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25 Aprile e 1° Maggio: un’occasione per visitare la Mostra “IL DIVISIONISMO”

Grande successo per la Mostra “IL DIVISIONISMO – La Luce del Moderno”: con una serie di appuntamenti d eventi ben pianificati e la nutrita collezione di opere in mostra a Palazzo Roverella a Rovigo, la mostra si conferma una delle più importanti della stagione artistica italiana. Una serie di iniziative per i prossimi mesi di apertura: promozioni per la festa della mamma, laboratori creativi per bambini, aperture serali speciali e aperitivi con visite guidate, rendono la mostra “IL DIVISIONISMO” un appuntamento immancabile non solo per gli appassionati d’arte, ma per chiunque desideri passare del tempo ammirando le opere di artisti italiani della corrente divisionista, artisti più o meno rinomati, ma che sanno dipingere un’epoca storica con abilità e coinvolgimento: non resterete delusi. Non perdete l’occasione di visitare “Il DIVISIONISMO” a Rovigo: approfittate di questi giorni di vacanza, il 25 Aprile o il 1°Maggio, date in cui la Mostra rimane aperta al pubblico: una chance per ammirare i capolavori di un’epoca tra le più emozionanti dell’arte italiana.

IL DIVISIONISMO – La Luce del Moderno
Palazzo Roverella
Via Giuseppe Laurenti, 8
45100 Rovigo
Tel. 0425.460093
Cell. 348-3964685
info@palazzoroverella.com
http://www.mostradivisionismo.it/


segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci
turismoculturale@simail.it
http://turismoculturale.altervista.org


segnalazione struttura dove dormire
Via dello Zuccherificio
45021 BADIA POLESINE (Ro)
Tel. 0425.51666 - Fax 0425.594283




Un accordo per il patrimonio culturale ecclesiastico

È stato firmato lo scorso 28 giugno un "accordo operativo propedeutico alla definizione di un accordo programmatico per la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico" tra la Regione Sicilia e la Conferenza episcopale siciliana (Cesi). L'accordo, siglato dall'assessore regionale ai Beni culturali e all'Identità siciliana, Sebastiano Missineo, per la Regione Sicilia, e da mons. Domenico Mogavero, vescovo delegato per i beni culturali ecclesiastici della Cesi, per la Chiesa siciliana, si prefigge, come obiettivo, di dare attuazione all'Intesa tra il presidente della Regione Sicilia e il presidente della Conferenza episcopale siciliana, riguardante la tutela, conservazione e valorizzazione dei beni di istituzioni ed enti ecclesiastici con interesse culturale, sottoscritta il 6 agosto 2010 e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della regione Sicilia n.23 del 27 maggio 2011.

No a corsie preferenziali.
"In questo momento - ha detto mons. Domenico Mogavero - stiamo cercando di raggiungere con la Regione Sicilia un'intesa che ci consenta di poter lavorare facendo attenzione al piano economico regionale. Vogliamo evitare, come già accaduto nel passato, delle 'corsie preferenziali' e dare la possibilità a tutte le diocesi di accedere allo stesso modo alle risorse per ottenere un trattamento in base alle reali esigenze". Grazie all'intesa, ha notato mons. Mogavero, "si esce dalla visione un po' esclusiva dei beni della Chiesa e si comincia un percorso di valorizzazione e di fruizione dei nostri siti. Ad esempio, pensiamo alla promozione di eventi di grande richiamo per incrementare i flussi di turismo culturale e religioso, che possono avere una forte ricaduta occupazionale ed economica sul territorio".

Le caratteristiche dell'accordo.
Ma cosa stabilisce in concreto l'accordo? Prima di tutto le fonti finanziarie che concorreranno ad assicurare adeguata copertura economica al programma d'interventi: i Programmi operativi Fesr e Fse 2007/2013, il Programma attuativo regionale del Fondo aree sottoutilizzate 2007/2013, il Programma operativo interregionale "Attrattori culturali, natura e turismo", altri programmi comunitari, oltre alle risorse della Conferenza episcopale italiana (otto per mille) e alle risorse previste dai bilanci regionale e statale. I programmi d'intervento dovranno essere orientati secondo i parametri stabiliti nell'Intesa del 2010 sottoscritta tra Regione e Cesi. In particolare: urgenza per la conservazione dei beni, importanza qualitativa dei beni, particolari esigenze di culto, prosecuzione e conclusione lavori iniziati. Per consentire la puntuale definizione del programma pluriennale e dei programmi annuali, oltre che per effettuare le relative fasi di ricognizione e selezione degli interventi che saranno dichiarati ammissibili al finanziamento, l'articolo 4 dell'accordo prevede la costituzione di un "Comitato tecnico di programmazione" formato da 8 membri: il dirigente generale regionale pro tempore dei beni culturali, tre esperti designati dall'assessore regionale ai beni culturali, il direttore dell'Ufficio regionale dei beni culturali della Cesi e tre esperti designati dalla Conferenza episcopale siciliana. L'accordo prevede anche la creazione di reti tra operatori culturali e di partenariati pubblico-privati per la gestione del patrimonio culturale, nonché la realizzazione di programmi formativi per migliorare le competenze professionali.

A favore di tutti.
L'accordo, rileva don Giuseppe Pontillo, direttore dell'Ufficio beni culturali, arte sacra ed edilizia di culto della diocesi di Agrigento, "istituisce un Comitato che valuterà quali progetti finanziare". L'auspicio del sacerdote è che il Comitato ponga fine "a una situazione senza regole che vede la forza politica prevalere sul bene comune. Anche le Soprintendenze ai beni culturali dovranno attenersi alle scelte determinate dall'organismo". "Ci auguriamo - prosegue don Pontillo - che non ci siano più contrattazioni tra parroci, funzionari e politici di turno, ma un meccanismo trasparente, chiaro e con criteri precisi". Questa intesa "dovrebbe evitare che singoli assessori finanzino direttamente, con fondi interni, la ristrutturazione di chiese e monumenti ecclesiali senza darne comunicazione" ed è "un ulteriore passo verso forme di collaborazione e trasparenza che vedono la comunità siciliana, e quella ecclesiale prima di tutto, impegnata per un nuovo modello di legalità e prassi etica". "Ci auguriamo, grazie a questo accordo - conclude il sacerdote - di dare risposte più concrete e veloci alle esigenze dei legali rappresentanti degli enti ecclesiastici detentori di beni culturali".

a cura di Marilisa Della Monica

agensir

De Chirico, l'apocalisse e la luce a Chieti

La fondazione Carichieti apre la stagione 2012 del Museo Palazzo de' Mayo con la mostra 'De Chirico. L'apocalisse e la luce', in programma dal 27 aprile al 15 luglio.

24 Aprile 2012 ore 11:28
ansa

Itinerari di spiritualità: la via dell'alchimia cristiana

La prima, vera tappa della lunga storia dell'alchimia risale all'inizio dell'età del ferro, quando l'uomo, con l'aiuto del fuoco, riuscì a estrarre i metalli dai minerali grazie a metodi di fusione che padroneggiava perfettamente. In tal modo il fabbro, antenato dell'alchimista, divenne il "sacerdote" di una religione arcaica che è poi confluita nello sciamanesimo. Gradualmente, attraverso l'Egitto, la Grecia e il mondo arabo, l'archetipo alchemico si nutrì, nel bacino del Mediterraneo, del simbolismo degli universi religiosi che incontrò e che a sua volta fecondò per mezzo di apporti originali di notevole ricchezza. A lungo considerata come un insieme di fantasticherie del tutto prive di consistenza, l'alchimia è uscita dall'ambito del segreto grazie ad alcuni lavori universitari che hanno saputo metterne in luce il carattere profondamente originale. Storia delle scienze, storia delle religioni, psicologia e psicanalisi sono alcuni degli ambiti in cui essa oggi occupa un posto indiscutibile. In una società nella quale la ricerca del senso è più che mai una preoccupazione, è finalmente giunto il momento di vedere come e perché la via dell'alchimia cristiana, che rappresenta un cammino spirituale di grande originalità, può essere ricollegata al fatto religioso e, più specificamente, al Cristianesimo.
ibs

Itinerari di spiritualità: Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia e Sacri Monti Europei

“I nove Sacri Monti dell’Italia settentrionale sono gruppi di cappelle e altri manufatti architettonici eretti fra il XVI e il XVII secolo, dedicati a differenti aspetti della fede cristiana. In aggiunta al loro significato simbolico e spirituale, possiedono notevoli doti di bellezza, virtù e gradevolezza, e risultano integrati in un ambiente naturale e paesaggistico di colline, boschi e laghi. Contengono inoltre reperti artistici molto importanti (affreschi e statue)”. Con questa motivazione, nel 2003 l’UNESCO ha iscritto il sito “Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia” nella Lista del Patrimonio Mondiale.
Il prestigioso riconoscimento attribuisce un valore universale a sette Sacri Monti del Piemonte (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo) e due della Lombardia (Ossuccio e Varese), mettendo in luce la straordinaria ricchezza, la qualità e i valori di questi gioielli di storia, arte e natura.
La teoria di cappelle che attraverso statue, dipinti e affreschi, racconta episodi e misteri della vita sacra, si amalgama con l’accogliente contesto ambientale e contribuisce a definire i lineamenti di ciascun complesso monumentale. Pregevoli esempi di architettura del paesaggio, i Sacri Monti costituiscono un importante punto d’incontro per i fedeli e i cultori dell’arte.
Dalla cerchia delle Alpi occidentali, dove il fenomeno ha avuto origine più di cinquecento anni fa, i Sacri Monti hanno poi ispirato analoghi modelli sorti in buona parte dell’Europa cattolica. I sette Sacri Monti piemontesi sono  inseriti nel sistema delle Aree protette della Regione Piemonte, che provvede  alla loro conservazione storica-artistica, alla manutenzione e  alla tutela dell’ambiente circostante.

Banská Štiavnica
Il Monte Calvario di Banská Štiavnica è il più importante della Slovacchia e fra i più grandi e artisticamente significativi di tutta l’Europa. Nel 1993 il Monte Calvario è stato inserito dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale, insieme alla città storica di Banská Štiavnica ed ai monumenti nelle sue vicinanze.

L’estrazione dei metalli preziosi, soprattutto l’argento, svolge sin dal medioevo un ruolo chiave nella storia di Banská Štiavnica. In concomitanza con uno sviluppo straordinario della scienza e della tecnica mineraria, la città, verso la fine del Settecento, vive il suo “periodo d’oro” anche dal punto di vista artistico ed intellettuale.

Per influenza della corte imperiale a Vienna, in particolare dopo la salita al trono di Maria Teresa (1740-1780), si diffonde l’idea di manifestare la devozione in modo nuovo, di dare un’espressione materiale al sentimento di gratitudine per la benedizione ricevuta. È in tale spirito che tra il 1744 ed il 1751, per iniziativa del padre gesuita Franz Perger, viene edificato sulla collina di Scharffenberg il Monte Calvario di Banská Štiavnica. L’architettura del complesso devozionale è in armonia con lo spirito del barocco mitteleuropeo sfruttando, su scala ridotta, lo stile italiano cui si richiama e la bellezza delle forme armoniosamente accordata all’ornamentazione scultorea.

Il Monte Calvario è costituito da ventiquattro stazioni, disposte lungo la salita in modo fortemente simmetrico, raffiguranti la vita dolorosa di Gesù Cristo e della Vergine Maria. La caratteristica principale del complesso devozionale è la chiesa superiore a due torri, composta da una navata ellissoidale con torri prismatiche laterali.

I lavori decorativi interni sono principalmente opera del pittore Anton Schmidt e del laboratorio dello scultore Dionys Stanetti.



Kalwaria Zebrzydowska
Il santuario di Kalwaria Zebrzydowska è situato in Polonia, presso la collina di Żarek (527 m s.l.m.) e sulle pendici del Monte di Lanckorona (530 m s.l.m.), ad una distanza di circa 40 km a sud-ovest di Cracovia e di 15 km a est di Wadowice.

Nel 1999 il Santuario della Passione e della Madonna di Kalwaria Zebrzydowska è stato inserito dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale con la seguente motivazione: “Kalwaria Zebrzydowska è un paesaggio culturale di grande bellezza e importanza spirituale. La sua cornice naturale, all’interno della quale sono inseriti dei luoghi simbolici di culto relativi alla Passione di Gesù Cristo e alla vita della Vergine Maria, è rimasta quasi immutata dopo il XVII secolo. Ancora oggi è un luogo di pellegrinaggio”.

Il santuario di Kalwaria Zebrzydowska è costituito da una basilica in stile barocco dedicata alla Madonna degli Angeli, da un convento dei frati minori francescani (chiamati familiarmente in Polonia bernardini), e da una serie di cappelle in stile barocco e manierista collocate su uno spazio di sei chilometri, dedicate alla Passione di Gesù ed alla vita della Madonna. I lavori di edificazione iniziano nel 1601, quando Mikołaj Zebrzydowski, voivoda di Cracovia, dispone la realizzazione della chiesa della Crocifissione, seguendo un modello in gesso della basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Tra il 1604 e il 1609, su progetto dell’architetto italiano Giovanni Maria Bernardoni e dell’architetto ed orefice fiammingo Paolo Baudarth,

vengono realizzati la chiesa dedicata alla Madonna degli Angeli ed il convento dei frati bernardini. A partire dal 1605 iniziano i
lavori di edificazione del Calvario, i quali, a fasi alterne, vengono ultimati nel 1886. Risalgono al 1654 i lavori di ampliamento della chiesa e del convento, voluti dal pronipote Michał Zebrzydowski, come anche l’edificazione della preziosa cappella della Madonna del Calvario.

fonte: sacrimonti.net

Van Gogh e Dalì le mostre più viste d'Italia

MOSTRE: VAN GOGH-GAUGUIN, VIAGGIO DI EMOZIONI  
Mentre ‘Van Gogh e il viaggio di Gauguin’, in splendida solitudine al top della classifica, prosegue senza scosse verso la conclusione, la classifica dell’affluenza alle mostre nella settimana dal 12 al 18 aprile registra invece un piccolo terremoto nelle retrovie. La rassegna di Palazzo delle Esposizioni dedicata alle avanguardie americane dalle Collezioni Guggenheim ha infatti accusato un vero e proprio crollo scendendo dalle 14.000 presenze registrate a Pasqua alle 8.000 attuali. Un calo che fa scivolare la mostra al quarto posto. Il podio resta comunque in famiglia in quanto al terzo posto si piazza l’altra rassegna della romana Azienda Palaexpo’, il Tintoretto delle Scuderie del Quirinale (dove a ottobre arrivera’, attesissimo, Veermer mai visto in Italia).

Il secondo posto e’ ormai consolidato nelle mani di Dali’, la bella mostra allestita al Vittoriano, mentre in ultima posizione si segnala una new entry, ‘La citta’ Ideale’ a Palazzo Ducale di Urbino, che riunisce per la prima volta le meravigliose tavole del ‘400 montefeltrino. 1)’Van Gogh e il viaggio di Gauguin’, Genova, Palazzo Ducale (fino al 1 maggio): 19.045 visitatori (media giornaliera 2.721) 2) ‘Dali’. Un artista, un genio’, Roma, Complesso del Vittoriano (fino all’1 luglio): 13.705 visitatori (media giornaliera 2.151) 3) ’ Tintoretto’, Roma, Scuderie del Quirinale (fino al 10 giugno): 11.412 visitatori (media giornaliera 1.544) 4) ‘Il Guggenheim. L'avanguardia americana 1945–1980’, Roma, Palazzo delle Esposizioni (fino al 6 maggio): 8.065 visitatori (media giornaliera 1.833) 5)‘Da Vermeer a Kandinsky. Capolavori dai musei del mondo a Rimini’, Rimini, Castel Sismondo (fino al 3 giugno): 6.896 visitatori (media giornaliera 985) 6)’Steve McCurry’, Roma, Macro Testaccio - La Pelanda (fino al 29 aprile): 5.730 visitatori (chiusura il lunedi’, media giornaliera 847) 7)’La Citta’ Ideale’, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche di Palazzo Ducale (fino all’8 luglio): 2.189 visitatori (media giornaliera 560).
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22 Aprile 2012 ore 06:14