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Borghi autentici, la festa nazionale sul lago di Barrea


A mille metri di quota nel cuore del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, un centro abitato affacciato su un lago che di giorno è meta di turismo balneare e al tramonto diventa spettacolo: è il comune di Barrea in provincia dell'Aquila, circa 700 abitanti, che si appresta ad accogliere, dal 30 agosto all'1 settembre 2019, la decima festa nazionale dei 'Borghi autentici d'Italia'. L'omonima associazione, nata per attirare l'attenzione su 'territori e comunità che ce la vogliono fare', come recita il 'manifesto' aggiornato nel 2015, punta sui borghi come luoghi da vivere, sostenere e preservare valorizzando la forza propositiva della comunità locale e la vocazione all'ospitalità. 

Ad aprire la tre giorni di convegni, fra street food, spettacoli e giochi antichi, sarà il 30 il convegno "Il grande paesaggio italiano come bene comune: identità, riuso e sostenibilità"; il 31 sarà la volta di "Paesaggi e welfare di comunità: lavoro, accoglienza e inclusione". Domenica 1 settembre "Mobilità dolce per muoversi nel Paesaggio". 

Barrea è uno dei 46 'borghi autentici' abruzzesi, nel contesto della rete nazionale di cui fanno parte 370 realtà in 17 regioni con un milione di cittadini complessivamente; piccoli e medi comuni, enti territoriali e organismi misti di sviluppo locale, 'luoghi dove tutti salutano tutti', comunità che decidono di non arrendersi di fronte al declino e si ispirano a un modello di sviluppo sostenibile, equo, rispettoso di luoghi e persone e attento alla valorizzazione delle identità locali. 

"Aver ricevuto il timbro dall'Associazione nazionale dei Borghi Autentici ci riempie di orgoglio - dichiara l'assessore al Turismo della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, coordinatore della Commissione Turismo e Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - Abbiamo 75 borghi in Abruzzo, 46 dei quali iscritti all'associazione 'borghi autentici', e la sede scelta per l'evento, Barrea, ha qualche requisito in più di quelli che potremmo immaginare. È in un'area interna, nel territorio di un parco nazionale, e si affaccia su un lago ormai diventato meta turistica balneare, un lasciapassare per il turismo di qualità e di sport acquatici". Insomma, un luogo del lifestyle italiano ricercato dagli stranieri e riscoperto da molti giovani. 

"Abbiamo ricevuto molte richieste di informazioni sulle nostre mete turistiche proprio grazie a questa vetrina - aggiunge Febbo - Dobbiamo puntare sulla destagionalizzazione ed eventi come la 'Festa dei borghi autentici' contribuiscono a far conoscere i nostri paesi. Un grande risultato lo stiamo ottenendo, tra l'altro, grazie a iniziative sul web come 'Abruzzo Smart Ambassador', che ha registrato finora oltre 22 milioni di contatti". 

Tema della festa di quest'anno è il 'Paesaggio, testimone del valore comunitario'. "Vogliamo valorizzare il microcosmo di un territorio, quello che esso trasmette su scala internazionale - spiega la presidente dell'associazione Borghi Autentici d'Italia, Rosanna Mazzia - Ci interfacciamo, infatti, con altre associazioni che travalicano i confini nazionali. I piccoli borghi sono l'asse portante del sistema Italia, cerchiamo di dare un segnale forte di rinascita, ma anche di rifondazione del sistema Italia partendo dai paesi, dalle caratteristiche umane". 

Barrea, ricorda il sindaco Andrea Scarnecchia, è stato uno dei primi borghi ad aderire all'associazione. "Barrea è anche uno dei 24 paesi all'interno del Parco - sottolinea Antonio Di Santo, presidente della comunità del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, l'organo intermedio che concilia le esigenze territoriali con quelle di conservazione - Per noi la festa è occasione per iniziare l'avvicinamento ai festeggiamenti per il centenario della nascita del Parco".

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Cibo piace arricchito e detox, con fibre&Co vale 2,4 miliardi

Cibo piace arricchito e detox, con fibre&Co vale 2,4 miliardi © ANSA

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Con più fibre e integrali. Nel carrello della spesa gli italiani sembrano cercare leggerezza, facile digestione, detox. E l'industria alimentare risponde a questa istanza salutista con una schiera sempre più ampia di referenze con componenti benefiche. "Le fibre - evidenzia un'analisi dell'Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy - si sono confermate nel 2018 il protagonista indiscusso del ''rich-in", ossia l'insieme dei prodotti accomunati dalla presenza in forma maggiore di qualche ingrediente.

Sommando i claim che riguardano fibre e integrale si arriva a 4.351 dei 5964 prodotti monitorati. Complessivamente, nel 2018, i circa seimila prodotti che riportavano in etichetta la significativa presenza o l'aggiunta di componenti benefiche (come vitamina, calcio, fibre, Omega 3 e ferro) hanno sfiorato i 2,4 miliardi di euro di giro d'affari, contribuendo per il 9,5% alle vendite totali" delle referenze prese in analisi dal monitoraggio.

In particolare, emerge dalla ricerca dell'Osservatorio Immagino, i prodotti che hanno sul packaging il claim integrale evidenziano trend di crescita ben superiori a quelli del largo consumo alimentare nel suo complesso: l'anno scorso le vendite dei prodotti integrali hanno un registrato, come rileva l'Osservatorio Immagino, un +7,7% rispetto ai 12 mesi precedenti, rallentando di poco quel boom del +9,1% del 2017.

L'offerta è aumentata del +10,7% rispetto al 2017 e si è concentrata nei biscotti e, in misura inferiore, nei cereali per la prima colazione, nella pasta di semola e nei sostitutivi del pane. Il cibo arricchito con fibre ha chiuso il 2018 con un giro d'affari in crescita annua del +5,8%, tra biscotti, frollini, merendine, pasta integrale, yogurt funzionali e latte per l'infanzia.
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Ad Assisi design e grand hotel di classe

Il festival multidisciplinare "Universo Assisi" e la spa rilassante del Grand Hotel Assisi danno una nuova luce alla città di San Francesco.

Assisi lega la sua storia millenaria alle radici del suo territorio e non a caso San Francesco è riuscito a tradurre il rapporto esistente tra l’uomo e la natura col divino. Il 2019 segna un importante anniversario: 40 anni dalla proclamazione di San Francesco a patrono dell’ecologia.

La città famosa destinazione di turismo religioso, oggi viene promossa anche come moderna location di ispirazioni di vario genere. Nella cornice settecentesca di Palazzo Bonacquisti ad Assisi (Piazza del Comune), in occasione della terza edizione di Universo Assisi, a luglio sono arrivati grandi studiosi e architetti da tutto il mondo. Si tratta di un Festival multidisciplinare che mira a indagare in chiave contemporanea il mondo dell’architettura e del design, dell’arte, del teatro e della musica, passando per la letteratura, la filosofia e l’attualità.


Per il terzo anno consecutivo il direttore artistico del Festival è stato l’architetto Joseph Grima, attualmente direttore creativo della Eindhoven Design Academy e direttore della sezione di Design, Moda e Artigianato presso la Triennale di Milano.

Con Universo Assisi l’amministrazione comunale di Assisi ha voluto dare inizio a un nuovo e impegnativo percorso attraverso il quale creare motivazioni per conoscere e riscoprire Assisi, anche in chiave contemporanea. Assisi è riconosciuta a livello mondiale come la patria del dialogo e del confronto tra popoli e culture diverse nello spirito francescano, che la identifica. Universo Assisi intende partire da questo paradigma per ampliare l’orizzonte dell’immagine della Città aprendo una finestra sulle arti contemporanee e sulle più importanti personalità del mondo della cultura mondiale. L’intento è quello di proporre un’ Assisi che partendo dalla tradizione classica sappia proiettarsi in un modo nuovo verso il futuro.
HOTEL – Anche l’offerta ricettiva si adegua a questa nuova impronta di classe che si è data la città umbra. In posizione strategica nel cuore dell’Umbria il Grand Hotel Assisi rispecchia il fascino della storia, arte, cultura, religione e pace per il mondo intero che qui si respira. Il Grand Hotel domina dalle pendici del Monte Subasio tutta la splendida valle umbra: si scorge il cupolone della Basilica di Santa Maria degli Angeli, il Santuario di Rivotorto e dal roof garden la Rocca Maggiore, il campanile della Basilica di Santa Chiara e la Basilica di San Francesco e il Sacro Convento.

La SPA & Centro Benessere dell’albergo offre l’eccellenza e la qualità di numerosi trattamenti per il corpo, grazie alla collaborazione di uno staff qualificato ed esperto. La piscina coperta, di fronte alla Spa, è aperta agli ospiti tutto l’anno.
Suggestiva terrazza da vivere in estate, rinfrescati dalla gradevole aria di Assisi, e in inverno riscaldati da una magica atmosfera, il Roof garden del Grand Hotel Assisi è arredato con gusto ed eleganza e può ospitare fino a 150 persone. L’ampio e versatile spazio si adatta a cocktails, aperitivi o raffinate cene di Gala ed è dotato di impianto di amplificazione con microfono e musica in filodiffusione. Circondato da un bellissimo panorama, il Roof Garden permette di estendere lo sguardo su tutta la vallata assisana e spoletina fino alle colline di Montefalco, Bettona e Bevagna. Una romantica finestra dove i riflessi del buon vino umbro si accendono al tramonto regalando agli occhi l’immagine di Assisi che si prepara alla sera.

thewaymagazine.it - segnalazione web di Giuseppe Serrone Turismo Culturale

Turismo religioso, risorge il Cammino di San Michele



Saranno recuperati i sentieri del Cai e gli antiche percorsi legati a fede e storia Il progetto del comitato promotore ha trovato pieno appoggio da parte degli enti

Passerà anche dall’Alessandrino il «Cammino di San Michele», che unisce Mont Saint Michel in Normandia a Monte Sant’Angelo sul Gargano. Un percorso di 1450 chilometri attraverso antiche strade e sentieri, borghi storici e città, e che (nelle speranze) porterà tanti turisti anche in provincia, coinvolgendo agriturismi e bed and breakfast, sulle tracce dell’arcangelo protettore dei pellegrini. Il progetto è promosso dal giornalista Sandro Vannucci, già conduttore della trasmissione di Rai Uno «Linea Verde», che ha presentato l’itinerario alla Provincia, incontrando poi tutti i Cai alessandrini, e il sindaco Federico Chiodi e l’amministrazione comunale di Tortona, che hanno dato pieno supporto all’iniziativa.

Domenica 22 settembre, in collaborazione con il Comitato promotore del Cammino di San Michele presieduto da Vannucci, si terrà a Tortona la presentazione del tratto piemontese e sarà organizzata una camminata Tortona-Volpedo sulla «Via dei Malaspina». Poi il gruppo degli organizzatori raggiungerà Bobbio in bicicletta. Iniziative utili a promuovere anche nel nostro territorio il turismo lento e sostenibile.

«A settembre con un gruppo di persone partirò dalla Sacra di San Michele, in Val di Susa - dice Vannucci - e in 6 giorni arriveremo a Bobbio. Nel mezzo ci saranno varie manifestazioni, tra cui quella di Tortona. Il comitato promotore con il Comune coinvolgerà tutte le associazioni locali che vorranno partecipare e che saranno custodi del percorso nel loro territorio». Il primo pezzo del percorso sarà lungo la futura ciclabile tra Tortona e Viguzzolo, per proseguire lungo la collina fino a Monleale e scendere a Volpedo. «Le ricadute turistiche ci saranno sicuramente - aggiunge Vannucci - e già nella prossima stagione il percorso sarà segnalato con i cartelli e pubblicizzato a livello internazionale».

L’itinerario che inizia a Mont Saint Michel arriva in Italia dal Passo del Moncenisio, tocca la Sacra di San Michele, attraversa Torino e, da Superga, scende nel Monferrato seguendo il sentiero Cai per Vezzolano, Crea e San Salvatore. Poi, Alessandria, Spinetta Marengo fino, appunto, a Tortona, dove c’è la chiesa San Michele Arcangelo, in via Emilia. Da qui procede con un nuovo tratto denominato «Via dei Malaspina» per Volpedo - dove, nel catino absidale della pieve di San Pietro, del X secolo, c’è l’immagine dell’arcangelo Michele -, fino a Bobbioda dove procede lungo la «Via degli Abati», percorso già conosciuto da Etruschi e Longobardi fino a Pontremoli, Lucca, Volterra e Roselle(Grosseto), fino a Saturnia. Quindi l’ingresso nel Lazio fino a Roma per procedere infine sui tratturi del Molise verso la Grotta dell’Arcangelo Michele sul Gargano, in Puglia.

Un lungo itinerario religioso, ma anche storico e culturale, che unisce i luoghi dedicati al culto di San Michele. «San Michele Arcangelo - spiega Vannucci - è capo supremo dell’esercito celeste, degli angeli fedeli a Dio che sconfiggono il Male. La grotta del Gargano, luogo della sua prima apparizione, è da quindici secoli meta di pellegrinaggi».

tratto da ilsecoloXIX - segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
Turismo Culturale

Amazzonia in fiamme, su Nat Geo un doc Polmone del mondo brucia al ritmo di 3 campi da calcio al minuto

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(ANSA) - ROMA, 24 AGO - Al ritmo di 3 campi da calcio al minuto sta bruciando in queste ore il polmone del mondo. La foresta pluviale più grande della Terra sta andando a fuoco e in questo modo si rischia di perdere il 20% della produzione di ossigeno del pianeta e il 10% della biodiversità mondiale. Per conoscere meglio il più grande serbatoio di biodiversità del Pianeta e per scoprire nel dettaglio la flora e la fauna che la Terra sta perdendo, domenica 25 agosto dalle 20.00 su National Geographic Wild (canale 409 di Sky) andrà in onda Amazzonia selvaggia, lo speciale sul bacino pluviale devastato dalla deforestazione. Due episodi per esplorare il cuore verde del mondo e per conoscere le straordinarie relazioni che si sono sviluppate tra le piante e gli animali che abitano uno degli ecosistemi naturali pilastro degli equilibri climatici.
    Lo speciale mostrerà da vicino le creature che popolano l'Amazzonia, studiando il ruolo fondamentale che svolge la foresta nel contrastare il riscaldamento globale. Senza la regione amazzonica, infatti, si rischierebbe di perdere fra il 17 e il 20% delle risorse di acqua mondiale e un numero pari a 6,7 milioni di km quadrati di territori boschivi. Gli episodi passeranno in rassegna anche il fenomeno illegale della deforestazione, che, oggi più che mai con i queimadas, gli incendi appiccati dai contadini per sottrarre terra alla foresta e ricavare campi coltivabili, sta procurando perdite incalcolabili.

Balneari: domenica la Giornata nazionale

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Dopo il grande successo della scorsa edizione, torna la "Giornata del balneare" programmata per domani 25 agosto in tutte le regioni costiere del Paese negli oltre 7.000 stabilimenti balneari aderenti al Sindacato Italiano Balneari per evidenziare il ruolo e la funzione della balneazione attrezzata italiana. Tante le iniziative con musica, feste e degustazioni gratuite di prodotti Made in Italy. "Gli stabilimenti balneari italiani e i molteplici servizi che mettono a disposizione - spiega Antonio Capacchione, presidente del Sib, aderente a Fipe-Confcommercio - contribuiscono in maniera determinante all'offerta turistica del nostro Paese.
Siamo parte integrante del 'Made in Italy' grazie anche a una tradizione di oltre 100 anni. Malgrado ciò da dicembre 2009 viviamo uno stato di incertezza e precarietà, (penalizzati anche gli investimenti), a causa di una errata interpretazione della direttiva Bolkestein che prevede la messa all'asta delle concessioni demaniali ad uso marittimo ricreativo". "Da allora - continua - si sono succedute diverse proroghe nella scadenza delle concessioni (l'ultima di 15 anni con la scorsa Legge di Stabilità), ma stiamo ancora aspettando una riforma organica che metta in definitiva sicurezza questo importante settore tutelando e salvaguardando le aziende attualmente operanti".
"Questa manifestazione non vuole essere di protesta ma di informazione - conclude Capacchione - vogliamo, cioè, raccontare la nostra storia, basata sulla professionalità e volta alla sicurezza dei bagnanti sia in acqua che sulla spiaggia, ricca anche di aneddoti e curiosità, e soprattutto far conoscere ai clienti ed alla politica quelle problematiche che devono essere affrontate e risolte al più presto con serietà e determinazione.
A tutela non solo di 30.000 imprese che assicurano 100.000 posti di lavoro diretti ma anche di una parte importante dell'economia e della tradizione italiana".

Magica Irlanda tra miti e leggende

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La credenza in queste antiche superstizioni non è più diffusa come ai tempi prima dello sviluppo della scienza moderna, ma comunque continua a far parte della ricchezza e dell’unicità della cultura irlandese. 

E quindi, da dove vengono queste creature fiabesche? Esistono svariate teorie, alcuni dicono che siano angeli caduti dal cielo che hanno scelto di vivere sulla terra, altri pensano che siano gli dei delle antiche popolazioni irlandesi. Altri ancora credono che si tratti di una popolazione antica conosciuta come i Tuatha Dè Danann, che aveva poteri sovrumani, ma che alla fine fu sconfitta e costretta a vivere sottoterra, dando così vita alle prime creature fatate. 

Sono circa 60.000 i fairy forts - resti di antichi forti circolari - in tutto il territorio irlandese: questi siti sono considerati da molti suolo sacro su cui non si deve costruire (chi rovina questi luoghi sacri si dice attiri a sé cattiva sorte). Tra i fairy forts più famosi vanno ricordati la Hill of Tara o Grianán Ailigh, nella Contea di Donegal.

Il “piccolo popolo fatato" aveva diversi accessi al mondo sotterraneo, ad esempio attraverso i tumuli funerari, sott’acqua e persino alla base dei Fairy trees, gli alberi sacri delle fate. E’ semplice quindi intuire come queste porte di accesso fossero importantissime per gli spostamenti delle fate ed è per questo che si dice siano protette dalla magia. Da queste parti sostenere di avere avvistato un folletto come un Pooka o un Leprechaun vicino ad uno di questi alberi non provocherebbe reazioni incredule. E Fairy trees come questi si trovano anche presso la Hill of Tara o a Benbulben nella Contea di Sligo.

Attrazioni turistiche come il The Leprechaun Museum nella contea di Dublino oppure la Leprechaun Cavern a Carlingford, offrono ai visitatori un’impareggiabile esperienza interattiva per chi voglia scoprire l’oscura ma meravigliosa storia del folklore irlandese. Esistono anche diversi Fairy Trails in tutta l’isola d'Irlanda, percorsi che offrono esperienze magiche per tutta la famiglia come ad esempio The Loughcrew Fairy Trail nella Contea di Meath o The Well’s House Fairy Trail nella Contea di Wexford.

Una cosa però è certa: le creature mistiche sono rimaste parte integrante della cultura irlandese per molti secoli e non c’è da sorprendersi se di tanto in tanto, girando per l’Irlanda, si trovano cartelli che ne segnalano il loro passaggio.

Persino giganti letterari quali W.B. Yeats e Samuel Beckett parlarono dei loro incontri con il popolo fatato irlandese e vi fecero spesso riferimento nelle loro opere. Se queste siano creature mitiche o spiriti fiabeschi che realmente hanno abitato le verdi colline d'Irlanda, nessuno può dirlo con certezza. Perciò, perché non organizzare un viaggio in queste antiche terre e scoprire di persona la verità?

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Sardegna, incanti per due nell'isola di Caprera

Cala Coticcio

Il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena è una riserva geomarina che offre bellezze naturalistiche tutelate in un territorio da cartolina. In questo contesto da paradiso terrestre si colloca l’Isola di Caprera, una delle tappe più selvagge dell’intero arcipelago. Siamo nella parte nord orientale della Sardegna, in un ambiente dalla costa riparata da boschi, il profilo frastagliato dove si alternano diverse calette a scarpate a piccolo sul mare. L’ultima residenza di Giuseppe Garibaldi è una destinazione perfetta per le coppie che, provenienti dalla Maddalena con cui è collegata da un ponte di 600 metri, sono alla ricerca di angoli tranquilli. Vale la pena visitare la Casa Bianca dove l’Eroe dei due mondi dimorò per 26 anni prima della morte.

Oltre all'edificio centrale, si possono visitare tutte le strutture del cosiddetto Compendio Garibaldino, l’insieme di quelle che furono le proprietà del generale: il cortile con il grande albero dedicato alla figlia Clelia, l'abbeveratoio, il frantoio, il mulino, la stalla, la "casa di legno", la "casa di ferro", la rimessa delle barche. Tutto con gli oggetti quotidiani, i beni e cimeli che ricordano come il generale vivesse anche in veste di agricoltore: fu infatti grazie a Garibaldi che l’isola, da arida com’era a fine Ottocento, è oggi coperta da una fitta vegetazione, poiché vi fece crescere ogni tipo di pianta ancora poco comune nell’arcipelago come cipressi, frassini pini e acacie. Gli scenari più suggestivi, ideali da scoprire in due, sono quelli offerte da Cala Coticcio, conosciuta anche come la Tahiti sarda, che si raggiunge tramite un sentiero o via mare; Cala Portese o dei Due Mari,? dove l’acqua limpida bagna entrambi i lati dell’insenatura; da Punta Rossa, dopo un tratto a piedi, si raggiunge la splendida spiaggia del Relitto, caratterizzata, oltre che da sabbia bianca e sottile, dallo scheletro di una nave antica sulla riva.

Le distese pianeggianti e la vasta pineta occupano la parte occidentale di Caprera, dove si trovano Cala Napoletana, Cala Garibaldi e Cala Serena. Per le coppie che amano le escursioni da non perdere sono i sentieri aperti dai militari durante la seconda guerra mondiale sul monte Poggio Stefano costituito interamente di granito rosa; arrivati in cima si possono osservare i resti degli edifici militari. Un'altra vetta da visitare è Monte Teialone. C’è poi l’ex borgo militare di Stagnali, il centro più abitato, noto per i panorami indimenticabili che si godono da luoghi come Porto Palma e l’isoletta il Porco mentre più a sud si incontra Monte Fico, in realtà più simile a un collina. Nel Centro di Educazione Ambientale del borgo si trova anche il museo mineralogico, che espone una vasta collezione di rocce e fossili.
turismo.it - segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale

Gusto / Emilia Romagna, la "mora" di Vignola è una vera star Le ciliegie di Vignola sono un'eccellenza nota e apprezzata ben oltre i confini regionale

ciliegie sotto spirito vasi di vetro sciroppo frutta alcol
Vignola, in provincia di Modena, è conosciuta in tutto il continente per la coltivazione delle ciliegie che maturano, in diverse varietà, sulle colline vignolesi a partire dalla metà di maggio e conquistano con il loro sapore dolce con punte di acidulo e la polpa croccante.

LA TRADIZIONE 
Testimonianze documentali la presenza a Vignola, sin dalla metà del XIX secolo, di alberi adulti di ciliagio inseriti in consociazione con la vite. Le due colture, nel tempo, si sono alternate con prevalenza ora dell'una ora dell'altra a seconda della zona. La longevità e le peculiarità pedoclimatiche hanno, poi, decretato la predominanza del ciliegio. L'importanza economica e culturale della Ciliegia di Vignola per il territorio che storicamente la produce è stata testimoniata nel corso degli anni da numerose I numerosi evente e le pubblicazioni che negli anni sono stati dedicatei alla ciliegia di Vignola ne testimoniano il ruolo di rilevanza nella tradizione agroalimentare e nella cultura del territorio di provenienza. La prima edizione della "Festa dei Ciliegi in Fiore" risale all'aprile del 1970, mentre la festa "a Vignola, è tempo di Ciliegie" viene organizzata sin dall'1989. Nel 2003 è nata, invece, l'Associazione Nazionale "Città delle Ciliegie" che ogni anno organizza il Concorso Nazionale "Ciliegie d'Italia" in occasione della Festa Nazionale "Città delle Ciliegie" che ogni anno si tiene in una località differente. Le ciliegie di Vignola hanno vinto il primo premio nel 2005 a Celleno (VT), nel 2006 a Orvieto (TR) e nel 2009 a Bracigliano (SA), a dimostrazione della rinomanza e della qualità del frutto.

LA DENOMINAZIONE
Nel 2013 la Ciliagia di Vignola ottiene il riconoscimento del marchio Igp al quale, al 2014, hanno aderito oltre 520 aziende di cui 464 produttori semplici, 48 produttori e confezionatori e 14 centri di confezionamento.

LE CARATTERISTICHE
Si tratta di un frutto cordiforme con colorazione dell'epidermide da rosso chiaro brillante a rosso scuro tendente al nero. La polpa ha una tonalità compresa tra il rosa ed il rosso mentre il sapore è caratterizzato da un buon equilibrio tra zuccheri e acidi conferiti dalle caratteristiche pedoclimatiche del territorio.

LA PRODUZIONE
La zona di coltivazione della Ciliegia di Vignola si estende a cavallo tra le province di Modena e Bologna e coinvolge la zona di Vignola e di altri 28 comuni dell'area pedecollinare. La pianta predilige zone fresche e terreni neutri o subacidi, requisiti entrambi presenti nel comprensorio di produzione.

LA CULTURA
Alle sue ciliegie il comune di Vignola dedica "Vignola: E' tempo di ciliegie", manifestazione culturale e gastronomica che si tiene ogni anno nel mese di giugno e propone innumerevoli piatti rigorosamente a base di ciliegie che spaziano dai risotti alle marmellate, sino ai gelati e ai liquori. In primavera, invece, durante la "Festa dei ciliegi in fiore", sfilano magnifici carri. L'itinerario gastronomico "Strada dei vini e dei sapori Città Castelli Ciliegi", infine, rende omaggio al frutto con 250 chilometri di percorso che si snodano tra Modena e Bologna tra borghi storici e aziende agrituristiche.

IN CUCINA
Ottima gustata al naturale, la ciliegia di Vignola Igp è perfetta anche per la preparazione di marmellate, confetture, sciroppi, preparazioni candite e sotto spirito. E' un ottimo ingrediente, inoltre, per la realizzazione di dolci classici come il clafoutis e di liquori profumati come il kirsch, lo cherry brandy e il ratafià.

LA RICETTA
Ciliegie di Vignola Igp sotto spirito. Ingredienti: 1 kg di duroni di Vignola; 200 g di zucchero; 3 stecche di cannella; 5 dl di alcol. Lavate i duroni accuratamente, asciugateli e tagliate metà del gambo. Riempite 3 vasi a chiusura ermetica con i duroni ben ravvicinati l'uno all'altro insieme ad una stecca di cannella. In un tegamino versate lo zucchero con 3,5dl di acqua. Portate a ebollizione e fate cuocere fino a quando si otterrà uno sciroppo limpido. Lasciate raffreddare poi il tutto per qualche minuto a temperatura ambiente. Unite lo sciroppo di zucchero nei vasetti con i duroni, aggiungete l'alcol e chiudete ermeticamente. Lasciate riposare i duroni per almeno 3 mesi prima di consumarli.

IL TERRITORIO 
Adagiata tra il fiume Panaro e le colline modenesi, Vignola colpisce con la bellezza della sua rocca e la scala a chiocciola progettata dal Vignola. La rocca, di origine medioevale, subì numerosi rimaneggiamenti fino a che, nel XV secolo, venne trasformato in dimora della famiglia Contrari su investimento degli Estensi ed oggi sfoggia magnifici interni riccamente decorati.
turismo.it - segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Israele, rivede la luce una moschea di 1200 anni fa

<span style="font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: 400;">Negev, Israele</span>

PERCHE' SE NE PARLA
Nel corso dei lavori preparativi per la costruzione di un nuovo edificio, nella città beduina di Rahat, nell’area desertica del Negev, sono riaffiorati i resti di un antico edificio di culto islamico, datato al VII - VIII sec. d.C. Si tratta di una struttura a pianta rettangolare, presumibilmente a cielo aperto, con mihrab rivolto verso la città sacra de La Mecca. "Questa è una delle prime moschee conosciute fin dall'inizio dell'arrivo dell'Islam in Israele, dopo la conquista araba del 636", ha affermato Gideon Avni, del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Gerusalemme. Esistono altre moschee del periodo a Gerusalemme e a La Mecca, ma questa sarebbe la casa di preghiera più antica edificata da coltivatori locali.

PERCHE' ANDARCI
Un soggiorno nell’area del Negev consente di effettuare escursioni al limite dell’avventuroso o, parimenti, di dedicarsi all’ozio e al benessere di sé stessi. Sulla base di questa differenziazione, il turista potrà dunque scegliere di pernottare in una tenda beduina del deserto, in un ostello o in un hotel di lusso. 
Inoltre, i numerosi siti storici, di cui la moschea rurale succitata è solo la punta dell’iceberg, permetteranno di approfondire la storia del luogo, in cui fiorivano città nabatee. Da non dimenticare una visita alle numerose cascate.

DA NON PERDERE
I grandi parchi naturali, vere oasi naturali ricreate con l’ausilio della tecnologia, impiegata per la forestificazione il deserto. Complessi processi di trasformazione ambientale hanno reso possibile la coltivazione della vite: un percorso studiato attraverso i vigneti è sicuramente irrinunciabile.

Degno di visita, il villaggio Khan Be’erot, posto all’interno del cratere Ramon, per scoprire come è la vita di abitante del deserto. Il Ramon è uno dei crateri più grandi del Negev, con un’ampiezza di ben 40 km. Era un bacino d’acqua che, nel corso delle ere geologiche, ha subito diverse mutazioni, fino alla desertificazione.

Altra esperienza da fare inoltre di fare visita ad uno dei tanti Drijat, i luoghi dove vivono i beduini.
Infine, merita una tappa il piccolo villaggio di Mitzpe Ramon, oggi riccamente popolato di strutture turistiche e animato da artisti e musicisti.

PERCHE' NON ANDARCI
Generalmente, bisogna fare attenzione ai delicati equilibri in Israele. Avvenimenti e conflitti nei Paesi limitrofi possono avere ripercussioni sulla situazione di sicurezza interna. Il clima nel Negev è davvero estremo e il suo paesaggio a tratti ricorda più quello lunare che quello desertico. Attenzione anche alle piogge repentine e violente, che facilmente possono allagare le strade.

COSA NON COMPRARE
Nessuna raccomandazione particolare. Evitare, in genere, prodotti non artigianali. È invece meraviglioso immergersi nei tipici mercati del Medio-Oriente, dove prevalgono colori e odori inebrianti e dove riscoprire il gioco della contrattazione.
turismo.it - segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone