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Dal gelato ai carri funebri, ecco i musei più incredibili

AMSTERDAM - Dai gatti al gelato, dai carri funebri al ramen istantaneo: musei improbabili per viaggi sempre sorprendenti tra Giappone e Olanda, ma anche in Spagna, Croazia, Stati Uniti e nella italianissima Bologna. Per tutti coloro che vogliono evitare la trappola di musei noiosi, Wimdu presenta alcuni tra i musei più bizzarri di tutto il mondo.
Museo delle Relazioni Finite - Zagabria (Croazia)
Si tratta di una vera e propria consolazione per i cuori infranti di tutto il mondo. Ed è così ben strutturato che nel 2011 ha vinto il premio Kenneth Hudson come museo più innovativo. L'aspetto più originale di questa istituzione? Il fatto che chiunque può contribuire inviando oggetti particolarmente rappresentativi di un rapporto ormai finito così da poterli esporre al pubblico con una breve descrizione della loro storia. Dopo tutto, che cosa c’è di meglio di un museo per dimostrare che una persona appartiene al passato? https://brokenships.com/en

Katten Kabinet - Amsterdam (Paesi Bassi)
Amsterdam è una città meravigliosa, ma diciamo la verità, pensando alle sue attrazioni più famose, una di certo sarebbe il Museo Van Gogh, ma tra le altre non penseremmo mai a qualcosa legato ai gatti. Tuttavia questo animale, che oggi è diventato un vero e proprio fenomeno culturale sul web e non solo, si è guadagnato un intero museo nella capitale olandese. Fondato da William Meijer nel 1990 in memoria del suo defunto gatto Tom, questo tempio dedicato ai gatti espone dipinti e sculture in onore del felino più famoso del mondo. Inoltre, il museo ospita 4 gatti in carne ed ossa, che, a seconda del loro stato d'animo, fanno le fusa o non vi degnano di uno sguardo, come è nel loro stile. http://www.kattenkabinet.nl/index.php?lang=en

Museo del Ramen istantaneo - Osaka (Giappone)
È inutile nasconderlo, siamo abituati a sentire le stranezze più incredibili provenienti dal Sol Levante e di certo non sarà un museo dedicato a un piatto tipico giapponese a sorprenderci, ma due cose sono degne di nota in questo caso. In primo luogo non è solo un museo dedicato al ramen, ma al ramen istantaneo. In breve, è la versione orientale di un ipotetico museo dedicato alla pizza surgelata. In secondo luogo, siamo di fronte ad un museo che, in termini di dimensioni e qualità architettonica farebbe invidia a musei molto più famosi. E poi c'è un terzo motivo per cui vale la pena visitarlo: come souvenir è possibile creare la propria scatola di ramen istantaneo da portare a casa completamente personalizzata; sempre più utile di un magnete per il frigo con la Monnalisa. http://www.instantramen-museum.jp/en/about/index.html

Museo dei carri funebri - Barcellona (Spagna)
Parliamoci chiaro, un museo dedicato ai carri funebri è probabilmente uno dei luoghi meno attraenti che si possa immaginare. Tuttavia, il Museo dei Carri Funebri di Barcellona, nonostante il tema decisamente impopolare, riesce a sorprendere i visitatori per la qualità dei pezzi esposti. E inoltre diciamolo: un carro funebre barocco ispirato allo stile del XVIII secolo è il sogno di tutti i megalomani che sognano un funerale in cui il morto scatena l’invidia di tutti i partecipanti.http://www.cbsa.cat/colleccio/

Museo del Gelato – Bologna (Italia)
Pensavate che la fabbrica di cioccolato fosse solo un luogo immaginario creato dalla penna di Roald Dahl? Beh, il museo del gelato a Bologna in Italia lo ricorda molto. Si Inizia con la storia del gelato nell'antico Egitto e durante l'Impero Romano (per scoprire quale era il gusto preferito di Tutankhamon) per poi passare ai segreti per la preparazione di un gelato perfetto e infine si arriva al momento dell’assaggio ... e qui l'unica raccomandazione è quella di fare attenzione all’emicrania da gelato. http://gelatomuseum.com/en/

Museum of Bad Art – Sommerville (Stati Uniti)
Questo è il museo ideale per tutti quelli convinti che sarebbero riusciti a dipingere persino la Guernica. O, per dirlo meglio, è il museo dove sono stati raccolti tutti i tentativi – clamorosamente falliti - degli aspiranti Picasso di tutto il mondo. Boston è una delle città più belle degli Stati Uniti e ospita il Museo delle Belle Arti, che grazie alle opere di Gauguin e Van Gogh è tra i più visitati al mondo. Tuttavia, se gli Impressionisti ormai si conoscono a memoria, si può fare un salto a Sommerville, a pochi chilometri dalla città, dove sorge il Museo of Bad Art, che ospita alcuni dei quadri più orribili che la mente umana abbia mai concepito. Basta seguire il motto del museo "Arte troppo brutta per essere ignorata" e godersi l’orrore!http://www.museumofbadart.org/about/somerville.php 

ansa

Mostre, cinema, teatro, musica: ecco tutte le idee per questo week end


ROMA - La cultura è sempre una buona idea per trascorrere il tempo libero, da soli oppure con la famiglia. 
 
Tante le mostre che aprono in questo week end, dalla Mesopotamia all'Ottocento di Hayez, assieme a una "scorpacciata" di nuove uscite al cinema (dal fantascientifico Arrival a Ora legale di Ficarra e Picone) e a tanti prestigiosi appuntamenti al teatro, dove vanno in scena tra gli altri Paiato, Haber, Salemme. Diversi anche gli eventi musicali in tutta Italia da Renato Zero a Stefano Bollani.

Sempre in corso fino alla fine del mese la campagna social del Mibact L’arte ti somiglia che invita i visitatori a una nuova caccia al tesoro digitale nei musei italiani, per immortalare nelle opere d’arte, con il proprio smartphone o macchina fotografica, volti e sguardi con cui identificarsi. Tutti possono condividere le proprie foto con gli hashtag #lartetisomiglia e #gennaioalmuseo.
ansa

Pellegrinaggi: Orp, dal 29 gennaio il XIX Convegno teologico-pastorale su fede e bellezza


“Il Pellegrinaggio: Fede e Bellezza” è il tema del XIX convegno nazionale teologico – pastorale che l’Opera romana pellegrinaggi (Orp) promuove dal 29 al 31 gennaio a Roma (The Church Village Hotel – Via di Torre rossa 94). L’incontro, spiega monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato Orp e direttore dell’Ufficio edilizia di culto – beni culturali – arte sacra del Vicariato di Roma, “è rivolto a tutti coloro che desiderano approfondire i valori propri di chi ama viaggiare: fede, libertà, ricerca e bellezza”, ad operatori della pastorale dei pellegrinaggi e incaricati degli uffici per i beni culturali e l’edilizia di culto. Il convegno, insieme ai programmi Orp per il 2017, verrà presentato il 24 gennaio alle 20 nella sede dell’Opera romana (Palazzo Maffei Marescotti, ore 20). Il 30 gennaio, dopo i saluti di mons. Andreatta, monsignor Bruno Forte, arcivescovo metropolita di Chieti – Vasto, terrà la relazione Il pellegrinaggio e la luce della bellezza”. A seguire l’architetto e Accademico dei lincei Paolo Portoghesi, affronterà il tema “La Chiesa custode della bellezza”. Interverranno anche p. Marko Rupnik, direttore Centro Aletti, su “Fede e bellezza nei pellegrinaggi”, e monsignor Marco Frisina, maestro della Cappella musicale lateranense, su “La bellezza della musica nella liturgia”. Sempre il 29, il cardinale Agostino Vallini, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma e Presidente dell’Orp, presiederà alle 19 la Messa. Martedì 31 sarà la volta di don Valerio Pennasso, direttore Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei, di mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto – Norcia, che parlerà de “La bellezza ferita…”, di don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, e dello storico dell’arte Vittorio Sgarbi.
sir

Viaggi in rosa 2017, alle donne piace l'Asia

Che si viaggi da soli, in coppia o in compagnia degli amici, i gusti e i desideri possono cambiare notevolmente. Per esempio, quali sono le mete preferite per un viaggio al femminile? Questa è la domanda che si è posto HotelsCombined che, analizzando le ricerche di strutture alberghiere effettuate dalle utenti donne, ha stilato una sua personale classifica con le 20 destinazioni maggiormente richieste per un soggiorno “for women only”.
L’Asia è risultata la destinazione più ambita occupando interamente il podio: le donne, infatti, sognano una vacanza tra i ciliegi del Giappone ma non disdegnano la Corea del Sud, definita come la città più cool dell’Asia, e Taiwan, numero 1 al mondo in fatto di sicurezza. Osaka e Tokyo sono in assoluto le città più ricercate, complice un’atmosfera manga che ben si sposa con il misticismo e la natura dei paesaggi giapponesi.
Ma le donne cercano anche il divertimento e, a scapito di mete più celebri per la movida come Formentera, Miami e Bali, ecco spuntare la capitale asiatica del design e della vita notturna: Seoul. Qui tra shopping mall aperti fino a notte fonda e nightlife alternativa, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Di giorno musei e grattacieli svettanti, di notte locali e discoteche alla moda. Molti la snobbano per le sue dimensioni ridotte ma l’isola di Taiwan regala ai viaggiatori un’esperienza di viaggio emozionante: spiagge tropicali, gole profonde scavate da fiumi impetuosi, sorgenti termali e montagne che arrivano a toccare i 4.000 metri. Le attività che si possono fare in questo piccolo paradiso sono innumerevoli e tutte al massimo della sicurezza, soprattutto per le donne che la stanno riscoprendo come nuova destinazione di culto per il 2017.
Tra le prime 10 posizioni non mancano, inoltre, due delle mete più frequentate di sempre: Australia (4/o posto) e Thailandia (7/o posto). Sydney e Melbourne, infatti, risultano le più richieste rispetto a Bangkok, da sempre tempio del turismo internazionale. Nella classifica Hong Kong supera Singapore tra le destinazioni stopover preferite dalle viaggiatrici e si posiziona al 6° posto contro l’11° della città-stato del sud est asiatico: la sinfonia di luci di Victoria Peak batte lo spettacolo dei Super Trees di Gardens by the Bay 1 a 0. E per un fine settimana con le amiche? Le città europee la fanno da padrona: Londra, Barcellona e Mosca rimangono di gran lunga le più gettonate, seguite da Parigi, Amsterdam e Dublino. L’Italia, in particolare la capitale Roma, occupa soltanto la 16° posizione.
Ecco di seguito la top 20 delle mete che nel 2017 vedranno un’impennata di viaggi al femminile: 
1) Giappone 
2) Corea del Sud 
3) Taiwan 
4) Australia
5) Inghilterra 
6) Hong Kong 
7) Stati Uniti 
8) Russia 
9) Spagna 
10) Thailandia 
11) Singapore 
12) Emirati Arabi Uniti 
13) Francia 
14) Olanda 
15) Irlanda 
16) Italia 
17) Danimarca 
18) Germania 
19) Israele 
20) Repubblica Ceca 

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Viaggi low cost, dove andare nel 2017 e quando

ROMA - "Il tempismo è tutto": emerge dall’analisi del motore di ricerca viaggi Kayak.it che svela il momento migliore per viaggiare e per prenotare voli e hotel per le destinazioni più popolari tra gli italiani nel 2017. 
Quando conviene prenotare e volare verso le destinazioni preferite dagli italiani in Europa e nel mondo
Gli italiani che nel 2017 vogliono visitare le destinazioni più popolari del Vecchio Continente e del resto del mondo possono risparmiare fino al 70% prenotando il volo al momento giusto. I dati mostrano che per le mete a corto raggio si può risparmiare senza muoversi con eccessivo anticipo: per la maggior parte dei voli verso l’Europa, infatti, bastano 1 o 2 mesi per trovare offerte convenienti. È questo il caso, in particolare, di Budapest che consente di risparmiare ben il 70% prenotando un mese prima della partenza. Più tempo richiede invece la capitale del Portogallo, Lisbona: i dati consigliano di prenotare 3 mesi prima della partenza per assicurarsi un risparmio del 67%. Per quanto riguarda invece le mete nel resto del mondo si consiglia di programmare il viaggio con maggiore anticipo. Per visitare New York, Miami e Manila basta iniziare la ricerca dei voli 3 mesi prima della partenza per trovare tariffe convenienti, mentre Dubai e Malé, (con 9 mesi di anticipo) sono le destinazioni che richiedono una programmazione più tempestiva. Los Angeles è la città nel mondo che offre prezzi dei voli più vantaggiosi se si prenota con 7 mesi di anticipo: è così possibile risparmiare ben il 60%.

Giorni della settimana in cui conviene viaggiare
Le diverse destinazioni mostrano ognuna un proprio scenario, tuttavia è possibile osservare una tendenza generale: i giorni centrali della settimana sono quelli più indicati per una vacanza all’insegna del risparmio. In particolare, la combinazione che prevede partenza di martedì e ritorno di giovedì risulta essere quella vincente.

Quando conviene prenotare l’hotel per le proprie vacanze
Come per i voli, anche nelle prenotazioni di hotel gli italiani possono assicurarsi notevoli risparmi organizzandosi in anticipo e generalmente bastano solo 1 o 2 mesi per trovare ottime offerte per le destinazioni più popolari. Per chi desidera visitare l’Europa, l’analisi di KAYAK rivela che prenotando al momento giusto si può risparmiare fino all’83%. Le città dove è possibile risparmiare senza muoversi con troppo anticipo sono Parigi, Barcellona, Berlino, Madrid e Copenaghen: per queste, infatti, è possibile sfruttare una buona percentuale di risparmio (dal 33% di Londra al 53% di Barcellona) prenotando solo un mese prima della partenza. Al contrario, trovare un’ottima offerta per Praga richiede una pianificazione più lunga, ben 10 mesi prima del viaggio. Per visitare il resto del mondo i tempi aumentano: solo a New York è possibile trovare i migliori prezzi prenotando con un mese di anticipo (47% di risparmio), seguono Las Vegas con 2 mesi di anticipo (29% di risparmio) e Tokyo con 3 mesi di anticipo (35% di risparmio). Sono invece necessari ben 11 mesi di anticipo per l’organizzazione delle vacanze a Bangkok, Malé e Miami. Le mete che registrano le più elevate possibilità di risparmio sono New York (47%) e Phuket (43%).

Le destinazioni più convenienti nel 2017 per i voli
Restando nel Vecchio Continente i voli più convenienti portano a Malta: quelli per Luqa, infatti, con un costo medio di 31 €, consentono di incoronare la destinazione come la più economica del 2017. Al di fuori del continente europeo è invece Marrakesh la meta più vantaggiosa in termini di volo, con un prezzo medio di 68 €. Per raggiungere entrambe si possono ottenere percentuali di risparmio particolarmente elevate se si inizia presto a progettare la propria vacanza: fino al 75% per Luqa e al 70% per Marrakesh. Inoltre, il fine settimana risulta essere il periodo più vantaggioso per visitare queste città. Le combinazioni di viaggio consigliate sono con partenza di sabato e ritorno di lunedì per Luqa e con partenza di venerdì e ritorno di lunedì per Marrakesh. Per prenotare sfruttando la migliore tariffa basta un solo mese di anticipo per la città maltese, mentre per Marrakesh si consiglia di acquistare il volo 3 mesi prima di partire.
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Rifugi /Romantici, avveniristici, ecosostenibili: ecco i migliori indirizzi dove rilassarsi, dopo una giornata sugli sci, e gustare l’autentica cucina di montagna

Rifugio Piz Boè Alpine Lounge
E’ una struttura futuristica, costruita a più di 2mila metri d’altezza con materiali naturali e un design accattivante. Il rifugio panoramico si trova immerso nella neve delle Dolomiti di Corvara, in Alta Badia, accanto alla stazione della cabinovia Boè e offre un ristorante gourmet, un self service e un lounge bar per aperitivi, eventi e soste apres ski. L’esclusivo ristorante propone piatti rivisitati della tradizione da gustare davanti a una vista impareggiabile che si estende dalla Val Badia alle Alpi di confine.
Malga ristoro IsiHütte
Sul Passo degli Oclini, ai piedi del Corno Nero, la malga IsiHütte è uno storico ristorante panoramico che offre piatti della tradizione e una calda accoglienza. Ottime sono le proposte gastronomiche con i canederli e le insalate di crauti croccanti, accompagnati dallo speck altoatesino. La malga regala una terrazza da cui si gode un panorama mozzafiato tra le montagne sudtirolesi, a 1.850 metri d’altezza.

Malga Geisleralm
Nel cuore della Val Di Funes, di fronte all’incantevole paesaggio delle Dolomiti delle Odle, la malga Geisleralm è un incantevole e tradizionale rifugio per sciatori e appassionati di montagna. Le specialità gastronomiche sono l’insalata croccante con canederli allo speck, la frittata dolce con mele e uvette e la zuppa con formaggio grigio. E’ l’indirizzo ideale per le famiglie, grazie anche alla presenza di giochi per bambini, e punto di ristoro per gli sciatori e gli escursionisti che passeggiano con le ciaspole.

Rifugio Monte Rosa Hutte
A 2.883 metri d’altezza sul ghiacciaio di Garnergrot, nel territorio di Zermatt, il rifugio svizzero Monte Rosa Hutte è soprannominato “cristallo di roccia” per il design avveniristico e la forma poligonale sagomata che lo contraddistingue. La struttura ecosostenibile in alluminio e vetro è composta da cinque piani dove è possibile alloggiare e dalle cui finestre la vista spazia dal Monte Rosa al Cervino.

Rifugio Burz
A 1.810 metri d’altezza sulle Dolomiti di Arabba, l’accogliente e panoramico rifugio si raggiunge soltanto con la seggiovia, che in 40 minuti arriva in cima. La struttura, che esternamente ricorda un fienile ricoperto di pannelli solari, è arredata con legno e vetro e, per armonizzarsi con l’ambiente, è sprovvisto di connessioni Internet e televisori. Ottimo e raffinato è il ristorante che propone piatti tradizionali rivisitati per pranzo e per cena.

Malga Ces
A 4 chilometri da san Martino di Castrozza, nel cuore delle montagne trentine, Malga Ces è un rifugio storico, frequentato da sciatori e amanti della montagna; offre 8 camere foderate di legno e un ristorante con piatti tradizionali, dalle zuppe alla ricotta con i mirtilli. La malga si raggiunge comodamente a piedi e con gli sci, in automobile e, tutte le sere a cena, con la motoslitta.

Rifugio Scoiattoli
In località 5 Torri, a Cortina D’Ampezzo, lo storico e suggestivo rifugio sorge sulle piste da sci del comprensorio Dolomiti Superski, accanto al Museo all’aperto della Grande Guerra. Il rifugio offre alloggi in 42 camere, un ristorante con piatti rivisitati e creativi della tradizione ampezzana e una terrazza panoramica da cui si gode un paesaggio mozzafiato sulle cime di Lagazuoi, Tofane e Croda del Lago. Di sera, inoltre, c’è la possibilità di fare il bagno in una tinozza di acqua calda, sorseggiando champagne. Il rifugio è facilmente raggiungibile a piedi o con la seggiovia delle Cinque Torri.

Rifugio Goûter
Sorge a 3.835 metri, in cima all’Aiguille du Goûter, sul versante francese del Monte Bianco; è una struttura spettacolare e insolita con pianta ovale e una parte dell’edificio sospesa su un dirupo, progettata dall’architetto ginevrino Hervé Dessimoz. Ribattezzato “l’uovo di metallo”, il rifugio ecosostenibile è costruito in acciaio e vetro e ospita un hotel, con poche camere da prenotare con grande anticipo, e un ristorante.

Rifugio Camanel di Planon
Divertente, trendy e accogliente: il rifugio Camanel di Planon è il punto di ritrovo per gli sciatori della vallata di Livigno, nel comprensorio del Mottolino. A 2.350 metri d’altezza è il migliore indirizzo per provare il bombardino, una squisita bevanda con panna e zabaione caldo al gusto di brandy e caffè. Imperdibile è sorseggiare il drink con sottofondo di musica sulla terrazza panoramica, dove si svolgono serate a tema e feste frizzanti con vista su Livigno.

Ice Q 
A 3.084 metri d’altezza il rifugio austriaco di design Ice Q di Solden, nella Ötztal, è un imponente cubo di vetro e acciaio, dotato di una passerella sospesa nel vuoto, che collega la cima del Gaislachkogl al Tiefenbachkogl. Offre il ristorante gourmet più alto d’Europa e un panorama mozzafiato sulle montagne tirolesi, utilizzato come location nell’ultimo film di James Bond per la bellezza della posizione e la particolare struttura avveniristica.
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Mesopotamia, alle origini della scrittura Dal 20 gennaio a Venezia preziosi reperti


Rarissime tavolette con iscrizioni cuneiformi e straordinari sigilli risalenti a oltre 5000 anni fa, ma anche sculture, placchette, armi, bassorilievi, vasi e intarsi, sono in mostra a Venezia dal 20 gennaio al 25 aprile negli spazi di Palazzo Loredan. Esposti per la prima volta nell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti circa 200 preziosi reperti della collezione Ligabue, affiancati dalle opere provenienti dall'Archeologico di Venezia e dal Museo di Antichità di Torino, che insieme rievocano la grande civiltà dell'Antica Mesopotamia, territorio oggi inaccessibile. Con il titolo 'Prima dell'alfabeto. Viaggio in Mesopotamia alle origini della scrittura', la rassegna, tra reperti e apparati multimediali, presenta infatti anche le testimonianze delle esplorazioni di Paul Emile Botta e Austen Henry Layard, svoltesi nel XIX secolo, e ha lo scopo di illustrare un nodo cruciale, ormai perduto nella notte dei tempi, dell'evoluzione umana, quello appunto della nascita della scrittura (avvenuta quasi contemporaneamente in Egitto e in Mesopotamia verso il 3200 a.C), il cui ruolo è stato fondamentale per le dinamiche di trasmissione del sapere e della conoscenza. La selezione delle opere curata da Frederick Mario Fales dell'università di Udine, tra i maggiori assirologi e studiosi del Vicino Oriente Antico, conduce il visitatore quasi 6000 anni or sono, nella Terra dei Due Fiumi, in un universo di segni, simboli, incisioni, nonché immagini e racconti visivi in grado di testimoniare l'ideazione e la diffusione travolgente della scrittura cuneiforme, illustrando al tempo stesso l'ambiente sociale, economico e religioso dell'Antica Mesopotamia. Del resto, il cuneiforme è durato ben 3500 anni, un arco di tempo lunghissimo.
    Quella messa insieme da Giancarlo Ligabue, imprenditore ma anche archeologo, paleontologo e grande esploratore scomparso nel 2015, è, sottolinea Fales, ''una collezione di altri tempi''. Una raccolta straordinaria non solo per entità, qualità e l'importanza storica di questi e altri materiali, ma in quanto testimonianza di un collezionismo rispettoso delle istituzioni, della ricerca e del sapere e, in particolare, dei luoghi. Che poi coincidono la terra di Sumeri, Accadi, Assiri e Babilonesi, quella splendida culla di civiltà, oggi martoriata e saccheggiata dalla guerra e dal terrorismo, che hanno reso inaccessibile il suo patrimonio di bellezza e conoscenza.
    Dai primi pittogrammi del cosiddetto proto-cuneiforme,(annotazioni a sostegno di un sistema amministrativo e contabile già strutturato), rinvenuti a Uruk, all'introduzione della fonetizzazione (dai segni-parola ai segni-sillaba), la scrittura cuneiforme, con le sue evoluzioni, si sviluppò e si diffuse con estrema rapidità anche in aree lontane: dalla città di Mari sul medio Eufrate a Ebla nella Siria occidentale, a Tell Beydar e Tell Brak nella steppa siro-mesopotamica settentrionale. Ecco dunque che le preziose tavolette esposte a Palazzo Loredan raccontano di commerci di legname o di animali (pecore, capre, montoni o buoi), di coltivazioni di datteri e di orzo per la birra, di traffici carovanieri tra Assur e l'Anatolia, di acquisti di terreni e di case con i relativi contratti e le cause giuridiche. Celebrano Gudea, signore possente principe di Lagash, promotore di grandi imprese urbanistiche e architettoniche o prescrivono le cure per una partoriente afflitta da coliche, con incluso l'incantesimo da recitare al momento del parto, o testimoniano l'adozione di un bimbo ittita da parte di una coppia o, ancora, le missive tra prefetti di diverse città-stato. Di particolare interesse i sigilli cilindrici, generalmente realizzati in pietre semipreziose, come i lapislazzuli, l'ematite, la cornalina, il calcedonio, l'agata, il serpentino, diaspro rosso o verde, il cristallo di rocca. Accanto alle iscrizioni, venivano ideati motivi iconografici sempre più raffinati, differenziati per periodi e aree geografiche e per tale ricercatezza furono spesso riutilizzati, diffondendosi anche come amuleti, ornamenti, oggetti votivi.
    Alle tavolette e sigilli si affiancano quindi importanti prestiti del Museo archeologico di Venezia e del Museo di Antichità di Torino. Dal primo provengono i bellissimi frammenti di bassorilievi rinvenuti dallo scopritore della mitica Ninive, Austen Henry Layard, che nell'ultimo periodo della sua vita si era ritirato proprio a Venezia, a Palazzo Cappello Layard (donò i suoi oggetti alla città nel 1875). Da Torino arriva invece un frammento di bassorilievo assiro fortemente iconico raffigurante il re Sargon II, scoperto nel 1842 da Paul Emile Botta, console di Francia a Mosul, e da lui donato al re Carlo Alberto.
    (ANSA).

Esposti a Tirana capolavori arte italiana del '900 Premier albanese Rama a inaugurazione, 'opportunità unica'


Oltre 100 capolavori dell'arte italiana del '900, provenienti dalla Galleria d'Arte Moderna di Roma, saranno esposti per il pubblico albanese alla Galleria Nazionale d'Arte di Tirana, fino al prossimo mese di aprile. "Questa e' un'opportunita' unica", ha ribadito alla cerimonia di apertura questa sera a Tirana il premier albanese Edi Rama, sottolineando il fatto che "si tratta della prima collezione di opere originali mai giunte in Albania". Di "un evento di particolare rilievo" ed "un importante passo nella copperazione cultural fra Albania ed Italia" ha parlato anche il ministro albanese della Cultura Mirela Kumbaro che ha parlato di "un gigantesco progetto non soltanto per dimensioni e valore, ma anche per il numero delle istituzioni coinvolte". Fortemente voluta dalle istituzioni pubbliche albanesi, la mostra è stata realizzata grazie a una partnership tra pubblico e privato, che vede promotori per la parte albanese l'Ufficio del primo ministro albanese, Edi Rama, l'ambasciata d'Italia e l'Istituto Italiano di Cultura a Tirana, il ministero della Cultura albanese, il Comune e la Galleria Nazionale d'Arte di Tirana; per la parte italiana Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina e la Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo. Inoltre, l'ambasciata d'Italia, in partenariato con il ministero albanese dell'Istruzione e con la societa' organizzatrice Arthemisia ha realizzato percorsi disegnati specificatamente per gli alunni delle scuole albanesi. "Grazie a questo impegno congiunto , tutte le scuole albanesi hanno ricevuto materiale informativo e didattico sulla mostra, e diverse migliaia di studenti potranno visitarla, gia' a partire da domani", ha spiegato nel suo intervento l'ambasciatore italiano Alberto Cutillo.
    L'esposizione che comprende dipinti, sculture, acquerelli e disegni si articola in sei sezioni (Tardo Naturalismo e Simbolismo, Secessione Romana, Futurismo e Aeropittura, Tradizione italiana e dialogo con l'antico, Scuola Romana, Figurazione e Astrazione). Curato da Arianna Angelelli, Maria Catalano e Federica Pirani, il percorso espositivo indaga la cultura artistica che trova le sue radici a Roma e in Italia nella prima meta' del XX secolo: magnifiche figure femminili, ritratti di celebri personaggi, nature morte, vedute della Citta' Eterna e della campagna romana: sono questi i temi e i soggetti che hanno contribuito all'affermazione di grandi artisti come Giacomo Balla (Ritratto di Nathan, 1910), Carlo Carra' (Partita di calcio, 1934), Giorgio de Chirico (Combattimento di gladiatori, 1933-1934), Filippo de Pisis (Natura morta - Pesci e bottiglia, 1925), Giuseppe Capogrossi (Giuochi, 1935), Renato Guttuso (Tetti di Roma, 1957-59) e Adolfo De Carolis (Donna con fiori - Nudo di donna con rose, 1910). In mostra anche opere di Antonio Donghi, Afro, Duilio Cambellotti, Franco Gentilini, Felice Casorati, Enrico Coleman, Fortunato Depero, Vittorio Grassi, Achille Funi, Carlo Levi, Giacomo Manzu', Alberto Savinio, Tato e Giulio Turcato, solo per citare alcuni tra gli oltre 60 artisti i cui capolavori sono in mostra. (ANSA).

Natività, quasi pronto il restauro made in Italy A Betlemme coperto il 60% del programma. Si punta a 2019

BETLEMME - Un intervento di restauro, emblema dell'eccellenza italiana e già diventato una mostra e un bel documentario, nonostante manchino ancora almeno due anni alla sua ultimazione: è quello che sta per recuperare interamente la Basilica della Natività a Betlemme, tra i luoghi di maggior importanza spirituale del pianeta, condotto dall'impresa pratese Piacenti SpA. ''Abbiamo ormai coperto il 60 per cento di questo programma di recupero, confidiamo di completare il restauro per il 2019. Non ci dovrebbero essere problemi, se saranno rispettati i tempi dei finanziamenti'', ha detto Giammarco Piacenti intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del progetto svoltasi oggi a Roma.
    Promosso dall'Autorità Palestinese nel 2013, l'intervento ha finora richiesto investimenti per circa otto milioni di euro, uno sforzo a cui partecipano 25 nazioni, dal Vaticano ai paesi europei alla Russia (il maggior finanziatore), dalla Turchia al Marocco, nonché da quattro banche e altrettanti investitori privati palestinesi. "Per portare a termine la totalità degli interventi - ha aggiunto Piacenti - servono altri sei milioni e devo dire che nell'elargizione dei fondi non abbiamo fin qui subito ritardi". Dopo tre anni e mezzo trascorsi a Betlemme, il restauratore sembra aver capito come funzionano le cose. Del resto il progetto prospettato dalla sua azienda è stato selezionato tra molti altri competitor di dimensioni internazionali ("in fondo eravamo rimasti in tre, noi, una grande impresa russa e una americana") per l'esperienza accumulata in anni e anni di attività, per qualità e affidabilità, che avrebbero garantito tra l'altro la trasformazione di quel restauro in una vera e propria occasione di studio.
    Non a caso, l'appalto aggiudicatosi dalla Piacenti ha comportato il trasferimento in loco di 170 addetti, tra maestranze, restauratori, archeologi, ognuno di per sé un'eccellenza, capaci insieme di riproporre la grande scuola italiana del restauro. Come testimonia anche la scelta dei materiali, portati non senza difficoltà a Betlemme su 33 container. Il taglio critico è stato quello (brandiano) di mostrare sempre l'intervento di recupero, usando le materie più adeguate. Ad esempio per l'immenso soffitto ligneo, chiamato significativamente 'il Cielo', sono stati usati diversi tipi di legni pregiati, in corrispondenza alle diverse edificazioni succedutesi nei secoli. Per armonizzare l'intervento, ha spiegato Giammarco Piacenti, occorreva trovare una soluzione nuova, individuata sia nell'impiego di legno antico sia di una resina speciale, messa a punto dal Cnr.
    Dal suo avvio, il restauro ha consentito l'approfondimento delle conoscenze scientifiche sulla Basilica, fondata in epoca costantiniana e poi ricostruita dall'imperatore Giustiniano nel V secolo. Pur resistendo, dalla sua fondazione a oggi, a invasioni, guerre, dominazioni, ma l'incuria, il tempo e le infiltrazioni hanno compromesso gravemente l'edificio, da sempre meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Trasformata in una sorta di cantiere medievale,la Basilica, ha sottolineato Piacenti, è diventata una 'fabbrica del duomo', dove le maggiori competenze e specializzazioni hanno riportato alla luce tesori perduti. Come la magnifica decorazione a mosaico del XII secolo, che comprende la processione angelica, di cui sono oggi sopravvissuti circa 130 mq di tessere musive originali e il ritrovamento di un settimo angelo.
    I passi futuri dell'intervento di restauro (che ora sta ripristinando l'intero impianto elettrico) riguarderanno la pavimentazione a mosaico e le colonne.
    (ANSA).
   
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Via celebrazioni 750 anni nascita Giotto


FIRENZE - Il Consiglio regionale della Toscana apre il programma delle celebrazioni per i 750 anni dalla nascita di Giotto di Bondone con una conferenza a Firenze nella sala del Gonfalone del palazzo del Pegaso con Cristina Acidini, storica dell'arte e presidente dell'Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, e il sindaco di Vicchio Roberto Izzo.
    L'iniziativa è la prima di una serie volta a ricordare l'importante pittore toscano nell'anniversario della sua nascita, avvenuta nel 1267 a Vespignano, vicino a Vicchio. "Tra le iniziative finalizzate a valorizzare questa straordinaria figura - ha annunciato Giani - ci sono un convegno in primavera, una mostra di artisti contemporanei a lui ispirata qui nel palazzo del Pegaso e un premio d'arte a lui intitolato. Con il direttore degli Uffizi siamo in contatto per una mostra con il materiale di proprietà del museo".

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Turismo enogastronomico, è boom. Le mete culinarie che non ti aspetti

Le mete culinarie che non ti aspetti: Perù, Cuba, Vietnam e Madeira. Le nuove tendenze viaggi 2017

A Lima si può vivere la rivoluzione culinaria peruviana, in Vietnam assaporare la cucina alla francese come il cibo di strada, a Cuba gustare la comida criolla e a Madeira assaporare vino, pesce, spiedini di carne e menu stellati
 
 
 
Il cibo è sempre più protagonista delle vacanze degli italiani, che al proverbiale amore per il mangiar bene oggi abbinano anche tanta curiosità per le cucine del resto del mondo. È la tendenza fotografata da CartOrange, la più grande azienda italiana di consulenti di viaggio, specialista in viaggi personalizzati ed esperienziali, che da sempre seleziona in tutto il mondo tante “chicche” per i viaggiatori foodies: «Le esperienze che mettono al centro cibo sono sempre più richieste dai nostri clienti –conferma Silvia Romagnoli, Travel Stylist di CartOrange–. C’è una grande voglia di scoprire i sapori autentici dei luoghi, per esempio assaggiando lo street food, ma non solo. Ai consulenti molto spesso viene chiesto di includere nella vacanza anche una cena in un ristorante che propone alta cucina, magari stellato». Un tempo era un lusso che ci si poteva concedere solo visitando metropoli come Londra, Parigi, Tokyo o New York; oggi invece si possono trovare proposte di altissimo livello anche in luoghi un tempo impensabili. E infatti le proposte CartOrange per le mete culinarie 2017 spaziano fra i quattro angoli della Terra.
 
 
Il grande momento della cucina peruviana. Ferran Adrià ha indicato il Perù come la culla della prossima rivoluzione gastronomica e sul paese sudamericano, da qualche anno, sono puntate le attenzioni dei gourmet di tutto il mondo. «Tra ceviche e i piatti a base di quinoa e amaranto, la cucina peruviana è gustosa, sana, sorprendente. E nasce fusion, perché è da sempre un mix di tradizioni diversissime» commenta Romagnoli. Negli ultimi anni gli chef peruviani sono arrivati ai vertici della cucina mondiale: il ristorante Central di Lima è al quarto posto della classifica World’s Best Restaurant 2016. Sempre a Lima ci sono il Maido, tredicesimo, e Astrid y Gaston, trentesimo. Nei viaggi CartOrange si possono sperimentare anche il Huaca Pucllana a Miraflores, all’interno del più importante sito archeologico di Lima e, sempre a Miraflores, il ristorante Brujas de Cachiche. Sempre Silvia Romagnoli spiega perché è un must: «Offre piatti tipici della cucina Inca e le proposte culinarie spaziano fra tutte le regioni peruviane. E il suo pisco sour, il drink nazionale peruviano che si può gustare al bancone mentre si attende il proprio tavolo, è semplicemente eccezionale». Nei viaggi CartOrange si possono includere anche corsi di cucina, visite alla “Casa de la Gastronomia” a Lima –museo dedicato alla tradizione gastronomica del paese– e degustazioni di pisco sour nella valle di Ica.
 
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Il Vietnam, la “cucina del mondo”. È una meta poco conosciuta dagli italiani dal punto di vista culinario, ma chi la visita torna sempre sorpreso ed entusiasta perché il Vietnam è un crocevia di sapori: si ritrovano echi delle cucine di tutta l’Asia, «e poi c’è l’influenza francese –ricorda Silvia Romagnoli– alla quale si ispirano ristoranti stellati come La Maison 1888, a Danang, meta gastronomica numero uno del Paese secondo la BBC». Ma un viaggio in Vietnam è anche e soprattutto un viaggio nei mercati, nei villaggi, nei ristorantini locali. In Vietnam CartOrange propone come esperienza la visita in uno dei tanti villaggi di pescatori in cui poi si gusta il pescato del giorno. Oppure un corso di cucina vietnamita in cui si parte dalla spesa fatta al mercato, assieme a un cuoco, poi si impara a preparare una pietanza tradizionale e infine si pranza. E infine la degustazione della Bia Hoi, la birra vietnamita, nei vari locali tipici.
 
 
Una Cuba dal sapore autentico. Cuba è una delle mete calde del 2017 perché sta vivendo un periodo di grandi cambiamenti, aprendosi sempre di più e allo stesso tempo cercando di mantenere il suo carattere unico. «I quartieri storici dell’Avana vivono un momento di rinnovamento, anche gastronomico –spiega sempre la Travel Stylist di CartOrange–. Gli esperti indicano quello che potrebbe essere in futuro il primo ristorante stellato di Cuba: il Paladar Los Mercaderes, in un antico edificio ricco di atmosfera, che combina proposte di livello internazionale con i sapori tipici della comida criolla, la cucina creola». La migliore cucina cubana, però, è forse quella che si può gustare in famiglia: CartOrange offre la possibilità di soggiornare in una casa particular, un alloggio a conduzione familiare, simile ai nostri bed and breakfast, in cui venire a contatto con le tradizioni più autentiche e assaporare i piatti cucinati dalle padrone di casa.
 
 
Stelle Michelin in pieno oceano: Madeira. L’arcipelago di Madeira è un lembo di Portogallo in pieno Atlantico che offre tantissimi piaceri: clima mite tutto l’anno, panorami di eccezionale bellezza e sorprendenti esperienze gastronomiche. «Il capoluogo Funchal può vantare numerosi ristoranti segnalati dalla Guida Michelin tra cui Il Gallo d’Oro: due stelle per l’originalità dei piatti, la presentazione meticolosa e i sapori decisi» spiega Romagnoli. Se invece si cerca una cucina più tipica e tradizionale, non c’è che l’imbarazzo della scelta: Su richiesta CartOrange include nei propri viaggi visite ai migliori ristoranti di Funchal, dove le superstar sono gli spiedini, espetadas, di carne e aromatizzati con l’alloro. E ogni pasto si conclude, naturalmente, con una degustazione di squisito vino Madeira. L’arcipelago si trova a meno di due ore di volo da Lisbona, dove CartOrange può abbinare soggiorni alla scoperta delle tradizioni culinarie portoghesi, con serate in ristoranti tipici dove assistere a un’esibizione di fado.
affaritaliani.it

Nelle Alpi Piemontesi il turismo goloso del Treno del Gusto

Domodossola, Masera e Santa Maria Maggiore non sono soltanto tre fermate della Vigezzina-Centovalli, la linea ferroviaria che collega la D per antonomasia dell’alfabeto italiano alla città di Locarno, nel Canton Ticino.
Fino al 28 febbraio 2017, con l’acquisto di un biglietto di libera circolazione “Vigezzina no limits”, i viaggiatori meno frettolosi possono esplorare la realtà turistica e gastronomica di ognuna di queste tre tappe: basta presentare il biglietto per usufruire degli sconti speciali.
Si comincia da Domodossola, dalla sua Officina del Cioccolato, che omaggia i visitatori con una tavoletta di cioccolato artigianale, per continuare alle Cantine Garrone, che applicano una riduzione del 50% sui vini ossolani e offrono una degustazione gratuita; sconto del 10% al Birrificio Balabiott e al ristorante Vecchia Biglia, sempre nel capoluogo ossolano, e al Divin Porcello, salumificio e ristorante di Masera.
Birrificio Balabiott
Anche a Santa Maria Maggiore non mancheranno gli sconti, al Miramonti, ristorante dell’omonimo hotel, alle Colonne, alle pasticcerie Poggini e Roba Ducia, e tanti altri.
Le tariffe del biglietto partono dai 10 euro, metà prezzo per i minori sotto i 12 anni, gratis per i piccoli fino a 4 anni.
Un’ottima occasione per scoprire grazie al treno la cultura enogastronomica e la bellezza delle Alpi Piemontesi, senza l’ansia del traffico, del parcheggio e facendo bene non solo all’ambiente, ma, attraverso questa iniziativa, anche al portafoglio dei più golosi.
montagna.tv

"Dubai Food Festival" dal 23 febbraio all'11 marzo Per 17 giorni celebri chef e grandi eventi

Il "Dubai Food Festival" dal 23 febbraio all'11 marzo
Roma, 15 gen. (askanews) - Il Dubai Food Festival (DFF) si terrà dal 23 febbraio all'11 marzo. Il programma, che si snoderà lungo 17 giorni, ospiterà una serie di eventi con celebri chef — che saranno annunciati a breve — e coinvolgerà ristoranti famosi.
L'evento sarà un'occasione per conoscere gli ultimi trend e concept gastronomici, compresi l'apprezzatissima location dell'Etisalat Beach Canteen a Sunset Beach, l'evento nell'evento, ovvero la Miele Dubai Restaurant Week, il Dubai Hidden Gems e la promozione Dine and Win.
Quattro volte più grande dell'anno scorso, l'Etisalat Beach Canteen a Sunset Beach sarà la location ad ingresso gratuito che offrirà ai visitatori concept di ristoranti locali, piatti take-away e superbe esperienze gourmand sulla spiaggia. Ci saranno inoltre corsi di cucina con chef famosi, sport sulla spiaggia e attività per i bambini. Saranno anche organizzate, infine, classi di yoga.
La Miele Dubai Restaurant Week ospiterà 15 esclusivi ristoranti di Dubai, compreso il Gordon Ramsay's Bread Street Kitchen dell'Atlantis, The Palm, il Pier Chic e lo Scape Restaurant and Bar del Burj Al Arab. Il Dubai Hidden Gems presenterà i 10 ristoranti meno noti di Dubai, che verranno valutati dal pubblico.
"Siamo lieti di ospitare di nuovo il Dubai Food Festival, anche quest'anno, ha affermato Issam Kazim, CEO di Dubai Corporation for Tourism and Commerce Marketing (DCTCM). Un evento che coinvolge ogni angolo della città con 17 giorni di incredibili esperienze gourmand, lussuosi concept culinari e un assaggio di piatti locali. Dalla cena nel deserto agli splendidi ristoranti lungo il mare, il Dubai Food Festival è un'opportunità unica per celebrare la ricchezza del melting pot gastronomico di Dubai e posizionare saldamente la nostra città sulla mappa mondiale delle destinazioni da vedere per gli amanti della gastronomia".

Restauri al Sacro monte Calvario di Domodossola per allestire un museo coi reperti archeologici

Restauro di alcune cappelle della Via Crucis e realizzazione di un museo archeologico. Sono questi i lavori in programma nei prossimi mesi al Sacro monte Calvario di Domodossola. Il primo tassello è la messa in sicurezza del tetto di un edificio vicino la cappella XV, quella detta «del Paradiso». Con un impegno di spesa di circa 70 mila euro nei prossimi mesi inizieranno gli interventi per la sistemazione del museo archeologico, un edificio di un unico piano dalla superficie di circa 150 metri quadri che sarà destinato a raccogliere i reperti archeologici dell’ente parco.  
La cappella XV detta «del Paradiso» (foto Studio Rds)
La ristrutturazione «si è resa necessaria per salvaguardare lo stabile a causa di infiltrazioni d’acqua che ne stanno compromettendo la stabilità e la sicurezza» spiega Roberto Ottone, responsabile dell’area tecnica dell’ente. Un piccolo passo per conservare uno dei tanti edifici che compongono la riserva naturale dell’Unesco.  

La cappella neoclassica
Molto più significativo è invece il progetto di restauro conservativo della quinta cappella, una di quelle che si incontrano lungo la mulattiera che sale al Calvario. È stato chiesto un contributo di circa 400 mila euro alla Fondazione Comunitaria del Vco partecipando al bando degli emblematici minori le cui risorse sono messe a disposizione dalla Fondazione Cariplo. Nel caso il progetto venisse finanziato vi parteciperanno anche il Comune di Domodossola con 10 mila euro, i Rosminiani con 5 mila e il Consorzio per il restauro e la valorizzazione del Sacro monte con 2 mila. Si è in attesa della risposta della Fondazione, ma questa sarebbe l’occasione per il recupero di un’importante testimonianza neoclassica che fu opera dell’architetto Gian Luca della Somaglia e con decorazioni di Luigi Hartman, pittore dell’Ottocento e docente all’Istituto di belle arti di Vercelli.  
Collegamenti con la città
Il restauro segnerebbe il primo passo dell’intesa tra Comune ed ente parco per il recupero della parte bassa della Via Crucis, che va dalla cappella I alla VI, nell’ambito di un più corposo progetto di riqualificazione del percorso di collegamento tra il Borgo della cultura e il Calvario.  
«Vogliamo privilegiare un patrimonio che finora è stato sfruttato poco - spiega l’assessore al Turismo Angelo Tandurella -. L’obiettivo è di usare la direttrice d’accesso al Sacro monte attraverso via Rosmini e via Mattarella».  
lastampa.it

Musica e turismo / Domossola: 1° concerto 2017 al Sacro Monte Calvario

La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario e l’Istituto della Carità, nell’ambito della stagione concertistica 2017, propongono il concerto che si terrà domenica 15 gennaio, alle ore 18.00, nell’Oratorio domestico dell’Addolorata (ingresso dal Santuario del SS. Crocifisso) al Sacro Monte Calvario di Domodossola.
L'evento vedrà impegnati i Solisti della Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario nell’esecuzione del Concerto in Re Maggiore per flauto e archi RV 428 “Il Gardellino”, del Concerto in Sol Maggiore per violino e archi RV 310 e del Concerto in Si minore per violoncello e archi RV 424 di A. Vivaldi, del Concerto in Sol Maggiore per viola e archi di B. Marcello, della Trio Sonata in Do minore per 2 flauti e basso continuo di J.J.Quantz e del Concerto in Fa minore n° 5, BWV 1056 per clavicembalo e archi di J. S. Bach.All’interno della Cappella musicale del Sacro Monte Calvario, che riunisce da molti anni al Sacro Monte l’attività d’insieme, sia liturgica sia concertistica, con la Corale di Calice, la Camerata strumentale di S. Quirico, l’Orchestra da Camera, la Schola Gregoriana del S. Monte Calvario ed il Convivio 
vcoazzurratv.it