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Da Domodossola a Berna scavalcando due catene alpine. Il nuovo treno Italia-Svizzera tra bellezza e brivido

 Il Trenino Verde delle Alpi collega la Val d'Ossola con la capitale elvetica in due ore attraverso la linea ultracentenaria del Sempione e del Lötschberg. Tutto quello che c'è da scoprire durante il viaggio e nelle varie tappe del viaggio

C’è un nuovo treno turistico che attraversa i monti tra Italia e Svizzera. Nell'anno in cui il Paese d'oltralpe sta rilanciando il suo network di ferrovie di montagna, un unicum a livello mondiale, che pochi mesi fa si è arricchito della prima linea a scartamento variabile, e per farlo ha messo in campo il testimonial n.1 del suo turismo, Roger Federer, ecco anche il Trenino Verde delle Alpi. Parte, ogni due ore, da Domodossola e porta fino a Berna percorrendo la linea ultracentenaria del Sempione e del Lötschberg. Un biglietto giornaliero, a prezzi particolarmente convenienti per i turisti italiani, offre l’opportunità di salire e scendere dal treno liberamente nelle diverse stazioni e di utilizzare gratuitamente i battelli che solcano le acque del suggestivo lago di Thun. Il viaggio parte da Domodossola – comodamente raggiungibile in treno da tutta la penisola -, borgo protetto da una cinta muraria che il sabato si anima con un antico e vivace mercato cittadino.

E proprio dai porticati di piazza del Mercato, facilmente raggiungibile dalla stazione, può partire la passeggiata alla scoperta degli eleganti palazzi del Borgo della Cultura ( il centro storico),  tra i quali Palazzo Silva,  una delle più belle costruzioni gentilizie rinascimentali della regione subalpina, e Palazzo San Francesco, edificato lungo i muri perimetrali di una maestosa chiesa del 1200 e oggi sede dei Musei Civici. Poco dopo aver lasciato Domodossola, il Trenino Verde delle Alpi entra nel traforo ferroviario del Sempione, scavato sotto il monte Leone (3552 m), lungo oltre 19 km e inaugurato nel lontano 1906, per poi riemergere a Briga. Una breve sosta in questa graziosa cittadina dominata dalle tre torri con dorate cupole a cipolla di castello Stockalper,  fatto erigere nel Seicento dallo scaltro mercante  Kaspar Stockalper, permette di visitare il caratteristico centro storico.

E chi viaggia con bambini può raggiungere il World Nature Forum, un nuovissimo museo interattivo dedicato a questo angolo delle Alpi. Lasciata Briga il trenino risale la valle del Rodano, si inerpica per quasi 500 metri di dislivello sulla “rampa sud” regalando ai passeggeri piacevoli panorami, passa da Goppenstein, percorre per circa 15 km la galleria in quota del Lötschberg, attraversa una galleria elicoidale di 1655 metri e arditi viadotti fino a raggiungere il borgo medievale di Thun. Qui vale la pena programmare una sosta un po’ più lunga per visitare il museo ospitato nel  castello degli Zähringen, risalente al XII secolo, passeggiare per il centro storico, attraversare i ponti in legno sul fiume Aare ( il più lungo corso d’acqua della Svizzera, immissario del Reno)  e imbarcarsi sul battello che naviga il lago di Thun tra castelli, borghi romantici e una breve escursione che porta alle Grotte di San Beato, visitabili per circa un chilometro.

L’ultima tappa del nostro viaggio è Berna, la  capitale della Svizzera, Patrimonio UNESCO per il suo centro storico. Un piccolo gioiello di urbanistica medievale, fondato nel 1191, con ben sei km di portici, diverse fontane rinascimentali, la  Zytglogge (torre dell’orologio) sulla quale salire, le 294 figure del Giudizio Universale presenti sul portale principale della cattedrale tardomedievale, la casa dove per sette anni alloggiò Einstein  e il Zentrum Paul Klee, progettato nel 2005 da Renzo Piano, che ospita la più importante collezione di opere del pittore svizzero considerato uno degli artisti  più importanti del modernismo. E con un po’ di fortuna nella Fossa degli Orsi in riva al fiume Aare si possono ammirare i tre orsi bruni bernesi, mammifero dichiarato nel 1224  animale araldico ufficiale della città. Il viaggio sul Trenino Verde delle Alpi permette anche di provare l’esemplare integrazione tra ferrovia e trasporto pubblico su gomma, ferro o lacustre, che offre l’opportunità di partire dalle diverse stazioni toccate dal treno turistico per escursioni in alcune delle più belle località delle Alpi Svizzere, inclusa Interlaken lo Jungfrau-Aletsch,  proclamato primo patrimonio alpino naturalistico dell’UNESCO.

repubblica.it

- Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - turismoculturale@yahoo.it

in https://viagginews.blogspot.com/

Viaggio nei luoghi della memoria. Dal binario 21 di Milano alle pietre d'inciampo di Roma


 Il 27 gennaio si celebra in tutto il mondo il Giorno della Memoria per ricordare i milioni di vittime dell'Olocausto, la pagina più buia e terrificante della storia del XX secolo.

La scelta della data è emblematica: era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe dell'Armata Rossa scoprirono nei dintorni di Oświęcim, a pochi chilometri dal confine con la ex Cecoslovacchia, il campo di concentramento nazista di Auschwitz, che divenne da allora il luogo simbolo dell'Olocausto. Da quell'inferno i soldati russi liberarono 9mila prigionieri, pochi superstiti rispetto ai 4 milioni che dal 1940 vi erano stati detenuti.

L'Onu scelse proprio quella data per celebrare le vittime, per non dimenticare e non ripetere l'orrore del passato.
    Oggi il Giorno della Memoria si celebra in ogni città con suggestive cerimonie, incontri, film, manifestazioni, spettacoli teatrali, letture e mostre, così come cimiteri, monumenti, stazioni e lager sono stati trasformati in simbolici luoghi della memoria. Il viaggio in Italia che omaggia le vittime dell'Olocausto parte da Milano, dove sotto la stazione Centrale sorge la Fondazione Memoriale della Shoah-Binario 21, il luogo da dove partivano i convogli carichi di ebrei e di altri perseguitati verso i campi di sterminio nazisti. Il Memoriale testimonia la vita di migliaia di prigionieri che vi transitarono tra il 1943 e il 1945, tra cui anche la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz. Le visite si fanno tutti i giorni dalle 10 alle 16 e il lunedì fino alle 19, sabato e domenica fino alle 18. Il 26 e il 27 gennaio, in occasione della Giornata della memoria, le visite sono gratuite e guidate ma da prenotare. Tanti gli appuntamenti e gli eventi in programma fino al 5 febbraio. Info: memorialeshoah.it A Trieste il monumento nazionale Risiera di San Sabba, da struttura per la pilatura del riso a campo di detenzione, è un museo con adiacente galleria fotografica che testimonia la tragica storia di soldati italiani, partigiani, detenuti politici ed ebrei imprigionati e poi deportati all'estero. Alle 11 del 27 gennaio è prevista una cerimonia commemorativa, seguita dalla mostra "Rammentare le vittime, ammonire i viventi.
    La Risiera di San Sabba a Trieste negli scatti di Marino Ierman", in programma fino al 4 giugno. E' ricco il calendario di eventi culturali, dal 25 al 31 gennaio, ma spiccano gli spettacoli "Matricola 75190", di e con Sara Alzetta e Max Jurcev, lettura con accompagnamento musicale del testo autobiografico di Liliana Segre, e "Dal campo di calcio ad Auschwitz. Storia di un allenatore ebreo e della sua famiglia", racconto teatrale dedicato alla storia dell'allenatore Árpád Weisz, scritto e interpretato da Davide Giandrini. Info: risierasansabba.it Torino accoglie 13 nuove pietre d'inciampo - i piccoli blocchi in pietra fissati a terra creati nel 1993 da Gunter Demnig con i nomi dei deportati - dedicate ad altrettante vittime della deportazione nazista e fascista: sono così 143 le pietre d'inciampo nel capoluogo piemontese. Il 27 può essere una buona occasione per ripercorrerne il cammino e scoprire anche il Museo diffuso della Resistenza, dedicato alla storia della Seconda Guerra Mondiale e di tutte le sue più tragiche conseguenze. Ha sede nel palazzo dei Quartieri Militari ma coinvolge tanti altri luoghi: dal Sacrario del Martinetto, dove furono fucilati oltre 60 partigiani e oppositori del regime, al rifugio antiaereo di piazza Risorgimento, dalla Sinagoga di piazzetta Primo Levi alla Caserma La Marmora di via Asti, luogo di reclusione e di interrogatori. Info: museodiffusotorino.it A testimoniare gli orrori nei campi di concentramento c'è anche il Museo del Deportato di Fossoli, vicino a Carpi, in provincia di Modena; vi transitarono anche famosi uomini di cultura tra cui lo scrittore Primo Levi. Qui, nella libreria La Fenice, nel teatro comunale e nella ex sinagoga di Carpi sono stati organizzati eventi, proiezioni, incontri e visite guidate gratuite. Info: fondazionefossoli.org Il Parco della Pace di Servigliano, nelle Marche, ospita un vecchio campo di prigionia dove nel periodo fascista furono incarcerati oppositori, rifugiati, prigionieri di guerra ed ebrei. All'interno rimangono ancora due delle 40 baracche costruite per i prigionieri, e l'imponente e sinistro muro di cinta che circonda il campo. Nell'ex stazione ferroviaria del borgo, accanto al campo di concentramento, è nato il Museo della Memoria con una galleria fotografica e un'aula multimediale per eventi e incontri. Info: lacasadellamemoria.com Il maggior numero di pietre d'inciampo tra i 149 comuni italiani lo detiene Roma: nella Capitale, dove la comunità ebraica ha una storia millenaria, sono presenti oltre 330 piccoli blocchi in pietra in ottone lucente, incastonati lungo i marciapiedi o nel selciato, che riportano i nomi e i dati delle vittime. Furono creati nel 1993 dall'artista tedesco Gunter Demnig per ricordare i luoghi da dove ebrei, dissidenti, omosessuali, rom e sinti venivano arrestati e deportati. Per celebrare la Giornata della memoria, oltre a partecipare ai numerosissimi eventi e mostre, è possibile camminare nel centro e nel Ghetto tra le tante pietre - Stolpersteine - e partecipare a questa iniziativa di memoria condivisa.
    Infine a Tarsia, in provincia di Cosenza, sorge il più grande campo di concentramento fascista d'Italia; qui dal 1940 vi furono rinchiusi ebrei italiani e stranieri, antifascisti e profughi politici. Dal 2004 il lager, chiuso nel 1945, è stato trasformato nel Museo della memoria Ferramonti con una ricca collezione di documenti, foto, schede della polizia, lettere dei familiari e oggetti personali, arricchiti da video e testimonianze. Info: parchiletterari.com (ANSA).

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)


Inseguendo l'alba per sconfiggere il Blue Monday. Affrontare il giorno più triste, immersi nei primi raggi di sole

 

HANGA ROA - Il Blue Monday è riconosciuto universalmente come il "giorno più triste e deprimente dell'anno": cade il terzo lunedì di gennaio, che quest'anno è il 16, ed è una giornata considerata fredda, con poca luce e faticosa, soprattutto perché lascia alle sue spalle un lungo periodo di vacanze.

Per affrontarla con positività ecco un giro intorno al mondo con Civitatis, agenzia specializzata in tour guidati, alla scoperta delle albe più spettacolari e luminose, magari lasciandosi attrarre da nuove destinazioni per i prossimi viaggi.
    Sulla costa orientale dell'Isola di Pasqua, in Cile, Ahu Tongariki è un luogo affascinante e ricco di misticismo, formato da moai, sculture monolitiche erette dal popolo Rapanui in onore degli antenati della terra.

Si pensa che le loro origini possano risalire a un periodo compreso tra il IX e il XVI secolo.
    Bellissimo è il contrasto tra il colore scuro di queste statue che danno le spalle all'oceano Pacifico e i toni rossastri dell'alba. Alcuni delle figure umane monolitiche sono ancora annerite dalla fuliggine per l'incendio di alcuni mesi fa, ma lo spettacolo dell'alba tra le figure misteriose è unico e sorprendente.
    Il Myanmar offre un'alba tra le più belle del mondo: la città di Bagan, caratterizzata da numerosi templi e monumenti buddhisti, fu la capitale del regno che unificò le terre della Birmania. Da qui la grande proliferazione di edifici religiosi che ancora oggi dimostrano la ricchezza storica della città. Il modo migliore per godersi l'alba è salire su una pagoda, come la Buledi Paya, e ammirare lo spettacolo dall'alto sulle pianure birmane, patrimonio dell'Umanità.
    Abu Simbel è un famoso complesso monumentale dell'Antico Egitto, costituito da due templi scavati nella roccia: uno dedicato a Ramses II e l'altro alla moglie Nefertari. Il celebre sito storico, nel Governatorato di Assuan, è in ottimo stato di conservazione, essendo rimasto nascosto sotto la sabbia fino al XIX secolo. Proprio da qui si può assistere all'arrivo del giorno e vivere un'esperienza indimenticabile.
    L'isola di Tenerife con il suo emblematico parco nazionale del Teide regala numerosi luoghi dove ammirare l'alba, motivo per cui Hollywood l'ha scelta come location per i suoi film, da "Fast and Furious" a "Fury of the Titans", da "Jason Bourne" a "Rambo: Last Blood", con il vulcano Teide protagonista indiscusso. È proprio da qui che si può ammirare una delle albe più impressionanti del mondo; l'ideale è pernottare nel Parco e recarsi la mattina presto in uno dei suoi punti panoramici più famosi, come La Tarta o Chipeque.
    Il Kenya è una delle destinazioni preferite da chi ama i paesaggi più selvaggi e struggenti, che regalano avventure uniche. Tra queste fare un giro in mongolfiera all'alba sul Maasai Mara offre un'esperienza indimenticabile e suggestiva.
    Sorvolando le pianure di questa riserva naturale, si può osservare il sole che illumina la savana africana mentre gli animali selvatici fanno sentire la loro presenza.
    Il deserto del Sahara è un altro di quei luoghi in cui è possibile godere delle prime luci del giorno in modo originale e suggestivo: sia in Tunisia sia in Marocco ci sono molte escursioni per vivere l'alba tra le distese di sabbia. Per un'esperienza nel più puro stile beduino, è possibile prenotare una notte nel deserto del Sahara, che comprende la sistemazione in un campo di lusso in mezzo alle dune.
    Guardare l'alba sul Corno d'Oro a Istanbul è un'esperienza da fare almeno una volta nella vita. Questo splendido estuario è la porta dello stretto del Bosforo e un importante luogo dove si concentrano moschee e altri edifici storici. Le prime luci del giorno rivelano i minareti, creando un'atmosfera suggestiva e magica.
    L'alba ad Haleakala, sull'isola di Maui, è così straordinaria che è stato necessario creare una lista d'attesa: per godere di questo momento magico a più di 3mila metri d'altitudine, infatti, è indispensabile registrarsi sul sito ufficiale del parco nazionale hawaiano. Questo sistema è stato organizzato per preservare il paesaggio naturale e per evitare il sovraffollamento dell'area a favore di una visita molto più tranquilla. Dopo questa esperienza, si possono percorrere i sentieri offerti dal Parco per scoprire la sua ricca biodiversità composta da oltre 850 specie endemiche.
    Uluru, la roccia sacra dell'Australia, è un monolite alto 340 metri, circondato da un alone di misticismo e magia. Tra le tribù indigene si dice che questa roccia, situata nel parco nazionale di Uluru-Kata Tjuta, sia la dimora di esseri mitologici. Quel che è certo è che vedere l'alba dal sito è un'esperienza unica e indimenticabile.
    Madre Natura regala attimi di autentica emozione e magia sulle vette dolomitiche di Cortina d'Ampezzo: in quota, dalla terrazza panoramica di Capanna Ra Valles, si può ammirare lo spettacolo mozzafiato del cielo che colora di rosa, rosso, arancio e viola le cime delle montagne. E' il fenomeno dell'enrosadira che tinge le Dolomiti, patrimonio dell'Umanità. (ANSA).
   

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Saranno 11 milioni e 750mila gli italiani che si metteranno in viaggio per il ponte del 1 novembre



Viaggio al Santuario di La Salette

 di: 

Difficile capire quando un viaggio ha inizio. Il desiderio di muoversi sorge da lontano, in terre misteriose e a volte molto tempo prima. Per lo più qualcosa o qualcuno lo stimola.

Il viaggio in Alta Provenza al Santuario di La Salette – intrapreso con un’amica nell’agosto del 2017 – ebbe origine da un mio sguardo incuriosito su una vetrata di una piccola chiesa parrocchiale in provincia di Varese. Lì, anni fa, fui invitata ad un matrimonio di parenti celebrato proprio dove, nel 1955, si era sposata mia suocera, che non ho mai potuto incontrare in quanto prematuramente scomparsa. La chiesa è quella di Peveranza di Cairate, dedicata a Santa Maria Assunta.

All’interno, in una lunetta sulla parete alta del lato sinistro prossimo al presbiterio, l’occhio andò ad una vetrata rappresentante una figura femminile posta in piedi tra due ragazzini, in uno scenario naturale tra sassi e prati di una verde conca contornata da alti monti. A una zia domandai spiegazione del soggetto ed ella mi parlò della “Madonna di La Salette”, del santuario francese che portava quel nome e che era spiritualmente gemellato con la loro comunità.

Non conoscevo né l’evento né il santuario francese, ma subito pensai che su quella immagine di devozione mariana si fossero posati anni prima gli occhi e il cuore di una sposa che sarebbe diventata madre di mio marito. La ricordai nelle immagini del suo album di nozze. Fotografie lucide in bianco e nero. Lei era una giovane donna, felice e fiera, minuta, in abito bianchissimo e con breve velo di tulle sul capo.

Da donna a donna

Alcuni anni dopo mi ritornò in mente quella vetrata e decisi di informarmi. Fu un’altra donna, Giuditta, che mi fornì del materiale. Appresi che la vetrata era stata posta il 15 agosto 1938 – il giorno dell’Assunta – dal parroco don Giovanni Croce e in memoria di una signora che l’aveva commissionata.

Scoprii così la storia dell’apparizione mariana del 1846 quando il 19 settembre Maria apparve a due giovani pastorelli: Mélanie di 15 anni e Maximin di 11, entrambi a servizio presso agricoltori della zona e accomunati da povertà e mancanza di istruzione, anche religiosa. Era sabato, la vigilia della festa di Santa Maria Addolorata, e i due ragazzini, che si erano casualmente conosciuti pochi giorni prima, portavano le mucche al pascolo. Improvvisamente videro una grande luce e, al centro, una Signora seduta tra le rocce che piangeva silenziosamente. Quando ella si alzò e per rassicurarli andò verso di loro visibilmente spaventati, apparve di alta statura e di aspetto maestoso e materno.

Così è infatti ritratta nella “mia” vetrata. Il disegnatore riporta l’abbigliamento della donna proprio come descritto dai due veggenti per cui dovette certamente aver letto qualche resoconto e visionato qualche immagine ricorrente: la cuffia che copre il capo, i capelli che la incorniciano, un largo grembiale sopra l’abito. Le spalle ricoperte da un breve scialle incrociato sul petto dove appare una croce trattenuta da una catenina. Piccole rose compaiono in più punti della figura, anche ai piedi, su calzari aggraziati.

Il messaggio della Signora fu molto scarno, semplice e concreto. Diceva la sua sofferenza, anche di madre, di fronte all’indifferenza religiosa, all’abitudine a lavorare anche la domenica, alla bestemmia (“imprecare mescolando il nome di mio Figlio”) attribuendo a Dio la causa del cattivo raccolto. Predisse una carestia di patate, di grano, di uva e di noci.

Era la vigilia del 1848, anno di intensi tumulti in Francia e in Europa, dovuti anche a una grave crisi economica. Quindi comunicò a ciascuno dei due ragazzini un segreto chiedendo loro di non rivelarlo a nessuno. Parlò loro in francese e in dialetto locale, invitando tutti a pregare e a cambiar vita. Usò queste parole: “Se si convertiranno, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate si troveranno seminate da loro stesse”.

Il viaggio intrapreso per visitare il santuario fu per me importante. La zona dell’Alta Provenza e soprattutto il territorio in cui sorge l’edificio a cui tutt’oggi accorrono migliaia di fedeli è primitivo e naturalisticamente affascinante. Mi facevano compagnia alcune letture, fra cui la storia della vita di quei ragazzi, profondamente segnata dall’apparizione. Furono a lungo interrogati, costretti a narrare ripetutamente quell’evento. Gli uditori unanimemente colsero il contrasto tra la rozzezza e la rusticità dei pastorelli e la serietà, la dignità e il profondo rispetto con cui essi raccontavano la visione.

Ricordo la riflessione di importanti esponenti della cultura francese come Raissa Maritain che, di fronte alle lacrime della Signora, si chiese il perché della sofferenza celeste (“Peut-on souffrir en Paradise?”) e rispose che il nostro Dio, essendo crocifisso, non può essere privo di gemito e di sentimenti abbandonici. E poi le considerazioni di Paul Claudel, di François Mauriac e di Jacques Maritain, citate dal card. Carlo Maria Martini nel discorso in occasione della sua visita al santuario nel 1989.

Rileggo oggi i messaggi della Vergine, alla viglia della Festa dell’Apparizione a La Salette celebrata in molte località in cui sorgono chiese, cappelle, edicole dedicate. Ne colgo la dimensione squisitamente femminile: l’attenzione alle “cose” corporee (i cibi da mangiare, il raccolto, la bestemmia. La parola è corpo anch’essa: sa colpire e ferire), la cura del suo portamento e abbigliamento; i riferimenti alla maternità. Avverto la forza del pianto che ella non frenò valorizzando le emozioni e gli affetti.

Mi accorgo che diverse presenze femminili mi avevano accompagnato in quel viaggio verso uno spazio verde, aspro e ruvido, vicino al cielo. Promisi a persone e amiche care che le avrei portate dentro di me in quel breve viaggio da tempo desiderato. Soprattutto avevo sentito al mio fianco Amelia, una giovane sposa, la cui storia si sarebbe intrecciata con la mia.

Così fanno i rami delle rose. Fiori non senza spine di cui la bella Signora era ornata.



La solitudine e il viaggio

 

Provo a rispondere a tutti.

Tutti quelli che avendo letto i miei romanzi vedono e sperano in me un possibile compagno di viaggio. O di sventura. In tantissimi sono ragazzi.

Con molti ho avviato dialoghi, incontri, che durano oramai da anni. Il primo a beneficiarne, lo dico a tutti, sono io, e non per piaggeria. Io trovo in loro quel che loro cercano da me.

Non una spalla su cui piangere, ma un amico che vive di fronte al mondo con una postura molto simile alla mia. Nel trovare lui rendo più forte me stesso.

Di fronte alla bestia. Alla solitudine.

Come uomini attorno a un fuoco, la relazione ci permette di affrontare le nostre paure, reali e irreali, sapendo di avere accanto un alleato disposto alla nostra stessa battaglia.

In questa epoca, almeno per noi occidentali, la battaglia è soprattutto interiore. La pandemia di covid-19, a riguardo, ci ha ricordato che ne esistono di ben peggiori rispetto a quelle che ci vedono affrontare la nostra psiche, ammesso che si possa ridurre tutto alla sola psiche.

Oggi si combatte in buona sostanza non contro il male in quanto tale, ma contro la sua proiezione. Se la bestia è la solitudine, la paura è il suo fido scudiero.

Ci sentiamo soli e disarmati di fronte ai demoni che ci vengono a cercare, e l’amicizia è l’unico scudo che abbiamo. Ci permette di sopravvivere.

Ma sarebbe semplicemente falso, fuorviante, dire che con la sola amicizia si possa sconfiggere il dramma originale che vive dentro di noi.

Perché la vera dimensione della solitudine trascende l’umano. Viaggia in verticale. I miei simili sono Fratelli tutti, per citare le parole di Papa Bergoglio, ma il nostro sangue cerca chi lo ha generato, guarda alle stelle.

Le stelle, però, non rispondono. Almeno non nella maniera in cui noi vorremmo. Sentirsi soli nell’universo, orfani.

È questa la dimensione ultima della nostra sofferenza.

Tutto rimanda all’assenza di Dio. Incolmabile. Non esiste ragione umana capace di schiavare l’universo.

Allo stesso tempo, sopravvive dentro di noi la speranza che il Padre non solo possa esistere, ma che possa essere avvicinato, amarci e proteggerci per sempre. È proprio da questa contraddizione che esplode quel sentimento di abbandono sofferto che tutti ci portiamo in grembo. Moltissimi senza averne nemmeno cognizione.

È la storia dell’uomo.

Le fede è un percorso singolare. La famiglia, come la chiesa, oppure la propria sensibilità, offrono le premesse fondamentali alla partenza. Ma il viaggio è una questione personale. Nessuno può farlo al posto nostro.

Il viaggio verso Dio rovescia l’abbandono in fiducia, la solitudine in nostalgia.

Sa che l’approdo non sarà mai quello definitivo. Almeno non in questa vita.

Ciononostante, sente il suo cuore in costante relazione con la propria origine.

Il mare che bisogna prendere per compiere questo viaggio mette paura, ci sovrasta da sempre, vive dentro ogni nostro sentimento, esperienza, domanda.

Quel mare si chiama Mistero.

E la nostra vita non può fare a meno di affrontare le sue onde.

di Daniele Mencarelli

Osservatore Romano

In viaggio per la raccolta delle olive

 

VOLOS, 08 NOV - Il periodo di emergenza sanitaria ci impedisce ancora di viaggiare, eppure, mai come oggi, vorremmo andare a scoprire luoghi e a incontrare gente; non ci resta dunque che programmare per il futuro esperienze nuove e divertenti di viaggio. Tra queste c'è la raccolta delle olive che consente di avvicinarsi ad antiche tradizioni rurali e di scoprire bellissimi territori come il Pelio, paradiso naturale della Grecia centrale, l'Andalusia tra feste e colline ricoperte di uliveti, la Provenza tra borghi e paesaggi da favola e l'Alentejo, terra ricca di castelli e pousadas.

Raccogliere le olive con la gente del posto e cucinare secondo le ricette della tradizione o partecipare alle feste della spremitura dell'olio non è ancora possibile, ma per quando lo si potrà fare vi consigliamo 4 regioni europee, tra le maggiori produttrici di olio extra vergine d'oliva, che meritano una visita proprio in queste settimane. Il Pelio, in Grecia, è una destinazione poco conosciuta ma semplice e autentica: è un paradiso naturale a poca distanza dal porto della città di Volos, a nord di Atene; in autunno si tinge di mille colori tra sentieri che si perdono tra gli uliveti e le antiche chiese fino al mare. In questo periodo dell'anno si può partecipare alla raccolta delle olive, che avviene ancora con i metodi tradizionali, e assistere nel frantoio alla spremitura dell'oro verde, al termine della quale ognuno potrà riempire le proprie bottiglie con l'olio nuovo. Questo prezioso dono della natura è anche un importante ingrediente per i piatti tradizionali: per la festa di sant'Andrea, che si celebra il 30 novembre, è consuetudine preparare i loukoumades, frittelle a base di acqua, farina, olio e miele, servite con cannella e noci o semi di sesamo tostato. Oltre a una natura incontaminata, il Pelio offre anche suggestivi monasteri e incantevoli villaggi come Portarià, con pittoresche piazze e case di pietra; Makrinitsa con il suo stupendo panorama sul golfo Pagasitikos e le sue case a forma di torre; Tsagarada, borgo dai platani secolari e le acque cristalline, e Chània con i tradizionali negozi e il suo centro sciistico. Info: visitgreece.gr Già da queste settimane gli uliveti dell'Andalusia, nel sud della Spagna, si animano di uomini e donne che staccano i frutti a mano direttamente dagli alberi o battendo i rami e raccogliendoli nelle reti sotto le piante. Nelle aziende più moderne sono le macchine a fare il lavoro, ma in molte fattorie tutto è ancora manuale e la raccolta va avanti per settimane, a volte mesi, soprattutto nelle provincie di Jaén, Siviglia e Cordoba dove gli uliveti ricoprono le colline e le distese di terra rossa. Sono tante le aziende che permettono ai visitatori di assistere e partecipare a tutto il processo della nascita dell'olio: dalla raccolta alla molitura e dalla spremitura all'imbottigliamento. Tra i frantoi più prestigiosi da visitare c'è l'azienda Núñez de Prado nel centro storico di Baena, in provincia di Cordoba, famosa per aver prodotto il primo olio biologico di Andalusia. Qui a Baena, bianco villaggio della valle del Guadajoz, la pianta si coltiva dal tempo dei fenici e non poteva mancare il museo della cultura dell'olivo.

Imperdibile è anche la festa dell'oliva di Martos, in provincia di Jaén, che si svolge dal 4 all'8 dicembre: è un appuntamento popolare interamente dedicato all'olio con degustazioni di pane, baccalà e olive e con una fiera dove sono esposte le novità usate nei frantoi. Fuori città, a Mengíbar, merita una visita il museo attivo dell'olio d'oliva sostenibile Terra Oleum. A Siviglia la raccolta delle olive è preceduta e seguita da feste popolari coinvolgenti: Arahal, delizioso borgo tra i campi di girasole e gli uliveti, è un grande centro di produzione di olive da tavola; qui la feria del Verdeo, festa di interesse nazionale, è il luogo perfetto per chi ama mangiare bene e ballare flamenco. Info: spain.info Dall'aroma fruttato, leggermente denso ma anche amaro, piccante o dolciastro, delicato o intenso: è così l'olio d'oliva portoghese, ingrediente fondamentale della sua ricca gastronomia. Ben 6 regioni vantano la denominazione di origine protetta ma è l'Alentejo la zona dove c'è la maggior produzione del Paese. E' una regione bellissima con immense pianure ricoperte di campi di grano e punteggiate da ulivi, querce da sughero e fattorie bianche di calce; nascosti nelle pieghe di questa infinita campagna fertile spuntano borghi e cittadine d'arte dal sapore antico, ricche di storia. La regione vanta un pregiato oro verde e le olive in salamoia di Elvas e Campo Maior, di alta qualità e certificazione dop; sempre a Campo Maior merita una visita il Lagar-Museu do Palácio Visconde d'Olivã, uno spazio dedicato all'olivicoltura dove è stato ricreato un frantoio e con una sala multimediale dove viene spiegato il processo di lavorazione e trasformazione dell'olio.

Infine a Moura c'è il museo dell'olio Lagar de Varas do Fojo con un frantoio del XIX secolo. La regione fa parte di un progetto di strade dell'olio, dove si cammina tra aziende produttrici per visite guidate e degustazioni di oli con la tiborna, una bruschetta saporita. Info: visitportugal.com L'olio d'oliva della Provenza è il grande protagonista della gastronomia del sud della Francia. Anche qui c'è la possibilità di unire l'esperienza della raccolta delle olive alla scoperta del territorio: dalle passeggiate tra gli uliveti alle degustazioni nei frantoi e allo shopping nei negozi specializzati. Punto di partenza è il museo dell'olio d'oliva di Oppéde, nel Lubéron, dove c'è la ricostruzione di un vecchio frantoio con le tecniche di raccolta ed estrazione dell'olio. Da qui ci si sposta a Baux-de-Provence e a Mouriès, dove il paesaggio è scandito dagli uliveti e dove alcuni produttori come Moulin CastelaS e Moulin Saint-Michel aprono le loro aziende per fare passeggiate tra le piante, visitare i frantoi e fare degustazioni dei migliori cru d'olio della Provenza. E' proprio a Mouriès che si svolge una festa dedicata alla raccolta e all'olio nuovo con bancarelle e mercatini. Infine merita una visita l'Ecomuseo L'Olivier di Nyons dove si trovano tutte le varietà d'olio regionali e in particolare le olive picchiettate Aop della zona delle Baronnies Provençales. Qui, a partire da novembre, si degustano queste specialità che si festeggiano il 19 dicembre con degustazioni e mercatini. Info: it.france.fr/it.

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GRAZIE AL MONITORAGGIO DEI PRESIDI ESTERI ENIT ECCO LA FOTOGRAFIA DELL'EVOLUZIONE DELLE PROSPETTIVE DI VIAGGIO

 Aggiornamenti in tempo reale su spostamenti, possibilità di viaggio e regole da seguire. Enit, che già sta sostenendo dal primo lockdown la filiera turistica con i bollettini sull'andamento del settore, ora fotografa anche la situazione internazionale grazie alle 28 sedi nel mondo dell'Agenzia, presìdi per cogliere i trend rinnovati e orientare la domanda. L’informazione in tempo reale completa di ogni dettaglio su come e dove viaggiare per spostamenti in sicurezza è consultabile sul sito di Enit.it
Oltre alla riorganizzazione dei servizi offerti o allo sviluppo di nuovi prodotti, sarà strategico, infatti, per il rilancio la capacità di analizzare i dati e comprendere il sentiment della domanda, fornendo informazioni qualitative in grado di poter orientare le scelte strategiche. 
Dal monitoraggio di questa settimana emerge un nuovo dinamismo del comparto con tentativi di riattivazione dei collegamenti internazionali con l'Italia. Ad esempio i francesi stando al sondaggio Interface Tourisme, manifestano la voglia di Italia che risulta al terzo posto tra le mete privilegiate delle intenzioni di viaggio (75%) dopo Grecia (83%) e Portogallo (81%). Da Uk tutte le compagnie stanno volando verso Italia ma con meno frequenza, così come anche la Svizzera che ha ripristinato tutti i collegamenti aerei da Ginevra e Zurigo. L'Italia inoltre risulta ai primi posti tra le destinazioni più desiderate dai canadesi secondo un sondaggio  condotto da Travelzoo, portale di offerte online. Nello studio l'Italia è la prima meta che intendono visitare non appena si potrà tornare a viaggiare. Sono state attivate rotte domestiche nuove com Bari/Palermo da Ryanair, segnale di nuovi investimenti per il turismo domestico. La prossima stagione invernale sarà all'insegna della garanzia delle misure di sicurezza per tutti i cittadini europei e dell'assistenza in caso di necessità. Molte località mostrano di essere già pronte come alcune destinazioni neve che si stanno organizzando con rimborsi garantiti in caso di lockdown: 
www.dolomitisuperski.com/Covid-20-21. Inoltre nella conferenza stampa di Enit ieri in Uk è emerso anche che London Heathrow ha lanciato un lamp test a pagamento per chi parte e che, in questa direzione, la Iata ha proposto alla Commissione Europea di muoversi verso un sistema di test in partenza dagli aeroporti, riconosciuti a livello europeo, per garantire il movimento tra stati senza quarantene, attraverso corridoi sanitari da prevedere a partire dal 2021: www.iata.org/en/pressroom/pr/2020-10-02-01/
Il turismo di domani dovrà riservare anche maggiore attenzione all’ambiente, favorendo una mobilità dolce e incentivando l’uso dei mezzi pubblici. Inoltre, gli intervistati da Enit suggeriscono di favorire un turismo di prossimità riducendo gli impatti legati agli spostamenti. Aspetto importante è anche quello della valorizzazione del Made in Italy e dei prodotti locali e di una maggiore cooperazione tra gli operatori turistici e le istituzioni. Centrali al rimodellamento dell'offerta anche la flessibilità nelle prenotazioni, le misure sanitarie adottate dagli operatori e le iniziative messe in atto per gestire i flussi turistici per garantire sempre più tutele. 
Sarà premiante una rassicurante gestione dell'emergenza virtuosa da parte dei territorio che potrebbero essere così privilegiati per il senso di sicurezza ed esclusività che trasmettono come isole resort, luoghi poco affollati che offrono esperienze autentiche e naturalistiche. 
I viaggi a lungo raggio saranno più vulnerabili soprattutto per le città d'arte fortemente legate al turismo long haul e conta più che mai creare un'offerta che valorizzi la stagionalità e ogni tipologia di destinazione, anche parallele con una forte connotazione peculiare rispetto a quelle già note.  
"Il settore sta modificando il proprio assetto e il supporto economico darà respiro al comparto e consentirà di assecondare le connotazioni sempre più sostenibili nonché il riposizionamento dell'offerta, accelerando cambiamenti strutturali presenti anche nel piano triennale dell'Agenzia" dichiara Enit. "La ripartenza è una sfida da affrontare uniti per trasformare la contingenza in opportunità e accelerare i cambiamenti di sviluppo turistico, puntando anche ad una decongestione delle località più affollate e cercando di limitare il turismo massivo per favorire una maggior qualità dell’offerta, con attenzione ad esperienze di viaggio personalizzabili. L’opportunità è quella di valorizzare destinazioni secondarie, ridistribuendo i flussi all’interno del territorio e creando maggiori connessioni" conclude Enit.



Pronto il viaggio in bus da record: 20.000 km da Delhi a Londra in 70 giorni

Sembra quasi uno di quei bus Hop on-hop off onnipresenti nelle grandi capitali mondiali (e di questi tempi mezzi vuoti). Solo che su scala globale. Il progetto si chiama “Bus to London”, salvo evoluzione della pandemia è in programma per il prossimo maggio e l’ha messo in piedi la società specializzata Adventures Overland. Si tratterà della linea di autobus più lunga del mondo: un’impresa che attraverserà 18 paesi nel giro di 70 giorni. Effettuando ovviamente fermate e soste anche di un giorno che daranno l’occasione ai fortunati passeggeri di scendere e visitare le decine di città attraversate, risalire e proseguire. Partenza da Delhi, in India, destinazione Londra.
 
Una traversata epica da 20mila chilometri che in qualche maniera ricorda la storica “Hippie Trail”, la popolare avventura che dagli anni Cinquanta ai Settanta ha portato tanti europei (e australiani, giapponesi e americani) a imbarcarsi via terra verso l’Asia, e in particolare l’India. Anche se “Bus to London” proporrà ovviamente un giro diverso anzitutto perché opposto e poi perché interesserà la Cina per ripercorrere l’antica Via della seta fra Kyrgyzstan, Uzbekistan e Kazakhstan. Se l’”hippie trail” era una forma di turismo alternativo all’insegna del risparmio, la nuova impresa in cantiere è invece roba da ricchi: i biglietti, appena una ventina quelli in vendita per il primo viaggio, costeranno intorno ai 15mila euro. Non proprio i voli spaziali di Virgin Galactic ma neanche le traversate in autostop e negli ostelli a basso costo dei “baby boomer” in cerca del misticismo orientale.
 
Pronto il viaggio in bus da record: 20.000 km da Delhi a Londra in 70 giorni

Londra, Tower Bridge

In effetti gli organizzatori puntano anche a riallacciarsi a un’altra tradizione, quella dei tour organizzati in autobus dalle sigle Silver Express, Albert e Indiaman. Il più popolare, passato alla storia, fu quello messo in piedi nel lontano 1957 da Oswald-Joseph Garrow-Fisher sul mezzo battezzato appunto The Indiaman: partito da Londra il 15 aprile 1957 con venti passeggeri a bordo, il bus raggiunse Calcutta il 5 giugno successivo. Per poi rientrare nella capitale il 2 agosto seguente. All’epoca un biglietto di sola andata costava 85 sterline ma la rotta fu un po’ diversa da quella di “Bus to London”: attraversò Francia, Italia, Jugoslavia, Bulgaria, Turchia, Iran e Pakistan prima di raggiungere l’India. Stupisce che a nessun regista sia ancora venuto in mente di girarci un film.
 
La nuova scommessa, che gli organizzatori definiscono “il più lungo viaggio in autobus al mondo”, sarà certo complessa ma comunque all’insegna della massima comodità possibile: poltrone reclinabili in stile “business class” con ampio spazio per le gambe, connessione Wi-Fi, punti di ricarica, armadietti privati, sistemi di intrattenimento con porte Usb e ausiliarie e molte altre amenità a disposizione dei passeggeri. Insomma, quasi un’esperienza da viaggio aereo di lusso.
 
Pronto il viaggio in bus da record: 20.000 km da Delhi a Londra in 70 giorni
La stazione di partenza sarà quella di Delhi – per cui chi volesse imbarcarsi dovrà prima volare in India salvo acquistare un biglietto per il ritorno, ma a quel punto dovrà tornarsene a casa in aereo – e si punterà a Est, verso il Myanmar, prima di entrare in Thailandia per la tappa di Bangkok. Si guiderà poi verso Nord, per attraversare il Mekong e visitare il Laos. Ancora, si sconfinerà nello Yunnan cinese fermandosi nella megalopoli Chengdu (quasi 17 milioni di abitanti) attraversando il paese-continente, verso il deserto del Gobi e riconnettendosi a parte della via della Seta dopo la quale l’autobus dei record sconfinerà in Russia, fermando a Mosca, e attraverserà l’Europa dai Baltici a Bruxelles via Polonia, Repubblica Ceca e Germania. Dopo più di due mesi di viaggio, l’avventura si concluderà dunque nella capitale britannica. Ma anche in questo caso, come in quello dell’Indiaman, il bus tornerà alla base ripercorrendo l’itinerario al contrario.
 

“Bus to London” non nasce dal nulla. Ha alle spalle viaggi simili (ma in automobile, fra 2017 e 2019) ed è un progetto figlio degli indiani Sanjay Madan e Tushar Agarwal, già insigniti di diversi titoli dal Guinness World Record e dal Limca Book of record. Viaggiatori, travel blogger, coordinatori di esperienze simili, personaggi tv per Discovery Science & Turbo: la loro Adventures Overland, fondata nel 2012, è appunto specializzata in road trip intercontinentali, davvero in ogni angolo del pianeta dai deserti alle autostrade futuristiche fino alle catene montuose: “Nei nostri viaggi, incontrerai te stesso”, dicono i due fondatori. Intanto, conviene consultare il programma di viaggio dettagliato, diviso in quattro parti, acquistabili anche separatamente e a prezzi inferiori. Ma la priorità a bordo ce l’avrà chi deciderà di salire a Delhi e scendere a Londra. 

Repubblica Viaggi

Viaggio di Enea candidato all'Itinerario Culturale d'Europa



Il viaggio di Enea, l'eroe troiano che toccò 5 Paesi alla ricerca di una nuova patria, è candidato al riconoscimento quale Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa: in Italia approdò in Puglia, narra Virgilio che tra l'altro finì i suoi giorni a Brindisi. Qui il progetto La Rotta di Enea, ieri a Lecce, è stato presentato in un convegno dedicato all'autore dell'Eneide, con Paolo Fedeli, accademico dei Lincei, la vicepresidente del Congresso dei poteri locali del Consiglio d'Europa Barbara Toce, il presidente dell'associazione Rotta di Enea, Giovanni Cafiero e l'assessore regionale alla cultura, Loredana Capone, in collaborazione con la Camera di Commercio di Brindisi e Assonautica.

Il viaggio dell'eroe figlio di Afrodite si snoda in Turchia, Grecia, Albania, Tunisia e Italia, con 21 tappe principali in luoghi suggestivi della civiltà mediterranea: l'approdo nel basso Salento è collocato a Castrum Minervae, l'odierna Castro (Lecce), dopo la sosta a Butrinto (Albania). Qui nasce il periplo di Enea nell'Italia meridionale, dall'Adriatico al Tirreno, percorso che oggi il progetto propone con "un forte valore per il rilancio del Mezzogiorno" e con la città di Brindisi, tappa crocieristica, punto di incontro anche con la via Appia che da qui conduce a Roma. "Enea che porta con sé il Palladio, la statua di Atena, divinità protettrice della Città - spiega Cafiero -, in viaggio con il padre Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio per mano, rappresenta una metafora che può guidare il rilancio del Mezzogiorno in un contesto Euromediterraneo: fedeli alle proprie tradizioni ma proiettati verso un futuro aperto agli scambi culturali, al turismo, all'economia del mare". 

ansa

C'è sempre un motivo per cui si parte per un viaggio.


DANIELA COLLU, 'VOLEVO SOLO CAMMINARE' (A. Vallardi, pp. 176 - 14,90 euro). C'è sempre un motivo per cui si parte per un viaggio. Ancora di più, forse, se si sceglie di farlo da soli, a piedi, sul Cammino di Santiago di Compostela. ''Io - racconta all'ANSA Daniela Collu - avevo 15 giorni 'liberati' da un lavoro che avevo rifiutato. Quel tempo volevo riempirlo di qualcosa che avesse senso. Non solo una vacanza, ma un'esperienza''. In tutto 370 chilometri in 11 giorni, sui passi dei pellegrini che nel Medioevo erano diretti dalla tomba dell'Apostolo Giacomo il Maggiore (sulle strade francesi e spagnole oggi Patrimonio Unesco), con uno zaino di sette chili sulle spalle, che ora la Collu, classe 1982, conduttrice televisiva, speaker radiofonica e autrice del blog Stazitta, racconta in ''Volevo solo camminare'', divertente vademecum-diario di bordo personale, edito da A. Vallardi.
''Non sono una super sportiva, ne' avevo motivazioni religiose a spingermi'', racconta lei, atea patentata, natura-resistente, camminatrice poco convinta e, per chi lo sospettasse, neanche in crisi sentimentale. '''Non fa per me, come mi salta in mente?', me lo sono ripetuta mille volte prima di partire - ammette - Fino a che ho trovato una motivazione più semplice di quanto si possa pensare: lo faccio semplicemente perché ho le gambe. Sono partita pensando che non ce l'avrei fatta. Ma mi sono lanciata e ho fatto bene''. Ecco allora che il libro raccoglie, con grande ironia, il ''suo'' Cammino di Santiago, scelto, riflette, ''forse un po' per vigliaccheria: non avendo mai sperimentato un'esperienza del genere è un percorso molto ben segnalato e organizzato''. Primo passo, il bagaglio. Indispensabili per la ''sopravvivenza'' di piedi, ginocchia e schiena, alcune piccole accortezze, dalle scarpe giuste allo zaino tattico. ''Per questioni di tempo io ho percorso 'solo' un pezzo del cammino francese, da Leon da Santiago di Compostela - prosegue l'autrice - Non si prenota niente. Sai da dove parti e sai dove arrivi.
Tutto quello che c'è in mezzo è una sorpresa, nel bene e nel male. Basta concentrarsi sul proprio corpo, puntare sul proprio coraggio, aggiungere un pizzico di incoscienza e scopri, ad esempio, di avere una piccola parte avventurosa, anche se sei nata e cresciuta a Roma. Quando viaggi da solo, poi, sei davvero tu il metro della tua esperienza. Non hai ritmi, esigenze o umori altrui cui adattarti''. Sul cammino si recupera il ritmo, il senso della distanza, il passo giusto, e si respira a pieni polmoni, fino a sentire un vento nuovo dentro. Soprattutto si incontrano persone e storie che diventano importanti almeno quanto la freccia che ti accompagna al traguardo. Come Domenico e Vittorio, catanesi di 70 e 76 anni, uno cieco e l'altro sua guida da sempre. O Falk, che sul cammino di Santiago ha incontrato la futura madre di suo figlio; Leon e Luigi, diventati inseparabili; Simone che ha ''il dono della socialità'' e arriva sempre con il rimedio giusto a ogni problema. ''Siamo stati gli uni per gli altri compagni silenziosi e rumorosissimi - racconta la Collu - Siamo stati fidanzati e amici quando quelli erano troppo lontani, siamo stati famiglia quando bisognava farsi carico della stanchezza e del dolore fisico. Questi ragazzi sono stati per me il motivo e il motore dell'arrivo a Santiago. Oggi - prosegue la Collu - ho il camminare come linguaggio. Non ragiono più in tempo, ma in distanze: 'quanto ci vuole per arrivare? Sono solo cinque chilometri '. Ed è come se ogni viaggio si adattasse a me.
Accetterei anche di andare a dormire per venti giorni nella foresta amazzonica. Soprattutto - conclude - sto cercando di capire quando avrò tempo per gli altri 500 chilometri del Cammino che mi mancano''. (ANSA)

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale

Ponte 1 novembre: oltre 7 milioni 300 mila italiani in viaggio

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 Un piccolo riscatto dopo un'estate in chiaroscuro. Il Ponte di Ognissanti, con la complicità di un calendario particolarmente favorevole, manda buoni segnali per il turismo italiano con oltre 7 milioni di italiani in viaggio. A fare il pieno saranno le tradizionali mete d'autunno: città d'arte e montagne. Emerge sia dalla rilevazione di Federalberghi che da quella di Federturismo Confindustria.
Secondo Federalberghi, che raccoglie oltre 33 mila alberghi italiani, saranno in movimento circa 7 milioni e 304 mila italiani, con un lieve incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

La grandissima maggioranza trascorrerà la propria vacanza in Italia (88%): predilette le città d'arte (28%), la montagna (27,6%) e il mare (17,1%). Buone performance anche per i laghi (4,5%) e le località termali (4,2%). Per chi va all'estero, le mete più ambite sono le grandi capitali europee (63,2% dei casi). Il 13,2% andrà al mare, il 7,9% nelle grandi capitali extra-europee, il 5,3% in montagna. La casa di parenti o amici sarà l'alloggio preferito dal 30,8% dei viaggiatori, a stretto giro seguita dall'albergo (23,7%) e dalla casa di proprietà (11,4%). Ogni persona spenderà mediamente 326 euro fra trasporto, vitto, alloggio e divertimenti, con un giro di affari complessivo di circa 2,38 miliardi di euro.
"Numeri significativi - dice il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - che confermano come la dimensione del viaggio, oltre a rappresentare sempre più un bene primario, che migliora la qualità della vita, contribuisce in modo determinante allo sviluppo economico del Paese. Confidiamo che le istituzioni non vogliano far mancare il proprio supporto e rimaniamo in attesa di conoscere i dettagli della manovra di bilancio, alla quale chiediamo risposte concrete per il nostro settore".
Continua a salire la quota di chi consulta la Rete: il 60,3% degli intervistati dichiara di utilizzare i social media e il web per decidere o quantomeno informarsi sull'offerta nelle diverse località, sui prezzi e sulle strutture di interesse (52,5% nel 2017). Il 57,3% - secondo Federalberghi - "salta" i portali e si rivolge direttamente all'albergo, prenotando sul sito internet della struttura (29,7%) o contattandolo mediante telefono, e-mail o altro mezzo (27,6%). Le prenotazioni dirette crescono a doppia cifra rispetto al ponte di Ognissanti 2017 (45,4%), grazie al numero sempre maggiore di offerte che gli alberghi italiani riservano a chi contatta direttamente la struttura.

Croazia un mare di cultura


Mljet (Meleda), Lokrum (Lacroma). Sono alcune delle località della Croazia, mete gettonatissime del turismo europeo ed internazionale. Sono straordinari i mari delle isole che circondano l’Istria.

Croazia: un mare di cultura

Ci sono 10 siti riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’Unesco che sono a breve distanza di ormeggio l’uno dall’altro: Poreč (Parenzo), Zadar (Zara), Šibenik (Sebenico), Trogir (Traù), Split (Spalato), Stari Grad (Cittavecchia) e Dubrovnik (Ragusa). Oltre alla cultura, la Croazia è tutta da assaporare. Con il pesce e i frutti di mare tra i più saporiti che si possano trovare, pescati sul posto e freschi.
Tra le mete preferite le baie delle isole Kornati (isole Incoronate) come quella di Žut, un’isola senz’acqua corrente, elettricità o traghetti, ma con ristoranti che offrono piatti di mare eccellenti. Si può assaggiare il famoso agnello di Pag (Pago) a Kornat (Incoronata), lo slow food nella sua migliore espressione. E’ possibile navigare circondato da una fauna selvatica meravigliosa e da bellezze naturali.

La natura della Croazia

Più di un decimo del territorio è coperto da parchi nazionali e naturali. Alcuni dei luoghi più suggestivi possono essere visitati in barca nei parchi nazionali di Mljet (Meleda), Krka (Cherca), Paklenica, Kornati (isole Incoronate) e Brijuni (Brioni). Il Parco Nazionale di Brijuni (Brioni) è stato la residenza estiva di un ex presidente ed offre un’esperienza faunistica straordinaria ospitando ancora una collezione spettacolare di fauna selvatica donata dai 60 capi di stati che visitarono la residenza. Chi è interessato ad esempi di fauna autoctona ancora più selvatica, può programmare una visita al rifugio dei grifoni, a Cres (Cherso).




Croazia: le mete più interessanti

Da visitare l’isola della Vitalità e la statua di Apoxyomenos, antica ben 3000 anni, a Lošinj (Lussino). Da acquistare souvenir in corallo a Zlarin (Zlarino). E’ interessante fare vela verso le basi sottomarine segrete di Vis (Lissa) e Lastovo (Lagosta). Da mettere in agenda una visita all’isola di Brač (Brazza) per vedere le pietre usate per costruire la Casa Bianca. E ancora visitare un arboreto, una galleria d’arte e la vigna coltivata all’altitudine più bassa del paese sull’isola di Sveti Klement (Isola di San Clemente). Tra le perle croate il teatro pubblico più vecchio d’Europa a Hvar (Lesina). Unica l’immersione per cercare spugne naturali a Krapanj (Crappano) e coralli a Zlarin (Zlarino). La Croazia, ricca di isole da scoprire, è la meta ideale per una spettacolare vacanza per l’estate 2018.
europanelmondo.it

Viaggio di maturità: ecco 10 mete imperdibili

iStock.  © Ansa

Un altro anno scolastico sta per concludersi e la prova di maturità è alle porte. Tra decine di compiti in classe, interrogazioni, mega-ripassi di gruppo e notti insonni trascorse per racimolare qualche punto di media in più, ogni maturando che si rispetti si trova a dipanare un’ulteriore questione: la scelta del viaggio di laurea. Viaggio culturale o all’insegna della festa? Città d’arte, località di mare o Interrail? Pianificare ogni dettaglio o partire all’avventura? Mettere d’accordo tutti i vostri amici potrebbe non essere così facile. Ma sappiamo che ciò che tutti loro desiderano è una cosa: divertimento ad un prezzo conveniente. Ecco i suggerimenti di Hotels.com:
Agricamper Torre Sabea, Gallipoli - Chiedete ai vostri genitori la monovolume sette posti e mettetevi alla guida! Scendendo lungo la costa pugliese, il mare è sempre più limpido. Gallipoli non è solo il centro di attrazione per tutti i giovani della Penisola in cerca di svago a basso costo, ma anche un punto di partenza per arrivare alle innumerevoli spiagge circostanti, come Baia Verde, Punta Pizzo e Punta Suina. Questo campeggio è dotato di Bungalow ed è situato sopra il Golfo di Gallipoli, l’ideale per rilassarsi dopo le giornate di sole cocente, gli aperitivi in spiaggia o le nottate passate a ballare. 
Blue Pearl Hotel, Sunny Beach - Low-cost e divertimento trovano la propria sintesi ideale a Sunny Beach, in Bulgaria, sulle rive del Mar Nero. Questa meta “nascosta” al pubblico italiano, ma ben nota a quello dell’Europa più settentrionale e dell’est, brilla di una sabbia così dorata da far invidia alle sorelle balneari europee. L’All Inclusive Blue Pearl Hotel, affacciato sul mare, occupa una posizione fantastica ad un prezzo davvero competitivo. Anche per quanto riguarda il divertimento non troverete ostacoli: a Sunny Beach ci sono circa 30 discoteche tra cui scegliere. 
My Apartments, Tallinn - Tallinn, capitale europea affacciata sul Golfo di Finlandia, potrebbe essere la destinazione a cui non avevate ancora pensato. Circondata da Riga, San Pietroburgo, Helsinki e Stoccolma, è la soluzione ottimale per staccare dal torrido caldo mediterraneo dell’estate. Le favolose stanze proposte da My Apartments si trovano a due passi dalla città vecchia. Prendetevi del tempo per scoprire questa città meravigliosa, o approfittate della sua posizione strategica per avventurarvi in un tour Baltico: una soluzione alternativa alle classiche vacanze di maturità spiaggia-mare-discoteca. 
Villa Nireas, Mykonos - Tra le vostre opzioni, non può mancare la Grecia. Mykonos, d’estate, come le altre isole delle Cicladi, si riempie di giovani provenienti da tutta Europa, per diventare luogo di festa e piacere. Questo complesso di appartamenti in pieno stile greco dista meno di un chilometro e mezzo da Paradise Beach, una delle più spiagge più famose e mondane dell’isola. 
Jacobs Inn - Hostel, Dublino - Non fatevi ingannare dalle due stelle: Jacobs Inn è l’ostello più consigliato di Dublino. Ammirate dal vostro terrazzo la vibrante città irlandese, patria della musica folk e della Guinness. Avrete centinaia di pub e bar tra cui scegliere per gustare in compagnia la vera birra irlandese e la migliore musica live. E non preoccupatevi del meteo! Anche se a Dublino il tempo è spesso variabile, questo ostello include una serie di servizi ricreativi tra cui biliardo, giochi da tavolo, ping pong e una stanza “cinema” con Netflix. 
AMANO Home, Berlino - Nel cuore del continente europeo, la capitale tedesca potrebbe essere destinata a stupirvi. Realtà innovativa e in forte crescita, Berlino rappresenta per certi versi la città modello del ventunesimo secolo, e gli appartamenti Amano Home sono posizionati in una posizione troppo comoda per non riuscire ad assaporare tutto quello che la città ha da offrire. Se avete paura di essere troppo lontani dal mare, nessun problema! A Berlino esistono dei club dotati di spiagge artificiali, per chi sente la mancanza della sabbia sotto i propri piedi, dove rilassarsi ed ascoltare un po’ di chill-out in sottofondo. 
Eric Vökel Boutique Apartments Gran Vía Suites, Barcellona - Barcellona è l’esempio ideale di meta di viaggio post-maturità. Città ricca di storia, spunti creativi, percorsi culturali e dal ritmo notturno frenetico. Questi appartamenti “Boutique”, situati vicino a Piazza di Spagna, distano 20 minuti di metro dal vostro mojito sulla spiaggia di Barceloneta e soli 6 minuti a piedi dalla Sagrada Familia. Sono decine i posti in cui provare la cucina tipica catalana, abbastanza da mangiare tapas per una settimana! 
The Student Hotel, Amsterdam - Che vogliate o meno continuare la vostra esperienza accademica, “L’Hotel Degli Studenti” fa al caso vostro. Questo ostello della gioventù 2.0, ripensato in chiave innovativa appositamente per giovani viaggiatori, include sala da biliardo, sala giochi, noleggio bici, bar e molti altri servizi. Potrete conoscere nuovi compagni di viaggio ed assaporare lo spirito di una città sempre più cosmopolita, in cui sarà difficile annoiarsi. 
Ibiza Heaven Apartments, Ibiza - Si sa che Ibiza è sinonimo di divertimento. Prenotate agli Ibiza Heaven Apartments, allacciate le cinture e preparatevi a vivere l’Isla più movimentata del Mediterraneo. Se vi piacciono le feste, trovare qualcosa di adatto a voi sarà l’ultimo dei problemi. Per tutta l’estate, Dj di fama internazionale ed emergenti faranno di Ibiza il paradiso della musica da ballo e non. I ricordi della maturità e dello studio tra i banchi di scuola saranno più lontani che mai. 
Marlin Waterloo, Londra - Se volete che la vostra meta sia una città dinamica, contemporanea, capace di stupirvi sotto diversi punti di vista, sicuramente Londra dovrebbe essere nella vostra lista. E Il Marlin Waterloo è posizionato proprio nel centro della città, a qualche passo da Big Ben, il che lo rende perfetto per raggiungere qualsiasi quartiere vogliate visitare. La struttura offre degli appartamenti con una vista superlativa, dotati di ogni comfort. Wifi, Cucina, Microonde, Tostapane: tutto quello di cui avrete bisogno, ci sarà! 
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