massimo Manfredi.
CAFFEINA FESTIVAL (Viterbo, dal 24 giugno al 3 luglio) – E’ uno dei festival letterari più attesi dell’estate. Per il decimo anno si tiene a Viterbo Caffeina Festival. Quest’anno gli organizzatori hanno deciso di prendere una posizione precisa a favore la cultura dell’amore contro ogni forma di intolleranza e di odio, proponendo l’hashtag #unbacioinbocca e allestendo per l’occasione un’esposizione dal titolo Mille volte e altre cento: museo del bacio tra passione, cultura e magia, ovvero un percorso nella storia del bacio. Tra gli autori che potrai incontrare durante Caffeina: Francesca Barra, Marco Bisotti, Marco Bocci, Annarita Briganti, Valentina D’Urbano, Chiara Gamberale.
ISOLA DELLE STORIE (Gavoi, dal 30 giugno al 3 luglio) – Grande attesa anche quest’anno per l’edizione dell’Isola delle Storie. Festival Letterario della Sardegna che si tiene a Gavoi (Nuoro). Da giovedì a domenica, questo piccolo paese di 2.700 abitanti viene interamente invaso da scrittori e lettori, e gli abitanti partecipano attivamente all’organizzazione e all’accoglienza di chi arriva. Isola delle Storie viene anticipato da due giorni di Preludio (l’11 e il 12 giugno) con varie iniziative che introducono al Festival vero e proprio: tra i protagonisti del Preludio di quest’anno, il magistrato, scrittore e sceneggiatore Giancarlo Cataldo.
COLLISIONI (Barolo, dal 14 al 18 luglio) – Torna in peina estate l’ottava edizione di Collisioni, il festival agri-rock di letteratura e musica che sdi tiene a  Barolo, mecca del vino italiano, nel magnifico paesaggio delle Langhe piemontesi, patrimonio UNESCO, palcoscenico naturale per ospitare  nelle  sue  piazze  musica,  incontri,  dialoghi  con  premi  Nobel  per  la  letteratura,  star  della musica italiana e internazionale, registi di fama mondiale. Il tutto in un’atmosfera informale di confronto e crossover  tra  le  arti,  che  vede  protagonisti  scrittori,  filosofi,  registi  ma  anche  musicisti  che  normalmente siamo abituati ad ascoltare allo stadio e che a Barolo prenderanno la parola in veste di narratori e di poeti. Tra gli ospiti di uno dei festival letterari più seguiti ci saranno Luciano Ligabue e lo scrittore francese Michel Houellebecq, Alessandra Amoroso e lo scrittore statunitense Richard Ford, il premio Nobel russo per la letteratura Svetlana Aleksievič e Nek.
CORTONA MIX FESTIVAL (Cortona, dal 30 luglio al 7 agosto) – Con i primi grandi protagonisti annunciati per la quinta edizione del Cortona Mix Festival inizia ufficialmente il conto alla rovescia: torna l’entusiasmante shaker delle arti, promosso dal Comitato Cortona Cultura Mix Festival (composto da Gruppo Feltrinelli, Orchestra della Toscana, Officine della Cultura e Accademia degli Arditi), con musica, letteratura, cinema, teatro e molto altro. Nelle prossime settimane saranno annunciati i nomi degli autori ospiti e alcune grandi sorprese in programma per l’edizione 2016.
libreriamo.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

LetterAltura 2016 Da Adonis a Marco Malvaldi, da Fabio Canino a Alessandro Robecchi, da Amedeo Balbi a Alberto Negri grandi personaggi si incontrano sul Lago Maggiore per parlare di letteratura di montagna, viaggio e avventura

Per soggiornare a Verbania Hotel Intra (Media Partner)

Oltre 60 ospiti, 44 eventi a Verbania, e di questi 19 in collaborazione con altre associazioni e istituzioni, 3 Mostre dedicate al paesaggio, una programmazione capace di coinvolgere i più diversi ambienti del pubblico dei lettori. Un grande unico tema: I muri, raccontati in tutte le loro più varie accezioni. 

 Torna, dal 22 al 26 giugno, Lago Maggiore LetterAltura, la principale manifestazione dedicata alla letteratura di montagna, giunta quest’anno al traguardo della decima edizione. Invariata la formula del Festival: incontri con gli autori dalla mattina alla sera, spettacoli di cinema, musica e teatro in tarda serata, e un continuo raffronto tra lettori, ascoltatori e autori all’insegna del dialogo per approfondire, conoscere, riflettere e divertirsi. Tra gli ospiti internazionali: il poeta pluri candidato al Premio Nobel Adonis, una tra le figure di maggiore spicco nel panorama culturale europeo, il filosofo parigino Bruno Nassim Aboudrar, che ci spiegherà i paradosi del velo, e il regista austriaco Julian Roman Polsler che con il film Die Wand metterà in scena il paesaggio, la solitudine, il silenzio e i suoni della montagna. 

Tre le mostre dedicate al paesaggio, ai giardini e all’architettura, in programma a Verbania: dal 22 al 26 giugno, a Casa Ceretti – Museo del Paesaggio, Il sogno del giardino, 40 fotografie di giardini, poetiche e oniriche, del fotoreporter Vincenzo Cottinelli; dal 24 giugno al 3 luglio, a Palazzo Flaim, Sulla soglia, mostra fotografica dedicata ai progetti dello studio di architettura romano Labics e realizzata in collaborazione con Ordine Architetti Novara e VCO; dal 25 giugno al 2 ottobre a Villa Giulia, Immaginare il giardino, realizzata in collaborazione con Museo del Paesaggio e curata da Michael Jakob.

 Nella sezione spettacoli, il concerto Gitani e Magiari del Quartetto K, gruppo klezmer ravennate, in programma nel giardino di Villa Giulia per l’inaugurazione del Festival e realizzato come prologo dell’Ossola Guitar Festival; Villa Giulia farà da palcoscenico anche allo spettacolo musicale World Dancing Music dei Magnasco Quartet di venerdì 24 giugno e allo spettacolo teatrale tratto dal Candido di Voltaire Il migliore dei mondi possibili della compagnia toscana Attodue di sabato 25 giugno.

 Quattro i cine incontri: Più in alto delle nuvole di Fredo Valla, dedicato alla mitica figura di Géo Chavez; Die Wand – La parete (film non ancora distribuito in Italia) di Julian Roman Polsler in dialogo con la filosofa Francesca Rigotti; il documentario vincitore del Festival dei Diritti Umani di Milano, commentato dal giornalista di Radio Radicale Roberto Spagnoli, che ci parlerà anche del ruolo e della responsabilità del giornalista di fronte ai fatti d’attualità; Shoes from Trieste di Gregor Božič (con lui l’attrice protagonista Dora Ciccone), cortometraggio vincitore della 17° edizione del Festival del Cinema Sloveno, e Comfort Zone di Perla Sardella, cortometraggio presentato alla 33° edizione del Torino Film Festival. 

 Come sempre, ci attendiamo un’invasione di “magliette blu”: centinaia di volontari, per i quali durante l’anno sono previsti momenti di incontro e formazione, e che sono il cuore del festival.

 I Muri /  Il muro di montagna è una parete naturale rocciosa e scoscesa che gli uomini hanno imparato ad affrontare arrampicandovisi sopra, per necessità o per passione (oggi si fabbricano e si vendono anche muri artificiali, su cui ci si può allenare nella scalata). In rapporto all'essere umano, il muro alpino è comunque una parete che gli si erge di fronte e lo sfida ad affrontarla, a scalarla; nell'ambito dello sci, un tratto assai ripido di discesa. L'accento è posto qui sulla struttura scoscesa, sulla ripidità, sulla inclinazione del muro. I muri di cui si tratta in questo Festival sono dunque in primo luogo pendenze montane, e di alcune imprese di ascesa di tali muri, pareti e muraglioni parleranno autori e alpinisti. 

 Ma di molti altri muri ci occuperemo: muri artificiali per esempio, in quanto costruiti dall'uomo, ma non per l'arrampicata. Strutture edilizie che recingono, chiudono e proteggono, come i muri delle case o le mura delle città. Ma in questo caso le distinzioni sono più raffinate: ci sono muri che separano e muri che uniscono, muri che dividono e muri che congiungono, muri che proteggono e muri che respingono, muri che contengono e muri che espellono (talvolta essendo, paradossalmente, lo stesso muro). Il muro è protezione e difesa, oppure impedimento, ostacolo e barriera, a seconda della parte da cui lo si guarda o in cui si sta: dentro o fuori dal muro? 

 Anche di questi muri si parlerà in questo Festival, in senso proprio e in senso figurato; e non verranno dimenticati nemmeno i muri politici veri e propri, nel senso più generale del termine, che è quello di fare atto di autorità, controllare, creare limiti, escludere, vietare, dove l'esempio più famoso resta quello del Muro di Berlino, diventato un modello, l'unico a potersi fregiare dell'iniziale maiuscola, apogeo dell'esclusione e della divisione. Ma erigere muri e chiudere porte e varchi non porta ad alcuna soluzione. Come notava il sociologo tedesco Georg Simmel, occorre una misura anche in questo. È proprio di ogni società chiudersi nei confronti degli altri e nel contempo aprirsi: ma se chi si apre completamente perde parte della propria identità, chi si chiude, erigendo muri e basta, muore.

 Insieme a noi, a parlare di Muri politici, culturali, razziali e sociali, con uno sguardo sempre rivolto all’attualità: Adonis, poeta siriano fra i più importanti del mondo arabo, in dialogo con il giornalista di Radio Marconi Marco Casa; Alberto Negri, giornalista e inviato del Sole 24 Ore, i cui articoli più recenti hanno spesso come tema i muri politici, i confini e le migrazioni, in dialogo con il giornalista Gianfranco Fabi; il filosofo francese Bruno Nassim Aboudrar, che ci spiegherà i paradosi del velo, in dialogo con l’editorialista de Il Corriere della Sera, esperta in materie medio orientali, Farian Sabahi; lo psicoterapeuta dell’età evolutiva e scrittore Alberto Pellai che, insieme all’editor storico di Erickson Riccardo Mazzeo, ci insegnerà come spiegare l’Isis ai bambini; la viaggiatrice Elena Dak, che i muri sociali e culturali li ha superati viaggiando fianco a fianco con i pastori Bororo, nel cuore del Sahel; lo scrittore e giallista Alessandro Robecchi, in dialogo con Angelo Miotto direttore di Q Code Mag, che racconterà i muri sociali delle grandi metropoli, a partire da Milano; lo scrittore e conduttore Fabio Canino, in dialogo con la speaker radiofonica Laura Piazzi, che metterà in scena il superamento dei muri in un’ipotetica e utopica repubblica gay; il fotoreporter Vincenzo Cottinelli, che mostrerà le fotografie che ha scattato ai muri di Parigi nei giorni immediatamente successivi al tragico 13 novembre 2015. 

 E, in collaborazione con Marcos Y Marcos e l’Associazione LaAV, a conclusione del Progetto BookSound - Letture ad alta voce, realizzato negli Istituti Superiori di Verbania e Domodossola: lo scrittore Lello Gurrado, che parlerà di razzismo, ingiustizie e contrasti tra Nord e Sud, e lo scrittore Stefano Amato, che parlerà, in forma di pastiche letterario, di lotta alla Mafia. Entrambi gli incontri saranno condotti dagli studenti. Di Muri, intesi come pareti di montagna, da scalare e conquistare, parleremo con: François Cazzanelli e Marco Farina, del Centro Addestramento Alpino di Aosta, in dialogo con il giornalista de La Stampa Enrico Martinet; Arturo Squinobal, storica Guida Alpina di Gressoney e portavoce della cultura Walser, in dialogo con il giornalista di Macugnaga Teresio Valsesia; gli scrittori Alberto Paleari, Erminio Ferrari e Marco Volken, tra le voci più influenti della scrittura di montagna nazionale e internazionale, in dialogo con la giornalista di Planet Mountain Simonetta Radice. Di Muri architettonici e costruiti dall’uomo si parlerà con il fotografo Walter Zerla e con i fondatori dello studio Labics, in dialogo con il giornalista di Leonardo TV, esperto di design e architettura, Giorgio Tartaro. Di giardini, intesi nella loro definizione di hortus conclusus, si parlerà con le architette Nausikaa Mandana Rahmati e Brunella Lorenzi, che illustreranno il Giardino Islamico, e con i docenti universitari Ilaria Gallinaro e Giacomo Jori, che ci guideranno attraverso un excursus poetico tra i fiori della letteratura.

 Di Muri interiori, sentimentali e personali si parlerà con i giallisti Stefano Piedimonte e Giampaolo Simi, che mostreranno come il romanzo giallo, spesso, possa essere il veicolo ideale per parlare di sentimenti, e con lo scrittore di romanzi e fantasy Francesco Gungui, che, accompagnato dalle musiche a cura de Il Kantiere, parlerà di riti di passaggio fra adolescenza ed età adulta. 

 E, infine, di tanti altri muri parleremo: con lo scrittore lucano Giuseppe Lupo, in dialogo con la giornalista di Q Code Mag Cora Ranci, di mura domestiche e saghe familiari; con il chimico-giallista Marco Malvaldi, intervistato dal poliedrico Bruno Gambarotta, del superamento delle barriere fra i diversi ambiti del Sapere e della naturale intersecazione fra poesia, romanzo e scienza; con i linguisti Fabio Caon e Annalisa Brichese, in dialogo con la giornalista Daniela Fornaciarini, di muri linguistici, interculturali e comunicativi; con l’astrofisico Amedeo Balbi, intervistato dal blogger Alessandro Bonino, di barriere e viaggi intergalattici; con il filosofo Fabio Minazzi e con il meteorologo Luca Mercalli, di muri comunicativi in ambito scientifico e divulgativo; con il giornalista Paolo Ghezzi e la scrittrice Emanuela Artini, del superamento delle barriere architettoniche e sociali grazie alla musica e alla poesia.

 SPAZIO AI BIMBI! LetterAltura è un festival che vuole coinvolgere proprio tutti. Quindi un’attenzione particolare è stata dedicata anche quest’anno ai bambini, dai 3 anni in su, che potranno divertirsi, con letture, giochi, animazioni e laboratori pensati per loro. Tutte le attività per i bambini sono gratuite. Per il primo anno, in Piazza Ranzoni, LetterAltura, insieme all’Istituto Comprensivo Alto Verbano, sarà presente per tutti i giorni del festival con un colorato gazebo dedicato ai giochi e all’animazione: gioco dell’oca, lettura delle mappe e delle bussole, storie liquide da sfogliare, domino gigante, le avventure di Pinco Pallino, e molto altro ancora. Due invece i laboratori scientifici, dedicati alla flora lacustre, curati dagli operatori de La Casa del Lago. 

 MEDIA PARTNER Il sostegno dei media è uno degli elementi fondamentali che permettono a LetterAltura di trasformarsi da festa della letteratura e della montagna pensata dal territorio per il territorio ad appuntamento culturale dalla valenza internazionale. Un evento che porta oltre il confine regionale e nazionale i temi della montagna e le caratteristiche di un paesaggio che ha ispirato romanzieri, saggisti, musicisti. Quest’anno saranno con noi: RSI - Radiotelevisione Svizzera - Rete Due, Discoveryalps.it, Q Code Mag. 

 FINANZIATORI E SOSTENITORI LetterAltura ha il sostegno di Regione Piemonte, Città di Verbania, Compagnia di San Paolo, Fondazione Comunitaria del VCO, Fondazione Banca di Intra Onlus, Fondazione CRT, Fondazione Flora Family. LetterAltura ha il patrocinio di CAI, ALI e Provincia del Verbano Cusio Ossola. Con la sponsorship di Centro Commerciale Le Isole, oltre che di numerose imprese, associazioni, istituzioni locali, senza le quali non si potrebbe realizzare l'iniziativa. 

 Gli ospiti in programma 

23 giugno. Sarà la musica a inaugurare la decima edizione del Festival LetterAltura. I giardini di Villa Giulia, a Verbania Pallanza, accoglieranno il concerto del Quartetto K, per un viaggio attraverso la tradizione musicale magiara della Mitteleuropa. Secondo appuntamento di giornata sarà il cine-incontro all'Auditorium dell'Hotel Il Chiostro, con il registra Fredo Valla, dedicato all'impresa dell'aviatore francese Géo Chavez, che a ventitré anni, nel 1910, sorvolò le Alpi a bordo del suo monoplano Blériot XI. 

 24 giugno. L'astrofisico Amedeo Balbi e Alessandro Bonino, creatore del blog d'attualità Spinoza, terranno un dialogo sul tema Siamo soli nell'Universo?; gli architetti dello studio romano Labics, Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori, incontreranno il giornalista Giorgio Tartaro, durante la presentazione della mostra Sulla Soglia dedicata all'ambiente; Alessandro Robecchi, autore di Di rabbia e di vento (Sellerio), dialoga con Angelo Miotto, direttore di Q Code Magazine, sulla Milano metropolitana e quella dei quartieri multietnici; il filosofo francese Bruno Nassim Aboudrar spiegherà perché il velo islamico ferisce lo sguardo degli europei, in dialogo con l’editorialista de Il Corriere della Sera ed esperta in materie mediorientali Farian Sabahi; il fotoreporter Vincenzo Cottinelli presenterà i suoi scatti sulla Parigi post 13 novembre 2015; Paolo Ghezzi e Emanuela Artini, autori di Filololò che rema nell'aria (Erickson), saranno impegnati in un reading del titolo Il diverso nel quotidiano. Con la musica e la poesia si superano gli ostacoli; chiuderanno la seconda giornata il concerto di Magnasco Quartet a Villa Giulia e il cine-incontro tra il regista Julian Roman Pölsler e la filosofa Francesca Rigotti. 

 25 giugno. Primo incontro di giornata con il professor Michael Jakob che presenterà la mostra Immaginare il giardino; il poeta siriano Adonis, pluricandidato al Premio Nobel, sarà protagonista, c on Marco Casa di Radio Marconi, di un approfondimento sugli influssi letterari, religiosi e mitologici della tradizione del mondo arabo; François Cazzanelli e Marco Farina, reduci dalla salita alla parete Nord del Chamlang, racconteranno la loro esperienza al giornalista de La Stampa, Enrico Martinet; L'Isis Spiegato ai nostri figli, titolo del libro di Alberto Pellai per Edizioni Erickson, sarà anche il tema del dialogo dell'autore con Riccardo Mazzeo, editor storico della casa editrice trentina; Stefano Amato, autore di Bastaddi (Marcos y Marcos), sarà intervistato sul tema della mafia in Sicilia dagli studenti del Liceo Spezia di Domodossola e del Gruppo di Lettura del Liceo Cavalieri di Verbania; il giornalista di Radio Radicale Roberto Spagnoli introdurrà il documentario, vincitore del Festival dei Diritti Umani, Nemico dell’Islam?; Il giardino islamico, saggio scritto dagli architetti Brunella Lorenzi e Nausikaa Mandana Rahmati, ispirerà il dialogo delle due autrici sulla rawda, considerata dagli Arabi il simbolo del paradiso; Lello Gurrado, autore di Fulmine (Marcos y Marcos) risponderà alle domande sul rapporto fra adolescenza e razzismo, poste dagli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Cobianchi di Verbania; il muro d'indifferenza sul clima sarà al centro del dialogo fra il climatologo Luca Mercalli e il filosofo Fabio Minazzi; Alberto Paleari, Erminio Ferrari e Marco Volken, autori deI 3900 delle Alpi (MonteRosa Edizioni) racconteranno a Simonetta Radice, giornalista di Altitudini e Planet Mountain, la loro esperienza sulle 49 cime scalate e fotografate nel corso della loro carriera; l'autrice di Io cammino con i nomadi (Corbaccio), Elena Dak, porterà al pubblico la propria testimonianza sulla transumanza in Burkina Faso e Chad; nel corso del cine-incontro con i registi Gregor Božič e Perla Sardella e con l’attrice Dora Ciccone verranno proiettati i due cortometraggi Comfort Zone e Shoes from Trieste; chiuderà la giornata Il migliore dei mondi possibili, spettacolo ispirato al Candido di Voltaire, della compagnia teatrale Attodue. 

 26 giugno. L'autore de L'infinito tra parentesi (Rizzoli), Marco Malvaldi approfondirà, insieme a Bruno Gambacorta, il rapporto tra scienza e letteratura; Il Monte Rosa: muro o ponte? sarà il tema del dialogo fra Arturo Squinobal, leggenda vivente dell'arrampicata, e il giornalista di Macugnaga Teresio Valsesia; Fabio Canino, autore di Rainbow Republic (Mondadori), prova a immaginare una Grecia acquistata e occupata dalla comunità LGTB, ne parlerà con Laura Piazzi, speaker di Miracolo Italiano di Rai RadioDue; Fabio Caon, autore di La comunicazione interculturale (Marsilio), sarà impegnato, insieme alla docente di LABCOM Annalisa Brichese, in un dialogo con la giornalista Daniela Fornaciarini, sulle difficoltà di usare le parole giuste per capirsi; il fotografo Walter Zerla mostrerà i prodotti del workshop organizzato dall'Ordine Architetti NO-VCO, dal titolo I muri di sassi, e dedicato alla storia delle abitazioni rurali, raccontata con la macchina fotografica; Francesco Gungui, autore di Con te ho imparato a volare (Fabbri), si presenterà nella sua veste di cantore dell'adolescenza in un incontro-esibizione con musiche a cura de Il Kantiere; lo scrittore Giuseppe Lupo, autore de L'albero di stanze (Marsilio), spiegherà la sua opera dal tema intergenerazionale, in un dialogo con Cora Ranci, giornalista di Q Code Magazine; Fra Rose e muri sarà il tema dell'incontro che Ilaria Gallinaro e Giacomo Jori, docenti dell'Università della Svizzera italiana, dedicheranno alla presenza della rosa nelle opere letterarie italiane; gli scrittori Stefano Piedimonte (L'innamoratore, Rizzoli) e Giampaolo Simi (Cosa resta di noi, Sellerio) saranno protagonisti del dialogo Oltre i muri dell'anima, per scoprire quali sentimenti si celano davvero dietro i romanzi thriller e noir; chiuderà la rassegna l'incontro dal tema I muri della vergogna con i giornalisti Alberto Negri, de Il Sole 24 Ore, e Gianfranco Fabi, già vice direttore de Il Sole 24 Ore, durante il quale si affronterà il tema della barriera che l'Europa sta costruendo lungo il confine greco-macedone di Idomeni.
fonte: verbanianotizie.it

segnalazione web e hotel a cura di Giuseppe Serrone
Turismo Culturale

Cultura LetterAltura Lago Maggiore Verbania dal 23 al 26 giugno con Adonis presentazione a Hotel "Il Chiostro"


Al Chiostro di Verbania la presentazione del decimo festival di LetterAltura. Tanti gli ospiti, centrali come sempre i libri, ma soprattutto - nelle parole di tutti e in particolare in quelle del presidente Karim Fael - l'importanza di una rete a Verbania che sappia coniugare la cultura e il territorio. Dal 23 al 26 giugno, 4 giorni di eventi in città. 
I nomi annunciati: il poeta pluri candidato al Nobel Adonis, gli scrittori Stefano Amato, Emanuela Artini, Fabio Canino, Elena Dak, Erminio Ferrari, Ilaria Gallinaro, Bruno Gambarotta, Paolo Ghezzi, Francesco Gungui, Lello Gurrado, Giuseppe Lupo, Marco Malvaldi, Riccardo Mazzeo, Alberto Paleari, Alberto Pellai, Stefano Piedimonte, Alessandro Robecchi, Giampaolo Simi, Marco Volken, le musiche di Quartetto K e Magnasco Quartet, il teatro di Attodue, gli alpinisti e sportivi François Cazzanelli, Marco Farina, Arturo Squinobal, gli architetti e esperti di paesaggio Michael Jakob, Labics, Brunella Lorenzi, Nausikaa Mandana Rahmati, i giornalisti Marco Casa, Gianfranco Fabi, Daniela Fornaciarini, Enrico Martinet, Angelo Miotto, Alberto Negri, Laura Piazzi, Simonetta Radice, Cora Ranci, Farian Sabahi, Roberto Spagnoli, Giorgio Tartaro, Teresio Valsesia, il blogger Alessandro Bonino, gli esperti di linguaggio Annalisa Brichese, Fabio Caon, il docente di letteratura Giacomo Jori, i filosofi Bruno Nassim Aboudrar, Fabio Minazzi, Francesca Rigotti, il meteorologo Luca Mercalli, i registi Gregor Božič, Julian Roman Pölsler, Perla Sardella, Fredo Valla, l’attrice Dora Ciccone, i fotografi Vincenzo Cottinelli, Walter Zerla, l’astrofisico Amedeo Balbi.

fonte: ecorisveglio.it

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale
turismoculturale@yahoo.it


Tremendo Brasil Olimpiadi Rio2016 Brasile (e tutto un paese) a rischio fallimento

Airbnb, e l’Organizzazione mondiale della sanità. La legittima presidentessa è stata sospesa dall’incarico, il suo vicepresidente – diventato suo nemico e presidente a interim – ha fatto un governo che sta a sua volta perdendo un ministro a settimana, “gialli” giustizialisti e “rossi” antigolpisti si affrontano nelle strade, i lavori e i pagamenti sono indietro, il paese è in recessione, c’è paura che l’Isis approfitti della situazione per fare qualche mattanza, il presidente della Fiat Chrysler Argentina Cristiano Rattazzi ha appena detto che bisogna “scappare dal Brasile”, all’allarme sulle schifezze che potrebbero infettare velisti, nuotatori e canottieri si è ora aggiunto anche quello sull’epidemia di Zika. Ma, appunto, il colosso della sharing economy dell’accoglienza e l’agenzia Onu che si occupa di salute ostentano di credere ancora nel successo di quei Giochi di Rio de Janeiro che a due mesi dall’inaugurazione in agenda per il 5 agosto si presentano già come l’appuntamento più travagliato di tutta la storia delle Olimpiadi moderne.
Ma anche il loro entusiasmo ha risvolti che paradossalmente confermano il bruttissimo momento che il Brasile sta attraversando. Seconda startup dello sharing dopo Uber per valore di mercato, Airbnb attraverso Internet permette di trovare una sistemazione in alloggi privati, appartamenti o intere case: 1.500.000 proprietà immobiliari in 34.000 città di 190 paesi. E a Rio de Janeiro tiene in maniera particolare perché si tratta del suo quarto maggior mercato a livello mondiale, dopo Parigi, New York e Londra. Ebbene: la piattaforma a Rio ha ora 25.000 annunci, di fronte ai 20.000 di un anno fa, e ai 900 del 2012. Possibile, con un’economia di cui all’inizio di giugno è stato confermato che tra gennaio e marzo si è contratta dello 0,3 per cento? Si tratta in realtà di una recessione un po’ minore rispetto allo 0,8 che si attendeva, ma che è stata innescata soprattutto da un crollo del consumo delle famiglie brasiliane pari al 6,3 per cento, mentre il consumo del governo si è ridotto solo dell’1,4. E poi c’è la disoccupazione che è arrivata al livello record dell’11,2 per cento: 11,4 milioni di persone, una cifra che equivale quasi all’intera popolazione di San Paolo. Il fatto, però, dicono alla sede centrale dell’Airbnb di San Francisco, è che “la crisi economica è in realtà uno dei motori chiave per la crescita della nostra offerta in tutto il Brasile”. Perché significa più gente che vuole risparmiare e più gente che cerca di guadagnare qualcosa offrendo le proprie abitazioni in una città dove per la carenza di investimenti gli hotel sono in genere fatiscenti, con stanze piccole e umide ma con prezzi alti. Da quando nel 2009 Rio fu designata come sede dei Giochi, la capacità di accoglienza è stata raddoppiata, ma tutto ciò che in più è stato realizzato basterà appena per i funzionari del Comitato olimpico internazionale. Già in occasione del Mondiale di calcio un turista su cinque si sistemò grazie a Airbnb.
Sull’onda del successo sono nati cloni brasiliani che offrono un tipo di servizio simile, come Hotel Urbano o Alugue Temporada. La proporzione è destinata presumibilmente ad aumentare, dopo che si è saputo che i due Holiday Inn della nuova zona portuaria di Rio non saranno pronti solo nel 2017. Anche il Trump Hotel vicino al parco olimpico sta tardando, ma il candidato repubblicano alle prossime presidenziali americane giura che tutto sarà pronto per l’inizio dei Giochi. Si sarà sistemato in una struttura targata Airbnb anche il turista africano ai Mondiali che secondo un’ipotesi avrebbe portato in Brasile lo Zika? In realtà, secondo Airbnb l’epidemia di Zika ha portato sì a un boom di richieste di informazioni, per rispondere alle quali verrà anche aperto Rio un’ufficio temporaneo con la partecipazione di esperti, ma non a un crollo delle prenotazioni. Verrà dunque gente: troppa, secondo un gruppo di 170 scienziati, che ha scritto una lettera aperta all’Organizzazione mondiale della sanità, chiedendo appunto un rinvio delle Olimpiadi. Così come si fece nel 1916 per i Giochi in agenda a Berlino, nel 1940 per quelli di Tokyo e nel 1944 per quelli di Londra. Allora l’impedimento furono le due guerre mondiali; adesso è l’epidemia di Zika, con 120.000 casi confermati in poco più di un anno. “Si crea un rischio non necessario se si permette che 500.000 turisti stranieri di tutti i paesi viaggino ai Giochi, acquisiscano potenzialmente il virus e tornino alle loro case in luoghi dove potrebbe diventare endemico”, dicono. Insomma, un comportamento “non etico”.

“In base alla valutazione attuale, cancellare o cambiare il luogo dei Giochi olimpici non altererebbe la propagazione internazionale del virus Zika in modo significativo”, ha risposto l’Oms. “Il Brasile è solo uno dei quasi 60 paesi e territori che finora hanno riportato una trasmissione dello Zika atraverso le zanzare. La gente continua a viaggiare in queste zone per varie ragioni”. Ma, anche qui, quando l’Oms aggiunge che “la miglior maniera di ridurre il rischio di infermità è di seguire le avvertenze di viaggio delle autorità sanitarie” e poi sconsiglia alle donne incinte di andare a Rio e chiede ai loro partner “che pratichino sesso protetto o si astengano durante la gravidanza”, non è che faccia proprio il migliore degli spot, per una città che il turismo internazionale spesso esalta proprio come luogo di divertimenti sessuali e bagnanti dai costumi ridotti talmente al minimo, che proprio da queste spiagge ha preso il nome la ormai imperante “ceretta alla brasiliana”.

Purtroppo, peraltro, anche senza il virus che fa nascere neonati microcefali l’incontro con le acque di Rio de Janeiro sarebbe inferiore alle aspettative. Già un anno fa un’indagine commissionata dall’Associated Press al noto virologo Fernando Spilki aveva accertato gravissimi rischi per i 1.400 sportivi che dovrebbero navigare per la Marina da Glória della Baia di Guanabara, nuotare lungo le spiagge di Copacabana o remare per le acque salate del lago Rodrigo de Freitas. Tutti luoghi incantevoli, sia ben chiaro, visti da lontano, attraverso gli schermi tv. Per questo li hanno scelti. Visti da vicino, però, sono un lurido brodo di batteri e virus, risultato degli scarichi di gran parte dei gabinetti e delle docce di Rio. “L’acqua di qualità più infima mai vista nella mia carriera”, l’ha descritta l’allenatore della squadra austriaca Ivan Bulaja, dopo che il suo allenato David Hussel per averci nuotato si era ammalato, con febbre e vomito. “Acque reflue”, le ha definite il biologo marino John Griffith. La Ap ha denunciato che mentre in California scatta l’allarme quando si passa la soglia dei 1.000 adenovirus per litro al lago Rodrigo de Freitas si sta tra i 14 milioni e i 1.700 milioni. Gli esperti avvertono che probabilmente i brasiliani non se ne accorgono perché ci sono abituati, ma gli ospiti avrebbero il 99 per cento di possibilità di prendersi un’infezione se ingurgitassero appena tre cucchiate di acqua. La Società delle malattie infettive di Rio consiglia comunque a tutti gli stranieri che vogliono andare a Rio di vaccinarsi contro l’epatite A; un organismo omologo Usa aggiunge che bisognerebbe anche farsi un vaccino contro il tifo. Una vasta opera di decontaminazione è stata in effetti iniziata, ma non si concluderà che nel 2030.

A dicembre all’emergenza sanitaria si è poi aggiunta quella economica, quando il portavoce di Rio 2016 Mario Andrade ha spiegato che per via dei tagli imposti dalla crisi economica, gli atleti, se vorranno nelle loro stanze aria condizionata e televisori, dovranno pagarseli da soli. Nel contempo la compagnia scozzese Aggreko, dopo aver provveduto a illuminare nove Olimpiadi e sei Mondiali di calcio, annunciava il suo ritiro dalla gara di appalto per le forniture di elettricità al villaggio olimpico. A quanto pare, per le voci di ritardi sui pagamenti. E la Reuters commentava che le società rimaste in gara erano talmente inadeguate che “è probabile che chiunque vinca sarà costretto a chiedere generatori in leasing ad Agrekko”. Sempre a dicembre risaliva l‘informazione che i lavori erano in ritardo di 12 mesi rispetto alla tabella di marcia di Londra, e che il numero delle persone assunte aveva dovuto essere ridotto da 5.000 a 4.500.

A marzo è venuto anche l’allarme terrorismo, con il ministro della Difesa uruguayano Eleuterio Fernández Huidobro che in un’intervista al quotidiano di Montevideo El País ha parlato di un rischio Isis e della necessità di stabilire un coordinamento tra paesi frontalieri per evitare che “questi anormali facciano attentati”. “Il Brasile è minacciato. Non domandatemi perché o per cosa: so che è minacciato”. Dichiarazioni in linea sia con le preoccupazioni espresse da ambienti dei servizi di sicurezza brasiliani citati dal giornale O Estado de S. Paulo, sia con le stime della società di consulenza Soufan Group riportate dal Clarín di Buenos Aires, su 23 combattenti argentini e tre brasiliani attualmente nei ranghi dell’Isis. E Fernández Huidobro è uno che di terrorismo se ne intende: tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta fu nientemeno che il capo dei Tupamaros. Organizzatore di rapimenti, rapine, attentati e azioni clamorose come la “Toma de Pando” o il “Plan Satán”. In attesa che arrivino i jihadisti, comunque, è già in aumento anche il livello di delinquenza di strada, pur con un tasso di omicidi relativamente basso a Rio rispetto al resto del Brasile. Come ha denunciato Amnesty Internaional, ben 307 persone nel 2015 sono state peraltro uccise dalla polizia: un quinto di tutti i morti ammazzati. E nove persone sono morte durante i lavori.

Ad aprile c’è stato poi il collasso della pista ciclabile sopraelevata, abbattuta pochi mesi dopo l’inaugurazione da un’ondata gigante che ha ucciso due persone. Così si è rivelata anche l’emergenza sul tema infrastrutture, con una estensione della metro che è di vitale importanza per collegare le zone della spiaggia con il villaggio olimpico ma che è ancora in costruzione. In ritardo anche il centro di tennis e il velodromo, anche se si è riusciti a terminare in tempo parco olimpico, villaggio olimpico e campo da golf. Gli organizzatori promettono che i vagoni della metro inizieranno a viaggiare a luglio, ma secondo gli esperti così mancherà il tempo per metterli veramente alla prova in tempo per il 5 agosto. Che è la data dell’inaugurazione, come si è detto. Ma non si sa ancora chi inaugurerà. Dilma Rousseff è stata sospesa da presidente in attesa del giudizio definitivo per le “pedalate fiscali”: un sistema di finanza creativa con cui ha dirottato i soldi dei programmi sociali per coprire buchi di bilancio vietati dalla legge. Su di lei pende anche un’inchiesta per finanziamento illegale della campagna elettorale, e quell’accusa coinvolgerebbe Michel Temer: il vicepresidente che dopo essere stato eletto assieme a lei le si è ora rivoltato contro, è diventato presidente a interim e se il 3 agosto il Senato condannasse Dilma, diventerebbe presidente a tutti gli effetti. Di suo Temer è inoltre sospettato di aver fatto transazioni illegali di etanolo.

Numero tre nella successione è il presidente della Camera, ma il titolare Eduardo Cunha dopo aver autorizzato l’apertura del processo contro Dilma è stato a sua volta sospeso da un giudice del Supremo tribunale federale. Motivo: è accusato di aver ricevuto nello schema dello scandalo Petrobras 5 milioni di euro che avrebbe depositato in Svizzera. A quel punto è subentrato automaticamente il vicepresidente Waldir Maranhão, anche lui sotto inchiesta: sia per sviamento di 85 milioni di dollari di fondi municipali; sia per tangenti tra gli 8000 e i 42.000 dollari al mese nello scandalo Petrobras. Numero quattro in successione sarebbe allora il presidente del Senato Renan Calheiros: sospettato per evasione di imposte e ricezioni di fondi mensili da un lobbista, che avrebbe usato per mantenere una ex amante. In totale, hanno imputazioni di qualche tipo almeno 298 dei 513 deputati e 48 degli 81 senatori. Dopo che la Camera aveva rinviato a giudizio Dilma Rousseff con 367 voti contro 137, il Senato l’ha sospesa con 55 voti contro 22: un voto in più di quello che servirebbe anche per la destituzione definitiva. Ma qui basterebbero un paio di sospensioni di senatori “strategiche” per rimettere la presidentessa in gioco: esattamente quel che il nascente “partito dei giudici”, che guarda all’ammiratore di Di Pietro Sérgio Moro, potrebbe pensare di fare per imporsi come king maker tra gli schieramenti.

A ogni modo, Temer ha assunto il potere il 12 maggio. Già il 20 ha dovuto rinunciare all’accorpamento del ministero della Cultura in quello dell’Educazione, in seguito a una protesta di artisti e intellettuali arrivata anche a Cannes, con i cartelli contro il “golpe” esibiti da Sonia Braga e dagli altri attori del film “Acquarius”. Il 23 maggio l’importante ministro della Pianificazione Romero Jucá è stato costretto alle dimissioni, dopo che era saltata fuori un’intercettazione da cui si diceva a favore di una “soluzione politica” per bloccare le indagini sullo scandalo Petrobras. E il 30 maggio per un’intercettazione simile è saltato anche il ministro della Trasparenza Fabiano Silveira.
ilfoglio.it

Egitto, il mistero svelato del pugnale di Tutankhamon

PERCHE' SE NE PARLA In Egitto una scoperta che fonde mistero, scienza e paranormale: dopo 94 anni di ricerche la certezza scientifica che la lama del pugnale di Tutankhamon, una delle due trovate nel sarcofago del faraone adolescente, scoperto nella Valle dei Refu forgiata con il metallo contenuto in un meteorite«All'epoca di Tutankhamon gli oggetti di ferro erano rari, gli egizi non avevano sviluppato la metallurgia e non c’erano cave. Perciò il ferro era considerato più prezioso dell'oro», spiega Francesco Porcelli, professore di Fisica al Politecnico di Torino. Sul rigo di un antico papiro si leggeva di quel pugnale che arrivava dallo spazio. E qualcosa di vero c'era.
 
PERCHE' ANDARCI Passeggiando per le strade della città de Il Cairo su riesce a intravedere, rovinando la sorpresa, le tre piramidi più belle: Cheope, Chefren e Micerino. Si trovano, infatti, poco distanti dalla città egizia e, precisamente, nella piana di Giza. Nella parte orientale del complesso poi, insieme ad altre piccole strutture, conosciute come le piramidi regine, si può ammirare la Grande Sfinge. L'UNESCO già nel 1979, proclamò l'intera necropoli di Giza Patrimonio dell'Umanità.
 
DA NON PERDERE Nel luogo in cui un tempo si ergeva l’antica Tebe, sulla sponda occidentale di Luxor, si può visitare la Valle dei Re, dove possono essere ammirate le tombe di molti faraoni. A partire da quelle di Tutankamon e di Ramsete IV, per poi proseguire con quelle di Horemheb, Merenptah, Sethi, Thutmose III e Ramesse VI.
 
PERCHE' NON ANDARCI Le temperature elevate suggeriscono, a quanti non sopportano il caldo, di evitare di giungere nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio. Coloro, poi, che soffrono di claustrofobia debbono essere bene attenti perché questi luoghi mettono a dura prova la calma. Occorre ancora ricordare, che si è soggetti ad un ulteriore ticket per alcuni ingressi nelle tombe. Ed infine, per assicurarsi qualche beneficio in più, benché non si dovrebbe, si deve riservare qualche mancia per i “custodi”.
 
COSA NON COMPRARE Non è consigliabile l’acquisto di cammelli di peluche o di piramidi con polvere dorata, ma neanche di calendari con 12 papiri, di arazzi e di cuscini o di lampade e collanine di plastica e di ciondoli chiave della vita e testa di Nefertiti in argento. Scegliere poi l’acquisto del narghilè sarà un vero rischio per il viaggio, se non volete rimanere con dei cocci in mano. 
turismo.it

Sicilia nel piatto: 5 prelibatezze da leccarsi i baffi


PESCA DI LEONFORTE IGP 

Prodotto di nicchia siciliano, la Pesca di Leonforte Igp presenta caratteristiche organolettiche speciali e colori e sapori inconfondibili decisamente apprezzati negli ultimi 30 anni. La pesca tardiva di Leonforte, denominata la Settembrina, viene coltivata in provincia di Enna su una superficie di circa 200 Ha. L’estensione non eccessiva, contrariamente a quanto si possa pensare, è uno dei punti di forza della produzione. 

NESPOLE DI CIACULLI 

In Sicilia, tra le vallate delle campagne di Ciaculli e Croceverde Giardina, il parco Agricolo di Ciaculli rappresenta una vera oasi agricola appena fuori le mura cittadine. In questo territorio è da sempre attiva la produzione di nespole, frutto primaverile che matura tra marzo e giugno. Il Consorzio valorizza le produzioni locali nelle varietà: "Nespolone gigante bianco" e "Nespolone rosso". Vai all'itinerario 

CARCIOFO SPINOSO DI MENFI 

Oltre ad essere una meta dal fascino incontaminato, grazie ad un mare limpidissimo e alle spiagge ancora intatte che si susseguono lungo la sua costa, Menfi, incantevole comune della provincia diAgrigento, può anche essere a tutti gli effetti considerata una delle capitali dell'agricoltura siciliana, in particolare per quel che concerne i carciofi che occupano ben 600 ettari dei terreni coltivati del circondario. Tra di essi spicca per storia e caratteristiche, anche se non per estensione della sua coltivazione, il rinomato Spinoso di Menfi, che ha seriamente rischiato l'estinzione. 

CASSATA SICILIANA La Cassata è senza ombra di dubbio una delle più celebri specialità della pasticceria siciliana. Ma oltre ad essere una vera e propria prelibatezza, questo dolce dalla storia lunghissima e dalle influenze multiculturali è anche un emblema della storia della regione ed il simbolo di come la cultura locale abbia colto a piene mani da quelle portate dalle dominazioni succedutesi nel corso dei secoli sul territorio, arricchendosene senza mai perdere la sua vera identità. 

PISTACCHIO DI BRONTE La coltivazione e la produzione di pistacchio rappresenta per Bronte, paese della provincia di Catania un importante fonte di reddito, tanto da essere soprannominato l'"Oro Verde", per il suo alto valore commerciale. Il pistacchio potrebbe a buon titolo ricoprire la carica di emblema della città siciliana: la sua longevità e resistenza, la sua forza di voler sopravvivere a tutte le avversità, addirittura a fruttificare malgrado sia abbarbicato su aride rocce laviche, rispecchiano molte caratteristiche del popolo brontese.

Lazio, ad Amatrice il prosciutto a "pera"

Prodotto nel Lazio, in quella Amatrice già famosa per i bucatini conditi con sugo di pomodoro, guanciale e pecorino, il Prosciutto Amatriciano Igp ha la specifica caratteristica che lo differenzia dagli altri prodotti analoghi, nella tradizionale rifilatura della parte alta della coscia di suino fresca che prevede l'asportazione di grasso e cotenna rendendo il prodotto finito più proteico e meno umido e facendolo somigliare ad una “pera” arrotondata.
 
LA TRADIZIONE Le origini del "Prosciutto Amatriciano" risalgono agli inizi del secolo scorso, quando si cominciò a identificare il prodotto con la città di Amatrice. La sua storia ha però origini più antiche: un'importante produzione di prosciutti nella zona risale infatti al Medioevo, quando ai prodotti era attribuito un valore commerciale e venivano utilizzati come merce di scambio. Da alcuni documenti è emerso come intorno al 1327 sessanta paia di prosciutti l'anno costituivano il prezzo che gli abitanti di Capradosso erano disposti a pagare a chi li avesse aiutati ad appropriarsi di possedimenti adiacenti ai loro territori ma nelle mani dell'abbazia benedettina di San Salvatore Maggiore. In altri testi si racconta di come questi prosciutti venissero utilizzati come "tassa" da pagare ai feudatari.
 
LA DENOMINAZIONE L'unione europea riconosce la denominazione prosciutto amatriciano come IGP nel luglio del 2011 e prevede la marchiatura a fuoco sulla cotenna della parte alta del prosciutto e l'applicazione del collarino con impresso il logo comunitario dell'IGP. Ne vengono prodotti circa 50 mila pezzi l'anno.
 
LE CARATTERISTICHE Il prosciutto amatriciano IGP si presenta come una pera dalla base molto ampia e rotonda, è privo di piede e pesa, terminata la stagionatura, circa 8 kg. Al taglio la fetta deve avere una consistenza elastica e compatta, di colore roseo-rosso inframezzata da marezzature di grasso bianco. Il sapore è sapido e intenso, accentuato dalla stagionatura relativamente lunga, minimo 12 mesi..
 
LA PRODUZIONE La zona di produzione del Prosciutto Amatriciano IGP comprende il territorio amministrativo di 22 comuni della provincia di Rieti nella regione Lazio, tutti situati al di sotto dei 1.200 metri s.l.m. Il Prosciutto Amatriciano viene prodotto da cosce di suino fresche che vengono prima rifilate e poi salate in un processo che avviene in due fasi alternate da periodi di riposo. Le cosce vengono poi fatte riposare, lavate, asciugate e, infine, si procede con la sugnatura, la quale consiste nella distribuzione sulla superficie esposta della coscia (quella non protetta da cotenna e grasso) di una pasta composta da: sugna e/o lardo e/o strutto finemente triturato con sale marino, spezie (pepe nero e/o pepe bianco e/o aglio) e farina di cereali e/o crema di riso. A questo punto inizia la stagionatura vera e propria, fase in cui i singoli lotti di prosciutto sostano almeno fino al 12° mese dalla data della prima salatura.
 
LA CULTURA Il Lazio è famoso per la sua gastronomia caratteristica, basata su piatti ricchi e saporiti, come i celebri Spaghetti all'Amatriciana. Non è un caso che nel paese di Amatrice, a Rieti, si realizzi da secoli un salume allo stesso tempo gustoso e delicato, il Prosciutto Amatriciano IGP. Le donne di Amatrice producevano questi “prelibati salumi” in maniera sapiente e ammirevole. Così scrive Cesare De Berardinis nel 1932 nella sua pubblicazione Civiltà amatriciana in riferimento al quadro socio-economico di quest’area nell’Ottocento. Le origini di questo prodotto tipico sono però ben più antiche. Il territorio rietino era già noto per una produzione di prosciutti in età medievale, quando questi alimenti erano utilizzati come merce di scambio o come tributo da versare ai feudatari. Sono alcuni documenti a dimostrare questa tesi, descrivendo come ben “1327 sessanta paia di prosciutti l'anno” erano la somma pagata dagli cittadini del centro di Capradosso a coloro che li avessero aiutati nella conquista dei territori limitrofi.
 
IN CUCINA Da solo, su pane sciapo, con melone o fichi, mozzarella o per accompagnare verdure di stagione come asparagi o zucchine. Questo tipo di prosciutto si apprezza con formaggi stagionati o freschi, per accompagnare ricette di carne come i saltimbocca alla romana, paste ripiene o pasticci. Ma non è da escludere il pesce, come nella ricetta delle Seppie con il prosciutto amatriciano.
 
PRODOTTI TIPICI E RICETTE DAL GUSTO ITALIANO
 
La RicettaSeppie con prosciutto amatriciano. Ingredienti: 600 g di seppie; 500 g di spinaci; Prosciutto Amatriciano Igp; 1 spicchio d’aglio; 1 dl di vino bianco; olio di semi q.b.; sale e pepe. Pulite le seppie. Incidetele con un coltello dalla testa alla coda, in modo da sfilare bene l'osso. Lavatele accuratamente sotto l'acqua fredda corrente, sgocciolatele e asciugatele, tamponandole con la carta assorbente da cucina. Affettate il Prosciutto Amatriciano IGP a fette sottili, tagliatele a metà nel senso della lunghezza e avvolgetevi le seppie. Mondate gli spinaci, lavateli bene, sgocciolateli nella centrifuga da verdure o asciugateli con un telo da cucina.0 Sbucciate lo spicchio d'aglio e fatelo rosolare in una padella antiaderente con poco olio. Unitevi gli spinaci e cuoceteli a fuoco vivace per 6-7 minuti, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Regolate di sale e pepe. Al termine, spegnete il fuoco e lasciateli riposare con il coperchio. In una piccola casseruola scaldate 3 cucchiai di olio di semi e adagiatevi le seppie avvolte nel Prosciutto Amatriciano IGP. Fatele rosolare uniformemente per 3-4 minuti, quindi sgocciolatele sulla carta assorbente e conservatele al caldo tra due piatti.0Versate nella stessa casseruola il vino bianco, fatelo evaporare un poco, poi rimettete le seppie e cuocetele con un pizzico di sale e una macinata di pepe. Preparate un piatto da portata e formate un letto con gli spinaci lessati. Adagiatevi sopra le seppie al Prosciutto Amatriciano IGPe servitele in tavola ben calde. (foodinitaly.com)

India: la magia di Benares "Tra la terra e il cielo"

Parlando di India, probabilmente, la maggior parte di noi penserebbe al The Millionaire del 2008 di Danny Boyle o a Il treno per il Darjeeling di Wes Anderson, più che a Mission: Impossible - Protocollo fantasma (2011) girato anche a Mumbai, nello stato del Maharashtra. Ma sono molti i film ambientati nel "Subcontinente", e non necessariamente limitati al mercato cosiddetto di Bollywood. Esempio eccellente è proprio quello di Tra la terra e il cielo di Neeraj Ghaywan distribuito dalla Cinema nelle sale italiane e girato principalmente a Benares (o Varanasi).

Una città importante e dal fascino indubbio, il capoluogo dell'omonimo stato indiano è una delle più antiche agglomerazioni urbane del mondo essendo abitata da circa 3500 anni. Ed è qui, sulla riva ovest dell'unico tratto del Gange orientato da nord a sud, che si incrociano e si mescolano le vite di vari personaggi. Una Città Sacra (per gli Induisti) testimone di storie di amore, libertà ed emancipazione, severa con coloro che giocano con le tradizioni e teatro dell'aspirazione di Deepak, Devi, Pathak e Jhonta a un futuro migliore.

"Abbiamo scelto Varanasi per girare il film perché la città è un amalgama di vita e di morte insieme - ha dichiarato il regista esordiente. - La maggior parte della gente di tutto il mondo desidera finire qui la propria vita e morire per poter raggiungere la salvezza". Ma l'amore di Ghaywan perBenares nasce da lontano - come il film, che ha avuto una lunga fase di post produzione - visto che risale al suo impegno com assistente di Anurag Kashyap per il film 'Gangs Of Wasseypur'.
"Quando ho assistito Anurag Kashyap abbiamo passato quattro mesi a Varanasi, che ha lavorato su di me in maniera magica - ha raccontato Ghaywan, - a prescindere dallo squallore, dagli stretti vicoli, ecc. La città mi ha stregato e attirato come un magnete. Semplicemente sentivo che dovevo tornare, e l'ho fatto. Davvero non so spiegare perché e come mi attirasse, ma l'ha fatto. E lo fa".

E dall'esperienza con il collega e amico, Neeraj ha tratto anche la decisione di girare il più possibile in maniera realistica, nelle vere location. Una scelta che ha già pagato - con la vittoria al Festival di Cannes del 2015 del Premio Fipresci e quello del 'Promising Future' (Prix de l'avenir) per un'Opera prima - e che promette di continuare a farlo. Intanto portando noi e tutto il pubblico italiano in un mondo fantastico, da ammirare e da scoprire. Magari andando a passeggiare per i Ghat, le piattaforme sul fiume centro della vita dei locali, o visitando il negozio di tessuti del Lucknow Chikan House e il suo toro, assistendo al rituale quotidiano della Ganga Aarti o scoprendo la magia del tempio d'oro di Kashi Vishwanath, di quello delle scimmie, il Durga Temple, e del Sankat Mochan Hanuman Temple… o cercando la pace nella vicina oasi di Dhamek Stupa.
turismo.it