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Turismo religioso: il nuovo pellegrino diventa viaggiatore

Sopra i cinquant'anni, tende a tenere sotto controllo i costi, ma desidera i comfort di un servizio di buon livello. Non si muove in grandi gruppi e, dell'esperienza, apprezza sempre di più la dimensione individuale rispetto a quella comunitaria. Quando poi la destinazione lo consente, è interessato a conoscere la cultura dei luoghi che attraversa entrando anche in contatto con le altre fedi. 
È il turista religioso, profilo a cui guardano con attenzione diversi operatori della Penisola che per questo tipo di viaggiatore mettono a punto programmazioni ad hoc che, senza correre dietro a mode o a tendenze passeggere, sono in continua evoluzione.
"Rispetto al passato si è un po' perso il senso del gruppo - sottolinea Sara Rusconi, responsabile reparto pellegrinaggi e gruppi di Rusconi Viaggi -. Dalle parrocchie non si parte più riempiendo pullman interi da 50/60 posti. La maggior parte delle richieste che arrivano sono individuali che poi noi aggreghiamo". Simile l'esperienza di Silvano Mezzenzana, vice presidente di Duomo Viaggi. "È sicuramente più presente l'attenzione al singolo. Una dimensione che si sposa con una spiritualità più intima e profonda, ma anche con una maggiore richiesta di quei pellegrinaggi che, come i Cammini, si fanno da soli o in piccola compagnia". 
Ma a cambiare sono anche, per Barbara Chiodi, direttore di Brevivet, i contenuti stessi del viaggio. "Si pone sempre più attenzione ai contenuti biblici e pastorali. Sia nei santuari mariani che nei luoghi della fede bisogna sempre porre molta cura al particolare per non deludere le aspettative del fedele". Il quale, malgrado non sia disposto a spendere cifre da capogiro, è comunque alla ricerca di soluzioni confortevoli. 
"Trattandosi spesso di viaggi impegnativi, ricchi di visite e camminate, si tende a scegliere sistemazioni comode, ma non di lusso" evidenzia Rusconi. Quando è possibile si cerca poi di privilegiare le strutture che, a vario titolo, sono riconducibili alla Chiesa. "In Terra Santa ci rivolgiamo di solito alle pensioni gestite dai francescani o dalla comunità cristiana locale e in ogni caso - aggiunge Mezzenzana - cerchiamo sempre di avere un interlocutore della Chiesa". 
Ma se i pellegrinaggi nei grandi santuari mariani d'Europa lasciano poco spazio all'approfondimento culturale, è nei luoghi devozionali in Medio Oriente che quest'aspetto acquista rilevanza. "A Lourdes - osserva Rusconi - si va esclusivamente per pregare, mentre in destinazioni come l'Armenia, il Libano e la Giordania biblica, si riesce più facilmente a fondere l'aspetto spirituale con l'approfondimento archeologico". 
Gli sforzi degli operatori vanno anche verso una maggiore connotazione interconfessionale dell'esperienza. "Da un paio di anni - interviene Chiodi - abbiamo introdotto un nuovo segmento Cultura e Religione che, appunto, vuole spingere i nostri viaggiatori alla scoperta delle radici delle culture religiose".
ttgitalia

Turismo Religioso al Calvario di Domodossola (Video)



Video per la promozione del Sacro Monte Calvario di Domodossola e della Casa di Ospitalità Religiosa dei Rosminiani.

A cura di Giuseppe Serrone, giornalista Free Lance, Direttore e Fondatore di Turismo Cultuale.

webmaster: turismoculturale@yahoo.it

Il turismo religioso al Sacro Monte Calvario di Domodossola: sfide e opportunità

Tra visitatori, pellegrini e appassionati di arte e cultura, un settore ancora in gran parte da esplorare e su cui la Casa di Ospitalità Sacro Monte Calvario di Domodossola  può scommettere per la sua crescita e il suo sviluppo.

Occorre comprendere la nuova esigenza di spiritualità andando oltre le mete devozionali della tradizione. L'offerta può essere ampliata e promossa per favorire nuove opportunità. 

I giovani sono al centro di questo processo. E al Calvario esiste un nutrito gruppo di giovani volontari che potrebbe essere un prezioso potenziale di rinnovamento. 

Le prospettive per i prossimi anni? Molto buone, a patto che si faccia sinergia e si mettano in relazione luoghi e servizi con un marketing in grado di promuovere il nostro patrimonio religioso (Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco dal 2003) in Italia e sopratutto anche all'estero.
(post a cura di Giuseppe Serrone).
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L'articolo che segue,  tratto da Manager Italia, del professor Alessandro Cugini è una sintesi della relazione "Comunità coese per lo sviluppo dei territori", presentata nel corso dell'ultima edizione di Koinè (Vicenza, 16-18 febbraio), la principale piattaforma europea d´incontro dedicata alla filiera internazionale del settore religioso (dall'arredamento liturgico e i componenti per l'edilizia ai paramenti sacri, dagli articoli religiosi all'editoria, organi e strumenti musicali, servizi, viaggi, pellegrinaggi) ospitata e organizzata da Italian Exhibition Group.

Prima di affrontare il tema degli itinerari religiosi in Italia e valutare le loro prospettive per il futuro, è opportuno porsi una domanda: qual è il rapporto oggi tra giovani, religione e spiritualità? Armando Matteo parlò per primo della "prima generazione incredula” e del difficile rapporto tra i giovani e la fede (Vita e Pensiero, 2009). Iniziarono quindi ricerche quantitative: nel 2013 l’Istituto Toniolo registrò che i giovani under 30 che si dichiaravano credenti nella religione cattolica erano il 55,9%, atei il 15,2%, agnostici il 7,8%, credenti in un’entità superiore il 10%. Solo il 15,4% disse di partecipare a un rito settimanale. L’anno dopo (La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani, 2014) registrò che alla domanda: “Lei crede a qualche tipo di religione o credo filosofico?” la percentuale dei sì era scesa al 52,2%.

Successivamente, iniziarono analisi qualitative: Rita Bichi e Paola Bignardi (A modo mio, giovani e fede in Italia, Vita e Pensiero) rilevarono che “La quasi totalità dei giovani intervistati mostra un atteggiamento positivo nei confronti dell’esperienza di fede. Anche chi dichiara di non essere credente afferma che credere dà speranza, consolazione, aiuto, amore. Se dunque sotto la coltre di superficialità e di indifferenza si riesce a scavare, emerge una sensibilità umana aperta alla trascendenza alla ricerca di Dio. Una ricerca non esplicita, ma nascosta nelle domande di senso, di pienezza, di intensa umanità”. Paolo Squizzato (Dalla cenere la vita - Un percorso di consapevolezza, Paoline) la definisce “termometro di grande sete di spiritualità che nella Chiesa fatica a trovare risposte. Come Chiesa diamo religione, ma c’è un abisso tra religione e spiritualità. Solo nel silenzio, nell'interiorità, riposa Dio”. Alessandro Castegnaro (Giovani in cerca di senso, Qiqajon) registra che tra le due collocazioni estreme (integralisti e atei-agnostici) esiste una vastissima terra di mezzo invisibile. In essa si muovono i nuovi cercatori spirituali, le spiritualità non formali, i partecipanti occasionali agli eventi liturgici, chi partecipa per “imprinting” ai cosiddetti “tempi forti”, quelli che leggono nella natura, nella cultura, nell’arte, nella socializzazione di un percorso fisico (Cammino) un’emozione spirituale.

A ottobre 2018, nel documento finale del sinodo dei vescovi I giovani, la fede e il discernimento vocazionale (§ 49 Spiritualità e religiosità), ritroviamo che “i giovani dichiarano di essere alla ricerca del senso della vita e dimostrano interesse per la spiritualità”. Con un’avvertenza però: “Tale attenzione si configura talora come una ricerca di benessere psicologico più che un’apertura all’incontro con il mistero del Dio vivente. Rimangono vive, però, alcune pratiche consegnate dalla tradizione, come i pellegrinaggi ai santuari, che a volte coinvolgono masse di giovani molto numerose, ed espressioni della pietà popolare, spesso legate alla devozione a Maria e ai Santi, che custodiscono l’esperienza di fede di un popolo”.



L’animazione territoriale per la valorizzazione delle comunità
La premessa iniziale fotografa il sentiment religioso dei giovani in Italia. Ci si può chiedere ora se la valorizzazione e la promozione dei nostri territori, delle nostre aree interne, possa avvenire attraverso la fruizione del patrimonio religioso culturale e materiale per creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo culturale, sociale ed economico. La risposta a questa domanda è affermativa, ma ad alcune condizioni. Ricercatori italiani (come Salvio Capasso, SRM 2014) hanno studiato questo fenomeno attraverso un moltiplicatore di presenza che tiene conto della quantità e della qualità del fenomeno turistico di un’area. Il sistema auspicato dovrebbe comporsi di idonei servizi (alloggi, logistica, ristorazione, agenzie di prenotazione, attività culturali, sportive e ricreative) e di offerta innovativa e multidisciplinare. La multidisciplinarietà deve essere l’elemento chiave per avviare un'animazione territoriale basata sullo studio del territorio nelle sue diverse componenti (società e ambiente, attori e risorse, storie e tradizioni, cultura ed arte, spiritualità e pastorale). In questo senso la ricerca dovrà essere sottoposta a esperti di teologia e arte, di pianificazione territoriale e urbanistica, di geografia, di scienze naturali, di storia e filosofia, di psicologia sociale ecc. Ma non basta: serve il consiglio e il consenso della popolazione, spesso aliena dal considerare questo patrimonio una risorsa sociale ed economica. 

Questo tipo di approccio consentirà di “evitare l’errore commesso in passato di imporre dall’alto scelte sul territorio non coinvolgendo i soggetti economici che qui sono già radicati, incentivando quei processi di sviluppo locale che comunque esistono - seppure con regole e modalità proprie - in alcune aree anche del meridione” (Paola De Vivo, FrancoAngeli). In questa ricerca deve essere determinante il ruolo da accordare ai giovani del luogo. Questi possono fornirci la chiave della più opportuna offerta culturale-spirituale locale, magari congiunta con quella naturalistica, ambientale ed enogastronomica. Nella Conferenza internazionale di Cancun, Benedetto XVI rimarcò: “La possibilità che i viaggi ci offrono di ammirare la bellezza dei paesi, delle culture e della natura ci può condurre a Dio”, favorendo l’esperienza della fede, "difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro Autore" (Sap 13,5).

Il turismo spirituale per la coesione sociale di comunità
Partendo da ciò, il sistema potrà contribuire alla nascita di una nuova coesione comunitaria se sarà composto da elementi che turisticamente siano in grado di soddisfare domande di esperienza individuale, di un kairòs (es.: sentiero per meditazione e pellegrinaggio, anche individuale e fuori dagli eventi collettivi); teologicamente siano coerenti con la presenza fisica e pastorale della chiesa locale (es.: illustrazione storica e artistica dei beni culturali ecclesiali locali); organizzativamente creino nuovi servizi (es.: Infopoint) e opportunità di lavoro. Economicamente sia composto da una rete di attori locali che contribuiscano all'equilibrio economico del rapporto entrate/uscite complessivo (es: la rete di servizi accoglienza, alloggio, refezione ecc. dovrà contribuire a finanziare l'ente che realizza il sistema complessivo).

Questi elementi organizzativi non sono facili da comporre: il primo proviene da una domanda emozionale individuale, il secondo da finalità ecclesiali, il terzo dal contesto umano e il quarto è di carattere economico. Vi sono alcuni casi di successo già avviati, altri in fase di avvio: personalmente sto curandone uno nel territorio sorrentino-amalfitano, nel piccolo Comune di Pimonte, che grazie alla sua conformazione montana sta riscoprendo sopite tradizioni di pellegrinaggi verso luoghi sacri e storici, naturalistici e panoramici, per provocare anche emozioni di turismo spirituale. Come scrisse un amico, “l'heritage culturale per una nuova economia della bellezza… è l'unico segmento a concentrarsi sul mood, sul feeling e sul sentiment del viaggiatore contemporaneo" (Federico Massimo Ceschin, Non è petrolio, Claudio Grenzi Editore). Il turismo spirituale, o come lo chiamo io "Religious light tourism" (Cugini, SAF-PFTIM 2019) può aiutare sia giovani alla ricerca di senso della vita attraverso la bellezza sia altri a crearsi un proprio lavoro nel campo della divulgazione spirituale, della guida escursionistica, della ricettività alberghiera o presso altri operatori turistici.

Qualche numero su cui riflettere
La domanda moderna di turismo devozionale si sta trasformando in quella di turismo religioso integrato dalla cultura. Ma è difficile misurare questa trasformazione. Troppo facile dire che è turismo religioso la visita a una delle circa 100mila chiese o a uno dei 1.700 santuari italiani e che il dato annuale di presenze sia di oltre 6 milioni. Anche se rilevassimo questo dato nazionale mediante il computo della ricettività, paradossalmente avremmo difficoltà a capire la motivazione religiosa o meno del viaggio: per gli arrivi dall'estero, tutte le rilevazioni istituzionali, poi, sono generiche (i moduli chiedono solo se "per vacanza" o "per lavoro"). Questa difficoltà mi è confermata dal recentissimo e tradizionale XXII Rapporto sul turismo italiano del Cnr-Iccs, del quale ho assistito alla presentazione nel corso della Bit di Milano, lo scorso febbraio. Esso non include il turismo religioso tra le sue analisi: i settori sono mare, montagna, città d'arte, terme, laghi, crociere, nautica, congressi, enogastronomia e sport. Turista e pellegrino si incontrano qualora l’esperienza del turismo religioso abbini i tratti caratteristici del turismo a quelli della religione, o meglio della spiritualità. È il passaggio dal turismo religioso a turismo spirituale, del quale non esistono né potranno mai esistere rilevazioni, essendo un fenomeno sociale e non economico. Possiamo dire solamente che l'attenzione del turista alla ricerca di senso, all'esperienza, alla fede è in forte incremento: si pensi allo sviluppo negli ultimi anni dei cosiddetti Cammini.

Opportunità e sfide: oltre il cristianesimo
In Italia oggi il turismo religioso è incoming verso le mete devozionali, ma anche outgoing di italiani in Terra Santa, a Lourdes ecc. Noi siamo e restiamo il paese del turismo devozionale cristiano della confessione cattolica. Solo negli ultimi anni si avvertono aperture della Cei sulla trasformazione verso il turismo spirituale. La sfida è dunque quella di offrire un’esperienza spirituale non solo cristiana: dobbiamo impegnarci perché il turismo religioso si rivolga a soddisfare una spiritualità più ampia di quella cristiana che attragga il turismo estero, in gran parte non cattolico. Il turismo religioso che prevedo è “light”, cioè “più ampio e leggero”, accessibile non solo ai credenti di una religione, intesa come forma devozionale tradizionale, ma anche ai non praticanti alcuna religione, a coloro che siano di ogni età, fede o nazionalità, anche al di fuori del cristianesimo, siano desiderosi di una “esperienza di senso”. Il sentimento religioso tratto dall’esperienza spirituale è perfino per l’esistenzialismo - tendenzialmente agnostico - l'unica testimonianza interiore della verità di fede. Su questa prospettiva è chiara la nostra debolezza e impreparazione sul piano della specializzazione: per le guide turistiche adatte a tale nuova esigenza ci sono buone pratiche, come la Scuola Arte e Teologia della Facoltà Teologica di Napoli, che formano queste nuove figure professionali.

Il ruolo del management 
Proprio perché è in atto una trasformazione - non solo per le confessioni cristiane - dal turismo devozionale a quello dei “turisti della fede”, da un punto di vista manageriale occorre comprendere i bisogni della nuova domanda turistica e organizzare nuovi servizi per soddisfarla. C’è chi vuole il silenzio e la meditazione (la risposta sono le vacanze di soggiorno in monasteri, eremi, case d´accoglienza) chi vuole "itinerari spirituali" (l'offerta è dei cammini che prolificano in tutto il territorio nazionale; chi chiede viaggi leisure con motivi culturali accessori (si organizzano pacchetti tailored di arte sacra, bellezza del paesaggio, enogastronomia e natura). 

Il ruolo del management è decisivo perché deve garantire - specie agli stranieri che ci giudicano inflessibilmente - il rapporto qualità/prezzo rispetto ad altri paesi concorrenti che in pochi anni ci hanno sorpassato nelle classifiche mondiali, pur non possedendo il nostro patrimonio storico, artistico, culturale e soprattutto gestire flussi, il marketing territoriale e garantire un approccio strategico diffuso. Se l'obiettivo è mantenere il 5° posto, la valorizzazione del "Religious light tourism" italiano potrà contribuire a conseguirlo integrando l'attuale turismo religioso tradizionale, devozionale, cattolico con altre proposte in linea con la sensibilità contemporanea.

Al Calvario di Domodossola anche esperienze di Turismo Conviviale

Anche per la Casa di Ospitalità religiosa del Sacro Monte Calvario di Domodossola può essere il turismo conviviale la declinazione al futuro – perché profetica – di quello che fino ad oggi è stato il turismo religioso! 


È quanto affermato da don Gionatan De Marco, direttore dell’ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, nella pubblicazione “Turismo conviviale. Declinazione al futuro del turismo religioso. Lettera a Mohamed ed Elisheva” (edizioni Nicola Palumbi, 2019).
Ma come il turismo può definirsi conviviale? Il turismo conviviale è un tempo, uno spazio, e un’esperienza. È anzitutto «un tempo – afferma don De Marco – in cui le persone si incontrano e condividono insieme il tempo di un viaggio in cui scoprire la bellezza della convivialità delle differenze e dove l’egoismo viene gettato in mare a discapito della solidarietà e dell’amicizia. Il turismo conviviale è poi uno spazio in cui scoprire la bellezza della prossimità capace di guarire il dolore della solitudine e in cui si riscopre la bontà dell’altro. Il turismo conviviale è infine un’esperienza in cui le storie di ognuno divengono il vero paesaggio da scoprire e da arricchire, in cui si scopre la bellezza della felicità alternativa che nasce dal dare più che dal ricevere».
Facile pensare al Mediterraneo, un mare sulle cui sponde si sperimenta la convivialità delle differenze e dove l’umanità ha scoperto le relazioni e l’incontro tra culture e civiltà diverse. Il Mediterraneo che anche oggi è al centro di scambi e di un turismo che non sempre sa, però, apprezzare la bellezza, la cultura e la stessa missione che la storia ha affidato a questo specchio d’acqua. «Oggi, tante forze ci obbligano – ha sottolineato don De Marco – a volgere la nostra attenzione ai confini, per difenderli. Il nostro mare non è un confine, ma è prospettiva, orizzonte e, nello specifico, il Mediterraneo è la bellissima e straordinaria tavola attorno alla quale siamo seduti insieme».
Quando ci accostiamo al turismo religioso, andiamo con la mente ai pellegrinaggi ai grandi o piccoli santuari, a una vacanza in un monastero che sia oasi della nostra spiritualità, a un’esperienza missionaria o anche alla partecipazione a un appuntamento nazionale o internazionale dell’associazione o del movimento cui facciamo parte, un campo estivo di preghiera, lavoro o volontariato. Il turismo conviviale non cancella tutto questo ma lo sublima, offrendo una nuova prospettiva. Non l’esperienza in sé ma lo spirito con la quale si vuol vivere questo tempo e questa esperienza. «L’esperienza di un turismo conviviale, vuole restituire ad ogni persona – spiega don Di Marco – la percezione autentica della sua domanda di felicità. E non ci sarà mai turismo conviviale se, prima che proposte di viaggio, non siamo capaci di offrire messaggi per la vita e la speranza».
Il turismo conviviale può attivare anche prassi di economia, quella che don Di Marco chiama «l’economia della bellezza condivisa» che non rinuncia certo alla produzione di valore, ma lo fa attraverso il processo senza fare dell’obiettivo un’ossessione, diventando un’economia armonica.
fonte: insiemeragusa.it

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone turismoculturale@yahoo.it

Sicilia in prima linea per il turismo religioso


Il Dipartimento Turismo della Regione Siciliana partecipa al Simposio euromediterraneo organizzato dall’Ufficio Nazionale Tempo Libero, Turismo e Pellegrinaggi della Conferenza Episcopale Italiana dal titolo “Verso un’identità del Turismo religioso”, il cui prossimo appuntamento è in programma oggi e domani, venerdì e sabato 17 e 18 maggio, a Sotto il Monte, luogo che ha dato i natali a San Giovanni XXIII, dove si parlerà per l’occasione di esperienza e convivialità.
La struttura organizzativa dell’incontro prevede la costituzione di “tavoli delle competenze”, ognuno dei quali coordinati da un facilitatore. Una sessione plenaria conclusiva restituirà i risultati emersi nei tavoli e produrrà un documento di sintesi sul lavoro svolto, dal quale emergeranno potenzialità e criticità da tenere in considerazione per la gestione e lo sviluppo di questo segmento turistico. Molti i temi in discussione all’interno del tavolo: il coordinamento dei vari cammini di fede, guide turistiche e luoghi sacri, la creazione dei Parchi ecclesiali culturali, le azioni di marketing per incrementare i flussi inbound.
La Sicilia è tra le Regioni italiane che compongono il tavolo nazionale sul turismo religioso costituito tra la CEI e la Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Un tavolo regionale, in analogia a quanto avvenuto a livello nazionale, si è insediato lo scorso gennaio a Palermo. Ad esso partecipano i rappresentanti dell’assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, dell’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, dell’Ufficio per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport della Conferenza Episcopale Siciliana e dell’Ufficio per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto della CESi.
travelnonstop

TURISMO A Trani un corso di alta formazione in turismo religioso


Trani, turismo religioso
Health Collection Institute, con sede in Trani, istituisce il Corso di Alta Formazione in Turismo religioso, con l'obiettivo di far acquisire agli iscritti una conoscenza specifica degli aspetti teologici e pastorali indispensabili a chi opera nell'ambito del Turismo Religioso e una conoscenza tecnico-professionale, con un taglio connesso con l'operatività in ambito turistico. Il corso ha una durata complessiva di 120 ore, suddivise in una parte teorica in modalità online (80 ore) e una parte pratica in presenza (40 ore).

Il percorso prevede tre ambiti formativi:
- conoscenze teologico - pastorali finalizzate alla comprensione e interpretazione del complesso mondo religioso con particolare attenzione all'ambito territoriale;
- competenze professionali in ambito turistico di interesse religioso;
- area di carattere applicativo inerente alla professione turistica in ambito religioso.

Al termine del Corso, si svolgerà una Prova finale consistente nella redazione di un piano di gestione e promozione di un itinerario o servizio del turismo religioso a livello territoriale e verrà rilasciato un Attestato di partecipazione.
traniviva

Santuario di Oropa, restauri nel 500° dell'incoronazione della Madonna nera

Le impalcature circondano il Santuario di Oropa. I restauri sono iniziati (Roberto Ramella)

Sono ormai avviati i lavori di restauro della Basilica superiore del santuario di Oropa (Biella) che termineranno nella primavera del prossimo anno, a pochi mesi dal quinto centenario dell’Incoronazione della statua della Madonna. Un intervento indispensabile, dopo il distaccamento di una lastra di marmo nelle pareti interne della Basilica avvenuto nel 2017.
«Gli interventi più urgenti per garantire la messa in sicurezza della Basilica e la sua riapertura riguardano i rivestimenti e le strutture in pietra della facciata principale, il rivestimento delle colonne interne, le colonne del pronao esterno, i rivestimenti marmorei interni, i rivestimenti della cupola di rame alta 60 metri, i cornicioni laterali della Basilica, il ripristino delle guaine di copertura, la manutenzione straordinaria di alcune coperture in lose e il completamento della facciata principale» spiega l’architetto Emanuela Baietto, direttore lavori. Lavori che coinvolgono quasi tutte ditte locali offrendo opportunità di rilancio per il territorio.
Lavori ingenti – una spesa di 3,5 milioni di euro – che sono stati avviati grazie a una cordata, guidata da Franco Ferraris, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, che vede coinvolte Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, Biverbanca, Banca Sella, Banca Simetica, Alicanto Capital, Conferenza episcopale italiana, Unione industriale biellese, Camera di commercio di Biella e Vercelli, Oftal ( Opera federativa trasporto ammalati Lourdes).
«Pur essendo giunto in diocesi da pochi mesi – commenta il vescovo di Biella Roberto Farinella – ho avuto modo di ammirare fin da subito la collaborazione e la presa a cuore del nostro caro Santuario nell’urgenza di provvedere ai necessari lavori di restauro. Sappiamo che per la sua storia la grande chiesa, inaugurata negli anni ’60, è diventata il naturale coronamento della bellezza dell’intero complesso del Santuario. Le sue dimensioni permettono di poter accogliere i grandi pellegrinaggi che salgono a Oropa per venerare la sacra effigie della Madonna bruna».
Una devozione e un’affluenza di pellegrini di cui è testimone il rettore Michele Berchi: «Ogni anno, in questo santuario vengono accesi circa 120mila lumini alla Madonna. È una cifra impressionante, soprattutto se si calcola che coloro che fanno questo atto di devozione non sono la maggioranza dei fedeli e, inoltre, che i fedeli non rappresentano che una parte dei frequentatori di Oropa. Penso che agilmente potremmo moltiplicare per quattro questo numero per averne l’ordine di grandezza adeguato per comprendere quante persone salgono annualmente al Santuario di Oropa».
E della «capacità» di Oropa di «mettere insieme il meglio delle risorse umane, spirituali, affettive ed economiche» dice sempre il rettore: «È proprio la fede come è vissuta a Oropa, quella fede genuina del popolo di Dio affezionato alla sua Regina, una fede aperta a tutti, capace di far spazio a tutti senza barriere e divisioni, consapevole del contributo che può dare a tutti e del bisogno del contributo di tutti che rende possibile che Oropa e… sì, anche la Madonna di Oropa, sia di tutti; che qui, a Oropa, tutti possano sentirsi Figli di una Regina, come annuncia lo slogan del 2020».
Avvenire

IEG: A KOINÈ IL TURISMO SPIRITUALE TRA ESPERIENZE SECOLARI E INNOVAZIONE

Al primo posto c’è la Basilica di San Francesco di Assisi, quindi la Santa Casa di Loreto, il Santuario di San Pio da Pietrelcina e Sant’ Antonio a Padova. Poi arrivano luoghi inattesi come l’Eremo di Santa Caterina del Sasso di Varese e il santuario di Maria Santissima Addolorata di Isernia. A Koinè 2019, la rassegna internazionale di artigianato sacro, edilizia di culto e turismo religioso in corso fino a domani nel quartiere fieristico di Vicenza con l’organizzazione di IEG (Italian Exhibition Group), la mostra fotografica “Paesaggi dell’anima” rivela le scelte dei più giovani per le mete spirituali sentite vicine alla propria sensibilità.

Una ricerca che sarà pubblicata integralmente nel numero di maggio di Koinè Magazine (www.koinemagazine.it), condotta dall’Osservatorio Arti Sacre in collaborazione con Koinè Ricerca e l’Università di Padova dal 14 maggio 2018 al 30 gennaio 2019, ha chiesto a oltre 3000 giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni, di indicare i luoghi di culto cattolici italiani ritenuti importanti per la religiosità. I luoghi menzionati sono risultati 431 con una provenienza geografica degli intervistati del 64% del Nord Italia e 36% del Centro sud. Al di là del toto-classifiche, spiegano i promotori dell’indagine, la ricerca: «Evidenzia un’interessante costellazione di luoghi che attraversano la penisola da nord a sud, da est a ovest, rendendo tutto il nostro Paese un luogo dell’anima».

Il filone del turismo religioso-spirituale è la novità dell’edizione del trentennale di Koinè. Nella tre giorni vicentina 17 convegni e seminari sul tema e due focus specifici sui santuari, nell’ambito del 1° Meeting del turismo spirituale nato in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana, mettono insieme gli operatori professionali dell’accoglienza con gli operatori pastorali di diocesi e parrocchie per sviluppare una rete tra i luoghi del patrimonio religioso, culturale e artistico dell’Italia che ha l’obiettivo di valorizzare i territori e creare nuove opportunità di crescita sociale ed economica.

Stamane è stato lanciato a Koinè il bando per un concorso di idee per la progettazione e la realizzazione di due “corone” per la statua della Vergine Maria e del Bambino Gesù del santuario di Oropa in occasione della quinta incoronazione della Madonna nera che ricorre ogni 100 anni e prevista il 30 agosto 2020. Gli enti promotori – la diocesi di Biella e l’Ente autonomo laicale di culto “Santuario di Oropa”, in collaborazione con l’Ufficio nazionale dei Beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale italiana – si rivolgono ad artisti ed accademie di belle arti perchè li aiutino a “riprendere un gesto della tradizione per riallacciarlo alla contemporaneità” con un oggetto che “possa far sentire coinvolti e abbracciare tutti, non solo coloro che sono devoti ad Oropa e ai santuari mariani perchè, come rende evidente il logo della V Incoronazione, la corona più preziosa per la Madonna sono tutti i suoi figli” (www.santuariodioropa.it; info@santuariodioropa.it).

Stimolati dall’iniziativa lanciata dal santuario di Oropa e dal Museo del gioiello di Vicenza, la Hall 2 della Fiera ospita un’interessante esposizione di bozzetti di studio prodotti dalla Scuola d’arte e mestieri di Vicenza sul tema delle corone per immagini sacre raccolti nella mostra “Tra gloria potenza. Corone”.

Il Sacro Convento di san Francesco di Assisi ha affrontato, invece, il tema della sostenibilità ambientale dell’intero complesso monumentale condividendo con i presenti a Koinè 2019 l’esperienza innovativa del “Progetto Fra’ Sole”. Presentato alla fine dello scorso anno, il progetto di cui IEG è partner tecnico tramite Ecomondo, nasce dall’esigenza di gestire in maniera più efficiente i consumi di acqua ed energia, il processo di raccolta, differenziazione e smaltimento dei rifiuti compresa una strategia di riduzione degli imballaggi, per arrivare a coinvolgere in maniera integrata la vita quotidiana dei frati e i flussi degli oltre sette milioni di pellegrini che visitano ogni anno la tomba del Poverello di Assisi. Nell’intenzione dei promotori c’è l’intenzione di costruire un modello che possa avere applicazione in strutture simili in Italia e nel mondo. «Un’azione di riduzione di impatto ambientale sulla Tomba di san Francesco – affermano i promotori - ha una valenza simbolica che va oltre ai risultati di progetto. Farlo nel contesto della Laudato si’ di papa Francesco, completa il quadro che caratterizza il Progetto Fra Sole»
fonte:  comunicato stampa

24 / 27 novembre 2018 - Assisi (PG) Btri, “Itinerari di Fede, Arte e Cultura”



ENIT  Agenzia Nazionale del Turismo patrocina la Borsa del Turismo Religioso Internazionale, l'evento di incontro e scambio tra i vari attori del mercato turistico religioso e culturale. Si rivolge al mondo del turismo religioso e dei pellegrinaggi, del turismo culturale, artistico e storico, dei territori, per far emergere le eccellenze dell'offerta nei rispettivi campi, offrendo loro la opportunità di incontro con altri attori di mercato, i buyer del mondo turistico, gli opinion leader della comunicazione, i professional della cultura, dell’arte e dei servizi. L'evento sarà anticipato da un press tour, calendarizzato dal 21 al 25 novembre, al quale parteciperanno 15 giornalisti, italiani e stranieri in visita ad Assisi e ai territori limitrofi. 


Quaresima 2019, Settimana Santa e Pasqua al Sacro Monte Calvario di Domodossola. Proposta per le parrocchie


Il Rettore del Santuario del Sacro Monte Calvario di Domodossola don Pierluigi Giroli scrive a tutti i Parroci  per sottoporre alla loro cortese attenzione il programma delle celebrazioni del tempo di Quaresima della Settimana Santa e di Pasqua 2019. 

Con vero piacere ha invitato le comunità parrocchiali  a partecipare e a unirsi nella preghiera alla comunità religiosa del Noviziato Rosminiano della Provincia Italiana di “San Maurizio” venendo in pellegrinaggio, e magari partecipando all’animazione dei riti dei prossimo tempi forti dell'anno liturgico. 

Fin dal lontano 1657 il Sacro Monte Calvario di Domodossola fu luogo di pace, di preghiera e di meditazione.

Il complesso di edifici costruito sulla sommità del colle, con il passare di quei primi decenni dell'ottocento, ritrovò in parte la sua vitalità di casa per ritiri spirituali e luogo di preghiera diventando soprattutto casa di formazione dell'Istituto. Dopo alterne vicende, dal febbraio 1828, con la venuta di Antonio Rosmini divenne la culla dell’Istituto della Carità (Padri Rosminiani) da lui fondato.

Dal 1976 si è ripresa con rinnovato vigore l'ospitalità per quanti desiderassero nella pace e nel silenzio incontrare Dio e coltivare la crescita del proprio spirito nella fede.
Nel 1991, dalla Regione Piemonte è stata istituita anche la RISERVA NATURALE SPECIALE REGIONALE.

Per tutto il tempo di Quaresima, ogni domenica, alle ore 15.00 si può partecipare alla solenne Via Crucis che si svolge lungo la Via delle Cappelle partendo dalla città via via salendo. E' possibile per gruppi parrocchiali animare la Via Crucis e trascorrere la giornata o il fine settimana al Calvario con possibilità di ospitalità, di vitto e alloggio. 


Per info e prenotazioni
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Fare rete sul Turismo Religioso



Il messaggio lanciato da Antonio Troisi sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 13 luglio scorso agli Enti locali a “fare squadra” sul turismo religioso in Puglia, va condiviso e fortemente sostenuto. Il prof. Troisi ricorda che sin dal 2013 i Comuni di Bari, San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo gettarono le prime basi progettuali per la realizzazione di un piano riguardante il turismo culturale e religioso nel territorio pugliese. Al progetto si unì il Comune di Canosa di Puglia. I tre Comuni si impegnarono a promuovere iniziative congiunte tese a valorizzare le tradizioni religiose, culturali e storiche dei rispettivi territori, e programmare interventi con finanziamenti europei attraverso progetti mirati che potessero interessare anche le attività economiche connesse ai pellegrinaggi dei fedeli.
Solo il Comune di Foggia, successivamente, avanzò una richiesta-protesta per aver escluso dall’iniziativa il Santuario dell’Incoronata, meta di migliaia di pellegrini che, attraverso una devozione antichissima, raggiungono il Santuario per rinnovare i tradizionali sentimenti di fede.
E il Comune di Lucera?! Sembra che non sia stata presa alcuna iniziativa concreta al riguardo.
STRABISMO CULTURALE - Bisogna riconoscere che si è fatto poco o niente in questo particolare settore, che potrebbe essere la principale fonte reddituale per la nostra disastrata economia. Si tratta di vero “strabismo culturale” che non può indurre alla rassegnazione.
Occorre anche ammettere che per realizzare un valido piano progettuale, che dia la possibilità a tanta gente di visitare le bellezze artistiche e monumentali di cui la nostra terra è ricca, necessitano mezzi e strumenti, ma soprattutto uomini capaci, sorretti da una concreta volontà politica.
FARE RETE – Sul turismo religioso in Puglia e nella Daunia in particolare, tuttora le iniziative tendono a muoversi in ordine sparso, sebbene sia il Comune di San Giovanni Rotondo,  per la rilevante notorietà di San Pio da Pietrelcina, a dare un forte impulso e fare da capofila,  unitamente al Comune di Monte Sant’Angelo, per il Santuario di San Michele. Tuttavia le aspettative sono alquanto deludenti, come è stato riportato sulla Gazzetta del 16 luglio dagli operatori del settore della città dell’Arcangelo.
Bisogna quindi “fare rete” e coinvolgere anche quelle Istituzioni ed Enti che hanno tutto l’interesse per la tutela e la promozione di attività legate alla valorizzazione delle bellezze culturali e storiche dei loro territori.
E’ necessario  costruire ponti… come ripete Papa Francesco! In primis la città di Lucera, che primeggia per le sue bellezze artistiche e monumentali, finora rimasta fuori da ogni fattiva iniziativa, dovrebbe scuotersi! Infatti, la città federiciana non può rimanere nell’ombra con  le sue antiche chiese in stile barocco, la sua Cattedrale (1300- 1311) di architettura gotico-angioina, la Basilica Santuario di San Francesco (1301) di stile gotico-romanico. Lucera, oltre ad essere “Città d’Arte” per i suoi stupendi palazzi gentilizi, le sue piazze tra cui primeggia Piazza Duomo con  il Palazzo Vescovile e  l’annesso ricco Museo diocesano, la fortezza Svevo-Angioina (1200), l’Anfiteatro romano ( I sec. a.C.), il meraviglioso Teatro Garibaldi, etc., può essere considerata anche “Città dei Santi” per aver dato i natali a San Francesco Antonio Fasani (1681-1742), canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 1986; a Genoveffa De Troia – Venerabile, al Servo di Dio don Alessandro De Troia, alla Serva di Dio Rosa Lamparelli.
Inoltre, a Lucera giacciono le spoglie dell’indimenticabile Padre Angelo Cuomo – Servo di Dio – per il quale è in corso la causa di beatificazione, del Beato Fra’ Giovanni da Stroncone (1350-1418) sepolto nella Chiesa di San Salvatore.e del Beato Agostino Casotti, croato, che fu Vescovo della città nel XIV secolo. Fa piacere che il nostro vescovo Mons. Giuseppe Giuliano abbia intitolato la “Scuola delle Cattedrali” al Beato Casotti: un chiaro messaggio per la cultura lucerina per lungo tempo in letargo! 
Come ha recentemente affermato il ministro dell’Agricoltura e del Turismo Gian Marco Centinaio, “Il turismo è il petrolio dell’Italia...”. 
Per il nostro territorio il turismo è ancora più importante in quanto, mai come ora, necessita di nuovi investimenti e posti di lavoro. E’ ora che la Politica faccia davvero la sua parte nell’interesse di questa terra, per lungo tempo rimasta orfana, senza cioè aver avuto una minima tutela necessaria per lo sviluppo delle infrastrutture e per l’incremento occupazionale. Anzi continua a subire scelte irrazionali, come è successo con la soppressione del Tribunale ed il notevole ridimensionamento dell’Ospedale. 
Nicola Chiechi
Già Direttore del Centro Culturale Cattolica
Diocesi Lucera – Troia 
(Luceraweb – Riproduzione riservata)

L’Emilia-Romagna investe ancora sul turismo religioso



Messi in sicurezza e ripristinati tre importanti cammini religiosi. Salgono a 14 le vie di pellegrinaggio in regione per un totale di 2mila chilometri di percorso
Con l’ulteriore stanziamento di 93 mila euro per la messa in sicurezza e la riqualificazione di tre percorsi religiosi, la rete regionale dei cammini dell’Emilia-Romagna sale a 2mila chilometri percorribili in 14 cammini e vie di pellegrinaggio, interessando 100 Comuni da Piacenza a Rimini.
Le nuove riqualificazioni riguardano la via Romea germanica a Forlì-Cesena, il cammino di San Vicinio nel territorio tra la medesima provincia e il riminese e la via degli Abati in provincia di Parma. Sulle prime due insistono 90mila euro che serviranno alla sistemazione di diversi tratti dei sentieri, alla ripulitura e messa in sicurezza di argini, all’allargamento delle banchine stradali per consentire il passaggio sicuro dei pedoni e al miglioramento della segnaletica. Gli interventi saranno coordinati dall’Unione dei Comuni della Valle del Savio.
I rimanenti 3mila euro, gestiti dal Comune di Bardi, consentiranno la messa in sicurezza del ponte sul rio Chiastroni sulla via degli Abati.

Questa particolare nicchia del mercato turistico è molto importante per la Regione Emilia-Romagna. Sul circuito regionale, promosso dall’Apt, l’Agenzia di promozione turistica dell’Emilia-Romagna, esercitano 24 operatori turistici specializzati nell’offerta di 34 pacchetti a tema: escursioni giornaliere a piedi o in bicicletta, soggiorni nella natura, luoghi di culto e antiche pievi e borghi storici. Su questo tema è di recente avvio il progetto Lover, in collaborazione con la Lombardia e il Veneto, che si basa sul turismo esperienziale e ha lo scopo di valorizzare e recuperare gli antichi tracciati devozionali delle tre regioni, per incrementare l’accoglienza e promuovere iniziative culturali e turistiche.
Inoltre l’Emilia partecipa con altre sei regioni - capofila la Toscana, poi Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta - alla candidatura della più famosa tra le vie dei pellegrini, la Via Francigena, a Patrimonio Unesco (World Heritage List). Il protocollo tra le sette regioni è stato siglato nel marzo 2017. Attualmente (luglio 2018) è in corso una specifica attività tecnico-scientifica finalizzata all’inserimento del tratto italiano della Via Francigena nella cosiddetta Tentative list UNESCO presso il MiBACT.
marketingdelterritorio.info

Opitalità religiosa oggi Mercoledì 6 giugno su TV 2000

Ospitalità Rosminiana SACRO MONTE CALVARIO collabora con il portale, 
 ospitalitareligiosa.it che sarà ospite  mercoledì 6 giugno 2018 della trasmissione "Siamo Noi" dalle 15.20 alle 16.00 su TV 2000, l'emittente televisiva cattolica sul canale 28 del digitale terrestre.

La trasmissione sarà visibile in diretta anche su internet a questo link https://www.tv2000.it/live/


Silenzio, si viaggia. Si parte per i luoghi privi di rumore e rilassanti Ecco dove staccare veramente la spina: segnalato il Sacro Monte Calvario di Domodossola

silenzio e un grande senso di pace.
SACRO MONTE CALVARIO DI DOMODOSSOLA
CENTRO DI SPIRITUALITÀ SACRO MONTE CALVARIO DOMODOSSOLA
Un luogo ideale per organizzare ritiri, esercizi spirituali, incontri di gruppo, vacanze e fine settimana di condivisione, corsi biblici, meditazioni, discernimento, presentazioni, convegni, concerti musicali, incontri e vacanze studio. 

Si sperimenta la pace e silenzio di un luogo completamente immerso nella natura e tranquillità. La casa dispone di quattro aree notte distinte. Sono presenti camere singole e doppie, tutte dotate di bagno interno. 

Vi aspettiamo per una visita di qualche ora, di una giornata, di qualche giorno o per un soggiorno in Quaresima, a Pasqua e in estate.

Borgata Calvario 8 – Domodossola VB
tel. 0324242010 - cell. 3889069404


Altre segnalazioni
null © Ansa
Siete stressati dai continui squilli del cellulare o dalle notifiche dei social? Volete allontanarvi dalla routine del lavoro e disintossicarvi da traffico e rumori? Sono sempre più numerose le proposte di vacanze rilassanti in luoghi tranquilli e solitari, in eremi e monasteri aperti a chi vuole dimenticare le preoccupazioni e ritemprare lo spirito. Le destinazioni “digital detox” sono tra le più richieste tra coloro che cercano luoghi silenziosi e isolati dove staccare la spina dalla tecnologia e dai social. Ecco alcune località e strutture in giro per il mondo dove regna il silenzio e dove l’accoglienza ispirata alla quiete, al riposo e alla meditazione è diventato uno stile di vita. I “viaggi del silenzio”, infatti, regalano salute, un accrescimento spirituale e un modo nuovo di scoprire il mondo.
E’ il sibilo del vento l’unico rumore per chi, all’alba o al tramonto, decide di visitare il Grand Canyon, in Arizona: l’immensa gola di pietra creata dal fiume Colorado, lunga 446 chilometri e profonda fino a 1600 metri, ospita alcune zone completamente isolate e raggiunte da pochissime persone durante tutto l’anno. Lo spettacolo è davvero unico soprattutto se ci si avvicina a piedi sul versante meridionale e si guarda in basso, verso il centro della terra, dove i colori, dal nero al rosso e all’ocra, cambiano a ogni ora. La visita è da evitare durante la giornata quando i punti panoramici si affollano di turisti e le pale degli elicotteri disturbano la quiete.
Sempre negli Stati Uniti ma in Minnesota c’è un luogo che regala un’esperienza esemplare di silenzio assoluto: è la camera anecoica, cioè priva di eco, situata all’interno degli Orfield Labs di Minneapolis (www.orfieldlabs.com), il luogo più silenzioso del mondo, certificato dal Guinness dei primati. La camera è stata progettata per assorbire i suoni: il rumore di fondo misura -9,4 decibel, otto volte di meno della soglia umana di udibilità che è zero decibel. Chiunque sia entrato nella camera sperimentale ha resistito al massimo per 45 minuti, perché gli unici rumori che si percepiscono sono i propri: il battito del cuore, il suono dei polmoni, lo scorrere del sangue e il ronzio delle orecchie. Da impazzire se non si è pronti a una simile avventura. La camera, rivestita da particolari cunei in vetroresina e con doppie pareti di acciaio e un sistema di molle che annulla qualsiasi vibrazione, serve per la ricerca scientifica a testare il suono di determinati prodotti ma è aperta anche a visitatori e curiosi. Anche nell’università di Ferrara, nel dipartimento di ingegneria, è possibile entrare in una camera anecoica, aperta al pubblico solo in poche occasioni (de.unife.it).
La natura è rumorosa ma sicuramente regala suoni a cui non siamo più abituati; ecco perché passeggiare tra i boschi ci dà una sensazione di benessere e relax. E’ questa una delle motivazioni per cui i viaggiatori alla ricerca di pace e tranquillità optano per mete nordiche: l’Islanda, dove il 95 percento del suo vasto territorio incontaminato è silenzioso, la Norvegia, la Svezia e la Finlandia. Sempre nel Nord Europa la capitale danese ha persino dedicato una sala del suo aeroporto, inevitabilmente rumoroso e trafficato, al silenzio: è la silent aviator lounge, oasi di calma con colori neutri, nel terminal 2 del Kastrup di Copenaghen .
Una full immersion nella tranquillità del paesaggio e soprattutto una piacevole ricerca della pace interiore sono possibili percorrendo i tradizionali “cammini spirituali”: il cammino di Santiago nel nord della Spagna, per esempio, la via Francigena in Italia o i percorsi tra i templi in Giappone, nel deserto del Gobi o lungo le vie impervie del Tibet o del Nepal. Qui, il magnifico monastero buddista di Kopan (www.kopanmonastery.com), vicino a Kathmandu, offre corsi di meditazione, frequentatissimi e tra i più richiesti. In realtà lungo i cammini sono numerosi i templi che propongono attività spirituali, abbinate a vacanze isolate dal mondo.
Anche nel nostro Paese molti monasteri e abbazie danno ospitalità per vacanze all’insegna della pace e dell’isolamento: soprattutto in Toscana e in Umbria è molto frequente trascorrere periodi di totale relax, meglio se in un centro benessere o nei luoghi aperti a corsi di yoga, meditazione o tai chi. Per la salute di corpo e mente. Tra le strutture più interessanti si segnalano l’eremo di Camaldoli (camaldoli.it), in provincia di Arezzo, che offre 15 camere per viaggiatori e pellegrini e momenti di preghiera o sedute di yoga. Nell’eremo ispirato a san Benedetto e san Romualdo non c’è campo per lo smartphone, ma tanta tranquillità in un ambiente molto semplice e informale per leggere un libro o semplicemente per riposare, cullati dal fruscio dei faggi che circondano il monastero.
Sempre in provincia di Arezzo, nelle foreste casentinesi, se si vuole trascorrere una vacanza immersi nella natura in un luogo tranquillo c’è il rifugio Casa Santicchio (www.santicchio.org), un casale dell’XI secolo lontano da strade e case che dispone di 8 camere e una tavolata per pranzi in comune. Il rifugio è circondato dai boschi di cerro e di faggio che si estendono fino al santuario di La Verna, luogo dove san Francesco visse a lungo e dove ricevette le stigmate. In Umbria, sulle colline di Orvieto, Scaramuccia Bukkosan Zenshinji (www.zenshinji.org) è un luogo di pace dove si praticano insegnamenti buddisti, si svolgono attività sportive come l’arrampicata e l’alpinismo e si imparano lo yoga e il tai chi. Chi, invece, è alla ricerca di un luogo più confortevole Eremito (eremito.com) è un monastero trasformato in un eco-resort di charme, dove non c’è connessione telefonica. Sorge a Parrano, in una valle poco conosciuta dell’Umbria, a una cinquantina di chilometri da Orvieto ed è un luogo restaurato sull’originaria struttura del Trecento secondo i canoni della bio-architettura, a cui sono stati aggiunti un ristorante vegetariano, un bar e una Spa; anche le celle dei monaci sono state riconvertite in camere di lusso, ricche di fascino e in stile minimalista. Sempre in Umbria il resort San Faustino (www.sanfaustinoresort.com), a Pietralunga, lungo la via Francigena, sorge su un’antica abbazia medievale benedettina; abbandonata e utilizzata come rifugio dai partigiani durante la seconda guerra mondiale, oggi è una residenza di lusso con 16 camere. In provincia di Bolzano il Romantik Hotel Turm (www.romantikhotels.com), a Fiè allo Sciliar, è un luogo dove ci si ritempra lontani da tecnologia e rumori: nella torre storica con vista sulle Dolomiti e in altre aree della struttura non c’è connessione telefonica. E’ un modo per invogliare gli ospiti a godersi le opere d’arte che impreziosiscono questo hotel, unico nel suo genere, a contemplare le Dolomiti e lo Sciliar dell’Alpe di Siusi e ad apprezzare la tranquillità del centro benessere e dei sentieri che attraversano il parco naturale dello Sciliar-Catinaccio, tra boschi, pascoli e masi di montagna. Infine, c’è un luogo che merita per tranquillità e bellezza: è la casa sull’albero dell’agriturismo La Piantata (www.lapiantata.it) di Arlena di Castro, in provincia di Viterbo. Nella “suite bleue” si dorme su una quercia antica sotto un cielo stellato, coccolati dal profumo del campo di lavanda che circonda la struttura. L’agriturismo mette a disposizione degli ospiti anche 4 camere, 3 piccoli appartamenti e un’altra casa sull’albero, sempre a 8 metri da terra.
Si può dormire nel silenzio e nella tranquillità anche in città rumorose e trafficate: “www.quiethotelroom.org” è un motore di ricerca che consente di trovare soluzioni ideali per sonni riposanti; per esempio nella capitale giapponese il Tokyo Station Hotel è una struttura silenziosa, costruita con due strati doppi di vetri, pareti di cemento rivestite con gomma isolante e mattoni e spesse tende che allontanano rumori e luci. Oppure il centralissimo hotel Catalonia di plaza Mayor a Madrid con insonorizzazioni, luci e colori tenui che regalano 
tratto da Ansa
Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale

Lourdes, 160 anni fa le apparizioni della 'Signora' Turismo religioso organizza tour per l'11 febbraio


LOURDES - Sono oltre cinque milioni i fedeli o semplici curiosi che ogni anno si recano a Lourdes, il piccolo villaggio dei Pirenei francesi (20 mila abitanti), divenuto, dopo le apparizioni della Madonna alla piccola Bernadette Soubirous, la seconda città della Francia per capacità alberghiera, grazie ai 230 hotel e strutture di accoglienza di cui dispone. Il prossimo 11 febbraio saranno 160 anni dal primo incontro tra la pastorella e la 'Signora' come la chiamava Bernadette, e il turismo religioso è già in fibrillazione perchè si moltiplicheranno i pellegrini che vorranno pregare nella grotta, i malati che si immergeranno nelle acque delle piscine e i semplici turisti desiderosi di visitare il santuario cattolico più famoso del mondo.

    Era l'11 febbraio 1858 quando la giovane Bernadette, 14 anni, prima di sei figli dei coniugi Soubirous, mugnai, cercando legna da ardere vicino al fiume Gave, davanti alla grotta di Massabielle vide, come racconterà poi, una Signora vestita di bianco con una fascia azzurra legata alla vita e un rosario sul braccio destro. La Madonna le apparirà per ben 18 volte. Poi Bernadette entrerà nel noviziato delle Suore della Carità a Nevers dove morirà ad appena 35 anni nel 1879. La Chiesa ufficializzerà le apparizioni nel 1862 e Bernadette sarà fatta santa nel 1933 da Pio XI.
    La grotta di Massabielle, teatro delle apparizioni, è oggi il cuore di un centro devozionale che non ha eguali in altre parti del mondo. Sono quattro le basiliche che compongono lo spazio sacro, tra cui l'enorme chiesa sotterranea, che conta 25 mila posti; 16 le piscine in cui si immergono gli ammalati, poi le grandi spianate per i raduni di massa, la tenda per l'adorazione eucaristica, l'edificio per le confessioni. Basti pensare che ogni anno qui vengono consumate 2 milioni e mezzo di ostie, le offerte religiose ammontano a 15 milioni di euro, sono oltre 50 le messe che ogni giorno si celebrano e si accendono circa 700 tonnellate di candele e di ceri. Una figura caratteristica del santuario sono appunto i fuochisti, gli addetti ai ceri, che vegliano notte e giorno sulle migliaia di candele che vengono accese dai pellegrini. La dimensione delle candele varia dai 130 grammi delle più comuni sino a quelle di oltre 70 kg. In particolari i 'fuochisti dell'Apparizione' vigilano sul candelabro della Grotta composto da 90 ceri e da un cero sulla sua sommità.
    In occasione dell'anniversario dal 9 al 12 febbraio si terrà un incontro internazionale di preghiera e l'Opera romana pellegrinaggi ha già organizzato un viaggio per quel periodo.
    Particolarmente significativa sarà, l'11 sera, la processione con le fiaccole, detta anche 'fiaccolata del ritiro', che si tiene tutti i giorni alle 21 e che è uno dei momenti più attesi dei partecipanti ai pellegrinaggi a Lourdes. Dalla grotta delle Apparizioni si raggiunge a piedi, alla sola luce delle fiaccole, la spianata delle preghiere per ricevere la benedizione
ansa

Turismo Religioso: Sacro Monte Calvario Domodossola un luogo per giorni da ricordare


Immerso nella quiete delle Alpi, nel cuore dell’Ossola, il Sacro Monte Calvario è un’oasi di pace e spiritualità che sa offrire a quanti lo visitano suggestioni uniche, e che venne addirittura scelto dalBeato Antonio Rosminiper fondare la sua congregazione religiosa.
La Via Crucis, che collega Domodossola al Calvario con le sue splendideCappelle, il Santuario del Santissimo Crocifisso, gli Oratori, il Convento dei Padri Rosminiani, i giardini del Belvedere, il Castello medioevale di Mattarella ne fanno una meta che sa conquistare chiunque, rivolgendosi al cuore e affascinando persone di tutte le età. Grazie a queste sue bellezze architettoniche e naturalistiche e ai suoi scorci di arte e di storia, nel 2003 è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO e viene oggi gestito dalla Regione Piemonte attraverso la Riserva Naturale, istituita nel 1991, che si occupa di tutelare e promuovere il suo immenso valore.
ACCOGLIENZA:
 
Il Centro di Spiritualità del Sacro Monte Calvario si presta particolarmente per accoglienza di gruppi che intendano vivere giornate di spiritualità, ritiri spirituali di fine settimana, corsi di esercizi spirituali e periodi di riposo e raccoglimento spirituale.
 
     RECETTIVITÀ:
  •  ospitalità: 60 posti letto in camere con servizi: triple, doppie e singole;
  • convegni nella sala Bozzetti da 100 posti;
  • ritiri ed esercizi spirituali anche per più gruppi contemporaneamente;
  • rimessa auto in parcheggio interrato per 50 posti auto;
  • mostre ed esposizioni nella sala Gaddo;
  • brevi filmati documentari nella sala multimediale Clemente Rebora.
L’accoglienza dei gruppi rimane sospesa nel periodo invernale
dal 1 novembre al 15 febbraio
 
Pernottamento: singola € 30; doppia € 25 
1/2 pensione: singola € 40; doppia € 35
p. completa: singola € 50; doppia € 45
Pasti extra: € 15
Dotazioni: servizi e doccia in
camera, accesso e camera per
disabili, ascensori, sala lettura,
sala tv, cappelle, refettorio,
ampio parco riservato.
 
Come raggiungerci
In treno, con i treni provenienti da Milano, da Novara, da Briga (Sempione), da Locarno (Vigezzina).
In auto: A9 e A26, continuare lungo la superstrada fino all'uscita di Domodossola, seguendo poi le indicazioni stradali.