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A spasso con Totò e Pier Paolo Pasolini…

“Pronto Totò? Sono Pier Paolo Pasolini”.

L’intellettuale chiama il principe Antonio De Curtis e da Napoli lo porta a Tuscania, sul set di Uccellacci e uccellini.
Inizia dalla chiesa di santa Maria Maggiore la seconda passeggiata dell’anno del cinema, un viaggio alla scoperta della Tuscia come terra di set cinematografici.
Dopo l’Otello di Orson Welles Antonello Ricci racconta il film di Pier Paolo Pasolini. Ad accompagnarlo, oltre l’editore Davide Ghaleb, le storie di Michela e Pietro Benedetti, di Olindo Cicchetti e Sara Grimaldi. In sottofondo le percussioni di Roberto Pecci della Banda del racconto.
“L’assurdo Totò, l’umano Totò, il matto Totò, il dolce Totò nella storia Uccellacci e uccellini raccontata da Pier Paolo Pasolini, con l’innocente e furbetto Davoli Ninetto”. La passeggiata inizia con le parole della canzone che apre la pellicola.
Totò e il figlio Ninetto vagano per le campagne intorno Roma. Durante il loro cammino incontrano un corvo, “un intellettuale di sinistra – diciamo così – di prima della morte di Palmiro Togliatti”. L’uccello narra loro la storia dei frati Ciccillo (alias Totò) e Ninetto (interpretato dall’attore calabrese Davoli) cui san Francesco ordina d’evangelizzare falchi e passerotti.
Inizia il film nel film, ambientato a Tuscania. E le bellezze della cittadina della Tuscia fanno da sfondo a varie scene della pellicola.
E’ sulle immagini del complesso di san Pietro che il corvo incontra i due protagonisti. E’ su quelle della chiesa di santa Maria Maggiore che fra Ciccillo si inginocchia e fa voto di non muoversi finché non sarà riuscito a parlare con i falchi. E’ davanti le rovine di colle del Rivellino che Totò parla con i rapaci.
E’ sullo sfondo del centro storico di Tuscania che i popolani lo deridono chiamandolo fra Cicoria. E’ sul lastricato del complesso di san Pietro che fra Ninetto, esausto dopo tanto tempo dedicato alla preghiera, si concede qualche minuto di spensieratezza giocando a campana. Ed è nel cortile della stessa chiesa che i passerotti parlano con fra Ciccillo.
E’ di nuovo sullo sfondo del centro storico che i frati incontrano san Francesco. Gli annunciano di essere riusciti a parlare con le due classi di uccelli ma di non aver messo fine alle loro feroci rivalità.
Ma perché Pasolini ha scelto proprio Tuscania? “Per la luce – spiega Ricci -. Una luce pura e senza tempo, lievissima e fredda, mentale, povera e magra. Una luce speciale che ogni giorno, da mezzogiorno al tramonto, inonda e incendia il tufo di san Pietro e santa Maria Maggiore”.
Sabato 18 giugno la terza passeggiata, questa volta in notturna. Appuntamento a Bagnoregio, sul set della Strada di Federico Fellini.
Raffaele Strocchia - Tuscia web 

Giornata nell’ambito di 2016 – anno del cinema
Viterbo città del mare – Tuscia terra di Orson Welles, Pasolini, Fellini
Un’iniziativa Tusciaweb
, in collaborazione con università degli studi della Tuscia
 e Tuscia Film Fest
Con il patrocinio del Comune di Viterbo

Fiere: E’ TEMPO DI STRADA @CorsoGaribaldi di Reggio Emilia

Fiere: E’ Tempo Di Strada - Antichi mestieri e giochi tradizionali di strada lungo la Via della Ghiara. Saranno presenti lungo la via: Impagliatore di segiole, cestaio, falegname, calzolaio, arrotino, merlettaie, birocciaio, intagliatore e intarsiatore, lavorazione della lana, molitura del grano; osteria, angolo delle fole, giocattoli del passato. @ Corso Garibaldi di Reggio Emilia

- 16,00-20,00
Corso Garibaldi
Reggio Emilia

newspettacolo.com

Quest’uomo fa il caffè migliore del mondo. A Oslo Norvegia

Patriottici della tazzina astenersi prego. Perché per trovare il caffè migliore del mondo bisogna andare fin su a Oslo, in Norvegia, e chiedere del signor Odd Steinar Tollefsen, proprietario di un’agguerrita caffetteria e micro-torrefazione: Supreme Roastworks. Vi sento, state dicendo che caffè migliore del mondo è un’espressione abusata e poco sensata. Sono con voi, ma avendo appena vinto la World Brewers Cup — una specie di Olimpiadi del caffè, il barista torrefattore norvegese fa –tecnicamente– il caffè migliore del mondo.
Aggiungete che le recensioni intercettate online confermano, e anzi precisano che la caffetteria di Oslo è ormai una vera attrazione turistica.
Vabbè, ma almeno un accenno al curriculum di cotanto signor Tollefsen lo possiamo fare?
Sì, certo, ma temo non aiuti granché la sua credibilità.Supreme Roastworks[Siccome il modo in cui beviamo il caffè è cambiato, oggigiorno i bar, ops scusate, le caffetterie artigianali, si sfidano a colpi di portafiltro, pressino e lattiera, per capire meglio vi consigliamo di dare un’occhiata al nostro recente post: Il bar cambia: le 20 caffetterie migliori d’Italia].
Odd Steinar Tollefsen lavora con il caffè dal 2013, a dire il vero ha molta più esperienza come fotografo professionista. E proprio approfittando del suo vecchio mestiere ha girato il mondo appassionandosi alle coltivazioni di caffè.
Al momento di aprire Supreme Roastwork ha svolto una selezione molto accurata delle miscele provenienti da Brasile, Ruanda, Etiopia e Colombia.
Adatta la tostatura dei chicchi al metodo di estrazione che avviene attraverso una Hario V60macchina a dir poco affascinante in controtendenza rispetto alla più modaiola Aeropress.Odd Steinar TollefsenPer Tollefsen esiste un rituale del caffè ben preciso: per essere armoniose le miscele i caffè devono somigliarsi, provenire da  varietà simili.
La quantità di macina da utilizzare è di 20 grammi per ogni 300 grammi di acqua, la cui temperatura va contenuta con rigore tra i 194 e i 198 gradi  centigradi Farenheit.
L’acqua va versata sopra la macina con piccoli movimenti circolari, in tutto l’operazione non deve superare i cinque minuti.
Per il modo in cui è fatto, assomiglia di più ad un tè che ad un caffè, ammette Tollefsen.
Ultima nota pro-patriottici: alla World Brewers Cup l’italiano primo classificato è al 17° posto. Si chiama Rubens Gardelli, e lavora nella Gardelli Speciality Coffees.
dissapore.com

Giubileo dell'Opera Romana Pellegrinaggi: intervista con mons. Andreatta

Nell’anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima ai tre pastorelli, il 13 maggio 1917, si è tenuto oggi a Roma con la partecipazione di oltre mille persone il Giubileo nazionale del Pellegrino dell’Opera Romana Pellegrinaggi. In processione, oltre alla statua della Madonna Pellegrina, anche le reliquie dei Beati Francesco e Giacinta. Luca Collodi ne ha parlato con mons. Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi. (da Radio Vaticana)
R. – Sono 12 anni che facciamo la Giornata Mondiale dei Pellegrini per Opera Romana Pellegrinaggi a Roma. Quest’anno, con l’Anno Santo Straordinario della Misericordia, abbiamo voluto far vivere anche ai nostri pellegrini il Giubileo nazionale sul tema: “Maria, testimone della Misericordia di Dio”. Siamo partiti dalla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e percorrerendo, secondo le indicazioni della lettera del Papa di indizione del Giubileo, un cammino a piedi, che quest’anno diventa proprio un percorso giubilare, siamo passati tutti per la Porta Santa della Cattedrale di Roma.
D. – Pensiamo ai pellegrinaggi che organizzate in Medio Oriente: come li cambia la paura del terrorismo?
R. – In due modi: in primo luogo, diminuiscono i gruppi, perché i parroci e le comunità faticano ad aggregarli. Quindi aumentano molto di più i singoli pellegrini, che, nell’ambito di una loro fede interiore e di una loro serenità per quanto riguarda la vivibilità e la fattibilità del pellegrinaggio, decidono di partire. Di conseguenza, sono sempre di più gli individuali e sempre di meno i gruppi. Il secondo elemento è che si iscrivono tutti all’ultimo minuto; quindi, molte volte, a causa delle imposizioni delle compagnie aree e di servizi che ci obbligano a dare la conferma 60 giorni prima, siamo costretti a dover annullare il pellegrinaggio perché in quest’arco di tempo non riusciamo ad aggregare il numero sufficiente per confermare i posti. E questo ci mette in grande difficoltà. Iscrivendosi all’ultimo minuto, non trovano più il pellegrinaggio organizzato e devono poi spostare le loro iscrizioni in date successive. Ma devo ribadire con forza che non vi sono pericoli né rischi per i pellegrinaggi in Terra Santa.
D. – C’è una ricaduta negativa sui cristiani di Terra Santa?
R. – C’è una grande ricaduta negativa. Infatti, molti se ne vanno perché non hanno più un posto di lavoro. Perché il pellegrinaggio creava anche un grande indotto economico per la sopravvivenza delle nostre piccole comunità cristiane di Terra Santa. Quindi il pellegrinaggio ha un duplice valore: è un cammino interiore, un’esperienza personale, un’esperienza – direi – straordinaria nei luoghi di Gesù; ma anche una grande solidarietà per tutti i fratelli cristiani che testimoniano, con la loro presenza, la continuità del messaggio evangelico.
D. – Mons. Andreatta, che novità ci sono per i cammini giubilari a Roma?
R. – Per quanto riguarda i cammini giubilari, il cammino mariano, il cammino papale, il cammino della misericordia, abbiamo creato una App che si può scaricare gratuitamente, chiamata “Iubitinera”. Questa è la prima novità: per cui si può percorrere il cammino con i telefonini, grazie a questa App che dà tutte le spiegazioni, con le tappe, gli orari e le informazioni utili. Ad esempio, chi è stanco può salire sull’open bus “Roma Christiana” o può trovare lungo il percorso dei punti di assistenza e di informazione. Poi c’è la seconda novità, che posso annunciare in anticipo attraverso Radio Vaticana, perché sarà presentata nei prossimi giorni. Con i giovani di don Rosini abbiamo percorso, domenica 1° maggio, l’itinerario mariano al mattino alle 5: c’ erano circa 200 giovani; e l’8 maggio, con 400 giovani, abbiamo percorso il cammino della Misericordia da San Giovanni in Laterano a San Pietro. In queste occasioni abbiamo realizzato un video – un video straordinario! – con una musica di sottofondo e un canto dell’”Ave Maria” meraviglioso! Tra qualche giorno, dal sito dell’ORP, si potrà scaricare un meraviglioso video dei cammini giubilari dedicato al Giubileo della Misericordia a Roma.

In Friuli Venezia Giulia per il festival NatureinPhoto

Birdwatching in riserva, escursioni “Boat & Bike”, gite all'alba in laguna, workshop, mostre e premi fotografici. Per un intero weekend, da venerdì 20 a domenica 22 maggio, i piccoli paesi della bassa friulana di Marano Lagunare e Muzzana del Turgnano, con lo splendido ambiente naturale che li circonda, ricco di biodiversità, si animeranno d'iniziative in occasione della prima edizione di NATUREinPhoto. 
La manifestazione è una nuova iniziativa nata in Friuli Venezia Giulia: un festival per celebrare il binomio natura-fotografia che si terrà in uno dei luoghi che più si prestano a questo sodalizio, un ambiente che ha nella biodiversità la propria ricchezza. In un territorio di pochi chilometri quadrati, che va dal paese di Muzzana del Turgnano a quello di Marano Lagunare, s'incontrano infatti boschi di latifoglie di origine millenaria, resti dell'antica foresta lupanica, e ambienti lagunari incontaminati, come le Riserve Naturali di Valle Canal Novo e delle Foci dello Stella, paradiso per gli amanti del birdwatching.
E ancora il fiume Cormor, che s'insinua tra le zone boschive fino a raggiungere le distese d'acque lagunari. Boschi, fiume e laguna sono i tre protagonisti del concorso fotografico NATUREinPhoto, alla sua sesta edizione, da cui nasce l'omonimo festival, che ne ospiterà le premiazioni sabato 21 maggio nella bella cornice della Vecia Pescheria di Marano Lagunare. Il successo riscosso con l'ormai consolidato concorso, cresciuto sempre più negli anni e ormai conosciuto in tutt'Italia, ha convinto gli organizzatori, le due amministrazioni comunali, l'associazione La Seraia e le Riserve Naturali Regionali Valle Canal Novo e Foci dello Stella, a costruirci intorno un festival da dedicare agli appassionati di fotografia naturalistica, che prima ancora, per definizione, sono amanti della natura.
Testimonial della manifestazione sarà il padovano Pierluigi Rizzato. Con oltre trent'anni di carriera alle spalle, è uno dei più stimati fotografi naturalisti del momento. Venerdì 20 maggio alle 20.45 presenterà, presso Villa Muciana (piazza San Marco, Muzzana del Turgnano), una proiezione personale che raccoglie alcuni scatti realizzati nella savana africana. Tra questi anche la foto di una leonessa che insegue una gazzella, con cui ha vinto pochi mesi fa l'Oasis Photocontest, l'Oscar della fotografia naturalistica, come miglior fotografo italiano.
Nella mattinata del giorno successivo, sabato 21 maggio alle 9, saranno due le opzioni a disposizione del pubblico, entrambe con ritrovo alla Riserva Naturale Valle Canal Novo (Marano Lagunare). Per chi volesse cimentarsi con la fotografia ci sarà uno speciale workshop a cura di Luciano Piazza e Roberto Zaffi, fotografi naturalisti di grande esperienza, specializzati nella fotografia di volatili (www.alienatura.com). Per chi volesse invece dedicarsi a un'escursione in mezzo alla natura il festival propone l'iniziativa “Boat & Bike”: una gita tra bosco, fiume e laguna coperta per metà via terra, sul sellino di una bici, e per metà via fiume, a bordo di una barca.
Per le scuole del territorio, invece, l'appuntamento è sabato alle 11 a Muzzana, presso Villa Muciana, dove si terrà la premiazione-festa di Scuola inPhoto, il concorso di fotografia riservato agli studenti. Sempre a Villa Muciana, alle 16, saranno invece proposti, in una proiezione audiovisiva a cura di AFNI FVG (Associazione Fotografi Naturalisti Italiani) e Circolo Fotografico Palmarino, alcuni tra i più significativi lavori dei due club fotografici: Wyoming Express, Rainy Days, Pizzoc, A casa di Yoghi, Waterflow e Inspired by Iceland. A coronare la serata, alle 21, saranno le premiazione del concorso fotografico NATUREinPhoto.
Diviso quest'anno in quattro sezioni (Wildlife, Il popolo alato, Marano e la sua laguna, Muzzana e i suoi boschi), il concorso ha visto la partecipazione di un centinaio di fotografi provenienti da tutt'Italia. In palio tre premi per ciascuna categoria (300 euro al primo classificato, 200 al secondo e 100 al terzo) e un premio al migliore scatto in assoluto del valore di 500 euro, più un viaggio nella foresta di Kocevje, in Slovenia, con soggiorno nei capanni per fotografare l'orso bruno.
Sveglia allo spuntar del sole infine domenica 22 maggio per una giornata tutta dedicata alle escursioni. Si partirà alle 5 del mattino dalla Riserva Valle Canal Novo di Marano Lagunare, per una gita in barca alla scoperta delle incredibili suggestioni offerte dalla luce di un'alba in laguna. Alle 9.30 quindi, con partenza ancora dalla Riserva Valle Canal Novo, sarà proposta una seconda escursione, con una visita guidata in riserva e presso l'area preistorica. A chiudere la giornata e il festival sarà, infine, alle 15, l'ormai collaudata escursione sulla motonave Saturno di Capitan Zentilin, alla scoperta della “Primavera in laguna” (per prenotazioni Centro visite 0431.67551). Per tutte le altre escursioni e per il workshop naturalistico è necessario prenotarsi. Per info e prenotazioni: Segreteria organizzativa 3356012924.
ansa