Hasui, mostra, Hokusai, Torino Hokusai, Hiroshige e Hasui in un confronto

Katsushika Hokusai

Aprirà al pubblico il prossimo 19 ottobre, negli spazi della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli una grande esposizione dedicata a tre maestri dell'arte giapponese. Si tratta di “Hokusai Hiroshige Hasui. Viaggio nel Giappone che cambia” che oltre a presentare le opere di due grandi Maestri del “Mondo Fluttuante” dell’Ottocento come Katsushika Hokusai (1760 - 1849) e Utagawa Hiroshige (1797 – 1858), metterà in scena le stampe più recenti di Kawase Hasui (1883-1957). Pittore esponente del movimento shin hanga ("nuove stampe"), quest'ultimo portò, infatti, avanti i temi e le tecniche delle silografie policrome anche nelle epoche Meiji (1868-1912), Taish? (1912-1926) e parte della Sh?wa, fino a metà degli anni Cinquanta del Novecento quando venne nominato “Tesoro nazionale vivente” nel 1956. 
 
PERCHE' ANDARE
 
Curato da Rossella Menegazzo e Sarah E. Thompson il percorso espositivo proporrà, attraverso una selezione di 100 straordinarie silografie dei tre maestri, un viaggio nei luoghi più suggestivi del Giappone, reali e immaginari, raccontando il mondo artistico di un paese che tra fine Ottocento e inizio Novecento subisce un’enorme trasformazione sotto l’influenza dell’Occidente alla scoperta di come il mondo fluttuante, reso noto dai primi due maestri, scivoli dentro una società che aspira ai canoni artistici europei, e non solo, di cui Hasui è testimone. I visitatori potranno vivere una esperienza completa, sperimentando su di sé la meraviglia e l’emozione che all’epoca dovettero provare artisti come Monet, Van Gogh, Degas, Toulouse-Lautrec di fronte alla freschezza, alla semplicità e al forte impatto delle opere di Hokusai e Hiroshige.
 
DA NON PERDERE
 
La mostra metterà in evidenza come le immagini del Mondo Fluttuante siano state poi traslate in epoca moderna, attraverso l’abilità, la nostalgia e la tecnica innovativa di Hasui.  Per la prima volta le opere più importanti dei pittori classici della tradizione giapponese verranno messe a diretto confronto con quelle della contemporaneità. L'iniziativa, organizzata dalla Pinacoteca Agnelli in collaborazione con il Museo di Boston insieme a MondoMostre, vede main partner del progetto la FIAT.
 
Hokusai – Hiroshige - Hasui. Viaggio nel Giappone che cambia
Dal 19 ottobre al 16 febbraio 2020
Luogo: Torino, Pinacoteca Agnelli
Info: 011.0062713
Sito: www.pinacoteca-agnelli.it

L'anima verde di Milano in 5 tappe. Alla scoperta di ville e giardini del capoluogo lombardo per una giornata outdoor nel cuore della città

Milano dall'alto

PARCO DI VILLA FINZI
Nel quartiere di Gorla, nel Municipio 2 di Milano, si trova il Parco di Villa Finzi, uno dei più antichi della città, diviso dal Naviglio della Martesana da un muro di cinta ed una strada. Occupa una superficie di 51.300 m² e tra le principali specie arboree si possono ammirare robinia, acero americano, carpino bianco, ciliegio, faggio, ippocastano, olmo, quercia rossa e tiglio.

GIARDINO DI VILLA BELGIOJOSO BONAPARTE
Tra le più animate aeree verdi di Milano il Giardino di Villa Belgiojoso, in Via Palestro, si ritaglia un ruolo particolare perché esclusivamente riservato ai bambini sotto i 12 anni e gli adulti possono accedervi solo se in loro compagnia. Con l’area giochi attrezzata anche per i bambini più piccoli, ci si immerge nei suoi quasi 20.000 mq di parco botanico.

PARCO GIOVANNI PAOLO II
Gode di una suggestiva posizione ed ospita edifici di straordinario valore artistico il Parco Giovanni Paolo II di Milano, conosciuto anche come ex Parco delle Basiliche perché si estende tra le Basiliche di San Lorenzo e di Sant’Eustorgio tra siepi di rose, bacche autunnali e ciliegi. Il giardino è il luogo ideale per una pausa nel verde in completo relax.

GIARDINI DELLA GUASTALLA
Piccoli, antichi e poco conosciuti: sono i Giardini della Guastalla di Milano, un’area verde in Via Francesco Sforza delimitata da cancelli la cui storia affonda le radici nel 1555. Il giardino è adornato da piante ad alto fusto di grande pregio, catalogate e curate dai volontari del posto. E’ stato allestito un percorso botanico dalle Guardie Ecologiche Volontarie, illustrato in una piccola guida.

PARCO DELLE CAVE
Nell'ex area delle cave di Baggio, abbandonate negli Anni Sessanta, è stato realizzato un bellissimo parco pubblico urbano, testimonianza positiva della riqualificazione cittadina. Se, infatti, era una zona degradata perché priva di controlli, grazie alla Onlus Italia Nostra nel parco è stato istituito un commissariato di quartiere tanto che l’Unesco ha conferito alla splendida zona verde il premio Tesoro del Mondo.

fonte: turismo.it

Nelle miniere, viaggio al centro della terra

Miniere © Ansa


Luoghi affascinanti, rivelano antiche storie e ce ne sono alcune specializzate nell’arte della respirazione, la speleoterapia. Ecco dove immergersi nelle più straordinarie miniere d’Italia.

Specialisti della respirazione nella Miniera del Predoi (BZ) - Nella valle dalle vette a 3mila metri di altitudine, respirare bene è un mantra. E al Wellness Refugium & Resort Hotel Alpin Royal di San Giovanni (BZ), in Valle Aurina, è una certezza. Questo intimo rifugio dedito al benessere e custodito in una zona protetta, fa parte dei Respiration Health Hotels, specializzati nell’alleviare asma e allergie, complici l’aria fresca di montagna, l’ambiente sano e una cucina su misura, la presenza del Centro Climatico di Predoi, realizzato all’interno di una galleria dell’ex miniera di rame. www.alpinroyal.com

Speleoterapia alla Miniera Sant’Aloisio (BS) - Sempre in tema di benessere, il centro Speleoclimatico della Miniera Sant'Aloisio, in Val Trompia, è un avamposto d’eccellenza della speleoterapia, trattamento terapeutico basato sulla frequentazione di grotte naturali o di miniere dismesse, ambiente capace di favorire la guarigione di malattie respiratorie come asma bronchiale, allergia da fieno o pollini, riniti e laringiti croniche, bronchite cronica, sinusite cronica ed enfisema. Un trenino conduce all’interno della miniera, nella quale si può scegliere se seguire un percorso o distendersi su lettini allestiti in appositi spazi. www.visitbrescia.it

Immergersi nelle Miniere dell’Isola d’Elba (LI) - Sono i bacini minerari più estesi al mondo e si trovano tra la vegetazione selvaggia e il mare smeraldo. Le miniere ferrose dell’Isola d’Elba sono un’esperienza unica e coinvolgente per i visitatori, che si immergono nelle sue gallerie, raccolgono i minerali, partecipano a trekking tematici e scoprono gli impianti di lavorazione delle pietre. Un viaggio nelle viscere dell’isola, che parte dal Boutique Hotel Ilio di Capo Sant’Andrea (LI). Il percorso nelle miniere comincia dal Monte Calamita, nella miniera di magnetite del Ginevro, per poi proseguire a San Piero dove domina il granito e la lavorazione delle pietre, che hanno segnato la storia dell’architettura. Si possono esplorare gli antichi cantieri del lavoro e i diversi musei. Le miniere dell’Isola d’Elba si possono percorrere a piedi, in e-bike, in fuori strada come in un safari, sul trenino con i bambini o magari a dorso d’asino. Fermarsi ad ammirare punti panoramici sul mare, osservando l’Isola del Giglio e di Monte Cristo rende l’esperienza ancora più speciale. www.hotelilio.com e www.visitelba.com/
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Il Giapponismo in mostra


(di Luciano Fioramonti) (ANSA) - ROMA, 30 AGO - L'arte occidentale della seconda metà dell'Ottocento aveva bisogno di una scossa per scoprire strade e stimoli espressivi nuovi. Non la trovò dentro i confini della vecchia Europa ma guardando all'Oriente. Ad accendere la miccia fu il trattato tra Gli Stati Uniti e il Giappone firmato nel 1858 che aprì agli scambi commerciali. Da quel momento il panorama culturale fu contagiato da un modo di decorare e rappresentare la realtà che investì schemi, modelli e consuetudini consolidate da secoli. Nel 1862 la Fiera mondiale di Londra ospitò il debutto ufficiale della produzione artistica proveniente dal Sol Levante. A quella moda, destinata a condizionare la scena per oltre mezzo secolo, Rovigo dedica la mostra "Giapponismo, Venti d'Oriente nell'arte europea. 1860 - 1915", curata da Francesco Parisi, dal 28 settembre prossimo al 26 gennaio 2020 a Palazzo Roverella.
    Il racconto si sviluppa attraverso 250 opere - incisioni, dipinti, ceramiche, bronzi, libri, manifesti - affiancando originali e derivati, opere scelte fra quelle che giungendo dal Giappone furono al centro di passioni e studi in Europa accanto ai lavori degli artisti che subirono gli effetti di questi "reperti". L'interesse verso il nuovo mondo espressivo cominciò a diffondersi grazie alle xilografie usate per proteggere vasi e ceramiche, fogli che "erano spesso i celebri manga di Hokusai o stampe brillanti di Utamaro e Hiroshige che tanta influenza ebbero sugli Impressionisti fino alle Secessioni di Vienna e Monaco per concludere il loro ascendente con i bagliori della Grande Guerra trasformandosi in un più generico culto dell'oriente nel corso degli anni Venti e Trenta del Novecento".
    E' un percorso che si snoda in quattro sezioni come le Esposizioni Universali che in quello scorcio di secolo "contribuirono, grazie alla presenza dei padiglioni giapponesi, a svelare ed amplificare il nuovo che giungeva da così lontano, da quel luogo misterioso e magico". Dopo Londra, seguirono Parigi nel '67 e nel '78 (quest' ultima fece diventare popolare il ventaglio decorato), fino all'esposizione del cinquantennale dell'Unità d'Italia del 1911 che esercitò una vasta influenza su molti giovani artisti. Accanto ai capolavori di Gauguin, Touluse Lautrec, Van Gogh, Klimt, Kolo Moser, James Ensor, Alphonse Mucha ecco le tendenze giapponiste nelle opere degli inglesi Albert Moore, Sir John Lavery e Christopher Dresser; degli italiani Giuseppe De Nittis, Galileo Chini, Plinio Nomellini, Giacomo Balla, Antonio Mancini, Antonio Fontanesi e Francesco Paolo Michetti con il suo capolavoro "La raccolta delle zucche"; e ancora i francesi Pierre Bonnard, Paul Ranson, Maurice Denis ed Emile Gallé; i belgi Fernand Khnopff e Henry Van De Velde.
    Fu proprio la Francia la culla della nuova moda dell'arte che coinvolse "dapprima la ricca borghesia internazionale, ma soprattutto due intere generazioni di artisti, letterati, musicisti e architetti, trovando via via sempre più forza con l'innesto della nascente cultura Liberty e modernista, sempre più attenta ai valori decorativi e rigorosi dell' arte giapponese". A dare un impulso decisivo fu il mercante d' arte Samuel Bing, che intorno al 1860 aveva fondato a Parigi una società per il commercio di opere d' arte, importate in particolare proprio dal Giappone. Il suo padiglione, nella Esposizione del 1867, ottenne un premio speciale. Le opere orientali antiche e moderne che aveva fatto conoscere influenzarono fortemente molti esponenti dell' Impressionismo.
    Nel 1888 Bing fondò la rivista "Le Japon artistique" - in mostra l' edizione di lusso - e nel 1895 aprì la galleria-negozio "L' Art Nouveau", da cui prese il nome il movimento artistico di fine secolo. L' appuntamento di Rovigo è la prima mappatura delle tendenze giapponiste che poi si affermarono in Germania, Olanda, Belgio, Austria, Boemia, Italia e affronta la pittura e la grafica abbracciando architettura, arti applicate, illustrazioni, manifesti, arredi. Un insieme caratterizzato dalla tavolozza di colori vivaci, figure e natura presi in prestito dalle stampe giapponesi. Musei importanti hanno dato un contributo rilevante, dalla Tate Gallery al Museo di Arti Decorative di Parigi, che ha concesso un vaso bellissimo di Gallé, tra i vertici della giapponistica francese. L' Oriente lasciò la sua impronta anche sulla musica. Giacomo Puccini compose tra il 1901 e il 1903 la "tragedia giapponese" Madama Butterfly, rappresentata per la prima volta alla Scala nel 1904 e pubblicizzata dal celebre manifesto firmato da Leopoldo Metlicovitz, uno dei grandi pionieri della cartellonistica, con l' immagine di una geisha di spalle su uno sfondo di ciliegi in fiore. (ANSA).

Lego in Maremma con 1.000.000 mattoncini

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FOLLONICA (GROSSETO), 29 AGO - Sbarca in Maremma, a Follonica (Grosseto), 'I love Lego', rassegna dove il celebre gioco si presenta con oltre 1.000.000 di mattoncini assemblabili che andranno a comporre in miniatura città moderne e monumenti antichi per oltre 100 metri quadrati di fantastici scenari riprodotti. La mostra, fino al 20 settembre, è allestita alla Fonderia Leopolda e viene prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con RomaBrick, uno dei lug (altro modo d'indicare i mattoncini ndr) più antichi d'Europa. I vari 'mondi in miniatura', per decine di metri quadrati di esposizione, dalla città contemporanea ideale alle avventure leggendarie dei pirati, dai paesaggi medievali agli splendori dell'Antica Roma, sono stati minuziosamente progettati e costruiti da RomaBrick attraverso oltre 1.000.000 di moduli Lego e ogni mondo contiene elementi dinamici, sistemi di automazione e di illuminazione.
A Follonica si potrà ammirare, e magari ispirarsi per rifarlo a casa propria, un repertorio articolato di mondi replicabili in piccolo, dalla città contemporanea ideale alle avventure leggendarie dei pirati, dai paesaggi medievali agli splendori dell'Antica Roma, fino alla conquista dello spazio. RomaBrick, costola dell'associazione nazionale di amanti Lego, pone al centro dell'obiettivo il lavoro di squadra ed è grazie alla collaborazione di tutti i suoi iscritti che riesce a creare ambienti tra i più grandi che si possano vedere nel mondo.
Ogni singola parte delle installazioni in mostra è frutto di una progettazione collettiva e assolutamente originale: ogni edificio, strada, mezzo o piazza viene concepita da un team che vanta la presenza di numerosi architetti e ingegner

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Le mostre del week end 31 Agosto-1 Settembre: da Scianna ad Accardi

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VENEZIA - Nell'ultimo weekend d'agosto molte e diverse le suggestioni per gli appassionati d'arte, dagli scatti di Scianna a Venezia agli omaggi che la Basilicata (nei comuni di Aliano, Montemurro, Castronuovo e Moliterno) rende a 4 artisti, Scialoja, Fazzini, Assadour e Goetz.

VENEZIA - 180 opere, e oltre cinquant'anni di carriera di uno dei maestri della fotografia contemporanea: si apre il 31 agosto alla Casa dei Tre Oci (fino al 2 febbraio) la grande antologica dedicata a Ferdinando Scianna, dal titolo "Viaggio racconto memoria". Nel percorso, accanto ai temi che da sempre accompagnano la carriera di Scianna (l'attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare), anche una serie di immagini di moda scattate a Venezia che testimoniano il legame con la città. "Sublime geometry" è il titolo della prima personale in Italia di Heidi Bucher, allestita alla Galleria Alma Zevi dal 31 agosto al 18 dicembre. La mostra traccia le esplorazioni radicali compiute dall'artista svizzera, scomparsa nel 1993, all'interno di spazi architettonici e domestici, e la pone in dialogo con il Minimalismo della metà del XX secolo. All'Hotel des Bains arriva "Ritratti (Opere uniche). 300 Polaroid raccontano i protagonisti della Biennale Cinema dal 1996 al 2004", in programma fino al 15 settembre. Aperta il 26 agosto, in concomitanza con il Festival del Cinema, la mostra presenta 300 polaroid giganti, disposte in ordine cronologico e corredate da video sul backstage dei vari set fotografici, che hanno come protagoniste le star, tra attori e registi, che hanno sfilato sul red carpet del Lido. Ultimo weekend per ammirare l'installazione ambientalista "The Twin Bottles: Message in a Bottle" degli artisti Helidon Xhixha e Giacomo Jack Braglia che in occasione della Regata Storica fino al 1 settembre sarà in Canal Grande, di fronte a Palazzo Ca' Vendramin Calergi. Il progetto presenta due bottiglie 'gemelle' in acciaio, una di Xhixha l'altra di Braglia, che scuotono le coscienze e riportano al centro le tematiche ambientaliste e il problema dell'uso eccessivo e non consapevole della plastica.
ROMA - Nell'ambito dell'esposizione "Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione" allestita alla Galleria d'Arte Moderna (fino al 13 ottobre) si inserisce l'"Omaggio a Carla Accardi". In programma fino al 1 settembre, l'omaggio presenta al pubblico la riflessione dell'artista siciliana sul segno astratto, attraverso una serie di importanti opere dei decenni Settanta e Novanta del Novecento e alcuni documenti d'archivio, a testimonianza del suo percorso artistico, politico e personale.
BERGAMO - Due le mostre in chiusura il 1 settembre alla GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo: allo Spazio Zero "Hysterical Strength", prima personale in Italia di Luke Willis Thompson (Auckland, 1988), in cui l'artista presenta la trilogia di film Untitled Trilogy (2016-2018) e un nuovo lavoro site specific, Black Leadership (2019), ognuno dei quali esamina il rapporto tra le persone e la loro rappresentazione. A Palazzo della Ragione, invece, "Tutta la verità (The Whole Truth)", mostra di Jenny Holzer: utilizzando versi che parlano di violenza, oppressione, genere, sessualità, potere, guerra e morte, l'artista nei suoi lavori sfrutta la parola scritta come mezzo di riflessione critica e di espressione creativa.
BASILICATA - Dal 26 agosto al 19 dicembre il Sistema museale ACAMM dedica 4 mostre ad altrettanti personaggi dell'arte europea del XX secolo: Pericle Fazzini ad Aliano, presso Palazzo Di Leo; Toti Scialoja a Castronuovo, nel MIG - Museo Internazionale della Grafica; Henry Goetz a Moliterno, nella Biblioteca G. Racioppi; infine Assadour a Montemurro, presso la Casa delle Muse Sinisgalli. Dipinti, sculture, disegni, acquarelli, opere grafiche, datati 1936-2018, invadono il territorio esteso tra Parco del Pollino e Parco dell'Appennino Lucano e chiariscono molti punti del linguaggio espressivo dei 4 artisti a contatto con la Basilicata.

Dieci hotel per appassionati d’arte

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VERONA - A Richmond, negli Stati Uniti, il Virginia Museum of Art offre ai visitatori della mostra “Edward Hopper e l’American Hotel” la possibilità di dormire nel museo, accanto al quadro del celebre pittore Edward Hopper che ritrae una camera da letto di un motel. Durante l’esposizione, che comincia il 26 ottobre, si potrà fare il check-in al museo e dormire nella stanza ricreata a grandezza naturale, proprio come ha fatto la protagonista del quadro dell’artista americano. L’esperienza di Richmond terminerà alla fine della mostra, prevista per il 23 febbraio 2020. L’allettante esperienza, tuttavia, può essere rivissuta in numerose strutture alberghiere che ospitano al proprio interno gallerie d’arte, mostre temporanee e collezioni di artisti emergenti. Nel mondo dell’ospitalità c’è infatti un fiorire di alberghi per chi ama l’arte moderna e contemporanea dove è possibile dormire accanto a un Picasso o a uno Chagall, fare colazione o prendere un aperitivo ammirando un Tiepolo, un Matisse o un Andy Warhol e rilassarsi in un’installazione pop d’avanguardia. Ecco dieci raffinati indirizzi, tradizionali e di design, dove farsi sedurre dalla creatività e dal talento.

La Colombe d’Or a Saint-Paul-de-Vence 
E’ un affascinante albergo dell’entroterra della Costa Azzurra che ha una storia curiosa: fondato nel 1920 come locale con caffetteria dall’umile famiglia Roux, venne frequentato durante la seconda guerra mondiale da numerosi artisti che pagavano con le loro opere la permanenza nelle stanze del piccolo albergo. Oggi sulle pareti di La Colombe d’Or, ancora frequentato da numerosi artisti di passaggio verso la Provenza, si possono ammirare le tele originali di pittori come Matisse, Picasso, Léger, Braque, Chagall e Bompard. La struttura alberghiera sorge in un suggestivo edificio in pietra di campagna con un raffinato ristorante e camere e suite arredate in modo semplice ma alcune con i dipinti originali. L’hotel, inoltre, sorge ad appena 15 minuti a piedi dalla Fondazione Maeght, ricco museo d’arte moderna e contemporanea di Saint-Paul-de-Vence. Info: www.la-colombe-dor.com

The Beaumont Hotel a Londra
Sorge in un imponente edificio Art déco del 1926 nel quartiere Mayfair, a pochi passi da Bond Street e Hyde Park della capitale britannica. Il lussuoso ed esclusivo albergo ospita opere di rilievo, tra le quali spicca “Room”, enorme scultura firmata da Antony Gormley. Nei saloni e negli spazi comuni del Beaumont si possono ammirare anche interessanti dipinti originali come “Le Maitre d’École” di René Magritte, dipinto appeso a una parete del Magritte Bar. Camere e suite sono arredate con fotografie in bianco e nero e pezzi originali di John Lavalle, Julian Lamar, Walter I Cox e Robert Knight Ryland. Seppur con cifre da capogiro è possibile soggiornare in una suite progettata dall’artista e scultore Sir Antony Gormley. Informazioni: www.thebeaumont.com

Rome Cavalieri Waldorf Astoria a Roma
Un trittico di Giambattista Tiepolo e i “Dollar Sign” di Warhol sono solo alcune delle opere più celebri del lussuoso hotel del quartiere Monte Mario, con una vista panoramica sulla Città Eterna. La struttura ospita una delle più grandi collezioni d’arte al mondo con opere dal XVI secolo ai maggiori artisti contemporanei. Tra i maggiori tesori artistici spiccano le tele di Giuseppe Zais, di Frans Snyders, la statua in bronzo “Il pastorello e il cane” di Berthel Thorvaldsen e le opere di Mario Schifano. E ancora, arazzi, sculture, mobili Luigi XV e Primo Impero, i costumi di Nureyev e i vetri di Gallè che arredano le suite, i saloni e il noto ristorante tre stelle Michelin “La Pergola” dello chef Heinz Beck. Informazioni: https://romecavalieri.com/it

Ellerman House a Città del Capo
Affacciata sulla costa atlantica di Cape Town, a 5 chilometri dal Table Mountain National Park, la lussuosa residenza edoardiana Ellerman possiede una delle più grandi collezioni d’arte del Sudafrica, con opere che vanno dalla metà del XIX secolo a oggi. Per ammirarle l’hotel, elegante e panoramico Relais & Châteaux sudafricano, organizza visite guidate e personalizzate con la guida e artista Talita Swarts che accompagna i clienti nella galleria d’arte contemporanea interna e nei musei e nelle gallerie d’arte della regione. Numerose opere contemporanee sono presenti anche nel giardino e negli spazi comuni, come prezioso omaggio alla storia e alla cultura del continente africano. Informazioni: www.ellerman.co.za

The Ritz-Carlton Milleni a Singapore
Nel cuore di Singapore il lussuoso albergo di design ospita 4.200 opere d’arte, quasi tutte commissionate per l’hotel che offre anche una vista mozzafiato sulla città e su Marina Bay. La struttura ha previsto persino visite guidate alla scoperta delle opere d’arte anche per chi non vi alloggia: si prende in prestito un iPod al banco di accoglienza e con un podcast di circa 30 minuti si ammirano le opere di artisti come Andy Warhol, Frank Stella, Dale Chihuly, David Hockney e Henry Moore. Informazioni: www.ritzcarlton.com

Byblos Art hotel Villa Amistà a Verona
Circondato dai vigneti della Valpolicella e immerso in un grande parco poco fuori Verona, il lussuoso boutique hotel è il frutto della passione dei proprietari per l’arte. Sorge in una villa veneta del XVI secolo ed è stato trasformato in un albergo-galleria con esposizioni permanenti d’arte contemporanea. Ospita, infatti, le opere dei maggiori protagonisti della scena artistica attuale: da Murakami a Marina Abramovic, da Mimmo Rotella a Mat Collishaw, da Damien Hirst a Piero Manzoni e a Luigi Ontani, da Vanessa Beercroft a Sandro Chia. Info: www.byblosarthotel.com

Gramercy Park Hotel a New York
Le sontuose camere e le panoramiche suite di questo hotel anni Venti, situato in un quartiere residenziale della Grande Mela, sono state arredate e disegnate dall’artista Julian Schnabel; nei saloni e negli spazi comuni dei ristoranti, dei bar e della hall sono esposte numerose opere d’arte originali di artisti americani moderni e contemporanei come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat e George Condo. Di notevole valore artistico è la collezione di opere del britannico Damien Hirst, presente nei saloni dell’hotel. Informazioni: www.gramercyparkhotel.com

The Thief a Oslo
E’ un hotel di design progettato da Renzo Piano a Tjuvholmen, il quartiere trendy degli artisti, con vista mozzafiato sulla città di Oslo, accanto al museo d’arte moderna e contemporanea Astrup Fearnley Museet. L’hotel ospita numerose creazioni d’arte, installazioni, tele e sculture; tra le più prestigiose ci sono le opere di Andy Warhol, Richard Prince e Antony Gormley. Concepito come una galleria permanente, curata da Sune Nordgren, l’ex direttore del Norway’s National Museum of Art, l’albergo offre camere e suite arredate con splendidi mobili di design realizzati da celebri designers come Tom Dixon, Anne Haavind e Stokke Austad; la struttura organizza anche eventi e mostre di grande richiamo. Informazioni: https://thethief.com

21C Museum Hotel a Louisville
A Louisville, nel Kentucky, il 21C Museum è un boutique hotel che ospita negli spazi comuni, nelle camere e nelle suite mostre d’arte contemporanea, soprattutto esposizioni di fotografie e installazioni di artisti emergenti e già affermati. Lo spazio dedicato all’arte è aperto ai visitatori durante tutto l’anno. L’albergo di Louisville fa parte di una catena di 8 strutture statunitensi, tutte con le stesse caratteristiche, dove ci si può concedere un pranzo o un cocktail ammirando opere d’arte. Informazioni: www.21cmuseumhotels.com

Paradiso Ibiza Art Hotel a St Josep de sa Talaia
Una grande piscina con chiringuito rosa e camere arredate con mobili vintage dai colori vivaci accolgono gli ospiti di questo originale e creativo hotel di design sull’isola di Ibiza, alle Baleari. La struttura ospita una ricca biblioteca con libri dedicati all’arte contemporanea, una galleria d’arte con opere permanenti e uno spazio espositivo aperto anche ad artisti locali per mostre di fotografie, comics, street art e installazioni. Gli arredi sono tutti rigorosamente anni Settanta e ogni camera è dedicata a un artista diverso con una o più sue opere distintive. Durante il fine settimana, inoltre, la Zero suite si trasforma in uno spazio creativo dove è possibile vedere gli artisti all’opera. La struttura alberghiera organizza anche eventi, feste e mostre di grande richiamo. Informazioni: https://paradisoibiza.com/es

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Valle Vigezzo: Druogno e Santa Maria Maggiore, apprezzate località turistiche in cui arte, cultura e natura si fondono in modo armonioso

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Panoramica della Valle Vigezzo

La Valle Vigezzo è situata nell’estremo lembo nord-orientale del Piemonte tra le Valli Antigorio e Formazza e la Val Cannobina. Aperta verso la Svizzera, la valle è percorsa dalla Vigezzina, la storica ferrovia che unisce le due nazioni attraverso un percorso di 55 chilometri tra gallerie, strapiombi e suggestivi paesaggi.

Caratterizzata da ampi spazi e abitata, su entrambi i versanti la Valle Vigezzo ha inizio a Masera e attraverso sette comuni si sviluppa fino al confine elvetico. Centri principali della vallata sono Druogno e Santa Maria Maggiore, apprezzate località turistiche in cui arte, cultura e natura si fondono in modo armonioso.

Per informazioni: www.vallevigezzo.eu

Verbania: entrare nei giardini di Villa Taranto è come compiere un viaggio attraverso paesi lontani

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I giardini di Villa Taranto

Chi ha vissuto a Verbania, sul Lago Maggiore, per lungo tempo o una stagione o anche solo un pomeriggio d’estate, ha certo visitato il giardino di Villa Taranto. La notorietà di cui gode in tutto il mondo non dispensa infatti i più frettolosi dal trascorrervi un paio d’ore.
L’aspetto odierno del giardino di Villa Taranto non è un frutto spontaneo, ma il risultato, plasmato nel tempo di una laboriosa elaborazione intrapresa dal Capitano Mc Eacharn nel 1931.
Entrare nei giardini di Villa Taranto è come compiere un viaggio attraverso paesi lontani.

Fonte : www.villataranto.it

Sicilia, al Palio di San Michele di Canicattini Bagni

Asino siciliano

In provincia di Siracusa, Canicattini Bagni è un comune che sorge sulle estreme propaggini dei monti Iblei: il suolo scende fino alla cava di Alfano, che tocca il feudo "Bagni" dal quale prende il nome di "Cava Bagni". L'abitato ha origini recenti essendo sorto nel 1681 ad opera del Marchese Mario Daniele e il suo nome più antico, Bagni Canicattini, deriva da quello del feudo di proprietà del marchese. La cittadina si caratterizza per le sue vie lunghe, diritte e parallele attraversate da altre perpendicolari che la tagliano in tanti rettangoli e l'architettura che si affermò nei primi del Novecento ad opera degli scalpellini che si sbizzarrivano nel decorare portoncini, balconi e finestre con tralci di frutta e di putti secondo lo stile liberty dell’epoca.

Quello che rende celebre Canicattini Bagni è, però, un’avvincente manifestazione dove si alternano sagre, giochi, eventi culturali e folkloristici in onore del Santo Patrono, San Michele, che si celebra il 29 settembre. Qualche settimana prima va in scena il Palio di San Michele, in programma il 30 e 31 agosto e il 1 settembre. La manifestazione del Palio si pone come obiettivo quello di rappresentare gli usi e i costumi di fine Ottocento locali e valorizzare le bellezze artistiche e patrimoniali del luogo. L'intera manifestazione viene infatti accompagnata da una serie di Sagre nei quartieri rionali che propongono prodotti locali. Momento clou dell’evento è la sfilata degli otto quartieri storici (Matrice, San Giuvannieddu, Priuolu, Pizzu Muro, Balatazza, Santuzzo e Vigna ri Serrantiunu) che giungono all'ingresso della cittadina attraverso l'ex strada Scala Bagni per proseguire poi la sfilata nelle vie canicattinesi.

La sfilata riproduce fedelmente l'arrivo dei contadini che, negli anni di fine Ottocento e inizio Novecento, tornavano dalle campagne in occasione delle celebrazioni religiose locali. Vengono quindi rievocati anche gli antichi mestieri del tempo e le usanze degli autoctoni con l'apertura del Museo sotto le stelle. Durante i giorni di festa si svolgeranno i Giochi del Palio, la benedizione degli stendardi degli 8 quartieri. La Festa di San Michele del 29 settembre, si celebra alle 12 con la tradizionale Sciuta del santo patrono, accolto sul sagrato della chiesa madre dal lancio di volantini multicolore e dallo sparo di fuochi d’artificio. La processione serale vede la partecipazione delle autorità civili e militari oltre a tutti i devoti locali.
turismo.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale

A Lugano un omaggio a Giovanni Segantini. La Svizzera italiana ricca di cultura raggiungibile dal Sacro Monte Calvario di Domodossola

Trittico della natura

Per visitare Lugano dall'Italia soggiorna al Sacro Monte Calvario di Domodossola (VB) >>> Prenota Ora

Fino al prossimo 10 novembre, al Museo d’arte della Svizzera italiana è possibile visitare la mostra Sublime. Luce e paesaggio intorno a Giovanni Segantini. Si tratta di un nuovo allestimento della collezione intorno al monumentale “Trittico della Natura” del grande maestro. Partendo dalla riflessione sul concetto di ciò che artisticamente si può definire Sublime, l’esposizione traccia un percorso visivo della pittura di paesaggio, intesa come espressione del “Sentimento di montagna”, in Svizzera e all’estero dal XVIII al XXI secolo. Al centro dell'iniziativa il mondo alpino, da quello romantico di William Turner fino a quello contemporaneo della coinvolgente installazione video “Die Magische Bergwelt in den Filmen von Daniel Schmid” dello svizzero This Brunner, 
 
PERCHE' ANDARE
 
Curata da Cristina Sonderegger e Francesca Benini la mostra che si dispiega attorno ai due grandi lavori di Segantini e Brunner collocati uno di fronte all’altro, mette in scena una  sessantina di opere. Il percorso espositivo si apre con un protagonista del romanticismo europeo, William Turner e due illustri interpreti della mitologia alpina, Alexandre Calame e il giovane Ferdinand Hodler. Seguono i lavori di Giovanni Giacometti e Umberto Boccioni e di alcuni artisti contemporanei per cui la rapprentazione della montagna diventa ambivalente. Infatti nell’assemblaggio intitolato “Oh Ubi” gli elvetici Lutz e Guggisberg riprendono in chiave ironica il significato simbolico e identitario di cui è stato investito il soggetto alpino in Svizzera. Balthasar Burkhard nelle fotografie del Bernina ne ripropone invece la forza romantica, mentre Not Vital, da sempre legato all’Engadina, traspone il mondo alpino nell’installazione composta da 170  “palle di neve” in bronzo patinato di bianco che chiude la mostra.
 
DA NON PERDERE
 
Ricordiamo che in mostra sono presenti numerosi dipinti di paesaggio e vita rurale eseguiti da artisti ticinesi, in cui è possibile ritrovare un senso di sublimazione. Filippo Franzoni interpreta i paesaggi locarnesi come stati d’animo, aprendosi a una sensibilità simbolista; nei paesaggi montani di Luigi Rossi le figure rurali sono portatrici di quei valori esistenziali vicini al modello segantiniano, anche se contraddistintiti da una specificità e una valenza identitaria ticinese. In questo senso è interessante anche l’opera fotografica di Roberto Donetta nella quale è documentata la vita in trasformazione verso la modernità della valle di Blenio.
 
Sublime. Luce e paesaggio intorno a Giovanni Segantini
Fino al 10 novembre 2019
Luogo: Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana, sede LAC
Info: www.masilugano.ch

Cracovia, capitale europea della cultura gastronomica 2019

Cracovia iStock. © Ansa
CRACOVIA - Verdure fresche, frutta, pane, pasta, formaggi, orzo, carne e insaccati: le materie prime della tradizione polacca e le tante influenze gastronomiche hanno contribuito a creare in Polonia, e in particolare a Cracovia, un’arte culinaria di alta qualità. Per questo motivo l’Accademia europea di gastronomia ha premiato la città polacca, nominandola Capitale della Cultura gastronomica europea. Per festeggiare l’importante riconoscimento i giardini dell’ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma hanno ospitato la serata “Assaggi di Cracovia”, organizzata dall’Ente nazionale polacco per il turismo attraverso la campagna on-line #Polognam. L’evento ha ospitato lo show cooking di Michal Cienki e Wiktor Kowalski, i due chef dello storico e pluripremiato ristorante ”Art” nel centro storico di Cracovia. Il menu proposto dagli chef, illustrato agli ospiti dall’influencer Federica Piersimoni e da Giulio Rossi, fondatore di ricettedellanonna.net, recupera la tradizione gastronomica polacca e la rivisita in modo moderno e attuale. «Art è uno dei ristoranti d’autore che offrono uno sguardo fresco alla cucina polacca», ha spiegato Barbara Minczewa, direttrice dell’Ente nazionale polacco per il turismo «negli ultimi anni si sta reinventando, attingendo ad antiche tradizioni e ai prodotti locali per proporre dei piatti che riflettono la varietà culturale e naturalistica del territorio. Con il loro tocco moderno rispetto alla tradizione e l’attenzione alla presentazione dei piatti, gli chef di Art ci faranno vivere l’eleganza della cucina dell’antica capitale della Polonia e le sue varie influenze storiche».
Cracovia, l’antica città dei re, è stata capitale della Polonia fino al 1596 ed è il capoluogo della Małopolska, la regione con più prodotti Igp e Dop del Paese, uno territorio di straordinaria ricchezza di materie prime. Tra i prodotti più ricercati dagli chef, dai gourmet e dai ristoratori spiccano i formaggi DOP Oscypek, la redykolka e la bryndza; la carne d’agnello della regione di montagna Podhale e la salsiccia lisiecka; le mele di Lack, le prugne di Sechna e i fagioli “Piekny Jas”.
Da qualche anno Cracovia è la più dinamica fra le realtà gastronomiche della Polonia, un laboratorio dove la creatività e l’innovazione stanno contribuendo a valorizzare la tradizione e la storia della cultura del cibo dell’intero Paese. La città sta vivendo una rinascita anche della ristorazione: la guida Michelin segnala 26 ristoranti, la Gaullt et Millau quasi il doppio e l’associazione Slow Food ne consiglia otto. Al successo dei locali di Cracovia contribuisce anche l’amtosfera unica che si vive mangiando nel centro medievale, patrimonio dell’Unesco, nel quartiere ebraico Kazimierz e nel lungo Vistola.
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Taxi per l'aeroporto, Amsterdam e Londra le più care Lisbona la capitale più economica, Roma nona su quindici

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BRUXELLES - Con 36 euro in media per percorrere 30 km, Roma è tra le capitali europee più care per i viaggi in taxi aeroporto-centro città. Ma è comunque economica se paragonata a Amsterdam, dove un taxi per i 20 km da Schiphol al centro costa oltre 52 euro, o Londra, dove per Heathrow (25km) ci vogliono in media 50,6 euro.
I conti li ha fatti www.Taxi2Airport.com, sito specializzato in trasferimenti dai centri urbani agli aeroporti, che ha realizzato una classifica con 15 capitali europee. Roma occupa il nono posto, mentre ai primi ci sono le città dove in media si spende meno: Lisbona (5,8 euro per 5,4 km), Madrid (19 euro per circa 15km) e Berlino (20,1 euro per 10,8km). 

Street Art, in Abruzzo c'è il lupo buono. Scritta Cappuccetto Rosso 'In bosco per lui, ora diffidi uomini'

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CIVITELLA ALFEDENA (L'AQUILA) - Natura, Arte e Cibo si incontrano il 24 agosto a Civitella Alfedena, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, per la seconda edizione di "Civitella Street Art". Tra musica, laboratori di live painting e degustazioni dei prodotti locali i cittadini e i tanti turisti che ancora affollano la montagna abruzzese potranno ammirare i numerosi murales che sono stati realizzati. In particolare un murales è diventato virale nell'ultimo periodo in virtù della sua particolare storia.
    Realizzato da Nicola D'Amico la pittura, ispirata ad uno scatto fotografico di Nadia Navelli, è stata realizzata in onore del Lupo, simbolo cardine di questo borgo appenninico e in concomitanza dell'inaugurazione della "nuova" via dei Lupi: trekking che partendo da Tivoli (Roma) esplora tre aree protette che tutelano il pre-Appennino e l'Appennino e che si conclude proprio a Civitella Afedena, luogo che ha scritto uno dei più significativi capitoli in merito al recupero dell'habitat del lupo, inaugurando già negli anni '70 una delle primissime aree faunistiche di questo grande predatore. Il murales di D'Amico rappresenta un lupo con Cappuccetto Rosso e la scritta "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli essere umani". Il messaggio vuole far riflettere su come spesso l'essere umano possa interagire negativamente con la Natura e come al giorno d'oggi sia necessario ristabilire una giusta connessione con essa.
    "L'idea della Street Art a Civitella Alfedena - racconta Nicola D'Amico - nasce successivamente alla realizzazione di alcuni murales che dipinsi per riqualificare delle aree degradate all'interno del borgo con l'utilizzo di pitture a tema naturalistico in accordo con le architetture del paese. Oltre ad essere una forma d'arte oramai di tendenza la Street Art rappresenta di per sé un biglietto da visita ed una propaganda per un luogo. L'aneddoto sulla storia di questo murales è riconducibile ad un episodio della mia vita, quando avevo all'incirca 6 o 7 anni sono stato attaccato da un lupo all'interno del centro abitato del paese ed oltre ad aver riportato alcune cicatrici devo riconoscere di aver rischiato davvero la vita se non fosse stato per il tempestivo intervento di mio padre. Ebbene a distanza di molti anni non solo non nutro timore o rancore verso questo fantastico animale ma al contrario ho acquistato stima e fiducia tanto da onorarlo con un murales".

West e cowboy, un insolito Andy Warhol. La passione dell'icona della pop art in un museo della Georgia

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CARTERSVILLE - Andy Warhol e la sua passione per il West. Per la prima volta una mostra esplora un insolito Warhol, l'artista affascinato dal mondo dei cowboy. 'WARHOL and the WEST' sarà inaugurata il 25 agosto e rimarrà aperta fino al 31 dicembre al Booth Western Art Museum di Cartersville in Georgia.
    Co-curata da Faith Brower del Tacoma Art Museum e Seth Hopkins, tra le altre cose anche direttore esecutivo del Booth Museum, 'WARHOL and the WEST' è la prima mostra museale che esplora a fondo l'amore dell'icona della pop art per il West, un sentimento espresso sia nella sua arte, nei suoi film, i suoi viaggi, gli oggetti collezionati nonché il modo di vestire. "WARHOL and the WEST - ha spiegato all'ANSA Hopkins - cerca di mettere in un unico contesto tutta l'arte di ispirazione Western prodotta da Warhol, oltre agli oggetti che collezionò o gli abiti che indossò. Tutto in un unico posto. E' la prima grande mostra che si focalizza sull'arte western per inquadrarla nel contesto di tutta la sua carriera".
    La mostra comprende oltre cento pezzi e apre una finestra su alcuni aspetti poco studiati della sua carriera artistica.
    "Anche i suoi fan più appassionati - continua Hopkins - probabilmente non sono a conoscenza del fatto che l'artista fosse attratto dal West. Tuttavia il West fu un'influenza costante per quasi tutta la sua vita. Warhol indossava stivali da cowboy e spesso amava fare viaggi a Taos (cittadina nel deserto del Nuovo Messico, ndr), Forth Worth (luogo rinomato per i cowboy in Texas, ndr) e in Colorado. Accumulò, inoltre, una quantità enorme di oggetti e manufatti degli indiani d'America".
    Non a caso, uno dei progetti più significativi poco prima della sua morte nel 1987 fu la serie 'Cowboys and Indians' (cowboy ed indiani) con 14 soggetti western iconici. Tra questi una serigrafia di John Wayne. In mostra anche una riproduzione del famoso 'Triple Elvis', in cui per la prima volta Elvis Presley appare nelle opere realizzate da Warhol. Il cantante e attore viene rappresentato in posa da pistolero, proprio per cogliere le caratteristiche principali della sua carriera cinematografica e sintetizzarle ma anche per ricordare il celebre movimento di gambe dell'artista.
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Clooney e il mirto, "mi fa ringiovanire" Attore e regista testimonial delle eccellenze della Sardegna

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OLBIA - George Clooney considera il mirto il suo elisir di giovinezza. Durante le riprese a Olbia della serie "Catch-22", andata in onda su Sky Atlantic, sia lui che lo staff della Paramount sono stati omaggiati del tipico liquore sardo nel catering del set che era stato allestito dalla squadra del festival Mirtò: Nicola Mancini, l'ideatore, Salvatore Pinducciu e Giovanni Pirina.
    "Clooney è un amico di Mirtò - raccontano gli organizzatori dell'evento - ed è diventato un ottimo testimonial: non solo le bellezze della Sardegna, dunque, ma anche le sue eccellenze agroalimentari hanno fatto breccia nelle passioni dell'attore e regista". Il primo 'amore' è stato il pecorino sardo, che ora Clooney punta ad importare negli Usa. Dopo averlo assaggiato in Sardegna dal pastore Peppino, ne avrebbe già spediti 32 chili a Los Angeles per farlo assaggiare agli amici e ai futuri clienti.
    Ma la sua seconda passione è il mirto. In un'intervista al settimanale Oggi in occasione delle riprese della serie Sky all'aeroporto di Olbia, Clooney aveva raccontato il suo amore per i cibi prodotti in Sardegna. "Adoro il pane Carasau! Ne mangerei a quintali. E poi il mirto: lo conosco da 20 anni, ma bevendolo tutti giorni per mesi, guardami: non mi ha fatto ringiovanire?", aveva scherzato con il giornalista. Il mirto e Mirtò hanno quindi conquistato nel tempo palcoscenici nazionali e internazionali. In questa quinta edizione del festival il modello del Vinitaly in salsa gallurese è stato affinato, con gli stand e gli espositori che si sono ritrovati lungo il Corso Umberto: un formidabile mezzo di promozione per le aziende partecipanti. (ANSA).

Viaggio tra i siti Unesco d’Italia, l'Umbria alla scoperta di Assisi e dei luoghi francescani, tutelati per l’alto valore artistico e culturale

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ASSISI - Due sono i siti che l’Unesco ha individuato in Umbria e che ha inserito tra i beni dell’umanità: Assisi e i luoghi legati a san Francesco, che tutela dal 2000, e dal 2011 la basilica di san Salvatore di Spoleto e il tempietto del Clitunno a Campello, come luoghi del potere dei Longobardi.
La città di Assisi, la chiesa di san Damiano, l’Eremo delle Carceri, il santuario di Rivotorto, la basilica di santa Maria degli Angeli e palazzo del capitano sono meraviglie storiche, artistiche e architettoniche da preservare. Meta ogni anno di milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, Assisi è il luogo di nascita di Francesco, il celebre santo e patrono d’Italia, dove ebbe origine l’ordine dei frati minori. Tutto nella città umbra riconduce al Santo: fin dal Medioevo la storia di Assisi è associata al culto e alla diffusione del movimento francescano e alla trasmissione del suo messaggio universale di pace e di tolleranza. Religiosi, viaggiatori e turisti visitano ogni anno la città umbra, trasformata in un maestoso santuario all’aperto, e percorrono ogni anno la strada francescana che parte proprio dalla basilica dove riposa il Santo e dove Giotto raffigurò mirabilmente la sua vicenda umana e spirituale. La basilica, eccezionale esempio di complesso architettonico, ospita due chiese sovrapposte, quella inferiore del 1228 e quella superiore del 1253, e una cripta, scavata nel 1818 con la tomba del Santo, dove riposano le spoglie in un semplice sarcofago poggiato sulla roccia. Dal luogo sacro si passeggia verso il centro o lungo le mura cittadine, tra vie medioevali e scalette ricche di romantici scorci con panorami mozzafiato sulla vallata umbra. Fanno parte del patrimonio anche la chiesa di santa Chiara del XIII secolo, fondatrice dell’ordine delle Clarisse, il duomo di san Rufino, con una facciata del XIII secolo, la chiesa di san Pietro del XIII secolo, santa Maria Maggiore e la Chiesa Nuova del 1615. Tappa fondamentale per avvicinarsi alla vita del Santo è la chiesa di san Damiano, dove avvenne la conversione del giovane Francesco davanti a un grande crocifisso, che oggi si trova nella Cappella delle reliquie di santa Chiara e dove intorno al 1226 scrisse il celebre poema Cantico delle Creature. Altro simbolo della spiritualità francescana e sito tutelato è la Porziuncola, piccola cappella fondata nel IV secolo da alcuni pellegrini di ritorno da Gerusalemme, racchiusa nella basilica di santa Maria degli Angeli, a circa 5 chilometri da Assisi, dove il frate umbro costituì il primo convento stabile dell’ordine francescano. Qui accanto, la sera del 3 ottobre 1226, il frate morì in una semplice capanna che divenne la Cappella del Transito, trasformata nel 1569 in basilica per volere di papa Pio V. La visita dei luoghi sacri dedicati al frate umbro deve contemplare anche un pellegrinaggio alla basilica di santa Chiara, la fondatrice dell’Ordine delle Clarisse, e all’Eremo delle Carceri, immerso tra le querce, i casolari e gli eremi solitari del monte Subasio, a circa 4 chilometri dalla cinta muraria dove il Santo si ritirava in meditazione.
A Spoleto la basilica di san Salvatore, capolavoro d’architettura sacra antica, è temporaneamente chiusa al pubblico ma dal portone principale è possibile sbirciare all’interno e ammirare le tre navate e gli affreschi dell’abside.
Non lontano, a Campitello del Clitunno, invece, è possibile visitare un artistico tempietto, preso a modello dai maestri rinascimentali come luoghi del potere dei Longobardi. Si tratta di una piccola chiesa a forma di tempio corinzio su un’antica struttura romana. L’aspetto più interessante del tempietto è la sua suggestiva posizione, già descritta da Plinio il Giovane come un luogo coperto da “antichi e ombrosi cipressi ai cui piedi scaturisce una fonte che forma un laghetto”. All’interno, cui si accede da due scalinate laterali, ospita un’abside decorata e affrescata.

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Pippa Bacca, 11 anni dal sogno spezzato l'artista viaggiatrice protagonista del doc di Simone Manetti

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MILANO - Il sorriso timido ma assieme forte, la grazia del suo abito da sposa bianco che non temeva la polvere delle strade in autostop, il messaggio potente di pace interrotto da una cieca e brutale violenza. Undici anni fa un uomo orco uccideva in Turchia Pippa Bacca, l'artista viaggiatrice ma non il suo messaggio di amore verso il prossimo.
    Assieme alla collega Silvia Moro Pippa Bacca portava la performance Spose in Viaggio - Brides On Tour come simbolo di condivisione, scambio e apertura attraverso i paesi sconvolti dalle guerre e dalla povertà: dall'ex Jugoslavia alla Bulgaria, dalla Turchia alla Siria, dal Libano all'Egitto, dalla Giordania alla Cisgiordania e Israele. Il 27 agosto alle 22.00 su Crime+Investigation (in esclusiva su Sky al canale 119) arriva "Sono innamorato di Pippa Bacca", il documentario diretto da Simone Manetti che racconta la storia di questa straordinaria donna.

Pippa Bacca, ti amo
Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca, nipote dell'artista Piero Manzoni, era cresciuta a Milano in una famiglia anticonformista. Lavorava in un call center per finanziare i suoi progetti artistici. Era partita l'8 marzo del 2008 da Milano, assieme alla Moro, vestita da sposa. Un viaggio di 6000 km da percorrere per celebrare il matrimonio tra i popoli e dimostrare che dando fiducia al prossimo si riceve solo bene. Tappa finale: Gerusalemme, dove le due spose avrebbero concluso l'impresa con una performance che le avrebbe viste lavare i loro abiti per eliminare simbolicamente le scorie della guerra. Un progetto complesso, con le protagoniste in scena 24 ore su 24, nei loro abiti nuziali. Pippa aveva anche riservato alle ostetriche il rito della lavanda dei piedi, asciugandoli con la mantellina dell'abito nuziale, in un rituale di omaggio e gratitudine poiché aiutano con il loro quotidiano lavoro la nascita e la vita anche in mezzo all'orrore. In Turchia le due artiste si erano separate temporaneamente. Avrebbero dovuto riunirsi a Beirut ma a Gebze Pippa viene violentata e uccisa il 31 marzo del 2008 a 33 anni.
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Beni culturali: oltre 5.000 visitatori al Chateau Vallaise



Sono stati più di 5 mila i visitatori del cantiere evento organizzato al Chateau Vallaise di Arnad. Concluso domenica scorsa 25 agosto, l'iniziativa si è svolta per otto giorni, nell'ambito della rassegna culturale Chateaux Ouverts. Attraverso visite guidate gratuite è stato possibile percorrere alcune delle sale della raffinata dimora signorile, ammirare i ricchi cicli pittorici barocchi che ne rivestono le pareti e conoscere la storia della famiglia nobiliare che vi abitò per ben sei secoli. Le visite hanno fatto registrare una media giornaliera di circa 600 visitatori. Il picco si è registrato domenica 25 agosto con mille presenze, durante la Festa del Lardo. 

"La Restituton di Chateau Vallaise - spiega l'assessore ai beni culturali Laurent Viérin - è un percorso che non ha interessato solo l'acquisizione e la tutela, ma anche la sua conservazione e con la logica dei cantieri-evento permettiamo così alla comunità e ai turisti di beneficiare di tale opportunità". (ANSA).

C'è sempre un motivo per cui si parte per un viaggio.


DANIELA COLLU, 'VOLEVO SOLO CAMMINARE' (A. Vallardi, pp. 176 - 14,90 euro). C'è sempre un motivo per cui si parte per un viaggio. Ancora di più, forse, se si sceglie di farlo da soli, a piedi, sul Cammino di Santiago di Compostela. ''Io - racconta all'ANSA Daniela Collu - avevo 15 giorni 'liberati' da un lavoro che avevo rifiutato. Quel tempo volevo riempirlo di qualcosa che avesse senso. Non solo una vacanza, ma un'esperienza''. In tutto 370 chilometri in 11 giorni, sui passi dei pellegrini che nel Medioevo erano diretti dalla tomba dell'Apostolo Giacomo il Maggiore (sulle strade francesi e spagnole oggi Patrimonio Unesco), con uno zaino di sette chili sulle spalle, che ora la Collu, classe 1982, conduttrice televisiva, speaker radiofonica e autrice del blog Stazitta, racconta in ''Volevo solo camminare'', divertente vademecum-diario di bordo personale, edito da A. Vallardi.
''Non sono una super sportiva, ne' avevo motivazioni religiose a spingermi'', racconta lei, atea patentata, natura-resistente, camminatrice poco convinta e, per chi lo sospettasse, neanche in crisi sentimentale. '''Non fa per me, come mi salta in mente?', me lo sono ripetuta mille volte prima di partire - ammette - Fino a che ho trovato una motivazione più semplice di quanto si possa pensare: lo faccio semplicemente perché ho le gambe. Sono partita pensando che non ce l'avrei fatta. Ma mi sono lanciata e ho fatto bene''. Ecco allora che il libro raccoglie, con grande ironia, il ''suo'' Cammino di Santiago, scelto, riflette, ''forse un po' per vigliaccheria: non avendo mai sperimentato un'esperienza del genere è un percorso molto ben segnalato e organizzato''. Primo passo, il bagaglio. Indispensabili per la ''sopravvivenza'' di piedi, ginocchia e schiena, alcune piccole accortezze, dalle scarpe giuste allo zaino tattico. ''Per questioni di tempo io ho percorso 'solo' un pezzo del cammino francese, da Leon da Santiago di Compostela - prosegue l'autrice - Non si prenota niente. Sai da dove parti e sai dove arrivi.
Tutto quello che c'è in mezzo è una sorpresa, nel bene e nel male. Basta concentrarsi sul proprio corpo, puntare sul proprio coraggio, aggiungere un pizzico di incoscienza e scopri, ad esempio, di avere una piccola parte avventurosa, anche se sei nata e cresciuta a Roma. Quando viaggi da solo, poi, sei davvero tu il metro della tua esperienza. Non hai ritmi, esigenze o umori altrui cui adattarti''. Sul cammino si recupera il ritmo, il senso della distanza, il passo giusto, e si respira a pieni polmoni, fino a sentire un vento nuovo dentro. Soprattutto si incontrano persone e storie che diventano importanti almeno quanto la freccia che ti accompagna al traguardo. Come Domenico e Vittorio, catanesi di 70 e 76 anni, uno cieco e l'altro sua guida da sempre. O Falk, che sul cammino di Santiago ha incontrato la futura madre di suo figlio; Leon e Luigi, diventati inseparabili; Simone che ha ''il dono della socialità'' e arriva sempre con il rimedio giusto a ogni problema. ''Siamo stati gli uni per gli altri compagni silenziosi e rumorosissimi - racconta la Collu - Siamo stati fidanzati e amici quando quelli erano troppo lontani, siamo stati famiglia quando bisognava farsi carico della stanchezza e del dolore fisico. Questi ragazzi sono stati per me il motivo e il motore dell'arrivo a Santiago. Oggi - prosegue la Collu - ho il camminare come linguaggio. Non ragiono più in tempo, ma in distanze: 'quanto ci vuole per arrivare? Sono solo cinque chilometri '. Ed è come se ogni viaggio si adattasse a me.
Accetterei anche di andare a dormire per venti giorni nella foresta amazzonica. Soprattutto - conclude - sto cercando di capire quando avrò tempo per gli altri 500 chilometri del Cammino che mi mancano''. (ANSA)

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale