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FOTOGRAFIA EUROPEA, NON SOLO A REGGIO EMILIA. ECCO LE INDAGINI SUL PAESAGGIO DELLO CSAC NELLA SUGGESTIVA CORNICE DELL’ABBAZIA PARMENSE DI VALSERENA

Apre domani, negli spazi dell’Abbazia cistercense dello CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università degli Studi di Parma inaugura ESPLORAZIONI DELL’ARCHIVIO. Fotografie della Via Emilia realizzato in collaborazione con Fotografia Europea e curata da Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta.
Inserita all’interno dell’edizione 2016 della kermesse, intitolata "La via Emilia. Strade, viaggi, confini" in programma a Reggio Emilia dal 6 maggio al 10 luglio - l’esposizione omaggia il progetto Esplorazioni sulla via Emilia di trent’anni fa attraverso le monografie minime dei suoi protagonisti: Luigi Ghirri, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Nino Criscenti, Vittore Fossati, Omar Galliani, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Willmann.
Nella Sala delle Colonne troverà spazio un nucleo di fotografie dell’Ottocento degli studi Alinari, Brogi e Poppi, che documentano il paesaggio emiliano postunitario; un secondo nucleo di fotografie affronterà invece il Novecento attraverso gli scatti dell’Atelier Vasari di Roma e le narrazioni di viaggio scattate dal milanese Bruno Stefani a cui si aggiungono gli scatti del parmigiano Bruno Vaghi, i grandi formati di Publifoto e quelli provenienti dal fondo dell’Atelier Villani.
Nella Sala Polivalente verrà inoltre proposta l’esposizione Habitare la via Emilia. Presenze e luoghi di rifondazione insediativa, coordinata da Carlo Quintelli.
Durante il periodo della mostra, dal 21 maggio, saranno anche ospitate una serie di conferenze a carattere multidisciplinare con lezioni e talk di Giovanni Chiaramonte, Franco Guerzoni, Cristina Casero, Mario Cresci, Giulio Iacoli, Vittorio Gallese, Davide Papotti, Andrea Pinotti, Raffaella Perna, Carlo Quintelli, Tania Rossetto Roberta Valtorta(Paola Pluchino)
exibart.com

#FE2016 La fotografia ha attraversato molti confini ed esplora nuove strade, reinventandosi di continuo

Paola De Pietri, Senza titolo dalla serie QuestaPianura, 2004,
© Paola De Pietri, Courtesy Galleria Alberto Peola, Torino
E il festival fotografia europea lo racconta dilagando per il centro storico di Reggio Emilia. Intrecciando fotografia d’arte e di ricerca, e tutte le altre forme. Mettendo a confronto generazioni diverse. E se il clou degli incontri con gli autori è in programma dal 6 all’8 maggio, le mostre proseguono fino al 10 luglio.
A Palazzo da Mosto si confrontano nove autori intorno al tema della strada, del viaggio, del confine. In primo piano il lavoro di un reporter dal linguaggio originale come Paolo Pellegrin che racconta con immagini insieme dure e poetiche il confine tra Messico e Stati Uniti. Accanto alle visioni liriche di Ziad Antar e raffinatisse di Paola De Pietri e di atri autori come Michalel Najjar e Maamantai Collective,  Questa nuova onda di talenti da ogni parte del mondo nella edizione 2016 della rassegna sono messi a confronto con maestri assoluti della fotografia di paesaggio, come Luigi Ghirri. A trent’anni di distanza, infatti, viene ripropostEsplorazioni sulla via Emilia (1986), dove lo sguardo poetico e incantato di Luigi Ghirri,  incontra quello visionario diMimmo Jodice che trasfigura paesaggi degradati in disarmante bellezza e fa sembrare l’archeologia una presenza viva, insieme al racconto civile delle periferie urbane di Gabriele Basilico.
Nel 1984  Ghirri invitò colleghi scelti (fra loro anche Olivo Barbieri, Guido Guidi, Manfred Willmnan, oltre a Iodice e Basilico e altri) a raccontare da un punto di vista personale quell’arteria vitale e antica che innerva la terra emiliana. Il risultato fu di grande qualità artistica come rilevò Italo Calvino chiamato a scrivere l’introduzione ad un’opera letteraria a più mani in cui Gianni Celati, Antonio Tabucchi, Daniele Del Giudice e altri scrittori reinventavano l’esperienza dei viaggiatori che per secoli avevano percorso quella strada.  Che il festival torna ad esplorare «partendo proprio dalla grande arteria romana che va “dal fiume al mare” per approdare alle vie del mondo, ai luoghi di transito e di confine nella società odierna», come scrivono i curatori Diane Dufour (direttrice di La Bal, a Parigi), Elio Grazioli e Walter Guadagnini. Nella storica collettiva che vide la luce nel 1986 ad attrarci sono soprattutto le immagini di Iodice che ci raccontano un’Emilia fatta di atmosfere sospese nel tempo e quelle di Basilico dove la fotografia si fa indagine civile del paesaggio, con un linguaggio rigoroso, essenziale, mai meramente documentaristico. Anzi. L’impressione è che anche i suoi scatti, apparentemente più realistici, di fatto nascano dall’immaginazione. Il progetto Esplorazioni della via Emilia ha segnato un passaggio importante nella storia della fotografia come rilevano Antonella Russo in Storia culturale della fotografia italiana e Gabriele D’Autilia in Storia della fotografia in Italia (entrambi pubblicati da Einaudi). Quell’opera collettiva in cui spiccano tante personalità differenti fece di quegli autori personalità del mondo della cultura e non solo della cultura fotografica.

Il passato,  classici della fotografia come Walker Evans ( protagonista di una personale con 150 foto)  sono squadernate attraverso nuove esplorazioni,  passando da internet,  al digitale,  al virtuale. Ma qualunque sia la tecnica è l’originalità dello sguardo e della  visione a fare la differenza. A fare da filo rosso alle nuove proposte è la riappropriazione del territorio, che diventa materiale per raccontare la propria storia.  Passando da rappresentazioni realistiche a visioni spaziali, blu elettrico, come quelle Davide Tranchina che lo trasfigura poeticamente.
fonte: left.it

#FE2016 a Reggio Emilia Fotografia Europea 2016

Torna dal 6 maggio a Reggio Emilia uno dei festival più amati in Italia. Punto di partenza, la storica strada attorno alla quale nacque un'intera regione e i fotografi che l'hanno raccontata. Tutti gli eventi di quest'anno, a partire dalla mostra sul gigante americano Walker Evans

Trent’anni dopo, la via Emilia solca ancora una regione di terra e d’acqua, una fetta d’Italia che ancora si estende dagli Appennini alle onde (del Po e dell’Adriatico), attraversando il parmigiano, le discoteche e i carrelli elevatori, come quando la videro Luigi Ghirri e lo straordinario dream team di veggenti che mise assieme allora. Ma rivederla e rifotografarla oggi è un’avventura nuova. Cambiano i luoghi. Cambiano gli occhi. Da venerdì e fino al 10 luglio, a Reggio Emilia e altrove, questa terra torna a guardarsi allo specchio in un’edizione speciale, e allargata, di Fotografia Europea.

L'appuntamento clou per la fotografia. Doveva aspettare forse la sua maturità, il festival reggiano che è un appuntamento clou dell’anno fotografico, per affrontare quel mito che furono le Esplorazioni sulla via Emilia del 1986, libro che rivoluzionò la fotografia italiana di paesaggio, che ora torna virtualmente visibile nelle immagini recuperate dagli archivi: oltre a Ghirri, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Willman. Messe a confronto, in un intero piano degli splendidi Chiostri di San Pietro, con le “nuove esplorazioni” di autori di una generazione successiva, Alain Bublex, Stefano Graziani, Antonio Rovaldi, Sebastian Stumpf, Davide Tranchina, Paolo Ventura, Lorenzo Vitturi.
Discoteche, viaggi e operai. Ma il tema prosegue allo spazio Gerra con il viaggio di Gabriele Basilico nelle discoteche degli anni Ottanta (rivisitato da altri autori) e a Palazzo da Mosto con Dalla via Emilia al mondo, nove autori internazionali che lavorano attorno al tema del viaggio. E quest’anno, appunto, lungo la mother road della pianura padana, altre mostre in altre città indagano storie e cronache della terra che nacque da una strada. A Bologna, il Mast, il museo della fotografia industriale, contribuisce con una selezione (fino all’11 settembre), a cura di Urs Stahel, di duecento grandi immagini sull’Emilia Romagna al lavoro, dagli operai ancora contadini di Enrico Pasquali alla fabbrica del latte di William Guerrieri, dall’industria meccanica di Gabriele Basilico alle ceramiche di Paola De Pieri, ai centri commerciali di Olivo Barbieri, alla surreale strada-aeroporto di Franco Vaccari, allo sfregio cementizio dell’alta velocità di Tim Davis, John Gossage, Walter Niedermayr e Bas Princen. A Parma è lo Csac a ripescare dal suo prezioso archivio le immagini di un grande documentarista come Bruno Stefani e quelle professionali del bolognese studio Villani. A Rubiera, l’associazione Linea di Confine ritrova le esplorazioni di Guidi e di Ghirri e le mette a confronto con le visioni sperimentali di Sabrina Ragucci e Marco Signorini.

Il gigante Evans. Tornando a Reggio Emilia da non perdere a Palazzo Magnani il doppio omaggio a un gigante della fotografia americana, Walker Evans: Anonymous è la riscoperta, finalmente, del suo straordinario e spesso incompreso lavoro di editor oltre che di fotografo, mentre Walker Evans Italia indaga l’influenza di Evans (ispiratore riconosciuto di Ghirri) sulla fotografia italiana. Come ogni anno a Reggio c’è molto di più, ma non è difficile scoprire cosa sul sito della manifestazione. 
repubblica.it

REGGIO EMILIA DAL 6 MAGGIO AL 10 LUGLIO FOTOGRAFIA EUROPEA 2016 XI edizione LA VIA EMILIA. Strade, viaggi, confini

Le principali istituzioni culturali e sedi espositive della città ospitano dal 6 maggio al 10 luglio un ricco programma di mostre, conferenze, spettacoli, educational e varie iniziative interamente dedicate alla fotografia. I numeri di questa edizione danno conto dell'importanza e della grandezza raggiunte dal festival, e confermano la partecipazione dell'intera città: trentacinque esposizioni nel circuito ufficiale, cui si affiancano le sei dei  nuovi partner  e le oltre trecento dell'Off



Reggio Emilia, maggio 2016

Dal 6 maggio al 10 luglio 2016, Reggio Emilia accoglierà la XI edizione di FOTOGRAFIA EUROPEA, il festival, promosso e organizzato dal Comune di Reggio Emilia, interamente dedicato alla forma d’arte che più di altre comunica e interpreta la complessità della società contemporanea.
Mostre, conferenze, spettacoli, educational e varie iniziative, ospitate nelle principali istituzioni culturali e sedi espositive della città, saranno gli ingredienti di un ricco programma di eventi, animato da protagonisti della fotografia, della cultura e del sapere, per sollecitare un confronto fra differenti espressioni di creatività e di pensiero.
Curata da un comitato scientifico composto da Diane Dufour (direttrice Le Bal, Parigi), Elio Grazioli (Università degli studi di Bergamo), Walter Guadagnini (Accademia di Belle Arti di Bologna), Fotografia Europea 2016 ruoterà attorno al tema La via Emilia. Strade, viaggi, confini.
Si tratta di una riflessione sul tema della strada, partendo proprio dalla grande arteria romana che va “dal fiume al mare” per approdare alle vie del mondo, ai luoghi di transito e di confine nella società odierna.
Questo argomento riprende a trent’anni di distanza, Esplorazioni sulla via Emilia (1986), l’opera collettiva sul paesaggio a cura di Luigi Ghirri con un gruppo di fotografi e scrittori che raccontava il “volto di un paese reale” segnando una pagina significativa della fotografia contemporanea.

La via Emilia. Strade, viaggi, confini - affermano i curatori - non intende soltanto aggiornare le immagini di trent’anni fa, ma soprattutto evidenziare come in questi tre decenni siano cambiati tanto il mondo quanto i modi di rappresentarlo, in particolare quanto siano cambiate la pratica e la teoria fotografica, il linguaggio attraverso il quale si esprime oggi chiunque utilizzi uno strumento fotografico – le “strade” sono dunque contemporaneamente anche quelle della fotografia, i suoi confini, le sue frontiere, i suoi transiti”.

LE MOSTRE

Ai Chiostri di San Pietro, uno dei fulcri di Fotografia Europea, la mostra 1986. Esplorazioni sulla via Emilia, a cura di Laura Gasparini, presenterà una selezione di opere di autori quali Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Willman e il video di Nino Criscenti - tutte esposte in quella storica occasione - così da ricreare il clima culturale di una delle esperienze più lucide ed esaltanti della storia della fotografia italiana.
Inoltre, materiali originali dell’epoca, come il catalogo, le maquette di preparazione e i provini a contatto racconteranno il lungo lavoro di ricerca sul territorio iniziato nel 1984 e terminato con la collettiva del 1986.

La rassegna si completerà con la sezione 2016. Nuove esplorazioni: a testimoniare la continuità di un impegno, Fotografia Europea ha commissionato a sette autori contemporanei le “nuove esplorazioni” della via Emilia. Un viaggio sorprendente, tra realtà e immaginazione, tra documentazione e invenzione, che renderà davvero unica questa edizione del festival. Gli autori Alain Bublex, Stefano Graziani, Antonio Rovaldi, Sebastian Stumpf, Davide Tranchina, Paolo Ventura, Lorenzo Vitturi, sono tra i protagonisti assoluti del panorama fotografico odierno, nazionale e internazionale, e le loro immagini saranno senza dubbio la novità più attesa di Fotografia Europea 2016.
Il tema dalla via Emilia si allargherà verso le strade del mondo. Sempre ai Chiostri di San Pietro si terrà la mostra Exile che presenterà le opere di 24 fotografi appartenenti all’agenzia Magnum. Sono immagini di reportage, scattate dai grandi interpreti di questo genere, da Werner Bischof a Robert Capa, da Stuart Franklin a Paolo Pellegrin, da Abbas a Chris Steele-Perkins, da Philip Jones Griffiths a Leonard Freed, solo per citarne alcuni, in cui il tema dell’esilio è visto come una strada a un’unica direzione di cui è negato il ritorno, come una condizione di non appartenenza, un luogo estraneo alla propria storia e cultura. Una mostra che dalla storia arriverà alle tragiche pagine dell'attualità.

Sulla scia del successo ottenuto nelle precedenti edizioni, ai Chiostri di San Pietro ritornerà il progetto Speciale Diciottoventicinque che, con la guida di tre professionisti della fotografia e dell’arte visiva quali Giorgio Barrera, Pietro Iori e Diego Zuelli, offre a 60 ragazzi, tra i 18 e i 25 anni, la possibilità di comprendere come costruire un progetto espositivo, dalla stesura del concept alla mostra finale. Per la prima volta i ragazzi avranno modo di confrontarsi anche con il mondo del video. La mostra sarà inoltre allestita all'interno della Galleria I Petali, che continua a sostenere il progetto Diciottoventicinque.

Dai suoi albori la fotografia è strettamente legata all’esplorazione e alla conoscenza del territorio. I primi libri fotografici hanno contribuito a creare e a rafforzare una geografia immaginaria dei luoghi, modellando la nostra percezione dello spazio e del tempo. A questa affascinante tematica si riferisce la mostra di libri fotografici, curata da Ilaria Campioli, ai Chiostri di San Pietro, che presenterà volumi che utilizzano la stessa struttura narrativa e visuale cara alle esplorazioni del XIX e XX secolo per riflettere sulle complesse relazioni fra scoperta, viaggio e conquista. 

Per la prima volta in Italia, Palazzo Magnani renderà omaggio, con oltre 150 immagini e 80 riviste, a Walker Evans (1903-1975), uno dei grandi autori del Novecento, che lungo le strade degli Stati Uniti ha scattato alcune delle sue immagini più famose.
Il fotografo americano sarà celebrato attraverso due distinte esposizioni. La prima, WALKER EVANS. Anonymous, curata da David Campany, Jean-Paul Deridder e Sam Stourdzé, (Catalogo Steidl) presenterà il lavoro foto-redazionale sviluppato da Evans su numerose riviste americane a partire dal 1929. A differenza di molti fotografi Walker Evans non lavorava per i magazine esclusivamente come fotografo; era lui stesso spesso a scegliere il tema, a scrivere i testi, a selezionare le fotografie e a curare l’impaginazione. Mentre i mass media indugiavano sul culto della celebrità e del consumismo, Evans fotografava anonimi cittadini e la loro vita quotidiana, creando immagini dirette e frontali delle condizioni del paese, con uno stile austero e distaccato privo di ogni forma di idealismo romantico. I suoi intensi scatti, prevalentemente in bianco e nero, lo hanno consacrato pioniere della fotografia documentale e sono divenuti simboli della cultura americana degli anni del New Deal.
La seconda, WALKER EVANS. Italia, a cura di Laura Gasparini (Catalogo Silvana editoriale), prodotta espressamente per Fotografia Europea 2016, proporrà 50 sue fotografie, tra le più famose, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane, capaci d’ispirare il linguaggio poetico di molti dei fotografi protagonisti di Esplorazioni sulla via Emilia, da Ghirri a Basilico, da Guidi a Barbieri. A prova di ciò, saranno esposti alcuni esemplari scatti degli stessi autori italiani scaturiti dalla riflessione sulla lezione del grande maestro americano, insieme a pubblicazioni degli anni trenta e quaranta che testimoniano la presenza di Walker Evans nella storia del cinema e della fotografia italiana del dopoguerra.

Il percorso di Fotografia Europea 2016 proseguirà in altri luoghi simbolo di Reggio Emilia.
Allo Spazio Gerra si terrà la mostra Disco Emilia nata da un progetto che approfondisce, da un punto di vista storico-sociale, il ventennio compreso tra i primi anni settanta e la fine degli ottanta, in cui la regione ha assistito al sorgere di un vero e proprio distretto del divertimento con oltre 35 sale da ballo nel raggio di 100 km. Una vera epopea del costume in cui musica, immagine, moda, tecnologia e spettacolo si sono mescolati freneticamente dando vita a un percorso di crescita esponenziale e alle sue contraddizioni che si riverberano ancora nel presente. A raccontare questo fenomeno sociale e culturale saranno le immagini di Gabriele Basilico, che nel 1978, con la sua serie Dancing in Emilia, ritrasse la prima fase di questo fenomeno, per poi trasferirsi nell’attualità con le fotografie del ciclo Last Night di Andrea Amadasi, Hyena e Arianna Lerussi. Completano la sezione fotografica alcuni scatti di Antonio La Grotta (da Paradise Discotheque).

Nella sede di Palazzo da Mosto - tra le più apprezzate lo scorso anno per la bellezza dell'edificio e dei suoi spazi espositivi - di proprietà della Fondazione Manodori, la collettiva Dalla via Emilia al mondo, curata dal comitato scientifico del Festival, presenterà le opere di Ziad Antar, Paola De Pietri, Gulnara Kasmalieva & Muratbek Djumaliev, Kent Klich, Bettina Lockemann, Maanantai Collective, Michael Najjar, Paolo Pellegrin, Katja Stuke & Oliver Sieber.
Si tratta in pratica di nove mostre personali, di autori provenienti da diversi paesi europei (dalla Svezia alla Germania, dalla Finlandia all'Italia) che affronteranno attraverso diversi media, dalla fotografia alla videoinstallazione, le tematiche del viaggio, del confine, tanto nei suoi aspetti sociali quanto in quelli individuali. Molti di questi autori, protagonisti della scena artistica internazionale, esporranno per la prima volta in Italia, confermando la natura propositiva del Festival.

Sulla scorta della straordinaria esperienza di Joan Fontcuberta nella scorsa edizione, il Palazzo dei Musei aprirà le proprie sale a Paolo Gioli, uno dei grandi maestri della fotografia italiana e internazionale. Nella mostra Nature attraverso, Paolo Gioli si è misurato con gli spazi e le raccolte dei Musei Civici di Reggio, realizzando una serie di opere inedite, ottenute attraverso la tecnica del fotofinish. Ancora una produzione originale dunque; ancora un evento unico nel panorama dei festival nazionali.
Palazzo dei Musei ospiterà inoltre la personale di Fabio Boni Vicino a noi, che celebrerà i 150 anni di vita della Croce Rossa, attraverso i ritratti dei suoi volontari.

Fin dalla sua prima edizione Fotografia Europea ha rappresentato un palcoscenico dove proporre i lavori delle nuove generazioni di artisti. Ai Chiostri di San Domenico, ad esempio, si terranno le esposizioni dei 5 autori europei selezionati dal comitato scientifico tra gli oltre 250 progetti pervenuti alla Public call.
Si va dalle ricerche di Filippo Minelli che con il progetto Padania Classics documenterà il cambiamento del paesaggio architettonico contemporaneo padano dagli anni ’80 ad oggi, tralasciando volutamente paesaggi naturali e patrimonio storico, a quelle del duo Luca Santese e Pasquale Bove che, con Italy&Italy, articoleranno in modo organico l’iconografia degli anni Novanta, focalizzandosi sulla vita quotidiana e mondana riminese, alle indagini condotte da Françoise Beauguion, In the country nowhere – Migrations to Europe, che analizzerà il tema delle migrazioni in Europa, da Ikuru Kuwajima, Trail, che documenterà il suo viaggio in auto nelle montagne del Pamir nel Tagikistan lungo il confine afgano, e da Cyrus Mahboubian e Sophie Nicole Culière, Wanderlust, in cui la strada è la traccia per raccontare il passaggio dell’uomo nel mondo.

Sempre in quest’ambito, Palazzo Casotti ospiterà Sideways, la collettiva,  a cura di Daniele De Luigi, che riunisce i sette fotografi emergenti under 35 selezionati attraverso la quarta edizione del concorso Giovane Fotografia Italiana, in collaborazione con GAI Associazione per il circuito dei Giovani Artisti Italiani. In mostra i progetti di Giulia Baczynski, Valentina D'Accardi, Martin Errichiello e Filippo Menichetti, Federica Landi, Luca Massaro, Anna Messere, Francesca Serotti e Carlotta Zarattini.

Alla Galleria Parmeggiani, due rassegne dedicate ad autori nati e attivi sul territorio testimonieranno la volontà del Festival di mantenere salde le proprie radici e il proprio rapporto con il tessuto culturale che lo anima.
La prima è il Grand Tour. Viaggio nel tempo dell’iPhoneography di Giuliano Ferrari che ripercorrerà e attualizzerà le tappe del Grand Tour, che vedeva ricchi giovani dell'aristocrazia europea, a partire dal XVII secolo, scendere in Italia per conoscere l’antichità, la pittura rinascimentale e il paesaggio, utilizzando la camera fotografica dell’iPhone. La seconda è Columnae Herculis: architetture di confine e strategie urbanistiche militarizzate un progetto di Saverio Cantoni, a cura di Giovanna Calvenzi, che affronterà le strategie architettoniche e urbanistiche che coinvolgono la costruzione e il mantenimento del confine meridionale della zona demilitarizzata tra le due Coree.

In occasione di Fotografia Europea 2016, la Collezione Maramotti proporrà e ospiterà due esposizioni. Il progetto di Claudia Losi How do I imagine to being there? prende avvio da una cronaca di viaggio, da un reale attraversamento delle isole di S.ta Kilda nel 2012 per poi approdare alla costruzione di nuove mappe mentali e artefatti che costituiscono sedimentazioni mnemoniche del paesaggio. So near, so far di Paolo Simonazzi restituirà uno sguardo originale sul nostro territorio, inteso come crocevia di comunicazioni semantiche, culturali, linguistiche, visuali attraverso una scelta di scatti che coprono gli ultimi vent’anni del suo lavoro.

Fotografia Europea 2016 apre un nuovo capitolo e presenta numerose novità condividendo con la Regione Emilia-Romagna l'obiettivo di sviluppare sinergie e collaborazioni con altre realtà del territorio.
Lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma proporrà il frutto di un’indagine negli archivi della Sezione Fotografia. In Esplorazioni dell’archivio. Fotografie della Via Emilia verranno esposti nuclei storici di stampe presenti nelle sue raccolte, di Bruno Stefani, di Guido Guidi, di grandi atelier come quello bolognese dei Villani o del romano Studio Vasari, a confronto con l’opera degli autori protagonisti di quella nuova fotografia, dell’ultimo quarto del Novecento. Con tutto questo si intrecciano le foto di cronaca, le fotografie dello sport, rituali sociali, riprese della quotidianità. L’intenzione è quella di proporre una riflessione sugli sguardi di quel paesaggio, con l’ambizione di restituire uno sfondo al progetto di Esplorazioni della Via Emilia, 1986. Nella sala polivalente verrà inoltre proposta la mostra dedicata al Pubblico Paesaggio dal titolo Habitare la via Emilia. Presenze e luoghi di rifondazione insediativa, esito di una ricerca che riflette, attraverso un rilievo topo-fotografico puntuale, su struttura e componenti del divenire della strada consolare quale strumento di continua rigenerazione dell’insediamento antropico emiliano.
Il MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) di Bologna ospiterà la mostra Ceramica, Latte, Macchine e Logistica. Fotografie dell’Emilia Romagna al lavoro a cura di Urs Stahel. Attraverso le fotografie di autori quali Olivo Barbieri, Tim Davis, William Guerrieri, Guido Guidi, Paola de Pietri, Franco Vaccari, Walter Niedermayr e altri, l’esposizione documenterà lo sviluppo dell’Emilia Romagna negli ultimi decenni. Coppie di immagini contrapposte racconteranno come le vecchie industrie scompaiano, sostituite da nuovi sistemi produttivi ad altissimo contenuto tecnologico  e come al paesaggio tradizionale di un territorio dal sapore antico si sostituiscano le nuove aree del terziario avanzato.
All'Ospitale di Rubiera (Reggio Emilia), Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea presenterà, a cura di Antonello Frongia, Per strada. Fotografie di Guido Guidi sulla Statale 9 che proporrà oltre 60 fotografie, scattate tra il 1983 e il 2000, realizzate da Guido Guidi sulla via Emilia e per le strade adiacenti, senza dimenticare la serie sul Teatro Bonci di Cesena realizzata nel 1984 con Luigi Ghirri, gli inediti di Esplorazioni sulla via Emilia e la serie SS9. In programma anche l'esposizione dei lavori prodotti dai partecipanti ai laboratori tematici condotti sulla via Emilia da Guido Guidi (Per strada) e Sabrina Ragucci (Contemporaneamente immagini e parole), a cura di William Guerrieri.

Anche per la sua XI edizione Fotografia Europea 2016 sarà arricchita dal Circuito Off, un programma di oltre 300 esposizioni ed eventi indipendenti e autogestiti, promossi da gallerie, associazioni, soggetti pubblici e privati, disseminati nel territorio cittadino e provinciale.

Fotografia Europea è un progetto promosso e organizzato dal Comune di Reggio Emilia con la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Magnani, la Fondazione Pietro Manodori, la Camera di Commercio di Reggio Emilia e Apt Servizi Regione Emilia Romagna. Special sponsor della manifestazione è Iren, main sponsor sono Gruppo Cariparma Credit Agricole, Coop Alleanza 3.0, MAST, CarServer, I Petali. Emak sponsor per la mostra “Nature Attraverso” di Paolo Gioli e la conferenza-presentazione  del libro di Joan Fontcuberta alla presenza dell'autore.
IL CATALOGO
Anche quest'anno il catalogo del Festival è curato da Silvana Editoriale e raccoglierà le opere in mostra, i saggi dei curatori e i contributi di critici e protagonisti della undicesima edizione di Fotografia Europea.

FOTOGRAFIA EUROPEA 2016 - XI edizione LA VIA EMILIA. Strade, viaggi, confini 
Reggio Emilia  6 maggio - 10 luglio 2016


Informazioni: tel. 0522.456219;  www.fotografiaeuropea.it

fonte: comunicato stampa

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

A Gerusalemme boom del 'turismo sotterraneo'

In una Gerusalemme presidiata massicciamente questa settimana dalla polizia in occasione della Pasqua ebraica, migliaia di israeliani hanno scelto di accompagnare le preghiere rituali al Muro del Pianto con escursioni nelle viscere della terra.
    Varcati gli ingressi, si sono trovati immersi in un dedalo di tunnel millenari e suggestivi. Hanno potuto toccare con mano pietre scavate in epoca canaanea, o altrove deposte successivamente dal re Erode. In passato era possibile visitare solo alcuni tronconi, relativamente brevi. Nel frattempo gli itinerari si sono sensibilmente estesi e ramificati. Questa settimana Haaretz, in un dettagliato servizio, ha così annunciato la nascita di una sorta di 'Gerusalemme sotterranea', che desta crescenti ansietà nella popolazione palestinese della città. I tunnel - precisa Haaretz - non passano immediatamente sotto la Spianata delle Moschee, ma la lambiscono. Si tratta di uno dei maggiori luoghi sacri dell'Islam, ma e' sacra anche all'ebraismo perche' la' vi furono eretti il primo e il secondo Tempio di Gerusalemme.
Politicamente, resta uno dei punti di massima frizione fra israeliani e palestinesi. Un migliaio di agenti sono stati dislocati in questi giorni nella Città Vecchia attorno alla contesa Spianata per impedire incidenti fra i fedeli islamici e quelli ebrei. Fra questi ultimi vi erano alcuni integralisti che speravano di poter celebrare la Pasqua con sacrifici rituali di capretti nella Spianata. Alcuni avevano cercato di nascondere i capretti in scatole di cartone, ma tutti sono stati egualmente intercettati. In superficie, dunque, c'era massima allerta. Intanto sotto terra, era un formicolio di gitanti israeliani - per lo più religiosi - elettrizzati al pensiero di passare attraverso pertugi forse utilizzati in epoca biblica da loro antenati.
    L'ingresso del 'Tunnel del Muro del Pianto' era affollato come il check-in di un aeroporto, con aggiornamenti costanti sulla partenza di escursioni guidate (a scelta in ebraico, in inglese o in russo) in un'area adibita a museo, o in una zona dove erano esposti reperti archeologici tornati alla luce di recente. Da quel varco e' peraltro possibile raggiungere una sinagoga sotterranea, piccola ma molto attiva. "Le visite nei sotterranei hanno un fascino speciale" ha spiegato una delle guide. "Perche' il mondo quotidiano scompare e presto si perde il senso dell'orientamento. Inoltre per un'ora anche i telefoni cellulari sono costretti a tacere. La guida può essere certa allora di monopolizzare l'attenzione dei visitatori".
Fra questi c'erano famiglie numerose, anche con bambini piccoli e passeggini: ormai quel tratto di tunnel e' ben lastricato ed illuminato, e non richiede particolare agilità. Gli escursionisti hanno potuto cosi' ammirare (sotto ad abitazioni del rione islamico della Citta' Vecchia) i resti di un 'mikve' dove - e' stato spiegato - i sacerdoti di due millenni fa erano soliti di mattina compiere abluzioni purificatrici, prima di entrare nel perimetro sacro del Tempio. Questo genere di attività tiene in grande apprensione i responsabili islamici della Spianata delle Moschee. Di recente il Movimento islamico ha diffuso un video in cui mette in guardia dalla eventualità che estremisti ebrei passino dai tunnel per far breccia nell'area della Moschea al Aqsa e compiervi attacchi. Anche se questi allarmi fossero infondati resta - secondo Haaretz - un problema di fondo: ossia stabilire di chi abbia autorità su questi vasti ambienti ricavati nelle viscere della terra, e quale assetto occorrerebbe per la 'Gerusalemme sotterranea' una volta che israeliani e palestinesi tornassero al tavolo di trattative. 
ansa

Orchestra S.Pietroburgo suona nell'antico teatro di Palmira

L'orchestra filarmonica del celebre teatro Marinski di San Pietroburgo suona nell'antico teatro di Palmira, nel cuore dell'area archeologica sfregiata dall'Isis. Il presidente russoVladimir Putin si è collegato da Mosca in video conferenza per ringraziare chi combatte contro il terrorismo, minaccia globale che accomuna tutti. E' presente il ministro della Cultura russo. Ad assistere al concerto le truppe russe, siriane, i rappresentanti dell'Unesco, di vari Paesi - tra i quali Francia, Serbia, Perù e Siria - e abitanti di Palmira. Il sito è protetto dall'esercito russo e gli elicotteri volteggiano intorno alla città.
Mosca, completato sminamento in zona Palmira  - Gli artificieri russi hanno completato l'opera di sminamento della zona di Palmira: lo annuncia il generale Iuri Stavitski, precisando che i russi hanno bonificato da mine e ordigni vari 825 ettari di territorio e 8.500 tra edifici e strutture. "Il compito che e' stato dato dal presidente della Federazione russa - ha detto il generale - e' stato eseguito in pieno". Stavitski ha quindi aggiunto che l'Arma del Genio russa e' pronta a lasciare Palmira non appena arrivera' l'ordine.
ansa

In Albania, terra di eroi e martiri

Dalla puntata di "Indagine ai Confini del Sacro" andata in onda il 30 maggio 2015 su Tv2000.

Ecco Dallas, la patria di J.R. nuova capitale turismo

Per molti e' solo la città testimone di uno dei capitoli più' tristi e bui della storia americana, l'assassinio del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy. Correva l'anno 1963 quando da una finestra del sesto piano del Texas School Book Depository, Lee Harvey Oswald presumibilmente sparava uccidendo Kennedy mentre la sua auto presidenziale attraversava Elm Street. Ma da allora la città di J.R. Ewing ne ha fatta di strada e oggi quella che fino a pochi anni fa era conosciuta come uno dei principali poli petroliferi degli Stati Uniti ha visto un'espansione con pochi precedenti e può' vantare di essere la quarta area metropolitana più' popolosa del paese.
I grattacieli in vetro che facevano da sfondo alla sigla di 'Dallas' restano ma la città' non e' più' solo 'business' e da tempo ha cominciato a trasformarsi anche in un'area residenziale dove e' 'cool' vivere. Ma anche da visitare e sempre più' turisti sia nazionali che internazionali scelgono Dallas come meta. Non a caso la città' e' stata scelta per ospitare lo scorso 6 aprile la 15/a edizione del World Travel and Tourism Council Global Summit, dopo aver battuto Lisbona e Bangkok. Grazie, inoltre, anche a un clima che quasi non conosce inverni, Dallas si presta particolarmente alla vita all'aperto, il che ha favorito la creazione di parchi che sono diventati dei veri e proprio punti di riferimento per i residenti.
Uno fra tutti 'Klyde Warren Park', aperto nel 2012 e costruito in parte sopra una superstrada che in passato tagliava letteralmente in due la città'. Il parco, che tra le altre cose e' anche una biblioteca a cielo aperto, un centro ricreativo, culturale nonché' gastronomico con la presenza di food truck lungo il suo perimetro, ha tolto quindi le barriere tra quello che e' considerato il distretto artistico e il 'downtown'. Dallas e' anche una delle capitali del bar-b-que, della cucina messicana e Tex-Mex e c'e' solo l'imbarazzo della scelta tra bistro, pub e ristoranti che offrono varietà' di ogni genere. Ma e' anche patria dello shopping con il NorthPark Center, un centro con oltre 235 negozi, tra cui anche Gucci, Bulgari, Valentino, Bottega Veneta, Versace, Cartier, Louis Vuitton, oltre che department store come Neiman Marcus, Nordstrom, Macy's. Anche NorhPark Center e' un punto di riferimento per residenti e turisti per una vasta gamma di attività' offerte e ristoranti di alta qualità'.
    Infine, ma non ultimi, restano i luoghi culto della città' come il memoriale a John Fitzgerald Kennedy, Dealey Plaza dove fu ucciso il presidente americano. Di fronte c'e' il Sixth Floor Museum (museo del sesto piano) all'interno dell'edificio del Texas Book Depository, il deposito di libri scolastici, e da dove si presume che Oswald esplose tre colpi verso l'auto presidenziale con a bordo Kennedy e la moglie Jacqueline. Il museo offre un percorso guidato che inizia dalla campagna elettorale del presidente Kennedy e ripercorre tutte le tappe della sua carriera politica, concludendosi con l'omicidio.
   ansa

Turismo Culturale Reggio Emilia (video)


Lago Maggiore. PRIMAVERA NEI MUSEI DELL'ALTO VERBANO

Con il sopraggiungere della primavera riaprono le porte dei musei dell’Alto Verbano, pronti ad accogliere i visitatori e a guidarli nei percorsi di scoperta delle tre tematiche: la natura, presso il Museo Tattile di Trarego Viggiona, l’etnografia, al Museo di Cannero Riviera e l’arte del feltro e dei cappelli a Ghiffa.
I tre musei dell’Alto Verbano nei mesi di aprile e maggio attendono il loro pubblico nei seguenti giorni e orari:
  • Museo etnografico e della Spazzola – Cannero Riviera:
    mercoledì e domenica 16-18;
    da maggio, mercoledì e sabato 16-18 (per il museo), domenica 14-16 (per il Parco degli Agrumi)
  • Museo dell’Arte del cappello – Ghiffa:
    sabato e domenica 15.30-18.30
  • Museo Tattile di Scienze Naturali – Trarego Viggiona:tutti i sabati e domeniche su prenotazione tel. +39 0323 840809

fonte: http://www.illagomaggiore.it/

Monte Soratte, un tuffo nella storia con apertura dei Bunker 7-8 maggio visite guidate e kermesse con figuranti e veicoli rarissimi

Un tuffo nelle viscere misteriose del monte Soratte lì dove la natura si è intrecciata con alcune delle pagine più oscure della storia. Questo insolito viaggio nel tempo accadrà il 7 e 8 maggio con l'apertura straordinaria delle gallerie della Seconda Guerra Mondiale e del Bunker anti-atomico, resa possibile grazie ai volontari dell'Associazione Culturale "Bunker Soratte", e con una vera kermesse rievocativa con 100 figuranti in uniformi d'epoca.
Una visita guidata (tutte le info su www.bunkersoratte.it o al numero 380.3838102) in un luogo magnetico: suoni, odori e resti di architetture militari sono fermi alla II guerra mondiale quando il maresciallo Kesselring installò dentro questi tunnel una vera e propria città sotterranea approntando il Comando Supremo di tutto il Sud Europa, cabina di regia segretissima dal quale amministrava i vari fronti di battaglia nei 10 mesi più tragici della storia d'Italia del '900 tra l'8 settembre del 1943 e il 4 giugno del 1944.
    Ma oltre questo, a mano a mano che ci si spinge più in profondità (l'intero impianto si estende per oltre 4 km sotto terra) si arriva al "core", al nocciolo iper-protetto già naturalmente da oltre 300 metri di roccia calcarea e rinforzato da spessi diaframmi in cemento armato per l'installazione di un super-bunker antiatomico utile a ospitare il Governo italiano ed il presidente della Repubblica ai tempi della guerra fredda, per esplicito volere della Nato.
Presenti alla manifestazione rievocativa anche molti veicoli storici militari e civili, alcuni dei quali rarissimi, e un fantastico air-show fra i cieli del Soratte che gode di una spettacolare vista sulla capitale. Per la prima volta, sarà presentato al pubblico un modello rarissimo di carro armato M4 Sherman risalente alla II guerra mondiale che i volontari dell'Associazione hanno recentemente restaurato. Nella sezione più profonda del bunker, quella resa anti-atomica, sarà possibile ammirare i missili Nike Ajax e Nike Hercules che furono posti a difesa del territorio nazionale in caso di conflitto nucleare, su concessione della Nato.
ansa

Sicilia Occidentale, tra miti antichi, arte e sapori. Alla scoperta di una terra ricchissima, meta di un turismo slow

Lambita da due mari, il Mediterraneo e il Tirreno, accarezzata da un vento che mai smette di soffiare, scaldata dai raggi di un sole generoso: la Sicilia Occidentale è terra di accoglienza e regala a chi sceglie di visitarla la ricchezza di una storia antica, fatta di culture e tradizioni diverse e di meraviglie paesaggistiche plasmate dal tempo. Ecco perché è meta di un turismo slow, che si dà il tempo giusto per esplorare e vivere un'esperienza unica.
E mentre si concede allo sguardo il lusso di meravigliarsi in una natura rigogliosa e nell'arte che ovunque fiorisce maestosa, anche il palato non potrà lamentarsi, tra cannoli e panelle, cassate e frutta Martorana, cuscus e busiate, arancini e piatti a base di pesce fresco. Per iniziare a conoscere questo angolo di Sicilia, un buon punto di partenza per un itinerario esplorativo è Trapani, che con i suoi quartieri antichi, le chiese con i Misteri e il porto turistico-commerciale rappresenta una tappa obbligata nonché il fulcro di un territorio che trasuda mare, arte, enogastronomia, religione e sport. Da qui inizia anche la via del Sale, con le storiche e affascinanti vasche delle saline.
Prima, immancabile destinazione è Erice, affascinante borgo medievale sacro all'antica popolazione degli Elimi, situato sulla cima del monte San Giuliano. Perdersi tra i vicoli e le stradine è facile, ma sarà un'occasione imperdibile per visitare chiese, conventi e piccole botteghe artigiane. A Custonaci, città del marmo, gli sportivi e gli amanti della natura non possono perdersi la passeggiata nella Riserva Naturale orientata del Monte Cofano, tra scorci panoramici e aspre baie marine incontaminate. Ma il territorio è interessante anche dal punto di vista archeologico, con grotte abitate fin dall'epoca preistorica. A Marsala protagonista è la storia: qui sbarcò Garibaldi con i Mille, e nel centro sono ancora visibili le tracce delle varie dominazioni subite. Chi visita la città inoltre non può non fermarsi a gustare il celebre e omonimo vino, un autentico vanto locale, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. A 6km da Calatafimi Segesta, sorge il Parco Archeologico di Segesta, un vero tuffo nel mito. Impossibile non lasciarsi affascinare dal tempio dorico del V secolo a.C., che ancora integro domina una piccola altura. Poco distante il teatro (II secolo a.C.), con una capienza di circa 4000 posti a sedere, da cui si può ammirare uno splendido panorama e dove nella stagione estiva si può assistere a spettacoli e concerti.
    Un'attenzione particolare merita Mazara del Vallo, un ponte tra l'Europa e l'Africa. Oltre alla presenza del Satiro Danzante, statua bronzea del periodo ellenistico, e di numerose chiese ed edifici storici, la città rappresenta un esempio autentico di integrazione, con la comunità tunisina perfettamente integrata a quella italiana. Per capirlo basta passeggiare tra i vicoli del centro storico finemente decorati con le ceramiche: l'antica casbah, residuo della dominazione araba, si sta giovando negli ultimi anni di una forte e mirata politica di valorizzazione. Tornando a Trapani, gli appassionati del mare potranno fare un salto alle isole Egadi, scegliendo quella che maggiormente si adatta al proprio stile di vacanza: alla moda e interamente ciclabile Favignana (da non perdere una visita alla storica tonnara e allo Stabilimento Florio), più piccola, selvaggia e archeologica Levanzo, e infine Marettimo, tra montagna, splendidi fondali, romantiche calette e grotte misteriose.
ansa

Star meglio vestite in viaggio? La regina è Victoria Beckham

British Airways e la famosa stilista Hollywoodiana Elizabeth Saltzman hanno stilato la prima lista dei migliori outfits delle celebrity in viaggio, per celebrare le trend setter di oggi nel mondo del cinema, della musica e dello spettacolo. 

Grazie alla sua abilità di trasformare la lounge degli arrivi all’aeroporto nella sua passerella personale, Victoria Beckham si è guadagnata il primo posto, sorpassando anche Amal Clooney. “Victoria Beckham è sempre vestita in modo perfetto quando vola, è davvero notevole. Di solito c’è un elemento maschile nel suo guardaroba da viaggio, così da essere sempre chic e sofisticata, ma al tempo stesso classica e comoda” – Elizabeth Saltzman, testimonial di stile di British Airways e stilista di star come Gwyneth Paltrow, Uma Thurman e Saoirse Ronanm, rivela il segreto fashion di Victoria.

La lista di British Airways dei migliori outfits delle celebrity in viaggio comprende alcune delle più famose icone femminili che viaggiano con stile e che vantano guardaroba invidiabili. Le top 10 della lista sono state scelte dalla giuria tra migliaia di foto scattate ai vip in aeroporto. Ecco le vincitrici: 

1. Victoria Beckham
2. Amal Clooney
3. Kendall Jenner
4. Angelina Jolie
5. Gwen Stefani
6. Charlize Theron
7. Taylor Swift
8. Marion Cotillard
9. Lupita Nyong’O
10. Heidi Klum
 
Abigail Comber, Responsabile clienti di British Airways, ha detto: “Siamo sempre stati associati a un viaggio con stile, e recentemente abbiamo confermato la nostra reputazione con le eleganti e rinnovate cabine di corto raggio, e il nuovo look delle cabine di First cabin, create per il 787-9 Dreamliner, l’aereo più tecnologico della nostra flotta. Con questa lista abbiamo voluto celebrare lo stile d’élite che ci contraddistingue e le nostre più affezionate viaggiatrici”.
Elizabeth Saltzman ha aggiunto: “In questo elenco ci sono tutte donne forti, simbolo del mondo moderno. Il loro stile è classico, ma sempre con un tocco personale.” Elizabeth, famosa stilista di Hollywood e testimonial di British Airways, ha iniziato la sua carriera nel 1983 da Giorgio Armani. È una figura di spicco nel mondo della moda e una delle migliori trend spotters.
ansa

Nasce in Svizzera Chaplin's world, un tempio per il mito di Charlot

Bastano tre ore di viaggio dall'Italia e mezzora di mezzi elvetici per entrare nel mito di Charlot, ovvero nel nuovo museo dove si celebra il grande artista, appena inaugurato in Svizzera, sulle sponde del lago di Ginevra. La prima location esclusivamente dedicata a quello che è universalmente riconosciuto come uno dei più celebri personaggi del cinema, che è stata inaugurata ieri a Corsier-sur-Vevey, si può raggiungere facilmente con tre treni al giorno da Milano verso Losanna. E' la città dove Chaplin abitò, dal 1952, e morì, in un triste giorno di Natale del 1977.
"Chaplin's World":fu la sua residenza e oggi appare con un vero e proprio resort, aperto tutti i giorni dell'anno, realizzato per la francese By Grévin, famosa anche per i musei delle cere. L'allestimento ripercorre la carriera artistica di Chaplin immergendo i visitatori in ricostruzioni fedelissime e interattive dei suoi film. Memorabili, tra i tantissimi da lui interpretati o prodotti 'Il Vagabondo' (1916), che fissò nell'immaginario collettivo la silohuette di Charlot - bombetta, giacchetta stretta e scarpe più grandi della sua misura, bastone da passeggio e andatura ondeggiante e bighellonante - anche se la prima apparizione cinematografica del personaggio risale a 'Charlot ingombrante', del 1914; e poi ovviamente Vita da cani' (1918), 'Il Monello' (1921), 'La febbre dell'oro' (1925), 'Luci della città' (1931), 'Tempi moderni' (1936), 'Il grande dittatore' (1940), 'Luci della ribalta' (1952) e decine di altri (oltre 90) senza dimenticare che Sir Charles Spencer Chaplin fu anche regista, sceneggiatore e produttore cinematrografico. Che vinse due oscar 'onorari' (1918 e 1972) e quello per la colonna sonora di Luci della Ribalta' nel 1973. A cui vanno aggiunti una Legion D'onore, la medaglia a Grande ufficiale della Repubblica Italiana, una Laurea honoris cuasa ad Oxford... solo per citare alcuni dei suoi numeorisissimi riconoscimenti.
Eppure Chaplin conobbe anche umiliazioni, soprattutto quando con il Maccartismo le sue idee progressiste gli valsero un divieto di rientro negli Usa, di cui aveva preso la cittadinanza. Si trasferì quindi in Svizzera, dove rimase e dove si trova sepolto. Chaplin's World è una grande esposizione estesa su quasi duemila metri quadrati, oltre a 4 ettari di parco, costruiti intorno a tre aree tematiche. Per ricostruire i set cinematografici in cui lavorò, e molti degli ambienti privati in cui visse, è stato forndamentale l'apporto della famiglia, testimoniato da Michael Chaplin, figlio di Charlie e presidente della Charlie Chaplin museum foundation.
ansa

Una biblioteca per hotel, in vacanza con un libro. Dieci alberghi da scoprire per la Giornata Mondiale del Libro

Unire il viaggio alla lettura, perdersi tra le pagine di un romanzo in un luogo di vacanza diverso dallo scenario quotidiano: ecco dieci hotel da scoprire in occasione della Giornata Mondiale del Libro, dove i lettori possono trovare un'oasi di tranquillità e dedicarsi alla loro passione. Tutte le strutture alberghiere sono su Booking.com.
    Book and Bed, a Tokyo, dispone di quasi duemila libri in giapponese e in inglese. Chi vi soggiorna può scegliere cosa leggere da una vasta collezione posta nella hall, accendere la lampada da lettura e lasciarsi trasportare nella magia del proprio romanzo.
    Una zona benessere, una piscina sul tetto, un panorama mozzafiato sulla città. B2 Boutique Hotel + Spa, nel centro di Zurigo, offre tutto questo ai visitatori ma, soprattutto, una biblioteca privata con ben 33 mila volumi. Il Carlisle Bay, nell'arcipelago delle piccole Antille, unisce il piacere del mare caraibico a quello della lettura, con una biblioteca ricca di volumi e un ambiente illuminato adatto a chi vuole soffermarsi ore a leggere un buon libro. Mobili d'antiquariato di alto pregio e dettagli storici ricordano l'epoca di Charles Dickens e Jane Austen nell'Hazlitt's, antico edifico di inizio '700 di Londra. Non c'è nulla di meglio che lasciarsi coccolare dalla lettura di un romanzo davanti al camino. Costruito su antiche rovine inca, il JW Marriott El Convento Cusco, in Perù, è la base ideale per esplorare il magnifico Machu Picchu ma anche per leggere i romanzi di Mario Vargas Llosa sotto i suoi soffitti a volta peruviani. Filosofia, tecnologia, arte: ce n'è per tutti i gusti al Library Hotel di New York, la cui biblioteca dispone di oltre seimila libri di dieci categorie diverse. Non da meno il Taj Falaknuma Palace, a Hyderabad, antica residenza di uno degli uomini più ricchi dell'India: anche qui, in un'affascinante biblioteca costruita in vetro e quercia, migliaia di volumi a disposizione di chi vi soggiorna. Si chiama, invece, The Library l'hotel thailandese dedicato ai libri: è stato ideato, infatti, per offrire spazi di lettura in una struttura moderna corredata da una piscina di design.
    Situato nel campus dell'università del Minneapolis, The Commons Hotel è il posto ideale in cui rilassarsi lontano dal caos della città: la biblioteca interna è di certo un buon aiuto. Non può mancare, infine, l'Italia. Il Salviatino è una villa quattrocentesca in stile rinascimentale, annidata tra le dolci colline toscane, luogo perfetto per trovare tranquillità e abbinare una buona lettura a cibo gourmet, vini doc e a una vista panoramica su Firenze.
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