(ANSAmed) - ATENE, 8 AGO - Salvatore Lo Sicco, un professore italiano
che vive e lavora nel Regno Unito, ha pedalato da Londra ad Atene sulla
propria bicicletta per un'iniziativa tesa sostenere rimpatrio dei Marmi
del Partenone. Lo Sicco ha cominciato il suo viaggio davanti al British
Museum, che ospita i marmi che Lord Elgin trafugò da Atene ai primi
dell'800, e lo ha concluso davanti alla gradinata del Museo
dell'Acropoli. Il docente italiano è partito il primo luglio scorso e
dopo 35 giorni e otto ore è arrivato nella capitale ellenica. Il
progetto di Lo Sicco è stato sostenuto dal Comitato britannico per la
Restituzione dei Marmi del Partenone. "Credo che il ritorno in patria
dei Marmi del Partenone sia un obbligo morale e storico per tutti noi.
Se vogliamo, possiamo cambiare le cose in Europa", ha detto il
professore-ciclista. A ricevere Lo Sicco al suo arrivo ad Atene c'era il
vice ministro della Cultura e dello Sport Angela Gerekou che si è
congratulata per la sua iniziativa e gli ha offerto un biglietto omaggio
per il ritorno a Londra e gli ha regalato una replica di una statuetta
di una colomba del periodo ellenistico. "Ringrazio Lo Sicco a nome di
tutti i greci", ha detto Gerekou. "Il sogno per la restituzione dei
Marmi rimane vivo in noi. Iniziative come la sua ci riempiono di
emozione e forza per continuare a lottare per una questione
internazionale che riguarda sia le persone di cultura sia i semplici
cittadini di tutto il mondo", ha concluso il vice ministro. I Marmi del
Partenone, che sono esposti nella Galleria Duveen del British Museum dal
1962, sono da decenni al centro di una lunga controversia diplomatica
tra la Grecia e il Regno Unito.
Turismo: Croazia dati per il 2014 mostrano crescita del ben 3%
Il turismo croato, principale
motore dell'economia del Paese e l'unico settore a non soffrire
la crisi economica, ha risentito del luglio piovoso, mese che
rispetto all'anno scorso mostra un calo dello 0,4 per cento in
arrivi e del 2% in pernottamenti. Buoni comunque i risultati
complessivi per i primi sette mesi del 2014.
Secondo i dati del ministero del Turismo croati, diffusi oggi, sulla costa adriatica croata a luglio sono state registrate in media 20 giornate piovose, con alcune località in Istria che ne hanno avute addirittura 24. Questo, secondo le analisi, ha pesato soprattutto sulle presenze nei campeggi dai quali molti turisti sono andati via molto prima del previsto.
In complesso, comunque, il 2014 in Croazia ha visto una notevole cresciata negli arrivi, del 3,5 per cento, ovvero in tutto quasi sette milioni di turisti per 37 milioni di pernottamenti. Di questi la stragrande maggioranza, 6,2 milioni, sono stranieri, con al primo posto i tedeschi e gli sloveni.
Rispetto all'anno scorso gli arrivi dall'Italia sono cresciuti, per la prima volta in tre anni, del 5 per cento. (ANSAmed).
Secondo i dati del ministero del Turismo croati, diffusi oggi, sulla costa adriatica croata a luglio sono state registrate in media 20 giornate piovose, con alcune località in Istria che ne hanno avute addirittura 24. Questo, secondo le analisi, ha pesato soprattutto sulle presenze nei campeggi dai quali molti turisti sono andati via molto prima del previsto.
In complesso, comunque, il 2014 in Croazia ha visto una notevole cresciata negli arrivi, del 3,5 per cento, ovvero in tutto quasi sette milioni di turisti per 37 milioni di pernottamenti. Di questi la stragrande maggioranza, 6,2 milioni, sono stranieri, con al primo posto i tedeschi e gli sloveni.
Rispetto all'anno scorso gli arrivi dall'Italia sono cresciuti, per la prima volta in tre anni, del 5 per cento. (ANSAmed).
Borghi racconta Marta e Clusone
fonte: http://www2.tv2000.it/pls/s2ewtv2000/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=3419
Nei mari d'Italia 27 rifiuti ogni kmq, soprattutto plastica. Goletta Verde, in Adriatico 41% buste e nel Tirreno 34% bottiglie
Nei mari d'Italia si contano
fino a 27 rifiuti galleggianti ogni chilometro quadrato, per lo più
plastici, con una percentuale di quasi il 90%. Lo ha verificato Goletta
Verde di Legambiente in 87 ore di osservazione e 1.700 chilometri di
mare monitorati con l'Accademia del Leviatano nell'estate 2014. Il team
di osservatori ha rilevato quasi 700 rifiuti sulle tratte costiere, un
rifiuto di plastica ogni 10 minuti.
Le tratte più "dense" di rifiuti sono risultate la costa di Castellammare di Stabia (Napoli), dove sono stati contati più di 150 rifiuti ogni kmq; più di 100 i rifiuti al kmq davanti la costa abruzzese di Giulianova e più di 30 sul Gargano, tra Manfredonia e Termoli.
Il mare Adriatico è quello in cui sono stati trovati più rifiuti galleggianti, 27 ogni chilometro quadrato, in prevalenza di plastica, di cui il 20% proveniente dalla pesca. Nel Mar Tirreno la Goletta ne ha individuati 26 ogni chilometro quadrato. Meglio il Mar Ionio che grazie alla sua posizione geografica conta "solo" 7 rifiuti ogni kmq di mare.
L'Accademia del Leviatano ha monitorato la tratta transfrontaliera Civitavecchia - Barcellona per otto volte e un totale di 800 km e 20 ore di osservazione, rilevando quattro rifiuti ogni chilometro quadrato, ma prendendo in considerazione solo quelli più grandi di 20 cm e in alto mare. Nelle restanti tratte, Goletta Verde ha monitorato i rifiuti dai 2,5 cm in su e ben il 75% del totale è costituito da rifiuti inferiori ai 20 centimetri.
Nel Mare Adriatico, i rifiuti plastici derivanti dalla pesca sono composti per il 20% da reti e polistirolo galleggiante, frammenti o intere cassette che si usano per contenere il pescato, per il 41% da buste e per il 22% da frammenti di plastica. Del 91% dei rifiuti di plastica nel Mar Tirreno il 34% è costituito da bottiglie (bevande e detergenti) che quest'anno superano la percentuale di buste di plastica (29%).
La campagna di Legambiente è stata realizzata anche con il contributo di Coou (Consorzio obbligatorio oli usati), Novamont e Nau!, secondo il protocollo scientifico elaborato dal Dipartimento Difesa della natura di Ispra e dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa.
Le tratte più "dense" di rifiuti sono risultate la costa di Castellammare di Stabia (Napoli), dove sono stati contati più di 150 rifiuti ogni kmq; più di 100 i rifiuti al kmq davanti la costa abruzzese di Giulianova e più di 30 sul Gargano, tra Manfredonia e Termoli.
Il mare Adriatico è quello in cui sono stati trovati più rifiuti galleggianti, 27 ogni chilometro quadrato, in prevalenza di plastica, di cui il 20% proveniente dalla pesca. Nel Mar Tirreno la Goletta ne ha individuati 26 ogni chilometro quadrato. Meglio il Mar Ionio che grazie alla sua posizione geografica conta "solo" 7 rifiuti ogni kmq di mare.
L'Accademia del Leviatano ha monitorato la tratta transfrontaliera Civitavecchia - Barcellona per otto volte e un totale di 800 km e 20 ore di osservazione, rilevando quattro rifiuti ogni chilometro quadrato, ma prendendo in considerazione solo quelli più grandi di 20 cm e in alto mare. Nelle restanti tratte, Goletta Verde ha monitorato i rifiuti dai 2,5 cm in su e ben il 75% del totale è costituito da rifiuti inferiori ai 20 centimetri.
Nel Mare Adriatico, i rifiuti plastici derivanti dalla pesca sono composti per il 20% da reti e polistirolo galleggiante, frammenti o intere cassette che si usano per contenere il pescato, per il 41% da buste e per il 22% da frammenti di plastica. Del 91% dei rifiuti di plastica nel Mar Tirreno il 34% è costituito da bottiglie (bevande e detergenti) che quest'anno superano la percentuale di buste di plastica (29%).
La campagna di Legambiente è stata realizzata anche con il contributo di Coou (Consorzio obbligatorio oli usati), Novamont e Nau!, secondo il protocollo scientifico elaborato dal Dipartimento Difesa della natura di Ispra e dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Il Folk geneticamente modificato dei TerrAnima accende la notte umbra
Prossimamente al cinema
con la colonna sonora del film Quando si muore si muore, i TerrAnima
terranno un concerto il 9 agosto a Città della Pieve durante la Notte Verde
Bianca e Rossa
Una band che ha fatto del legame con la sua terra, con la sua storia e le sue tradizioni, il suo punto di forza sia a livello nazionale che internazionale. La musica dei TerrAnima è infatti ugualmente apprezzata sia in Italia dove la band, ormai al suo quarto album, ha ottenuto numerosi riconoscimenti e soddisfazioni, sia all’estero dove spicca l’esibizione al Babyl Teathre di Baghdad, durante il Festival di Babilonia dinanzi a un pubblico di oltre diecimila persone.
Nati dal sodalizio di musicisti professionisti, i TerrAnima reinterpretano la musica popolare pugliese proponendola in chiave etnofolk con escursioni rock, ma sono anche autori di brani inediti come Balla Taranta, pezzo dal ritmo coinvolgente che ne ha garantito il successo.
E coinvolgente è proprio il termine più appropriato, perchè se anche il genere non dovesse piacere, è praticamente impossibile rimanere insensibili a questo tipo di musica, nata proprio come forma di aggregazione e coinvolgimento. Dal momento che il tamburello si impossessa del tempo, il corpo risponde inevitabilmente, e non è un caso che la pizzica, o taranta, venisse utilizzata sin dall'antichità come strumento terapeutico per liberarsi dal veleno iniettato dal morso della pericolosa tarantola.
Ma sebbene le origini storiche risalgano al finire del 1700, la pizzica è stata lo scorso secolo per lungo tempo etichettata come simbolo di arretratezza e quindi screditata e relegata a dimensioni locali, salvo poi per fortuna, a partire dagli anni settanta, essere riscoperta e rivalutata, fino a diventare ai giorni d’oggi un vero e proprio fenomeno culturale. Grande merito di ciò va ovviamente agli artisti che non si sono arresi, e che hanno fortemente creduto in questa frenetica e appassionante musica.
Tra questi dunque ci sono senz’altro anche i TerrAnima, e se volete ascoltarli, divertirvi e scatenarvi al ritmo della loro personalissima pizzica, l’appuntamento da non perdere è il concerto di sabato 9 agosto a Città della Pieve durante la Notte Verde Bianca e Rossa.
Un evento quello della cittadina umbra che racconta e valorizza le eccellenze del territorio italiano e che ha scelto proprio la band silentina, per portare testimonianza e dimostrazione di come la tradizione popolare possa rappresentare con qualità e fierezza l’Italia tutta.
comunicato stampa Wachipi
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
turismoculturale@yahoo.it
Una band che ha fatto del legame con la sua terra, con la sua storia e le sue tradizioni, il suo punto di forza sia a livello nazionale che internazionale. La musica dei TerrAnima è infatti ugualmente apprezzata sia in Italia dove la band, ormai al suo quarto album, ha ottenuto numerosi riconoscimenti e soddisfazioni, sia all’estero dove spicca l’esibizione al Babyl Teathre di Baghdad, durante il Festival di Babilonia dinanzi a un pubblico di oltre diecimila persone.
Nati dal sodalizio di musicisti professionisti, i TerrAnima reinterpretano la musica popolare pugliese proponendola in chiave etnofolk con escursioni rock, ma sono anche autori di brani inediti come Balla Taranta, pezzo dal ritmo coinvolgente che ne ha garantito il successo.
E coinvolgente è proprio il termine più appropriato, perchè se anche il genere non dovesse piacere, è praticamente impossibile rimanere insensibili a questo tipo di musica, nata proprio come forma di aggregazione e coinvolgimento. Dal momento che il tamburello si impossessa del tempo, il corpo risponde inevitabilmente, e non è un caso che la pizzica, o taranta, venisse utilizzata sin dall'antichità come strumento terapeutico per liberarsi dal veleno iniettato dal morso della pericolosa tarantola.
Ma sebbene le origini storiche risalgano al finire del 1700, la pizzica è stata lo scorso secolo per lungo tempo etichettata come simbolo di arretratezza e quindi screditata e relegata a dimensioni locali, salvo poi per fortuna, a partire dagli anni settanta, essere riscoperta e rivalutata, fino a diventare ai giorni d’oggi un vero e proprio fenomeno culturale. Grande merito di ciò va ovviamente agli artisti che non si sono arresi, e che hanno fortemente creduto in questa frenetica e appassionante musica.
Tra questi dunque ci sono senz’altro anche i TerrAnima, e se volete ascoltarli, divertirvi e scatenarvi al ritmo della loro personalissima pizzica, l’appuntamento da non perdere è il concerto di sabato 9 agosto a Città della Pieve durante la Notte Verde Bianca e Rossa.
Un evento quello della cittadina umbra che racconta e valorizza le eccellenze del territorio italiano e che ha scelto proprio la band silentina, per portare testimonianza e dimostrazione di come la tradizione popolare possa rappresentare con qualità e fierezza l’Italia tutta.
comunicato stampa Wachipi
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
turismoculturale@yahoo.it
Riaperto traforo del Monte Bianco
(ANSA) - AOSTA, 8 AGO - Dopo uno stop alla viabilità di 12
ore, per l'esondazione di un torrente in Francia, il Traforo del
Monte Bianco è stato riaperto al traffico questa mattina.
L'accesso alla galleria era stato interrotto ieri, poco dopo le 20, a causa dell'ostruzione della strada di accesso sul lato francese per l'esondazione di un torrente. Le squadre tecniche hanno lavorato tutta la notte per garantire la riapertura.
L'accesso alla galleria era stato interrotto ieri, poco dopo le 20, a causa dell'ostruzione della strada di accesso sul lato francese per l'esondazione di un torrente. Le squadre tecniche hanno lavorato tutta la notte per garantire la riapertura.
Su Stromboli nuova bocca e cola lava Invasione di turisti con i vaporetti. Escursioni sospese
(ANSA) - PALERMO, 8 AGO - Sul cratere dello Stromboli,
nelle Eolie, si è aperta una nuova bocca. L'eruzione è
spettacolare, le escursioni sono state sospese e sull'isola si
sono riversati migliaia di turisti. Lo spettacolo, con i
vaporetti stracarichi, si ammira soprattutto dal mare vicino
alla Sciara del fuoco. Sullo Stromboli la nuova bocca eruttiva
si è aperta nella parte alta della Sciara del Fuoco ad una quota
di circa 650 metri, da dove fuoriesce un'abbondante quantità di
lava.
Fuga dallo stress, è boom delle vacanze in convento
Sono professionisti, giovani
ma più spesso adulti, in genere italiani ma anche stranieri, più
frequentemente maschi, in vacanza da soli, meno in gruppi. Il più delle
volte già orientati verso la fede, e tuttavia non di rado anche non
credenti o lontani da Dio. Di sicuro, in fuga dallo stress,
dall'iperconnettività di smartphone e pc, dai tempi alienanti della vita
in città che spingono a ricercare esperienze spirituale forti. E'
questo, a sentire i gestori, l'identikit dei sempre più numerosi utenti
che quest'estate hanno deciso di varcare le porte di uno degli oltre 500
cosiddetti bed&blessing italiani. Monasteri, conventi, eremi,
santuari sparsi per la penisola, immersi nella natura selvaggia o
isolati su vette mozzafiato, dove trascorrere le ferie all'insegna della
condivisione della vita monastica, tra preghiere (tre volte al giorno),
lectio divinae, canti gregoriani e meditazione. Per ripulire corpo e
mente, la sistemazione è generalmente spartana: servizi essenziali,
letto, tavolo e crocifisso.
I pasti sono in comune e alla fine, quasi dappertutto, anziché pagare
il conto si lascia un'offerta libera. Niente caparre né iscrizioni.
Attenzione però: "Non è una vacanza alternativa - spiega Guido Dotti
della comunità monastica di Bose, in provincia di Biella, una delle mete
più gettonate -, l'unica condizione che si richiede è un impegno serio
da parte degli ospiti tra cui si annoverano comunque anche non
credenti". Per accedere al monastero di Enzo Bianchi, infatti, dove i
circa 90 posti sono andati esauriti da giugno fino a metà settembre, non
si prenota via email. "Facciamo una sorta di colloquio al telefono
prima - spiega Dotti - per capire che cosa cerca la persona e se noi
siamo la scelta giusta per lui". Attualmente in programma c'è un corso
di letteratura biblica, poi ogni settimana relatore e tema cambiano.
Impegni di un'ora al mattino e una al pomeriggio, il resto del tempo è
libero. "Ci fa sempre effetto - osserva Dotti - che ci siano persone che
'sprechino' le ferie per stare qui d'estate ma sono proprio coloro che
vengono a desiderare una condizione di raccoglimento, vogliono
riflettere e ripensare la propria vita".
"Noi non lo chiediamo espressamente - aggiunge - ma sono gli ospiti
appena arrivati a buttare via il cellulare e a rispettare silenzio e
solitudine, si lamentano dell'eccesso di Internet e telefono". Dalla
pace dell'eremo benedettino di San Giorgio, una comunità di 9 frati sul
lago di Garda, parla il monaco Lorenzo Saraceno: "Ospitiamo fino a 15
persone, il picco è da giugno a settembre, la nostra unica richiesta è
che ci sia un interesse serio, con la disposizione a partecipare alla
nostra liturgia e alle lectio divinae. Se poi liberamente qualcuno
chiede un dialogo più ravvicinato con un monaco noi siamo pronti".
"Accogliamo di tutto - fa sapere -, persone semplici, variegate per età e
provenienza, spesso professionisti stressati. Come principio noi
diciamo subito di abbandonare la macchina, qui ci si muove solo a
piedi". "Gli ospiti però - aggiunge con una battuta - mangiano in
refettorio, anche noi vogliamo la nostra privacy!".
Le scelta è davvero ampia: al convento di san Francesco di Paola nel
cosentino, i frati minori accettano solo seri ritiri spirituali con
partecipazione tassativa alle funzioni religiose. Maglie più larghe,
invece, al famosissimo santuario toscano della Verna (25 frati), simbolo
della spiritualità legata a San Francesco ed evergreen dei conventi che
ha conosciuto una rinnovata popolarità con papa Bergoglio. "Nelle
stanze della foresteria non ci sono comfort - spiega fratel Marco - ma
ciò che piace molto ai nostri ospiti è l'intensa vita di preghiera della
comunità". Più rigidi sono all'abbazia di Santa Giustina - 20 monaci a
Padova - che può vantare, di recente, anche la maturazione di una
vocazione tra i propri ospiti: "Due architetti romani vengono spesso
quando sono in ferie. Uno di loro due, sui 35 anni, ci ha annunciato che
a settembre entrerà in seminario".
A stagione conclusa, il governo Crocetta rilancia il turismo. Vergogna!
di Maurizio Balistreri - ilfogliettone.it
Il governo Crocetta intende rilanciare il turismo in Sicilia. Un settore fino a ieri abbandonato dalla politica e dalle istituzioni e lasciato soltanto nelle mani dei privati i quali pur di andare avanti hanno messo in campo tutte le loro energie. E così, a stagione estiva conclusa, l’assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris, vuole mettere mano al settore. Punta a tornare ai livelli pre-crisi, facendo in modo che l’impatto economico dei consumi turistici tra diretto ed indotto sia tale da contribuire entro il 2020 al 7 percento al valore aggiunto regionale. Obiettivo ambizioso. “Lo sviluppo del settore – afferma la Stancheris – deve vedere coinvolti tutti gli assessorati. Ognuno avrà una sfida da raggiungere per arrivare ad avere un piano strategico con azioni specifiche per il comparto”.
Tre gli assi d’azione: il marketing per “rafforzare la reputazione turistica della regione”; gli interventi sull’offerta, finalizzati ad “realizzare infrastrutture turistiche che i privati non riescono ad offrire; migliorare la qualità del paesaggio inteso come ‘setting’, in cui si svolgono le esperienze turistiche”. Per la giovane assessora bergamasca, “occorre non solo fare arrivare i turisti in Sicilia ma incrementare la produttività delle industrie del settore, incoraggiare la qualità e l’innovazione e rendere luoghi e beni culturali accoglienti e fruibili”. Capitolo a parte i distretti turistici, su cui “l’amministrazione ha accumulato pesanti ritardi, ma per i quali siamo finalmente arrivati ad una graduatoria registrata dalla Corte dei conti lo scorso 24 luglio e per i quali sono disponibili 17 milioni”. E tra gli obiettivi a cui punta l’assessorato, c’è una mostra internazionale da portare in Sicilia nel 2015, un nuovo spot per promuovere l’Isola, l’incremento del turismo religioso e “un marchio nuovo a cui stiamo lavorando insieme al Coni per il turismo sportivo”.
Attenzione anche al settore cinematografico, con un bando per i lungometraggi che uscirà entro la fine del mese e per il quale è disponibile un milione e mezzo di euro. Infine, la ‘Strada degli scrittori’. “E’ un’idea di creare un prodotto turistico che garantisca la strada che va da Racalmuto a Porto Empedocle, sino a Santa Margherita Belice mettendo insieme i luoghi di Camilleri, Pirandello, Sciascia e Tomasi di Lampedusa. Abbiamo scelto quattro registi che faranno quattro spot sugli autori e parteciperanno ad un festival. Il Piano strategico – evidenzia Stancheris – è un documento politico, mette nero su bianco quello che la Regione e questo Governo intende fare nel settore del turismo”. Infine, la Stancheris s’è impegnata a erogare le risorse per il 2015 ai carnevali di Sciacca, Termini Imerese e Acireale, come anche alla sagra del Mandorlo in fiore. “Cerchero’ di garantire ugualmente le somme”, conclude.
Sicilia, 25 anni di martirio delle coste Il report del Wwf con Google Earth
Le coste italiane in 25 anni sono state “martoriate”,
divorate in più parti dal cemento, per far spazio a villaggi,
residence, centri commerciali, porti, autostrade, dighe e barriere che
ne hanno alterato il profilo. le più martoriate in assoluto sono state
le coste siciliane.
Una visione d’ insieme, con fotografie satellitari tratte da Google Earth,
è raccolta nell’ultimo dossier del Wwf “Cemento coast-to coast: 25 anni
di natura cancellata dalle più pregiate coste italiane”.
Da Nord a Sud dei circa 8.000 chilometri quasi il 10%
è alterato dalla presenza di infrastrutture pesanti e nessuna regione
costiera è esclusa: le più ‘ferite’ sono Sicilia, Sardegna e la costa
adriatica che si presenta come “la più urbanizzata dell’ intero bacino
Mediterraneo” che rappresenta il 17% del litorale nazionale ma dove meno
del 30% dell’ area che affaccia sul mare è libero da costruzioni. Il
Wwf segnala “312 macro attività umane che hanno sottratto suolo naturale
lungo le nostre ‘ amate sponde’ per far spuntare dal 1988 a oggi”
strutture che hanno alterato il paesaggio facendo perdere biodiversità e
patrimonio naturale”.
Dalla cava del 2003 della Baia di Sistiana in Friuli
occupata poi da un mega villaggio turistico alla Darsena di
Castellamare di Stabia in Campania, dall’urbanizzazione della foce del
Simeto in Abruzzo al porto turistico ampliato e villaggio
turistico sulla foce del Basento in Basilicata sono alcuni casi
illustrati in una simbolica foto gallery regione per regione. Persino
le aree costiere cosiddette protette non sono state risparmiate.
Il Wwf denuncia una “evidente carenza di programmazione”
e che “non esiste un ‘ custode’ unico ma la gestione è ‘condivisa’ a
livelli diversi (Stato, Regioni, Enti locali) con una frammentazione di
competenze.
blogsicilia.it
Sicilia: assessore Turismo, su carnevali voto miope, soluzione amministrativa, anche per Termini
(Adnkronos) - "Cercherò di dare una mano ai carnevali di Sciacca,
Acireale e Termini Imerese, così come alla Sagra del Mandorlo in fiore e
all'autodromo di Pergusa. Dovrò trovare una soluzione amministrativa". A
dirlo, parlando con i giornalisti, è stata l'assessore al Turismo della
Regione siciliana, Michela Stancheris, a proposito delle iniziative
rimaste fuori dalla manovra ter. Proprio per i tre carnevali siciliani
lo stanziamento inizialmente previsto nel documento, approvato lo scorso
1 agosto dall'Assemblea regionale siciliana al termine di un iter
'tumultuoso', era di 400 mila euro. Ma il voto d'Aula ha escluso le
manifestazioni dall'elenco dei beneficiari dei fondi dell'ex Tabella H,
"Su questi eventi - spiega Stancheris - c'è stata un'opposizione
politica, più che mirata al valore delle iniziative. E' stato un voto
miope che non ha garantito la Storia della Sicilia, che queste
manifestazioni incarnano. Interverrò amministrativamente, togliendo
risorse alle iniziative direttamente promosse, per le quali in
finanziaria è stato stabilito un finanziamento di 2,9 milioni di euro".
palermo.repubblica.it
TERMINI IMERESE in attesa del turismo sul nuovo progetto di reindustrializzazione Fiat restano i dubbi dei sindacati.
Sul nuovo progetto di reindustrializzazione di Termini Imerese
con le auto elettriche, restano i dubbi dei sindacati. Così è ancora
presto per valutare la fattibilità industriale e se il piano della Grisa
Spa, Gruppo Italiano Fabbriche Automobili, possa occupare buona parte
dei lavoratori ex Fiat e dell'indotto che attendono risposte. È un esito
incerto quello del vertice che si è tenuto sulla vertenza Fiat di
Termini Imerese nella sede del Mise alla presenza dei sindacati, della
Regione, dei rappresentanti del Ministero e della Grisa Spa interessata
alla produzione di auto elettriche e ibride nello stabilimento di
Termini. "Alla Grisa abbiamo chiesto certezze sul fronte occupazionale,
al prossimo incontro ci auguriamo di ottenere risposte, così come sugli
investimenti che il Gruppo automobilistico metterebbe a disposizione per
Termini Imerese" ad affermarlo al termine dell'incontro sono stati
Ludovico Guercio, segretario Fim Cisl Palermo Trapani e Giovanni
Scavuzzo, componente della segreteria provinciale Fim Cisl. "Ci sono
ancora dubbi da chiarire sulla sostenibilità industriale del progetto di
auto ibrida che la Grisa vuole realizzare a Termini e ancora di più
sulla salvaguardia occupazionale dei lavoratori Fiat e dell'indotto". Il
progetto della Grisa dovrebbe partire nel 2015, occupare circa 400
lavoratori e produrre a regime 35 mila vetture l'anno. Mimmo Milazzo,
segretario generale Cisl Palermo Trapani aggiunge: "Si faccia presto, a
dicembre scadrà la cassa integrazione, bisogna dare certezze ai
lavoratori che attendono da troppo tempo, e si proceda subito con i
lavori previsti dall'accordo di programma quadro per potenziare l'area
industriale di Termini. Verificheremo nel concreto il piano, ci
auguriamo possa tutelare i lavoratori della Fiat e dell'indotto, e che
presto si passi dalle parole ai fatti". Nel dettaglio il progetto
dell'auto ibrida vedrà la partenza della produzione entro la fine del
2015 dopo una fase di start-up di 18 mesi. A regime si ipotizza la
produzione di 35 mila auto, l'iniziativa imprenditoriale vedrà
l'utilizzo di fornitori nazionali per le parti di componentistica
conquistedellavoro.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
conquistedellavoro.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
Torre Alfina - Si svolgerà dal 9 al 17 agosto Al via la Sagra delle pappardelle al cinghiale
Torre Alfina - Il Castello |
Torre Alfina - Torre Alfina, uno dei borghi più belli d’Italia e frazione del Comune di Acquapendente, si appresta a vivere un’estate ricca di eventi.
“Festa e poesia nel borgo più bello che ci sia” è il titolo del calendario di appuntamenti che si inaugura con la 25esima edizione della Sagra delle pappardelle al cinghiale dal 9 al 17 agosto per chiudersi con la 254esima Festa della Madonna del Santo Amore dal 5 al 7 settembre.
A partire dal 9 agosto, quindi, Torre Alfina ospiterà la Sagra delle pappardelle al cinghiale, uno degli appuntamenti gastronomici più attesi di tutto il territorio; ogni sera apertura degli stand dalle 19.
Inoltre, dal 10 al 16 agosto intrattenimenti serali: il 10 agosto alle 22 “Varietà al Caffè” con la Compagnia teatrale Retropalco; il 12 agosto alle 22 “Dance Show” con Daniel Danza 2000; il 14 agosto alle 22 “Sfilata della Rosa”, Torre Alfina Fashion con Gfa Abbigliamento; il 16 agosto alle 22 “Dance Entertainment” con Riccardo Piermattei.
Dal 29 al 31 agosto, poi, appuntamento con “Il Borgo della Poesia”. Il 29 agosto alle 18 inaugurazione del Borgo della Poesia e della Via della Poesia presso il Largo Chiesa Madonna del Santo Amore; alle 19.00 presso il Salone Luzzi al Castello di Torre Alfina apertura della mostra “IncontrArti a Torre Alfina” con presentazione sceneggiata e la presenza dei calchi delle quattro stagioni (portali del castello) dell’ebanista Tito Corsini di Siena; alle 21.30 nella Piazzetta della Comunità si terrà la lettura del Manoscritto della Traslazione in costume d’epoca ed a seguire lo spettacolo di teatro itinerante “Il Bullo Generoso”.
Il 30 agosto alle 18 appuntamento con il Brindisi della Rosa nella Piazzetta della Comunità; alle ore 18.30 cerimonia di premiazione del concorso La Rosa d’Oro “Una Rosa per Alda” con la partecipazione di Emanuela Carniti figlia di Alda Merini; alle 19.00 happy hour offerto dal bar la Piazzetta. Il 31 agosto alle ore 18.00 presso il Terrazzo Sarchioni appuntamento con “Versi e Sorbetti”, degustazione di gelato artigianale e reading di poesia e narrativa con la presentazione di libri.
Infine, dal 5 al 7 settembre si terrà la 254esima Festa della Madonna del Santo Amore: il 5 settembre alle 21 performance teatrale itinerante con la compagnia Massimiliano Bruno; il 6 settembre alle 17 mercatino di San Bartolomeo, alle 21 solenne processione della Traslazione in costume d’epoca e alle 22.30 serata Salsera by Ezechiele; il 7 settembre alle 11.30 celebrazione della S.S. Messa Solenne in onore della Madonna del Santo Amore, alle 12.30 ritorno della Sacra Immagine della Madonna alla chiesa a Lei dedicata, alle ore 17.00 mercatino di San Bartolomeo ed a finire alle 17.30 gara di dolci con degustazione di dolci e vino.
tusciaweb.eu
Industria addio anche Termini Imerese con la Sicilia riparta da agricoltura e turismo
Dal 2009 al 2013, quindi in appena 5 anni, sono andati in fumo
22.600 posti di lavoro in Sicilia soltanto nel settore industriale.
Un’emorragia enorme che non conosce tregua. Al pari dell’edilizia anche
l’industria soffre enormemente questa crisi e non ci sono segnali
positivi in nessun fronte. La Cgil si è messa con numeri alla mano
parlando di “desertificazione industriale senza precedenti” nell’Isola.
In tutto questo c’è una sola agghiacciante verità: “La capacità
produttiva della nostra regione – sottolinea Michele Pagliaro,
segretario siciliano della Cgil - è diminuita di un terzo e non si vede
la luce in fondo al tunnel”.
Per l’anno in corso non si sono ancora dati certi ed omogenei ma l’impressione è tutt’altro che favorevole: si contano all’incirca 7 mila operai in cassa integrazione che rischiano di non mettere più piede nelle loro fabbriche, molte delle quali nel frattempo smantellate. Da cinque anni a questa parte le chiusure delle aziende si susseguono di mese in mese: da Catania a Palermo, da Gela a Siracusa, i polmoni produttivi della Sicilia sono in agonia. “Adesso Basta! – esclama il deputato regionale Lino Leanza - Siamo stanchi di assistere al disfacimento del patrimonio industriale e lavorativo siciliano. Non vorremmo che si stia innescando un effetto domino che porti alla chiusura delle nostre aziende l’una dopo l’altra. Il Governo della Regione intervenga immediatamente per creare condizioni che consentano alle acciaierie siciliane di restare nell’isola essendo competitive sul mercato”.
Un riferimento principale che va ad un preciso comparto industriale, quello delle acciaierie dove diverse aziende sane rischiano di andare in crisi per effetto del costo esoso dell’energia in Sicilia. In tal senso Leanza ha presentato una interrogazione urgente al Presidente della Regione ed all’assessore alle Attività produttive per sapere “con quali modalità e tempi s’intenda addivenire ad un’azione decisa e concertata, col concorso dell’azienda e delle rappresentanze dei lavoratori, nei confronti di Enel e del Governo centrale, perché venga superata l’inaccettabile sperequazione sul costo dell’energia elettrica rispetto ad altri stabilimenti sul territorio nazionale che contribuisce a mettere in discussione il futuro produttivo dell’industria siderurgica in Sicilia”. “Non possiamo permetterci il lusso – conclude Leanza – di perdere altre aziende ed altra capacità produttiva. Occorre un intervento deciso ed immediato per salvaguardare lavoro e produttività”.
Il settore industriale siciliano è in profonda crisi al punto che, come fotografa il Dpef 2013-2017 approvato dalla Giunta regionale, “il riacuirsi della crisi economica ha provocato una nuova fase flessiva colta dalle ultime statistiche ufficiali che mostrano un valore aggiunto del settore in contrazione del 2,2 per cento a consuntivo 2011”. Non solo: l’andamento negativo sembrerebbe aggravarsi nel corso dell’anno, con le stime che indicano un ulteriore vigoroso calo (-6 per cento secondo Prometeia). Pertanto, non ci sono dubbi: l’economia della Sicilia deve ripartire da quelle che sono le sue principali risorse “naturali”: il turismo legato alle sue bellezze culturali e paesaggistiche e l’agricoltura (soprattutto per la pduzione di bioenergia). L’industria blu e quella verde devono diventare la prima risorsa per la ripartenza dell’Isola.
Segnali sconfortanti per l’immediato futuro del settore
Dando ancora uno sguardo al Dpef 2013-2017 l’uscita dalla crisi non
sembra affatto dietro l’angolo, tutt’altro. “Il clima di fiducia delle
imprese manifatturiere – si legge -, che esprime in sintesi l’andamento
dei vari indicatori presi in esame da Istat, risulta a partire dal 2011
mediamente in calo in tutte le aree del Paese, ma nel Mezzogiorno e in
Sicilia il valore dell’indice si mantiene costantemente al di sotto
delle altre ripartizioni territoriali, passando da 93,6 a 84,9 da
gennaio 2011 a settembre 2012”. Secondo le informazioni provenienti
dalle Camere di Commercio, è in calo il numero di imprese industriali
attive, e nel settore manifatturiero la diminuzione appare ancora più
evidente in tutti i maggiori comparti della regione. C’è un dato che
dovrebbe far riflettere: attualmente in Sicilia nel settore industriale
ci sono 120 mila addetti, che sono equivalenti a quelli del settore
agricolo. In sostanza è come se la Sicilia fosse tornata indietro di
diversi decenni. Allo stato attuale i tre poli industriali più
rappresentativi dell’isola sono quello di Termini Imerese, dove fino a
poco tempo vi era uno stabilimento Fiat, la raffineria chimica di
Priolo/Augusta, e il polo tecnologico di Catania, denominato Etna
Valley.
Articolo pubblicato il 05 agosto 2014di Michele Giuliano - qds.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
turismoculturale@yahoo.it
Montenegro: turismo sostenibile cruciale per sviluppo economico
Prenota ora, paga durante il soggiorno!
Cancellazione GRATUITA per la maggior parte delle camere
Il Ministro del Turismo e dello Sviluppo Sostenibile del Montenegro
Branimir Gvozdenovic ha visitato nei giorni scorsi il quartier generale
della United Nations World Tourism Organisation a Madrid, dove ha
incontrato Taleb Rifai, Segretario Generale dell'Istituzione, informa
Balkans.Com, riportando quanto diffuso dal Governo.
Le due autorità hanno sottolineato l'interesse comune a migliorare la
qualità del turismo in Montenegro, al fine di raggiungere una più
elevata posizione nelle graduatorie mondiali del settore;
secondo il World Council for Tourism and Travelling, il Montenegro è la destinazione con il più elevato ritmo di crescita e dovrebbe conservare tale primato nei prossimi dieci anni.
secondo il World Council for Tourism and Travelling, il Montenegro è la destinazione con il più elevato ritmo di crescita e dovrebbe conservare tale primato nei prossimi dieci anni.
Rifai ha sottolineato come
il Mediterraneo sia l'area più visitata del mondo, ma che deve
affrontare numerose sfide, come la concorrenza di altre regioni; ciò
sarà possibile solo grazie a partnership attive trai Paesi dell'area in
termini di innovazione, conoscenza, sviluppo sostenibile, come
sottolineato da Gvozdenovic.
Il Ministro ha incontrato anche
Isabel Borrego, Segretario di Stato per il Turismo del Governo spagnolo,
per colloqui sul miglioramento della cooperazione trai due Paesi.
Marcello Berlich - by Balkans.Com
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
turismoculturale@yahoo.it
Iscriviti a:
Post (Atom)