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ANTONIO ROSMINI A CIVITACAMPOMARANO

Civitacampomarano, in provincia di Campobasso, regione Molise, è un ridente ed antico paesetto – di mille abitanti – a 520 m. sul livello del mare, che, tra le altre cose, ha dato i natali a due personaggi illustri: Vincenzo Cuoco (1770-1823) e Gabriele Pepe (1779-1849); i menzionati intellettuali molisani erano anche cugini in primo grado chiamandosi la madre di Pepe Angiola Maria Cuoco. Sicché ci troviamo al cospetto di personalità di rilievo che hanno dato lustro non solo alla loro terra, ma anche all’Italia.
Un caso abbastanza raro che un centro abitato così piccolo – e un po’ all’interno dalla regione, ma non tagliata fuori dai circuiti culturali del tempo – abbia sfornato autori di questo valore. Si pensi, al riguardo, al celebre ‘Cenacolo della Baronessa Frangipane’ che, sullo scorcio del XVIII secolo, ebbe, in particolare, come asse cospirativo e culturale i paesi di Castelbottaccio, Civitacampomarano ed altri centri limitrofi.
Infatti, se è vero che Vincenzo Cuoco -, scrisse i capolavori ‘Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del1799’ (1801), ‘Platone in Italia’(1804) etc., è altrettanto certo che egli fu uomo d’azione anche per i numerosi e prestigiosi incarichi che ricoprì nella Repubblica Cisalpina e nel Regno di Napoli come, ad esempio, quello di Consigliere del Sacro Regio Consiglio e di Consigliere di Stato, per ricordarne qualcuno.
Ma, se il Direttore, a Milano, del ‘Giornale Italiano’ e, nella Capitale del Regno, del ‘Giornale di Napoli’ rimane una stella di prima grandezza, anche Gabriele Pepe fu un personaggio importante; e ciò, non solo per il famoso duello nel quale si misurò, vincendolo, con Alphonse de Lamartine a Firenze il 19 marzo 1826 – e a tale episodio è spesso ancora legata la fama del generale -, ma anche per i rimanenti pregi letterari di cui il Molisano si rese meritevole.
Il Pepe, infatti, redasse, non meno del grande cugino, alcune opere che sono le seguenti: ‘Ragguaglio istorico-fisico del tremuoto accaduto nel Regno di Napoli la sera del 26 luglio 1805’ (1806), ‘Proposta della R. Società economica del Molise intorno ai migliori metodi da adottarsi per la coltura dei terreni’ (1817), per limitarci ad alcune, senza dimenticare l’inedito ‘Galimatias’, una specie di diario cominciato a Bergamo nel 1807; insomma una sorta di miscellanea o, come egli osservava in una nota, datata Gaeta 20 gennaio 1812, un giornale “su cui scrivere avventure, osservazioni, varietà, pensieri”.
E, a proposito di piccoli agglomerati urbani, conosciamo un altro caso relativo a un centro abitato, sempre di un migliaio di abitanti, Bomba, in Provincia di Chieti, dove nacquero due uomini di cultura di prim’ordine: i fratelli Bertrando Spaventa (1817-1883) e Silvio Spaventa (1822-1893). Il primo, celebre esponente del neo-hegelismo napoletano e il secondo, non meno famoso studioso, uomo politico e Ministro della Destra storica. Ciò premesso, torniamo ‘in medias res’ e cioè alla probabile presenza del grande filosofo cattolico italiano, Antonio Rosmini (1797-1855), a Civitacampomarano.
rosminiIn una confidenza fattami, alcuni anni fa, la prof.ssa Maria Teresa Calzona Lalli,– suo il volume ‘U reddùmele d’a Cavatèlle’ (L’eco della Cavatella, 1993), redatto in dialetto e in italiano – originaria di Civitacampomarano mi informò che, secondo una tradizione orale circolante, allora, nel paese natìo di Cuoco e di Pepe, il filosofo e teologo Antonio Rosmini avrebbe trascorso un breve soggiorno, appunto, a Civitacampomarano. Insomma, qualche contatto col piccolo paese molisano egli l’avrebbe avuto. Siamo nel 1849, ma dal 1823 il pensatore bazzica Roma e, in seguito, l’Italia meridionale.
Appunto, nel 1823 Antonio Rosmini viene ricevuto dal pontefice Pio VII e nel novembre del 1828 è di nuovo a Roma dove pubblica, prima, ‘Le massime di perfezione cristiana’ e, in seguito, il capolavoro ‘Nuovo Saggio sull’Origine delle Idee’ (voll. 4) che suscitano la giusta ammirazione di studiosi del calibro di Galluppi, Gioberti, Manzoni, e Tommaseo. Sicuramente la città eterna e centro della cristianità affascina il Roveretano il quale, dietro sollecitazione di Carlo Alberto – volta a favorire presso il Papa Pio IX un progetto di Confederazione tra i diversi Stati Italiani – nell’agosto del 1848 è di nuovo a Roma.
Il filosofo nutre simpatia per le tesi neo-guelfe, ma il precipitare degli eventi, a causa dell’assassinio del Primo Ministro del Pontefice, Pellegrino Rossi, costringe Pio IX a fuggire a Gaeta. Rosmini segue il Capo della Chiesa cattolica nella cittadina patria dell’interprete di S. Tommaso e vale a dire di Tommaso de Vio (1468-1534), detto il Gaetano. Qui, il Roveretano è costretto a subire l’ostilità degli ambienti conservatori e reazionari, facenti capo al Cardinale Antonelli, sicché si trasferisce temporaneamente a Napoli dove attende alla pubblicazione dei suoi scritti minori.
Il 9 giugno del 1849, l’autore ‘Delle cinque piaghe della Santa Chiesa’, scritte tra il 1832-1833, ma pubblicate nel 1846, è ancora a Gaeta dove incontra Pio IX il quale qualche giorno prima ufficializza la condanna di alcune tesi esposte dal filosofo ; a questo punto, il governo borbonico, senza tanti complimenti – siamo nel luglio dello stesso anno – ingiunge al Roveretano abbandonare il Regno delle Due Sicilie sebbene quegli faccia opera di sottomissione alla Santa Sede con le seguenti parole. “Io voglio appoggiarmi in tutto sull’autorità della Chiesa, e voglio che tutto il mondo sappia che a quest’ autorità io aderisco”.
A luglio, il filosofo lascia Gaeta e, da questo momento, finisce la sua avventura nel Lazio e nel Regno di Napoli; a settembre è nuovamente a Stresa, dove trascorre gli ultimi anni fino alla morte che lo coglie il I^ luglio 1855 dopo diversi malanni e tanti dispiaceri.
Ma, torniamo, adesso, alla confidenza della prof.ssa Calzona la quale suffragava la propria tesi di una breve presenza di Rosmini a Civitacampomarano con l’affermazione che, appunto, nel piccolo centro molisano molte famiglie avevano chiamato le proprie figlie ‘Rosmina’ in ricordo e per rispetto del grande filosofo italiano. Tra l’altro, Civitacampomarano, nel Contado di Molise, allora era parte integrante del Regno di Napoli né la distanza fra la Capitale del Regno, ad onta delle difficoltà logistiche, e la patria di Cuoco e Pepe era così proibitiva.
Rosmini si trattenne a Napoli per quasi sei mesi ragion per cui egli ebbe tutto il tempo, volendolo, per operare qualche escursione in alcune località del Regno considerata, altresì, la sua curiosità intellettuale nell’ambito di un territorio che aveva dato i natali a Sannazaro, Bernini, Salvator Rosa, Bruno, Vico, Cimarosa, Filangieri e numerosi altri e tenuto conto, inoltre, dei tesori artistici, antichi e moderni, in gran copia, presenti in un territorio così vasto e ricco di stimoli, Gaeta compresa la cui storia affonda le radici nel IX secolo ed anche prima.
Ora, che tale nome fosse, fino a non molti anni fa, frequente nel paesetto molisano è un fatto certo quantunque manchino le prove tangibili di un effettivo soggiorno del pensatore ‘in loco’; anche sull’elenco telefonico di Civitacampomarano, fino a non molti anni fa, compariva, e compare ancora, qualche abbonato col nome di ‘Rosmina’ e ciò potrebbe confermare l’opinione della docente e scrittrice Maria Teresa Calzona secondo la quale il filosofo una breve visita – anche se non ne conosciamo i giorni precisi, ma l’anno sì, 1849 – probabilmente la fece nella località dal passato illustre, essendosi, essa, chiamata, prima, Maronea, cittadella sannitica distrutta dai Romani (IV-I sec. a.C.), e, dopo, Campomarano, come si legge in un documento risalente al X secolo.
In due visite da me effettuate nel piccolo centro – data la mia nascita in Molise – ho potuto constatare ‘de visu’ che effettivamente alcune donne civitesi portano ancora con orgoglio tale nome; si tratta, in definitiva, del gentilizio del grande filosofo trentino trasformato in nome e, come tale, di grande efficacia evocativa. In conclusione, dai ‘Diari’ del filosofo da me consultati, tra le varie scorribande per il Regno di Napoli – perché egli si recò a Capua, Caserta, Monte Cassino etc. – è probabile che passò anche per il centro molisano visto che non sempre registrava le località da lui visitate.
Ciò, è anche confermato dal Presidente del Centro Storico Culturale ‘Gaeta’ , Prof. Erasmo Vauro, secondo il quale il Roveretano spesso raggiungeva, in incognito, i diversi luoghi del Regno di Napoli che lo interessavano; dovrebbe essere successo così anche per il grazioso paese di Civitacampomarano. Ed ecco l’affermazione della professoressa Maria Teresa Calzona – cittadina di Civitacampomarano e, pertanto, non sprovveduta, al riguardo, anzi, pure proprietaria di una parte del famoso castello del suo paese; castello risalente al XIV secolo -.
In un capitolo, infatti, del menzionato volume, ‘L’eco della cavatella’ – capitolo, significativamente, intitolato ‘Il ritratto di Rosmina’ – la scrittrice civitese nella nota n. 1 scrive: ” ‘Rosmina’, nome comparso a Civita, da quando ‘Rosmini’, giunto a Roma, si recò quindi a Napoli e restò incuriosito della fervida attività culturale, allora, famosa, di Civita tanto che volle visitare il paese. L’importanza data alla sua visita fu tale che, alcune bimbe nate successivamente si chiamarono in suo onore Rosmina; nome che diverse persone di sesso femminile hanno tutt’ora a Civitacampomarano”. D’altronde, aggiungiamo, non ci si può chiamare Rosmina – nome, tra l’altro, rarissimo, ancora oggi – senza buoni motivi; e nella fattispecie le ragioni ci sono e come.
Sintomatiche, in merito, le affermazioni contenute nella guida intitolata ‘Vita: i personaggi, i luoghi, la storia’, a cura della Pro Loco ‘V. Cuoco’ di Civitacampomarano (1999), dalle quali si desume quanto segue. ”Si spiega pertanto l’eccezionale vivacità culturale che la contraddistingue proprio in quella fase storica segnata dai fermenti rivoluzionari che mutarono la fisionomia dell’intero continente europeo: L’Illuminismo, la Rivoluzione Francese, la Rivoluzione Napoletana del 1799”.
“Notevole fu a Civita la sensibilità alla corrente filosofica vichiana diffusa da un nucleo di intellettuali di estrazione genovesiana (…) ai cui insegnamenti si formò la gioventù locale che annoverava nomi come Vincenzo Cuoco, Gabriele Pepe, Raffaele Pepe e Nicola D’Ascanio. (…) Tali personaggi, rappresentando la punta più avanzata e progressista della borghesia molisana, hanno contribuito notevolmente non solo al dibattito storico-culturale dell’epoca, ma soprattutto a creare quel preclaro filone storico-filosofico del riformismo meridionale: preludio dell’unità nazionale”.
Tali motivi furono più che sufficienti a indurre Antonio Rosmini – per la sua proverbiale grande curiosità intellettuale – a compiere un’escursione nella cittadina di Vincenzo Cuoco e di Gabriele Pepe e di altri eminenti uomini di cultura dell’epoca, visto che non mancò di risiedere a Gaeta e a Napoli e di visitare Caserta, Capua, Montecassino, Pontecorvo, Frosinone, Ferentino, Anagni, Velletri, Palestrina, Albano, Roma ed altre città che lo riportarono alla sua Stresa benché non vi fosse nato.
riscossacristiana.it

CONVEGNO: L’ESSERE E LE SUE FORME. ANTONIO ROSMINI E LA FILOSOFIA

Si terrà il 24 e il 25 novembre 2017 a Parma, nell’Aula Magna dell’Università (via dell’Università 12) il convegno dal titolo: L’Essere e le sue forme. Antonio Rosmini e la filosofia. 
L’iniziativa è promossa dalla collaborazione tra Cappella Universitaria della Diocesi di Parma e Università di Parma.

All’apertura dei lavori, venerdì 24 novembre alle ore 14.00, interverranno per i saluti istituzionali don Umberto Cocconi, Responsabile della Cappella Universitaria, e il Prof. Faustino Fabbianelli (Università di Parma). A moderare gli interventi della prima giornata sarà la Prof.ssa Mara Meletti (Università di Parma). Sabato 25 il convegno riprenderà alle ore 8.45 e terminerà alle ore 13,30; moderatrice della seconda giornata sarà la Prof.ssa Beatrice Centi (Università di Parma).
IL TEMA DEL CONVEGNO: LA FILOSOFIA DI ANTONIO ROSMINI

Il convegno tratterà della filosofia di Antonio Rosmini, filosofo e teologo dell’800, la cui produzione segue indubbiamente la tradizione scolastica e patristica.
La prima giornata del convegno è incentrata sul sistema filosofico di Rosmini, mentre la seconda ne approfondirà maggiormente il profilo storico.
Il convegno è suddiviso in quattro sessioni. La prima si occupa di Rosmini e il Medioevo; la seconda di Rosmini e l’idealismo tedesco (sessioni della prima giornata). La terza si occupa di Rosmini e dell’idealismo italiano, e infine la quarta si sofferma sul sistema di Rosmini (sessioni della seconda giornata).

I relatori presenti al convegno saranno professori e studiosi esperti del pensiero di Antonio Rosmini e provenienti da alcune delle principali università e centri di studi italiani: Gian Pietro Soliani (Studio teologico interdiocesano Reggio Emilia e Cenacolo Rosminiano dell’Emilia Romagna), Francesco Binotto (Università Ca’ Foscari Venezia), Marco Ivaldo (Università degli Studi di Napoli Federico II), Faustino Fabbianelli (Università di Parma), Davide Spanio (Università Ca’ Foscari Venezia), Francesca Rizzo (Università degli Studi di Messina), Paolo Pagani (Università Ca’ Foscari Venezia), Alberto Peratoner (Facoltà teologica del Triveneto e Cenacolo Rosminiano Triveneto).
Centro di ricerca imprescindibile per tutti gli studiosi di Rosmini, a cui i relatori hanno attinto, è poi il Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa.

https://www.eventa.it



Omeo Fito Festival - La musica incontra l'arte del guarire

 Omeo Fito Festival - Quando la Musica incontra l’Arte del Guarire come le Medicine Non Convenzionali, si crea una indissolubile e assoluta armonia: quella sana armonia dell’essere che ciascuno ricerca nel quotidiano. Medici, Artisti e Ricercatori si riuniscono per dare al pubblico una testimonianza e una richiesta di supporto. Nasce così la prima edizione dell’“Omeo Fito Festival” un’evento unico a livello europeo promosso dall’Associazione Scientifica Research Institute in Clinical Homeopathy, Acupuncture and Psychoterapy, per sensibilizzare l’opinione pubblica e i media sulla validità e sull’efficacia delle Medicine Complementari, in particolare Omeopatia e Fitoterapia.   Attraverso l’unione di queste due arti quella della musica e quella del guarire i promotori vogliono portare le testimonianze di ricercatori, di medici e di veterinari che hanno fatto di queste metodiche il loro campo di studio, ricerca e pratica clinica. Saranno quindi sul palco, oltre ai musicisti, il Prof. Paolo Bellavite, che ha fatto della ricerca in questo campo la sua ragion di vita. ,  il Prof. Vittorio Elia dell’università di Napoli, allievo del Prof. Del Giudice, che attraverso le ricerche sulla “memoria dell’acqua” e dello studio delle proprietà chimico fisiche delle soluzioni estremamente diluite, ottenute con un procedimento iterativo di successive diluizioni e succussioni, ha aperto il mondo della Fisica Quantistica nella ricerca omeopatica;  il Prof. Massimo Fioranelli, cardiologo clinico che applica l’omeopatia in cardiologia ed effettua ricerca in ambito clinico cardio-circolatorio;  la dott.ssa Alda Grossi, medico veterinario, con esperienza clinico omeopatica sugli animali. In rappresentanza dell’industria omeopatica sarà intervistato il dott. Giovanni Gorga, Presidente di Omeoimprese, la “Confindustria” delle aziende omeopatiche. Domenica 19 novembre ore 20.30 al Teatro Vittoria di Roma. Ingresso gratuito.
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Freddo e neve anticipano lo sci. Al nord impianti aperti già da questa settimana


CORTINA - Dopo le bufere d'inizio settimana freddo e neve stanno allentando la loro morsa, ma l'artigliata artica che quest'anno ha anticipato l'inverno su gran parte della penisola può fare la gioia degli appassionati di sci e del turismo montano con diverse piste già aperte,al nord, da Cortina alla Valle d'Aosta. E se la stagione sciistica apre ufficialmente le sue porte a partire dal 25 novembre, più di una località quest'anno offre weekend di sport fin da questo sabato.
    A CORTINA, ad esempio, dove la neve nei giorni scorsi ha imbiancato anche le strade del centro, si scia già dall'11 novembre. E proprio oggi, in vista del weekend, ha aperto anche il comprensorio di Faloria, gli impianti aperti sono in tutto quattro. A MADONNA DI CAMPIGLIO due importanti nevicate hanno coperto le piste con almeno 40 centimetri di neve in quota, garantendo per sabato ottime condizioni di sciabilità su tutta l'area del Groste' con graduale apertura delle altre piste di Campiglio e di tutta la Skiarea. Anche a PINZOLO-DOSS DEL SABION, dove gli investimenti per migliorare il sistema di innevamento programmato sono stati molto importanti, gli snowmaker sono in azione per l'apertura di impianti e piste prevista ad inizio dicembre. A Trento il MONTE BONDONE conta quest'anno su uno snowpark totalmente rinnovato con il completamento del sistema d'illuminazione a led a servizio della nuova area e la realizzazione di tre linee di differenti difficoltà per soddisfare tutti i gusti e livelli di capacità.
    Anche quest'anno, assicurano dal comune, si potrà sciare pure in notturna sotto le stelle ogni martedi' e giovedi' a partire dal 26 dicembre e fino all'8 marzo, dalle 20 alle 22.30, su Diagonale Montesel, Cordela,Lavaman e nello Snowpark.
    A PASSO ROLLE, sotto le splendide Pale di San Martino, le piste sono in parte già aperte (tre impianti) e gli impianti saranno in funzione nel fine settimana anche se naturalmente non è ancora possibile sciare fino a valle verso San Martino. Aperte le seggiovie Cimon, Ferrari e Castellazzo, per una prima sciata coi fiocchi. Ci vorrà qualche giorno di pazienza in più, invece, per il comprensorio sciistico FIEMME-OBEREGGEN, con i suoi 110 chilometri di piste fra le Dolomiti del Trentino: la stagione si inaugura sabato 25 novembre, con l'apertura delle piste di Pampeago che quest'anno propone la nuova "Pista di rientro", lunga 350 metri, servita totalmente da innevamento programmato.
    La pista parte dal Canalone dell'Agnello e scende verso i parcheggi, con un'uscita in corrispondenza di ogni piazzale di sosta. Sempre a Pampeago, la Pista Agnello si arricchisce di tre nuove installazioni d'arte, create dagli artisti ospiti della Manifestazione d'arte nella natura RespirArt 2017. In totale, sciando, si possono ammirare 13 opere d'arte. Da sabato 2 dicembre si potrà sciare poi sull'ALPE CERMIS e nella skiarea BELLAMONTE ALPE LUSIA. E dal 6 dicembre saranno attivi gli impianti di PREDAZZO.
    In netta controtendenza con gli anni passati, la neve ha imbiancato anche l'Alto Adige novembre con 16 cm a SELVA VAL GARDENA, 10 a PENNES e 8 a SAN CANDIDO.
    In VALLE D'AOSTA la stagione è iniziata a Cervinia, sul ghiacciaio di Plateau Rosà, mentre le altre stazioni sono al lavoro per preparare piste e impianti.
    Per gli impianti del centro Italia, dall'Abetone tra Toscana ed Emilia e l'Abruzzo, dove pure qualche fiocco di neve è caduto, si dovrà aspettare un po' di più: da Roccaraso (7 dicembre) a Ovindoli (16 dicembre) per il momento solo belle passeggiate. Attesa ancora più lunga, infine, per gli amanti dello sci sulle pendici dell'Etna: qui, dove pure un'eccezionale nevicata ha imbiancato per qualche giorno le piste a metà ottobre, la stagione si apre si solito da Natale.

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#App che porta #arte ai #nonvedenti #Tooteko

Se l'arte - come diceva Picasso - scuote dall'anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni, è assolutamente necessario e giusto che sia fruibile a tutti senza nessuna distinzione. Ecco perché un progetto come quello della start up veneta Tooteko - che rende accessibile le opere e i luoghi dell'arte tradizionali ai non vedenti grazie a un anello in grado di riconoscere speciali sensori e far partire informazioni audio descrittive - è bello e speciale.
   
Ma questo prodotto, pensato da e per i non vedenti e basato su tecnologie low cost, si propone anche come ausilio alla conoscenza di tutti perché permette di esercitare tatto e udito, normalmente "narcotizzati" a favore della vista. In questo senso Tooteko consente la percezione "aumentata" della realtàdove l'incremento di informazione non è visivo ma audiotattile.

    Dopo aver vinto numerosi premi italiani e internazionali Tooteko è sbarcata all'Ara Pacis a Roma, protagonista del progetto sperimentale Art For the Blind. Ma l'obiettivo a medio-lungo termine del progetto è quello costituire una rete di musei che ospitino le repliche audio tattili delle proprie opere più significative in modo che i non vedenti possano accedere all'arte nel suo contesto originario e non in un "museo delle repliche"-ghetto riservato solo a loro.

    Tre gli elementi base di Tooteko: un anello hi-tech che legge i tag NFC su un supporto tattile e, grazie all'applicazione, comunica wireless con lo smartphone o tablet.

ansa

A Washington il più grande Museo della Bibbia. Edificio otto piani vicino Congresso. Anche ristorante a tema

Otto piani dedicati al libro che piu' di tutti ha influenzato la storia dell'umanità. Washington ha pensato in grande e deciso di aprire il museo piu' grande al mondo appunto sulle Sacre Scritture. 'The Museum of the Bible' inaugurerà ufficialmente al pubblico il 18 novembre e su una superficie di quasi 40mila mq racconterà la storia meravigliosa della Bibbia. L'obiettivo e' quello di invitare le persone ad interagire con il libro attraverso un approccio sopra le parti, ossia che accoglie tutte le tradizioni o scuole di pensiero.
"Questo e' il museo privato della Bibbia piu' grande al mondo - ha detto all'ANSA Steve Bickley - vice presidente per il marketing - e' stato realizzato interamente con fondi privati e ha un unico scopo, quello di far dialogare le persone con la bibbia" .
Il museo si trova in un ex magazzino non lontano dal National Mall e dal Congresso. L'imponenza dell'edificio e del messaggio insito e' visibile gia' dall'ingresso chiamato 'Gutenberg Gates' (i cancelli di Gutenberg), una sorta di Porta Santa, in questo caso sempre aperta, realizzata dall'artista Larry Kirkland il quale sulla sua opera ha inciso le prime 80 righe della Genesi in latino come quelle originariamente stampate nella Bibbia di Gutenberg. Varcata la soglie d'ingresso, lungo il corridoio ci sono pannelli in vetro con una traduzione del Salmo 19 (attribuito a Re Davide) in 16 lingue.
All'interno il museo e' diviso in sezioni che affrontano principalmente tre temi, l'impatto della Bibbia, le storie della Bibbia, ossia il Vecchio Testamento, Gesu' di Nazareth e il Nuovo Testamento, reperti e manufatti della Bibbia. Non mancano le mostre, sia a rotazione sia che permanenti come una dedicati ai Musei Vaticani. Fino al 7 gennaio, inoltre, sara' messo in scena anche il musical di Broadway 'Amazing Grace'. "La Bibbia - ha spiegato all'ANSA Cary Summers, presidente del museo - influenza le nazioni a livello globale da oltre duemila anni, per questo abbiamo pensato che si doveva costruire un grande museo dove raccogliere e custodire tutte le storie che riguardano questo libro". Summers ha inoltre aggiunto che anche se nel mondo esistono tanti musei della Bibbia, nessuno come quello di Washington mette insieme tutte le tradizioni.
Anche il ristorante, situato all'ultimo piano del museo e con terrazza, e' a tema e non a caso e' stato chiamato 'Manna', secondo la dottrina abramitica la sostanza commestibile che Dio somministrò agli Israeliti durante le loro peregrinazioni nel deserto, dopo l'uscita e la liberazione dalla schiavitù in Egitto. Il menu richiama la tradizione medio-orientale. L'ingresso al museo e' completamente gratuito, tuttavia si accettano donazioni. https://www.museumofthebible.org
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