Convegno: "Le nuove sfide del turismo italiano”. Creare ora l'agenzia europea del turismo


"Il turismo, lo diciamo e lo sentiamo ogni giorno, è un pilastro per il nostro Paese. Importante, per far sì che possa crescere, è tracciare un percorso chiaro e condiviso tra tutti i protagonisti, un percorso che riesca finalmente a creare il connubio vincente tra risorse economiche necessarie e valorizzazione dei nostri territori". Lo dichiara il Presidente dell'Osservatorio Parlamentare per il Turismo, On. Ignazio Abrignani, che ha voluto riunire in un convegno, tenuto oggi (martedì) a palazzo Giustiniani, dal titolo "Le nuove sfide del turismo italiano”. Erano presenti un po tutti i “protagonisti “ del settore del turismo. Ospite d’onore il ministro Gian Marco Centinaio, poi Gianfranco Battisti, Presidente Federturismo Confindustria; Luca Patanè, Presidente Confturismo Confcommercio; Vittorio Messina, Presidente Assoturismo Confesercenti; Giorgio Palmucci, Presidente ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo; Mauro Febbo, Coordinatore Commissione Turismo e Industria Alberghiera Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
"Sono molto orgoglioso di essere qui oggi a presentare insieme con Federturismo la nascita dell'Osservatorio sul Turismo". Lo ha dichiarato Stefano Rizzi, country manager di Global Blue Italia che ha  presentato i primi dati del nuovo Osservatorio firmato Global Blue e Federturismo Confindustria. "Un progetto - ha proseguito Rizzi - che attraverso un'analisi periodica dei nostri dati mostrera' la ripartizione dei flussi turistici nel Paese, che resta una delle mete di viaggio predilette dai viaggiatori Extra-Ue. L'Osservatorio periodicamente mettera' in luce l'importanza del settore turistico in Italia evidenziando i dati dei flussi turistici internazionali sia nelle piu' conosciute destinazioni di viaggio sia in quelle meno note, ma con elevati potenziali di crescita. 
Molti gli argomenti discussi, non nuovi però per i convegni che trattano di turismo. Dalla direttiva Bolkestein che interessa “ i balneari”, alla tassa di soggiorno, alla promozione del brand italia a carico dell’Enit, all’esigenza di una vera conversione al digitale ed al rifacimento del portale del turismo. Una  proposta fuori dalla ripetitività dei temi dei convegni sul turismo, è venuta dal past presidente di Federturismo Jannotti Pecci che nel suo intervento ha proposto la creazione di un’Agenzia europea del Turismo. Nonostante la Commissione abbia dal 2010 definito "L'Europa, prima destinazione turistica mondiale" e nonostante l’ Europa continui a dominare, con tre destinazioni su cinque (Francia, Spagna e Italia) la classifica turistica mondiale grazie alle sue infrastrutture turistiche ad oggi manca ancora un approccio integrato al turismo che garantisca che gli interessi e le esigenze di tale settore siano presi in considerazione nella formulazione e nell'attuazione delle altre politiche dell'Ue. Una possibilità per superare questa empasse  potrebbe essere, come Federturismo sostiene da tempo, la creazione di un'Agenzia europea del turismo. "Occorre - ha concluso  Jannotti Pecci -  un quadro comune europeo che apporti un valore aggiunto alle azioni realizzate a tutti i livelli e  che aiuti a superare le difficoltà, così come a promuovere  la cooperazione fra imprese turistiche ed istituzioni per sviluppare prodotti innovativi e sostenibili. "
"Ho sentito con gioia - dice il ministro Gian Marco Centinaio  nel suo intervento- parlare di coraggio. Nel Turismo ora serve coraggio e non bisogna essere stupidi. Si pensa spesso che uno che corre da solo contro un milione di nemici sia un coraggioso ma sono convinto sia meglio lavorare anche un giorno di piu' sulla strategia e ottenere poi dei risultati tali da essere ricordato". Il ministro mette sul banco degli imputati la macchina burocratica che da una parte serve a garantire il rispetto delle regole ma dall’altra  e' troppo lenta e blocca tutto. Porta ed esempio il lunghissimo tempo necessario a rendere operativo il nuovo dipartimento del turismo trasferito dal mibac al Mipaaft che dopo un anno ancora non genera un efficace operatività dei compiti attribuiti. "Considerate ad esempio - aggiunge - che a luglio dell'anno scorso abbiamo deciso di spostare il Turismo dal ministero della cultura all'agricoltura e solo a fine gennaio siamo diventati operativi...(ma il capo del dipartimento, Caterina Cittadino, non è stata nominata a metà aprile?). E poi l'Enit: mi si contestava il fatto che nel cda stessi mettendo persone 'troppo competenti' perche' le persone nominate venivano da quel campo. E chi dovevo mettere? Il mio salumiere? Oppure dovevamo fare come nella scorsa legislatura: sapete cosa succedeva quando si parlava del famoso oro o petrolio d'Italia e cioe' il Turismo? Gli unici che ne capivano perche' arrivavamo dal settore, eravamo alla Camera Ignazio Abrignani e al Senato io e il presidente di Federalberghi, Bernabo' Bocca. Un po' poco. Invece vogliamo mettere nei posti giusti del Turismo persone competenti (scopriamo ora che il vecchio cda dell’enit era composto da extraterrestri?). 
Sull'idea di un ministero del Turismo dedicato con portafogli Centinaio dice: "E' anche un mio sogno, come di tanti che lavorano in questo campo, ma sarebbe stupido pensarlo nelle condizioni attuali, con un Titolo V della Costituzione che fa del Turismo una materia esclusiva delle Regioni”. "Comunque vada andrò in vacanza molto tranquillo perché sia che il governo dovesse esserci ancora al rientro dalle vacanze, sia dovessimo decidere di fare qualcos'altro, io sono tranquillamente disponibile a tornare a fare il mio lavoro, non ho problemi, perché io contrariamente ad altri il lavoro ce l'ho" (vero, i problemi sono di chi il lavoro non ce l’ha e non vede prospettive). Poi il tema delle tasse d’ingresso nelle città d’arte: "Io continuo ad essere contrario alle tasse di ingresso nelle citta' piu' visitate dai turisti- prosegue il ministro- so che adesso dopo Venezia anche Firenze ci sta ragionando. Se posso, dico agli amministratori locali: non si puo' pensare che il ministero, Enit e le Regioni lavorano per portare piu' turisti in un luogo e poi quando i visitatori arrivano si trovano i balzelli all'ingresso come fossimo a Frittole nel film di Benigni e Troisi". 
Infine, conclude il ministro,  la direttiva Bolkestein: "Ai balneari avevo fatto una promessa: quella dei 15 anni, la voglio mantenere. Dopo averli ottenuti - ha aggiunto - lavoreremo per cercare di uscire dalla direttiva Bolkestein. Non avevo fatto altre promesse, se qualcuno pensa di cambiare le carte in tavola venga a dirmelo domani che gli rispondo per le rime”.
Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti sottolinea che la sfida del turismo  di casa nostra , è   di considerare il turismo  come comparto e non più  al traino dei servizi, o del commercio. “Solo con questa prospettiva possiamo articolare un disegno legislativo complessivo perche' finora abbiamo solo assistito a interventi spot e provvedimenti di urgenza". "E' come se ci fosse - spiega Messina- segno preciso per tenere l'Italia divisa. Non si intravede una progettualita' organica per migliorare ad esempio le infrastrutture. Il Governo ci deve credere e investire ad esempio in Enit per la promozione unitaria del territorio italiano". "Nel 2019 - ha concluso il presidente di Assoturismo - assisteremo probabilmente ad un calo delle presenze, dopo i record degli ultimi anni.
"Lavoro nel turismo da 30 anni ed e' la prima volta che un presidente del Consiglio riunisce 5 ministri per parlare di questo settore”, ha dichiarato Giorgio Palmucci, presidente Enit, "Il turismo e' un settore che deve essere affrontato a livello interministeriale perche' non riguarda soltanto il ministero del turismo o il ministero dell'Agricoltura o quello dei Beni culturali, ma deve essere un lavoro collegiale. Abbiamo espresso l'importanza della destinazione di fondo soprattutto sul digitale e la Presidenza del Consiglio ha messo a disposizione quello che e' il commissario straordinario per il digitale per dare anche un supporto sugli aspetti piu' tecnologici. Bisogna vedere in che modo far si' che anche la tematica della piattaforma digitale possa essere portata avanti con un progetto di ampio respiro".
qaeditoria.it

Dal 4 al 14 agosto 2019 Alte Marche Altra Musica Festival

Seconda edizione
Dal 4 al 14 agosto 2019 dieci giorni di musica dal Mondo nei luoghi più belli dell'Appennino Pesarese Anconetano
Comuni di Acqualagna, Apecchio, Arcevia, Cagli, Cantiano, Frontone, Piobbico, Sassoferrato e Serra Sant'Abbondio e un'anteprima nella città di Urbino

L'Appenino marchigiano è da tempo meta turistica apprezzata, grazie ai paesaggi intatti, al ricco patrimonio storico culturale e all'accoglienza genuina che contraddistingue queste terre. Nella parte nord della Regione, a cavallo delle province di Pesaro e Ancona si trovano sicuramente alcune delle zone più interessanti del territorio, un comprensorio in grado di soddisfare tutti i tipi di turismo.
Luoghi che sono un vero paradiso naturalistico e ambientale, circondati dalla bellezza di borghi e paesi ancora integri e ricchi di storia.   Qui è possibile perdersi tra palazzi e castelli, chiese e monasteri, vagando lungo piazze e vicoli. Non manca un'offerta enogastronomica di qualità altissima, con prodotti tipici locali e golose preparazioni culinarie, proposti accando a ottimi vini e birre artigianali.
Qui si può trovare tutto quello che serve per una vacanza intensa ed emozionante anche grazie a eventi speciali, pensati espressamente per valorizzare e godere di questi luoghi. Come Alte Marche Altra Musica, un festival con un programma ricco di proposte interessanti con interpreti che arrivano da sei nazioni e tre continenti diversi. Musicisti di eccellente livello che offriranno al pubblico una selezione di concerti che si muove attraverso i generi, tra world music, jazz, musica popolare e sperimentazione.
I concerti di Alte Marche Altra Musica animeranno i castelli, le piazze, i palazzi e i chiostri dei comuni di Acqualagna, Apecchio, Arcevia, Cagli, Cantiano, Frontone, Piobbico, Sassoferrato e Serra Sant'Abbondio con un'anteprima nella città di Urbino, nel cuore dei territori delle Aree Interne della Regione Marche, dove le ricchezze culturali, storiche e naturali si integrano armoniosamente.
Il festival si snoda nel territorio accompagnando il pubblico nella scoperta. L'anteprima sarà a Urbino, Città Patrimonio dell'Unesco, domenica 4 agosto con il giovane e talentuoso pianista spagnolo Marco Mezquida, in collaborazione con Urbino Plays Jazz Around.
Prima tappa ufficiale del Festival lunedì 5 agosto a Piazza Matteotti di Cagli, dove salirà sul palco Qwanqwa, una delle band più apprezzate dell'ambiente musicale della capitale etiope, Addis Abeba. Un concerto ipnotico, fra jazz e tradizione.
Martedì 6 agosto saremo in Piazza Blasi a Serra S. Abbondio, dove tornerà sul palco il "mago del piano" Marco Mezquida, dalla Spagna, ormai una stella nel firmamento del pianismo internazionale.
In provincia di Ancona si arriverà mercoledì 7 agosto a Sassoferrato, a Palazzo Merolli, con  Simone Zanchini, fisarmonicista di livello internazionale, musicista tra i più interessanti e innovativi, con una ricerca a cavallo  tra  musica  contemporanea, acustica  ed  elettronica, senza dimenticare la tradizione.
Segue una due giorni a Frontone, con Arsene Duevi, musicista e sciamano dell’Africa Nera apprezzato in mezzo mondo. Primo appuntamento venerdì 9 agosto con il concerto di Arsene Duevi e i SuperCori, dove la voce, la chitarra e le percussioni di Duevi si intrecciano con la coralità vocale. Sabato 10, nel pomeriggio, è in programma Canta con Arsene Duevi, un seminario di canto.
Sabato 10 agosto il Festival si sposta a Piobbico, al Castello Brancaleoni, dove si esibiranno gli Egli Fitzgerald, con un omaggio di un trio tutto al maschile a Ella Fitzgerald, una delle più grandi cantanti della storia del jazz, che proporrà anche riletture di standard di Duke Ellington, Louis Armstrong, Glenn Miller e Thelonious Monk.
Domenica 11 agosto a Cantiano, in Piazza Garibaldi, il quartetto Western Swing, proporrà un viaggio musicale tra country e jazz delle origini, un periodo in cui la musica nera iniziò a essere ascoltata e ballata anche dal pubblico dei bianchi.
Lunedì 12 agosto si torna in tarda mattinata a Cagli, alla centrale Idroelettrica sul torrente Burano con una performance ispirata dalle acque del torrente: Energia dell’acqua - Soli come gocce, insieme come l’acqua.
Ad Acqualagna ancora lunedì 12 agosto, la piazza centrale della cittadina accoglierà il duo Anissa Gouizi e Giovanni Seneca in un concerto intitolato Mediterraneo Battente, proponendo suggestioni musicali da Napoli a Tangeri, da Ancona a Istanbul, in bilico tra passato e presente.
Ad Apecchio martedì 13 agosto sarà la volta di Chiara Raimondi Quintet, la giovane compositrice e vocalist si muove tra il jazz europeo d’avanguardia e quello tradizionale, tra radici folk e contaminazioni colte creando atmosfere affascinanti.
Mercoledì 14 agosto il festival si chiude ad Arcevia, in provincia di Ancona, nel Chiostro di San Francesco con il trio guidato da Aureliano Marin, uno dei migliori talenti degli ultimi anni, con il suo Tango Club trasporterà il pubblico tra Buenos Aires e Montevideo.
Anche quest'anno, in date a sorpresa durante il festival, verranno proposti i Concerti al fiume. Per saperne di più occorrerà tenere d'occhio la pagina Facebook AlteMarche oppure fare una chiamata al 331 4519922.

Il festival è promosso da Unione Montana del Catria e Nerone e dalla rete "Asili d'Appennino - Le dimore delle Creatività nelle Alte Marche".
Con il contributo dei Comuni di Acqualagna, Apecchio, Arcevia, Cagli, Cantiano, Frontone, Piobbico, Sassoferrato e Serra Sant'Abbondio.
Con il patrocinio dell'Assemblea Legislativa della Regione Marche e della Provincia di Pesaro Urbino.
In collaborazione con Urbino Jazz Club - Urbino Plays Jazz Around.
Con il sostegno di Hera e il contributo di ProHelvetia e Istituto Baleari.
Il festival ha la direzione creativa di Saul Beretta ed è prodotto da Musicamorfosi.

Tutti i concerti a ingresso libero con donazione suggerita di €2
I concerti si tengono all’aperto, ma c’è sempre una soluzione alternativa in caso di maltempo.
fonte: comunicato stampa altemarche.it

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Etruschi, artigiani raffinati e innovativi. Nei musei archeologici di Tarquinia e di Cerveteri, patrimonio dell’Unesco

la coppa di Eufronio, esposta nel museo archeologico di Cerveteri © ANSA

CERVETERI - Etruschi maestri artigiani. Nuove prospettive da Cerveteri e Tarquinia: è la mostra che i musei archeologici delle due cittadine del Lazio settentrionale ospitano fino al 31 ottobre e che raccontano con l’esposizione di pezzi d’arte unici al mondo la loro raffinata e innovativa abilità artigianale, in particolare nella produzione metallurgica e tessile. La doppia esposizione, a cura di Andrea Cardarelli e Alessandro Naso e organizzata dal Polo museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, è una straordinaria opportunità per scoprire i musei - palazzo Vitelleschi a Tarquinia e castello Ruspoli a Cerveteri - e le necropoli delle due antiche città etrusche, strettamente connesse. 
I nomi di Cerveteri e di Tarquinia, infatti, sono uniti storicamente agli Etruschi e alla loro millenaria cultura grazie ai tanti reperti archeologici rinvenuti e alle testimonianze epigrafiche accumulate nei secoli in entrambe le cittadine. Questa peculiarità è valsa alle necropoli di Cerveteri e di Tarquinia la tutela dell’Unesco, che 15 anni fa le ha inserite nella lista del patrimonio culturale dell’umanità.
Gli Etruschi abitarono questo territorio, tra Lazio e Toscana, dal IX secolo a.C.; la loro cultura raggiunse il culmine nel VI secolo a.C. prima di scomparire sotto il dominio della civiltà romana. I siti archeologici e le necropoli delle due città hanno consentito agli studiosi di conoscere e di approfondire la storia etrusca e di apprezzare la loro arte attraverso reperti, vasi, statue, tombe, gioielli, iscrizioni e decorazioni. Molte opere sono visitabili tutto l’anno nelle necropoli e nei musei archeologici, ma oggi nell’esposizione aperta da martedì a domenica, dalle 8.30 alle 19.30 in entrambe le sedi, è possibile ammirare oggetti di raro pregio, come per la prima volta il corredo della tomba tarquinese con la cenere situla, una specie di vaso cilindrico del VII secolo a.C. recante il nome in caratteri geroglifici del faraone Bocchoris; o la tromba-lituo, uno scudo e una scure in bronzo finemente decorati; oppure, ancora, il famoso calice “cratere di Euphronios”, e una prestigiosa spada e un elmo bronzeo della prima età del Ferro, esposti accanto a due campioni, realizzati secondo le antiche tecniche degli etruschi, riprese in un video che mostra le diverse fasi della produzione.
Oltre alla mostra sull’artigianato etrusco, che mette in risalto l’alta qualità e la straordinaria perizia raggiunta dagli artigiani nella loro produzione metallurgica e tessile, è stata organizzata fino al 7 settembre la rassegna “Immaginario etrusco” con musica, arte, teatro, visite a tema e spettacoli che celebrano i 15 anni di tutela dell’Unesco e che aiuta a conoscere meglio Cerveteri e Tarquinia con i loro musei e le misteriose necropoli.
Civitavecchia separa le due cittadine: a nord, verso la Toscana, si arriva a Tarquinia attraverso lunghi tratti di vegetazione mediterranea e saline, che già nell’antichità rifornivano Roma e i borghi limitrofi. Alle spalle grandi e preziosi borghi d’arte, adagiati nell’entroterra con le loro chiese e basiliche, si susseguono a necropoli e a piccoli porticcioli di etrusca memoria, rendendo questo tratto di mare un suggestivo museo all’aperto. A sud, invece, c’è Cerveteri, a una trentina di chilometri da Roma. L’antica Caere etrusca è un’accogliente cittadina circondata da testimonianze etrusche e da grandi necropoli, in particolare dalla monumentale Banditaccia, la più imponente, nel tratto di terra tra il fosso Manganello e il fosso Vaccina, in direzione di Monte Romano.
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Capri regina delle case vacanze

 © ANSA

Capri sorpassa Santa Margherita Ligure come località turistica più esclusiva d'Italia con prezzi al metro quadro delle case che raggiungono 12.700 euro al metro quadro nel 2019, secondo le stime di Fimaa-Confcommercio e Nomisma nell'Osservatorio immobiliare turistico 2019.
Santa Margherita perde la prima posizione, che dominava dal 2013, e scivola al quarto posto (con 12.300 euro al mq, il 6,8% in meno del 2018), superata anche da Forte dei Marmi (Lucca, 12.600) e Madonna di Campiglio (Trento, 12.400). Tra le prime dieci località per le case vacanze ci sono anche Courmayeur (Aosta), Cortina d'Ampezzo (Belluno), Selva di Val Gardena (Bolzano), Porto Cervo (Sassari), Anacapri (Napoli) e Ortisei (Bolzano).
Le località che registrano aumenti dei prezzi sono solo una decina a partire da Senigallia (Ancona, +3,8%), mentre i cali più marcati colpiscono le province di Genova (-5,7%) e Roma (-3,8% con un picco di -5% a Fregene).
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Troppa folla a Venezia, la Cnn consiglia Torino

La Mole Antonelliana © ANSA

NEW YORK - Contro il caos da sovraffollamento di turisti, la Cnn fa la classifica delle venti più belle città europee da visitare. Così tra luoghi come Orange in Francia, Sarajevo in Bosnia, Ankara in Turchia, il network americano inserisce anche Torino, vista come un'alternativa a Venezia per chi non vuole trovarsi alle prese con una destinazione quotidianamente invasa da turisti. "La vicina Torino (a Venezia, ndr) - si legge nell'articolo - è meno congestionata. Il capoluogo del Piemonte è anche la città dove si trovano i luoghi più sottostimati d'Italia, tra questi il museo di arte contemporanea del Castello di Rivoli, la Basilica di Superga e il Museo Egizio, con la sua fenomenale collezione di reperti egizi".
Sempre secondo Cnn, oltre alle bellezze artistiche si può anche semplicemente sorseggiare un caffè all'aperto, deliziarsi con una delle migliori cucine italiane oppure godersi il semplice fatto di essere lontani dalle orde di turisti delle destinazioni più popolari d'Italia.

Il turismo religioso al Sacro Monte Calvario di Domodossola: sfide e opportunità

Tra visitatori, pellegrini e appassionati di arte e cultura, un settore ancora in gran parte da esplorare e su cui la Casa di Ospitalità Sacro Monte Calvario di Domodossola  può scommettere per la sua crescita e il suo sviluppo.

Occorre comprendere la nuova esigenza di spiritualità andando oltre le mete devozionali della tradizione. L'offerta può essere ampliata e promossa per favorire nuove opportunità. 

I giovani sono al centro di questo processo. E al Calvario esiste un nutrito gruppo di giovani volontari che potrebbe essere un prezioso potenziale di rinnovamento. 

Le prospettive per i prossimi anni? Molto buone, a patto che si faccia sinergia e si mettano in relazione luoghi e servizi con un marketing in grado di promuovere il nostro patrimonio religioso (Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco dal 2003) in Italia e sopratutto anche all'estero.
(post a cura di Giuseppe Serrone).
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L'articolo che segue,  tratto da Manager Italia, del professor Alessandro Cugini è una sintesi della relazione "Comunità coese per lo sviluppo dei territori", presentata nel corso dell'ultima edizione di Koinè (Vicenza, 16-18 febbraio), la principale piattaforma europea d´incontro dedicata alla filiera internazionale del settore religioso (dall'arredamento liturgico e i componenti per l'edilizia ai paramenti sacri, dagli articoli religiosi all'editoria, organi e strumenti musicali, servizi, viaggi, pellegrinaggi) ospitata e organizzata da Italian Exhibition Group.

Prima di affrontare il tema degli itinerari religiosi in Italia e valutare le loro prospettive per il futuro, è opportuno porsi una domanda: qual è il rapporto oggi tra giovani, religione e spiritualità? Armando Matteo parlò per primo della "prima generazione incredula” e del difficile rapporto tra i giovani e la fede (Vita e Pensiero, 2009). Iniziarono quindi ricerche quantitative: nel 2013 l’Istituto Toniolo registrò che i giovani under 30 che si dichiaravano credenti nella religione cattolica erano il 55,9%, atei il 15,2%, agnostici il 7,8%, credenti in un’entità superiore il 10%. Solo il 15,4% disse di partecipare a un rito settimanale. L’anno dopo (La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani, 2014) registrò che alla domanda: “Lei crede a qualche tipo di religione o credo filosofico?” la percentuale dei sì era scesa al 52,2%.

Successivamente, iniziarono analisi qualitative: Rita Bichi e Paola Bignardi (A modo mio, giovani e fede in Italia, Vita e Pensiero) rilevarono che “La quasi totalità dei giovani intervistati mostra un atteggiamento positivo nei confronti dell’esperienza di fede. Anche chi dichiara di non essere credente afferma che credere dà speranza, consolazione, aiuto, amore. Se dunque sotto la coltre di superficialità e di indifferenza si riesce a scavare, emerge una sensibilità umana aperta alla trascendenza alla ricerca di Dio. Una ricerca non esplicita, ma nascosta nelle domande di senso, di pienezza, di intensa umanità”. Paolo Squizzato (Dalla cenere la vita - Un percorso di consapevolezza, Paoline) la definisce “termometro di grande sete di spiritualità che nella Chiesa fatica a trovare risposte. Come Chiesa diamo religione, ma c’è un abisso tra religione e spiritualità. Solo nel silenzio, nell'interiorità, riposa Dio”. Alessandro Castegnaro (Giovani in cerca di senso, Qiqajon) registra che tra le due collocazioni estreme (integralisti e atei-agnostici) esiste una vastissima terra di mezzo invisibile. In essa si muovono i nuovi cercatori spirituali, le spiritualità non formali, i partecipanti occasionali agli eventi liturgici, chi partecipa per “imprinting” ai cosiddetti “tempi forti”, quelli che leggono nella natura, nella cultura, nell’arte, nella socializzazione di un percorso fisico (Cammino) un’emozione spirituale.

A ottobre 2018, nel documento finale del sinodo dei vescovi I giovani, la fede e il discernimento vocazionale (§ 49 Spiritualità e religiosità), ritroviamo che “i giovani dichiarano di essere alla ricerca del senso della vita e dimostrano interesse per la spiritualità”. Con un’avvertenza però: “Tale attenzione si configura talora come una ricerca di benessere psicologico più che un’apertura all’incontro con il mistero del Dio vivente. Rimangono vive, però, alcune pratiche consegnate dalla tradizione, come i pellegrinaggi ai santuari, che a volte coinvolgono masse di giovani molto numerose, ed espressioni della pietà popolare, spesso legate alla devozione a Maria e ai Santi, che custodiscono l’esperienza di fede di un popolo”.



L’animazione territoriale per la valorizzazione delle comunità
La premessa iniziale fotografa il sentiment religioso dei giovani in Italia. Ci si può chiedere ora se la valorizzazione e la promozione dei nostri territori, delle nostre aree interne, possa avvenire attraverso la fruizione del patrimonio religioso culturale e materiale per creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo culturale, sociale ed economico. La risposta a questa domanda è affermativa, ma ad alcune condizioni. Ricercatori italiani (come Salvio Capasso, SRM 2014) hanno studiato questo fenomeno attraverso un moltiplicatore di presenza che tiene conto della quantità e della qualità del fenomeno turistico di un’area. Il sistema auspicato dovrebbe comporsi di idonei servizi (alloggi, logistica, ristorazione, agenzie di prenotazione, attività culturali, sportive e ricreative) e di offerta innovativa e multidisciplinare. La multidisciplinarietà deve essere l’elemento chiave per avviare un'animazione territoriale basata sullo studio del territorio nelle sue diverse componenti (società e ambiente, attori e risorse, storie e tradizioni, cultura ed arte, spiritualità e pastorale). In questo senso la ricerca dovrà essere sottoposta a esperti di teologia e arte, di pianificazione territoriale e urbanistica, di geografia, di scienze naturali, di storia e filosofia, di psicologia sociale ecc. Ma non basta: serve il consiglio e il consenso della popolazione, spesso aliena dal considerare questo patrimonio una risorsa sociale ed economica. 

Questo tipo di approccio consentirà di “evitare l’errore commesso in passato di imporre dall’alto scelte sul territorio non coinvolgendo i soggetti economici che qui sono già radicati, incentivando quei processi di sviluppo locale che comunque esistono - seppure con regole e modalità proprie - in alcune aree anche del meridione” (Paola De Vivo, FrancoAngeli). In questa ricerca deve essere determinante il ruolo da accordare ai giovani del luogo. Questi possono fornirci la chiave della più opportuna offerta culturale-spirituale locale, magari congiunta con quella naturalistica, ambientale ed enogastronomica. Nella Conferenza internazionale di Cancun, Benedetto XVI rimarcò: “La possibilità che i viaggi ci offrono di ammirare la bellezza dei paesi, delle culture e della natura ci può condurre a Dio”, favorendo l’esperienza della fede, "difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro Autore" (Sap 13,5).

Il turismo spirituale per la coesione sociale di comunità
Partendo da ciò, il sistema potrà contribuire alla nascita di una nuova coesione comunitaria se sarà composto da elementi che turisticamente siano in grado di soddisfare domande di esperienza individuale, di un kairòs (es.: sentiero per meditazione e pellegrinaggio, anche individuale e fuori dagli eventi collettivi); teologicamente siano coerenti con la presenza fisica e pastorale della chiesa locale (es.: illustrazione storica e artistica dei beni culturali ecclesiali locali); organizzativamente creino nuovi servizi (es.: Infopoint) e opportunità di lavoro. Economicamente sia composto da una rete di attori locali che contribuiscano all'equilibrio economico del rapporto entrate/uscite complessivo (es: la rete di servizi accoglienza, alloggio, refezione ecc. dovrà contribuire a finanziare l'ente che realizza il sistema complessivo).

Questi elementi organizzativi non sono facili da comporre: il primo proviene da una domanda emozionale individuale, il secondo da finalità ecclesiali, il terzo dal contesto umano e il quarto è di carattere economico. Vi sono alcuni casi di successo già avviati, altri in fase di avvio: personalmente sto curandone uno nel territorio sorrentino-amalfitano, nel piccolo Comune di Pimonte, che grazie alla sua conformazione montana sta riscoprendo sopite tradizioni di pellegrinaggi verso luoghi sacri e storici, naturalistici e panoramici, per provocare anche emozioni di turismo spirituale. Come scrisse un amico, “l'heritage culturale per una nuova economia della bellezza… è l'unico segmento a concentrarsi sul mood, sul feeling e sul sentiment del viaggiatore contemporaneo" (Federico Massimo Ceschin, Non è petrolio, Claudio Grenzi Editore). Il turismo spirituale, o come lo chiamo io "Religious light tourism" (Cugini, SAF-PFTIM 2019) può aiutare sia giovani alla ricerca di senso della vita attraverso la bellezza sia altri a crearsi un proprio lavoro nel campo della divulgazione spirituale, della guida escursionistica, della ricettività alberghiera o presso altri operatori turistici.

Qualche numero su cui riflettere
La domanda moderna di turismo devozionale si sta trasformando in quella di turismo religioso integrato dalla cultura. Ma è difficile misurare questa trasformazione. Troppo facile dire che è turismo religioso la visita a una delle circa 100mila chiese o a uno dei 1.700 santuari italiani e che il dato annuale di presenze sia di oltre 6 milioni. Anche se rilevassimo questo dato nazionale mediante il computo della ricettività, paradossalmente avremmo difficoltà a capire la motivazione religiosa o meno del viaggio: per gli arrivi dall'estero, tutte le rilevazioni istituzionali, poi, sono generiche (i moduli chiedono solo se "per vacanza" o "per lavoro"). Questa difficoltà mi è confermata dal recentissimo e tradizionale XXII Rapporto sul turismo italiano del Cnr-Iccs, del quale ho assistito alla presentazione nel corso della Bit di Milano, lo scorso febbraio. Esso non include il turismo religioso tra le sue analisi: i settori sono mare, montagna, città d'arte, terme, laghi, crociere, nautica, congressi, enogastronomia e sport. Turista e pellegrino si incontrano qualora l’esperienza del turismo religioso abbini i tratti caratteristici del turismo a quelli della religione, o meglio della spiritualità. È il passaggio dal turismo religioso a turismo spirituale, del quale non esistono né potranno mai esistere rilevazioni, essendo un fenomeno sociale e non economico. Possiamo dire solamente che l'attenzione del turista alla ricerca di senso, all'esperienza, alla fede è in forte incremento: si pensi allo sviluppo negli ultimi anni dei cosiddetti Cammini.

Opportunità e sfide: oltre il cristianesimo
In Italia oggi il turismo religioso è incoming verso le mete devozionali, ma anche outgoing di italiani in Terra Santa, a Lourdes ecc. Noi siamo e restiamo il paese del turismo devozionale cristiano della confessione cattolica. Solo negli ultimi anni si avvertono aperture della Cei sulla trasformazione verso il turismo spirituale. La sfida è dunque quella di offrire un’esperienza spirituale non solo cristiana: dobbiamo impegnarci perché il turismo religioso si rivolga a soddisfare una spiritualità più ampia di quella cristiana che attragga il turismo estero, in gran parte non cattolico. Il turismo religioso che prevedo è “light”, cioè “più ampio e leggero”, accessibile non solo ai credenti di una religione, intesa come forma devozionale tradizionale, ma anche ai non praticanti alcuna religione, a coloro che siano di ogni età, fede o nazionalità, anche al di fuori del cristianesimo, siano desiderosi di una “esperienza di senso”. Il sentimento religioso tratto dall’esperienza spirituale è perfino per l’esistenzialismo - tendenzialmente agnostico - l'unica testimonianza interiore della verità di fede. Su questa prospettiva è chiara la nostra debolezza e impreparazione sul piano della specializzazione: per le guide turistiche adatte a tale nuova esigenza ci sono buone pratiche, come la Scuola Arte e Teologia della Facoltà Teologica di Napoli, che formano queste nuove figure professionali.

Il ruolo del management 
Proprio perché è in atto una trasformazione - non solo per le confessioni cristiane - dal turismo devozionale a quello dei “turisti della fede”, da un punto di vista manageriale occorre comprendere i bisogni della nuova domanda turistica e organizzare nuovi servizi per soddisfarla. C’è chi vuole il silenzio e la meditazione (la risposta sono le vacanze di soggiorno in monasteri, eremi, case d´accoglienza) chi vuole "itinerari spirituali" (l'offerta è dei cammini che prolificano in tutto il territorio nazionale; chi chiede viaggi leisure con motivi culturali accessori (si organizzano pacchetti tailored di arte sacra, bellezza del paesaggio, enogastronomia e natura). 

Il ruolo del management è decisivo perché deve garantire - specie agli stranieri che ci giudicano inflessibilmente - il rapporto qualità/prezzo rispetto ad altri paesi concorrenti che in pochi anni ci hanno sorpassato nelle classifiche mondiali, pur non possedendo il nostro patrimonio storico, artistico, culturale e soprattutto gestire flussi, il marketing territoriale e garantire un approccio strategico diffuso. Se l'obiettivo è mantenere il 5° posto, la valorizzazione del "Religious light tourism" italiano potrà contribuire a conseguirlo integrando l'attuale turismo religioso tradizionale, devozionale, cattolico con altre proposte in linea con la sensibilità contemporanea.

Il Mito e la Poesia Passeggiata Letteraria al Museo Sabato 3 agosto ore 18.00 Museo Archeologico Nazionale Jatta - Ruvo di Puglia




Nell’ambito della rassegna estiva Immaginari – scene d’estate 2019 del Comune di Ruvo di Puglia, In folio Associazione Culturale, in collaborazione con la Pro loco, ripropone, dopo il successo dell’estate 2018, la sua insolita Passeggiata letteraria al tempo dei Miti e nel tempo eternato sui preziosi vasi del Museo. Protagonisti di questo viaggio sono il Museo Archeologico Nazionale Jatta, i miti, la poesia, il fascino della storia e della potenza narrativa della pittura. Conosceremo le divinità Niobe, Efesto e le Nereidi, Eracle e Le Esperidi, Bellerofonte e Talos, leggeremo del loro mondo leggendario, di storie d'amore e guerra, di passione e indifferenza, di coraggio e paura. Ci avvicineremo alla poesia dipinta sui vasi e giunta ai nostri tempi con immutato splendore artistico e storico.
Ritrovo ore 17.45 presso il Museo Archeologico Nazionale Jatta - Piazza Bovio, 35 Ruvo di Puglia.
Inizio passeggiata ore 18.00. Si raccomanda la massima puntualità. Il numero massimo di partecipanti è   20.

La partecipazione è gratuita ma con prenotazione obbligatoria presso l’Ufficio IAT Via V. Veneto, 48 - telefono: 080.3628428

segnalazione web a cura di Turismo Culturale

Musica: nuova vita Castrocaro, con Belen e De Martino

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Una serata "di grande musica, ma anche di spettacolo, con tanti ospiti, tanti volti giovani, una giuria presieduta da Simona Ventura, la conduzione affidata a Belen Rodriguez e Stefano De Martino, per la prima volta in coppia in uno show di prima serata, che canteranno e balleranno insieme": Lucio Presta presenta così la finale della 62/a edizione del Festival di Castrocaro, che andrà in onda martedì 3 settembre in diretta su Rai2 e in contemporanea su Radio2 con Ema Stokholma. 

Sono stati annunciati, intanto, i nomi dei dieci finalisti: Alfredo Bruno (26 anni, di Rende-Cs), Anita Guarino in arte Anita (20 anni, di Pomezia-Rm); Debora Manenti (21 anni, di Cazzago S. Martino-Bs); Gaia Gemmellaro (18 anni, di Nicolosi-Ct); Giovanni Arichetta (25 anni, di Torino); Michele Sechi in arte Mike Baker (21 anni, di Vico Pisano-Pi); Nicole Frendo (17 anni, di Malta); Riad Souala (23 anni, di Vicenza); Roberto Tornabene in arte Berna (17 anni, di Mascali-Ct); Rosario Canale in arte Kram (27 anni, di Reggio Calabria). 

"In giuria ci saranno anche Elodie, Andrea Delogu e il maestro Bruno Santori", spiega Presta, che organizza l'evento con la sua Arcobaleno Tre, in collaborazione con il Comune di Castrocaro Terme e Terra Del Sole. "Daremo spazio a tanti generi musicali, avremo grandi ospiti e naturalmente l'orchestra perché le esibizioni saranno dal vivo", spiega ancora il manager, che rilancia così un festival storico, antesignano dei talent musicali, che ha visto nascere star come Eros Ramazzotti, Zucchero, Fiorella Mannoia, Nek e Laura Pausini. Tutte le iscrizioni da parte dei partecipanti alle selezioni sono state gratuite. 

"I ragazzi, che sono davvero in gamba, passeranno attraverso un meccanismo di selezioni successiva a cinque, a tre e infine sarà decretato il vincitore", conclude Presta. (ANSA).

Estate: Federturismo, ad agosto 20 milioni in viaggio

Meta prediletta il mare nazionale, soprattutto Sardegna-Sicilia

(ANSA) - ROMA, 29 LUG - Dopo una partenza incerta, condizionata dal maltempo e da un giugno non particolarmente esaltante, con il primo fine settimana di agosto le vacanze degli italiani entrano nel vivo. Nel mese di agosto - secondo Federturismo Confidustria - saranno 20 milioni gli italiani a fare le valigie di cui 6 milioni varcheranno i confini nazionali con un budget medio di spesa di 850 euro per chi rimarrà nel Belpaese e di 1.300 per chi andrà all'estero. 

La durata del soggiorno, con una preferenza per il pernottamento nelle strutture alberghiere, oscilla dai 7 ai 13 giorni. 

La destinazione prediletta rimane ancora una volta il mare di casa nostra: Sardegna, Sicilia e Puglia innanzitutto. La Grecia e la Spagna con le loro isole saranno invece le località marine preferite all'estero, mentre per il lungo raggio la scelta ricadrà su Giappone, Stati Uniti e Oceano Indiano. 

Anche per quest'estate sarà assicurata la presenza degli stranieri (+1%): in particolare americani e tedeschi che sceglieranno le città d'arte, ma anche le nostre montagne. 

Considerato l'interessante allungamento delle stagioni di spalla sono buone le previsioni anche per i viaggi di settembre e ottobre che piacciono molto e che grazie a destinazioni come il Mar Rosso rappresentano una buona soluzione con prezzi allettanti e clima ideale anche in questo periodo. (ANSA).

Sicilia prima regione per numero d'imprese nel turismo



Foto: Il Teatro antico nel sito archeologico di Segesta (TP)
La Sicilia è la prima regione italiana per incidenza di aziende che si occupano di turismo sul totale di quelle artigiane (22,4 per cento), valore superiore di 6,4 punti rispetto alla quota nazionale del 16 per cento. Il dato è stato rilevato  dall’indagine dell'Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia. 
La crescita di tante imprese artigiane nel settore turismo, è spiegata con il sostenuto incremento dal 2014 al 2018 delle presenze turistiche sull’Isola.  
Nel 2018 in Sicilia si contano 15.135.259 presenze turistiche, cresciute, rispetto al 2017 del 2,9%. Le presenze degli  stranieri, nel 2018, superano quelle degli italiani (50,9 contro 49,1) con un incremento di crescita del 6,3%.  Questi provengono principalmente da Francia, Germania e Regno Unito. 
Su scala nazionale, troviamo Palermo al 3° (+0,9%) posto tra le 30  province italiane dove l'artigianato della filiera d'offerta del turismo rappresenta una fetta rilevante del tessuto produttivo  e poi Ragusa all’8° posto (+0,3%).   Sono 16.176 le imprese artigiane attive nella filiera di offerta del Turismo, oltre a ristoranti e alberghi.  Operano principalmente nel settore dell'agroalimentare (33,4%), delle altre attivita' manifatturiere e dei servizi (22,0%) e di ristoranti e pizzerie (18,4%). 
Per far fronte all'aumento di turisti, negli ultimi 5 anni, sono aumentati sul territorio (+20,6 per cento) il numero di esercizi ricettivi raggiungendo le 7.155 unità. In particolare dal 2014 al 2018 si osserva una crescita accentuata di presenze di turisti in bed and breakfast (+38,2 per cento), alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale (+31,7 per cento) e agriturismi (+12,9 per cento). Beni culturali, food di qualità, artigianato artistico locale e patrimonio naturale sono i fattori chiave di attrattività in Sicilia.
"I prodotti dell'artigianato locale, che creano identita' ed esprimono la cultura del popolo rappresentando i simboli della tradizione e della creativita' del territorio, sono molto richiesti dai turisti che esplorano la nostra Isola - evidenzia l'Osservatorio -. Nella nostra regione si contano 17.037 imprese artigiane dell'artigianato artistico (23,6% del totale artigianato) che occupano 34.535 addetti (24% totale occupati nell'artigianato). Gli ambiti di riferimento dell'artigianato artistico siculo sono principalmente: alimentari, metalli e legno”.
A fronte del fatto che la spesa della P.A. per cultura e servizi ricreativi dal 2008 al 2017 scende del 38,5 per cento, secondo calo più accentuato registrato in Italia dopo quello del Molise (-44,2 per cento), va considerato che una minor spesa si traduce spesso in una maggiore vulnerabilità degli oltre 250 musei e istituti culturali dislocati sull'Isola. I siti culturali, musei e aree archeologiche,  nel 2018 sono stati visitati da oltre 5 milioni di persone, in crescita del 4,2 per cento rispetto all'anno precedente. Un ruolo chiave potrebbero, quindi, giocarlo le oltre 21mila imprese, di cui 56,5 per cento artigiane, che si occupano di cura e tutela del patrimonio culturale.
"Dobbiamo lavorare affinché si intervenga, con la massima urgenza, per effettuare investimenti di manutenzione, valorizzazione e protezione rivolti al patrimonio naturale e culturale, visitato annualmente da più di 5 milioni di persone e che fa della Sicilia un vero e proprio museo a cielo aperto - dicono Giuseppe Pezzati e Andrea Di Vincenzo, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Sicilia -.
qaeditoria.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale