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L'arte del vetro, la 'contaminazione' tra Murano e l'America 155 pezzi in mostra alla Fondazione Cini a Venezia

 

VENEZIA - "Nell'arte contemporanea fortunatamente non ci sono ancora frontiere e non si sa in quale campo cada il seme" dice Luca Massimo Barbero, direttore dell'Istituto di storia dell'arte della Fondazione Cini, e il "seme" dell'arte vetraria muranese da oltre mezzo secolo ha trovato terreno fertile in terra americana, dando vita a un incontro-confronto che, nel campo della produzione e delle tecniche usate per lavorare il vetro, con spinte innovative e nuove direzioni di ricerca, ha dato frutti eccellenti. A testimoniarlo è la mostra "Venezia e lo Studio Glass americano", curata da Tina Olknow e William Warmus, promossa dalla stessa Cini e da Pentagram Stiftung, all'isola di San Giorgio, a Venezia, dal 6 settembre al 10 gennaio (catalogo Skira).

L'esposizione, che riunisce 155 pezzi - tra vasi, sculture e installazioni in vetro - realizzati da 60 artisti americani e veneziani, è il diciottesimo capitolo del progetto "Le stanze di vetro" che da anni indaga sui diversi aspetti, momenti, tendenze dell'arte vetraria, con particolare attenzione sul '900 a Murano, dove il settore del vetro sta attraversando un momento difficile. Alla Cini c'è un Centro Studi sul vetro che ha un patrimonio di oltre 150mila documenti, tra foto, disegni, album, progetti ed altro provenienti da più archivi e gli archivi - a dirla con Barbero - "sono sorgenti, non depositi, da cui far sgorgare nuova cultura".

La mostra - suddivisa in più sale tematiche, dai "Pionieri americani" che per primi frequentarono Murano per produrre opere originali in vetro, come Mark Tobey o Thomas Stears, fino a "L'invenzione del XXI secolo", con artisti del vetro che affrontano tematiche come l'ambiente o i problemi razziali - testimonia quel concetto di "contaminazione tra due mondi così diversi e distanti" creato dalla ricerca, dal lavoro, dalle tecniche, dagli usi comuni attorno a vetro. È una proposta che punta l'attenzione soprattutto su come le nuove tendenze statunitensi legate al movimento Studio Glass dagli anni '60 e ancora attive - con personalità come Dan Chihuly e Benjamin Moore, da Richard Marquis a Toots Zynski o Philip Baldwin e Monica Guggisberg, a titolo di esempio - abbiano guardato a Venezia, frequentando le fucine in laguna, e su come maestri muranesi - da Lino Tagliapietra a Pino Signoretto - nel contempo abbiano trovato negli Stati Uniti un terreno fertile per rinnovare "la vivacità di un linguaggio storico artigianale" del vetro.

Di particolare impatto, non solo visivo, la spettacolare e gigantesca opera di Chihuly, Laguna Murano Chandelier, formata da cinque elementi di grandi dimensioni realizzata a Murano nel 1996 insieme a Signoretto e Tagliapietra. Sono tutti elementi scultorei che rimandano alla laguna di Venezia. Simbolo quasi di quella "collaborazione e contaminazione" tra artisti americani e maestri veneziani nel vetro americano contemporaneo. Sul piano delle opere realizzate, per le dimensioni e i soggetti trattati, la "scuola" d'oltreoceano sembra esprimere sullo sfondo un senso di leggerezza, di divertimento, che idealmente sembra confrontarsi, ma non contrapporsi, al rigore di certe forme di Carlo Scarpa o Napoleone Martinuzzi.

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Oltre Tevere, viaggio per vivere il fiume di Roma. Dal 5/9 percorso di 400 km a piedi, lungo 4 regioni d'Italia

OLTRE TEVERE - Dal 5/9 percorso di 400 km a piedi, lungo 4 regioni d'Italia © ANSA

Un'esperienza di viaggio da vivere lentamente e in modo ecosostenibile, per valorizzare quell'Italia "minore", lontana dal turismo di massa, e rivitalizzare il "fiume sacro ai destini di Roma" scoprendone segreti e bellezza: parte il 5 settembre Oltre Tevere, il percorso culturale e naturalistico di oltre 400 km (da fare rigorosamente a piedi) che si propone di realizzare un'indagine visuale collettiva dei territori lambiti dal fiume sovrano della città eterna attraverso il coinvolgimento di sei fotografi professionisti - Pietro Vertamy, Ilaria Di Biagio, Claudia Gori, Marco Zorzanello, Giuseppe Chiantera e Claudia Borgia - e il documentarista e sociologo Marco Saverio Loperfido. Il progetto, a cura di Sarah Carlet e Arianna Catania, si snoda lungo 4 regioni toccando ben 56 comuni d'Italia e si concluderà il 4 ottobre con un evento sul barcone Marevivo in occasione del Tevere Day.

Saranno tanti i luoghi con cui chi parteciperà al viaggio entrerà in contatto: dal Monte Fumaiolo nell'estremo sud della Romagna (vicino alla cui vetta a 1268 metri s.l.m si trova la sorgente del Tevere), fino all'Idroscalo di Ostia e a Roma, passando per Balze, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro (AR) Città di Castello (PG), Marsciano, Todi, Baschi, Alviano, la riserva naturale Nazzano Tevere-Farfa, le bellezze paesaggistiche dei laghi di Montedoglio e Corbara, l'Oasi naturalistica di Alviano. L'obiettivo è quello di far scoprire, in un cammino di un mese intero, la bellezza di di viaggiare in diverso modo, prendendosi il tempo di osservare e godere dell'ambiente e del paesaggio, di interagire senza fretta con le comunità locali, di tutelare la natura, di lasciare andare libero il pensiero.

Alla guida del gruppo (a cui chiunque può unirsi) ci sarà Pietro Vertamy, che ha girato l'Italia e l'Europa con il collettivo Around the Walk, fondato con Ilaria Di Biaggi: camminando e osservando, i partecipanti restituiranno ciò che hanno amato e scoperto durante il percorso attraverso una documentazione fotografica d'autore consultabile sul canale Instagram e successivamente sul sito di Oltre Tevere. Inoltre, per rendere fruibile il percorso anche successivamente, sarà realizzata una mappatura georeferenziata, che verrà resa disponibile online sul sito oltretevere.it, sul sito dell'Autorità di Bacino distrettuale dell'Appennino Centrale e su ammappalitalia.it, partner del progetto.

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A Civitanova Alta la colorata utopia di Alain Le Quernec

 A Civitanova Alta la colorata utopia di Alain Le Quernec © ANSA

 Prima mostra italiana, dal 5 al 27 settembre a Civitanova Marche (Macerata), per l'affichiste bretone Alain Le Quernec, uno dei grafici più importanti d'Europa che, negli ultimi cinquant'anni, ha legato la sua opera alla cartellonistica di pubblica utilità. L'inaugurazione, sabato 5 settembre alle 18, nello spazio Multimediale San Francesco in piazza della Libertà a Civitanova Alta, una delle due sedi dell'esposizione (l'altra sarà alla Palazzina Lido Cluana a Civitanova Marche) che conta 100 manifesti storici, disegnati e coloratissimi, in bilico tra impegno sociale e utopia, pop art e comics.

"La sua è una grafica caustica, graffiante, aggressiva, ma leggera ed elegante. Ci parla di cose molto serie e gravi quasi sempre strappandoci un abbozzo di sorriso" spiega Andrea Rauch, curatore della mostra che si tiene nell'ambito di Cartacanta con il concorso di Regione Marche, del Comune di Civitanova Marche e Aiap. L'evento segna il passaggio di testimone tra Cartacanta - questa, la 22/a, sarà l'ultima edizione - e il Magma di Civitanova Alta, primo e unico museo in Italia dedicato alla grafica e al manifesto. Il Museo Archivio della Grafica e del Manifesto inaugurerà il 3 ottobre con una mostra dell'illustratore belga Jean-Michel Folon. Enrico Lattanzi è il direttore del nuovo museo comunale e la gestione degli spazi museali è a cura dell'Associazione Nuova Cartacanta. 

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Da Banksy a Ligabue i 10 big d'autunno da non perdere Da Van Gogh a Tiepolo, sarà stagione di grandi Maestri

 LIGABUE E VITALONI. DARE VOCE ALLA NATURA

Dai Monet e Renoir mai visti fuori Parigi a Van Gogh che racconta Van Gogh. E poi Banksy, Correggio, Chagall, Ligabue.
    Ovviamente i 500anni di Raffaello, ma anche il prestigio politico di Michelangelo. Più una galleria di talenti al femminile che ci faranno, forse, ripensare il Barocco. Sono i 10 "big" dell'autunno, i 10 Maestri assoluti per altrettante mostre da non perdere.
    MONET E GLI IMPRESSIONISTI - Per la prima volta il Marmottan Monet di Parigi, la "casa dei grandi Impressionisti", presta un intero corpus di opere. In arrivo a Palazzo Albergati a Bologna, Monet, ma anche Manet, Renoir, Degas, Corot, Sisley, Caillebotte, Morisot, Boudin, Pissarro e Signac: in tutto 57 capolavori dalle celeberrime Ninfee a "scoperte" come il Ritratto di Berthe Morisot distesa, mai usciti dal Musèe francese (29 agosto - 14 febbraio).
    RAFFAELLO SANZIO - Dopo il successo della mostra alle Scuderie del Quirinale, proseguono le celebrazioni per i 500 anni dalla scomparsa del "divin pittore". A Urbino, la sua città, ultime settimane per Raphael Ware. I colori del Rinascimento alla Galleria Nazionale delle Marche (fino al 27 settembre), Baldassarre Castiglione e Raffaello. Volti e momenti di Corte a Palazzo Ducale e Raffaello Una mostra impossibile al Collegio Raffaello (fino all'1 novembre). Tra i nuovi appuntamenti, Fondazione CariPerugia Arte racconta Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia a Palazzo Baldeschi (8 settembre - 6 gennaio). A Roma, Villa di Capo di Bove sull'Appia Antica ospita La lezione di Raffaello. Le antichità romane (18 settembre - 29 novembre).
    BANKSY - A VISUAL PROTEST - L'artista "senza volto" più famoso al mondo approda al Chiostro del Bramante di Roma con 90 opere e focus sulla sua attività di ricerca (8 settembre-11 aprile). Si va da Love is in the air a Girl with Balloon alle stampe per la celebre esposizione Barely Legal. Ma lo Street Artist è anche a Palermo con 100 pezzi originali in Ritratto di ignoto. L'artista chiamato Banksy al Loggiato di San Bartolomeo e Palazzo Trinacria (7 ottobre - 17 gennaio).
    LIGABUE E VITALONI. DARE VOCE ALLA NATURA - Palazzo Tarasconi racconta Antonio Ligabue, tra i più originali autori del Novecento italiano, nella mostra ideata da Augusto Agosta Tota, Marzio Dall'Acqua e Vittorio Sgarbi (17 settembre - 30 maggio).
    Accanto a 83 dipinti e 4 sculture del Maestro di Gualtieri, anche 15 opere plastiche di Michele Vitaloni, artista con una medesima empatia verso il mondo naturale e animale.
    MARC CHAGALL: ANCHE LA MIA RUSSIA MI AMERÀ - È dedicata all'influenza che la cultura popolare russa ha avuto sull'opera di Chagall, la mostra curata da Claudia Zevi che porta a Palazzo Rovella di Rovigo (19 settembre - 17 gennaio) più di cento opere con due straordinarie serie di incisioni e acqueforti dei primi anni di lontananza dalla Russia: Ma Vie e Le anime morte.
    L'OTTOCENTO E IL MITO DI CORREGGIO - La mostra a La nuova Pilotta (3 ottobre 2020 - 3 ottobre 2021) riunisce il meglio della produzione ottocentesca del Ducato di Parma intorno ai quattro capolavori del Correggio restituiti dal Louvre con il Secondo Trattato di Parigi nel 1815, ovvero La Madonna con la scodella, la Madonna di San Girolamo più le due tele provenienti dalla Cappella del Bono. La mostra è anche un omaggio al lavoro della Duchessa Maria Luigia d'Asburgo e dell'architetto Paolo Toschi, che negli antichi saloni dell'Accademia permisero a una generazione di artisti di confrontarsi vis a vis con il Maestro dell'illusione prospettica.
    MICHELANGELO. DIVINO ARTISTA - Nessun artista come il Buonarroti può vantare d'aver frequentato due futuri pontefici da giovinetti, servito sei Papi e conosciuto mecenati della grandezza di Lorenzo il Magnifico, i reali di Francia, Francesco I di Valois e Caterina de' Medici. E' questo il Michelangelo della mostra curata da Cristina Acidini, con Alessandro Cecchi ed Elena Capretti, a Palazzo Ducale di Genova (8 ottobre - 24 gennaio), tra opere come la Madonna della Scala, disegni autografi, carteggi, rime, ritratti.
    VAN GOGH: I COLORI DELLA VITA - E' lo stesso Maestro dei girasoli a raccontarsi attraverso le sue lettere al Centro Altinate San Gaetano di Padova (10 ottobre - 11 aprile). Curata da Marco Goldin, l'esposizione raccoglie 78 capolavori da decine di musei, oltre che dal Van Gogh di Amsterdam e dal Kröller-Müller di Otterlo (tra gli altri, l'Autoritratto con il cappello di feltro, Il signor Ginoux, L'Arlesiana) affiancate a una quindicina di opere di artisti a Van Gogh, in qualche modo, legati, come Millet, Gauguin, Seurat, Signac, Hiroshige e Francis Bacon.
    GIAMBATTISTA TIEPOLO. VENEZIA, MILANO, DRESDA, MADRID - A 250 anni dalla scomparsa, prima mostra a Milano per il Tiepolo (1696 - 1770). Curata da Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti alle Gallerie d'Italia - Piazza Scala (30 ottobre - 21 marzo), in partnership con le Gallerie dell'Accademia di Venezia, riunisce 70 opere anche di suoi contemporanei - come i veneti Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Piazzetta, Sebastiano Ricci o il lombardo Paolo Pagani - dalle città che più lo videro protagonista.
    LE SIGNORE DEL BAROCCO - Ovvero, Artemisia Gentileschi ma anche Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, tutte rimaste nell'ombra fino a pochi decenni fa e ora protagoniste a Palazzo Reale a Milano con una mostra che ne riscopre arte e vite (3 dicembre-11 aprile). Aggiungendo nuovi nomi alla lista di talenti al femminile da conoscere assolutamente. (ANSA).

La mascherina diventa arte, una mostra a Genova

 C'è la mascherina realizzata con gli scarti di pelliccia di visone o quella fatta con un mattone, ma anche con libri, tessuti e metalli nelle opere esposte a "Il Respiro dell'Arte", dal 4 al 13 settembre a Genova, nella Sala Liguria di Palazzo Ducale. Si tratta della prima tappa di un progetto artistico internazionale, ideato e curato da Virginia Monteverde, per dare testimonianza del difficile momento che il mondo sta attraversando per il Covid 19, che approderà poi in Germania, Paesi Bassi e Svizzera.

"La mascherina diventa forma d'arte e si trasforma - spiega Monteverde - e la mostra sarà una testimonianza di questo periodo, che speriamo rimanga solo un ricordo. Opere molto diversificate, visto che tutti gli artisti erano chiusi in casa per il lockdown e i materiali utilizzati erano solo quelli a disposizione. E quindi abbiamo dalla pelliccia al bronzo, dal marmo ai tessuti, fino ai libri che diventano mascherina".

Al progetto, che ha che anche una sezione dedicata alla poesia e una alla danza, hanno aderito una quarantina di artisti di diversi Paesi, che sono stati chiamati a interpretare e realizzare, secondo la propria visione e tecnica, quello che è e resterà il simbolo della lotta al virus. 

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Cantine aperte in vendemmia Piemonte

 Le cantine del Movimento Turismo del Vino Piemonte tornano ad aprire le loro porte dal 5 settembre all’11 ottobre 2020 in occasione di “CANTINE APERTE IN VENDEMMIA”.

Agli enoturisti sarà riservata un’accoglienza particolare: sarà un’occasione per vivere insieme l’atmosfera della vendemmia e scoprire tutte la prime fasi di lavorazione del vino che verrà. Vigneron esperti saranno come sempre a disposizione dell’enoturista per rispondere a domande e curiosità, mentre le cantine resteranno aperte per visite e degustazioni guidate, al pari di molti vigneti, spesso in posizioni panoramiche con vedute spettacolari sulle colline del Piemonte.

Alcune Cantine offrono agli enoturisti la possibilità di partecipare attivamente all’esperienza della raccolta dell’uva che avvia la vinificazione, mentre per i bambini sono state pensate attività ed esperienze “su misura”.

La novità 2020 sarà il PICNIC IN CANTINA evento a cui aderiscono diverse fra le Cantine Socie e che si terrà per due week-end consecutivi: 19-20 e 26-27 settembre.
L’idea è quella di festeggiare il momento della vendemmia attraverso la semplicità di un picnic presso i produttori vitivinicoli piemontesi: un modo alternativo per diffondere la conoscenza dei vini, dei prodotti e dei territori locali. Inoltre, in questo momento in cui si cerca la distanza, un evento all’aperto risulta essere la soluzione perfetta per ospitare persone in sicurezza.

Consigliamo di consultare i singoli programmi delle Cantine in quanto date e orari degli eventi variano, inoltre, in alcuni casi occorre la prenotazione.

 

PARTECIPANTI E PROGRAMMI

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fonte: https://www.mtvpiemonte.it/wp/



Un salto nel Medioevo in 10 borghi del '300

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Dominano colline ricoperte di vigneti e uliveti e spuntano dalle curve delle strade panoramiche, circondati da mura cariche di storia: sono i tantissimi borghi medievali, centri di pietra e di strade lastricate che da Nord a Sud d'Italia regalano atmosfere uniche e ricche di fascino. Per chi ama la suggestione di botteghe e palazzi storici abbiamo scelto alcuni centri, molti presenti nell'associazione "I borghi più belli d'Italia", per suggerire un viaggio alla scoperta del Medioevo sul nostro territorio. In molti di questi centri si svolgono feste e tornei cavallereschi che, per evitare assembramenti, sono stati rinviati al prossimo anno.

    Apricale. E' un piccolo borgo su una collina ricoperta di ulivi in Val Nervia, nell'entroterra di Bordighera, con case di pietra, tetti di ardesia e una piazza scenografica. Il borgo si snoda tra infinite viuzze di pietra fino a piazza Torracca, dove sorgono la chiesa della purificazione di Maria Vergine, con diversi stili e un'opera d'arte contemporanea posta in cima al campanile, e il castello della Lucertola, costruito su uno sperone di roccia. Oggi nel maniero-museo si ammirano reperti che raccontano il passato del paesino di pietra.
    Soncino. Sembra uscito da una favola il borgo in provincia di Cremona, ricco di architetture, chiese e musei dal fascino unico: dalla Rocca Sforzesca alla Pieve di santa Maria Assunta che risale al XII secolo e al museo della stampa. La Rocca del 1473 è il simbolo del borgo ed è tra le meglio conservate del Nord Italia: fu a lungo la residenza della famiglia Stampa che la lasciò nel 1876 ridotta a un rudere. L'architetto Luca Beltrami, lo stesso che ricostruì il Castello Sforzesco di Milano, la restaurò con mura meno spesse e con uno dei torrioni a forma cilindrica; oggi vi si visitano le prigioni e gli spazi adibiti a musei.
    Arquà Petrarca. Nel cuore dei Colli Euganei, in Veneto, è un borgo che ha saputo mantenere inalterato il suo fascino medievale. Deve il suo nome e la sua fama al poeta Francesco Petrarca, che qui trascorse gli ultimi anni della sua vita. Una visita al borgo parte proprio dall'edificio trecentesco che il poeta ristrutturò, abbellito poi con elementi rinascimentali e con dipinti ispirati al "Canzoniere". E' bene visitare anche l'Oratorio Santissima Trinità, che ospita interessanti affreschi, e la Loggia dei Vicari del Duecento, restaurata in vetro e rame.
    Castell'Arquato. Domina le colline piacentine con una spettacolare piazza, le case basse e i vicoli acciottolati che portano in cima al colle, da dove si gode una vista mozzafiato.
    Della Rocca viscontea restano le mura esterne, le quattro torri difensive e il museo medievale all'interno. Nella piazza si trova la Collegiata, una delle chiese più antiche del territorio, il palazzo del Podestà d'epoca medievale e una torre pentagonale. Ci sono da vedere anche il torrione Farnese con passaggi segreti verso la campagna e l'Ospedale di Santo Spirito.
    Certaldo. Nel cuore della Val d'Elsa, tra filari di viti, scorci sulle colline del Chianti e circondato da antiche mura, è un suggestivo borgo medievale famoso per aver dato i natali al poeta Giovanni Boccaccio. Il borgo si allunga sulla strada principale dove si affacciano palazzi e laboratori artigianali e termina a palazzo Pretorio, dimora con affreschi, loggiati e scale aperte. Si visitano anche la torre e il camminamento, che regalano l'affaccio sul borgo e sulla campagna, e la casa-museo di Boccaccio, nella cui biblioteca ci sono centinaia di opere tradotte e illustrate, tra cui quelle realizzate da Salvador Dalí.
    Bevagna. Circondata da una lunga cinta muraria con sei porte perfettamente conservate, il borgo umbro è un gioiello medievale: ospita il teatro Torti, le chiese romaniche di san Silvestro e di san Michele Arcangelo e una spettacolare piazza irregolare con il palazzo Consoli, eretto nel 1270. In piazza a giugno prende vita il mercato delle Gaite, una festa dei quartieri che fa rivivere le tradizioni artigiane e i mestieri che si facevano nel borgo in epoca medievale tra botteghe e laboratori, tornei e sfilate in abiti d'epoca. A palazzo Lepri si visita il museo di Bevagna, con testimonianze d'epoca medievale.
    Pacentro. Dominato da un imponente castello, costruito nel secolo X a difesa dalle scorrerie di Saraceni e Normanni poi adornato con alti torri cilindriche, il borgo è affacciato sulla valle Peligna, a ridosso delle montagne della Maiella, in Abruzzo. Ogni anno le torri del castello Cantelmo e il palazzo Tonno fanno da sfondo ai Caldoreschi, una rievocazione storica sulle gesta dei principi Caldora che dominarono il borgo. Nel centro merita una visita la Preta Tonna o "pietra dello scandalo", un grosso sasso usato per umiliare i debitori insolventi che erano obbligati a sedervisi nudi davanti ai passanti.
    Sermoneta. Circondato da una possente cinta muraria, il borgo è dominato dal suggestivo castello Caetani, uno dei più noti esempi di architettura difensiva del Lazio, spesso usato come set cinematografico. Il centro storico ospita edifici e palazzi storici e conserva intatto il suo impianto urbanistico medioevale con le case in pietra, le stradine a gradini e il succedersi di salite e discese. Da visitare ci sono anche l'abbazia di Valvisciolo, la cattedrale di santa Maria con un campanile romanico e la loggia dei mercanti.
    Morano Calabro. E' un borgo-presepe ai confini settentrionali della Calabria, uno scenografico gioiello in pietra con le case addossate le une alle altre e sullo sfondo il monte Pollino.
    L'atmosfera è magica ed è bello camminare nel dedalo di viuzze, tortuose e pendenti, che s'infilano tra le case, le chiese, i monasteri, gli archi, i sottopassi, le scalinate e le piazzette.
    Le chiese del borgo offrono opere d'arte firmate da artisti come il Bernini, che lavorò molti anni nel Regno di Napoli. Merita una visita la chiesa-museo di santa Maria Maddalena, con la cupola e il campanile maiolicati di giallo e blu.
    Petralia Soprana. Sorge nel cuore del parco delle Madonie, in Sicilia, ed è il borgo dove si creano violini, chitarre, mandolini e strumenti pastorali come le zampogne e i pifferi.
    Tra i monumenti da non perdere ci sono la chiesa di santa Maria di Loreto, un'antica fortezza trasformata in chiesa dai Carmelitani Scalzi, e la chiesa dei santi Pietro e Paolo che si affaccia su piazza Duomo e presenta due campanili, collegati da un portico a 18 colonne. (ANSA).

La Sardegna scommette sulle grandi feste popolari

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CAGLIARI - I grandi eventi identitari della Sardegna, religiosi e laici, sono ora compresi in un Registro regionale con l'obiettivo di diventare un volano economico per i territori in chiave di rilancio turistico dell'Isola. Si tratta di "immenso patrimonio materiale e immateriale - commenta il governatore Christian Solinas - risorsa indispensabile per la valorizzazione e la promozione dell'immagine dell'Isola nello scenario nazionale e internazionale.
    Già iscritte nel Registro le prime dieci manifestazioni, "le grandi feste del popolo sardo che affascinano il mondo", sottolinea Solinas, individuate per antica tradizione, diffusione territoriale, reputazione internazionale e presenze turistiche: Festa di Sant'Efisio a Cagliari; Festa di San Francesco a Lula; Festa del Redentore a Nuoro; Festa di Sant'Antioco Martire, patrono di Sardegna; Cavalcata Sarda e Candelieri a Sassari; Festa di San Simplicio ad Olbia; Festa di San Costantino-Ardia a Sedilo; Sartiglia ad Oristano; San Salvatore di Sinis con la Corsa degli scalzi a Cabras.
    "Il Registro è stato istituito per riconoscere la valenza turistica di eventi che ogni anno vengono realizzati in Sardegna - spiega l'assessore del Turismo Gianni Chessa - e che rappresentano importanti occasioni di offerta del territorio. Ha l'obiettivo di incrementare l'offerta turistica sarda, destagionalizzare e diversificare i flussi e diventare un fattore di crescita dell'economia isolana, con particolare riferimento ai comparti non solo del turismo, ma anche dell'artigianato e del commercio. Puntiamo a promuovere la Sardegna in modo coordinato e unitario - aggiunge - creando la filiera del turismo dei 'Grandi eventi identitari'. Tutti i soggetti pubblici coinvolti devono arrivare all'identificazione di un prodotto strutturato e competitivo, capace di richiamare visitatori, generare e ridistribuire reddito e occupazione sul territorio, valorizzare l'offerta turistico-culturale, naturalistica, archeologica, enogastronomica e artigianale, dei riti e delle tradizioni, del turismo-religioso e di quello esperienziale, anche attraverso la valorizzazione dei 'mestieri tipici'. Le sue potenzialità sono rilevanti, ma - assicura Chessa - presentano ancora ampi margini di crescita". (ANSA).

Ecco 20 idee per viaggiare da soli

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REYKJAVÍK - Se ancora temete il contatto con gli altri o semplicemente avete voglia di evadere da soli e cercate un luogo tranquillo e senza pericoli, eccone 20 perfetti per le vostre esigenze. La vacanza in solitaria non è solo per chi è single ma è anche un modo per staccare la spina e ritrovare se stessi; ciò che conta è rilassarsi, stare tranquilli e sentirsi al sicuro per ricominciare ogni nuova fase della vita con più energie. I benefici psicologici del viaggio in solitaria sono molti: rafforza l'autostima, migliora le capacità di apprendimento, apre la mente e rende più flessibili alle novità. Ecco 20 destinazioni dove andare sempre nel rispetto del distanziamento fisico e delle ormai consuete misure sanitarie.
    Secondo il Global Peace Index, l'indice della pace globale che classifica i paesi in base a fattori che ne determinano lo stato di pacificità, l'Islanda è al primo posto: è un luogo tranquillo e sicuro, dove regnano il silenzio e la natura di spazi incontaminati. Seguono la Nuova Zelanda, destinazione remota ma assolutamente tranquilla e piena di bellezza paesaggistica, e alcune mete più vicine, tra cui il Portogallo, l'Austria e la Danimarca, perfette destinazioni per viaggiare sicuri e felici secondo l'Happy Planet Index, l'indice che ne misura il benessere personale. Ma, a proposito di felicità, il podio dei Paesi con il maggior tasso di benessere spetta alla Finlandia, terra ricoperta da foreste e laghi, eletta il luogo più felice del mondo per il terzo anno consecutivo dal World Happiness Report 2020, che ha valutato 156 paesi basandosi sull'analisi del benessere della gente che vi abita. La classifica sulla felicità vede dopo la Finlandia altre nazioni scandinave, tra cui la Norvegia e le sue bellissime e sicure isole Lofoten, l'Olanda e la Svezia, seguite dalla Svizzera e dal Canada.
    L'Italia, invece, come nel 2019, si posiziona solo al 36esimo posto; tra i luoghi delle nostre regioni che meritano di essere considerate per vacanze in solitaria ci sono i cammini, spirituali e naturalistici, che invitano viaggiare zaino in spalla, a piedi o in bici, in assoluta tranquillità. Tra i cammini il più frequentato è quello della via Francigena, un percorso storico e leggendario che va dal Gran San Bernardo a Roma attraverso tante regioni e paesaggi diversi. Tra i numerosi cammini che si snodano sul nostro territorio tra i più suggestivi ci sono il percorso dedicato a san Francesco in Umbria, sulle tracce del santo tra opere d'arte e paesaggi mozzafiato; l'affascinante Alta via dei monti liguri, itinerario escursionistico lungo più di 400 chilometri tra la montagna e il mare della Liguria; e, dal Passo del Tonale alla Marmolada in Trentino, il sentiero della pace che ripercorre le vicende della Prima Guerra Mondiale tra natura e arte.
    Se amate il freddo potete scegliere la lontana ma sicura Groenlandia con Ittoqqortoormiit, la sua località più isolata, con solo 460 abitanti e pochi turisti attirati da una natura estrema. C'è anche la più vicina Irlanda che oltre ai grandi classici itinerari a Dublino - dal castello ai giardini botanici, dalla Old Library al Trinity College - offre escursioni nella tranquilla contea di Clare Island, sulla costa occidentale, dove per esempio si può scegliere di giocare a golf - o di fare una lezione - nel bellissimo Lahinch Golf Club, con vista sul mare. Se, invece, preferite il sole e il mare potete scegliere tra la vicina Malta con spiagge di tutti i tipi, attività sportive e passeggiate nella storia; oppure l'altrettanto vicina Spagna per tuffarvi nelle acque limpide di Formentera o di Minorca o lasciarvi coinvolgere dal folclore, dalla bellezza e dal calore dei borghi andalusi. Infine, se amate la tradizioni il Giappone è una meta tranquilla: ci si può spostare anche di notte sui treni ad alta velocità; così come si può scegliere in sicurezza di dormire nei Ryokan, le raffinate locande termali.
    Un consiglio però può essere utile per tutti i viaggiatori solitari: prima di partire è bene scaricare un'app di geolocalizzazione sullo smartphone o, se si sceglie una destinazione lontana, di procurarsi un telefono satellitare per essere sempre raggiungibili. (ANSA).

Turismo: già persi 220mila posti più l'indotto

 Ben 220 mila posti in fumo la cui metà è concentrata nei sistemi turistici del Nord a cui, ovviamente, va aggiunto l'intero indotto. E poi 50 mila imprese che rischiano di chiudere. La crisi nera delle città d'arte trascinate nel baratro dal calo del 70% dei turisti stranieri che sono anche quelli che spendono di più. E l'anno non è ancora concluso... A fare la fotografia del turismo "sfiancato" dal Covid in un'intervista a 360 gradi con l'ANSA è Raffaele Rio, presidente dell'istituto Demoskopika.

"Ben 50mila imprese del comparto turistico - spiega - rischiano il fallimento a causa della perdita di solidità finanziaria con una contrazione del fatturato di almeno 12 miliardi di euro. Una mortalità imprenditoriale che non può non ripercuotersi inevitabilmente sul mercato del lavoro con una perdita diretta di ben 220 mila posti la cui metà è concentrata nei sistemi turistici del Nord a cui, ovviamente, va aggiunto l'intero indotto. Non va dimenticato, se a qualcuno fosse sfuggito, che nel primo trimestre del 2020, si è registrato il peggiore bilancio della nati-mortalità del sistema turistico degli ultimi 25 anni. E ancora l'anno non è concluso". Quanto ai flussi il presidente di Demoskopika dice: "Sinceramente il sold out che alcuni speravano per Ferragosto, eccezion fatta per qualche area storicamente più attrattiva di altre, non l'ho rilevato. Provo a spiegarmi meglio. Lo scorso anno (elaborando i dati di Banca d'Italia) nel solo mese di agosto, sono stati oltre 5 milioni i viaggiatori stranieri che hanno scelto di trascorrere le vacanze in Italia generando oltre 37 milioni di pernottamenti nel sistema alberghiero ed extra-alberghiero del Belpaese con una spesa di circa 4 miliardi di euro. Quest'anno, noi stimiamo, nello stesso periodo, un calo pari a circa il 70%, con un decremento di 3,6 milioni di turisti stranieri e una contrazione della spesa di quasi 2 miliardi di euro. In questa direzione, comprendo perfettamente la reazione delle associazioni degli operatori turistici".

Per quanto riguarda la crisi nera delle città d'arte Rio aggiunge: "Resto dell'opinione che gli italiani siano fortemente tradizionalisti nella scelta di consumo turistico. Dai dati rilevati da Demoskopika emerge che, al netto dell'osservanza del distanziamento sociale tanto ricercata dai turisti quanto poco praticata, circa 6 italiani su 10 di chi ha dichiarato di andare in vacanza, hanno scelto località balneari principalmente in Sicilia, Puglia, Calabria, Emilia-Romagna e Sardegna. A seguire nelle indicazioni dei vacanzieri anche la montagna e le città d'arte. Non vi è dubbio, che, in proporzione le città d'arte hanno subito maggiormente il crollo del settore soprattutto per la rilevante contrazione del turismo internazionale. Alcune nostre elaborazioni stimano in circa 2,7 milioni gli stranieri che hanno rinunciato ad un soggiorno nelle città d'arte del Belpaese tra luglio e agosto".

Non molte settimane fa, Demoskopika ha rilevato come almeno 8 milioni di italiani hanno rinunciato alla vacanza con la famiglia per l'assenza di disponibilità economiche. "Una difficile condizione - sottolinea Rio - alimentata dalla ripresa del prelievo fiscale richiesto ai contribuenti dai vari livelli istituzionali dello Stato. I soli Comuni, ad esempio, nei mesi di giugno e luglio dell'anno in corso, hanno incrementato gli incassi tributari derivanti principalmente dall'imposta municipale propria (Imu), dalla Tassa sui rifiuti (Tari), dall'addizionale comunale all'Irpef e dalla tassa sui servizi indivisibili (Tasi) di quasi 4 miliardi di euro, con una impennata del 285% rispetto al bimestre marzo/aprile dello stesso anno".

Infine l'intervento del Governo: è bastato? E' stato indirizzato nella giusta direzione? "C'è un problema prioritario di governance - dice Rio - da cui consegue anche la misura dell'efficacia dei fondi messi a disposizione per la ripresa del sistema turistico. L'Italia, nella forma e nella sostanza, non ha ancora fatto del turismo un settore strategico per la propria economia. Anzi, presenta una governance caratterizzata da una rilevante frammentazione delle competenze che genera un coordinamento delle politiche sul turismo assolutamente inadeguato. Non è un caso, ad esempio, che anche l'attuale Piano strategico del turismo italiano sia strutturato più secondo la logica di un "libro dei sogni" che in relazione ad una concreta attuazione di azioni misurabili nel tempo. E, ancora, dopo anni di discussioni e confronti, non siamo ancora riusciti a calibrare una leadership centrale che riesca a uniformare e orientare le differenti strategie regionali in obiettivi condivisi e, soprattutto comuni. L'idea che la nostra Costituzione abbia reso il turismo una materia di competenza "esclusiva" per le Regioni, viene intesa quale legittimazione di una "giungla normativa e attuativa" della programmazione turistica".

E così secondo Rio, degli oltre 4 miliardi messi in campo dalle istituzioni ai vari livelli per fronteggiare la crisi economica post Covid-19, tutti ne conosciamo l'entità ma si contano sulle dita di una mano quelli che ne conoscono i possibili impatti reali sul sistema poiché sono frutto, in molti casi, di scelte non concertate, condizionate spesso più da un'euforia interventista del Governo che da una programmazione consapevole. "Mi sarei aspettato che dagli Stati generali dell'Economia, convocati dal presidente del Consiglio, Conte, - conclude - avesse visto la luce un unico Piano di ripresa del turismo italiano condiviso, in termini di indirizzo politico e di apporto di risorse finanziarie, da parte di tutti i decisori istituzionali ai vari livelli indicante consapevolmente obiettivi, strategie, azioni, risorse finanziarie e indicatori di risultato. Ma chi lo ha visto?".

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