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Da Monet a Cezanne, l'Impressionismo a Treviso

TREVISO - Ecco l'Impressionismo, ma non solo, ecco la pittura francese del XIX secolo, dal classicismo dell'Accademia al tripudio della luce e del colore di Monet e compagni, tutti presenti con opere capitali nella grande mostra allestita dal 29 ottobre al 17 aprile a Treviso, negli spazi del Museo di Santa Caterina. Già pervenute agli organizzatori circa 90.000 prenotazioni che testimoniano l'attesa degli appassionati per questa rassegna che riunisce 140 capolavori, provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private di mezzo mondo. Intitolato 'Storie dell'Impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir da Van Gogh a Gauguin', l'evento espositivo celebra i 20 anni di Linea d'ombra, la società fondata e diretta da Marco Goldin che per questa occasione ha voluto far ritorno nella città che ha visto partire la sua personale indagine sul movimento pittorico d'oltralpe, coronata da mostre di successo e di record raggiunti e superati.
"Ho lavorato un anno e mezzo - spiega Goldin - per mettere a punto un percorso capace di contestualizzare le diverse anime dell'Impressionismo in relazione anche con la produzione dell'epoca esibita nei Salon". Anzi, in realtà la mostra prende le mosse dai primi decenni dell'800, dai ritratti di Ingres e Delacroix, che iniziavano a introdurre importanti trasformazioni nel genere più amato da artisti e committenti. Affiancati a essi, i capolavori impressionisti che documentano una rivoluzione già in atto e che avrebbe portato molto lontano, nel cuore delle Avanguardie e dell'Astrazione.
Ecco dunque lo strepitoso 'Il clown' di Renoir (1868), il 'Ritratto di un bambino della famiglia Lange' di Manet, 'La Vigilanza' di Puvis de Chavannes, un colpo d'occhio straordinario che spiega nel suo insieme, "il passaggio - dice Goldin - dal ritratto accademico a quello romantico e quindi realistico per approdare alla poetica della vita moderna peculiare dell'Impressionismo". Una vita non più celebrata, bensì ricordata in tanti momenti quotidiani, magari pieni di gioia, come appunto nel caso di Renoir, presente anche con 'Mademoiselle Irene Cahen d'Anvers' (1880), splendida icona della mostra e l'ancor più bella 'Bambina con l'uccellino' del 1882, proveniente dal Clark Art Institute del Massachusetts.
Nelle sale che si rincorrono tortuose nel Museo di Santa Caterina, tra un Cima da Conegliano e un Guardi, ci si stupisce di poter ancora ammirare opere non esposte nelle ormai numerose mostre sull'Impressionismo. In particolare, Goldin è riuscito a portare a Treviso un nucleo rilevante di dipinti di Edouard Manet, molto raramente concessi in prestito. L'evoluzione del ritratto impressionista prosegue quindi con una magnifica versione di 'Augustine Roulin, la Berceuse' di Van Gogh, che guarda due capolavori di Gauguin, 'Ritratto di Vaite Goupil' e 'Gli antenati di Tehama', il suo ultimo saluto alla Polinesia personificata nelle sembianze della giovane compagna. "Si tratta dell'opera più preziosa della mostra - dice Goldin del dipinto conservato all'Art Institue di Chicago - in quanto è stata assicurata per cento milioni di euro".
Il viaggio nelle molte storie dell'Impressionismo prosegue con le figure en plein air, che illustra il tema dominante del movimento francese, diventato quasi una religione per essere poi scardinato dal suo stesso profeta, Monet. Dopo una splendida incursione nella natura morta, ovviamente rappresentata da Cezanne, a farla da padrone è però il paesaggio in tutte le declinazioni, affiancato il più delle volte da opere originali dei maestri giapponesi Hiroshige e Hokusai. La sua celeberrima Onda è infatti accanto a quella di Courbet, mentre le sue vedute marine fanno da contrappunto alla serie delle scogliere, in cui Monet consuma il personale 'tradimento' della pittura en plein air in nome di una dimensione di pura introspezione. Lo dimostrano due versioni delle Ninfee, ormai solo luce e colore, come del resto le foreste di Cezanne denunciano l'ossessione dell'artista per la costruzione della forma. "E' una pittura che supera completamente la realtà - conclude Goldin - e rappresenta ormai mondi interiori. Con i suoi alberi Cezanne anticipa il cubismo di Picasso, invece Monet, tra covoni, ninfee e salici, sarà il precursore dell'Informale e dell'Impressionismo astratto di Jackson Pollock".
ansa.it

Ecco la Nuvola, il nuovo centro congressi di Roma

La Teca, la Nuvola e la Lama. E' di questi tre elementi architettonici che si compone l'opera di Massimiliano Fuksas, il nuovo centro congressi della Capitale realizzato nel quartiere dell'Eur. Un cantiere lungo 18 anni, costato 239 milioni di euro. Il concorso per la realizzazione della Nuvola fu indetto nel 1998; la posa della prima pietra avvenne l'11 dicembre 2007; l'inizio lavori nel marzo 2008; sabato prossimo è prevista l'inaugurazione.
La Teca, che contiene all'interno la Nuvola, è alta 39 metri, larga 70 e lunga 175, è realizzata con una struttura in acciaio e una doppia facciata a 'doppia pelle' in vetro. All'interno della Teca, 7.800 mq di spazi pubblici possono ospitare conferenze, mostre ed eventi. Sospesa all'interno della Teca è la Nuvola, elemento principale del progetto, rivestita da 15.000 mq di fibra di vetro. Al suo interno è contenuto l'Auditorium, con i suoi 1.800 posti, e cinque livelli principali sono collegati fra loro con scale mobili e alla 'Teca' con passerelle sospese. Il rivestimento dell'auditorium con pannelli curvi in legno di ciliegio americano, assicurano condizioni acustiche ottimali.
    Infine, la 'Lama', un edificio dal funzionamento indipendente e autonomo, ospita nei 17 piani ed oltre 18.000 mq l'hotel che, con le sue 439 stanze, sette suite, una SPA e un ristorante, offrirà alloggio ai congressisti.
    Per la costruzione dell'intero complesso sono state impiegate 37mila tonnellate di acciaio, pari a 5 volte la Tour Eiffel e circa 58mila metri di vetro pari a 7 campi da calcio. L'attenzione alla sostenibilità energetica caratterizza il Centro Congressi, il condizionamento dell'aria avviene tramite pompe di calore reversibili, equilibrate mediante scambio di tipo geotermico con l'acqua del vicino lago artificiale dell'Eur, assicurando i comfort degli ambienti in estate ed inverno, il raggiungimento di prestazioni energetiche elevate e, contemporaneamente, la riduzione del consumo di energia elettrica. I pannelli fotovoltaici posizionati sulla copertura , in vetro e wafer di silicio, contribuiscono alla produzione di energia e proteggono l'edificio dal surriscaldamento mitigando la radiazione solare.
    Nel livello interrato sono presenti spazi congressuali per 7.800 metri quadri e sale congressuali per 600 metri quadri, suddivisi in 4 sale conferenze, uffici, depositi e aree parcheggio.
ansa

Mete Lonely Planet 2017 tra Canada, Perù, Pistoia e Venezia

 Tra i Paesi il Canada, la seconda nazione più grande del mondo che festeggia il suo 150/o anniversario, la vivace e sorprendente Colombia, che ha gettato alle spalle decenni di guerra civile e criminalità, e la Finlandia a 100 anni dall'indipendenza dopo la lunga contesa tra Russia e Svezia. Tra le regioni il sito inca Choquequirau in Perù, il Taranaki in Nuova Zelanda, le Azzorre in Portogallo. Tra le città Bordeaux, Cape Town e Los Angeles. Sono state appena rivelate le mete per il prossimo anno della bibbia dei viaggiatori internazionali, la Best in Travel 2017 di Lonely Planet (edita in Italia dalla torinese Edt), e già viene voglia di fare la valigia.
Nella guida, che è frutto di un enorme e faticosissimo Brainstorming di autori e redattori di guide e libri della collana ma ormai anche della nutrita comunità di blogger e follower, spunta - anche se a fatica - un po' d'Italia. Pistoia, capitale della cultura 2017, si piazza al 6/o posto della classifica delle 10 città imperdibili. "Pistoia si muove a un ritmo tutto suo. Dall'arte alla cultura e all'attivismo, la città è pervasa da un'intensità intellettuale che attira e coinvolge tutte le generazioni" si spiega nella guida. "Certamente, alcune delle eccellenze pistoiesi erano già note in tutto il mondo ma Pistoia non aveva però mai avuto, almeno fino ad oggi, una visibilità altrettanto significativa come città nel suo complesso" commenta soddisfatto il sindaco Samuele Bertinelli.
Ma non finisce qui: tra le mete convenienti spunta infatti in maniera abbastanza sorprendente Venezia. "Prezzi abbordabili e Venezia sembrano due concetti incompatibili - ammette la Lonely Planet - ma oggi che i veneziani affittano camere e appartamenti su airbnb e siti analoghi i turisti possono pernottare in città e risparmiare". E nelle ultime nomination arriva anche Roma, citata tra i migliori posti dove lavorare, grazie a reti di coworking, con il caso di Cowo 360, il primo luogo di questo genere a nascere nella Capitale (2008) situato vicino alla Stazione Tiburtina. Secondo Lonely Planet si tratta di "un ambiente vivace moderno e luminoso".
Dalla Best in Travel anche una buona notizia: è giunto il momento di tornare sulle imponenti montagne del Nepal che neanche i disastri naturali sono riusciti ad abbattere. ""Tutto il mondo - dice Lonely Planet - conosce le meraviglie naturali e la bellezza del Nepal, ma spesso dimentica che questo paese è davvero speciale grazie alla sua gente e alle sue doti di genuinità, affabilità, umanità e, soprattutto, incrollabile ottimismo".
Da segnalare gli Usa, che seppur non citato tra le nazioni da visitare, vanta 4 piazzamenti nelle altre 3 top ten: Los Angeles e Portland tra le città, la Costa della Georgia tra le regioni e l'Upper Peninsula nel Michigan come conveniente. Buona perfomance anche per il Portogallo che festeggia con Lisbona tra le città, Azzorre tra le regioni, Porto tra le mete convenienti.
Ecco le quattro top ten della guida:
BEST IN TRAVEL 2017: TOP 10 PAESI
1. Canada
2. Colombia
3. Finlandia
4. Dominica
5. Nepal
6. Bermuda
7. Mongolia
8. Oman
9. Myanmar
10. Etiopia
BEST IN TRAVEL 2017: TOP 10 CITTA'
1. Bordeaux, Francia
2. Cape Town, Sudafrica
3. Los Angeles, Stati Uniti
4. Mérida, Messico
5. Ohrid, Macedonia
6. Pistoia, Italia
7. Seul, Corea del Sud
8. Lisbona, Portogallo
9. Mosca, Russia
10. Portland, Oregon
BEST IN TRAVEL 2017: TOP 10 REGIONI
1. Choquequirau, Perù
2. Taranaki, Nuova Zelanda
3. Azzorre, Portogallo
4. Galles del Nord, Regno Unito
5. South Australia
6. Aysén, Cile
7. Isole Tuamotu, Polinesia Francese
8. Costa della Georgia, Stai Uniti
9. Perak, Malaysia
10. Skelling Ring, Irlanda
BEST IN TRAVEL 2017: LE METE PIÙ CONVENIENTI DELL'ANNO
1. Nepal
2. Namibia
3. Porto, Portogallo
4. Venezia, Italia
5. Debrecen, Ungheria
6. Belize
7. Marocco
8. Russia
9. Bellarine Peninsula, Australia
10. Upper Peninsula, Michigan, Stati Uniti
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Riapre lo storico Luneur, il parco più antico d'Italia Inaugurazione il 27 ottobre, 25 attrazioni su 7 ettari

ROMA - Il mitico Brucomela e la giostra di Re Artù ci sono ancora e così anche la grande ruota panoramica che però accoglie i piccoli del nuovo millennio dipinta con i colori dell'arcobaleno. E anche se, camminando tra i vialetti rimessi a nuovo, a qualche mamma verrà in mente il primo bacio dato qui tanti anni fa appena sbalzata giù dal Tagadà o all'uscita della Horror House, il Luneur che riapre i battenti giovedì 27 ottobre - a poche ore e a pochi passi di distanza dalla Grande Nuvola di Fuksas - dopo 8 lunghi anni di buio promette un giardino delle meraviglie tutte nuove e speciali.

   Parte così la seconda vita del parco più antico d'Italia, nato nel lontano 1953: un must per i bambini romani ma anche italiani degli anni '70-'80-'90, che però accoglieva nel suo "ventre" un po' di tutto dagli studenti che marinavano la scuola ai militari della Cecchignola in libera uscita, ma negli anni più bui anche degrado e qualche spacciatore e malavitoso. Ora invece il target è ben definito, 0-13 anni, e non ci saranno solo giostre e giochi ma anche spazi riservati all'allattamento e al cambio dei neonati, kid menu, bagni a misura di bambino, incontri per le mamme in dolce attesa, ludoteca e percorsi studiati per le scuole. 

I 7 ettari del parco, nato come parco botanico dello storico Expo, tra la variopinta e gelosamente conservata vegetazione offre ora 25 attrazioni. E così ecco, tra gli altri, BarcaMatta, Tififone, Volasu, Grande Alberone, Pedalibus, Torrefronda, Magicirco, Montesogno, e tante attività tra cui la Terra delle Farfalle (dedicata ai laboratori botanici), il Percorso degli Elfi (una favola interattiva in cui i bambini vivranno un vero gioco di ruolo), due percorsi avventura e un labirinto di mattoni gialli ispirato alla favola del Mago di Oz.
E già per l'inaugurazione si vuole puntare a un record: oltre 1500 piccoli ospiti saranno impegnati per ottenere il Guinness World Records per il prato con il maggior numero di girandole al mondo. E subito dopo dal 29 ottobre al 2 novembre ci saranno i grandi festeggiamenti e maschere per Halloween. Ma il parco promette di non fermarsi e di creare attività anche stagionali, "per essere vissuto a ripetizione" come ad esempio giochi acquatici per la primavera e l'estate.
"Il Luneur sarà un Parco che offrirà contenuti sempre nuovi per far vivere ogni volta un'esperienza diversa ed indimenticabile. Grande attenzione è stata riservata ad ogni minimo dettaglio, dai servizi alle scenografie fino al verde, tutelato e valorizzato" dice Antonio Abete, presidente di Luneur Park Spa, soddisfatto di poter finalmente riconsegnare, dopo tanti anni di attesa, il parco alla città di Roma.
"Un progetto innovativo - dichiara l'amministratore delegato, Filippo Chiusano - per una città moderna, che punta tutto su sicurezza e divertimento. In questi anni non sono mancanti ostruzionismo e azioni di disturbo. Anche la scorsa settimana, dopo l'ennesimo esposto, 5 piccole strutture in legno sono state sottoposte a sequestro preventivo ma due giorni dopo la Procura ha disposto l'immediato dissequestro. Ora pensiamo solo alla grande festa di giovedì". 
ansa

La mostra / A Londra l'irresistibile fascino di Caravaggio

Alla National Gallery la mostra "Beyond Caravaggio" mette in luce l'influenza esercitata da Michelangelo Merisi sui pittori del suo tempo, in Italia e all'estero


La pasta, da popolare a gourmet

 ELEONORA COZZELLA, PASTA REVOLUTION.   LA PASTA CONQUISTA L'ALTA CUCINA (Giunti Editore, pp.160, 18 Euro). Altro che Un americano a Roma: scordatevi l'immagine del mitico Alberto Sordi che, armato di forchetta, ingaggia una piacevolissima lotta con un'enorme zuppiera di spaghetti, anzi 'maccaroni'. Oggi infatti la pasta non è più soltanto qualcosa di popolare ed economico, ma anche oggetto di ricerca e sperimentazione. Forse non tutti sanno che ormai la pasta si può mangiare anche a colazione, trasformandola in un condimento da spalmare su una bruschetta, da abbinare a tè o caffè e spremuta d'arancia; oppure, che si può usarla come un dessert, magari unendola alla nocciola, al cioccolato bianco e alla crema d'arancia. Un sacrilegio? No, perché è arrivato il momento di capire che il 'piatto nazionale' è anche un ingrediente complesso, le cui enormi potenzialità ancora non sono state del tutto sfruttate.
    Lo spiega benissimo nel libro Pasta revolution (Giunti editore) la giornalista enogastronomica Eleonora Cozzella, che svela i segreti dell'alimento italiano più famoso, rompendo più di un tabù. Di Cozzella ci si può fidare, non solo perché è una 'globetrotter del cibo' e ha condotto per dieci anni 'Identità di pasta', il convegno show-cooking che all'interno del congresso gastronomico 'Identità golose' lancia proprio le nuove tendenze della pasta, ma perché è evidente che a guidarla nella scrittura sono l'amore e il rispetto per questo alimento celebratissimo e simbolo non solo del nostro patrimonio gastronomico ma anche della nostra tradizione culturale. Con la prefazione di Oscar Farinetti, il libro compie un approfondito viaggio nella storia della pasta: da Marco Polo alla genesi del 'primo', dall'uso della pasta nell'alta ristorazione, in osteria e in famiglia fino alle ultime rivisitazioni più audaci, mentre di pagina in pagina si svelano segreti, cresce la conoscenza e viene anche l'acquolina in bocca. C'è dunque davvero una rivoluzione tutta da scoprire e ancora in atto nel mondo della pasta, portata avanti dai professionisti più apprezzati della ristorazione. E mentre Cozzella spiega quale formato scegliere e come reidratare la pasta, chi volesse cimentarsi in un piatto mai mangiato prima, può farlo grazie alle 40 ricette che occupano la seconda parte del libro. Ma attenzione, le ricette sono firmate da chef stellati, come Massimo Bottura, Carlo Cracco e Davide Scabin, quindi nessun problema se sulle prime magari il risultato non sarà perfetto: in fondo si può sempre riprovare e poi nel frattempo rimediare con un buon sugo, come quello che faceva la nonna.(ANSA).