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'Flor', in centro Torino festa del verde

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TORINO - Un giardino temporaneo ma lussureggiante nel centro di Torino. Dal 25 al 27 maggio Flor trasformerà le storiche Via Carlo Alberto, cuore nevralgico della manifestazione, Piazza Carlo Alberto e via Principe Amedeo.
    Saranno circa 200 gli espositori provenienti da tutta Italia che proporranno le proprie eccellenze florovivaistiche: agrumi siciliani e piante alpine, i profumi del mediterraneo con olivi, bouganville e gelsomini, alberi e arbusti come aceri, camelie, azalee, rose, ortensie; piante rampicanti e piante da appartamento. E, ancora, piante tropicali e acquatiche ma anche oggettistica per il giardinaggio, libri, sementi e prodotti naturali, decorazioni e spezie. 'Flor' è organizzata dall'Associazione Nuova Orticola.
    All'interno della manifestazione nascerà quest'anno uno spin- off che potrebbe, in futuro, diventare un evento indipendente: 'Terrae', la mostra mercato dedicata alla ceramica artistica contemporanea con una selezione di 30 ceramisti professionisti italiani e stranieri. (ANSA).

Istituite aree marine protette in Sardegna e in Sicilia

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 Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti ha firmato lunedì 21 i decreti istitutivi di due aree marine protette: Capo Testa-Punta Falcone, in Sardegna e precisamente nel comune di Santa Teresa di Gallura (Sassari), e Capo Milazzo, in Sicilia, nel comune di Milazzo (Messina). Il ministro ha firmato anche i relativi decreti di approvazione del regolamento che disciplina le attività consentite nelle diverse zone delle due aree marine.

Diventano così 29 le aree marine protette italiane che, insieme ai due parchi sommersi, contribuiscono a tutelare complessivamente 233.891 ettari di mare.

"L'istruttoria tecnico-amministrativa, appena conclusa - scrive il Ministero -, ha visto il supporto tecnico dell'ISPRA e l'adesione degli enti locali, nonché processi di partecipazione del pubblico e degli stakeholder che hanno permesso una piena condivisione delle scelte: l'istruttoria, oltre a valutare le caratteristiche ambientali, ha tenuto conto delle caratteristiche socio-economiche dei territori".
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Tavolara a impatto zero, isola laboratorio nel Mediterraneo

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Giornata biodiversità, perdiamo natura a 'ritmo allarmante'

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Nonostante gli impegni internazionali, "la biodiversità continua a essere in declino in tutte le regioni del mondo a un ritmo allarmante". Lo evidenzia Cristiana Pasca Palmer, segretario della Convenzione sulla diversità biologica, in occasione della Giornata internazionale della biodiversità che ricorre il 22 maggio.

"La perdita di natura aggrava altre sfide globali come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e idrica, la salute pubblica, e può potenzialmente portare a conseguenze catastrofiche per l'esistenza umana", avverte Palmer, che sottolinea l'urgenza di sfruttare i prossimi due anni per raggiungere gli obiettivi internazionali del Piano strategico sulla biodiversità 2011-2020 e per fissare un nuovo accordo che crei le condizioni per cui "gli esseri umani possano prosperare e svilupparsi armonia con la natura entro il 2050".

La Giornata 2018 celebra i 25 anni della Convenzione sulla biodiversità, entrata in vigore nel 1993 per difendere animali e piante da una serie di minacce che spesso derivano da attività umane. In primo luogo la distruzione degli habitat a cominciare dalle foreste che, nel mondo, ospitano l'80% delle specie esistenti. Solo nel 2016, stando all'università del Maryland, la Terra ha perso quasi 30 milioni di ettari di copertura arborea.

Altro problema è il bracconaggio: secondo il Wwf sono almeno 7mila le specie minacciate dai bracconieri e dal commercio illegale nel mondo.

In Italia, in base all'annuario 2017 dell'Ispra, il 31% degli animali vertebrati è a rischio di estinzione, insieme alla metà delle specie vegetali.
Specie aliene fra le prime minacce. Tra le minacce principali per la biodiversità c'è la diffusione incontrollata delle specie aliene invasive, che causa costi sociali ed economici stimati in 12 miliardi di euro l'anno solo nell'Unione Europea. Lo sottolineano Legambiente e Ispra in occasione della Giornata internazionale della biodiversità che ricorre il 22 maggio. Piante e animali esotici e invasivi possono causare l'estinzione delle specie autoctone. In Italia sono presenti più di tremila specie aliene, introdotte spesso volontariamente, di cui il 15% invasive. Negli ultimi 30 anni - evidenziano ancora Ispra e Legambiente - il numero delle specie aliene nel nostro Paese è aumentato del 96%. A porre l'accento sul problema a livello europeo è Life Asap, il progetto Ue di formazione e informazione sulle specie aliene invasive e i loro impatti sul territorio, di cui Ispra è capofila. Guardano ai mari del Vecchio Continente, il Mediterraneo è il più colpito. Qui il numero di specie marine aliene è più che raddoppiato tra il 1970 e il 2015, e ora se ne contano 837, di cui 186 arrivate attraverso il canale di Suez. Nei mari italiani si contano 42 nuove specie ittiche.
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Oltre 200.000 aziende agricole in zone protette in Italia WWF, giovani agricoltori sono custodi della biodiversità

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 Le aziende agricole presenti nei siti italiani della rete Natura 2000 sono 214.535 e corrispondono al 12,8% delle aziende agricole presenti nel nostro Paese. Natura 2000 è la rete di zone protette creata dall'Unione europea per la protezione degli habitat e delle specie. Lo rivela una ricerca svolta dal CREA (l'ente di ricerca del Ministero delle Politiche Agricole), in collaborazione con il WWF Italia e il ministero dell'Ambiente. La ricerca è stata presentata stamani a un convegno al Ministero dell'Ambiente, in occasione del Natura 2000 Day.

Nell'Unione europea la rete Natura 2000 comprende oltre 27 mila siti e copre oltre il 18% del territorio europeo e oltre il 6% di quello marino". In Italia i siti sono 2.613.

La superficie agricola totale delle aziende all'interno di siti Natura 2000 italiani è di oltre 2,7 milioni di ettari. La superficie agricola utilizzata è di oltre 1,5 milioni di ettari, corrispondente al 26,9% della superficie complessiva dei siti Natura 2000 in Italia.

In occasione del "Natura 2000 Day" sono state presentate le prime 38 aziende agricole selezionate in Italia per le loro buone pratiche messe in campo per la conservazione della natura e la valorizzazione delle aree naturali protette. Queste aziende virtuose sono distribuite in 15 Regioni e ricadono in varie tipologie di aree ad alto valore naturale. La maggior parte delle aziende ha un sistema di produzione biologico, ma sono presenti anche esempi di aziende che hanno sviluppato esperienze di agricoltura sinergica e di agricoltura biodinamica.
WWF, i giovani agricoltori sono custodi della biodiversità. "Le aziende agricole più avanzate sono quelle del biologico, condotte da giovani sotto i 41 anni, in prevalenza donne. È questo il profilo del nuovo agricoltore, capace di raccogliere le importanti sfide della globalizzazione dei mercati, creando valore aggiunto dall'applicazione dei principi di sostenibilità nelle produzioni locali". Lo dichiara Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia, commentando il rapporto del CREA (il centro studi del Ministero delle Politiche Agricole), preparato in collaborazione con il WWF e il Ministero dell'Ambiente e presentato stamani. "Gli agricoltori possono svolgere un ruolo determinante nella conversione ecologica del Paese - prosegue Bianchi -, essere custodi della biodiversità, garantendo e promuovendo la resilienza dei sistemi naturali nelle aree di maggior pregio tutelate dall'Europa, grazie all'utilizzo ottimale dei Fondi della PAC (Politica agricola comune)". La ricerca ha consentito anche di selezionare le prime 38 aziende agricole virtuose in relazione alle buone pratiche all'interno di siti Natura 2000. Il 31,5% di queste aziende sono condotte da giovani sotto i 41 anni, in prevalenza donne, il 79% praticano agricoltura biologica, il 74% ha investito proprie risorse per realizzare interventi per la conservazione della natura e il 71% ha utilizzato misure negli ultimi due periodi di programmazione (2000-2006 e 2007-2017) per realizzare investimenti per la conservazione della biodiversità e la valorizzazione della loro presenza all'interno di un territorio ad elevato valore naturale.
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Un italiano all'Opera dell'Oman

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(di Daniela Giammusso) (ANSA) - MUSCAT, 21 MAG - Chissà se quando, ormai dieci anni fa, il sultano dell'Oman Qaboos bin Said Al Sai decise di donare al suo popolo una vera Royal Opera House, la prima (e ancora unica) della penisola arabica, aveva mai pensato che a guidarla sarebbe stato qualcuno che la tradizione del melodramma la portava scritta nel passaporto. Fatto è che oggi, mentre ci si avvicina all'immensa ROHM di Muscat, costruita con il profilo di una fortezza e il bianco assoluto dei marmi a riflettere i 40 gradi del sole rovente del deserto (ma dentro il fascino di uno dei paesi più ricchi al mondo), ancora un po' sorprende di ritrovarsi faccia a faccia con Umberto Fanni, italianissimo (anzi, come dice lui, ''metà sardo, con casa a Brescia''), dal 2014 alla guida del fiore all'occhiello della capitale omanita. Inaugurata nel 2011 con la Turandot di Zeffirelli, terza al mondo per grandezza, con tanto di galleria di negozi superlusso e l'Al Angham, il ristorante più esclusivo della città, la ROHM a settembre aprirà la sua ottava stagione con Placido Domingo, star ormai di casa, accompagnato dall'Orchestra Fondazione Arena di Verona in un Gala di romanze, duetti e trii della tradizione spagnola della zarzuela. ''Era il 2014 e pensavo sarei andato da tutt'altra parte, quando venni qui per un incontro per il posto di direttore artistico'', racconta Fanni, al tempo già al Verdi di Trieste e poi all'Arena di Verona. ''Dopo tre giorni mi arrivò la lettera di conferma.
    Dopo qualche mese la nomina anche a direttore generale''. Il suo contratto dice che rimarrà qui fino al 2020, ma i progetti in ballo sono tanti. ''Quando sono arrivato - racconta - la scommessa era trasformare un performing art center in teatro che produce Opera. Il nostro primo titolo è stato The Opera: 24 arie del più popolare repertorio operistico, dal barocco al contemporaneo, sul filo narrativo di Orfeo ed Euridice. In scena c'erano 13 cantanti dal Centro di Valencia, Placido Domingo, la partecipazione del Cirque du soleil, per la regia di Davide Livermore. Alla fine gli omaniti piangevano in platea. Il successo è stato tale che lo porteremo anche in Italia''.
    Ci si guarda intorno, tra il trionfo di scalinate e arabeschi, gli strumenti antichi in mostra nelle teche, la sofisticatissima tecnologia a disposizione della sala da 1.100 posti, e viene da pensare, come ricorda Fanni, ''che 47 anni fa qui c'era solo deserto''. A cambiare tutto, la scoperta del petrolio e un percorso ragionato del sultano (cresciuto in Europa), che in un paese da sempre considerato la ''Svizzera della penisola arabica'' attraverso la cultura vuole costruire ponti con il resto del mondo.
    La nuova stagione 2018-2019 firmata da Fanni correrà dunque sul doppio binario della tradizione occidentale e araba, in un mix di generi che abbraccia la classica come il pop. Tra gli altri arriveranno, Juan Diego Florez con il soprano egiziano Fatma Said, il tenore Vittorio Grigolo, Kristine Opolais con la European Union Youth Orchestra. Sei i titoli d'Opera tra cui spicca la Lakmé di Delibes firmata Livermore, con Jordi Bernàcer alla guida dell'Orchestra e coro del Carlo Felice di Genova (realizzata in collaborazione anche con l'Opera di Roma, Los Angeles, Astana, Cairo, Shangai, Sidney, Pechino e Arena di Verona), che debutterà a Muscat a marzo 2019 per poi girare il mondo fino al 2025. E poi ancora, Valery Gergiev con l'orchestra del Mariinsky, Mahler con la Slovak Philarmonic Orchestra, il fado di Claudia Aurora e il blues di Zucchero.
    ''Le differenze con l'Europa? Qui abbiamo 237 lavoratori, il 70% sono omaniti e tutti molto giovani - risponde Fanni - In Oman l'età media è 28 anni, è un paese giovane, dinamico, stimolante.
    Bisogna insegnare loro il mestiere del teatro. Il pubblico? Agli spettacoli d'Opera il 21% è arabo, il resto sono turisti, con il 95% di riempimento sala nelle ultime due stagioni''. Merito anche di una politica di prezzi molto accessibile, dai 10 ai 140 euro. ''E' un teatro aperto, voglio che lo sia. Il teatro per me non ha senso se non si apre al territorio''. Quanto alla cultura islamica, ''mai avuto limiti - assicura il direttore - Quando abbiamo ospitato la Traviata, anziché una meretrice, abbiamo puntato sul fatto che fosse una donna malata. Il brindisi, non è importante fosse alcool. Era una bibita''. E da parte del blasonato mondo della lirica, nessuna ostilità? ''Nel mondo dell'Opera tutto è vero e tutto non lo è. Quello che importa è l'empatia tra pubblico e palcoscenico. Nessuno mi ha mai detto 'io non vengo'. Anzi, in questi anni abbiamo ospitato quasi tutte le fondazioni lirico sinfoniche italiane. E tutti quelli che arrivano, poi vogliono tornare''. Unico rimpianto, ''non essere a casa. Noi italiani siamo i migliori al mondo in quasi tutto, ma spesso non sappiamo valutarlo''.
   

Ponte del 2 giugno? Tutti in Provenza per il festival Tinals Beck, Phoenix e tanti altri nei tre giorni di musica

L'Arena di Nimes di notte © Ansa

 Visitare la Provenza, nel periodo migliore dell'anno, e godersi un festival in una delle città più caratteristiche della regione, Nimes. L'occasione per un weekend lungo, sfruttando il ponte del 2 giugno, la offre il This Is Not a Love Song Festival, in programma dal 1 al 3 giugno prossimo. Sui palchi interni ed outdoor dell'auditorium Paloma, futuristico edificio progettato dall'architetto Jean-Michel Bertreux dello studio TETRARC, si alterneranno una serie di artisti di livello internazionale: i 'padroni di casa' Phoenix, guidati dal leader, e marito di Sofia Coppola, Thomas Mars, l'istrionico songwriter americano Beck, la band di cultoJesus & Mary Chain, uno dei songwriter più quotati in circolazione come Father John Misty, gli storici Sparks e gli alfieri del nuovo dream pop Cigarette After Sex, Vince Staples col suo hip hop venato di soul, la techno di The Black Madonna e decine di altri nomi.
Nimes, la città che ospita il Tinals, si trova nel cuore della Provenza, vicino alla Spagna, eppure deve molto all'antica Roma: il suo simbolo è un coccodrillo incatenato ad una palma, creato per ricordare che la città fu fondata dai legionari romani di ritorno dalle vittorie nelle campagne d’Egitto, e sono così tante le influenze dell'Impero che da molti il centro viene considerata una sorta di ‘Roma d’Oltralpe'. A testimoniarlo ci sono alcuni dei monumenti del periodo, conservati in modo stupefacente. L’Arena, costruita alla fine del I secolo d.C., è certamente tra quelle mantenute meglio in assoluto. Lunga 133 metri e larga quasi 101, può contenere fino a 24.000 spettatori ed è tutt'ora molto attiva, con la produzione di spettacoli, corride ed un seguitissimo evento tradizionale, la corsa dei tori delle Camargue. In perfette condizioni sono anche la Maison Carrée, tempio costruito da Marco Vipsanio Agrippa, marito di Giulia figlia di Cesare Augusto, e la Tour Magne, torre di 32 metri tra le più imponenti mai edificate dai romani, che domina il Monte Cavalier, da cui si gode uno splendida vista della città. Non meno affascinante è l'enigmatico Tempio di Diana, la struttura più antica di Nimes, separata dalla Tour Magne dai settecenteschi Giardini delle Fontane, i primi giardini pubblici d'Europa, oggi frequentatissimi dai locali e dai turisti per proteggersi dal sole durante le torride estati provenzali. A pochissimi chilometri dalla città c’è poi una delle opere più straordinarie dell'architettura romana, il Pont du Gard, un ingegnoso acquedotto dalla storia insolita. Quando venne costruito – tra il 40 ed il 60 d.C. - Nimes aveva circa 20mila abitanti e un numero di pozzi d'acqua più che sufficienti a soddisfare le esigenze della città. I romani, però, miravano ad ostentare il loro dominio della Gallia e così scelsero di realizzare l’opera più per alimentare il proprio prestigio che per fornire acqua alla popolazione. In pratica, il Pont du Gard fu utilizzato per rifornire le molte ornamentali che abbellivano la città: fontane, terme e giardini. Poco romano e con delle decise influenze spagnole, è invece l'incantevole centro storico cittadino, il cui fulcro è Place aux Herbes, un trionfo di profumi, colori e atmosfere tipicamente provenzali che vi accompagnerà tra bistrot con tavolini all'aperto, vinerie, ristoranti e piccole botteghe artigiane, dove consigliamo di dare un'occhiata ai tessuti locali. Tra tanta storia antica, infatti, Nimes vanta un primato che la collega ad uno dei simboli della moda: i jeans. Qui, intorno al 1400, venivano prodotti dei calzoni da lavoro cuciti con una tessuto color indaco, chiamato tela de-Nimes, definizione poi trasformatasi in Denim, ovvero il materiale con cui vengono prodotti praticamente i jeans che indossiamo oggi.
Raramente capita di poter godere di un connubio tanto fortunato tra musica e turismo, come sottolinea Céline Rousseau, a capo della comunicazione del Tinals e tra i fondatori della manifestazione: “il nostro è un festival primaverile e la maggior parte delle pubblico, durante i giorni di svolgimenti, si gode all’aria aperta luoghi splendidi come l’Arena di Nimes, la Maison Carrée, il Pont du Gard, così come la spiaggia, alcuni villaggi meravigliosi, la natura della Camargue. Noi, d’altra parte, lavoriamo a stretto contatto con l'ufficio turistico per assicurarci che le persone scoprano le bellezze della nostra regione”. Come mai avete scelto di creare Tinals in un centro come Nimes? “Tinals è partito nel 2013 da un gruppo di amici, tutti grandi fan della musica indie, che volevano creare il festival a cui avevano sempre sognato di partecipare. Nîmes sembrava molto lontana dai principali itinerari musicali francesi, ma sapevamo che poteva funzionare e così è stato. Tanto che il prestigioso quotidiano Liberation recentemente ha scritto: ‘grazie al Tinals, Nîmes è diventato uno dei luoghi principali per la musica in Francia’”. Da ‘local’, quali itinerari fuori dai percorsi più noti suggerisci ai lettori dell’ANSA? “Un consiglio, che non troverete nelle guide turistiche, è quello di fare una gita in barca a Sylvéréal, punto di partenza per visitare 35 km di canali e godersi le caratteristiche tipiche della Camargue: cavalli bianchi, campi di riso, rose di ogni genere, tori neri e molto altro. Poi vi consiglio di andare a visitare i villaggi intorno a Nîmes, come Vauvert e Saint-Gilles, e spingervi fino alla spiaggia protetta ‘L'espiguette'. Da Nimes si raggiunge in un’ora, purtroppo si pagano 8 euro per il parcheggio ma ne vale davvero la pena: il paesaggio è straordinario e l’acqua è cristallina”.
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Arte green di Andreco racconta le piante a Roma la mostra De Herbis, poi Biennale Venezia

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 Che ruolo possono avere le piante in relazione all'inquinamento urbano? Come possono contribuire al miglioramento della qualità dell'aria e all'assorbimento degli inquinanti dal terreno? Sono alcuni degli interrogativi di Plantae, progetto ideato dall'associazione Climate Art Project dell'artista visivo e ingegnere ambientale Andreco, per apportare nuovo sapere alle tematiche legate al verde urbano e che fino al 26/5 porta laboratori, conferenze, passeggiate didattiche per la città di Roma. Cuore del progetto, la mostra De Herbis, a cura di Sara Alberani, che alla Biblioteca Angelica mette in dialogo disegni e sculture di Andreco con antichi volumi sulla botanica, come gli Erbari di Gherardo Cibo del XVI secolo, l'Hortus Sanitatis, un incunabolo del 1491 e l'Hortus Romanus del 1772 di Giorgio Bonelli.
    Dal 26/5 Andreco sarà poi tra gli artisti di Arcipelago Italia alla Biennale Architettura di Venezia, con un lavoro ancora top secret in collaborazione con lo Studio De Gayardon e Piccinini.

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Festa del teatro off! Dal 3 maggio al 10 giugno 2018 Roma

Giunto alla sua ottava edizione, il Festival Inventaria  - La festa del teatro off, organizzato da artisti per artisti, si è affermato come l'evento di chiusura della stagione teatrale capitolina mantenendo il proprio focus sulla drammaturgia contemporanea e sulla pluralità dei linguaggi ospitati.
Quest'anno il Festival avrà luogo nei quattro principali teatri off di tre diversi quartieri della Capitale: Teatro Argot Studio e Teatro Trastevere (Trastevere), Carrozzerie n.o.t. (Ostiense) e Studio Uno (Torpignattara) e si articolerà in quattro sezioni di concorso (Spettacoli, Monologhi/Performance, Corti teatrali e la nuova sezione Demo dedicata agli studi e ai progetti in itinere) e una fuori concorso.
Cinque gli spettacoli fuori concorso, mentre sono 21 le proposte selezionate tra le oltre 400 candidature pervenute da tutta Italia e dall'estero che si contenderanno le 25 date complessive messe a disposizione dai teatri partner del Festival nella penisola e diversi altri premi sotto forma di servizi gratuiti per lo spettacolo.
Tutto il programma su www.dovecomequando.net/inventaria2018spettacoli.htm

"L'eterogeneità è la cifra di Inventaria, una festa del teatro inclusiva per argomenti e linguaggi: nuovo circo, sperimentazione, teatro civile, teatro danza, riscritture di classici si alternano sui quattro palchi denunciando, interrogando, contemplando, ricordando, proponendo. 

Con la moltiplicazione degli schermi (e la riduzione degli schemi) di fruizione, decidere di uscire di casa e partecipare a un evento vivo, che inspira ed espira a pochi centimetri da te, diventa sempre più un regalo che si sceglie di fare a se stessi. La fruizione si fa esperienza. La prossimità, comunità. Lo spazio, immaginazione. Questa è la piccola, irripetibile bellezza del teatro off."     

        

Riapre lunedì 21 Maggio 2018 il traffico internazionale sulla linea della Vigezzina



Dopo un lungo stop, lunedì 21 maggio riapre il collegamento internazionale della Ferrovia Vigezzina tra Domodossola e Locarno. Per quanto concerne la linea ferroviaria sono terminare le operazioni di messa in sicurezza del punto dove il pomeriggio di Pasqua c’era stana la frana che era costata la vita a due coniugi svizzeri. Pochi giorni dopo la circolazione era stata riaperta, ma ragioni di sicurezza avevano portato a richiudere la linea. 
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Frecce Tricolori sul Lago Maggiore

Frecce Tricolori sul Lago Maggiore

Lo spettacolo delle Frecce Tricolori richiamerà 40mila spettatori oggi pomeriggio a Verbania. Nel cielo tra Suna e Pallanza, sul lago Maggiore, si esibirà la Pattuglia Acrobatica Nazionale dell'Aeronautica Militare. Ieri c'è stata l'inaugurazione ufficiale della manifestazione, ma il clou sarà oggi dalle 14 alle 16.30 con lo show delle Frecce Tricolori. C'è grande attesa per “Ali sul Lago”, questo il nome dello spettacolo, ma si esibiranno velivoli civili e militari di una pattuglia acrobatica svizzera e ci sarà anche la simulazione di interventi di salvataggio in acqua da parte del CV Stormo dell'Aeronautica Militare. In programma anche la simulazione di un inseguimento via lago da parte di un natante della Guardia di Finanza ad una imbarcazione di contrabbandieri. Come seguire lo show delle Frecce Tricolori se non si è a Verbania? Lo spettacolo sarà proposto in diretta a partire dalle 14 da Vco Azzurra Tv, ma solo in Piemonte, Lombardia e Valle d'Aosta, ad eccezione della provincia di Mantova. Lo ha fatto sapere l'emittente televisiva, che ha evidenziato l'accordo con Pirenei nell'ambito del progetto Lago Maggiore Channel.
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