ansa FORLI' - Arriva in prima mondiale ai Musei San Domenico di Forlì, dal 21 settembre al 6 gennaio, la mostra 'Cibo' di Steve McCurry, un'esposizione inedita con 80 scatti del fotografo americano quattro volte vincitore del World Press Photo. Un racconto per immagini sul cibo come elemento universale, pur così diverso da Paese a Paese, ponte di conoscenza tra i popoli. Un giro del mondo sui modi di produrlo, trasformarlo e consumarlo, mettendo in evidenza il suo valore, l'attenzione al non spreco. Il progetto scenico si sviluppa in cinque sezioni che seguono il ciclo di vita del cibo: le foto, scattate tra America Latina, Asia ed Europa nella sua ultratrentennale carriera, sono accompagnate da strutture scenografiche e video per un'esperienza "immersiva dal punto di vista fisico ed emozionale". "Ogni fotografia di Steve McCurry - commenta la curatrice Monica Fantini - cerca l'universale nel particolare. E' paradigmatica di una persona o di un'intera comunità".
ansa URBINO La fioritura di un genio, la conquista della modernità e di uno stile rivoluzionario, alla luce di una rete di incroci generazionali e scambi culturali: è la mostra "Raffaello e gli amici di Urbino" che la Galleria Nazionale delle Marche - Palazzo Ducale di Urbino accoglierà dal 3 ottobre al 19 gennaio, in occasione dell'anno raffaellesco che celebra i 500 anni dalla morte dell'artista urbinate. A cura di Barbara Agosti e Silvia Ginzburg, l'esposizione documenta quanto le relazioni personali di Raffaello Sanzio con un gruppo di artisti che operavano a Urbino abbiano contribuito alla nascita della sua eccezionale personalità. Analizzando il ruolo di Pietro Perugino nella formazione e nella prima attività di Raffaello e il rapporto tra quest'ultimo e i concittadini artisti Girolamo Genga e il più anziano Timoteo Viti (e soprattutto gli esiti diversi che i due ebbero rispetto a Raffaello di fronte alle nuove sollecitazioni della pittura figurativa) emerge nella mostra il grande salto qualitativo che il genio urbinate riuscì a compiere, dando il proprio contributo all'evoluzione del linguaggio pittorico tra '400 e '500. Il progetto espositivo presenta al pubblico circa 80 opere, di cui una decina di Raffaello, con un obiettivo ambizioso, quello di "trasmettere lo spirito dell'umanesimo e l'atmosfera di creatività che c'era nella seconda metà del '400 a Urbino dove è nato Raffaello", spiega a Roma il direttore della Galleria Nazionale delle Marche, l'austriaco Peter Aufreiter, che dopo 4 anni di direzione lascerà a fine anno Palazzo Ducale per trasferirsi a Vienna, dove guiderà il Technischen Museums, il Museo della Scienza e della Tecnica. Un addio amaro il suo, in polemica con la 'controriforma' ministeriale voluta dal ministro Bonisoli che ridimensiona l'autonomia gestionale dei musei (introdotta dall'ex ministro Franceschini): "Per esempio ora anche gli accordi per i prestiti internazionali saranno gestiti da Roma. Mi dispiace andare via proprio nel 2020, con l'anno raffaellesco, ma in questa situazione non mi sento più di dirigere il museo. Mi auguro che questa mostra di livello internazionale sia un punto di partenza per Urbino: se non si viene in questa città non si può capire Raffaello", dice il direttore, che lascia le Marche nonostante i successi (e il grande aumento di visitatori) ottenuti con la sua direzione. La mostra, il cui progetto ha richiesto circa 3 anni di lavoro, sarà dunque il primo omaggio che la Galleria Nazionale delle Marche farà al grande urbinate, per capire quanto il contesto cittadino sia stato fondamentale per l'artista e la sua crescita; poi seguiranno altri due appuntamenti espositivi, "Raphael ware. I colori del Rinascimento", dedicata alla ceramica cinquecentesca, e "Sul filo di Raffaello", legata alla realizzazione dei cartoni che il Sanzio fece per gli arazzi della Cappella Sistina. Intanto, proprio in vista delle celebrazioni raffaellesche, la Galleria ha appena portato a termine il progetto "Raffaello in Minecraft", in collaborazione con Microsoft: per la creazione del videogioco, che svela la storia di Raffaello nella città di Urbino, sono stati coinvolti attraverso un contest oltre 2000 studenti delle scuole primarie e secondarie per permettere loro di contribuire alla narrazione. Inoltre, la Galleria ha voluto realizzare per il suo pubblico più giovane ("un terzo dei nostri visitatori è costituito da studenti in gita scolastica che quest'anno sono addirittura aumentati del 20%", dice Aufreiter) il volume illustrato "Raffaello bambino", opera dell'illustratore urbinate Giancarlo Carloni: nel libro sono raccontate le vicende di Raffaello bambino che, sognatore, irrequieto e un po' pasticcione, scopre alla Corte di Urbino la sua vocazione, ossia diventare pittore come lo era suo padre Giovanni Santi.
In cartellone una pièce teatrale tratta dal romanzo col quale lo scrittore giunse al Nobel. Un’ambientazione moderna per dare voce alle domande dei non credenti dei nostri giorni
Barabba in un’incisione ottocentesca
da Avvenire “Midnight Barabba” è prodotto da Meeting Rimini in collaborazione con Avl Tek. Oltre al regista Otello Cenci, coautore del testo con Giampiero Pizzol, hanno contribuito al soggetto Davide Rondoni e Nicola Abbatangelo; scene di Nicola Delli Carri, costumi della Sartoria Shangrillà. Sette gli attori in scena: Raffaello Lombardi, Michele d’Errico, Antonella Carone, Franco Ferrante, Carla Guido, Roberto Petruzzelli e Mimmo Padrone. Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Galli il 18 e il 19 agosto alle 20.45 (biglietti su www.vivaticket. it).
Pär Lagerkvist
La Leporina non sa niente del Maestro. Non sa perché non l’abbia guarita, lasciandole quel viso sfigurato. E non sa perché proprio a lei abbia chiesto di portare testimonianza. Sa solo che non può fare a meno di seguirlo, fino al martirio, fino a essere presa in braccio, per l’ultima volta, dall’unico uomo che sembra averle mai prestato attenzione. Un malfattore, scampato alla croce e destinato ai lavori forzati. Si chiama Barabba e, se il processo non fosse andato com’è andato, sarebbe toccato a lui morire sul Calvario, non a Gesù di Nazareth. Eppure sul Calvario Barabba ci va lo stesso, per contemplare l’agonia del giusto. Per rendere testimonianza, in un certo senso, anche se - almeno in questo - la Leporina è più consapevole di lui, più pronta a obbedire alla chiamata. La tensione fra i due personaggi è uno degli elementi portanti di Barabba, il capolavoro dello scrittore svedese Pär Lagerkvist, che per questo romanzo (ora riproposto da Jaca Book nella classica versione di Giacomo Oreglia e Carlo Picchio e con una nota di Alesandro Ceni, pagine 158, euro 14) ottenne nel 1951 il premio Nobel per la letteratura. Documento di un’inquietudine spirituale che attraversa per intero l’opera di Lagerkvist, Barabba fu trascritto in forma drammatica dallo stesso autore e diede spunto a un fortunato film hollywoodiano, con Anthony Quinn nel ruolo del protagonista. Del tutto inedito è invece l’adattamento che debutterà a Rimini come spettacolo inaugurale del quarantesimo Meeting per l’amicizia fra i popoli. La rivisitazione si annuncia originale fin dal titolo, Midnight Barabba, che allude alla cornice della messinscena: un party molto sofisticato, nel corso del quale i vari personaggi, tutti intellettuali influenti nella Stoccolma di metà Novecento, si ritrovano a immedesimarsi nelle figure e nelle situazioni del Barabba di Lagerkvist. «Non è un semplice espediente di teatro nel teatro – spiega il regista Otello Cenci, che è anche autore del copione insieme con Giampiero Pizzol –. Al contrario, il confronto col romanzo porta alla luce l’umanità di ciascuno, altrimenti nascosta dalle consuetudini della mondanità. Le maschere sono quelle che i personaggi indossano nella vita quotidiana. L’incontro con le parole di Lagerkvist diventa l’occasione per mostrare il proprio volto, in tutta la sua fragilità e complessità». Già in precedenza gli spettacoli del Meeting avevano adottato la formula di una fittizia prova generale. «Sì, abbiamo fatto qualcosa di simile per i cori da La Rocca di Eliot e per le parti del Tommaso Moroattribuibili a William Shakespeare – ricorda Cenci –, ma in quei casi c’erano da colmare le lacune presenti nel testo di cui disponevamo. La scelta operata per Barabba è differente. Una versione drammatica esiste già, d’accordo, ma lo stesso Lagerkvist non ne era del tutto soddisfatto: si tratta di una sorta di sacra rappresentazione il cui stile rischia di accentuare la distanza fra la nostra epoca e quella in cui il romanzo fu scritto. Lagerkvist ha operato in un momento storico in cui anche un 'ateo cristiano', quale lui si riteneva, non poteva fare a meno di misurarsi con Cristo. Questa è esattamente la condizione di Barabba nel corso del romanzo: salvato dalla morte di Gesù, continua a essere spiritualmente perseguitato dalla grandezza del suo salvatore. Oggi non è più così, al cristianesimo non si riconosce più cittadinanza nei discorsi della quotidianità. Per questo avevamo bisogno di allestire lo sfondo di un ricevimento in cui tutto è apparenza e in cui, all’improvviso, la realtà fa irruzione sotto forma di domanda radicale».
Anche il poeta Davide Rondoni, che ha contribuito alla stesura del soggetto di Midnight Barabba, insiste sulla necessità di rivalutare l’intuizione fondamentale dello scrittore svedese: «Insieme con pochi altri, tra cui Pier Paolo Pasolini, don Luigi Giussani e Carlo Betocchi, Lagerkvist aveva compreso che in Occidente il cristianesimo non poteva più illudersi di vivere di rendita. Il capitale era stato dilapidato, occorreva ricostruire tornando all’origine essenziale del Vangelo. Di tutto questo il personaggio di Barabba offre una rappresentazione geniale. Non sa da dove gli venga la salvezza perché ignora tutto di se stesso, si muove come uno straniero in una terra nella quale il cristianesimo comincia già germogliare. Per lui l’insegnamento di Gesù è nuovo e misterioso, così come può tornare a esserlo per noi al principio del XXI secolo. Finita la stagione dei trionfalismi, rimane il fascino delle cose vere. Pur nella crisi sua personale e della generazione a cui apparteneva, Lagerkvist disponeva ancora di un linguaggio adeguato a esprimere la profondità di questa ricerca. Un suo verso, in particolare, riassume in modo esemplare l’irrequietezza dei Barabba di ogni epoca: 'Uno sconosciuto è mio amico'».
Uno sconosciuto, non a caso, gioca un ruolo decisivo anche nella partitura di Midnight Barabba: «Ed è proprio la sua presenza a far emergere la personalità autentica degli altri personaggi – osserva Giampiero Pizzol –. Ognuno degli invitati al party allude a una particolare posizione interiore: c’è lo scettico e il curioso, chi si interroga sull’amore e chi preferisce restare in disparte. Lo stesso Barabba, in fondo, sceglie per sé il ruolo dello spettatore ed è per questo che il pubblico può riconoscersi tanto facilmente in lui. Fa pensare a un san Paolo al contrario, recalcitrante di fronte alla conversione, ma ancora capace di consegnare la propria umanità in un abbandono che assume i tratti dell’esperienza mistica».
ATTESI JOKER, POLANSKI, AD ASTRA. NON SCORSESE E ALLEN Pietro Marcello, Franco Maresco e Mario Martone sono i tre registi italiani con i loro film in concorso alla 76/a Mostra del cinema di Venezia. Ad Astra con Brad Pitt, J'accuse di Roman Polanski, Joker di Todd Philips con Joaquin Phoenix, The Laundromat di Steven Soderberg con Gary Oldman, Banderas, Meryl Streep sui Panama papers sono tra i titoli top in concorso. Nel cartellone due assenze: The Irishman di Martin Scorsese ('non è pronto', dice Barbera) e A rainy day in New York di Woody Allen ('lo avrei voluto, ma hanno preferito un'uscita senza i clamori di un festival').
Oltre
82 600 visitatori del Grand Italia Fest svoltosi il weekend del 13-14 luglio nel
parco Ermitage nel cuore di Mosca. Nel ricco programma della manifestazione
concerti di cantanti italiani, esibizioni degli sbandieratori, racconti di
personaggi famosi russi sull’Italia nella zona dei public talk, lezioni della
cultura e del cinema italiano, della lingua italiana, pigiatura dell’uva, mostra
fotografica dedicata a #Leonardo500 e ai borghi, gioco d'avventura, master di
cucina, corner enogastronomici, programmazione di viaggi nella zona del travel
market, animazione per bambini, mostra dei manifesti storici ENIT. Lunghe file
per scattare foto nelle aree selfie e soprattutto tante dichiarazioni d'amore
russo per l’Italia.
ENIT si prepara ad una prossima stagione densa di
appuntamenti, fiere e workshop. L'Agenzia Nazionale del Turismo sta portando
l'Italia nel mondo grazie alla partecipazione alle principali fiere di settore e
all'organizzazione di incontri, eventi e scambi trade. Ci si prepara all'Imex di
settembre in America
lento come murena in cerca di un anfratto sicuro”.
Nell’ambito della rassegna culturale estiva Immaginari – scene d’estate 2019 del Comune di Ruvo di Puglia, In folio incontra la scrittura di Nicola De Matteo, poeta barese molto attivo nella produzione poetica e nella organizzazione di eventi per la diffusione della poesia, Presidente dell’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo, ideatore e organizzatore dell’appuntamento annuale La Notte Bianca della Poesia nella città di Giovinazzo, in cui centinaia di poeti e amanti della poesia si ritrovano nel nome delle muse delle arti poetiche.
Faremo un viaggio nella parola poetica di Nicola De Matteo, attento osservatore e narratore del quotidiano, alla ricerca di colori, odori e sapori, di personaggi e paesaggi, delle diverse tonalità dell’essere e del sentire, attraverso storie e vissuti della gente del mediterraneo.
Nell’alternarsi di liriche lunghe e lente a liriche più brevi e veloci, “Il Morso della Murena” è un invito a riappropriarsi del proprio tempo per scoprire che nulla è dato per sempre, che ogni cosa si rigenera nella capacità del nostro far esperienza del mondo con rinnovato sentire, di riprogettare la speranza con la fiducia di poter agire sulla realtà. La silloge è un invito a ritrovare il contatto con la parte migliore del nostro essere umani, scevri da rigidità e calcoli, da ipocrisie e opportunismi.
Come la murena, la poesia si insinua fra le vie del nostro essere esplorandone strade maestre, varchi, viottoli e angoli reconditi, attraversa i corpi con parola che inquieta e rasserena, che addolora e nutre, che non è mai asettica e asfittica.
A dialogare con l’autore sarà Zaccaria Gallo, poeta dal pensiero raffinato ed elegante.
A dare voce alle liriche saranno le poetesse Maria Addamiano e Elisabetta Stragapede
fonte: comunicato stampa
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale
Continua a crescere il numero di portoghesi che sceglie l’Italia come meta turistica. Nel 2018 gli arrivi di turisti portoghesi nelle strutture ricettive della Penisola hanno visto un incremento del 16%. Le presenze hanno raggiunto per la prima volta la quota di 1 milione, registrando un aumento del 17,6% rispetto al 2017. Gli arrivi e le presenze dal Portogallo costituiscono – per l’Italia - la terza variazione omologa più elevata nel periodo in analisi. Riferiamo, inoltre, che si tratta del maggior aumento di turisti portoghesi in Italia degli ultimi 15 anni, sia in termini di arrivi che di presenze. Il turista portoghese rimane caratterizzato da una permanenza media (2,68 notti) che, seppur in lieve crescita, è inferiore rispetto alla media delle 3,35 notti trascorse dai turisti degli altri paesi.
FONTE: rielaborazione sede ENIT di Lisbona su dati ISTAT
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Tuirsmo Culturale
ENIT sempre
più di respiro internazionale: da oggi è presente anche in Etc (l’European
Travel Commission responsabile della promozione dell'Europa come destinazione
turistica, numero uno in tutto il mondo nei principali mercati dei visitatori)
grazie all’elezione a vice presidente del consigliere del Cda Enit, Magda
Antonioli. Così l’Agenzia Nazionale del Turismo italiana punta a fornire una
corretta distribuzione delle risorse europee destinate al turismo e ad
indirizzare la promozione verso performance della filiera ancora più mirate.
L'incontro generale ETC e il Consiglio d'amministrazione che si sono svolti a
Bucarest, in Romania, e sono stati ospitati dal Ministero del turismo rumeno ha
registrato un alto livello di partecipazione. Fondata nel 1948, la European
Travel Commission è un'associazione unica nel settore dei viaggi, che
rappresenta le Organizzazioni Nazionali del Turismo dei Paesi europei. La sua
missione è rafforzare lo sviluppo sostenibile dell'Europa come destinazione
turistica. Negli ultimi decenni, ETC si è posizionata in prima linea nel
panorama turistico europeo, stabilendo le sue competenze e costruendo
partnership in aree del turismo, basate sulla promozione, la market intelligence
e la condivisione delle migliori pratiche. L’European Travel Commission, che
considera la ricerca uno strumento fondamentale per sviluppare strategie e
servizi di marketing, trova nella figura della professoressa della Bocconi Magda
Antonioli, tra i massimi esperti del settore un punto di riferimento. “Enit con
Etc accelera e corrobora l’affermazione dell’Italia turistica sui mercati
extraeuropei. L’Agenzia Nazionale del Turismo è orgogliosa di creare una rete
sempre più strutturata per la costruzione di un’industria del settore integrata
e rivolta ad obiettivi comuni. E’ fondamentale il consolidamento delle risorse
umane ed economiche ancora disomogenee per garantire investimenti mirati e
un’offerta sempre più qualificata” commenta
Antonioli.
segnalazione web a cura di Ruci Albana - Turismo Culturale
Si è vicini ad un accordo tra Enit-Agenzia Nazionale del
Turismo e il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero per la promozione del
turismo e in particolare di quello delle radici che punta ad attrarre gli
italiani residenti fuori dai confini nazionali che, come confermato dal
Segretario Generale del CGIE Michele Schiavone, hanno raggiunto numeri
importanti. Ai 6 milioni di connazionali iscritti all’AIRE (Anagrafe degli
Italiani Residenti all’estero) vanno sommati almeno 1 milione di non iscritti e
decine di milioni di discendenti di seconda/terza generazione. L’intesa porterà
alla sottoscrizione di un protocollo di collaborazione attraverso cui i Comitati
degli Italiani all’Estero (Com.It.Es) diventano avamposti di Enit, in sinergia
con le sedi internazionali dell’Agenzia del turismo nel mondo, per potenziare la
filiera e la rete turistica. “Il turismo di ritorno è una grande risorsa per
l’Italia in termini culturali ed economici. I viaggiatori - dichiara il
presidente Enit Giorgio Palmucci - in visita in Italia a familiari e amici e che
investono nel Bel Paese sono quasi 10 milioni. Un trend in crescita: dal 1997 ad
oggi è aumentato di visitatori stranieri di oltre il 70 per cento e del 51 per
cento anche il numero di notti trascorse in Italia dai “turisti di ritorno”,
nonché la spesa con un + 127,5 per cento. Dieci le mete più coinvolte dal
fenomeno: Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto, Sicilia, Toscana, Emilia Romagna,
Campania, Liguria, Trentino Alto Adige”. Dall’Assemblea Plenaria di Cgie, che
viene convocata 2 volte l’anno a Roma, sono emersi i punti fondamentali
dell’imminente protocollo d’intesa tra Enit e Cgie: posizionare ancor meglio il
brand Italia sulla scena internazionale anche alla luce del turismo di ritorno,
migliorare i trasporti accelerando la nascita di collegamenti diretti ed
efficientare il Sistema Italia.