Nel primo capitolo della trilogia di Cetto La Qualunque si era partiti da Lamezia Terme e Scilla, in Tutto tutto niente niente si era arrivati fino a Venezia, ma sempre sfruttando le location laziali per dare corpo alle deliranti avventure del personaggio creato da Antonio Albanese. Che ora continuano in Cetto c'è, senzadubbiamente di Giulio Manfredonia. A parte l'incipit tedesco - in realtà ricreato nella provincia di Bolzano - il sogno regale dello sgradevole e fastidioso protagonista della saga ci consente di scoprire alcuni dei Palazzi e delle Ville più eleganti del nostro Paese… Per non parlare del reatino più magico, senza nulla togliere a quello "miracoloso" di Fabio Rovazzi e quello "naturalistico" del Lago di Turano.
A dieci anni dalla sua elezione a sindaco di Marina di Sopra di Cetto La Qualunque si erano perse le tracce. Scopriamo che vive in Germania e, messa da parte ogni ambizione politica, Cetto oggi per i tedeschi è soltanto un irresistibile e pittoresco imprenditore di successo, che considera la Germania una terra di conquiste e la mafia un marchio di qualità. La sua catena di ristoranti e pizzerie infatti spopola; ha una bella compagna tedesca e due suoceri neonazisti che lo guardano con la simpatia riservata ai migranti. Il richiamo della sua terra tuttavia resta forte e la notizia dell’aggravarsi delle condizioni dell’amata zia che lo ha cresciuto, lo induce a tornare sul luogo del delitto e del diletto. In Italia la zia gli rivelerà qualcosa sul suo passato, e sui suoi natali, che cambieranno per sempre il corso della sua vita …e della nostra.
Nel pomeriggio "dissacrante" - come lo ha definito il Corriere di Rieti - del 19 giugno scorso sono iniziate le otto settimane di riprese del film, approfittando dell'austero scenario della splendida Abbazia Benedettina di Castelnuovo di Farfa, scelta per rappresentare la chiesa dove si svolge una delle scene più importanti della vicenda. Ma anche le strade di campagna circostanti e scorci del cortile e di Piazza Shuster appaiono sullo schermo, come esterni della Casa di Ferdinando e del Circolo Cavalieri.
Un utilizzo di luoghi di importanza storica che ricorda in parte quello visto nel Poveri ma ricchissimi di Christian De Sica & Co. (allora impegnati al Borgo di Ostia Antica) e nella serie tv dei Borgia (nel viterbese), o - soprattutto per gli esterni più bucolici - nel Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott (a Bracciano, e non solo).
E che rende ancor più evidente la distanza - non solo geografica - dai panorami delle prime scene. Girate tra ilRestaurant Onkelta di Parcines e il wine bar WeinSchmiede di Caldaro o nel Maso B di Ceves, dove Cetto vive con la biondissima moglie (Caterina Shulha). È da lì che seguiamo i due - e soprattutto lui - nel viaggio verso casa …e oltre. Un viaggio ricostruito, ovviamente, che ha potuto contare sul Castello di Tor Crescenza di Roma per il Palazzo di Cetto e la biblioteca, sul Casale Segni di via Fontana Candida per la casa di zia Nunziata, su Villa Mondragone per l'arcivescovado e l'ospedale e sul Campus X e l'Università di Tor Vergata per uffici ed esterni del paesino immaginario di Marina di Sopra.
Meno identificabili per i più potrebbero essere invece le location del Monastero, divise tra il Lago di Bolsena(per gli esterni) e il Monastero di Sant'Antonio di Oriolo Romano, e del Palazzo Chigi di Ariccia, per il Reale e quello del Principe Buffo. O ancora, spaziando, del Condominio Forte Stella dell'Isola d'Elba (nel film la rupe di fortificazione), del Simulatore Alitalia di Fiumicino, di via Cave della Magliana o del ristorante cinese di via Marco Polo 53, ancora a Roma.
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