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Croazia, Istria. Prodotti tipici e vini, tutti gli eventi enogastronomici di Umago, Cittanova, Verteneglio e Buie. ESTATE TUTTA DA GUSTARE

All’Istria Gourmet Festival anche Paolo Basso, eletto miglior sommelier del mondo nel 2013 a Tokio.

Un vero e proprio calendario dei piaceri anima l’estate delle quattro perle dell’Istria nord occidentale, in Croazia: Umago, Cittanova, Verteneglio e Buie. Un territorio vario e ricco di  gusti e sapori, quello istriano, dove trovano spazio da una parte i frutti dell’Adriatico, che caratterizzano soprattutto le località costiere, e dall’altra i prodotti che vengono da coltivazioni e allevamenti dell’entroterra. Dai vini, come il Moscato dolce protagonista a Momiano, al festival dedicato al pesce a Verteneglio, ai pomodori fino al noto Istria Gourmet Festival. 

Tra vini e pomodori
Un vino
 secco e dolce, di un intenso colore giallo, che profuma di garofani selvatici, rosa e salvia. È il Moscato di Momiano, un prodotto tipico ma noto ben oltre il territorio istriano per la sua autentica prelibatezza. Sarà questo il vino protagonista della manifestazione eno-culturale “Nel regno del moscato”, che si terrà venerdì 3 luglio 2015 in una suggestiva cornice nei pressi del castello medievale di Momiano, Buie. Gli appassionati avranno la possibilità di degustare diverse varietà di differenti produttori, i cosiddetti “Moscatieri di Momiano”: Kozlović, Markežić, Sinković, Prelac e Brajko. Oltre al piacere della degustazione, ai visitatori verrà offerto un interessante programma culturale legato alla storia di Momiano e al suo castello.
Per concludere in bellezza il mese, la manifestazione gastronomica,
unica del suo genere in Croazia, dedicata alla verdura più popolare dell’estate è la Giornata dei pomodori che si tiene il 30 luglio 2015 a Umago. Un’ottima opportunità per assaggiare le diverse varietà di pomodori e per soddisfare qualche curiosità su questo ortaggio. Diversi sono i programmi di divertimento, si possono degustare i piatti a base di pomodoro e la famosa šalša, la popolare salsa di pomodori che abbinata alla pasta è parte integrante di ogni menu mediterraneo. A completare il tutto: mister pomodoro, il concorso di bellezza per premiare la varietà migliore e il più grande pomodoro di tutti.

Il pesce, protagonista dell’estate
Il 3 luglio 2015 ci sarà anche uno degli appuntamenti del Gnam Gnam Fest a Cittanova, un festival culinario che riunisce dieci manifestazioni ognuna dedicata alla valorizzazione di un prodotto tipico della zona. L’appuntamento del 3 luglio 2015 sarà dedicato ai frutti di mare dell’Adriatico.

Ma non solo gastronomia, la manifestazione è un’ottima occasione per passeggiare lungo la riva cittanovese, addentrarsi nel villaggio di pescatori, tra i negozietti con i souvenir artigianali, nel periodo in cui le giornate sono lunghe e soleggiate, il clima ideale
. Musica live accompagnerà la serata creando un’atmosfera magica e suggestiva, in perfetto stile mediterraneo.
Martedì 16 luglio 2015 a Carigador
, Verteneglio, sarà la volta invece del Carigador Fish Fest. Una rilassante serata estiva in riva al mare, il profumo del pesce fresco cotto alla griglia e la dolce melodia della fisarmonica. Sul piccolo molo, lungo il porticciolo, si svolge l’autentica festa del pesce, con le specialità culinarie, il vino istriano e i prodotti locali, accompagnati dalla musica dal vivo, che animano il romantico e suggestivo borgo di pescatori.

L’Istria Gourmet Festival
Col finire di luglio una manifestazione gastronomica di alto livello si accompagna all’appuntamento sportivo per eccellenza. Durante l’ATP Croatia Open di Umago, il torneo di tennis noto a livello internazionale, si tiene infatti l’Istria Gourmet Festival, dal 17 al 26 luglio 2015.
Per il sesto anno consecutivo, il Taste Istria Zone presenta selezionati prodotti istriani tra cui vini, oli d'oliva, tartufi, formaggi e prosciutto. Numerosi i punti di degustazione per assaporare le delizie istriane.

Quest'anno, in un ambiente appositamente progettato, Istria Gourmet Restaurant introdurrà Zigante Ristorante, un ristorante con una lunga tradizione di piatti con tartufo istriano, professionalmente preparati dallo chef Damir Modrušan. Inoltre per la prima volta, una moderna interpretazione di piatti istriani sarà rappresentata da un superbo servizio di catering di LF ristorante, noto al pubblico istriano per la creatività dello chef Robert Perić.

Non manca l’appuntamento dedicato ai vini con i
migliori sommelier internazionali e le degustazioni delle eccellenti etichette autoctone istriane. Tra gli altri sarà presente anche Paolo Basso, sommelier dal palato eccezionalmente sensibile e una grande esperienza in materia di vini rari e pregiati. Otto volte finalista nei concorsi di sommelier internazionali, ha iniziato la sua carriera professionale, vincendo il titolo di miglior sommelier nel 1997 in Svizzera, miglior sommelier europeo nel 2010, miglior sommelier del mondo nel 2013 a Tokio.

Tutti i colori dell’Istria
Coste chilometriche e spiagge accarezzate da un mare cristallino, villaggi di pescatori che colorano l’entroterra e affascinanti borghi ricchi di cultura e storia. Siamo in Istria, nella parte nord occidentale, quella più vicina al confine italiano, dove sorgono 4 perle dell’Adriatico: Umago, Cittanova, Verteneglio e Buie. Un territorio ricco di meraviglie naturali, una tradizione culinaria che gode dei prodotti locali, strutture di lusso e comfort con centri benessere all’avanguardia: tutto questo assicura una vacanza all’insegna di cultura, wellness e buona cucina. Un ventaglio di colori, profumi e sapori!
Info: Comprensorio turistico di Umago, Cittanova, Verteneglio, Buie www.coloursofistria.com

Ufficio Stampa: Studio Eidos
 

La Sagrada Familia rifatta in 3D

Il busto della nonna ricavato da una fotografia, un paralume, un bijoux, il proprio nome in rilievo sull’agenda, oggetti d’arte e di uso comune, persino un paio di scarpe... Con la stampa tridimensionale, attraverso la tecnologia della «produzione additiva», si può costruire e progettare davvero di tutto, usando diversi materiali e in tempi abbastanza 
brevi. È la macchina del futuro, ma già una realtà. Bastano uno specifico software di modellazione da applicare al computer e una stampante ad estrusione (capace di realizzare, cioè, pezzi a sezione e assemblarli a strati) e il gioco è fatto! Fra dieci anni, e forse molti meno, avremo tutti in casa una stampante 3D al fianco del nostro pc e il nostro ufficio potrà diventare un laboratorio casalingo di digital fabrication. Di apparecchi così, cm 50x50, se ne vedono già nei negozi specializzati con prezzi che vanno dai mille ai duemila euro, mentre le stampanti più sofisticate per un uso industriale oggi costano almeno 
100 mila dollari. 

Gli esperimenti di riproduzione di prototipi a tre dimensioni iniziarono a Boston (Usa) nel 1980, mentre la prima «macchina» fu perfezionata nel 2001 sempre nella capitale del Massachusetts: oggi questa tecnica di copiatura è diventata una realtà al servizio di molte aziende (soprattutto nel campo medicale e della bio-tecnologia, dove è utilizzata per creare arti artificiali perfettamente uguali agli originali) e di centri di ricerca che seguono i diversi metodi di scansione e stampa messi a punto da esperti ingegneri informatici. 

Ma stampanti 3D in stereolitografia sono in funzione anche per completare la Sagrada Família, il capolavoro architettonico di Antoni Gaudí che con le torri dal caratteristico stile neo-gotico distingue lo skyline di Barcellona: le parti mancanti della cattedrale vengono infatti riprodotte mattone per mattone in calcestruzzo e cemento sulla base di modelli in gesso ricavati dai disegni a due dimensioni lasciati dal progettista catalano, scomparso il 10 giugno 1926. Un lavoro complesso che comunque consentirà di finire l’opera fra 11 anni, in occasione del centenario della morte dell’«architetto di Dio». 
Il cantiere oggi è diretto da Jodi Coll, che lavora con la supervisione di Peter Sealy, ricercatore presso l’Harvard Design School dell’Università di Cambridge. Nel frattempo, però, i tecnici dovranno procedere anche a una ridefinizione, attraverso una progettazione digitale, dei modelli di Gaudí andati distrutti durante la guerra civile spagnola, tra il 1936 e il 1939. 

Ma le sorprese delle nuova tecnologia digitale non finiscono qui. Nel 2012 con apposite stampanti 3D (il trapano aveva le dimensioni di una stanza) sono state realizzate, in sole quattro settimane e usando 820 fogli di compensato, anche case «ecofriendly» in Danimarca, a Villa Asserbo, villaggio 60 km a nord di Copenhagen: niente betoniere, né gru o impalcature, e i costi sono stati ridotti, così come l’impatto ambientale. Persino il cibo può essere 'creato' usando una stampante 3D: negli Usa sono stati aperti ristoranti che preparano pizze, torte, biscotti e pasta con questa tecnica. In Italia la Barilla sta predisponendo un progetto che consentirà una 'personalizzazione' della pasta per quanto riguarda le forme e il tipo di impasto: un concorso ha coinvolto circa 500 designers per la creazione di modelli unici, destinati ad affiancare nei supermercati spaghetti, 
penne e rigatoni. 

Oggi è Barcellona, insieme con Amsterdam, la capitale europea delle stampanti 3D. L’università della Catalogna ha aperto un fablab (fabbrica laboratorio) che offre varie tecniche di riproduzione a disposizione degli studenti e del pubblico. Anche in Italia esistono strutture del genere: a Milano, diventata il centro propulsore dell’artigianato digitale, attualmente sono sei le 'botteghe' specializzate, un numero destinato a raddoppiare entro il 2015. «Si rivolgono a noi artigiani, piccoli imprenditori, designer, architetti, progettisti ma anche semplici curiosi: la domanda e l’offerta di tecnologie digitali si moltiplicano rapidamente, così come le innovazioni. Presto sarà pronta una 3D App che permetterà di sapere attraverso lo smartphone qual è il service più vicino a casa al quale potersi rivolgere », spiega il fisico e docente universitario Massimo Temporelli (l’inventore tuttofare di 
X-Makers, la trasmissione scientifica per ragazzi del canale DeAKids-Sky), fondatore e direttore di The Fab Lab Make in Milan, la prima realtà del genere sorta all’ombra della Madonnina: 200 mq in via Santa Marta con macchine per la prototipazione rapida (frese Cnc, plotter e laser cutter, stampanti 3D e piattaforme di elettronica programmabile). 
Le novità nel settore sono del resto all’ordine del giorno. «L’ultima? Una stampante a raggi ultravioletti 100 volte più veloce delle altre – dice Temporelli – e in grado di modulare durezza, morbidità, elasticità del materiale accorciando i tempi medi di riproduzione dell’oggetto dall’ora e mezza attuale a circa sei minuti».
avvenire

PRIMAVERA 2015 IN FIORE


Simbolo per eccellenza della primavera, anche per la stagione 2015 i fiori sbocciano sui capi e accessori facendo dei nostri guardaroba veri e propri prati fioriti! 
Inutile girarci tanto intorno. I fiori sono il simbolo per eccellenza della primavera e ogni anno, allo sbocciare di questa, tornano a fare i protagonisti. Anche per quanto riguarda il mondo dell'abbigliamento e degli accessori!

Li abbiamo visti trionfare sulle passerelle della primavera-estate 2015 sia in versione macro come quelli di Dolce & Gabbana, applicati come Alberta Ferretti e ancora, stampati come quelli di Altuzarra, solo per citarne alcuni. Ma qualunque sia lo stile o la modalità con cui si presentano, ancora una volta vogliono essere i re dei trend primaverili.

Da girasoli, tulipani, rose e margherite - tra i più gettonati - si passa a fiori astratti e stilizzati che per questa stagione colorano in maniera particolare sneakers ed espadrillas. I tessuti di gonne e abiti invece si fanno leggeri, quasi impalpabili puntando sulla vivacità di nuance accese, forti e disegni e stampe multicolor. Messo da parte il grigiore dell'inverno, le porte dei guardaroba si spalancano ad accogliere, ancora una volta, una primavera in fiore. Gonne, abiti, sneakers, ma anche bijoux e borse sono veri prati fioriti. Non resta che indossarli!

style.it

Il 2016 sarà un anno molto intenso per il Vaticano e il turismo religioso

Il 2016 sarà un anno molto intenso per il Vaticano e il turismo religioso, visto il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco. Ricco di eventi religiosi e in attesa di milioni e milioni di pellegrini, oltre alla canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, che avverrà il 4 settembre 2016, l’altro evento clou sarà l’ostensione di Padre Pio e del santo cappuccino Leopoldo Mandic in Vaticano. Una notizia di cui si parlava da un po’, ma di cui ancora non si conosceva la data, che a quanto pare sarà proprio il 10 febbraio 2016, non a caso il mercoledì delle ceneri
Ma cos’è l’ostensione? Si parla di ostensione quando reliquie sacre o ostie consacrate vengono esposti ai fedili, in modo tale che questi ultimi possano fare loro visita.
L’ostensione dei due santi porterà moltissimi fedeli in pellegrinaggio a San Pietro per tutta la durata dell’evento, che dovrebbe corrispondere a circa due o tre settimane e già si presenta come uno dei principali e più importanti eventi clou del Giubileo 2016.
Non è un caso che a San Giovanni Rotondo l’atmosfera sia già molto carica e sentita, a causa dei preparativi già avviati per il trasferimento della salma.
Non solo Padre Pio: l’ostensione riguarderà anche il frate cappuccino Leopoldo Mantic (al secolo Bogdan Ivan Mandic), nato a Castelnuovo (nell’attuale Montenegro) nel 1866 e santificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1983.
aciclico.com

TURISMO RELIGIOSO NEL PARCO GRAN PARADISO

Santuario san Besso
Il Parco non è solo natura, flora e fauna da proteggere e contemplare, ma è anche sinonimo di tradizioni, di cultura e di devozione popolare. Numerose sono infatti le suggestioni che derivano da una religiosità autentica, legata al quotidiano, ad ogni gesto e ad ogni momento importante della vita dei valligiani. Chiunque abbia la fortuna di percorrere a piedi i numerosi sentieri di montagna o abbia visitato le piccole borgate arroccate sui pendii, si sarà certamente imbattuto in piloni votivi, cappelle in pietra, edicole e affreschi che testimoniano l’autenticità e la profondità del radicamento delle tradizioni religiose in questa parte di arco alpino.
Sono numerose le processioni e i pellegrinaggi a cui partecipano ogni anno centinaia di fedeli provenienti dalle valli del parco e dai territori circostanti: tra questi i pellegrinaggi ai Santuari di Prascondù e di Sant’Anna e la Festa di San Besso
San Besso – Val Soana (TO)
San Besso è forse un santuario un po’ atipico, collocato a 2019 metri di quota sul versante piemontese del Parco, raggiungibile solo a piedi dopo quasi due ore di cammino. Il culto del santo, che ogni anno, il 10 agosto, richiama lassù centinaia di fedeli, lo si può riallacciare certamente agli stretti legami che da sempre hanno unito le popolazioni della Val Soana con quelle di Cogne.Sempre secondo la tradizione i primi abitanti del capoluogo valdostano sarebbero giunti proprio dal Canavese e Cogne per lungo tempo sarebbe stato solo una frazione, appartenente alla diocesi di Ivrea. E ancora oggi, in occasione della festa, cognensi ecanavesani si incontrano.

Prascondù – Ribordone (TO)
Quasi un migliaio di persone, provenienti da tutto il Canavese e da Torino, si ritrova l’ultimo fine settimana di agosto di ogni anno al Santuario di Prascondù, alla testata della valle di Ribordone, nel versante canavesano del Parco, per una grande festa religioso-popolare. Il Santuario fu costruito a partire dal 1600 in un “prato nascosto” dove la Madonna era apparsa a un pastorello di nome
Giovannino Berardi. A un primo pilone votivo seguì la costruzione di una cappella dedicata alla Madonna di Loreto. Nel 1654 una valanga distrusse la cappella e in seguito venne costruita una nuova chiesa, con ampliamenti e abbellimenti successivi. Oggi è possibile vedere i resti della cappella, la chiesa e una grande foresteria, utilizzata un tempo dai pellegrini e oggi per cami giovanili. Sul piazzale si affaccia poi un altro edificio, dependance della foresteria, nella quale verrà aperta una mostra permanente sulla cultura religiosa delle valli del Parco nazionale del Gran Paradiso.

Sant’Anna – Fraz. Meinardi di Locana (TO)
Il bel Santuario dedicato a Sant’Anna, situato in località Meinardi, sorge su un terrazzamento ottenuto in parte con la costruzione di fornici che sorreggono la soletta del sagrato.
L’edificio si presenta con un’unica aula rettangolare terminante in abside semicircolare. In facciata é inserito un pronao a formare così un sagrato coperto. Il manufatto é realizzato in tecnica lapidea tradizionale, intonacata all’interno, nel sottoportico e sugli elementi decorativi di facciata. Il tetto é in orditura tradizionale e manto di copertura in lose. Sul fianco sinistro dell’edificio é inserito un basso campanile a pianta quadrata terminante a cuspide, in tangenza al sentiero che ne percorre il muro d’ambito.

L’attuale immagine del Santuario é dovuta a un intervento di riplasmazione, compiuto nel 1891 seguendo il progetto dell’ingegnere canavesano Camillo Boggio, su un manufatto preesistente. L’intervento del Boggio è evidente soprattutto in facciata dove il portico a tre campate é concluso con timpano triangolare decorato ad archetti ciechi.. Il risultato che ha ottenuto é testimonianza del ritorno al medioevo con stilemi neogotici e neoromanici propri del finere del XIX secolo.
L’interno della chiesetta votiva si presenta sobrio e ben conservato nelle sue decorazioni geometriche. Numerose sono le raffigurazioni della Santa che, seppur non siano di un particolare pregio artistico, rappresentano una testimonianza importante dell’arte povera della zona e della vocazione della popolazione verso la Sant’Anna.
Il luogo di culto è meta di un interessante pellegrinaggio, svolto ogni anno la prima settimana di agosto, lungo un bella mulattiera che dalla Fraz. Nora raggiunge l’ormai abbandonata località Meinardi.
12alle12

La Sicilia, il turismo religioso e le vie francigene

Tra le varie forme di turismo c’è quello religioso e nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco tramite la bolla pontifica “Misericordiae Vultus”, può diventare uno strumento interessante per far riscoprire luoghi che sfuggono all’immaginario collettivo. L’associazione Onlus “Amici dei cammini francigeni di Sicilia” ha presentato un progetto che è stato inserito nel piano turistico regionale 2014/2020 e in particolar modo è sostenuto dall’assessorato al Turismo regionale. Un’idea appoggiata anche dall’assessorato alla Cultura, l’Identità e il Turismo di Messina, in quanto rientra nel segmento del turismo religioso. L’appuntamento sarà per venerdì 19 giugno alle ore 10.30, dove verrà presentato l’evento “Cammini francigeni di Sicilia: la Palermo-Messina per le montagne”. Già, ma cosa ha spinto l’associazione “Amici dei cammini francigeni di Sicilia” a interessarsi di un argomento del genere? Come si legge in un documento dell’associazione onlus, «siamo una piccola associazione di camminatori, studiosi e ricercatori e ci occupiamo di ripercorrere a piedi, o in bici, o ad asino, se avete un asino, le vie storiche di Sicilia, quel sistema intrecciato che da secoli e secoli è stato percorso da Greci, Romani, Bizantini, Arabi e cavalieri Normanni».
«Sono questi ultimi, giunti al seguito del Gran Conte Ruggiero il Normanno nel 1060, a riprendere il controllo dell’araba Siqilliyya, ripristinando il culto cristiano, edificando abbazie, monasteri e chiese-fortezze e portando anche nel sud dell’Italia la cultura francese, le canzoni dei bardi, le gesta eroiche dei paladini che conosciamo ancora oggi. La loro corte s’insedia a Palermo e controlla tutto il territorio dividendolo in diocesi e solo grazie alla precisione delle cancellerie reali abbiamo, negli atti notarili, la menzione di via francigena anche per la Sicilia. I Siculi Viandanti cercano le tracce di questo sistema di vie che ha permesso da sempre di muoversi attraverso le valli e le piane della nostra regione, verso i porti d’imbarco per l’Italia, l’Europa o la Terra Santa». Ciò che fanno è confrontare le informazioni, osservare le tracce sul terreno e i molti beni archeologici e architettonici ancora presenti rispettando la storia e il passato e stando attenti ad evitare quanto più asfalto possibile.
Sono riusciti a mettere a punto un sistema di vie che hanno come punto d’unione la via francigena: la via che da Agrigento risale verso Palermo, chiamata Magna Via Francigena; la via che da Palermo porta a Messina lungo le Madonie e i Nebrodi, chiamata “Palermo – Messina per le montagne ”; la via che da Mazara del Vallo risale verso Palermo, chiamata Via Francigena mazarense; la via romana che da Mazara porta a Siracusa, chiamata Via Selinuntina; la via che da Gela, lascia la Selinuntina e punta a Maniace ed alla sua abbazia, chiamata Via Francigena Fabaria. Un sistema di più di 1000 km di vie che permettono di camminare in zone spesso lontane dal grande turismo ma ricche di tradizioni, cultura, buon cibo e ottimi sorrisi, dove l’accoglienza è garantita da strutture convenzionate o da alloggi “pellegrini” messi a disposizione dai comuni. Sacco a pelo, materassino, bacchette da cammino o bastone, zaino leggero ed essenziale, scarpe comode e impermeabili.
Già da alcuni anni, numerosi studi scientifici di settore sulla viabilità siciliana antica, hanno riportato in luce il complesso sistema viario che attraversava (e attraversa) la Sicilia, percorrendone linee di costa e linee montane e toccando i più grandi insediamenti, indigeni prima e greci poi. Tale sistema permetteva di connettere, con precisi criteri di funzionalità, punti importanti nel territorio, insediamenti, villaggi o centri embrionali di commercio e scambio, connettendoli tra di loro per mezzo di sentieri battuti dalle popolazioni che lì abitavano sin dal XV secolo a.C. La dominazione romana, dal 260 a.C. in poi, assesta un sistema viario e, grazie all’attività dei consoli a cui la provincia era stata affidata, lo fortifica e lo mette a regime con la costruzione di una serie ponderata di stazio e mansio, stazioni di sosta e riposo per i corrieri e per le loro cavalcature, luoghi dove era possibile mangiare e fermarsi per la notte. Durante il corso di tutto il Medioevo la dominazione araba prima e normanna poi, eredita questo sistema viario. Pur non gestendolo con la stessa meticolosità delle magistrature imperiali, lo mantiene in vita attraverso l’utilizzo e l’ufficio del pellegrinaggio, che sotto la spinta dei monaci dell’Abbazia di Cluny diventa vero e proprio modello culturale, avvia quel complesso fenomeno di latinizzazione che riporterà l’araba Siqilliyya tra le terre cristiane amministrate dalle corti normanne, militarmente forti e fedeli al Papa di Roma. Pellegrinaggio che è marcia e cammino verso i luoghi santi: Roma, sede del martirio degli apostoli Pietro e Paolo; Santiago de Compostela, punto estremo della penisola europea e sede del ritrovamento delle reliquie di Giacomo il Maggiore, santo caro alle corti normanne del tempo, emblema della reconquista che ridarà ai conti normanni il controllo della Sicilia; Gerusalemme, luogo santo della vita e delle morte di Gesù Cristo, limes fondamentale che ispira venerazione e genera appartenenza in tutto quel movimento politico economico religioso che prenderà il nome di Crociate. Negli atti e nei diplomi normanni di questo periodo, appaiono così indicati confini poderali, limiti territoriali o lasciti e donazioni alle varie abbazie e santuari che riportano il toponimo di megale odos, magna via, basilike odos, via regia e per ben quattro volte, nel 1089 nel territorio di S.Filippo del Mela (Me), nel 1096 in prossimità dell’odierno comune di Castronovo di Sicilia, con l’attestazione di “Magna via francigena castronobi”, nel 1105 nel territorio di Vizzini in contrada Fabaria e nel 1267 in una pergamena che cita una via “Francigena” «qua venitur a turri Maymonis Mazariam», nella odierna Mazara del Vallo. L’associazione “Amici dei cammini francigeni di Sicilia”, basa la sua azione su questi studi e si preoccupa di sperimentare, studiando e camminando, la fattibilità di questa rete viaria che permetteva ai pellegrini di giungere ai punti di imbarco di Mazara del Vallo ad occidente come a Messina ad Oriente.
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