Dal confine col Brennero fino all'Isola d'Elba con Antonio Albanese, passando per Ariccia e Farfa



Nel primo capitolo della trilogia di Cetto La Qualunque si era partiti da Lamezia Terme e Scilla, in Tutto tutto niente niente si era arrivati fino a Venezia, ma sempre sfruttando le location laziali per dare corpo alle deliranti avventure del personaggio creato da Antonio Albanese. Che ora continuano in Cetto c'è, senzadubbiamente di Giulio Manfredonia. A parte l'incipit tedesco - in realtà ricreato nella provincia di Bolzano - il sogno regale dello sgradevole e fastidioso protagonista della saga ci consente di scoprire alcuni dei Palazzi e delle Ville più eleganti del nostro Paese… Per non parlare del reatino più magico, senza nulla togliere a quello "miracoloso" di Fabio Rovazzi e quello "naturalistico" del Lago di Turano.


A dieci anni dalla sua elezione a sindaco di Marina di Sopra di Cetto La Qualunque si erano perse le tracce. Scopriamo che vive in Germania e, messa da parte ogni ambizione politica, Cetto oggi per i tedeschi è soltanto un irresistibile e pittoresco imprenditore di successo, che considera la Germania una terra di conquiste e la mafia un marchio di qualità. La sua catena di ristoranti e pizzerie infatti spopola; ha una bella compagna tedesca e due suoceri neonazisti che lo guardano con la simpatia riservata ai migranti. Il richiamo della sua terra tuttavia resta forte e la notizia dell’aggravarsi delle condizioni dell’amata zia che lo ha cresciuto, lo induce a tornare sul luogo del delitto e del diletto. In Italia la zia gli rivelerà qualcosa sul suo passato, e sui suoi natali, che cambieranno per sempre il corso della sua vita …e della nostra.

Nel pomeriggio "dissacrante" - come lo ha definito il Corriere di Rieti - del 19 giugno scorso sono iniziate le otto settimane di riprese del film, approfittando dell'austero scenario della splendida Abbazia Benedettina di Castelnuovo di Farfa, scelta per rappresentare la chiesa dove si svolge una delle scene più importanti della vicenda. Ma anche le strade di campagna circostanti e scorci del cortile e di Piazza Shuster appaiono sullo schermo, come esterni della Casa di Ferdinando e del Circolo Cavalieri.


Un utilizzo di luoghi di importanza storica che ricorda in parte quello visto nel Poveri ma ricchissimi di Christian De Sica & Co. (allora impegnati al Borgo di Ostia Antica) e nella serie tv dei Borgia (nel viterbese), o - soprattutto per gli esterni più bucolici - nel Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott (a Bracciano, e non solo).

E che rende ancor più evidente la distanza - non solo geografica - dai panorami delle prime scene. Girate tra ilRestaurant Onkelta di Parcines e il wine bar WeinSchmiede di Caldaro o nel Maso B di Ceves, dove Cetto vive con la biondissima moglie (Caterina Shulha). È da lì che seguiamo i due - e soprattutto lui - nel viaggio verso casa …e oltre. Un viaggio ricostruito, ovviamente, che ha potuto contare sul Castello di Tor Crescenza di Roma per il Palazzo di Cetto e la biblioteca, sul Casale Segni di via Fontana Candida per la casa di zia Nunziata, su Villa Mondragone per l'arcivescovado e l'ospedale e sul Campus X e l'Università di Tor Vergata per uffici ed esterni del paesino immaginario di Marina di Sopra.


Meno identificabili per i più potrebbero essere invece le location del Monastero, divise tra il Lago di Bolsena(per gli esterni) e il Monastero di Sant'Antonio di Oriolo Romano, e del Palazzo Chigi di Ariccia, per il Reale e quello del Principe Buffo. O ancora, spaziando, del Condominio Forte Stella dell'Isola d'Elba (nel film la rupe di fortificazione), del Simulatore Alitalia di Fiumicino, di via Cave della Magliana o del ristorante cinese di via Marco Polo 53, ancora a Roma.
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Il Museo dell'Emigrazione italiana racconta una parte importante della nostra storia e cultura

New York

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I fenomeni migratori sono sempre esistiti. Anzi, sono alla base dell'evoluzione umana. Oggi il tema è ampiamente dibattuto, e occupa molto spazio nell'agenda politica di ogni nazione. In Italia, l'argomento è caldo, caldissimo, e spesso chi si accende particolarmente quando afferma che il fenomeno migratorio verso l'Europa va arrestato, dimentica di discendere da un popolo che è emigrato massicciamente, a più riprese. La storia dell'emigrazione italiana è complessa, e non si dovrebbe dimenticarla tanto facilmente: è per mantenere viva la memoria che in Umbria, a Gualdo Tadino, è nato il Museo Regionale dell'Emigrazione Pietro Conti, luogo espositivo ma anche centro di ricerca. 

Il museo nasce per valorizzare il patrimonio storico, culturale e umano dei grandi esodi migratori nostrani. Dalla fine dell'800 si stima che siano partite ben 27 milioni di persone solo dall'Italia. Siamo stati noi gli 'extracomunitari', gli 'invasori' di Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, e anche di Francia, Svizzera, Germania. E l'integrazione non è sempre stata rose e fiori, anzi. Grazie a coinvolgenti proiezioni video (il museo si avvale dell'esclusivo materiale documentario di Rai Teche e della Radio Televisione della Svizzera Italiana) si può percorrere a ritroso la vicenda di molti nostri antenati.

L'arrivo, il viaggio, la partenza sono raccontati in tre fasi attraverso immagini, documenti e racconti di persone che provenivano da tutte le regioni italiane. Il percorso espositivo è un racconto corale, che parla di addii, nostalgie, difficoltà a mantenere le proprie radici e difficoltà ad inserirsi in un nuovo contesto, tutt'altro che ospitale. Un luogo di memoria, intitolato a Pietro Conti, primo Presidente della Regione dell'Umbria. La popolazione umbra, sebbene nelle prime ondate migratorie partecipasse con numeri trascurabili, arrivò ad essere la settima regione in Italia per partenze tra il 1911 e il 1913. E Gualdo Tadino, insieme ai comuni della fascia dorsale appenninica, è stata protagonista di questa importante vicenda storica e umana.

Secondo la Fondazione Paolo Cresci, che ha messo online una sorta di 'museo virtuale' dell'emigrazione italiana, gli emigrati italiani - considerando una media delle varie ondate - erano prevelentamente originari di Veneto, della Campania, della Sicilia, della Lombardia, del Piemonte e della Calabria. L'eredità degli Italiani emigrati si traduce oggi in numeri piuttosto precisi se si calcolano gli 'oriundi' attualmente presenti nei cinque continenti, ovvero i discendenti degli italiani, che in alcuni paesi costituiscono percentuali altissime della popolazione.

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Torino Parchi: Parco della Collina di Superga

Parco della Collina di Superga

E’ una zona speciale quella di Superga, in tutti i sensi, e non è un caso che abbia tanto affascinato anche Jean Jacque Rousseau quando la vide per la prima volta. Si tratta di uno dei colli più famosi di Torino, dove sorge la Basilica, capolavoro dell'architettura barocca di Filippo Juvarra, considerata uno dei luoghi più suggestivi della città. Vi arriva la storica tranvia a cremagliera Sassi-Superga, con un percorso di oltre 3 chilometri il cui punto di arrivo offre un meraviglioso panorama. La storica tranvia è unica nel suo genere, continuazione di una tradizione risalente al 1884 quando, il 26 aprile, ci fu la prima corsa effettuata dalla funicolare con il trenino mosso da un motore trainante una fune di acciaio che scorreva parallelamente al binario: la linea venne poi trasformata nel 1934 in una tranvia ed oggi completa la visita alla Collina di Superga con un viaggio d’altri tempi su carrozze originarie.

La collina è anche purtroppo tristemente nota anche per la tragedia che colpì l’aereo in cui viaggiavano i calciatori della squadra del Grande Torino il 4 maggio del 1949 per i quali è stata posta la lapide commemorativa. Ma è anche e sopratutto un parco istituto nel 1991 per tutelare a valorizzare un territorio di notevole interesse. Si presenta con diverse peculiarità ambientali, architettoniche e paesaggistiche ancora ben conservate nonostante si trovi cosi a poca distanza da Torino. Le bellezze naturali, la ricchezza floristica e i tesori architettonici che oltre alla basilica comprendono anche ville e cascine si possono ammirare grazie ad una fitta rete di sentieri che consente piacevoli escursioni. Con una superficie di circa 746 ettari, il Parco Collina di Superga è caratterizzato dalla presenza di fitti boschi di faggio, pino silvestre, castagno, querce, sorbo e maggiociondolo a cui si affianca una massiccia presenza di robinia. A tutto questo si inframezzano prati e qualche vigneto.Il patrimonio floristico è dunque particolarmente ricco, poiché formato da specie caratteristiche della pianura e dei rilievi collinari e specie più tipicamente montane e amanti del fresco.

Per quanto riguarda la fauna si segnalano oltre 40 specie di uccelli nidificanti, in gran parte legate agli ambienti forestali, tra cui il nibbio bruno e il falco pecchiaiolo, ma anche poiana, sparviere e gheppio tra le specie diurne e allocco e civetta tra quelle notturne. Altre specie interessanti di uccelli sono il picchio sia verde che rosso, l’upupa, lo zigolo nero. Tra i mammiferi sono 15 le specie censite, tra cui il toporagno comune, lo scoiattolo, il moscardino ed il tasso. Non mancano i cinghiali, il pipistrello di Savi e il raro mustiolo etrusco, uno dei più piccoli mammiferi viventi. Fra gli altri sono presenti volpe, tasso, faina, donnola, riccio, ghiro. 

Torino è una di quelle città che può ventare numerosissime aree verdi. Il Parco del Valentino è sicuramente uno dei luoghi più iconici della città, andiamo a scoprirne alcune chicche.

Chi ha un debole per la storia dell’esercito sa che Piazza d’Armi era utilizzata come aera per l’addestramento e le esercitazioni: ecco cosa sapere sul Parco Cavalieri di Vittorio Veneto.

Uno dei parchi più importanti di Torino è stato Parco Giacomo Leopardi, anche se oggi non è la zona verde più conosciuta della città. Scopriamo cosa nasconde
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Arriva l'olio nuovo, +80% di produzione dopo crollo 2018

(ANSA) - ROMA, 23 NOV - Al via la vendita dell'olio nuovo in tutte le regioni con la produzione di extravergine stimata nel 2019 in aumento dell'80% dopo il crollo storico registrato lo scorso anno. Emerge da un'analisi di Coldiretti su stime Unaprol/Ismea diffusa nella giornata dedicata all'olio nuovo nei mercati di www.campagnamica.it, da Roma a Milano, da Padova a Brindisi in occasione del giro di boa della raccolta delle olive che è stata completata per oltre il 50%. 

"A livello nazionale si punta - sottolinea la Coldiretti - ad una produzione di oltre 315 milioni di chili, che resta comunque notevolmente inferiore alla media dell'ultimo decennio. I primi dati globali provvisori per i principali concorrenti dell'Italia su scala mondiale relativi alla stagione di raccolta dell'olio di oliva 2019/20 evidenziano che la Spagna dovrebbe produrre 1.35 milioni di tonnellate di olio d'oliva, un po' meno rispetto al 1.77 milioni di tonnellate dell'anno precedente mentre la Grecia raggiungerebbe le 300mila, in crescita rispetto alle 185.000 tonnellate dell'anno precedente". "Nel confronto con il 2018 - viene spiegato - la produzione torna a crescere al Centro Sud dove si concentra gran parte del raccolto nazionale mentre è prevista in discesa al Nord". 

Stando alle stime di Coldiretti, a pesare sul mercato è il basso prezzo di olive e olio riconosciuto agli agricoltori già ad inizio campagna con valori che sono al di sotto dei costi di produzione, in calo fino al 40% rispetto allo scorso anno in Puglia dove si produce oltre la metà dell'olio di oliva Made in Italy. "Nei soli primi otto mesi dell'anno si registra - denuncia la Coldiretti - un balzo del 48% nell'arrivo dall'estero di olio iberico per un quantitativo di ben 280 milioni di chili, spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali e mondiali".

Natale: ad Aosta inaugurato Marché vert Noel

(ANSA) - AOSTA, 23 NOV - Fino a lunedì 6 gennaio nel centro di Aosta si può respirare l'atmosfera del Natale in un tipico villaggio alpino allestito nell'area del Teatro Romano. E' il Marché vert Noel, il tradizionale mercatino natalizio che l'anno scorso ha fatto registrare 78 mila ingressi. Decine di chalet in legno propongono idee regalo, prodotti dell'artigianato di tradizione e dell'enogastronomia valdostana. Nelle piazzette e nelle stradine del piccolo villaggio prenderanno vita momenti di animazione: dagli atelier 'en plein air', che proporranno artigiani scultori e intagliatori all'opera, ai momenti di degustazione delle forme di Fontina del concorso Modon d'or. Il Marché vert Noel apre alle 10.30 (a Natale e Capodanno alle 15); da lunedì al venerdì e le domeniche chiude alle 20 e tutti i sabati, venerdì 6 e domenica 8 dicembre alle 22. In piazza Chanoux è stato inaugurato l'albero di Natale artistico, sul quale possibile salire tramite una scala a chiocciola alta nove metri e ammirare il 'salotto buono' della città.

Ferrara e dintorni durante il Ponte dell'Immacolata

Chi si trova a scegliere Ferrara per il Ponte dell’Immacolata viene avvolto da atmosfere fiabesche, arte e mercatini di Natale pronti ad esaudire qualsiasi desiderio, anche quelli gastronomici con i prodotti tipicicome il pampepato e i cappellacci di zucca. Con le iniziative promosse da Visit Ferrara, dal 6 all’8 dicembrela città estense diventa ancora più magica grazie ad eventi speciali dedicati alle famiglie inclusi nel pacchetto per il “Ponte dell’Immacolata a Ferrara e nel suo territorio” che prevede un programma di 4 giorni nella provincia ferrarese a partire da 235 euro a persona, incluse 3 notti in hotel.

ABBAZIA DI POMPOSA
Il primo giorno si comincia con la visita all’Abbazia di Pomposa, con sosta in azienda agrituristica e degustazione di vini e prodotti tipici. 


COMACCHIO 
Il secondo giorno il tour continua a Comacchio e nelle sue Valli, prima di partire alla volta di Ferrara e cenare in un’osteria del centro a base di specialità locali. 


FERRARA PALAZZO DEI DIAMANTI 
Il terzo giorno è in programma la visita guidata alla città e alla mostra di Palazzo dei Diamanti, che fino al 13 aprile 2020 ospita “De Nittis e la rivoluzione dello sguardo”, un’esposizione sull’artista figura di spicco dell’arte parigina di fine Ottocento. 


FERRARA CASTELLO ESTENSE
L’ultimo giorno è dedicato ai Mercatini di Natale e al tempo libero. Il Castello Estense si trasforma nel Castello dei Balocchi, invitando grandi e bambini ad attraversare il ponte levatoio per entrare in un percorso fantastico tra giochi, animazioni, laboratori, a partecipare alla Cena dei Balocchi, ad intraprendere le escursioni in barca nel fossato. Il 7 dicembre poi, in Piazza Castello si accende la magia delle Fontane danzanti a ritmo di un’orchestra di oltre 20 elementi e del coro di voci femminili dell’Associazione Musicisti di Ferrara.


FERRARA CHIESA DEL GESU’
In Via Borgo dei Leoni si trova una chiesa fatta edificare per i Padri Gesuiti nel 1570, danneggiata e più volte modificata. Al suo interno conserva un’opera d’arte particolare. 


Per le famiglie che vogliono saperne di più della storia e delle meraviglie della città, il sabato dalle 15.00 alle 17.00 ci sono le visite guidate Raccontare Ferrara al costo di 8 euro. Un viaggio che parte dal Castello Estense, continua nella Piazza della Cattedrale e poi attraverso le vie medievali di San Romano e delle Volte per raggiungere quello che era il ghetto ebraico con le sue sinagoghe. C’è anche la possibilità di scegliere la proposta di Visit Ferrara di 2 giorni, “Ferrara a Natale”, valida fino al 6 gennaio escluso Capodanno. In questo pacchetto sono inclusi una notte a Ferrara, la visita guidata della città il sabato, la cena in ristorante tipico, l’ingresso alla mostra di Palazzo dei Diamanti con sconto sul catalogo e un light lunch nella caffetteria del Castello Estense a partire da 135 euro a persona.
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Toscana, l'antica tradizione delle piante medicinali

Antico cofanetto medicinale da viaggio

Vicino al confine con l’Umbria, Sansepolcro è un pittoresco borgo adagiato nella parte orientale della Valtiberina toscana. I più lo conoscono per essere il luogo di nascita e morte del pittore e matematico Piero della Francesca, ma la maggior parte dei visitatori rimane poi piacevolmente sorpresa nello scoprire una cittadina ricca di storia, cultura e tradizioni. Particolarmente affascinante in tal senso è l’Aboca Museum, un originale museo che recupera e tramanda la storia del millenario rapporto dell’uomo con le piante, diffondendo da secoli l’antica tradizione delle piante medicinali attraverso le fonti del passato. Il Museo è ospitato nel rinascimentale Palazzo Bourbon del Monte, in prossimità della Chiesa di San Rocco. 

Ecco dunque svelarsi uno scrigno di tesori formato da preziosi erbari, libri di botanica farmaceutica, antichi mortai, ceramiche e vetrerie. Il visitatore viene condotto in un affascinante viaggio nel passato attraverso la suggestiva e fedele ricostruzione degli antichi laboratori che portano alla scoperta di curiosità, aneddoti e profumi naturali, il tutto intrecciando la storia delle erbe nei secoli. Si passa dall’antica spezieria cinquecentesca alla cella dei veleni fino alla farmacia dell’Ottocento con i medicamenti dell’epoca. Nelle sale espositive si ammirano gli utensili impiegati nelle spezierie per la conservazione e la lavorazione delle erbe medicinali come gli antichi mortai, le bilance, le ceramiche e vetri da farmacia dal XIV al XIX secolo. La principale sala del museo è dedicata al mortaio, il più antico ed insostituibile strumento dello speziale, qui esposto in pregiatissimi esemplari antichi.

Fanno parte della collezione museale anche i più autorevoli erbari antichi appartenenti alla Bibliohteca Antiqua: si tratta di un’importante patrimonio botanico-farmaceutico, che testimonia l’antica scienza delle erbe dal Cinquecento sino ai primi del Novecento. Inoltre l’Aboca Museum svolge un’importante funzione di ricerca storico bibliografica legata al mondo delle erbe medicinali essendo un Centro Studi: vengono infatti organizzati diversi workshop, convegni dal carattere multidisciplinare e mostre temporanee itineranti che ricostruiscono aspetti inediti della cultura delle erbe in epoche e luoghi geografici diversi. Oltre, naturalmente, alle visite guidate dedicate alle scuole.
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L’ENIT PER LA SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO

L’ENIT PER LA SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO
Sono oltre 50 le iniziative organizzate dalle 28 sedi dell’Agenzia Italiana del Turismo - Enit per la Settimana della cucina italiana nel mondo, il progetto che, ideato e coordinato dalla Farnesina, coinvolge Mise, Mipaf, Miur, Mibact, enti, associazioni e istituzioni che promuovono l’Italia a livello globale, e che terminerà il 24 novembre.
Anche l’Enit ha dunque abbracciato la mission e prosegue l’educational tour virtuale per “diffondere le bontà e la cultura del cibo ed esportare il made in Italy a tavola, nutrendo l’immagine della Penisola nei mercati internazionali”.
La vacanza enogastronomica, sottolinea l’agenzia, “registra il più alto tasso di crescita rispetto alle altre tipologie di vacanza nel Bel Paese”. Il ciclo di eventi tematici ideati da Enit, dunque, “crea una rete di salvaguardia dei prodotti dop e doc italiani e consente di valorizzazione le eccellenze del territorio in una sinergia che coinvolge l’industria culturale italiana. Chef stellati e orchestre sinfoniche, mostre fotografiche, masterclass sui prodotti tipici regionali, degustazioni di vini italiani, blind tasting per esperienze sensoriali nell’enogastronomia italiana nonché campagne come "Taste of Leonardo - in collaborazione con il Sistema Italia, tutto contribuisce a “impastare” l’immagine dell’Italia enogastronomica”. 
Attivissima sul fronte-pubblicità, l’Enit ha ideato “un Adv branding declinato per turismi active e slow, con contenuti specifici sul food” e predisposto “un nuovo progetto di digital marketing secondo un approccio glocal con attività social-digital coordinate dalla sede centrale e implementate localmente dalle sedi estere”. 
La campagna sulla Settimana della Cucina Italiana nel Mondo è dunque declinata localmente sia dal punto di vista linguistico-culturale che di selezione dei mezzi e degli strumenti più idonei e maggiormente performanti.
“Solo in team si riesce a tinteggiare il mondo di italianità”, sottolinea il presidente Enit Giorgio Palmucci. “Eventi come questi giovano all’immagine della Penisola e al turismo. L’identità radicata dei nostri prodotti gastronomici è simbolo di cultura e valorizza anche la dimensione economico-sociale. L’Italia è un modello da tutti i punti di vista ma la cucina è l’esempio più significativo dello stile di vita italiano e mette tutti d’accordo”. 
Un mercato fiorente che muove ben 117 euro al giorno pro capite. 
“I turisti stranieri – commenta il direttore esecutivo dell’Agenzia Nazionale del Turismo Giovanni Bastianelli - hanno speso nel Belpaese circa il 36% in più nel 2018, il più alto tasso di crescita rispetto alle altre tipologie di vacanza e i percorsi enogastronomici, in generale, vengono associati a tutti i pacchetti venduti sia dagli operatori europei che da quelli oltreoceano. Le vendite da parte degli operatori esteri dell’organizzazione intermediata dei viaggi, sia tradizionale che online, infatti indicano un trend di ulteriore crescita del prodotto enogastronomico in Italia. Gli aumenti rilevati dai tour operatori variano dal +5% al +10% sul medesimo periodo del 2018” conclude Bastianelli. (aise)

Federturismo, l’Archivio della vacanza italiana



Posizionare la vacanza italiana come asset culturale intangibile del Paese valorizzandone l’iconografia, l’estetica, il design e l’immaginario: questo l’obiettivo dell’Archivio della Vacanza Italiana, progetto promosso da Federturismo Confindustria e Artix con la curatela di Marco Panella.Un progetto che idealmente affonda le radici nella grande narrazione fatta dell’Italia dai viaggiatori del Grand Tour e che stabilisce il suo perimetro iconografico dai primi del novecento sino ai giorni nostri, lanciando uno sguardo verso le trasformazioni e le innovazioni della transizione digitale che modifica motivazioni, suggestioni, fruizione e formazione della memoria del viaggio e della vacanza.

La grande Italia della vacanza è un modello attrattivo, che nel solo 2018 e nelle tante e diverse motivazioni di viaggio ha registrato 62 milioni di arrivi, è un modello economico che incide sul pil per circa il 13% ed è un modello culturale di bellezza, fatto di storia, arte, paesaggio e cibo.Dal turismo d’élite sino alla villeggiatura di massa degli anni sessanta per arrivare ai week end e ai soggiorni brevi, la vacanza italiana ha alimentato un immaginario profondo di cui sono testimoni le memorie fotografiche familiari e d’impresa, oltre a tutta la creatività d’autore che intorno al tema della vacanza ha sviluppato grandi interpretazioni e filoni narrativi, dal cinema alla musica, dal design degli oggetti alle architetture funzionali.

L’Archivio della Vacanza Italiana recupera il grande e inesplorato giacimento culturale delle fotografie familiari, valorizza l’iconografia sociale d’impresa che ha visto nelle colonie e nel dopolavoro gli antesignani della moderna concezione di welfare aziendale, ricostruisce l’immaginario popolare alimentato da rotocalchi, cinema e musica, e realizza una grande rappresentazione iconografica del sistema dell’ospitalità e dei territori della destinazione Italia.

L’Archivio della Vacanza Italiana è un progetto di sistema che Federturismo Confindustria e Artix promuovono chiamando a raccolta i player istituzionali, industriali e culturali del Paese, affinché siano partecipi e protagonisti della più grande operazione di storytelling del costume italiano mai fatta prima.

Lo strumento di dialogo dell’Archivio della Vacanza Italiana con gli italiani e con le imprese è la Call for Memory, azione social che invita a condividere nell’Archivio le proprie immagini di vacanza, immagini che saranno rese liberamente fruibili per la consultazione on line e che andranno ad alimentare la produzione di approfondimenti culturali con mostre itineranti, documentari e pubblicazioni tematiche.

“E’ un vero piacere - dichiara la Vice Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli - poter, grazie a queste belle immagini, ripercorrere insieme quasi cent’anni di vacanze e di viaggi degli italiani fatti di mete, mezzi di trasporto ed emozioni. È un immenso patrimonio che va valorizzato e messo a frutto, uno spaccato di vita per riflettere sulla nostra storia e sulla strada fatta insieme, per andare oltre come imprese e come Paese”.

“Lavoriamo sulla memoria per dare il nostro contributo al futuro – dichiara Marco Panella, Presidente di Artix e curatore dell’Archivio della Vacanza Italiana - realizzando una piattaforma culturale a disposizione di uno degli ambiti economici più caratterizzanti e produttivi del nostro Paese, il turismo. La vacanza in Italia è un archetipo che attraversa il tempo e le generazioni, fatto di luoghi e personaggi in cui s’intrecciano suggestioni da raccontare, affetti personali e immagini da condividere, una memoria privata degli italiani che, per la prima volta, diventa narrazione comune e condivisa. A gennaio, sui social e tramite i nostri media partner, rivolgeremo agli italiani la prima Call for Memory – continua Marco Panella - che rimarrà aperta fino ad aprile e sulla quale si andrà a costituire il primo nucleo dell’Archivio della Vacanza Italiana, che contiamo di rendere on line a giugno del 2020.”

“L’Archivio sarà un viaggio - lampo, istantaneo, che immortala l’Italia turistica e la sua evoluzione anche nei suoi tratti essenziali e poco noti, fondamentali per la ricostruzione della storia personale e collettiva di ciascuno e per la salvaguardia dei territori. Uno strumento culturale attraverso cui si può scorgere anche l’evoluzione del carico emozionale che il viaggio porta con sé. L’Agenzia Nazionale del Turismo Italiana custodisce, dal canto suo, un proprio patrimonio e infatti ha attivato un progetto multimediale di digitalizzazione dei propri beni che stanno riaffiorando in una ricostruzione che culminerà nei festeggiamenti del Centenario Enit nel 2019”, dichiara il Presidente Enit Giorgio Palmucci.

“Nell’immaginario collettivo – è il commento del Direttore Generale della Fondazione FS Italiane Luigi Cantamessa – l’iconografia del viaggio in treno ha sempre stimolato e affascinato viaggiatori provenienti da ogni dove. Dagli archivi fotografici della Fondazione FS Italiane sono emerse magnifiche testimonianze dei grandi viaggi di massa nel dopoguerra a bordo dei treni diretti al Sud negli anni 50 e 60. Storie di famiglie, comitive, colonie di bambini che, grazie alle Ferrovie dello Stato hanno avuto modo di percorrere l’Italia, dalle grandi città d’arte alla bella e intatta provincia. La valorizzazione di queste preziose immagini non potrà che contribuire ad arricchire la costruzione di un nuovo modello di turismo sostenibile”.

“Con il Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo di Confindustria abbiamo deciso di aderire all'iniziativa consapevoli che, attraverso il linguaggio universale delle immagini, si potranno ripercorrere pezzi inediti di storia e di tradizioni del nostro Paese - dichiara Renzo Iorio, Presidente del Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo di Confindustria. Il nostro contributo mirerà ad una duplice direzione: da un lato contribuiremo alla campagna di promozione all'interno del Sistema associativo affinché per le imprese sia l'occasione per far vivere, in forme nuove, il proprio patrimonio documentale, dall'altro supporteremo il progetto come efficace operazione di storytelling nazionale”.
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"Con tutti i sensi": la campagna ENIT promuove la Costiera Amalfitana



Per tre mesi, dal 1 ottobre al 23 dicembre, l'Italia si promuove sul portale della guida turistica più venduta in Germania e punta sulla presentazione di otto prodotti turistici tra cui la vacanza attiva e termale, l'offerta culinaria, il turismo slow e verde.

La campagna "Mit allen Sinnen" (Con tutti i sensi) si svolge contestualmente in Germania, Austria e Svizzera. Prevede uno Smart Magazine con storytelling e integrazione di due video, teaser e banner su tutta la "rete viaggi" di MairDumont(Baedeker, Lonely planet, Dumont, weg.de, Eurowings, lastminute.de), invio di newsletter ad hoc e posting sui canali social di Marco Polo.

Obiettivo della promozione è ispirare a un viaggio in Italia 15 milioni di Unique Users, un target di viaggiatori smart & active con capacità di spesa medio-alta, un elevato livello di istruzione, preferenza di viaggi in Europa, interessati a prodotti editoriali turistici con suggerimenti, novità e presentazioni di aspetti inediti delle destinazioni.
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