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Parmigiano Reggiano e turismo enogastronomico: obiettivo 500mila visitatori


Turismo e Stati Uniti, presente e futuro, crescita e preoccupazioni. Come da tradizione, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha presentato i dati economici del suo 2023 e l'evento, svoltosi a Milano, è stato l'occasione non soltanto per fare i bilanci sul recente passato, ma anche per guardare al futuro e tracciare i prossimi obiettivi della Dop. Un anno, il 2023, a suo modo storico, nonostante le complessità. Il giro d’affari al consumo ha toccato il massimo storico di 3,05 miliardi di euro contro i 2,9 miliardi del 2022, con un aumento del 5%. Risultati positivi per le vendite totali a volume (+8,4%), sostenute da un andamento positivo dell’export (+5,7%), e, soprattutto, delle vendite in Italia (+10,9%).

Un exploit sorretto in modo particolare dalla convenienza relativa del Parmigiano Reggiano nei canali retail e ingrosso, dovuta a un calo delle quotazioni del prodotto stagionato e al contemporaneo aumento dei prezzi dei prodotti alternativi. Tale tendenza ha coinvolto anche il mercato del “fresco”: per il Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore la media annuale delle quotazioni all’origine, pari a 10,12 €/kg, ha registrato nel 2023 un lieve calo del 5% rispetto alla media del 2022 (10,65 €/kg). A subire un'accelerata è stato, però, anche un aspetto che il Consorzio vorrebbe sempre più centrale: quello legato al turismo enogastronomico.

Turismo e Parmigiano Reggiano: i numeri del 2023

Si è parlato molto di questo aspetto in occasione della conferenza milanese e hanno puntato molto su questo aspetto sia il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli sia il direttore del Consorzio Riccardo Deserti«A Parmigiano Reggiano serve andare oltre la Dop e diventare una marca - ha sottolineato Bertinelli - L'esperienza, in questo senso, è un tema centrale. Il turista è cambiato. Non vuole più arrivare in Italia e in tre giorni fare Roma, Firenze e Venezia. Vuole entrare sempre più nelle cose, conoscerle e capirle. Serve creare un legame con il consumatore, raccontargli cosa c'è dietro».

I numeri, in questo senso, sono ancora ridotti, ma confortanti e in crescita. Nel 2023, i visitatori totali nei caseifici del comprensorio sono stati 170.000, in aumento del 10% sul 2022. Di questi, 44.600 visitatori (+19% sul 2022) hanno prenotato la visita tramite il portale dedicato sul sito del Consorzio, di cui la metà provenienti dall’estero.

Parla il Consorzio: obiettivo 500mila turisti

Preso atto del presente, lo sguardo punta al futuro. Un aiuto, in questo senso, lo darà una novità all'orizzonte: l’approvazione del nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità, che entrerà in vigore nei prossimi mesi e rafforzerà ulteriormente il ruolo dei Consorzi nella promozione del turismo enogastronomico. «Da anni abbiamo deciso di lavorarci e l'arrivo di questa novità ha accelerato ulteriormente i tempi - ha evidenziato Deserti - La nostra è già una realtà aperta e dopo il Covid i numeri sono tornati a salire. Per questo motivo le nostre imprese devono farsi trovare pronte a far vivere al visitatore un'esperienza adeguata. E non si tratta soltanto di un aspetto culturale, che è comunque fondamentale, ma anche di un lavoro di marketing. Il turista soddisfatto diventa un consumatore fedele e un influencer naturale. Ne parlerà bene e contribuirà alla crescita del Parmigiano Reggiano. Si tratta di una sfida per noi, che servirà a costruire i consumatori del futuro. L'obiettivo che ci siamo dati è raggiungere nei prossimi cinque anni i 500mila visitatori».

Il primo appuntamento è già in programma. Nel fine settimana del 20 e 21 aprile si terrà l'edizione primaverile di Caseifici Aperti. Sarà possibile visitare i luoghi di produzione del Parmigiano Reggiano, ma anche provare esperienze particolari, come quella di essere "battitore" (i professionisti che "ascoltano" le forme) per un giorno. I due appuntamenti del 2023 hanno registrato 24.500 partecipanti, con un aumento del 19,5% sul 2022. 

Un 2023 da ricordare: bene Italia ed estero

Come detto, il 2023 è stato un anno positivo, nonostante le numerose difficoltà incontrate. La produzione è risultata stabile rispetto al 2022: 4,014 milioni di forme vs 4,002 milioni nel 2022 (+0,3%). Tra le provincie della zona di origine, prima per produzione è Parma (1.350.415 forme vs 1.357.224, -0,50%), seguita da Reggio Emilia (1.217.380 forme vs 1.245.159, -2,23%), Modena (860.971 forme vs 849.145, +1,39), Mantova (476.361 forme vs 455.439, +4,59) e Bologna (109.173 forme vs 95.303, +14,55%).

Tale stabilizzazione costituisce un punto di forza per guidare il comparto verso condizioni di equilibrio negli anni di commercializzazione 2024 e 2025. La quota Italia si attesta al 57%. Per quanto riguarda i canali distributivi, la GDO rimane il primo (65%), seguita dall’industria (17,1%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi con un enorme potenziale di sviluppo, attestandosi all’8,2% del totale. Il restante 9,9% è distribuito negli altri canali di vendita. Le vendite dirette dei caseifici (per oltre l’85% in Italia, con circa 8.000 t. vendute) rappresentano il 5% delle vendite totali e hanno registrato un forte aumento (+10,8%), in linea con la volontà del Consorzio di valorizzare i singoli caseifici e attirare il turismo direttamente nelle strutture.

La quota export rappresenta oggi il 43%, con una crescita del 5,7%. Risultati particolarmente positivi in Spagna (+7,8%), Francia (+6,9%), Stati Uniti, primo mercato estero per la Dop (+7,7%) e Australia (+21,8%). Uniche note negative sono quelle registrate in Canada (-6,5%) e Giappone (-8,2%), rispettivamente per problemi legati alle quote e al cambio. 

Parmigiano ed elezioni Usa: la preoccupazione di Bertinelli

Restando nel mondo dell'export, c'è un mercato che in prospettiva preoccupa il Consorzio e non è un mercato qualunque, ma quello degli Stati Uniti, primo mercato globlale per Parmigiano Reggiano. È stato lo stesso Bertinelli a spiegare il problema: «Gli Stati Uniti svolgono un ruolo fondamentale, motivo per cui siamo particolarmente preoccupati dal risultato delle elezioni di novembre, in cui rischia di prevalere una politica di protezionismo. Se dovesse tornare l'idea dell'american first e i dazi in valore dovessero passare dal 15 al 40%, come accaduto in passato, sarebbe un problema».

italiaatavola.net


Sarà una sorpresa, ma sembra proprio che il monumento più visitato d’Italia non sia il Colosseo, ma quello di un’altra città

 
Secondo quanto emerso dalla decima edizione di tourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale, Sembrerebbe proprio che il monumento più visitato d’Italia non sia il Colosseo.

I dati emersi dal report sul turismo culturale 2024 di The Data Appeal Company – Gruppo Almawave ne sono una prova. L’Italia è sicuramente una delle nazioni, a livello mondiale, che più viene visitata da chi ama l’arte.

E lo studio presentato da tourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale rende l’idea di quanto il turismo sia uno dei settori di punta dell’economia italiana. I giudizi più positivi sono stati espressi dagli americani.

Il gradimento è infatti di 85.7/100. La stessa cosa si registra per quelle grandi città che spiccano da un punto di vista culturale. L’indice di gradimento maggiore che riguarda le attrazioni culturali, si registra per la città di Roma.

ROMA, LA CITTÀ PIÙ VISITATA

E’ molto alto anche per le città di Venezia, Firenze, Napoli e Milano. Le attrazioni culturali che più hanno attratto i turisti in Italia sono concentrate nella capitale. Roma, infatti, domina la classifica con le sue 5 attrazioni principali tra le quali la prima è il Colosseo.

Seguono poi il Pantheon, Piazza Navona, Piazza di Spagna e il monumento a Vittorio Emanuele II. A Venezia i monumenti più visitati sono il Ponte di Rialto e Piazza San Marco. Tra i primi 10 posti ci sono anche l’Arena di Verona, Piazza del Duomo a Firenze e la Reggia di Caserta.

Roma quindi domina certamente questa classifica. Da sola conta il 60 % di tutte le recensioni che hanno riguardato le 10 attrazioni culturali più importanti e più recensite del Bel Paese.

Il Colosseo è certamente una delle mete principali dei turisti che arrivano da ogni parte del mondo. Ed ha raccolto ben 84.000 recensioni positive. Nonostante questo numero non sia assolutamente indifferente, il primato di attrazione culturale più visitata d’Italia è Piazza del Duomo a Firenze.

Il Colosseo ha raggiunto infatti il 94.5/100, mentre il centro di Firenze ha raggiunto il risultato di 96.5/100. Per ciò che riguarda invece le aree archeologiche ed i musei, al primo posto si trova il Foro Romano.

I Musei Poco Noti

A scendere si trovano quindi il Parco Archeologico di Ercolano e il Museo Cappella San Severo. Tra questi si ritrovano anche due nomi, in genere, poco noti, uno è il Museo dell’Automobile di Torino e il Museo delle Scienze di Trento.

Questi superano quelle mete che, di solito, sono tra le più gettonate, come la Reggia di Caserta e gli Uffizi. Tra i primi posti non si possono non ricordare la Mole Antonelliana a Torino, Palazzo Pitti e la Galleria dell’Accademia a Firenze.

viaggi.press

In crescita il turismo in Italia

Dai dati ufficiali Eurostat, nel 2023 l’Italia è la seconda destinazione per presenze internazionali (e totali) in Europa. Un’Europa che si posiziona in testa alle destinazioni 2024 e 2025 per crescita dei pernottamenti, dove l’Italia (+15%) è seconda dietro la Germania (+19%) che deve però la sua crescita per lo più al mercato interno.

Lombardia, Lazio, Veneto e Toscana sono le principali mete del turismo internazionale, sia in termini di arrivi che di pernottamenti e anche di spesa turistica dall’estero che nel 2023 raggiunge nel totale Italia i 51,6 miliardi di euro.

Degli 85,7 milioni di viaggiatori internazionali del 2023 circa 15 milioni sono venuti per lavoro, quasi 35 milioni per vacanza, oltre 11 milioni in visita ad amici e parenti. Il turismo delle radici si afferma come uno dei vettori principali sul turismo estero specie dai mercati lontani.

Per i viaggi di vacanza in Italia gli stranieri spendono 32 miliardi di euro, il 62,2% del totale 2023, in aumento del +21,0% circa rispetto al 2022. Le entrate derivanti dai viaggi di lavoro, oltre 7,3 miliardi di euro, rappresentano il 14,2% e crescono del +14,0% rispetto al 2022.   

Alcuni dati sui flussi turistici

Ad oggi sono circa 217 mila i passeggeri aeroportuali confermati per le due settimane di Pasqua, dal 25 marzo al 7 aprile 2024, il 9,0% in più rispetto al medesimo periodo pasquale del 2023 (3-16 aprile).

Aumenta di 1 notte la durata del soggiorno che raggiunge le 10,2 notti mentre diminuisce il tasso di cancellazione delle prenotazioni del - 0,4%. I principali Paesi di provenienza vedono in testa il mercato interno dell’Italia, seguito dagli Stati Uniti, dalla Germania, dalla Francia, dalla Spagna, dal Regno Unito, dalla Corea del Sud, dal Brasile e dai Paesi Bassi.

Seul, Parigi, Madrid, New York, Los Angeles e Buenos Aires le grandi città di partenza dei turisti che verranno in Italia. Considerando solo gli arrivi tra il venerdì prima di Pasqua e il Lunedì dell’Angelol’aumento sfiora il 15,6% per 63 mila prenotazioni confermate.

Gli USA si confermano il primo paese di provenienza estera, con oltre 11 mila prenotazioni, il 17,7% sul complessivo. Seguono Germania, Francia e Spagna, con arrivi aeroportuali che incidono rispettivamente per il 5,2%, 4,6% e 3,6%. Attesi inoltre britannici (3,5%), brasiliani (2,6%), coreani (2,2%), portoghesi (2,1%) e canadesi (1,9%).

Il soggiorno più lungo lo effettueranno i brasiliani per i quali sono previsti circa 20 notti. Per i canadesi saranno 11 le notti in Italia, per gli statunitensi e i coreani 9, per i britannici 7, per gli spagnoli e i tedeschi 6 e per i portoghesi 5.

Saranno, invece, 12 mila gli italiani che si sposteranno in aereo lungo la penisola in questi 4 giorni, il 19,2% del totale.

Sarà il sabato 30 marzo la giornata di maggiore affluenza del turismo nelle nostre strutture ricettive italiane, quando le tariffe medie del ricettivo raggiungeranno per una camera doppia il prezzo di 154 euro a camera.

Tra le mete più gettonate del periodo sicuramente la montagna del Trentino-Alto Adige ma anche della Valle d'Aosta e le città con Roma, ma anche la Liguria per le prime vacanze al mare, la Toscana, l’Abruzzo, il Veneto e la Campania con le loro offerte multi-prodotto.

La tendenza

A partire dal mese di aprile del 2023 i passeggeri aeroportuali hanno segnato costantemente risultati migliori del 2019, anno record del turismo italiano. I primi consuntivi di gennaio 2024, con 12,6 milioni di passeggeri supera decisamente le aspettative (Fonte Ufficio Studi ENIT su dati ASSAEROPORTI)

Il turismo in Italia nel 2023 ha segnato una netta crescita e ripresa sul passato, con oltre 125 milioni gli arrivi turistici nelle strutture ricettive in Italia (+5,5% sul 2022), di cui 62,8 milioni di turisti stranieri (+14,0% sul 2022). I flussi complessivi contano, quindi, oltre 431 milioni di pernottamenti turistici nelle strutture ricettive italiane (+4,6% sul 2022), di cui 222,6 di turisti stranieri (+10,7% sul 2022).

Sulla sorta di questi dati - afferma Alessandra Priante, Presidente di Enti - è arrivato il momento di pensare ai temi della qualità, incremento del valore e sostenibilità, specie sociale oltre che ambientale. Obiettivo di Enti è lavorare a fondo sull’offerta per dinamizzare e rafforzare la capacità di attrarre i mercati internazionali durante tutto l’arco dell’anno.

(Fonte: Enit)

Turismo, ecco perché gli stranieri ora amano visitare il Piemonte


I dati annunciati in questi giorni da Visit Piemonte, la società che gestisce la promozione del territorio, segnano per la prima volta nella storia il sorpasso dei turisti stranieri su quelli italiani.Il segreto sta nella biodiversità, quella che rende uniche regioni come il Piemonte, come la Basilicata o come il Friuli Venezia Giulia. E la forza del Piemonte è proprio quella di credere in questa biodiversità.
lastampa.it

Boom di turisti a Pasqua, turismo a Roma ancora in crescita

 

Una Pasqua da tutto esaurito. La capitale anche quest'anno è tra le mete più ambite per l'imminente weekend di festa. 

I dati dell'ente bilaterale del turismo registrano il 7 per cento in più di presenze rispetto allo stesso periodo del 2023, gia negli annali per numero di visitatori. “Segno che la crescita non è episodica ma strutturale. Il risultato di un lavoro che abbiamo fatto e che continueremo a fare portando in città i grandi eventi: concerti, appuntamenti sportivi, dell’arte e della moda” ribadisce Alessandro Onorato, assessore al turismo del Comune di Roma. 

Spinta significativa viene dal turismo congressuale: l'Italia è il terzo paese al mondo per numero di eventi e meeting ospitati. Roma è la 14esima, 4 posizioni prima di Milano
 

I principali indicatori confermerebbero che la crescita proseguirà anche nel prossimo triennio. Ci sono altre sfide. E gli albergatori, anche in vista del giubileo del 2025, avvisano: "la città deve rimanere attrattiva ed essere pronta”.

rainews

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone turismoculturale@yahoo.it)

Turismo, dall'8 aprile torna rassegna Asparago bianco a Bassano in Veneto

Torna dall'8 aprile la rassegna 'A tavola con l'Asparago Bianco di Bassano dop', una eccellenza di questo territorio che in primavera richiama un gran numero di appassionati e turisti.
    La 44/A edizione è stata presentata oggi nella sede del Consigliio regionale del Veneto, presente il presidente Roberto Ciambetti.

Una stagione, la primavera 2024, che a detta degli esperti si presenta di elevata qualità per l'asparago bianco.

Le iniziative in collaborazione con i ristoranti e le trattorie del territorio inizierannno l'8 aprile prossimo, nel Ristorante Al Pioppeto;, e si concluderanno il 20 maggio , a Villa Razzolini Lorean, ad Asolo (Treviso).
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale)

Cibus (Fiere di Parma, 7 -10 maggio)

 


Cibus 2024 Agroalimentare, l’export continua a sostenere il settore

Nel 2023 è aumentato il valore dell’export, che supera i 52 miliardi di euro, ma calano leggermente i volumi. I dati presentati in occasione del lancio della 22esima edizione di Cibus, al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Il Ministro Francesco Lollobrigida: "Cibus rappresenta senz'altro un momento per affermare il nostro modello alimentare come riferimento globale"

Lo sviluppo internazionale coniugato ad un aumento della competitività sono e restano la ricetta vincente delle Imprese Agroalimentari Italiane per continuare ad aumentare le loro quote rispetto ai diretti concorrenti e combattere l’inflazione.

I numeri della 22esima edizione di Cibus superano tutte le manifestazioni precedenti segnando un nuovo record per le Fiere del Settore in Italia: Più di 3.000 brand presenti e 2.000 top buyer internazionali provenienti dai principali mercati obiettivo. Per guardare al futuro del Settore Fiere di Parma e Università Cattolica lanciano il nuovo Food Global Monitor.

(Roma,19.03.2024) – Per continuare a crescere l’agroalimentare made in Italy deve guardare all’estero e al futuro. Sta emergendo infatti un mix di fattori che possono rappresentare un rischio ma anche una opportunità per le nostre imprese: volatilità materie prime, costi energetici, polarizzazione dei canali distributivi. Un made in Italy sempre più presente sulle tavole di tutto il mondo e consapevole di un ruolo guida sul piano della qualità e sostenibilità si presenterà al gran completo in occasione della 22esima edizione di Cibus (Fiere di Parma, 7 -10 maggio), come illustrato oggi al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida.

"Il made in Italy è l'insieme delle migliori qualità che possiamo offrire. Dobbiamo raccontare al resto del mondo l'eccellenza del sistema agroalimentare italiano facendo conoscere sempre di più i nostri prodotti. L'export rappresenta un asset primario per l'economia della Nazione, per questo è fondamentale creare occasioni, in cui incontrarsi e discutere dei nuovi scenari e delle nuove strategie per il settore. Cibus, che ho avuto modo di presentare a inizio marzo in Giappone insieme al presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas e all’ambasciatore Gianluigi Benedetti, rappresenta senz'altro un momento per affermare il nostro modello alimentare come riferimento globale", dichiara il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.

Nel 2023 l’export, secondo i dati Istat, nonostante un leggero calo dei volumi ha registrato un valore pari a oltre 52 miliardi di euro, con un aumento del +6,6% rispetto al 2022.

L’orizzonte del settore è molto incerto a livello globale per l’incertezza degli scenari internazionali, ma anche delle normative intra ed extra UE. Nonostante la  riduzione dei margini e del reddito disponibile, il rischio di nuovi dazi e di legislazioni iper restrittive, le aziende del settore continuano ad investire e innovare guardando con crescente attenzione alle esigenze del consumatore e del pianeta, come dimostrano le migliaia di prodotti che saranno esposti a Cibus 2024 per ridare valore a categorie messe a dura prova dalle guerre e dalla crisi climatica.

"Federalimentare è onorata di contribuire, insieme a Fiere di Parma, alla realizzazione di Cibus 2024. Un’edizione che si preannuncia da record, come dimostra il numero dei partecipanti. Per la Federazione si tratta di un’importante occasione in quanto l’industria alimentare, oltre a generare prodotti e occupazione, con le sue attività contribuisce alla sicurezza alimentare e al benessere degli italiani, a dimostrazione del suo elevato valore sociale. L’industria alimentare italiana, inoltre, si presenta a Cibus 2024 come un comparto sano, in costante crescita e che gode di grande fiducia da parte dei consumatori. Tale fiducia si riflette anche all’estero, dove l’industria alimentare italiana sta conquistando sempre più mercati, contribuendo ad esportare il Made in Italy e lo stile di vita italiano nel mondo", dichiara il Presidente di FederalimentarePaolo Mascarino.

I prezzi alimentari al consumo purtroppo per fattori esogeni alle imprese - secondo i dati di Federalimentare - corrono così più dell’inflazione: una tendenza che contraddice le antiche doti calmieratrici del settore e che si evidenzia anche nei primi mesi del 2024. Nel 2023, a fronte di un’inflazione media del 5,7%, i prezzi al consumo del comparto si sono attestati al +9,8% e questi aumenti non riusciranno a coprire l’impennata dei costi di produzione.

Segnali ulteriori di vulnerabilità emergono guardando anche le macro quotazioni internazionali delle materie prime agricole, che nel decennio 2014 - 2024 sono tutte cresciute a doppia cifra (Fonte Banca Mondiale). 

Elementi che si sommano, secondo Federalimentare, alle tensioni delle importazioni cerealicole che – anche a causa del conflitto Ucraino – sono ad alto rischio con evidenti conseguenze sulla volatilità dei prezzi dei prodotti che sono alla base della dieta mediterranea.

Un caso emblematico per esempio è rappresentato dall’olio extravergine di oliva, dove il raddoppio dei costi della materia prima, e quindi l’aumento esponenziale dei prezzi del prodotto finito, ha costretto un consumatore italiano su 3 ha ridurne il consumo, come ha rilevato una recente ricerca presentata in occasione del Cibus Lab a Bitonto lo scorso 8 marzo.

"C’è una mutazione negli assetti fieristici e nella loro internazionalizzazione che vanno cavalcati perché altrimenti rischiamo di restare indietro rispetto agli altri paesi; non è solo questione di dove possiamo arrivare sfruttando questi mutamenti ma dove rimarremmo se non lo facessimo. Sia un esempio quanto sta accadendo nel panorama delle piattaforme fieristiche fuori dall’Italia legate al mondo del vino. Eventi come Cibus sono molto importanti per fare il punto sulla situazione dei mercati domestici ed internazionali, ma anche l’opportunità, soprattutto per le PMI, per iniziare o accrescere il proprio percorso di internazionalizzazione, rafforzando la presenza e individuando nuove opportunità e nuovi mercati", afferma Matteo Zoppas, Presidente di ICE.

"Le fiere - continua - sono il punto di incontro tra buyer esteri, che arrivano in italia anche grazie all’Agenzia ICE, e gli imprenditori italiani, soprattutto quelli delle PMI, che hanno la possibilità di stringere i rapporti e concludere contratti che in alcuni casi potrebbero far raddoppiare il fatturato in pochi anni. Stiamo assistendo ad una forte accelerazione di tutto il Sistema paese, attraverso l’intensa collaborazione tra ICE, CDP, Sace e Simest, sotto la guida dei ministeri coinvolti che anche loro stanno serrando i ranghi, nel sostegno agli imprenditori che vogliono andare all’estero. Un esempio della capacità di far sistema è senza dubbio l’operazione che ha portato la pasta italiana nello spazio e che rappresenta un’opportunità promozionale incredibile per la cucina italiana soprattutto se la colleghiamo alla candidatura a Patrimonio immateriale UNESCO promossa dai ministri Sangiuliano e Lollobrigida. Dobbiamo essere bravi a sfruttare queste attività di promozione perché la cucina italiana non è solo valore numerico ma ha un ruolo ed un valore strategico per l’Export italiano nel mondo", conclude Zoppas.

Esempi che evidenziano nel complesso come l'Industria alimentare nazionale, nonostante sia strutturalmente “ostaggio” dei trader internazionali per circa un terzo delle materie prime, continua a competere e a crescere grazie ad una straordinaria flessibilità e creatività che ha consentito ai consumatori italiani di non impoverire troppo il proprio carrello della spesa e ai distributori internazionali adattare rapidamente i propri assortimenti per non perdere troppi volumi.  

Il futuro del Made in Italy Alimentare - afferma Antonio Cellie, Amministratore Delegato di Fiere di Parma - dipenderà dalla sua capacità di continuare ad innovare e investire restando fedele a tradizioni e territori. Dall’osservatorio privilegiato di Cibus siamo molto fiduciosi rispetto alla consistenza delle nostre imprese e dei nostri prodotti. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente incrementato il value for money della nostra offerta che diventa sempre più interessante per le principali geografie del nostro export a tutto vantaggio della bilancia commerciale e delle varie filiere”.

In questa chiave Cibus ha promosso e realizzato un Osservatorio sul settore food, che Fiere di Parma svilupperà in collaborazione con il CERSI, Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un Monitor per offrire a imprenditori, manager e policy-makers un quadro costantemente aggiornato sull’andamento internazionale del settore food, fornendo indicazioni utili ai fini della ricerca di opportunità di sviluppo commerciale nei mercati esteri attraverso una metodologia comparata e costantemente aggiornata.

Già in occasione del salone verrà presentato in anteprima un primo nucleo di dati della ricerca volta ad analizzare i trend della competitività delle principali regioni del mondo (Europa, America, Asia). Uno studio che vedrà la sua piena realizzazione in autunno, con l’analisi dei dati sulle esportazioni di 11 Paesi chiave: Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Polonia Belgio, Paesi Bassi, USA, Cina, Brasile e Thailandia. L’obiettivo è fare un assessment sulla competitività internazionale di ciascun paese, attraverso l’analisi dell’evoluzione della posizione competitiva negli ultimi cinque anni e dei principali mercati di destinazione dei prodotti alimentari.

 

CIBUS 2024. IL FORMAT

La manifestazione di riferimento per il settore agroalimentare Made in Italy, frutto della consolidata collaborazione tra Fiere di Parma e Federalimentare, presenta una 22esima edizione che quest’anno supererà ogni altra per numero di espositori (oltre 3.000 brand e una lista di attesa di 600 aziende) e per la presenza di buyer della grande distribuzione italiana e internazionale - ad oggi quasi 2.000 già registrati - provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente. Il 2024 sarà inoltre l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone. 

Cibus - 120mila mq di superficie espositiva distribuita su 8 padiglioni - offrirà uno spaccato completo del settore alimentare italiano, presentando in fiera tutto il meglio dei principali settori dell’Agroalimentare Made in Italy:  formaggi e derivati del latte, carni e salumi, gastronomia e prodotti surgelati, oltre alla sezione grocery, con pasta, dolci, conserve e condimenti, pilastro del nostro export agroalimentare.

A Parma, grazie alla collaborazione con Agenzia ICE, saranno infatti presenti buyer, category manager e responsabili acquisti delle più importanti catene di supermercati, tra cui hanno già aderito Loblow e Metro Canada, Albertsons, Central Market, H-E-B, Hy-Vee, Walmart, Whole Foods Market USA (dal Nord America); Grupo Pao de Açucar, Alkosto, Tottus e Cencosud (dal Sud America); Billa, Rewe, Spar, Colruyt, Metro, Iki, Maxima, Hanos, Jumbo Supermarkten, Auchan Retail, Sonae, Eroski, Manor, Migros, Marks & Spencer, Ocado, Waitrose (dall’Europa); Aeon, Itochu, Kato Sangyo, Ok Corporation, City Super Shanghai, Hyundai Green Food, Lotte Mart, Nongshim (dall’Asia); Lulu Group, Shufersal (dal Medio Oriente), Pick n Pay, Woolworths, Coles da Sud Africa e Australia.

Saranno altresì presenti le realtà di riferimento a livello internazionale per l'horeca, così come gli importatori e i distributori chiave per il Made in Italy nel mondo, tra questi per esempio Kehe Distributors, US Food, Baldor, Atalanta, Sysco, Bidfood, Angliss, Classic Fine Food, Sodexo, Winterbotham Darby, AMS Sourcing, Dagab, Haugen Gruppen, Coop Trading, Sligro, Transmed, Choitrams, Truebell, Ali bin Ali, Bright View, COFCO, Emporium Corporation, Giraud Restaurant System, Monte Bussan Global Pacific Victory, Gourmet Partner, Food Gallery Limited, Jagota.

Una nutrita presenza internazionale, risultato del roadshow che Cibus ha sviluppato nell’ultimo anno nei principali mercati insieme ad Agenzia ICE. Un tour globale che ha già toccato Colonia, Shanghai, Las Vegas e che vedrà tra le prossime tappe Dubai e Tokyo, per concludersi tra giugno e ottobre a New York (USA) e Parigi.

Tantissimi i Top Buyer che potranno vivere l’esperienza immersiva dei Cibus Destination, un programma di retail e technical tour altamente coinvolgenti, organizzati nel territorio e all'interno delle aziende della Food Valley.
Previsti anche tour on site, tra gli stand di Cibus, con  visite e degustazioni dedicate alle richieste ed esigenze specifiche dei top buyer italiani ed esteri.
Prodotti regionali, fuori casa, innovazione, prodotti di nicchia e per il segmento fine dining: sono solo alcuni percorsi di scoperta che guideranno i visitatori professionali tra gli stand della fiera.

Lo spazio, collocato strategicamente all’ingresso del padiglione 7 (ingresso Ovest), ospiterà alcune aree di successo di Cibus, come l’Innovation Corner – la vetrina espositiva delle novità di prodotto presentate in fiera dagli espositori – e la Startup Area nata in collaborazione con Le Village di Crédit Agricole.

Per la prima volta a Cibus  “T-OWN”: un progetto che, in modo originale, presenterà le idee e le iniziative messe in campo dalle aziende agroalimentari per informare i consumatori finali delle caratteristiche sociali, energetiche e nutrizionali dei singoli prodotti.
Una call for ideas progettata dallo spin off T_OOL.

Tra le anticipazioni, anche un ricco programma di convegni e iniziative dedicato all’Authentic Italian Food&Beverage. Il focus interesserà tre grandi filoni tematici: i nuovi equilibri tra distribuzione e industria di marca, esplorando le ricadute sulla filiera dopo i recenti patti anti-inflazione; la protezione e valorizzazione del patrimonio gastronomico tradizionale attraverso il confronto delle diverse esperienze e best practice dei consorzi nazionali ed esteri; i percorsi tematici negli spazi di Cibus dedicati agli operatori dell’Ho.Re.Ca.

Fonte: Ufficio stampa Cibus I Mirandola Comunicazione

(Post a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)

Go Global Travel al debutto in Sicilia punta su Travelexpo

 

Go Global Travel, il fornitore innovativo di tecnologie e hotel, sarà presente per la prima volta a Travelexpo, che si svolgerà dal 5 al 7 aprile, in Sicilia, al CdsHotels Città del Mare di Terrasini.

“Attraverso la nostra piattaforma – spiega Pierluigi Catalano, Sales Manager South Italy and Malta che sarà presente alla manifestazione siciliana – offriamo ai nostri 37.000 partner la possibilità di accedere a oltre 1.000.000 di hotel e appartamenti in 70.000 destinazioni in tutto il mondo. Il customer care per Go Global Travel è un asset fondamentale, infatti, per supportare tutti i nostri prodotti, disponiamo di 26 uffici multilingue in tutto il mondo, con un team di esperti pronto a supportarvi 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, in lingua locale. Il nostro obiettivo è fornire un servizio impeccabile e personalizzato per soddisfare le esigenze dei nostri partner, anche grazie ai nostri Sales Manager presenti in tutto il territorio”.

Ma perché le agenzie dovrebbero lavorare con Go Global Travel? “Perchè offriamo migliaia di prodotti con tariffe dinamiche e competitive, un’eccellente disponibilità di tariffe anche last-minute; una piattaforma di prenotazione facile da usare, con soluzioni innovative di connettività e supporto tecnico interno di altissimo livello; strumenti finanziari flessibili, pensati appositamente per i bisogni dei nostri clienti, possibilità di pagare in multi-valuta e opzioni di credito;
un servizio clienti formato da un team di esperti, attivo 24 ore su 24, in 17 lingue diverse; e un approccio personalizzato garantito dalla presenza sul territorio dei nostri Sales Manager”.

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Da Sharm all’Albania le mete dell’estate 2024 di AvTour a Travelexpo


AVTOUR conferma anche quest’anno la sua presenza a Travelexpo, in programma dal 5 al 7 aprile al CDSHotel Città del Mare di Terrasini. Sarà l’occasione per presentare agli agenti di viaggio siciliani la programmazione ESTATE 2024 e il relativo catalogo. Elisa Di Mauro, anima del noto Tour Operator siciliano, tiene a sottolineare il contributo essenziale che viene in particolare dal rapporto con gli agenti di viaggio, dalla loro professionalità e passione nel lavoro.

“Nel 2023 – sottolinea Elisa Di Mauro – si è registrata una prima ripresa dopo gli anni della pandemia e dunque per l’Estate 2024 presentiamo con fiducia e entusiasmo una programmazione ampia e ricca di destinazioni, che vuole essere attenta alle esigenze degli agenti e dei clienti.
Con i nostri tour spaziamo ormai su quasi tutta l’Europa: dal consolidato MittelEuropa, al Sud Europa con ben 3 tour sulla Spagna e 2 sul Portogallo; dalla Francia al Nord Europa, compresa la Gran Bretagna e l’Irlanda che abbiamo rafforzato con il ritorno del diretto Aer Lingus. Riprendiamo Olanda e Belgio con volo diretto Transavia.
Inoltre, per quest’anno puntiamo molto sulla Turchia con i voli diretti Turkish, ora da Catania e da Palermo, e sul programma 8 di giorni che insieme a Istanbul, Ankara, Cappadocia e Hierapolis tocca anche Efeso. Sul Mediterraneo, proponiamo coem novità l’Albania con un tour di cultura e mare. E ancora rafforziamo i programmi che puntano sulle capitali europee, dalle note città dell’Est Europa come Praga, Vienna, Budapest e Sofia, a Parigi, arrivando ad Istanbul, sempre con i voli diretti Turkish da Catania e Palermo. Infine, per il Mare, oltre a Creta e alla Costa Brava, incrementiamo il nostro impegno su Sharm con i voli diretti sia da Catania che da Palermo. E’ una realtà che mantiene un ottimo rapporto qualità/prezzo ed in cui abbiamo realizzato una attenta selezione di resort”, conclude.

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In Italia a caccia di relax: 10,5 mln in viaggio a Pasqua

 

Una Pasqua dalla dimensione prevalentemente familiare, a caccia di relax, lunghe passeggiate, alla scoperta delle bellezze delle città d’arte o al ritorno al mare senza allontanarsi troppo dalle regioni in cui si vive. E soprattutto, una vacanza da vivere principalmente in Italia. Questa la scelta dei quasi 11 milioni di italiani che si metteranno in viaggio per le festività pasquali secondo l’indagine realizzata da Tecnè per conto dei Federalberghi.

Il 92% del campione analizzato ha infatti manifestato la propria preferenza per destinazioni italiane mentre solo l’8% si recherà all’estero, preferibilmente nelle grandi capitali europee. Gli spostamenti si compiranno soprattutto in automobile, il mezzo preferito dalla stragrande maggioranza dei viaggiatori perché considerato il più comodo per muoversi senza vincoli di orario, e forse anche il meno costoso.

“Sarà una Pasqua che consentirà a molte famiglie italiane di ritrovarsi, e sarà vissuta all’insegna della sobrietà: il mare, le città d’arte, la montagna, i laghi e le terme del nostro Paese sono le località favorite. Tra gli italiani c’è ancora tanta voglia di Italia e questo trend fa bene al nostro turismo”, commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca.

“Trovandoci di fronte ad una Pasqua bassa in questo 2024 – ha proseguito Bocca – senza dubbio possiamo dire che la montagna conserva il suo appeal per gli appassionati di sci e di sport invernali. Una buona opportunità in questo inizio di primavera, prima che si aprano le porte al caldo dell’estate. Per noi le festività pasquali rappresentano una prova generale in previsione della stagione alta – conclude il presidente di Federalberghi – Con tutte le cautele del caso, possiamo considerare questa discreta performance come un buon viatico per l’estate 2024”.

Complessivamente saranno circa 10,5 milioni gli italiani in viaggio per le festività pasquali. Il 92% degli intervistati resterà in Italia, mentre l’8% sceglierà una località estera. Le mete preferite per i viaggiatori che resteranno in Italia saranno il mare (32,5%), le località d’arte (28,9%), la montagna (21,8%) e, a seguire, i laghi (3,4%) e le località termali (2,5%). Per coloro che invece si recheranno all’estero, vincono le grandi capitali europee (74,4%), seguite dal viaggio in crociera (10,2%) e dalle località marine (6,3%). La vacanza avrà una durata media di 3,6 notti e la spesa media pro capite sostenuta (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti), sarà pari a 371 euro.

Il turismo si conferma un driver eccezionale per l’economia del territorio creando un giro di affari di 3,9 miliardi di euro. Questo risultato sarebbe potuto essere ancora maggiore se non fosse stato per l’aumento del costo della vita che sta caratterizzando questo periodo. Infatti, quasi la metà dei vacanzieri (44,1%) ha deciso di ridurre la spesa per questa vacanza proprio a causa di tale cambiamento. La gran parte della spesa dei viaggiatori sarà destinata ai pasti (29,9%) e all’alloggio (23,0%). Il viaggio assorbe il 22,6% del budget, mentre allo shopping sarà destinato il 10,6%. La vacanza è stata prenotata a ridosso della data di partenza: il 73,7% lo ha fatto al massimo un mese prima.

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(Post a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale)

Dalla Turchia alla Spagna: 10 mete per chi viaggia in solitaria

 


Istanbul è la migliore città d’Europa per viaggiare in solitaria. A stabilirlo è Bluepillow, metamotore di ricerca per appartamenti e case vacanza in affitto, che ha realizzato il Solo Travel Index per individuare le 10 migliori mete europee per chi vuole partire da solo.
L’indice ha preso in considerazione diversi fattori, dal costo medio degli alloggi e dei ristoranti al livello di sicurezza delle città, passando per le tariffe degli spostamenti tramite mezzi pubblici e taxi.

Sul gradino più alto del podio troviamo la città turca con un punteggio di 8,7 su 10, dovuto non solo a ristoranti economici (8,10 € a pasto per singola persona) e prezzi bassi per trasporti locali (0,30 € a biglietto) e taxi (0,25 € per km), ma anche ad alloggi convenienti (49 € a notte).

Al secondo posto con 8,5 punti c’è Varna, città bulgara che si affaccia sul Mar Nero, caratterizzata dalle strutture ricettive più economiche della lista stilata da Bluepillow, con una tariffa media di 35 € a notte, e da una ristorazione poco costosa, con prezzi che si aggirano attorno ai 12 €.

In terza posizione, con un index pari a 7,1, abbiamo Faro in Portogallo, meta che offre taxi a buon prezzo (0,49 € per chilometro percorso) e case vacanze economicamente accessibili, con costi medi sui 50 € a notte. Chiudono la top 5 Cracovia in Polonia (7,05) e Bucarest in Romania (6,85), convenienti rispettivamente per i ristoranti e gli spostamenti.

Tra le 10 migliori città europee per i solo travelers, ci sono poi in ordine di punteggio Praga (Repubblica Ceca – 6,75), Kaunas (Lituania – 6,6), Budapest (Ungheria – 6,1) e Riga (Lettonia – 5,4). Se la capitale ungherese presenta ristoranti e mezzi pubblici a prezzi contenuti, quella ceca risulta essere la più sicura tra le destinazioni presenti in classifica. Ciò che accomuna, invece, la città lituana a quella lettone è l’economicità degli alloggi, con tariffe medie che vanno dai 47 ai 54 € a notte.

Fanalino di coda tra le prime 10 città di questa speciale classifica, la spagnola Siviglia, con uno score pari a 5,3, frutto di costi accessibili per quanto riguarda i ristoranti (15 €), le corse in taxi (0,97 € a km) e gli spostamenti tramite bus, tram e metro (1,40 € a biglietto).
Tra le mete italiane, la prima del Solo Travel Index di Bluepillow è Firenze che si posiziona al 14° posto con un index di 3,9, dovuto a un costo medio a notte di 95€, un costo medio ristorante di 23,75€ e un costo taxi di 1,30€ a km.
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