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Mostre del week end, propaganda, foto e pittura

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VIGEVANO - La propaganda nei manifesti elettorali dell'immediato dopoguerra a Vigevano, la perfezione delle tele di Regoli a Pienza, l'armonia dei giardini italiani nelle immagini di Beck, perfino i segreti custoditi dal retro dei quadri a Bassano del Grappa: sono alcune delle principali mostre che apriranno nel prossimo week end, durante il quale tornerà l'iniziativa ministeriale della domenica a ingresso gratuito nei musei.
    VIGEVANO (Pv) - Primo week end per "Italiani, al voto!": l'esposizione, in programma dal 2 giugno al 1 luglio 2018 alle Scuderie del Castello Sforzesco, raccoglie un patrimonio iconografico composto da 130 manifesti elettorali italiani, realizzati dal 1945 al 1953. Provenienti dalla Collezione Maurizio Cavalloni di Piacenza, i lavori raccontano con disegni, illustrazioni e slogan, i primi passi della Repubblica italiana.
    Particolarmente approfondita è la sezione dedicata alle elezioni del 1948, con la Democrazia Cristiana contrapposta al Fronte Democratico Popolare.

    PIENZA (Si) - E' dedicata a Luciano Regoli, l'artista che ha fatto del contrasto all'asserita "Morte della Pittura Figurativa" la sua missione, e alla scuola dell'Elba da lui fondata la mostra ospitata nelle sale di Palazzo Salomone Piccolomini dal 2 al 24 giugno. Al centro del percorso ritratti, scene di tradizione religiosa, quadri di figura, nature morte, paesaggi: tutte opere perfette per impianto compositivo, cromatismo e atmosfere, i cui generi sono stati oggetto privilegiato dell'arte classica.

    BASSANO DEL GRAPPA (Vi) - Si intitola "Abscondita. Segreti svelati delle opere d'arte" la mostra in programma dal 2 giugno al 3 settembre alla Galleria Civica del Museo di Bassano del Grappa. Per una volta a essere protagonista non sarà il fronte delle opere ma il retro: tele, telai e cornici che svelando la loro vera materia potranno dare informazioni determinanti per la conoscenza della storia del dipinto, dell'artista e di coloro che nel tempo lo hanno posseduto.

    SASSUOLO (Mo) - A Palazzo Ducale dal 1 giugno al 2 settembre sarà allestita la mostra di Lawrence Beck dal titolo "Dialogo con l'antico. Fotografie": 8 immagini di grande formato raccontano la grazia e la bellezza dei giardini italiani, in una affascinante relazione con le opere d'arte antica custodite nel palazzo. Partendo dal concetto tradizionale di fotografia come documento, Beck approfondisce nella mostra il rapporto tra uomo e natura, concentrandosi su paesaggi in cui s'inseriscono alcuni dei capolavori più importanti dell'architettura italiana.

    ROMA - Ultima occasione per ammirare i dipinti del padre dell'Impressionismo: dopo un enorme successo di pubblico, chiude al Vittoriano il 3 giugno la mostra "Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi", che presenta circa 60 opere, quelle che l'artista conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny. Tra i capolavori esposti anche Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).

    CHIASSO (Svizzera) - Il fuori scala, la cinetica, l'allegoria, la sequenza, il ready made, il segno grafico sono alcune caratteristiche del lavoro di Achille Castiglioni (1918-2002), il grande designer al quale il m.a.x. dedica una grande mostra dal 31 maggio al 23 settembre, a 100 anni dalla nascita. Intitolata "Achille Castiglioni. Visionario", l'esposizione racconta attraverso schizzi, disegni, modelli, testimonianze video, oggetti originali e prototipi la lunga carriera dell'artista che realizzò nella sua attività professionale ben 484 allestimenti e più di 150 oggetti.

    BILBAO (Spagna) - Dal 1 giugno il Museo Guggenheim accoglierà la retrospettiva "Chagall. Los aos decisivos, 1911-1919", dedicata alla prima parte della carriera del grande artista.
    Allestita fino al 2 settembre, la mostra presenta più di 80 tra dipinti e disegni nei quali è già evidente lo stile che Chagall sviluppò pienamente con la maturità artistica. Le opere permettono al visitatore di immergersi nel mondo del pittore, rivelando i movimenti e gli artisti che lo influenzarono e i temi che egli indagò nel corso della sua attività. 

Fai, al via censimento Italia del cuore

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BERGAMO - Oltre 100 tra comitati e comuni hanno già preso contatto con il Fai per il 9/o censimento dei Luoghi del cuore. Un'iniziativa che dal 2003 ha coinvolto 5 milioni di cittadini, desiderosi di segnalare, salvare, un posto magico, spesso per intere comunità. Le votazioni, al via il 30/5, si chiuderanno il 30/11. "Ormai questo è un modo di dire entrato nel lessico comune - ha detto oggi Marco Magnifico vicepresidente del Fai -. In questi anni ha fatto emergere l'Italia degli italiani e ha fatto capire quanto gli italiani siano innamorati del loro paese".
    Tra le prime segnalazioni arrivate i tabernacoli votivi di Capannoli (Pisa), l'ex carcere di Sant'Agata a Bergamo, l'isolotto di Vivara a Procida (Napoli). Il bene più votato riceverà 50.000 euro.
    "In tutti questi anni sono stati smossi circa 20 milioni di euro con i contributi di Mibact, istituzioni, associazioni", ha detto Magnifico. Numerosi i testimonial che

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EUROPEI SEDENTARI, UN PROGETTO UE PER 'CONVERTIRLI' Let's #Beactive nei club con trainer motivazionali

Davanti ad una pizza si gioca al golf da tavolo foto selimaksan iStock. (ANSA)
Europei sedentari, troppo, è ora di correre ai ripari. C'è un progetto dell'Unione Europea per 'convertire' 60.000 adulti inattivi, di età compresa tra 18 e 55 anni, nel corso dei prossimi 3 anni in 8 diversi paesi dell'UE, e attraverso quasi 500 centri fitness. Si intitola Let's #Beactive e intende motivare i sedentari ad aiutarli concretamente ad adottare uno stile di vita sana, fisicamente attivo, aiutando così fitness-wellness club e centri sportivi ad attrarre e fidelizzare nuovi iscritti.
La campagna, presentata a RiminiWellness il 1 giugno, partirà il 23 settembre, in concomitanza con l'inzio della Settimana Europea dello Sport 2018, in un periodo dell'anno in cui i club italiani attuano i loro open day. Il progetto è promosso daEuropeActive in collaborazione con ANIF e Technogym. Durante le prime 6 settimane, gli ex sedentari saranno seguiti 2 volte alla settimana, per implementare i risultati ed aumentare la loro motivazione nel tempo nel proseguire il programma di allenamento in palestra. Il monitoraggio e il supporto da parte del trainer continueranno grazie all’app, anche per i successivi 3 e 8 mesi, per generare una forte motivazione a restare fisicamente attivi dato che l’obiettivo del progetto resta la conversione, sotto forma di adozione di nuovi stili di vita.
Del resto l'esigenza di promuovere l'attività fisica per migliorare la salute nell'Unione europea è stata oggetto di una raccomandazione del Consiglio europeo già nel 2013. L'inattività fisica è il quarto più grande fattore di rischio per la mortalità prematura e impone costi economici di 80,4 miliardi di euro all'anno per l'UE-28 - l'equivalente al 6,2% di tutta la spesa sanitaria in Europa. Oltre al benessere c'è pure un importante indice economico a muovere la campagna .
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Viaggio tra i campanili più belli d’Italia

La torre di Pisa, il campanile più famoso del mondo, caratterizzato da una visibile pendenza © ANSA

BOLZANO - Svettano tra i tetti di chiese e basiliche di tutto il Paese: i campanili sono strutture antichissime e ricche di storia, gioielli architettonici che fanno parte del paesaggio del nostro Paese e che racchiudono cultura e ricchezze millenarie. Ecco, da Nord a Sud, alcuni dei campanili più belli, caratterizzati da stili artistici diversi.
Campanile di san Nicolò a Merano
E’ alto 83 metri ed è uno dei più imponenti dell’Alto Adige: il campanile del duomo di Merano ha una forma ottagonale e ogni lato è delimitato da decorazioni color rosa e da colonnine in stile romanico. La sua costruzione richiese quasi tre secoli: i tre piani più bassi furono realizzati tra il XV e il XVI secolo e nel 1617 fu edificato il corpo ottagonale con la cupola finale.

Campanile del lago di Resia
E’ un insolito campanile che emerge dal lago di Resia, comune di Curon Venosta, in provincia di Bolzano. Dalle acque svetta solo la parte sommitale che d’inverno, quando il lago ghiaccia, è possibile raggiungere a piedi. La torre, solitaria davanti alle maestose montagne della Val Venosta, regala un’immagine suggestiva e poetica, anche se la sua storia non è affatto fiabesca: la costruzione di una diga nel 1950, infatti, sommerse l’antico borgo di Curon, che venne trasferito altrove, e una chiesa del Trecento di cui oggi resta solo la punta del campanile, instabile e pieno di infiltrazioni. Una leggenda racconta che, nelle rigide notti invernali, qualcuno senta ancora le sue campane suonare.

Campanile di san Marco a Venezia
I veneziani amano chiamarlo “el parón de casa”: con i suoi 98,6 metri è uno dei campanili più alti d’Italia e, assieme alla basilica, il simbolo della città veneta. Si erge, isolato, in un angolo di piazza san Marco di fronte alla chiesa; è semplice con una struttura in mattoni rossi e una cella campanaria ad archi, decorato con lunette e con le figure di due leoni veneziani; in cima, una cuspide piramidale ospita la statua dell’arcangelo Gabriele. Nato come torre di avvistamento, il campanile venne più volte rimaneggiato e la cuspide venne danneggiata da un fulmine nel 1489 e poi distrutta da un terremoto nel 1511; quindi si decise di costruire una cella campanaria in marmo, di decorarla con le sculture dei leoni di Venezia e di usare il bronzo per la cuspide per rendere la torre visibile dal mare. Se oggi il campanile è il luogo simbolo del volo della Colombina durante il Carnevale, la torre è ricordata soprattutto per aver ospitato nel 1609 Galileo Galilei che vi usò il suo primo cannocchiale. Nei secoli la torre subì modifiche e ristrutturazioni, soprattutto dopo il crollo del 1902. Nel 1912 venne di nuovo eretta e dotata di 5 nuove campane e nel 1962 venne costruito un ascensore lungo la canna per permettere di ammirare il paesaggio di Venezia dall’alto.

Campanile di sant’Anastasia a Verona
E’ costruito in stile gotico e dai suoi 72 metri d’altezza si ammira un panorama spettacolare: il campanile della basilica di sant’Anastasia di Verona, che svetta a sinistra della chiesa, ha una canna in mattoni che termina con una trifora per ogni lato, coronata da una balaustra in pietra bianca che circonda la guglia conica. Ospita nove campane in bronzo, famose per le decorazioni e il pregio acustico: la scuola campanaria di sant’Anastasia, fondata nel 1776, è stata infatti la principale esponente dei concerti di campane in Italia.

Campanile del duomo di Parma
Alta 63 metri e costruita in stile gotico tra il 1284 e il 1291, la torre campanaria della cattedrale di Parma è caratterizzata da cornicioni decorati con archetti ciechi in marmo, piccole bifore e un grande orologio sulla facciata. Alla sommità c’è una balaustra in marmo e i lati sono decorati con guglie; all’interno, invece, si trovano sei campane in bronzo. Nel 2009 il campanile venne raggiunto da un fulmine che colpì la statua dell’Angelo d’Oro, provocando un incendio: i lavori di ristrutturazione sono terminati solo nel 2015.

Campanile del duomo di Siena
Alta 77 metri e costruita in stile romanico per la chiesa di santa Maria Assunta, la torre campanaria del duomo di Siena è caratterizzata da sei ordini di finestre e da un’alternanza di fasce di marmo bianco e verde che le conferiscono eleganza e unicità. Il campanile venne completato nel 1313 e , durante i secoli, più volte rimaneggiato.

Torre di Pisa
E’ senza dubbio la torre campanaria più famosa del mondo: caratterizzata da una visibile pendenza con una ripetizione di arcate e loggette, è alta 56 metri e sorge nella celebre piazza del Duomo di Pisa. Costruito tra il XII e il XIV secolo, è il campanile della cattedrale di santa Maria Assunta della città toscana. La sua pendenza, che l’ha resa famosa in tutto il mondo, è dovuta a un cedimento del terreno che si verificò nelle prime fasi della costruzione. Nell’Ottocento venne più volte restaurata, così come nel 1990 quando cominciarono importanti lavori di consolidamento che hanno ridotto la pendenza: sono stati cerchiati alcuni piani della torre e applicati tiranti e contrappesi di piombo. E’ stata, inoltre, consolidata la base per poter garantire l’accesso ai visitatori e apportate modifiche anche nelle decorazioni esterne. Internamente ospita due stanze e tre rampe di scale: una ininterrotta dalla base fino al sesto anello, dove si esce all'esterno; una, a chiocciola più piccola che porta dal sesto anello al settimo, e, infine, una ancor più piccola e sempre a chiocciola, che porta alla sommità.

Campanile di Giotto a Firenze
Alta più di 80 metri, la torre campanaria della cattedrale di santa Maria del Fiore a Firenze, è una grande opera d’arte con una ricchissima decorazione scultorea e iconografica, raggiungibile scalando 414 gradini. Costruita nel 1334 da Giotto, dalla sua posizione inusuale, allineata dalla facciata, si capisce subito quanta rilevanza artistica doveva avere per il suo progettista. L’impronta giottesca è evidente nel raffinato rivestimento in marmi bianchi, verdi e rossi e soprattutto nel ciclo figurativo che decora il basamento del campanile. Dai documenti redatti dal Vasari, risulta che la torre venne ispessita e modificata da Andrea Pisano che proseguì i lavori dopo la morte di Giotto nel 1337, modificando le decorazioni esterne e la struttura dei piani superiori con l’aggiunta di una scala che sacrificò il volume delle finestre. Il campanile venne quindi terminato nel 1350 da Francesco Talenti, genero di Giotto. Oggi il campanile ospita 7 campane antiche e storiche.

Campanile della basilica della santa Casa a Loreto
Il campanile della basilica di Loreto, alto 75 metri, venne realizzato tra il 1750 e il 1754 dall’architetto Luigi Vanvitelli, autore anche della Reggia di Caserta. E’ la torre più alta delle Marche e svetta sul lato sinistro della basilica; costruito in mattoni con finiture in pietra bianca d’Istria, si sviluppa su cinque livelli: i primi due sono a pianta quadrata, il terzo è ottagonale, il quarto è a pianta circolare e il quinto è costituito dalla balaustra con il pinnacolo barocco a bulbo. La torre ospita un carillon di nove campane.

Campanile della cattedrale dei santi Filippo e Giacomo a Sorrento
Il campanile della cattedrale di Sorrento sorge a 50 metri dalla sua chiesa ed è caratterizzato da colori vivaci e un grande orologio decorato con piastrelle in ceramica. Poggia su una base romanica e ospita colonne, quattro sezioni quadrate decorate con archi, cornici e nicchie.

Campanile di santa Maria Assunta a Lecce
Costruito tra il 1661 e il 1682, il campanile di santa Maria Assunta, il duomo di Lecce, svetta con i suoi 72 metri sul cuore della città salentina. Venne edificato su un’antica torre normanna ed è caratterizzato da una forma quadrata su 5 piani, l’ultimo dei quali è sormontato da una cupola ottagonale decorata con maioliche; in cima si trova la statua in ferro di sant’Oronzo, patrono della città. Gli ultimi quattro piani presentano delle balaustre simili a lunghi balconi. Dall’alto di questa preziosa torre si può ammirare il mare Adriatico e, nei giorni più limpidi, le montagne dell’Albania.

Campanili della cattedrale della santa Vergine Maria Assunta a Palermo
Sono quattro i campanili del duomo di Palermo: le loro strutture, di chiara ispirazione araba, somigliano infatti a minareti islamici. In epoca altomedievale svolgevano funzioni strategiche di torri d’avvistamento e di vie di fuga; una rete di cunicoli sotterranei dalla cripta, infatti, collegano la cattedrale al palazzo vescovile passando per i campanili. Le torri, danneggiate dai terremoti che sconvolsero la regione dal 1160 al 1893, vennero rimaneggiate e decorate nel corso dei secoli. Nel 1954, infine, sulla cuspide più alta del complesso di guglie venne collocata la statua della Madonna della Conca d’oro. Restauri e ammodernamenti si sono poi avvicendati fino ai giorni nostri.
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Sito Unesco Modena, promozione e tutela. Nuovo piano gestione sito

Concluso il restauro del Duomo di Modena © ANSA


MODENA - Tutela, conservazione e restauro, ma anche accessibilità, promozione in chiave turistica e di condivisione della conoscenza e ampliamento dei Musei del Duomo di Modena: il Comitato tecnico sta predisponendo un nuovo Piano biennale di Gestione del Sito Unesco, che sarà sottoposto all'approvazione degli enti proprietari (Basilica Metropolitana e Comune) e della Soprintendenza. Gli obiettivi - spiega l'amministrazione comunale - sono finalizzati all'applicazione del regolamento del sito, alla prosecuzione di interventi di consolidamento post-sisma della cattedrale e all'incremento di ciò che è stato realizzato negli ultimi anni.
    Il piano prevede inoltre interventi sull'implementazione della segnaletica e tiene conto dei suggerimenti di chi è stato intervistato sulla percezione del sito Unesco, cittadini di Modena e visitatori. La ricerca, pubblicata online (www.unesco.modena.it), sarà riproposta in futuro. Accanto ad aspetti migliorabili (segnaletica direzionale, materiale informativo, promozione da potenziare sviluppando ulteriormente l'uso di Internet, parcheggi e mezzi pubblici), i risultati testimoniano che molte più persone oggi sanno che Duomo, Ghirlandina e piazza Grande rientrano nella Lista del Patrimonio mondiale dell'umanità, e la maggior parte ritiene che ciò sia un valore aggiunto. La valutazione complessiva del sito che ne emerge è buona (voto medio 7,9), mentre Modena viene giudicata una città turisticamente accogliente, che offre in particolare eccellenti opportunità di ristorazione (voto 8). L'apprezzamento è anche frutto dell'impegno messo in campo sia dagli altri enti coinvolti, sia dal Comune di Modena: biglietto Unico x Unesco, apertura tutto l'anno della Ghirlandina visitata da decine di migliaia di persone, interventi di restauro e altri finanziati dalla legge 77 sui siti Unesco, sviluppo del sito web visitmodena.it.
    Tra gli obiettivi e gli interventi da prevedere nel Piano di gestione c'è la creazione di un archivio informatizzato di lavoro del sito, che raccoglierà tutti i dati conoscitivi e scientifici acquisiti negli ultimi anni. In programma azioni di manutenzione e di riqualificazione, mentre prosegue il consolidamento antisismico del Duomo, già avviato con i fondi del terremoto 2012. Previste inoltre la mappatura delle opere d'arte custodite nel Duomo e l'elaborazione di uno studio di fattibilità per il restauro conservativo dei suoi arazzi cinquecenteschi. Tra gli interventi più significativi, la riqualificazione e ampliamento dei Musei del Duomo anche con risorse di Fondazione Cassa di Risparmio e Unicredit, una nuova illuminazione interna in Ghirlandina e in Palazzo Comunale postazioni multimediali con informazioni su Sale storiche e Sito Unesco. Tra i servizi turistici, un nuovo servizio di audioguide multimediali versatili basate su tecnologia mobile. (ANSA).

Arriva la pizza Pascalina, buona e previene i tumori

La pizza Pascalina © Ansa


(ANSA) NAPOLI  - Una pizza allunga la vita. Al Napoli Pizza Village, in pogramma dal primo al 10 giugno sul lungomare di Napoli, sarà infatti presentata la Pizza Pascalina, nata da un progetto dell’Istituto dei Tumori di Napoli Fondazione Pascale, che mira alla diffusione di un comportamento sano e attento ad una corretta alimentazione anche attraverso la pizza grazie allo studio di gruppo di esperti di diverse discipline e che ora mette in rete ristoratori, produttori, consumatori, e ricercatori per un unico obiettivo, di salvaguardia della salute

. Farina di frumento, friarielli campani a crudo, pomodorini di Corbara o San Marzano, olive di Caiazzo, olio extra vergine d’oliva del Cilento, aglio e peperoncino, questi gli ingredienti perfetti emersa dallo studio dei ricercatori per comporre la pizza che risulta protettiva nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori dell’apparato digestivo, incluso il tumore al colon. La Pizza Pascalina, informano gli organizzatori del Napoli Pizza Village, grazie ai suoi ingredienti può essere consumata come pasto principale anche due volte a settimana ed è stata inserita nella Piramide Alimentare Pascaliana, che applica i principi della dieta Mediterranea ma si basa anche sulle linee guida contro i tumori della World Cancer Research Fund e sulle evidenze scientifiche più recenti su dieta e prevenzione dei tumori.

La nuova pizza che "allunga la vita" si potrà provare al Napoli Pizza Village nello stand della pizzeria "Don Peppe", una delle 50 pizzerie presenti alla grande kermesse in arrivo a Napoli. (ANSA).

Marisa Mori, la pittrice che scelse l'oblio dopo le leggi razziali

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 ROMA  - L' adesione al Futurismo nel 1931 le procurò all' epoca una notorietà che non ha retto al tempo, destino comune dopo la tragedia della guerra per molti esponenti del movimento marinettiano. Per lei, che era cresciuta artisticamente sotto l' ala di Felice Casorati, la stagione del dinamismo e dell' aeropittura durò fino al 1938 quando le leggi razziali la convinsero a dissociarsi. Da allora riprese a dipingere nature morte, nudi e ritratti, a produrre i suoi quadri in solitudine fino alla morte, a Firenze, nel 1985. A riportare l' attenzione su Marisa Mori è la Galleria del Laocoonte di Roma con una antologica che presenta fino al 25 giugno una trentina di opere a documentare l' intero itinerario artistico, dai primi disegni inediti da autodidatta all'attività silenziosa condotta per quaranta anni lontana dalle scene.
    Tra le poche opere futuriste in esposizione, spicca la grande "Scomposizione meccanica della folla", del 1933. "E' cominciato tutto da quel quadro - spiega Monica Cardarelli, curatrice della galleria e della mostra -. Mio marito la acquistò in un'asta diversi anni fa ma di Marisa Mori non sapevo nulla. Ho cominciato a studiarla, ho ritracciato i suoi eredi, esaminato le sue numerosissime opere e il suo archivio e sto lavorando al catalogo generale che sarà pubblicato da Polistampa a novembre.
    La sua è una testimonianza fondamentale di quell' epoca storica.
    Guardava a tutto ciò che aveva intorno, dal realismo al metafisico. E' uno sguardo al femminile di una artista che ossessivamente ha studiato il disegno per passare al dipinto. E' figlia del ritorno all' ordine, con il richiamo alla pittura del Quattrocento".
    Maria Luisa Lurini - Mori è il cognome del marito Mario - era nata a Firenze nel marzo del 1900. La madre Edmea Bernini era figlia dell' ultimo discendente maschio del grande scultore Gian Lorenzo. Dopo il trasferimento con la famiglia a Torino nel 1918, la passione per il disegno la portò a entrare nel 1925 nella casa-studio di Casorati, di cui apprese la lezione talmente in fretta che quello stesso anno il maestro del Realismo Magico la volle accanto nella rassegna "Vedute di Torino", alla quale la pittrice partecipò con due versioni di Via Lanfranchi, la strada dove abitava, la prima delle quali è esposta in mostra. Gli anni successivi furono scanditi dalla partecipazione a molte altre esposizioni a Torino, Milano, Parigi e Londra con Casorati e con i suoi allievi, tra cui Carlo Levi, Lalla Romano, Nella Marchesini, Daphne Maugham (che poi sposò Casorati). Di quegli anni sono "Marina di Andora", "Venezia", "Marina di Massa", malinconiche e rarefatte, lontane anni luce dalla turbolenza delle avanguardie. La svolta, invece, arrivò nel 1931 per la necessità - spiegò lei stessa molti anni dopo - di trovare di una nuova forma espressiva. Grazie all' amico Fillia (Luigi Colombo) si avvicinò ai futuristi piemontesi: Prampolini, Rosso, Tullio Mazzotti, e a Filippo Tommaso Marinetti che chiamava scherzosamente "il rinoceronte". Fu lui a convincerla a sperimentare il volo acrobatico che poi tanto peso ebbe nella sua fase aeopittorica e ai successi ottenuti in mostre e rassegne di quegli anni. Nel 1933 tornò a Firenze con il marito allargando l' interesse alla fotografia e alla scenografia teatrale. Quando nel 1938 comincò la discriminazione degli ebrei, Marisa Mori prese le distanze dal movimento futurista e ospitò gli amici Paola, Rita e Gino Levi Montalcini. Dopo la morte del marito, nel 1943, chiuse definitivamente con i futuristi e tornò ai soggetti e ai paesaggi del primo periodo, esponendo solo di rado le sue opere.
    L' oblio si è interrotto nel 1980 quando due suoi quadri sono stati stati inclusi a Palazzo Reale, a Milano, nella mostra "L' altra metà dell' avanguardia", la prima grande rassegna dedicata alle donne del Futurismo. Alcune opere di Marisa Mori sono attualmente esposte al Man di Nuoro in "L' elica e a luce", che mette a confronto per la prima volta storie e percorsi di 26 artiste futuriste.

Santa Cecilia, torna Yuja Wang

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ACCADEMIA SANTA CECILIA  - Torna ad esibirsi a Santa Cecilia in un recital solistico la pianista Yuja Wang, tra le più affermate del panorama mondiale per le straordinarie doti virtuosistiche ma spesso criticata per il suo look sexy fatto di gonne cortissime, spacchi vertiginosi e tacchi a spillo. L' artista cinese, lunedì 28 maggio alle 20:30, sarà all' Auditorium Parco della Musica per la Stagione da Camera con un programma che mette in luce le sue capacità tecniche eccezionali: dai brevissimi Etudes di Ligeti - un classico del pianoforte contemporaneo - alle pagine di Rachmaninoff, dalla Sonata n. 10 di Skrjabin, alla grande Sonata n. 8 di Prokofiev (la Terza e più complessa delle cosiddette Sonate di Guerra, composte tra il 1939 e il 1944).
    Yuja Wang, 31 anni, dopo il debutto nel 2005 si è affermata in breve tempo fino a diventare una figura carismatica. Nel 2017 Musical America l'ha incoronata Artista dell' Anno. La pianista di Pechino è stata protagonista la scorsa stagione di una tournée trionfante in Germania insieme con l'Orchestra di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano, nel corso della quale ha eseguito uno dei suoi cavalli di battaglia, il Concerto n. 1 di Ciajkovskij.
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A Pisa sedie terzo paradiso Pistoletto

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 PISA  - Fino al 2 settembre 2018 la chiesa della Spina, gioiello gotico sulla riva dell'Arno nel centro di Pisa, ospiterà la mostra di Michelangelo Pistoletto "Il Tempo del Giudizio", curata da Ludovico Pratesi, che avrà un'appendice nella Sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti. Promossa dall'amministrazione, in collaborazione con l'Università e l'associazione SpazioTempo di Michela Rizzo, l'esposizione è la quinta di una serie di interventi site specific di artisti nazionali e internazionali nella chiesa affacciata sui Lungarni.
    Pistoletto ha realizzato un'opera per Pisa, con il coinvolgimento diretto della città: un'installazione composta da circa 50 sedie, prestate dai cittadini, per rappresentare la forma del Terzo Paradiso. Il simbolo del Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell'infinito, è composto da tre cerchi consecutivi. I due esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo della nuova umanità.

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A Palermo la storia del Castello a mare



PALERMO - Il 27 maggio 1860 le artiglierie del Castello a mare e delle navi borboniche in rada vomitarono su Palermo fuoco e morte. Il compianto Rosario La Duca ha dedicato numerose pagine al baluardo posto all'imboccatura del porto, carcere dalle oscure segrete, sede vicereale e poi dell'Inquisizione. Forse per la sua storia, nel 1922, il forte venne distrutto fra l'indifferenza generale per far posto all'ampliamento del porto. Solo qualche voce di intellettuale si levò alta in difesa. Grazie all'impegno di storici, architetti e archeologi, primo fra tutti proprio La Duca, da un ventennio il sito dove sorgeva è sede di ricerche per riportare alla luce le consistenti fabbriche superstiti, fra cui spicca la torre aragonese. "Il Castello a mare, un poderoso baluardo difensivo nel porto di Palermo" è il titolo della mostra documentaria, allestita nel cortile Maqueda del Palazzo reale, dedicata al Castello attraverso i secoli. Un'iniziativa che conduce al convegno del prossimo luglio di Unesco Sicilia con l'obiettivo di ottenere un ampliamento del percorso arabo-normanno. Il Castello a mare è, infatti, con le chiese della Magione e della Maddalena e il castello di Maredolce e la Cuba, fra i principali candidati ad entrare nell'itinerario della World Heritage List, anche perché il Molo Sammuzzo sarà il nuovo hub delle grandi navi da crociera e il Castello potrebbe così diventare l'apertura del percorso arabo normanno dal mare. La mostra, su progetto di Marco Failla, è divisa in cinque sezioni accompagnate da un esaustivo repertorio iconografico.
    Nelle prime tre sono illustrate le vicende storiche e architettoniche del Castello a mare dalle origini fino al suo recupero; la quarta sezione descrive lo stato attuale; l'ultima offre ipotetiche proposte di fruizione che raccontano virtualmente il sito futuro. Il Castello a Mare è già documentato nel XII secolo come Castrum inferior, per distinguerlo dal Castrum superior (il Palazzo Reale). Era costituito da un impianto con alte torri collegate da cortine murarie, che racchiudevano un baglio; un primo ampliamento è datato XV secolo sotto Ferdinando il Cattolico. Utilizzato come dimora dei vicerè di Sicilia dal 1517 al 1553, il Castello fu rafforzato dal Ferramolino. Nel 1860 fu incamerato dallo Stato italiano, venne adibito a caserma del Regio Esercito d'Italia (Caserma Orsini) fino al 1922 quando venne raso al suolo.
    Quarant'anni dopo l'area con i resti del Castello a mare passò all'Ente autonomo del porto. Nel frattempo, il cemento e le costruzioni abusive avevano coperto le tracce dell'ex fortezza.
    Fino agli anni '80, quando fu iniziato il recupero dell'area, riportando alla luce le antiche strutture del castello, che dal 2009 è stato riaperto al pubblico. Nell'anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura, la mostra è promossa dal Comitato del sito seriale Unesco "Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale", realizzata dalla Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia con il Lions Club Palermo Host. All'inaugurazione interverranno l'assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, il direttore della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, il direttore della Fondazione Unesco Sicilia Aurelio Angelini, Francesco Montemagno (Lions Sicilia), Francesco Bertolino a capo della Commissione Cultura del Comune di Palermo, Marilena Volpes, già direttore generale dell'assessorato regionale ai Beni Culturali e l'attuale direttore generale, Sergio Alessandro. La mostra è aperta fino al 3 luglio.

Domodossola Sacro Monte Calvario / Presentazione del festival Oxilia - teatro e musica per la terra d’Ossola


La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario, in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale Compagnia Dellozio e l’Associazione Culturale Cabiria Teatro organizza una conferenza stampa di presentazione per illustrare la prima edizione del festival “Oxilia - teatro e musica per la terra d’Ossola” che si terrà lunedì 28 maggio p.v. alle ore 17.00 in Sala Bozzetti, presso il convento dei P.P. Rosminiani al Sacro Monte Calvario di Domodossola. Il progetto “Oxilia – Teatro e musica per la terra d’Ossola” intende proporre infatti un vero e proprio festival che unisca attività teatrali e musicali in una formula innovativa per il territorio di riferimento della Val d’Ossola, soprattutto grazie alla messa in comune di carismi e competenze differenti e complementari nei diversi ambiti artistici di riferimento. L’idea di un festival nasce dalla conoscenza delle virtù e qualità di un territorio dalla grande ricchezza storica, artistica e culturale. L’Ossola, terra di confne, incrocio di mondi, storie e nazioni, terra di cangianti contrasti e sintonie che costantemente stupiscono per la loro ricchezza, è certamente un luogo in cui la cultura e l’arte trovano posto, e possono ulteriormente sviluppare le loro radici. Il teatro e la musica hanno il loro proprio spazio tra le attività culturali della valle, soprattutto grazie all’attività costante e continua di numerose realtà (compagnie, formazioni musicali, teatri, associazioni, rassegne) che non mancano di proporre iniziative altamente qualifcate. Un festival con un’aspirazione non solo locale, ma che espanda il proprio orizzonte oltre i confni ossolani per essere evento di richiamo per il territorio e verso il territorio. Un festival per l’Ossola in due sensi: innanzi tutto perché sarà momento di arricchimento per la vita culturale delle valli e di chi le abita ma anche perché incrementerà l’offerta culturale a vantaggio dei numerosi turisti italiani e stranieri che sempre di più ricercano momenti artisticamente qualifcati. Sarà un momento di scambio, dialogo e relazione a più livelli; per il pubblico, perché andare a teatro o ad un concerto è azione sociale attiva che crea incontro; per i professionisti che potranno incrociare le proprie diverse esperienze e professionalità in momenti di scambio e racconto reciproco. Cappella Musicale del S. Monte Calvario località Sacro Monte Calvario 8 28845, Domodossola (VB) Un festival che vuole dialogare con le realtà attive sul territorio a tutti i livelli e porsi al loro servizio con iniziative dedicate e strutturate specifcamente. Riscoprire la socialità della cultura, in particolare del teatro e della musica, per l’arricchimento della vita civile e sociale. Nel corso dell’incontro il comitato organizzatore presenterà approfonditamente gli scopi e le modalità di svolgimento e realizzazione di questo progetto, nato in un’ottica di forte sinergia tra la Cappella del Sacro Monte Calvario, Compagnia dellozio e Cabiria Teatro.