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Enit / Thermae Romae, il manga giapponese per promuovere il turismo italiano in Giappone





Quando l’arte del fumetto racconta la storia italiana: l'iniziativa dell'ambasciata italiana a Tokyo

Manga e anime per raccontare la bellezza di Roma e dell'Italia ai giapponesi: questa l’idea innovativa che l’Ambasciata d’Italia in Giappone, in collaborazione con il gruppo KADOKAWA, il colosso editoriale giapponese, ha realizzato per una campagna pubblicitaria del nostro Paese.

Al centro del progetto c'è Thermae Romae, il manga della fumettista Mari Yamazaki, un ponte tra due mondi ideato e plasmato dalle avventure di Lucius, un architetto dell’antica Roma specializzato in progettazione di terme catapultato 1.500 anni nel futuro del Giappone moderno, dove assimila tutte le innovazioni dei bagni pubblici giapponesi tra tante peripezie e momenti divertenti.

Distribuito su scala internazionale tra il 2008 e il 2013 in sei volumi, Thermae Romae ha visto inoltre la messa in onda dell’anime in tre episodi nel 2012 e la recente pubblicazione di 8 mini video pubblicitari, prodotti da Kadokawa Media House, visibili sui profili Twitter e Facebook dell’Ambasciata.

Con la crescita esponenziale dell’interesse per anime e manga in tutto il mondo, l’obiettivo di raggiungere una terra e una cultura lontana come il Giappone, in particolare per i più giovani, raccontando le eccellenze del nostro territorio e come "Vivere all'Italiana" (il nome del progetto dell'ambasciata), è stato raggiunto.

Come afferma Giorgio Starace, ambasciatore d’Italia a Tokyo, il lavoro continua. Sfruttando e proiettando i contenuti promozionali in momenti importanti, come ai Mondiali di Rugby e al Japan Tourism EXPO nel 2019, si punta adesso alleOlimpiadi di Tokyo 2020, in stretta collaborazione con la Farnesina, MiBACT, ICE, ed ENIT, sintomo di fortissimo interesse da parte delle entità del nostro territorio per questo progetto.

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Per sempre, l'arte per cercare la conoscenza

 © ANSA

La trasmissione del sapere 'di padre in figlio', il valore della ricerca personale, la concatenazione delle intenzioni, il tradimento, le scoperte, il ritorno alle origini, ma anche l'integrazione delle conoscenze mettendo in dubbio le certezze, accettando la possibilità del fallimento e allontanando i pregiudizi: si focalizza sull'incontro tra saperi provenienti da ambiti diversi la mostra-evento "Per sempre" dell'artista napoletano Oreste Casalini, che si aprirà a Roma il 7 dicembre alla Kou Gallery.
    A cura di Fabrizio Pizzuto e Paola Pallotta, l'esposizione presenta opere che Casalini, seguendo il tema della ricerca libera e dell'idea di un artista capace di sperimentare sulla propria pelle nuove soluzione facendosi guidare dalla sensibilità e dalla vitalità, ha sviluppato con materiali e tecniche diversi a partire dal 1987. Secondo Casalini infatti, come si legge nella presentazione del progetto, "ricerca vuol dire sospendere il pregiudizio e riconnettersi alla fonte originaria di tutte le forme, mettere in discussione le conoscenze acquisite e prevedere il fallimento e la paralisi, inseguire un'ombra, cercare la forma che non è ancora diventata dicibile e metterla in relazione con il già conosciuto".
    Ma "Per sempre" non verte solo sulla produzione artistica, perché il pubblico, proprio nella giornata di inaugurazione, assisterà all'integrazione tra diverse esperienze, legate all'arte ma non solo. Con l'obiettivo di promuovere la conoscenza pura e non omologata ed evidenziare la necessità di integrare diverse forme di conoscenza per raggiungere risultati inediti e imprevedibili, la mostra coinvolgerà anche l'Artoi, Associazione per la ricerca di terapie oncologiche integrate, lo studio di ingegneria Defa, polo d'eccellenza di alta ingegneria integrata, e ovviamente la Kou Gallery, centro culturale che ospita i lavori di Casalini, un luogo dove si combinano linguaggi differenti. Quello del 7 dicembre sarà dunque un evento multidisciplinare che verrà ripreso e poi proiettato per il pubblico nei giorni a seguire.
    Denso il programma dell'inaugurazione, a partire dalle 18, con la partecipazione di Casalini e dei curatori accanto all'oncologo Massimo Bonucci, presidente di Artoi, di Generoso Falciano Ceo della Defa, di Sandro Lorenzatti, srcheologo e ricercatore, e dell'artista Alessandra Francesca Borzacchini nell'incontro dal titolo "La libera ricerca nell'arte, nella scienza e nello spirito". Alle ore 20 poi il maestro Leonardo Gensini eseguirà dal vivo "Petra n°2", una composizione inedita, un unico movimento per ceramica, sassi, parola e silenzio e alle 21 il poeta Marino Santalucia reciterà un suo testo inedito dal titolo "Assenze", in una performance per sola voce. (ANSA).

Woody Allen La nuova commedia sentimentale del regista di Manhattan ci porta negli angoli più romantici della Grande Mela



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Lo avevamo fatto già per il suo ultimo film, ambientato intorno alla Wonder Wheel della magica Coney Island, ma è sempre un piacere seguire Woody Allen nelle sue peregrinazioni filmiche. L'ultima è quella di Un giorno di pioggia a New York, film del quale si è molto parlato in modo sbagliato, ma che ci porta in una città che molti credono di conoscere, e che non tutti i cineasti sanno mostrare con uno sguardo tanto attento e innamorato.

Siamo infatti lontani dal Queens degli Insospettabili sospetti o dalla Brooklyn delle bakery hipster, ma non è nemmeno il Bryant Park della Public Library a essere il teatro della commedia romantica che racconta la storia dei nostri due protagonisti. Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning) sono i fidanzatini del college i cui piani per un weekend romantico da trascorrere insieme a New York vanno in fumo non appena mettono piede in città. I due, fin dal loro arrivo, si ritrovano separati e si imbattono in una serie di incontri casuali e bizzarre avventure, ciascuno per proprio conto.

Ovviamente, tutto nasce dalla fantomatica Yardley University dove studiano i due - in realtà la Drew University di Madison, New Jersey (che ha prestato al film anche il suo St. Huberts Animal Welfare Center) - e dall'assegnazione ad Ashleigh da parte del giornale del college dell'intervista a Roland Pollard, il suo regista preferito. Occasione splendida per l'orgoglioso newyorker Gatsby di far conoscere alla ragazza i suoi posti preferiti… o quelli del regista. "New York è stupenda nei giorni grigi, nebbiosi o anche piovosi. Acquista una luce tenue e le strade diventano lucide e pulite - dice Allen. - Volevamo che la pioggia simboleggiasse il romanticismo e l'amore". Come il vecchio Woody, "Gatsby è innamorato della New York di un tempo, - dice lo scenografo Santo Loquasto. - Per cui lo vediamo al Village e nei vecchi hotel, e in luoghi che rappresentano un salto in un'epoca passata, come il Bar Bemelmans al Carlyle Hotel. Ashleigh invece si innamora di una New York più contemporanea che offre il glamour di un hotel alla moda a Soho e di un loft a Downtown".

Tutti hotel che - insieme all'immaginario Wooster Hotel di Soho (ricreato al Bowery Hotel, nell'East Village), dove Ashleigh si reca per intervistare il regista interpretato da Liev Schreiber - fanno parte di un mondo non accessibile a tutti, ma facilmente ammirabile. Dall'esterno dell'Hotel Plaza Athéne, dove vediamo Ashley aspettare invano, o al The Pierre, dove Gatsby ha prenotato la sua suite, per esempio. E se potrebbe essere difficile entrare ai Kaufman-Astoria Studios, dove la giovane sperduta incontra il seducente Francisco Vega di Diego Luna, o negli appartamenti del The Albert (da dove esce una colpevole Rebecca Hall), siete liberi di passeggiare per Minetta Street in pieno Village (dove si gira il film cui partecipa Selena Gomez), di intrufolarvi nello storico Cafe Wha? o fare una pausa alla Minetta Tavern, di Macdougal St, dove è ambientata la scena nel ristorante.

Ovviamente senza dimenticare il leggendario Museum of Modern Art o l'imperdibile Metropolitan Museum, (dove Gatsby viene 'scoperto'). Né trascurare l'adiacente e immancabile Central Park, protagonista di tanti film di Allen e di numerose scene anche di questo splendido film. Che ha uno dei suoi momenti chiave proprio sotto il Delacorte Clock che non tutti conoscono… Una attrazione per bambini e non che campeggia sull'ingresso dello zoo del parco, all'altezza della East 65th Street e che è in grado di offrire 44 diverse canzoni al suo pubblico, a seconda della stagione.

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Umbria natura acqua minerale itinerari Umbria regina delle acque

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Borghi ricchi di fascino e di testimonianze storiche ed una ricca tradizione enogastronomica, fanno dell'Umbria una meta particolarmente apprezzata dai viaggiatori che possono contare su veri e propri tesori tutti italiani immersi in una cornice paesaggistica di rara bellezza. Gli scenari che avvolgono le splendide località della regione sono una fonte inesauribile di preziosi ambienti naturali fatti di morbide colline, alte montagne e folti boschi ricchi di specie botaniche. Non a caso, parte del territorio della regione è tutelato da un magnificoParco Nazionale, quello dei Monti Sibillini che si estende a cavallo dell'Umbria e delle Marche. Proprio questa ricchezza naturalistica fa dell'Umbria anche una terra ricchissima di ottime acque che nascono dai monti e sgorgano purissime in diverse zone della regione.

Buona parte di esse vengono imbottigliate e distribuite in tutta Italia da SIAMI – Le Acque dell'Umbria.
Gubbio è senza ombra di dubbio uno dei borghi più belli e rinomati della regione. Sorge ai piedi del monte Ingino in una vallata incorniciata da una corona montuosa ricca di boschi, oliveti e vigneti. Ed è proprio da queste splendide montagne, meta di escursionisti ed amanti del trekking, che sgorga un'acqua oligominerale che, grazie alla natura del territorio, vanta una grande purezza, leggerezza e ricchezza di sali minerali. L'acqua Rugiada, dunque, rappresenta un altro dei preziosi tesori di Gubbio e viene imbottigliata, presso lo stabilimento locale, anche sotto il marchio commerciale Lieve.

Sono proprio i Monti Sibillini ad offrire due delle acque umbre più ricche di proprietà benefiche. Nel cuore del Parco, in Valnerina, da un bacino profondo viene captata l'acqua Viva, considerata un simbolo della cultura e della storia delle popolazioni che vivono sull'Appennino. La vallata, solcata dal fiume Nera, sfoggia una natura lussureggiante che custodisce preziosi ambienti naturali, cornice ideale per lunghe passeggiate ed escursioni all'aria aperta con tutta la famiglia. Da un altro profondo bacino idrico proviene anche l'acqua Misia, un'oligominerale che nasce da antiche fonti adiacenti ai Monti Sibillini. Dopo un lunghissimo percorso sotterraneo, durante il quale si arricchisce di preziose componenti, sgorga purissima ai piedi del crinale dove sorge il paese di Ponte, nel Comune di Cerreto di Spoleto.

Nella conca in cui il Nera confluisce con il Vigi sorge l'impianto di SIAMI, dove le Acque dell'Umbria vengono imbottigliate per essere distribuite in tutto il Paese. Non esiste cornice migliore per uno stabilimento di acque minerali. L'intera zona, infatti, è da sempre vocata al culto e alla raccolta delle acque come testimoniano le vestigia delle stazioni termali romane e antiche lapidi rinvenute sul territorio.

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