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Tendenze. Cammini e pellegrinaggi: tra libri e persone mai stati così affollati

Una ragazza sul Cammino di Santiago (Ansa/Epa)
Una ragazza sul Cammino di Santiago (Ansa/Epa)

È un’esperienza che, per sua natura, mal si presta ad analisi statistiche troppo dettagliate. Ma quando i dati vengono raccolti, sono impressionanti. Ci riferiamo al fenomeno dei “cammini” e al caso virtuoso di Santiago di Compostela, dove la precisione sembra di matrice svizzera più che spagnola. L’Ufficio del Pellegrino censisce infatti numero, nazionalità, sesso, età e persino mezzo di trasporto di chi giunge alla Cattedrale dell’enormebotafumeiro: si scopre così che nel 2017 sono arrivati a Santiago 301.036 pellegrini (compresi i 43 che hanno fatto il percorso sulla sedia a rotelle), praticamente il triplo di quelli censiti solo dieci anni prima (114.466) e cento volte più che nel 1985, alla vigilia del boom legato in particolare al celebre e controverso bestseller di Paulo Coelho, datato 1987, e alla Gmg con papa Wojtyla del 1989.
Trend analoghi, anche se con valori assoluti inferiori, si registrano sui principali cammini religiosi italiani, dallaVia Francigena (le stime più prudenti parlano di 5mila pellegrini lo scorso anno ma c’è chi si spinge a contarne 40mila) ai numerosi itinerari sulle orme di san Francesco. Non sorprende, allora, la parallela e continuacrescita di attenzione del mondo editoriale, religioso e laico, con nuovi titoli ogni anno, non poche ristampe (a fine luglio è uscita l’11ª edizione della Guida al Cammino di Santiago, di Terre di mezzo), alcune fortunate collane e qualche prima sperimentazione in ambito digitale.
Ma con quale livello qualitativo e soprattutto quale aderenza allo spirito più autentico di un’esperienza sempre a rischio di semplificazioni? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti e operatori del settore, a cominciare da donPaolo Asolan, docente alla Pontificia Università Lateranense e cappellano della Confraternita di San Jacopo di Compostella, che ci aiuta anzitutto a fotografare la tipologia di offerta editoriale. «Bisogna distinguere tra le guide, la letteratura di pellegrinaggio (la cosiddetta odeporica) e i reportage fotografici. Sulle guide c’è un ventaglio molto ampio. Direi che le migliori sono quelle di Terre di mezzo, precise e aggiornate, con un catalogo che copre ormai tutti gli itinerari; ora anche Edizioni della Porziuncola ha iniziato a pubblicare alcune cose interessanti, come la Via Francigena del Pellegrino, di Monica D’Atti. Valuto meno bene le guide del Touring, o in generale le guide firmate da chi fa diventare legge universale la propria esperienza. Anche l’odeporica è molto varia: c’è chi ha avuto la vita cambiata dal pellegrinaggio e dunque condivide questa ricchezza, ma c’è anche il pellegrino narciso che vuole dire a tutti quanto è stato bravo. In questi casi il pellegrinaggio fa da ambientazione scenografica di altro... Infine, i reportage fotografici: possono essere preziosi perché normalmente quando uno valuta se fare un pellegrinaggio ha anche bisogno di vedere; e spesso è un’immagine quella che determina la decisione di partire».
Ma come si spiega, chiediamo a Miriam Giovanzana, direttrice editoriale di Terre di mezzo, il caso di un editore laico che sulle guide dei cammini religiosi ha fondato una buona fetta della sua reputazione? «È indubbio che i cammini nascano con una radice religiosa e spirituale. Per noi è importante aiutare a conservarne l’intuizione originaria, la storia. Altrimenti è difficile capire che cosa distingue la Francigena o il Cammino di san Benedetto da un qualunque trekking, pur con tutto ciò di bello che anche questa esperienza rappresenta. Camminando si entra in una storia, si mettono i propri piedi sulle orme di un popolo che ci ha preceduto. Custodire questo tipo di memoria può essere un regalo anche per gli uomini e le donne di oggi, a prescindere dalle convinzioni di chi si mette in cammino».
Sul Cammino di Santiago (AP)
Sul Cammino di Santiago (AP)
Chi porta in libreria l’esperienza dei cammini partendo da un punto di osservazione privilegiato è certamente padre Gianpaolo Masotti, francescano, direttore delle Edizioni della Porziuncola, con sede ad Assisi. Nel 2018 sono uscite le prime due guide, alla Francigena e al Cammino della Gran Madre: «Abbiamo deciso di dare un taglio specifico alla collana. Pur presentando tutti i dati e le informazioni pratiche necessarie (altimetrie, carte, scale di difficoltà), abbiamo voluto offrire un valore aggiunto, quello spirituale, che per antica tradizione appartiene di per sé al pellegrino. Nelle nostre guide, infatti, è possibile trovare sia le indicazioni dei più importanti luoghi di fede come anche le accoglienze nei conventi e le ospitalità “povere”. Tutto questo nella consapevolezza che a volte il cammino è l’inizio di una riscoperta della fede e, tornati a casa, l’esperienza si prolunga nella quotidianità».
L’importanza del pellegrinaggio a piedi nel rianimare un itinerario di fede, magari con l’aiuto di una buona guida, è confermata da padre Alberto Tortelli, francescano conventuale a Padova, tra i promotori della recentissima Guida al Cammino di sant’Antonio (Edizioni Messaggero in collaborazione con Terre di mezzo), che va dal capoluogo veneto a La Verna: «Il cammino ti segna, è un’esperienza totalizzante, in cui spesso i frutti arrivano sulla lunga distanza».
Questa dimensione del prima e del dopo pellegrinaggio è cruciale per gli editori, come spiega Miriam Giovanzana: «Noi diciamo sempre che il viaggio non comincia con il primo passo, ma nel momento in cui ti lasci prendere dal desiderio di camminare, ad esempio sfogliando una guida. Possono anche esserci “pellegrini da divano”, che magari non partiranno mai, ma con quel libro fanno comunque un percorso. Questo è uno dei significati della nuova collana dei “percorsi spirituali”, che comprende ad esempio la Guida al Cammino di sant’Ignazio, da Loyola a Manresa: certamente una guida in senso classico ma anche uno strumento per conoscere meglio una figura così attuale del cristianesimo».
Detto che le cose si muovono anche sul fronte delle nuove tecnologie, con la prima “app edicola” sui cammini proposta da Terre di mezzo, che cosa manca allora in libreria per prepararsi a un’esperienza così profondamente spirituale? «Non essendoci più oggi un alfabeto religioso – riflette Asolan –, ci vorrebbe qualcosa che aiuti a capire le emozioni che provi durante il cammino, che dica qual è la promessa che potrebbe diventare realtà se parti, quali corde va a toccare questa esperienza dentro di te. C’è chi parla genericamente di magia del cammino. Ma non c’è nessuna magia! C’è che nel cammino la tua anima viene ridestata, si risveglia il bisogno di un incontro, sperimenti la provvisorietà e l’essenzialità. Sarebbe bello trovare in libreria qualcosa che aiuti questa decodificazione in termini spirituali».
avvenire

Turismo / Tirana in Albania!

Capitale e maggiore città dell’Albania, Tirana è anche il principale polo politico, industriale e culturale del paese.
Situata lungo il fiume Ishëm, la città vanta una storia millenaria – come testimoniano i suoi numerosi siti archeologici - nonostante la sua fondazione ufficiale sia avvenuta in tempi relativamente recenti (1614).

In virtù della sua posizione centrale, nel 1920 fu scelta come capitale temporanea e sede governo provvisorio stabilito dal Congresso di Lushnjë. Nel novembre 1944 vi si insediò il governo comunista di Enver Hoxha.

Nel corso degli anni ’50 ha vissuto un periodo di notevole sviluppo demografico, economico e sociale.

Oggi la città si presenta attiva, moderna nella mentalità e nelle infrastrutture e vivace dal punto di vista culturale. Molto però si può - e si deve – ancora fare.

Tirana ancora non è una vera e propria città turistica e spesso le sue strutture ricettive non sono di alta qualità; nonostante ciò la capitale dell’Albania merita sicuramente di essere scoperta.

ABITANTI: 726.547 (dato aggiornato al gennaio 2008)

SUPERFICIE: 41,8 km²

DENSITÀ: 14,746 ab./km²

ALTITUDINE: 104 m s.l.m.

CLIMA: il clima della città è di tipo mediterraneo. Gli inverni sono caratterizzati da temperature non troppo fredde, mentre le estati sono calde e molto secche. Le precipitazioni si concentrano nei mesi invernali.

TELEFONO: +355 (0) 4

NUMERI UTILI:


Polizia: 129
Ambulanza: 127
Servizio medico: ABC CLINIC (Qendra Shendetesore) con personale medico sanitario che parla inglese. Tel: +355 4 223 4105 ‎

Week End Benessere e Divertimento a Tirana

Pompei, da scavi emerge affresco Priapo

 © ANSA


POMPEI - Una dimora di pregio su via del Vesuvio con stanze elegantemente decorate e all'ingresso un Priapo affrescato, in atto di pesare il membro su una bilancia, sono emersi nel corso dei lavori di riprofilatura dei versanti della Regio V che affacciano sulla via di Vesuvio, nell'ambito del cantiere dei nuovi scavi. Le operazioni in corso rientrano nel più ampio intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo, che delimitano i 22 ettari di area non scavata di Pompei, previsto dal Grande Progetto Pompei e che interesserà circa 3 km di fronti. Lo rende noto il Parco archeologico di Pompei.
La figura di Priapo, a Pompei ben conosciuto per la raffigurazione che campeggia all'ingresso della casa dei Vettii, oggi appare per la seconda volta in questa domus poco distante.
Dio della mitologia greca e romana, era secondo buona parte delle fonti, figlio di Afrodite e di Dionisio; leggende minori lo vogliono invece figlio di Afrodite e di Ermes o Ares, o Adone o Zeus. Era, gelosa del rapporto adulterino di Zeus con Afrodite, si vendicò con Priapo e gli diede un aspetto grottesco, con enormi organi genitali. Il fallo, così spesso raffigurato in affreschi e mosaici dell'epoca, era ritenuto origine della vita, e per gli antichi romani un simbolo apotropaico, utilizzato contro il malocchio o per auspicare fertilità, benessere, buon commercio e ricchezza. Non è un caso, difatti, che poco oltre un altro fallo in tufo grigio dipinto è emerso, lungo la strada, su una parete del vicolo dei balconi.
"La tutela a Pompei, condotta correttamente e sistematicamente porta a straordinari rinvenimenti - dice il Direttore Generale, Massimo Osanna - Ricerca, conoscenza (e dunque scavo), tutela e conservazione sono aspetti tutti strettamente connessi e non si possono portare avanti se non in maniera sistemica. Via di Vesuvio, da cui provengono i nuovi affreschi, via delle Nozze d'argento e via dei Balconi, dove in questo momento si concentrano i lavori di messa in sicurezza, sono stati in passato oggetto di crolli ripetuti e perdita di materia archeologica (come il volto di Priapo). Interventi non sistematici fatti a posteriori, quando ormai il danno era avvenuto, hanno tamponato momentaneamente le criticità senza risolverle. Il progetto attuale è invece un imponente intervento caratterizzato da sistematicità e rigore metodologico che risolverà le criticità nel complesso, riprofilando i fronti di scavo per tutta la loro estensione".

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Turismo: boom stranieri nel 2018, 216 mln presenze Regioni più scelte Veneto, Lazio, Lombardia, Trentino Alto Adige

Sicilia iStock. © Ansa


Agli stranieri piace l'Italia e quest'amore è sempre più forte nonostante le varie "malattie", dall'abusivismo scoperto anche oggi dalla Guardia di Finanza alla non adeguatezza dei trasporti, che tormentano il turismo italiano. A confermare la notizia è oggi l'indagine dell'Istituto Demoskopika che nel 2018 prevede poco più di 126 milioni di arrivi che dovrebbero generare ben 426 milioni di presenze, con un periodo medio di permanenza di 3,37 notti per cliente. Un andamento in crescita rispetto all'anno precedente: +2,7% di arrivi e +1,3 di presenze. Ma nel 2018 si consolida la fidelizzazione dei clienti stranieri nella scelta dell'Italia come destinazione turistica prioritaria: 62,8 milioni di arrivi a fronte dei 60,5 milioni del 2017 (+3,7%) e 216,4 milioni di presenze a fronte dei 210,7 milioni di presenze dell'anno precedente (+2,7%). Tradotto in incrementi assoluti, si prevede l'arrivo di oltre 2 milioni di turisti stranieri in più che dovrebbero generare un surplus di circa 6 milioni di presenze.
    Sono cinque le destinazioni regionali nelle cui offerte ricettive, in valore assoluto, si concentra circa il 70% dei pernottamenti dei clienti stranieri pari a ben 150 milioni di presenze: Veneto (48,3 milioni di notti), Trentino Alto Adige (30,3 milioni di notti), Toscana (25,5 milioni di notti), Lombardia (24,9 milioni di notti) e, infine, Lazio (21 milioni di notti).
    Invece la permanenza media stimata nel 2018, ossia il numero medio di notti trascorse negli esercizi ricettivi per ogni arrivo, è pari a 3,37 notti per cliente, in calo per la componente della clientela domestica (da 3,35 notti del 2017 a 3,29 del 2018) e sostanzialmente stabile per quella estera (3,48 nel 2017 e 3,45 nel 2018). A livello regionale, la permanenza nelle strutture ricettive dei clienti è in media più lunga nelle Marche (5,30 notti per cliente), in Calabria (4,92 notti per cliente), in Sardegna (4,53 notti per cliente), in Trentino Alto Adige (4,26 notti per cliente) che nelle rimanenti realtà territoriali turistiche regionali. Al sopra della media italiana, pari a 3,37 notti per ogni arrivo, si collocano, inoltre, l'Abruzzo (3,86 notti per cliente), la Puglia (3,84 notti per cliente), la Campania (3,56 notti per cliente), il Veneto e l'Emilia Romagna (3,55 notti per cliente), il Friuli Venezia Giulia (3,45 notti per cliente) e, infine, il Molise (3,38 notti per cliente).
    "E' prioritario - dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - che si metta mano al Piano strategico del Turismo in linea con la programmazione attuata da ciascuna regione consentendo, in tal modo, al documento di trovare concreta attuazione attraverso l'utilizzo condiviso di risorse provenienti dagli enti regionali. Un approccio proficuo oltre che obbligato senza il quale il Piano strategico del Turismo resterà un libro dei sogni o, nella migliore delle ipotesi, potrà assurgere al solo ruolo di linee guida per lo sviluppo del comparto. In questa contesto l'Enit può rappresentare un degno braccio operativo se rinnovato in un'ottica più mirata agli obiettivi da raggiungere". (ANSA).

Mostre di Ferragosto, da Fettolini a Borzelli

 © ANSA


Le tele in blu di Fettolini a Como, le sagome in ferro dipinto di Borzelli a Viterbo, fino alle memorie infantili di Caputo a Castell'Umberto: i linguaggi contemporanei dominano le mostre che si apriranno nella settimana di ferragosto, visitabili nel week end.
    COMO - Scorci di cielo e distese d'acqua, eterei paesaggi dipinti di blu tra realtà e immaginazione: è la mostra di Armando Fettolini in programma negli ambienti dell'ex Chiesa San Pietro in Atrio dal 14 agosto al 2 settembre. Dal titolo "Blu Agostino" e a cura di Simona Bartolena e Salvatore Marsiglione, la mostra presenta una selezione di opere della recente serie dei Blu, nelle quali i paesaggi, da sempre tema prediletto dall'artista, divengono astratti, trasformandosi in luoghi intangibili e infiniti.
    VITERBO - Artiste di epoche diverse, talentuose ma troppo libere e anticonvenzionali per essere tollerate, impegnate nell'arte, nella letteratura, nella scienza e nella politica, che hanno in comune la caratteristica di essere state dimenticate: sono le protagoniste di "Sagome, storie di artiste ignorate", la personale di Rossana Borzelli che si terrà presso lo Spazio Pensilina dal 18 agosto al 15 settembre. Tina Modotti, Seraphine Louis e Claude Cahun sono solo alcune delle donne a cui Borzelli rende omaggio attraverso suggestivi ritratti realizzati su sagome di ferro dipinto, alte 2.50 metri. ASCIANO (Si) - Si intitola "Lauretana 2018" la mostra personale di Anna Sala, allestita dal 19 agosto al 30 settembre presso la Torre de' Bandinelli. Nate dal colloquio surreale tra l'artista milanese e l'intimità/sacralità del paesaggio lauretano, le opere esposte evocano l'antica via Lauretana che congiungeva, fin dal Medioevo, Siena e le Crete Senesi con il Santuario Mariano di Loreto e con l'Oriente, attraverso il mare dalle Marche.
    ALBI (Cz) - "Origins" è la prima mostra d'arte Contemporanea nel Museo delle Arti e delle Tradizioni del Parco Nazionale della Sila, dedicata ai due giovani artisti albesi Domenico Canino e Valeria Dardano. Nella bipersonale gli artisti, esaltando il dialogo costante fra visibile e invisibile, vogliono sensibilizzare le comunità locali a valorizzare il patrimonio del luogo in cui vivono e al tempo stesso ad aprirsi a contaminazioni provenienti da differenti contesti.
    CASTELL'UMBERTO (Me) - Dal 19 agosto al 2 settembre il Frantoio Cinquecentesco dell'antico borgo di Castanìa di Castell'Umberto accoglie alcuni dipinti e una scultura di Ilaria Caputo nella personale "Per ricordi, case e richiami. Presenze di memoria a Castanìa". L'esposizione ripercorre i ricordi infantili dell'artista palermitana lungo un itinerario che si muove tra differenti nuclei tematici (fiori, animali, frutti), in cui le opere sono realizzate contaminando vecchi e nuovi materiali e utilizzando supporti eterogenei. (ANSA).