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Turista a Firenze, raffica di selfie in centro. Da Santa Croce agli Uffizi e poi il chiosco che vende lampredotto

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Via Benedetta, 12r, 50123 Firenze

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Raffica di selfie di fronte a monumenti fiorentini, oggi, per Fiorello: lo showman si trova nel capoluogo toscano per il suo spettacolo 'L'ora del Rosario', in programma domani sera al teatro Verdi. Passeggiando per le vie del centro, si è concesso decine di autoscatti in pose ironiche, postandoli prontamente sulla sua pagina facebook.

    Molti lo ritraggono in luoghi celebri o tipici, come piazza Santa Croce, piazza del Duomo sotto il Campanile di Giotto, il piazzale degli Uffizi, Ponte Vecchio, oppure di fronte al chiosco che vende lampredotto. 
ansa

Firenze Capitale 1865-2015. I doni e le collezioni del Re. Dal 19 Novembre 2015 al 03 Aprile 2016

V. Cabianca, Novellieri toscani del XIV secolo, 1860. Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti 
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Dal 19 Novembre 2015 al 03 Aprile 2016
Firenze
Luogo: Galleria d’arte moderna - Palazzo Pitti
Curatori: Simonella Condemi, Sandro Rogari, Cosimo Ceccuti
Enti promotori:
  • Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
  • Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
  • Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
  • Galleria d’arte moderna
  • Firenze Musei
  • Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Costo del biglietto: intero € 16, ridotto € 9.50 / € 3, gratuito riservato a minori di 18 anni di qualsiasi nazionalità, insegnanti della Comunità Europea delle scuole statali, portatori di handicap ed un accompagnatore, giornalisti, docenti e studenti di Architettura, Conservazione dei Beni Culturali, Scienze della formazione, Diploma di Laurea di lettere e filosofia con indirizzi di laurea archeologico o storico-artistico, Diploma di Laurea o corsi corrispondenti negli Stati membri dell’Unione Europea
Telefono per informazioni: +39 055.290383
E-Mail info: firenzemusei@operalaboratori.com
Sito ufficiale: http://www.unannoadarte.it/main/

Comunicato Stampa: La Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti ha voluto celebrare la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario di Firenze Capitale d’Italia con una mostra dedicata alla presenza del Re, e in particolare al suo soggiorno nella Reggia fiorentina, che dal 1865 dette ospitalità anche ai Savoia, la terza grande dinastia regnante dopo quella dei Medici e dei Lorena.
Un’esposizione che vuole creare presso alcuni degli spazi originari una suggestiva rievocazione della vita del Sovrano, dei suoi gusti artistici e dei suoi principali interessi e legami, cercando di coinvolgere il visitatore nelle atmosfere della reggia.
Possiamo immaginare quello che fu l’entusiasmo dei cittadini per l’arrivo del Re a Firenze, città che lo accolse calorosamente, nonostante le controversie politiche suscitate da questo passaggio della capitale da Torino al capoluogo toscano. Primo Sovrano della nazione italiana, Vittorio Emanuele II salì al trono nel 1849 e in seguito all’annessione della Toscana al Piemonte visitò Firenze in differenti occasioni. Una di queste fu la Prima Esposizione Nazionale del 1861, presso la quale effettuò numerosi acquisti. Le sue scelte furono eterogenee, come del resto era il suo gusto ricco di sfumature; numerosi i dipinti e le sculture, ma anche oggetti d’artigianato e d’arredamento. Nel 1863, invece, recatosi all’Accademia di Firenze, il Sovrano commissionò a sei giovani artisti alcuni grandi dipinti a soggetto storico, che andarono successivamente ad arredare le stanze della reggia. Nella sala del Fiorino è esposta, come in grande salon, parte di questo patrimonio di opere che abbiamo definito, semplificando, i doni del Re.
In mostra quindi i dipinti, i mobili, i manufatti artistici e artigianali che testimoniano il passaggio della corte Savoia a Palazzo Pitti. Dopo l’elezione della città a Capitale, si rese infatti necessario un riallestimento che coinvolse sia la residenza privata del nuovo Sovrano nella Palazzina della Meridiana, attuale Galleria del Costume, che gli Appartamenti Reali al piano nobile della Galleria Palatina, che vennero utilizzati esclusivamente per cerimonie e incontri di rappresentanza di alto rango.
L’appartamento della Duchessa d’Aosta - cosiddetto per la prolungata permanenza a palazzo fino al 1946 di Anna di Francia – ambiente che fa parte della Galleria d’arte moderna, rappresenta il nucleo della mostra e per l’occasione le sue sale sono quasi tutte riaperte al pubblico. Gli ambienti si offrono con il loro arredo originario, risultato di un importante riallestimento (1993) basatosi sull’ultimo Inventario Oggetti d’arte risalente al 1911. Le stanze sono ampliate per la mostra da ambientazioni dedicate alla presenza Savoia, anche attraverso oggetti di uso quotidiano che rispecchiano gusto e personalità dei regnanti, primo fra tutti Vittorio Emanuele II, Re di Firenze Capitale. Importante testimonianza del gusto eclettico del Re, dei Savoia e degli Aosta, gli ambienti hanno raggiunto il loro aspetto attuale, grazie alla sovrapposizione di manufatti e arredi appartenuti a quelle dinastie che avevano precedentemente abitato il Palazzo, e che furono poi rimessi in uso dopo i necessari restauri dai nuovi Reali. A questa prima immagine si uniscono oggetti come la monumentale specchiera eseguita dai fratelli Levera ed acquistata da Vittorio Emanuele II all’Esposizione Nazionale del 1861, visibile nel Salotto Rosso. Lasciando la sala della Musica ed entrando nel Salotto Giallo, si trovano testimonianze delle passioni del Re gentiluomo, i cani, la caccia, i cavalli, oltre che tracce di quei passatempi prettamente maschili come il fumo e il gioco. Amante della natura incontaminata, trovava nei sontuosi giardini di Villa La Petraia uno spazio di fuga dalla quotidianità, dove poter coltivare i suoi interessi anche per la scienza e per la botanica, e da dove provengono alcuni oggetti esposti in mostra.
Proseguendo si incontrano le presenze femminili che accompagnarono la vita del sovrano, Margherita di Savoia, nipote e nuora di Vittorio Emanuele e le figlie, Maria Pia e Maria Clotilde. Nelle sale che furono abitate probabilmente anche da queste donne si possono ammirare, come in una suggestiva ricostruzione, oggetti legati alla moda dell’epoca. Un percorso che si compone di arredi, abiti eleganti, oggetti domestici insieme a fragili accessori come ventagli, ombrellini, porta bouquet o carnet da ballo, ed infine un piccolo repertorio di fotografie del tempo.
Nella stanza dei camerieri è stata allestita infine una sorta di galleria dove si possono ammirare i ritratti di personalità maschili e femminili che segnarono gli avvenimenti politici e culturali del tempo, parete che si collega all’apposito riallestimento della Sala 16 della Galleria d’arte moderna, del resto pensata come prolungamento della mostra. Ancora personalità legate a Firenze Capitale, che hanno lasciato in qualche modo un loro riflesso sulla storia e cultura del periodo, oltre al dipinto di Giovanni Mochi Atto d’annessione al Regno d’Italia presentato a Vittorio Emanuele.
In ultimo la sezione dedicata alle cineserie appartenute ai Savoia, come il paravento acquistato all’ Esposizione Nazionale del 1861, o quello più antico sul quale venne fatto apporre lo Stemma sabaudo.
In numerose altre sale di Palazzo Pitti si sono mantenute testimonianze della breve permanenza del Re a Firenze. Oltre alle sale della stessa Galleria d’arte moderna dove le opere esposte, acquistate e donate dai membri della famiglia Reale, sono segnalate attraverso il nodo Savoia (simbolo presente nel logo di famiglia, quale ornamento del collare dell’Annunziata), e quelle della Palazzina della Meridiana, scelta dal Re come sua residenza privata proprio nel 1865. Questi ambienti furono rinnovati nelle tappezzerie e nelle decorazioni murarie e venivano utilizzati come luoghi di rappresentanza arredati con mobili acquistati all’Esposizione del 1861 di cui rimangono alcuni esempi, mentre nell’ala opposta della Palazzina si trovavano le stanze private del Sovrano nelle quali rimane testimonianza solo degli affreschi sulle volte. Il percorso sabaudo nella Galleria Palatina si concentra negli Appartamenti Reali, ulteriore testimonianza del gusto Savoia. L’arredamento attuale si compone di molti oggetti provenienti dalla Palazzina della Meridiana e dalle regge dismesse, unite ad arredi preesistenti, e testimonia quanto poco la figura del Sovrano di Firenze Capitale, che utilizzava questi ambienti solo per occasioni e cerimonie ufficiali, vi abbia lasciato traccia. L’impronta Savoia più evidente si deve piuttosto alla presenza più tarda di Umberto I e della Regina Margherita, che scelsero proprio queste sale come residenza privata.
In occasione di questo evento, grazie all’impegno di Firenze Musei, si è potuto realizzare il restauro di cinquanta opere d’arte tra pitture, sculture ed elementi d’arredo oltre alla necessaria manutenzione, spolveratura e restauro dei parati, delle tappezzerie e delle strutture in legno.
La mostra a cura, come il catalogo edito da Sillabe, di Simonella Condemi, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo della Toscana, la Ex Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, le Gallerie degli Uffizi con la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e Firenze Musei.
Con il biglietto della mostra sono visitabili gli ambienti della Galleria d’arte moderna, della Galleria Palatina e degli Appartamenti Reali, mentre per gli ambienti della Palazzina della Meridiana è necessario l’acquisto del biglietto della Galleria del Costume. 
arte.it 

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Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci
Turismo Culturale
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Trieste, città di mare e di anima Da Dorfles a Pahor e Magris, i ricordi dei grandi scrittori

Di Marzia Apice
 AA.VV. "I MARI DI TRIESTE", a cura di Federica Manzon (Bompiani, pp.122, Euro 17). Sembra di sentirlo l'odore del mare, di vederne le sfumature, quasi di percepirne l'anima mentre osserva incantato la città che ha di fronte, Trieste, che lo chiama familiarmente "bagno": sta nell'atmosfera reale e tuttavia impalpabile il fascino prorompente del libro "I mari di Trieste" (Bompiani), che Federica Manzon ha curato radunando per l'occasione le migliori penne della città giuliana. Trieste è uno scrigno di "bagni", elitari o popolari, cittadini o appena fuori dal centro: ognuno trova quello più adatto alla propria indole. A dimostrarlo egregiamente, accanto alle fotografie di Diego Artioli al centro del volume, sono gli scrittori coinvolti: Gillo Dorfles e Claudio Grisancich preferiscono la Diga, Claudio Magris, Boris Pahor e Mauro Covacich scelgono invece gli scogli di Barcola; per Mary Barbara Tolusso il bagno è la Costa dei Barbari, mentre per Pino Roveredo è il Pedocìn; e ancora, se il Bagno Militare è il prediletto per Pietro Spirito, il bagno Sticco è quello di Veit Heinichen mentre per Alessandro Mezzena Lona la scelta ricade sul bagno Ausonia. In una lettura piacevolmente oziosa e ricchissima di sfumature, le parole scorrono a volte rapide altre lente, mentre si scoprono riti e consuetudini, ricordi familiari e d'infanzia, sogni divenuti illusioni e gioie il cui sapore resta vivido nella memoria. Anche la lingua, mentre ritrova intatti significati e bellezza, e qualche reminiscenza dialettale, attraverso gli autori che la esprimono incarna pienamente lo spirito sfuggente degli abitanti di Trieste. La suggestione più grande ed evidente resta nelle descrizioni, alcune più razionali, altre più emotive, dei luoghi e delle sensazioni: pagine diverse e non accomunabili se non in quel modo che chi scrive ha di "sentire" così intimamente Trieste tanto da rendere quella città un luogo sacro, un porto sicuro dove la memoria può riposare. Nella diversità degli stili ogni autore esprime la sua Trieste dell'anima e del corpo, e la sensazione è strana perché quasi sembra a ogni racconto una città diversa, come se potesse avere mille volti. Ma poi a guardar bene c'è sempre il mare a muovere ogni parola, ogni pagina del libro: un mare che è conquista e divertimento, gioventù e vecchiaia, che è il passato ma anche la promessa di un futuro. Ecco che allora arrivano chiare al lettore le contraddizioni, fisiche e culturali, che hanno reso Trieste quella che è: la città dell'allegria spensierata e del tempo immobile (nonostante la bora forte), intellettuale e altera ma popolare al tempo stesso. Un luogo in cui la malinconia è regina e che, pur mescolando tante culture, ne conserva carattere e identità, mentre attende, dal mare, un domani che sempre tarda ad arrivare.
   ansa

Pippi Calzelunghe fa 70 anni e apre la sua 'casa'. Iniziative e pubblicazioni, visitabile appartamento Lindgren


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di Michele Cassano - ansa

Non ha famiglia, ad accompagnarla sono solo un cavallo a pois e una scimmietta. Eppure Pippi Calzelunghe sembra destinata a non rimanere mai sola. Anche a 70 anni, quelli che compie in questi giorni, continua a raccogliere fan in tutto il mondo. Per questo la famiglia dell'autrice del romanzo per bambini, uscito appunto nel 1945, ha deciso di aprire la casa di Stoccolma che Astrid Lindgren abitò fino alla morte nel 2002. Per il compleanno della piccola peste sono state programmate tante iniziative, anche in Italia, oltre a nuove edizioni dei suoi libri per celebrarla.

    La Astrid Lindgren Society dà la possibilità di partecipare a visite guidate nell'appartamento della scrittrice. E' lì che i suoi classici, le lettere e gli articoli videro la luce. Proprio tra quelle mura una sera del 1941 la piccola Karin di 7 anni, figlia di Astrid, costretta a letto dalla polmonite, chiese alla madre di raccontarle la storia di tale Pippi Calzelunghe.

Le avventure della ragazzina, che divenne simbolo di battaglie anarchiche e femministe, finirono su carta tre anni più tardi (quando la madre dovette rimanere ferma per diverso tempo a causa di una caduta sul ghiaccio), per essere pubblicate prima in Svezia, nel '45, poi negli anni in altre 70 lingue, vendendo, secondo le stime, 140 milioni di copie. La fama planetaria arrivò con l'immortale serie televisiva del '69 (ancora trasmessa dai canali per bimbi in Italia e non solo) e Pippi prese per sempre il volto di Inger Nilsson, la piccola dalle mille lentiggini e le inconfondibili trecce.

Ora è possibile immergersi nelle stanze dove la Lindgren inventava quelle avventure, prenotando sul web un tour per dodici persone alla volta. Fa discutere, però, la scelta di limitare la visita ai maggiori di 15 anni, circostanza che è parsa tradire lo spirito della scrittrice ad una città fortemente legata alle sue storie (c'è una parco tematico a lei dedicato e i suoi manoscritti sono conservati nella biblioteca reale).

In Svezia sono stati da poco editati, inoltre, i diari che l'autrice scrisse tra il 1939 e il 1945, nei quali descrive gli avvenimenti salienti di quel periodo, svelando di essersi ispirata nella scrittura di Pippi alla sua infanzia felice. In Italia, mentre in diverse città si programmano iniziative per festeggiare il compleanno, Salani ha pubblicato la traduzione riveduta e aggiornata del romanzo di Donatella Ziliotto e Annuska Palme Sanavio e le illustrazioni originali di Ingrid Vang Nyman. Mondadori ha invece appena portato in libreria Lotta Combinaguai, altra piccola peste nata dalla fantasia della Lindgren.
ansa

Dall'Austria a San Casciano, un'Immacolata a 5 stelle

Sci, città d’arte, borghi storici ed esperienze enogastronomiche stellate per un ponte dell'Immacolata di lusso fuori dai soliti itinerari con .

Tux, Austria – Sulla prima neve a cinque stelle
Per godersi il primo appuntamento con la neve fresca dalla prospettiva privilegiata di un romantico nido in stile tirolese a pochi chilometri dalle meravigliose piste da sci del Tirolo. Curiosità: il giro del ghiacciaio nel comprensorio Ski- & Gletscherwelt Zillertal 3000 promette a chi lo affronta di superare in un giorno 15.000 metri di dislivello. >>>PRENOTA ORA HOTEL AUSTRIA


Orvieto – I sapori dell’Umbria 
Dolcemente adagiato su un colle, a pochi chilometri dalla storica cittadina di Orvieto, l'elegante Relais Borgo San Faustino si offre ai suoi ospiti circondato da un’incantevole vallata di prati e boschi incontaminati. In questa meravigliosa cornice naturale trovano spazio frutteti, orti e allevamenti di suini e bovini di razza chianina: preziosi ingredienti che nella cucina del relais vengono trasformati dalle abili e sapienti mani delle cuoche in coinvolgenti percorsi enogastronomici. Curiosità: il relais è composto da antichi casali dell'800, ristrutturati seguendo i criteri di bioedilizia e rispettando l'estetica dell'architettura umbra. >>>PRENOTA ORA


Verona – Soggiorno in una villa veneta del ‘700 
Per assaporare l’esperienza di soggiornare nel lusso di una villa veneta del Settecento. Una location da favola, con viale di cipressi, giardino all’italiana e grande parco secolare in cui trascorrere giorni indimenticabili all’insegna della natura, cultura ed enogastronomia caratteristiche del territorio.
Curiosità: chi è in cerca di un’esperienza culinaria indimenticabile, potrà inoltre assicurarsi un tavolo presso il rinomato Oseleta, il ristorante stellato diretto dallo chef Giuseppe D’Aquino. >>>PRENOTA HOTEL A VERONA

San Casciano in Val di Pesa, Firenze – Nel cuore del Chianti classico
Un borgo incantevole risalente al 1400 da dove partire alla scoperta della Toscana più autentica, con le sue tradizioni, il suo patrimonio artistico e le sue bellezze naturali. Ideale per trascorrere un soggiorno all’insegna della cultura, delle prelibatezze enogastronomiche locali e della vita all'aria aperta.
Curiosità: il borgo è immerso tra i vigneti della famiglia Antinori che in queste zone produce alcuni tra i suoi vini più conosciuti. >>>PRENOTA ORA HOTEL


Cannes – La bellezza nascosta della Costa Azzurra
Un luogo dove mettere al sicuro l'amore per l’autentico dalle minacce di una città sempre più ossessionata dalle apparenze, là dove il rosso fuoco delle passerelle di Cannes sfuma lentamente nel verde di una campagna curata, ricca di un fascino autentico. Per un soggiorno all’insegna del massimo relax, con piscina riscaldata esterna e spa con bagno turco e sauna.
Curiosità: la Bastide de l'Oliveraie è un'antica tenuta campestre, dove la nouveau bourgeoisie era solita ritirarsi per fuggire gli ozi della città. >>>PRENOTA ORA HOTEL


Castel di Lama, Marche – Un giardino segreto nella campagna marchigiana
La placida bellezza della campagna marchigiana che esplode tra i colli verdi, i campi coltivati e i magici Monti Sibillini. Un territorio da vivere nella tranquillità di un mattino di sole, pedalando nella luce e respirando la natura. Secret Escapes offre un soggiorno esclusivo nel borgo storico Seghetti Panichi, un'antica villa settecentesca trasformata in boutique hotel, dove gli stili architettonici si sono mescolati con eleganza e gusto classico.
Curiosità: il borgo è incorniciato da un giardino storico di rara bellezza, messo a dimora tra il 1875 e il 1890 dal famoso botanico e paesaggista tedesco, Ludwig Winter. >>> PRENOTA ORA HOTEL

Il mare di Sicilia, da vivere anche d'inverno



di Daniela Giammusso - ansa

''Dieci dieci dieci. Undici undici undici...''. L'aria frizzante del mattino punge il viso, ma il primo sole illumina la sfilata di barche che rientrano dal mare. La vita, poco più su, in paese, sta appena riprendendo, quando sulla banchina di Marinella di Castelvetrano una piccola folla si stringe interessata. ''Dodici dodici dodici''. Forse a tredici non si arriva e infatti Alex e Jessica, soddisfatti, si aggiudicano il loro sacchetto: una bella manciata di seppie, ancora bagnate di sale. ''Veniamo dalla Germania, siamo qui in vacanza - dicono - A casa il pesce fresco, no, non lo compriamo mai. Qui, invece, è una festa tutti i giorni''.


    Ricomincia da qui il futuro di quel lungo tratto di costa della Sicilia sud-occidentale, che ancora cerca un nome. E' la Sicilia degli scrittori, da Camilleri a Pirandello, dei Fenici e degli Aragona, della Scala dei Turchi scolpita dal vento sul bianco della marna e dei grandi templi sul mare di Selinunte, delle 19 Bandiere Blu alla spiaggia di Memfi.


    In tutto nove comuni, sotto le province di Agrigento e Trapani, uniti in un unico Gac-Gruppo di Azione Costiera, ''Il sole e l'azzurro - tra Selinunte, Sciacca e Vigata'', che hanno scelto lo sviluppo sostenibile e una sfida: integrare la pesca, che qui è una tradizione che si tramanda di padre in figlio, con il settore del turismo.


    ''Anche noi abbiamo sentito la crisi - spiega il presidente del Gac, Fabrizio Di Paola - ma l'ultima estate dal punto di vista degli arrivi è stata di grande livello''. Ora si punta ad allungare la stagione e a fare del mare il grande protagonista anche d'inverno. E non solo perché qui il bagno, come nei romanzi del Commissario Montalbano, si fa quasi tutto l'anno.


    ''I giovani da noi fanno ancora i pescatori - dice il direttore Giovanni Borsellino - Sciacca, è l'unico porto in Italia che sta crescendo in numero di addetti''. E allora si riparte da lì, con 2 milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre, sì, per le isole ecologiche e per un progetto all'avanguardia di etichettatura a bordo del pesce, ma anche perché quelle barche dai colori accesi siano il cuore di una crescita che coinvolgerà tutto il territorio. Primo progetto, due ''veri'' Mercati del pescatore con vendita al dettaglio anche per i turisti, a Marinella di Selinunte (con migliorie a quello che esiste già, ''spontaneamente'') e a Sciacca. ''Mi piacerebbe poi - prosegue Borsellino - organizzare delle 'guide al mercato', abbinate a corsi di cucina o degustazioni prodotti. E ci stiamo attrezzando meglio sulla pescaturismo''. I più curiosi, possono poi spingersi da soli nelle aziende locali alla scoperta di come si preparano le specialità della zona, dai gamberi rosa alle sarde sotto sale. ''Nel progettare i nuovi stabilimenti, abbiamo voluto proprio delle passerelle perché i turisti potessero venire a vedere come lavoriamo'', raccontano ad esempio alla Don Carlos, tra le piramidi di latte messe sotto pressatura, in attesa di essere spedite in tutto il mondo. Se poi siete sulle tracce di Camilleri e Pirandello, a Porto Empedocle, fermatevi un attimo sulla banchina del porto, davanti all'antica dogana, a sentire i racconti dei pescatori che cuciono a mano le reti.


    Tra i progetti del Gac, ci sono poi due Musei del mare, a Menfi e Sciacca, con i molti reperti archeologici, anche punici e fenici, che ricostruiscono la storia commerciale di questa zona e un veliero del '500 recentemente ritrovato. E poi una nuova segnaletica, tabelle didattiche e un flotta di bici elettriche per la pista ciclabile che corre lungo la costa, da Platani a Montallegro, attraverso il Parco Minoa. Se siete allenati ci si può spingere fino alla Riserva Naturale di Torre Salsa, alla scoperta delle sue falesie di gesso, delle tante specie di uccelli che ogni anno tornano qui a nidificare o, armati di muta, dei suoi fondali inviolati. E se la temperatura è favorevole, perché no, concedersi un bagno di sole totale alla spiaggia per naturisti di Eraclea. Se invece amate lo shopping, i richiami del mare, i suoi frutti e le sue sirene, campeggiano sulle ceramiche delle botteghe d'arte dei vicoli di Sciacca, famose in tutte il mondo. Basta affacciarsi e domandare: spesso i maestri ceramisti organizzano anche brevi corsi. E poi il ''gioiello'' del mare, il corallo, che qui ha un colore unico, quasi arancio. ''Regalato'' dall'Isola Ferdinandea, un enorme vulcano sommerso dal quale solo tra il 1875 e il 1886 ne furono estratti 14 milioni di chili, oggi è il tesoro prezioso che si mescola al pesce azzurro nelle reti dei pescatori. Per divenire un pezzo esclusivo nelle mani degli artigiani di Sciacca.

Orfei presenta Lo spettacolo dei Campioni! a Reggio Emilia dal 20 Novembre al 13 Dicembre 2015

A Reggio Emilia "Lo spettacolo dei Campioini!"due ore entusiasmanti con i numeri uno al mondo e in esclusiva italiana il Trasformer.
Nelly Orfei sarà in via del Chionso dal 20 novembre al 13 dicembre.

Quest’anno il noto complesso Orfei con una co-produzione delle famiglie Martini e Orfei ha preparato uno spettacolo da grandi intenditori:  ORFEI “Lo spettacolo dei Campioni”
Un nuovo ambizioso progetto che prevede in pista l’esibizione di due scuole a confronto sfidandosi a suon di numeri mozzafiato. E sentite qui. Quest’anno Orfei ha l’onore di ospitare in compagnia in esclusiva europea i più giovani trapezisti al mondo si tratta dei flying “Rodogell”. Maicol è l’unico al modo ad eseguire il triplo salto mortale e Angela è una vera stella del trapezio che esegue il doppio salto mortale bendata a 15 metri da terra .
E in questo show sotto il tendone giallo blu, tanti animali (dai cavalli agli elefanti, dalle tigri e leoni alle zebre, e poi lama, cammelli, struzzi, watussi, ippopotamo e la stella della savana: la giraffa) ma anche giovani acrobati agli anelli, virtuose atlete, saltatori e la simpatia dei clown.

Prima Parte

Arriva la cavalleria del circo presentata da Daniel MartiniLa festa di “Mamma Mia” viene celebrata con i cavalli norvegesi in libertà presentati con classe e disinvoltura dal bravo Daniel Martini
Clown Fiorino
Faccia bianca naso rosso l’idolo dei bambini è lui che allarga le braccia e da il via a Mamma Mia…the show
Magic Show, TrasformismoEcco come è possibile cambiarsi di abito per poter saltare in una serata da una fest all’altra, in meno di un secondo a proporci il più originale numeo di illusionismo sono il Duo Stevens
Alta scuola d’equitazione
Quatto splendidi cavalli bianchi cavalcati da due cavaliere e un’amazzone per uno splendido quadro equestre a tempo di musica Tamara Bizzarro
Clown Fiorino
Chicco alle prese con una miriade di piatti oscillanti
Max Martini presenta il numero con gli Elefanti
Di nuovo il Clown Fiorino che coinvolgerà dei bambini scelti fra il pubblico in uno spettacolare gioco
I Flying Martini, i più giovani trapezisti al mondo
Dall’alto del circo gli eterni idoli volanti. Il circo Orfei ha l’onore di ospitare i più giovani trapezisti al mondo i Flying Rodogell con Michael, il primo ad effettuare il triplo salto mortale bendato e Angela, autrice di triplo salto mortale in un numero davvero da grandi intenditori.

Seconda Parte

I grandi Felini 
A scendere nella grande arena con i suoi leoni e un fantastico leontigre è il domatore Alex Zorzan
Il clown fiorino con la sua disco
Animali esotici con Max Martini
Maximiliano Martini accompagna in pista la sua Arca di Noè con animali di tutte le specie. Si comincia con i cammelli, poi, lama del Perù, gli struzzi, i bisonti americani, somarelli cavalcati dalle scimmie, le zebre, il grande ippopotamo l’elegante giraffa e il mitico elefante Darix.
Le fasce aeree
Barbara Martini propone un affascinante balletto aereo con uno straordinario gioco di luci: sembrerà vedere volare una farfalla sulle teste degli spettatori
Salti alle bascule
La Troupe Carlos ci propone un incredibile numero di vero professionismo atletico nel quale dove spiccano i due agili del gruppo, Angela e Maicol Martini, e dove saranno presenti anche i giovanissimi Youi e Kimberly di 6 anni e Nicole di 7 anni già dei veri grandi campioni con i loro salti mortali fino ad arrivare in quarta colonna.
Il Transformer 
Benvenuti in un mondo davvero surreale robotico e di trasformazione. Per 8 minuti verrete catapultati negli studi cinematografici di Los Angeles (Usa) e vedrete dal vivo per la prima volta in Europa al TRANSFORMER
Gran Finale dello Spettacolo dei Campioni !
La grande festa finale del circo Orfei per salutare e ringraziare il grande pubblico
Presenta: Riccardo Gravina
L’orchestra dal vivo è diretta dal maestro Big John
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segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci
turismoculturale@yahoo.it
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Morta Moira Orfei, la regina del circo

Moira Orfei è morta nella notte a Brescia. La regina del circo avrebbe compiuto 84 anni il 21 dicembre. E' stata trovata questa mattina nella sua casa mobile dai familiari. Il Circo Orfei che Moira insieme al marito Walter Nones ha guidato facendo divertire intere generazioni, per volontà dello stesso, dei figli e dei nipoti, ha deciso di non cancellare gli spettacoli di questa sera a Brescia. Sono confermate anche le date di Milano della prossima settimana.

Si è spenta dove era nata, cresciuta e sempre vissuta. E' morta nella sua casa mobile, alla vigilia degli 84 anni che avrebbe compiuto il 21 dicembre. Moira Orfei, la signora del circo italiano, si trovava a Brescia per l'ultima giornata di spettacoli previsti nella città. Per volontà del marito Walter Nones, dei figli e dei nipoti, il circo andrà avanti per continuare la tradizione e poi si sposterà a Milano. Figlia d'arte, nata dall'unione di Riccardo Orfei, clown Bigolon, con Violetta Arata, anche lei protagonista del mondo del circo, Moira ha vissuto sempre all'ombra del tendone. Nel circo si è esibita a sei anni come cavallerizza, virtuosa del trapezio e acrobata. Ha sprigionato la sua energia anche nel cinema e in tv interpretando oltre 40 film, anche al fianco di Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò, sotto alla guida di registi come Lattuada, Visconti, Germi, De Sica. Tra i divi del cinema aveva un gran numero di corteggiatori.
In un'intervista con l'ANSA in occasione dei suoi 80 anni raccontò: "Ho lavorato con Mastroianni ed era un gran signore, Gassman uguale. Erano tutte persone perbene. L'unico che mi ha fatto un po' di avance e' stato Totò, che si era innamorato di me, e mi disse: 'Se vieni sul letto con me, io ti accarezzo solo, non ti faccio niente, però ti regalo un appartamento... Eh... si era insomma sbilanciato, per cui mi chiesi che cosa potessi dirgli per non offenderlo. Così gli dissi: 'Guardi, principe, se non fossi così innamorata di mio marito verrei subito con lei...". Ma l'immagine che sicuramente la consacrò rimane quella scattata dal grande fotografo Mario De Biasi nel '53 a Milano (lato b mozzafiato sotto gli occhi ammirati dei passanti). Foto che venne ospitata al Guggenheim di New York per una retrospettiva dedicata all'Italia, The Italian Metamorphosis. Ancora giovanissima, con le cugine Liana e Graziella fu una delle maggiori attrattive del circo. I figli Stefano e Lara hanno vinto, poco più che ventenni, l'Oscar del Circo Clown d'Argento, consegnato dalla Principessa Caroline al Festival del Circo di Montecarlo.
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Weekend sulla maggiore delle Baleari, tra arte e una sosta al mercato gastronomico di Palma

di Ida Bini

E’ inaspettata l’accoglienza di Palma, la capitale della maggiore delle Baleari, famosa per la sua industria delle vacanze e buen retiro di tedeschi e nord europei: musei, fondazioni, gallerie, laboratori e centri creativi invadono strade e parchi, viali e i vicoli intorno alla centralissima e magnetica cattedrale gotica e contagiano la vita dei borghi e dei villaggi sparsi sull’isola. Mentre scemano i turisti estivi della movida, dei trekking e delle corse alle spiagge caraibiche che ricoprono Maiorca, arrivano i vacanzieri dei soggiorni brevi e tranquilli, gli amanti dell’arte e del buon cibo e gli escursionisti delle passeggiate in una natura che non conosce inverno.

La concentrazione di monumenti, castelli, chiese, edifici storici, centri di cultura e gallerie d’arte è sorprendente – si contano più di 100 siti visitabili - quasi da far invidia alle grandi capitali del mondo: ovunque si respira creatività e arte, innovazione e libertà d’espressione. La stessa che provarono durante la dittatura franchista intellettuali e artisti, attratti da quel senso di emancipazione che si respirava sull’isola: nei borghi di Deià, Valldemossa e Pollença si rifugiarono poeti e scrittori come l’inglese Robert Graves e l’argentino Gabriel García Marquez e pittori da tutta Europa, attratti dalla luce e dai colori di Maiorca, che regala scorci e paesaggi da mozzare il fiato.

Il primo a organizzare una mostra pittorica fu Josep Pinya, che fondò nel 1969 la galleria Pelaires: chiamò tutti i maggiori colleghi invisi al regime, da Mirò a Tàpies, da Barcelò a Calder, e li convinse a esporre le proprie tele e sculture. Le stesse che oggi ritroviamo nei giardini, nei palazzi e nelle gallerie di Palma. L’elenco dei musei in città è lungo ma meritano un’attenta visita Es Baluard, il museo d’arte contemporanea, edificio lineare dalle grandi vetrate e dalla spettacolare vista sulla baia tra le mura rinascimentali del bastione di Sant Pere, che circondano la città; oltre alle mostre temporanee e agli spazi dedicati a quei giovani artisti che desiderano farsi conoscere, dal 2004 sono esposte opere di Picasso, Mirò, Calder e Barcelò. E’ uno spazio molto ambito anche quello di Casal Solleric, allestito in un edificio del 1770 con un cortile maestoso in pietra e una scalinata con stucchi che fanno da contraltare alle mostre moderne e contemporanee dei suoi saloni.

Non lontano l’ex Grand Hotel, palazzo modernista di Domènech i Montaner, allievo di Gaudì, è stato trasformato nel Caixa Forum Palma, che ospita su 5 piani la collezione privata del pittore catalano Anglada i Camarasa, che visse sull’isola, alcune mostre fotografiche, una libreria specializzata in volumi d’arte e una caffetteria. Anche Joan Mirò, uno degli artisti più interessanti del secolo scorso, contribuì ad arricchire l’isola di nuovi artisti e scelse di viverci dal 1956 fino al 1983, anno della sua morte, affidando all’architetto Josep Lluìs Sert, collaboratore di Le Corbusier, la realizzazione del suo studio. Oggi l’atelier e l’abitazione fanno parte della Fundaciò Pilar i Joan Mirò, museo inserito in un edificio a forma di stella progettato da Rafael Moneo, dove sono esposte le opere del celebre artista catalano. La Fondazione – con ingresso gratuito di sabato - ospita anche un giardino botanico con sculture di Mirò e il laboratorio vista baia con graffiti sui muri e pennelli sul pavimento, dove sembra che l’artista di Barcellona stia ancora dipingendo le sue tele.

Maiorca non è solo sinonimo di creatività: ogni villaggio e ogni angolo della capitale sono imperniati di storia e di testimonianze di dominazioni, dai primissimi conquistatori Romani al dominio degli Arabi e alle conquiste dei pirati berberi fino ai possedimenti dei vicini catalani. Al sovrano Jaime I si devono la fine del dominio musulmano e la costruzione dei più bei monumenti di Palma che si affacciano sul porto; come la cattedrale, la Seu, maestosa chiesa gotica eretta su un’antica moschea con altissime volte, il rosone gotico a vetri colorati più grande del mondo, il famoso baldacchino in ferro battuto di Antonio Gaudí e l’originale cappella del Santissimo Sacramento, dipinta da Miquel Barcelò. Dentro le mura del XVIII secolo, che difesero la città da pirati e corsari, sorge il centro storico dove si susseguono chiese antiche, palazzi come quello reale dell’Almudaina, dimore nobiliari dai famosi cortili e alcuni mulini a vento, uno dei quali trasformato in museo. Fuori le mura, a dominare il centro abitato, Jaime I fece costruire il Castell de Bellver, il più grande maniero gotico a pianta circolare d’Europa: maestoso, sorge in cima a una collina alberata da cui si gode la splendida vista sulla baia di Palma.

Tornando in città merita una visita un altro luogo importante per i maiorchini, un tempio ricco di creatività e convivialità: il nuovo mercato gastronomico di San Juan, che sorge in un enorme edificio modernista, trasformato in un mercato dove si fanno acquisti e soprattutto dove ci si delizia con le prelibatezze gastronomiche locali e nazionali. Seguendo la tendenza di molte capitali e città che sfruttano gli ampi spazi per creare mercati come ristoranti, anche Palma ha creato il suo spazio, annesso a un cinema, al centro di cultura S’Escorxador, e a uno spazio per gli show cooking e altri eventi legati al cibo. In effetti il cibo maiorchino meriterebbe da solo un viaggio: verdure, formaggi, pesce, crostacei e dolci a base di mandorle e miele – le gustose ensaïmadas –insaccati, le sobresadas, ottime carni e la paella con gli spaghetti, la fideuà; e anche l’ottimo vino che si produce dai vitigni della fertile campagna isolana. Per provare tutte queste delizie c’è solo l’imbarazzo della scelta: oltre all’ottimo mercato di San Juan e a quello più piccolo e informale di Santa Catalina, si può pranzare al ristorante Taronja Negre Mar per deliziarsi con piatti innovativi proprio davanti al Club de Mar, il porto di Palma; oppure, in pieno centro storico, al Bon Lloc, il primo ristorante vegetariano e vegano di Palma, dove a ricevere i turisti italiani c’è Andrea, giovane sous-chef del locale. Si può anche scegliere di pranzare – o cenare – al ristorante Es Baluard Restaurant & Lounge, il locale del museo d’arte contemporanea, con una magnifica vista sulla baia.

Palma di Maiorca è una città che si gira facilmente a piedi o con comodi autobus, ma c’è un modo ancor più semplice e divertente di spostarsi, soprattutto se si vuole vedere tutto il lungomare e magari salire fino al castello: noleggiare una bici elettrica al civico 15 di avinguda de Joan Mirò o sul sito www.portbikemallorca.com e seguire le piste ciclabili o i diversi itinerari turistici organizzati su misura. E’ anche un modo per girare l’isola stessa, spostarsi verso nord e scoprire altri borghi, altre bellezze e altre storie. E’ sufficiente un’ora di autobus o un paio d’ore di bici elettrica o di treno, quello storico a scartamento ridotto, per recarsi a nord, verso la Serra de Tramuntana, patrimonio Unesco per i suoi paesaggi selvaggi plasmati dall’uomo, e scoprire borghi incantevoli, punti panoramici mozzafiato e una campagna fertile, dove abbondano colline ricoperte di mandorli, che qui fioriscono già a gennaio, aranceti, carrubi e uliveti.

La Serra, che sale dal mare fino a 1.500 metri d’altezza, è il paradiso di chi ama fare trekking e arrampicate su canyon e costoni pietrosi ma è anche la destinazione per chi vuole visitare Sóller e i suoi edifici modernisti e magari salire a bordo del trenino turistico che parte dalla stazione che ospita opere di Picasso e Mirò e arrivare al suo incantevole porto per una caldereta di langosta, una zuppa d’aragosta, comodamente seduti al sole. Lungo la strada panoramica che regala luoghi unici come il belvedere di Son Marroig, indimenticabile al tramonto, si attraversano i borghi di Deià e Valldemossa: bellissimi villaggi che confermano che un tempo si costruivano abitazioni rispettando il paesaggio. Entrambi i borghi furono il rifugio di tanti artisti e pittori, molti dei quali ancora vivono negli laboratori scavati nella roccia gialla. Vi arrivarono Jorge Luis Borges, Gabriel Garcia Marquez e George Sand con il suo giovane amante Frédéric Chopin che abitarono nel monastero certosino del 1600 di Valldemossa e dove il musicista cominciò a comporre i famosi preludi. Sono luoghi che incantano e che rispettano la privacy, allora come oggi; non è un caso che siano scelti da celebrities come Jack Nicholson, Mick Jagger, Mark Knopfler, Richard Branson e Michael Douglas con la moglie Catherina Zeta-Jones che vivono nella residenza di S’Estanca.

Se ora la movida estiva è solo un ricordo, non è di certo terminato il divertimento, soprattutto a Palma, dove si fanno le ore piccole da Hogans con musica dal vivo, da Gimbo e nella discoteca Sabotaje. Chi invece, preferisce la tranquillità e magari un’atmosfera più romantica può salire in uno dei tanti rooftop degli alberghi del centro con vista sulla cattedrale illuminata d’oro.

Info. E’ vasta la scelta degli alberghi; ecco comunque tre consigli: il centralissimo HMJaime III è comodo ed elegante; l’Hotel Hospes Maricel and Spa è a 4 chilometri da Palma e quando si prenota è bene chiedere dell’edificio davanti al mare. Poi c’è il sofisticato Sant Francesc Hotel Singular che sorge proprio vicino all’omonima chiesa e alla cattedrale. Chi può spendere, prenoti la suite 303, panoramica ed esclusiva. Per il viaggio, la compagnia Air Europa, che ha la sede proprio sull’isola, vola da Roma e da Milano a Palma via Madrid.
ansa

A Parigi la convention di Airbnb, host da 110 Paesi. Italia è al terzo posto al mondo per numero di alloggi disponibili

Oltre 5000 host provenienti da 110 Paesi di tutto il mondo, oltre 100 sessioni di "formazione" e una serie di aperitivi, cene e momenti ludici. Parigi ospita l'incontro annuale dedicato agli host della community di Airbnb.
    L'evento, in programma in questi giorni presso il Parc de la Villette, ha come obiettivo principale quello di formare e ispirare gli host più attivi all'interno della community. Il fenomeno Airbnb continua a crescere nel mondo: al momento sulla piattaforma si possono trovare quasi 2 milioni di alloggi in più di 190 paesi del mondo e più di 60 milioni di persone hanno scelto di viaggiare con Airbnb in tutto il mondo.
    In Italia oltre 5 milioni di viaggiatori hanno soggiornato con Airbnb in Italia dal 2008 a oggi e ci sono oltre 190 mila alloggi disponibili.
    L'Italia è al terzo posto al mondo per numero di alloggi disponibili, preceduta da Usa e Francia.
ansa

Turismo: Federalberghi, allarme sommerso e sicurezza

"Il sommerso nel turismo è giunto a livelli di guardia, che generano una minor sicurezza sociale e il dilagare indiscriminato dell'evasione fiscale e del lavoro nero". Lo denuncia il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Un "esempio eclatante" - secondo Federalberghi - è costituito da Airbnb. "Tocca ora all'Italia - dice Bocca - dare un segnale importante".
  
I risultati del monitoraggio realizzato da Federalberghi saranno presentati oggi a Parigi, città in cui si sta svolgendo la Convention mondiale degli host di Airbnb, unitamente ad analoghi studi realizzati dalle associazioni degli albergatori di Francia (UMIH), Germania (IHA), Olanda (KHN), Regno Unito (BHA) e Spagna (CeHAT).

    "A livello europeo - spiega Bocca - molti Paesi si stanno muovendo per sconfiggere le degenerazioni della sharing economy nel turismo. Tocca ora all'Italia dare un segnale importante, dettando regole ed istituendo controlli volti ad azzerare l'illegalità in uno dei settori tra i più importanti per l'economia del Paese".

    Secondo il monitoraggio che Federalberghi sta realizzando con l'ausilio della società Incipit Consulting Airbnb a ottobre 2015 pone in vendita in Italia 176.870 strutture (erano 234 nel 2009). Una crescita esponenziale - sottolinea la Federazione degli albergatori - a cui non fa seguito una significativa variazione del numero di attività ufficialmente autorizzate (le strutture extralberghiere censite dall'Istat erano 104.918 nel 2009, oggi sono a quota 117.749). Tra le città italiane maggiormente interessate Roma con 18.546 unità, Milano con 11.397, Firenze con 5.736, Venezia con 3.908 e Palermo con 2.502.

    "In barba alle leggi che obbligano il gestore di risiedere all'interno dei bed and breakfast - spiega Federalberghi - la stragrande maggioranza degli annunci presenti su Airbnb è riferita all'affitto dell'intera proprietà (72,5% dei casi) ed è pubblicata da inserzionisti che gestiscono più di un alloggio (57%)".

    "La ciliegina sulla torta - continua lo studio - è costituita dagli "host" che possiedono centinaia di alloggi: per esempio Daniel che gestisce 527 alloggi e Bettina con 420 alloggi, di cui 140 a Milano, 80 a Roma e 88 a Firenze. Chi si nasconde dietro questi nomi amichevoli che gestiscono un patrimonio miliardario? Di certo non si tratta di persone che affittano una stanza del proprio appartamento per integrare il reddito familiare".

    "I numeri - conclude Bocca - smentiscono la 'favoletta' del gestore che accoglie l'ospite in casa propria. Il consumatore è ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un'esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela della salute e della sicurezza. Né può essere sottaciuta la responsabilità delle piattaforme online, che adottano una posizione pilatesca e fanno finta di non vedere il traffico sospetto che transita attraverso i propri canali".
ansa

TURISMO. Trentino? Italian style Parola di Miller e Svindal

I due campioni dello sci protagonisti del nuovo spot girato a Campiglio. Non solo discese mozzafiato, va in scena il lato “italiano delle montagne”
per soggiornare Hotel Fai (media parner Turismo Culturale)  -  Via al Belvedere, 11  -  38010 Fai della Paganella (TN)   Tel. +39 0461 583104   Fax. +39 0461 581214   P.Iva:00095090221   Email: info@hotelfai.it – hotel fai.it
 
TRENTO. Niente da invidiare all’Alto Adige, ecco a voi l’italianissimo Trentino dove una vacanza sugli sci può diventare un’«italian experience». Parola di Bode Miller e Aksel Lund Svindal, campioni dello sci, che compaiono nell’ultimo spot di Trentino marketing in veste di turisti. E non deve essere stato difficile calarsi nella parte visto che entrambi frequentano il Trentino durante le vacanze, dalla Paganella a Riva del Garda. Ieri la presentazione ufficiale dello spot che è stato accolto da un applauso dei presenti (giornalisti e operatori del turismo, nella sala di Trentino marketing) divertiti dall’ironia del messaggio e dalla complicità tra l’americano e il norvegese che - almeno per 30 secondi - hanno messo da parte la rivalità.

Chi immagina discese mozzafiato e piste innevate (che pure si vedono nel finale) è fuori strada. Perché questi due giganti dello sci (anche in senso letterale del termine, vedere da vicino per credere) raccontano una storia che va oltre gli sport invernali. Siamo a Madonna di Campiglio (con tante grazie degli albergatori rendenesi), nella centralissima piazza Righi, dove Miller e Svindal attendono (con un paio di sci in mano) il furgone che li porterà a casa davanti al Bar Suisse (che nello spot diventa un albergo). In realtà non basta un furgone per portarsi a casa l’italian experience di un turista in Trentino, con il tassista preoccupato: pasta (Felicetti), una chitarra, mele (Melinda), abiti, una poltrona rossa (Frau), una grossa forma di formaggio (Trentingrana) e infine una nonna, probabilmente di quelle a cui è impossibile non affezionarsi. E ancora non basta perché Miller e Svindal fanno segno al tassista di caricare pure una mucca, che muggisce fuori campo. Così il Trentino diventa Italia, anzi “the italian side of the mountains” cioè il lato italiano delle montagne. Sottinteso: quello più trendy. Ecco il messaggio di Trentino marketing che alle “esperienze vere” affianca le “esperienze italiane” strizzando naturalmente l’occhio ai turisti esteri, dove i volti dei due campioni sono noti più che in Italia. Nel primo copione c’era anche una gigantesca bottiglia di spumante Trento doc, sacrificata nell’ultima versione.
Lo spot è stato girato l’ottobre scorso (agenzia Leo Burnet, regista Edoardo Lugari) con qualche complicazione nel rendere l’atmosfera natalizia. Se il tassista è un attore professionista (e si vede), nel breve spot (30 secondi) compaiono due donne di Campiglio: Maria Cristina Roberti (che porge una cassetta di Melinda) ed Elisabetta Masè (la nonna da cui i due sciatori non vogliono più separarsi). In realtà Campiglio non viene citata nel filmato, ma è facilmente riconoscibile, anche perché accanto alla porta dell’«albergo» c’è la Bottega di Cesare Maestri.
Alla presentazione di ieri c’era anche Marco Dallapiccola, il manager che ha portato sulla Paganella gli sciatori statunitensi e norvegesi. Maurizio Rossini - amministratore di Trentino marketing - l’ha ringraziato personalmente: «Con questi atleti il Trentino ha ormai un rapporto di amicizia» ha detto. E Dallapiccola ha raccontato alcuni retroscena: «In realtà per loro è stato molto facile entrare nella parte, visto che quando viaggiano sono davvero carichi di bagagli». Una testimonianza molto “costosa”? Trentino marketing non è voluta entrare nel dettaglio, ma fonti interne spiegano che i due atleti hanno partecipato di “buon grado” e quindi “a buon mercato”.
La promozione dell’inverno trentino è pronta. All’appello mancano però neve e freddo, tanto che Francesco Bosco (direttore degli impianti di Campiglio e presidente degli impiantisti trentini) ha manifestato ieri una certa preoccupazione: «La situazione climatica non è facile, proprio alle porte di una stagione che ha già registrato grande interesse da parte dei turisti e su cui abbiamo grandi aspettative».
fonte: Trentino Corriere Alpi

Claudia Cardinale: "Turisti tornate in Egitto"

di Cristiana Missori

"Dobbiamo lottare per fare in modo che la gente torni in Egitto, un Paese bellissimo e che adoro". A lanciare un accorato appello per fare tornare gli stranieri nella terra dei Faraoni in una affollatissima conferenza stampa questa mattina, in un hotel della capitale egiziana, è Claudia Cardinale, madrina d'eccezione del Festival del cinema del Cairo (fino al 21 novembre) su cui questa sera si alzerà il sipario.

    "Spero che i turisti tornino presto", ha detto la grande attrice italiana che questa sera riceverà il Premio Faten Hamama, riconoscimento, che ogni anno viene attribuito a una personalità della settima arte egiziana o straniera.

    Settantasette anni portati con grande eleganza e "senza mai ricorrere ad alcun lifting", come lei stessa precisa rispondendo a una delle decine di domande che i tanti giornalisti egiziani e stranieri presenti in sala le rivolgono. La sua presenza è infatti un evento per un Paese in ginocchio dopo l'ennesimo colpo duro assestato al turismo in seguito alla tragedia dell'aereo russo schiantatosi nel Sinai. In tanti le chiedono se si sente sicura in questo momento e lei con grande eleganza, replica: "non sento grossi cambiamenti in questa città che conosco bene e dove sono venuta più volte".

Veniva, rammenta, "a trovare Omar Sharif, di cui ho un ricordo bellissimo. Era un uomo fantastico e eravamo molto amici", dice. "E' con lui che ho iniziato a fare cinema", aggiunge la star. "Con lui ho iniziato a muovere i primi passi sul grande schermo". "Ero giovanissima, e non volevo in nessun modo fare cinema. Fu mio padre a spingermi e dirmi di provare". Con 'il dottor Zivago', rammenta, "ci vedevamo spesso. A Parigi, dove vivo e dove spesso risiedeva lui, e al Cairo".

All'attivo, come lei stessa ricorda, la Cardinale ha 153 film. Tante le pellicole con i più grandi registi italiani. Da Otto e mezzo di Federico Fellini, al Gattopardo di Luchino Visconti (la cui versione restaurata sarà proiettata durante la kermesse egiziana). "Sono stati i film più importanti della mia carriera", ricorda la "ragazza che rifiutò di fare cinema", come la stampa italiana in un lontano Festival del cinema di Venezia la definì, lei che veniva da Tunisi, figlia di emigrati siciliani. Di ruoli ne ha interpretati tanti, incarnando un nuovo modello femminile: quello di una donna che vuole essere libera e indipendente. "Ho sempre cercato di dare voce a chi non poteva esprimersi,", afferma.

In primis "le donne". Anche se da decenni vive in Francia, l'Italia sembra averla sempre nel cuore. E a chi le rivolge una domanda sul cinema italiano di oggi. Lei quasi con soddisfazione replica nella sua lingua d'origine: "E' un momento difficilissimo per il cinema italiano".All'estero "si vedono pochi film rispetto al passato. Per questo motivo mi sono battuta molto affinché si torni a fare coproduzioni". In giro - conclude - si vedono soltanto film americani". 
ansa

Giro del mondo in 24 giorni In aereo tra Stati Uniti, Hawaii, Giappone, Cina, Vietnam, India e Abu Dhabi

Non sarà un viaggio per tutte le tasche ma è bello anche solo sognarlo. Hotelplan lancia il giro del mondo in aereo privato: un solo aereo (Austrian Airlines), lo stesso equipaggio che accompagna i ‘fortunati’ lungo tutto il percorso con un ricco programma di escursioni ad ogni tappa, medico a bordo e addirittura un container per il trasporto dei regali. Il tour dura 24 giorni e tocca Stati Uniti, Hawaii, Giappone, Cina, Vietnam, India e Abu Dhabi.

NEW ORLEANS - Dotata di un ricco patrimonio storico e culturale, New Orleans, nell’estremo sud della Louisiana, è considerata il gioiello degli Stati del Sud. La musica è l’elemento vitale di questa città che non dorme mai! Cederete al fascino della sua vita stile quartiere francese, ricca di jazz e blues, per non parlare dello splendore architettonico delle grandi case padronali. Un giro in barca sul Mississipi è d’obbligo per chi fa un viaggio in Louisiana, come la degustazione della deliziosa cucina creola.

HAWAII - L’arcipelago delle Hawaii è composto da varie e incantevoli isole di origine vulcanica situate in mezzo all’Oceano Pacifico. Questo stato conta più di 100 piccoli atolli e isole ed è una destinazione molto apprezzata grazie alle temperature gradevoli tutto l’anno e a un’incantevole diversità di paesaggio. La cultura e le tradizioni polinesiane si fondono con le origini asiatiche per offrire uno stile di vita americano che dona un carattere particolare a questo arcipelago.

TOKYO - Il Giappone è un paese sorprendente e appassionante dove si confrontano tradizione e modernità. La cultura ancestrale e il modo di vivere occidentale formano un insieme armonioso. Gli artistici giardini zen, templi e santuari creano forti contrasti con le metropoli frenetiche costellate di scintillanti insegne al neon e strutture avveniristiche, ma anche di treni ad alta velocità. Tokyo è una città ricca di diversità con un importante centro economico, è ultra moderna, ma è anche il cuore della cultura del paese e il luogo di residenza dell’imperatore.

SHANGHAI - Soprannominata la Parigi d’Oriente, la città dei superlativi si è trasformata in una metropoli, per effetto dell’Esposizione Universale nel 2010. Shanghai è recente se la si confronta con le altre città cinesi. È per questo che non sono presenti monumenti storici, ma è l’aspetto contemporaneo e la continua evoluzione che attira il visitatore.

KYOTO - L'antica città imperiale è stata più di 1.000 anni il luogo di residenza della corte ma anche il centro storico e culturale del Paese. La città è cirocndata per tre lati da montagne e conta 2 mila templi, pagode e santuari di cui 17 fanno parte della lista Unesco. La Kyoto odierna è una metropoli ma tardizione e storia si intrecciano ovunque.


DA NANG - Il Vietnam è sinonimo di bellezza, ricchezza culturale e tradizione. 4.000 anni di storia hanno lasciato tracce in questo paese eccezionale nel cuore dell’Indocina, così come l’influenza indiana, cinese e francese hanno parte integrante della cultura nazionale. La città portuale è in rapida crescita, con la sua bella spiaggia e il villaggio storico di Hoi An.

COCHIN & KERALA - Lo stato del Kerala è un paradiso verde nell’India del Sud: una vegetazione tropicale con le sue noci di cocco e le risaie infinite sotto un cielo azzurro, un bellissimo intreccio di fiumi e laghi e una popolazione calorosa e accogliente. La città portuale di Cochin è un crogiolo di cultura britannica, portoghese, araba ed ebraica.

ABU DHABI - Il più grande emirato degli Emirati Arabi Uniti è una metropoli in forte sviluppo e si affaccia sul golfo Persico. Una delle sue più importanti curiosità è costituita dalla Moschea Cheikh Zayed dove i marmi più belli furono utilizzati per le colonne della grande sala della preghiera; senza dimenticare gli ori nelle sue più svariate forme. Il deserto di Liwa è una meraviglia naturale composta di sabbia di diversi tipi con magnifiche dune e piccoli villaggi-oasi.
ansa

Conoscere Napoli attraverso la pizza

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Raccontare il prodotto gastronomico per eccellenza di Napoli attraverso, ma non solo, la storia di quello che oggi viene considerato un simbolo della nuova generazione di pizzaioli doc, ormai vero e proprio brand inconfondibile, in Italia ma anche all'estero: Gino Sorbillo. Il tutto inquadrato in un contesto nel quale la fotografia della pizza è anche l'istantanea di una città e di una regione tra valori, passioni, contraddizioni, insomma emozioni.

E' il progetto editoriale che Francesco Aiello, curatore dell'opera, e Angelo Cerulo (descrive il personaggio, la famiglia e la tradizione) hanno realizzato per un editore di nicchia (dell'Ippogrifo anche 'La nuova cucina di Napoli') partendo dalla considerazione che le categorie con le quali siamo abituati a parlare di gastronomia sono cambiate. E il giovane pizzaiolo di Via Tribunali è, in qualche modo, il paradigma di questa piccola rivoluzione: postmoderno, ha sperimentato nuovi linguaggi comunicativi (ri)lanciando Napoli e la pizza anche attraverso i social.

La storia dei grandi pizzaioli di Napoli è anche la storia della città. Gino Sorbillo, spiegano Aiello e Cerulo, "incarna perfettamente questa aderenza al luogo d'origine, sia perché appartiene a una delle famiglie storiche che hanno legato il loro nome all'arte di fare la pizza, sia perché, nonostante il successo e la notorietà conquistati, ha conservato un rapporto intimo e costante con la città". In equilibrio tra memoria del passato e sensibilità ai gusti contemporanei, l'avventura umana e professionale di Sorbillo testimonia l'attuale valenza culturale della pizza e dei tanti valenti pizzaioli a Napoli e nel mondo, con riflessi che vanno al di là degli aspetti gastronomici del fenomeno. Lungo le pagine del libro, con le fotografie di Pietro Avallone, la storia del protagonista si interseca con elementi storici di una città straordinaria che, rilevano gli autori, "ben prima di ogni moderno fenomeno di globalizzazione alimentare, ha dato al mondo uno dei piatti più conosciuti e apprezzati".

La pizza e Napoli, infatti, nel tempo, sono riusciti a creare una forte immagine comune, quasi una simbiosi che riguarda gli aspetti storici, culturali e tradizionali. L'esistenza di questo complesso patrimonio locale, sorta di 'genius loci', carico di significati e valenze anche simboliche, identifica questa città e rende familiari sia determinati odori e sapori, sia lo stesso paesaggio urbano. Non a caso il racconto della pizza è arricchito dalle testimonianze appassionate di alcuni personaggi che, a diverso titolo, esprimono oggi la cultura, l'economia e la gastronomia di Napoli: dall'intellettuale Jean-Noel Schifano al cuoco pluripremiato Alfonso Iaccarino, dal "re delle cravatte" Maurizio Marinella al presidente uscente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni. E non mancano i profili legati alla birra (con Luigi D'Alise) e col vino (se ne occupa Angelo di Costanzo). Immancabili le ricette, dalla classica marinara alla margherita, da quella col pomodorino giallo del Vesuvio e olive alla pizza col salamino di Faicchio. Un modo per valorizzare i prodotti tipici di tutta la Campania. 
FRANCESCO AIELLO, 'SORBILLO - LA PIZZA DI NAPOLI' (EDIZIONI DELL'IPPOGRIFO, PP.144, EURO 35,00) 
ansa