Visualizzazione post con etichetta cinema. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cinema. Mostra tutti i post

Spettacolo. È morto il regista Alessandro D'Alatri

È morto oggi per malattia il regista Alessandro D'Alatri. Romano, 68 anni, ha firmato molti film, da Americano Rosso a La Febbre, fiction tv come I bastardi di Pizzofalcone, Il Commissario Ricciardi e Il Professore, ma anche videoclip musicali e tantissimi spot pubblicitari.

Aveva vinto nel 1991 il David di Donatello come miglior resista esordiente per Americano Rosso.

ansa.it

Ponti di primavera a Cinecittà World e Roma World. E il 2 giugno apre Aqua World

Fantasia, intrattenimento immersivo e adrenalina anche nei ponti di primavera a Cinecittà World, il Parco divertimenti del cinema e della tv di Roma che offre 40 attrazioni, 7 aree a tema dedicate ai principali generi cinematografici (Cinecittà, Roma, Spaceland, Far West, Adventureland, Il Regno del Ghiaccio, Aqua World), 6 spettacoli live al giorno e oltre 60 eventi in calendario. Per trascorrere un giorno di festa fuori dal comune si può vivere un’esperienza esclusiva volando a 12 metri di altezza nella Firenze del 500 di Leonardo su Volarium, unico flying theatre in Italia, esplorando i gironi danteschi di Inferno la montagna russa indoor al buio o provando Altair, il roller coaster che detiene il record di inversioni in Europa.

Il viaggio prosegue poi a Jurassic War dove, a bordo di un treno tramite un tunnel immersivo, gli ospiti vengono trasportati indietro di 60 milioni di anni tra terrificanti DinosauriE per chi cerca un po’ di fresco le discese a 70km/h nell’acqua di Aktium e le 4 attrazioni de Il Regno del Ghiaccio, unico playground sulla neve e sul ghiaccio del Belpaese.

Il ponte del 2 giugno apre Aqua World, fase uno del nuovo parco acquatico di Cinecittà World, dove prendere il sole tra spiagge di sabbia, la Cinepiscina e il fiume lento Paradiso. “Questa estate il divertimento raddoppia: inaugureremo Vortex e Boomerang, due nuovi spettacolari scivoli di ultima generazione, da vivere in compagnia” dichiara l’amministratore delegato di Cinecittà World, Stefano Cigarini.

Per chi preferisce vivere un’esperienza immersiva e unica che riporta indietro nel tempo di 2000 anni, a pochi passi da Cinecittà World c’è Roma World. Nel nuovo experience park dell’Antica Roma si vivono le emozioni di un giorno da Antico Romano completamente immersi nella natura. Qui adulti e bambini possono assistere agli spettacoli dei gladiatori, agli show di falconeria, provare il tiro con l’arco, apprezzare la biodiversità prendendo parte al tour botanico. E ancora: mangiare nella Taberna all’insegna della tradizione romana, fare un giro nell’antico mercatino e perdersi tra i sentieri del suggestivo Bosco Magico (novità a partire dal 2 giugno) in un percorso di luci, suoni ed effetti speciali. È un luogo da favola per i bambini che possono incontrare da vicino gli animali della fattoria e ammirare il volo dell’aquila e degli altri rapaci.

in ansa.it - viaggiart

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - Turismo Culturale turismoculturale@yahoo.it)

 

Cultura e spettacolo. Moretti a 69 anni torna a fare un film in cui recita nel ruolo di se stesso

Il 20 aprile esce nelle sale il nuovo film che sarà in concorso per la Palma d'Oro al 76esimo festival di Cannes. Il regista torna a fare un film in cui recita nel ruolo di se stesso, mettendosi a nudo e rispolverando le sue manie, idiosincrasie e insofferenze che lo hanno reso famoso e popolarissimo

AGI - “In ‘Il sol dell’avvenire’ ci sono temi e personaggi affrontati nei miei film precedenti. Recitazione, regia e scrittura sono un po’ diversi perché si cambia più al livello personale che professionale. Nei decenni si può cambiare, poco, e questo si riflette nella recitazione, nella scrittura e nella regia”. Così Nanni Moretti alla presentazione romana del suo ultimo film, in 500 sale dal prossimo 20 aprile, in concorso per la Palma d’Oro al 76esimo festival di Cannes. Una dichiarazione che non è affatto banale nella sua ovvia semplicità.

Moretti a 69 anni torna a fare un film in cui recita nel ruolo di se stesso, mettendosi a nudo e rispolverando le sue manie, idiosincrasie, passioni e insofferenze che lo hanno reso famoso e popolarissimo dai tempi di ‘Io sono un autarchico’, ‘Ecce bombo’ e ‘Sogni d’oro’. Ed è una sorta di omaggio che Nanni Moretti fa al suo cinema e a se stesso, da Michele Apicella in poi.

In ‘Il sol dell’avvenire’ ritorna al metaracconto del film nel film: se in ‘Aprile’ voleva realizzare un musical su un pasticcere trotskista (già accennato in ‘Caro diario’), stavolta il film che sta girando il regista interpretato da Moretti, che si chiama Giovanni come lui, è ambientato nel 1956 a Roma nei giorni dell’invasione sovietica dell’Ungheria. Un film in cui vuole riflettere sullo spaesamento dei comunisti di allora – interpretati dagli attori Silvio Orlando e Barbora Bobulova -  che si trovano a confrontarsi con la realtà e con un circo ungherese Budavari (ricordate ’Palombella rossa’ e quella ripetizione ossessiva da parte di Silvio Orlando, nel ruolo dell'allenatore della squadra di pallanuoto di Moretti, della frase: “Marca Budavári! Marca Budavári! Marca Budavári!”?).

Un film che si intreccia con la vita del protagonista (Nanni Moretti), un uomo di mezza età che vive un rapporto stanco con la moglie produttrice (Margherita Buy) che ha una figlia musicista (Valentina Romani) che scriverà le musiche del suo film e che si innamora di un uomo molto più anziano di lei (Jerzy Stuhr). La realizzazione del film, con i problemi economici (necessario l’intervento dei produttori coreani dopo quello annunciato ma poi tramontato di Netflix), le incomprensioni con tra il regista che vuole fare un film politico e la protagonista (Barbora Bobulova) che invece ritiene che sia un film d’amore e coinvolge nella sua idea il collega e – nel film nel film – caporedattore dell’Unità e capo della sezione di partito del quartiere Quarticciolo di Roma (Silvio Orlando).

Questo è il racconto in estrema sintesi di ‘Il sol dell’avvenire’. Sembra esaustivo, ma in realtà non dice nulla. Perché il film di Moretti è altra cosa. E’ un ritorno all’antico, è la voglia di prendere in prestito la propria figura di intellettuale insopportabile e odioso e criticare (se non mettere alla berlina) quelle che secondo lui sono delle cose inaccettabili.

Torna la mania delle scarpe di cui Moretti, come già molti anni fa in ‘Bianca’, ne fa una questione filosofica e esistenziale: l’attrice che arriva con i sabot è per lui una sorta di violenza. Le scarpe sono aperte davanti e dietro o sono chiuse davanti e dietro Non esiste una via di mezzo. E poi il concetto si ripete in una delle scene destinate a diventare di culto quando, in macchina con la moglie, parla dell’orrore delle pantofole (qui cita Panatta di ‘La profezia dell’armadillo’ facendo il rumore delle pantofole al suolo o delle scarpe indossate da Anthony Hopkins in ‘The Father’ sotto il pigiama) che accetta solo in Aretha Franklin in ‘The Blues Brothers’.

Ma non sono solo le scarpe a tornare. Moretti rispolvera tutto il suo repertorio, dall’odio per le parole straniere usate con ostinazione e ostentazione dai rampanti giovani di Netflix (qui l’ostilità di Moretti per le piattaforme streaming che uccidono il cinema in sala è dichiarata con forza) al fastidio per i nuovi registi che usano la violenza con banale semplicità.

Al giovane che la moglie produce e che deve girare l’ultimo ciak, un’esecuzione in stile ‘Gomorra’, blocca il set per ore per spiegare che “voi usate la violenza come intrattenimento, con leggerezza” e cita Kieslowski che in una terribile scena lunga sette minuti di ‘Breve film sull’uccidere’ comunica raccapriccio e orrore nello spettatore e, a differenza dei film dei registi di oggi (e qui torna l’invettiva di ‘Aprile’ contro il film ‘Harry pioggia di sangue’) non lascia alcuno spazio all’emulazione. E poi, a supporto delle sue parole, chiama al telefono Renzo Piano e sul set Corrado Augias. Martin Scorsese, invece, non risponde al telefono: c’è la segreteria.

C’è poi la passione per le canzoni italiane degli anni ’60 e ’70 (stavolta c’è anche De Andrè), c’è Fellini con la scena finale di ‘La dolce vita’ (una sorta di citazione come in uno specchio, anche se ‘Il sol dell’avvenire’ è più simile nell’idea a ‘8 ½’), c’è Piazza Mazzini che percorre insieme all’amico produttore francese Pierre (Mathieu Amalric) su un monopattino (“la seconda e ultima volta in cui ci sono andato”, racconta) e con ironia rispolvera un’antica accusa dei critici che scrissero che Moretti girava sempre i suoi film in zona Mazzini: “anche stavolta devo girare almeno una scena in questo quartiere”. 

Poi ci sono le passioni per cantare a squarciagola e massacrare le canzoni, il palleggio un po’ approssimativo con un pallone in piazza, la scena finale con un grande corteo in via dei Fori imperiali in cui inserisce tutti i protagonisti dei suoi film. Manca la Nutella e mancano i dolci in questo film, ma per il resto c’è tutto Nanni Moretti in una summa che si fa piacere anche se non graffia.

Lontani i tempi in cui se la prendeva con chi non conosceva la Sacher torta, oppure diceva a D’Alema di dire qualcosa di sinistra o picchiava chi usava termini come ‘trend negativo’. Ora Moretti è maturo. Ed è cambiato… “poco”, dice lui. E così fa un po’ strano vedere che, in un momento storico come quello attuale, uno dei grandi intellettuali di sinistra guardi al passato e immagini (in perfetto stile Tarantino, che ammette di avere apprezzato in ‘Inglorious Basterds’ in cui riscrive la Storia) come finale del suo film nel film una condanna del Pci di Togliatti all’invasione ungherese. La Storia sarebbe stata diversa (almeno per l’Italia), ma questo è appena accennato. Di politica, infatti, non si parla.

E forse la frase dell’attrice interpretata da Barbora Bobulova – “che ci frega della politica, questo è un film d’amore!" – è quella che un po’ dà la cifra del film, con il regista che vede la fine del matrimonio e non capisce il motivo. E ne soffre. Che accetta la storia della figlia con un uomo molto più anziano. Che accetta i produttori coreani ai quali, comunque, cambia il finale perché troppo simile a quello che potrebbe essere l’epilogo della sua vita. E poi chiude con un corteo, che ricorda molto alla lontana la giostra di ‘8 ½’ – di nuovo Fellini – in cui invece di tutte le donne amate dal regista mette tutti gli attori che hanno lavorato con lui. In un finale che sembra un omaggio a se stesso. Ma a 69 anni Nonni Moretti se lo concede. E a Cannes, ne siamo certi, piacerà.


Capodanno al cinema, i cinque che sfidano Avatar 2

© ANSA

Cinque i film che tra l'ultimo giorno del 2022 e il capodanno osano sfidare la "tirannia" di AVATAR 2 e le buone affermazioni di altri titoli, a cominciare da IL GRANDE GIORNO di Aldo, Giovanni & Giacomo.

Per il fine settimana: - CHARLOTTE M.

FLAMINGO PARTY di Emanuele Pisano con Charlotte M., Alisa Ferri, Eleonora Trevisani, Gabriele Rizzoli, Veronica Gaggero, Francesco Petit-Bon, Erik Moretti, Angela Tuccia, Carola Abdalla Said, Arianna Di Claudio, Sophie Perazzolo. L'amatissima protagonista delle fantasie delle adolescenti di adesso si chiama Charlotte e affronta con coraggio i turbamenti della sua età.

Le dà manforte l'amica del cuore Sofia che ingaggia in un'impresa tutt'altro che facile: organizzare un ballo di beneficienza per trovare i soldi con cui salvare una comunità di fenicotteri che hanno nidificato vicino alla fattoria di sua nonna. Peccato che a guastare la festa ci sia il nuovo ragazzo arrivato a scuola che piace a troppe e rischia di far rompere un'amicizia… appuntamento obbligato per squadre di teen agers.

- I MIGLIORI GIORNI di e con Massimiliano Bruno e Edoardo Leo e con Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, Anna Foglietta, Max Tortora, Paolo Calabresi, Luca Argentero, Valentina Lodovini, Greta Scarano, Claudia Gerini, Stefano Fresi, Marco Bonini, Maria Chiara Centorami, Ludovica Martino, Liliana Fiorelli, Pietro De Silva, Jonis Bascir, Laline Cafaro, Giorgia Salari, Giuseppe Ragone, Tiberio Timperi, Malvina Ruggiano, Mariachiara Dimitri, Daniele Locci. E' il film che potrebbe allargare la sfida del box office e riunisce insieme due talenti della nuova commedia. Il modello è quello del vecchio cinema a episodi equamente divisi tra i due neo-divi. Storie diverse per quattro festività dell'anno Natale, Capodanno, San Valentino e l'8 marzo. Ogni volta però una punta acre di veleno rischia di mandare a monte buoni sentimenti e buoni propositi.

- TRE DI TROPPO di e con Fabio De Luigi e con Virginia Raffaele, Barbara Chichiarelli, Renato Marchetti, Fabio Balsamo, Marina Rocco, Beatrice Arnera, Valerio Marzi, Greta Santi, Francesco Quezada. Secondo molti la miglior commedia dell'anno, adatta alla grande platea delle famiglie, ma pensata per far sorridere soprattutto i grandi. Marco e Giulia sono infatti la teorica "coppia perfetta" che vive felice proprio perché non deve dividersi con figli che sembrano non interessare a nessuno dei due. Finché, per una serie di rocambolesche circostanze, la casa si popola di tre marmocchi in cerca di genitori. Questione: si fa prima a trovare una via d'uscita per liberarsene o accettare un destino mai concepito prima? Si ride e il mix dei due protagonisti è sorprendente.

Escono anche due cartoons per i più piccini a Capodanno: YAKARI, UN VIAGGIO SPETTACOLARE di Xavier Giacometti, e Toby Genkel con protagonisti un piccolo Sioux e un mustang indomabile e L'ISPETTORE OTTOZAMPE E IL MISTERO DEI MISTERI, impeccabile giallo classico dello specialista spagnolo Julio Soto Gurpide.

ansa

Capodanno in piazza ma anche al museo, teatro, cinema

Capodanno © Ansa 
ansa

Sarà un altro Capodanno eccezionalmente mite quello che sta per arrivare: come l'anno scorso, sarà caldo e anomalo a causa della persistenza di un intenso ed esteso anticiclone africano.

Ecco quindi tante belle idee per aspettare l'anno nuovo tra le feste e i concerti in giro per l'Italia:

A ROMA, al Circo Massimo ci saranno Elodie, San Giovanni, Franco126 e Madame.

A GENOVA piazza De Ferrari vedrà sul palco: Annalisa, Anna Tatangelo, Baby K, Patty Pravo, Rocco Hunt, Rovazzi, The Kolors.

E poi Big Boy, Blind, Erwin, Fausto Leali, Follya, Gemelli DiVersi, GionnyScandal, Ivana Spagna, Luigi Strangis, Mamacita, Riccardo Fogli, Riki e Roby Facchinetti.

A RICCIONE la fine del 2022 sarà accompagnata dal concerto in piazza con Arisa e gli Extraliscio, mentre a MATERA ci sarà Gigi D'Alessio.

A MANTOVA Mannarino si esibirà in Piazza Sordello, Vinicio Capossela è l'ospite della notte di San Silvestro in piazza Cesare Battisti a CORATO, in provincia di Bari.

A CAGLIARI sul palco di Largo Carlo Felice sabato 31 dicembre salirà Blanco, PADOVA festeggerà il Capodanno con una festa in musica dove il protagonista sarà Max Gazzè, Francesco Gabbani animerà il Capodanno di PALERMO, che si terrà a piazza Politeama, TORINO celebra l'arrivo del nuovo anno con una serata in piazza Castello: si esibiranno Subsonica, Willie Peyote, gli Eugenio in Via Di Gioia, Beba, Ginevra e Cantafinoadieci.

A SALERNO appuntamento con i Negramaro nello slargo che divide Palazzo Guerra e la sede della Prefettura; Max Pezzali e Lazza saranno i protagonisti di Cap d'Any 2022-2023, il Capodanno di ALGHERO.

Domenica primo gennaio Nicola Piovani si esibisce nella sala Petrassi dell'auditorium Parco della Musica di Roma, Tosca al teatro studio Gianni Borgna dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, l'Harlem Gospel Choir al Blue Note di Milano. Lunedì Claudio Baglioni suona al teatro Mario Apollonio di Varese. Martedì Elisa è al teatro Metropolitan di Catania con Dardust, Claudio Baglioni al teatro Sociale di Como, Enzo Avitabile e Peppe Servillo al Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli. Mercoledì c'è l'Orchestra Filarmonica di Kharkiv al teatro Apollo di Lecce, mentre Il Pagante è al Cocorico di Riccione e Filippo Graziani al teatro Comunale Maria Caniglia di Sulmona (AQ).

Annie Ernaux "Nei miei libri c'è tanto cinema italiano"

Premio Nobel a Festa Roma con docu nato da filmini famigliari

LIBRI DI ANNIE ERNAUX >>> /SCHEDA ONLINE DA AMAZON


(ANSA) - ROMA, 22 OTT - Il cinema italiano "è fra quelli che mi hanno più segnato e ispirato.

Penso a film come il posto di Olmi di cui parlo nel mio libro L'evento.

Un altro film molto importante per me è stato La strada di Fellini, che ho visto da giovane. Mi sono resa subito conto di quanto il cinema italiano parlasse attraverso il realismo. Mi colpiva molto di più di quello francese che trovavo spesso troppo al di sopra delle cose che raccontava e troppo parlato". Lo dice la scrittrice francese Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022 alla Festa del Cinema di Roma, dove ha incontrato il pubblico dopo la presentazione di Annie Ernaux: I miei anni Super-8, documentario da lei realizzato insieme al figlio David Ernaux-Briot (con lei protagonista dell'incontro) che sarà distribuito prossimamente in Italia da I Wonder Pictures.
    Un viaggio nel tempo attraverso i filmini famigliari senza voce in super 8, girati dagli Ernaux tra il 1972 e il 1981, che prendono vita nel testo sul filo dei ricordi scritto dall'autrice, anche voce narrante. Il legame tra cinema italiano e letteratura della scrittrice c'è anche per uno dei suoi romanzi più celebri, Gli anni: "Una fonte d'ispirazione è stata Ballando ballando di Scola. Dopo aver visto il film mi è venuta l'idea di scrivere un libro con quel tipo di racconto, ma mi serviva la formula giusta. La scelta è stata di utilizzare quello che avevo sentito dire durante la mia infanzia".
    Arrivano anche le domande del pubblico, fra le quali una su quale libro di un altro autore avrebbe voluto scrivere: "Avrei risposto facilmente 30 anni fa, oggi è più difficile. E' come se invecchiando sentissi che il mio percorso sarebbe potuto essere solo in una direzione, un po' come in quel libro di Kafka (il processo, ndr) dove si apre per uno dei personaggi una porta destinata solo a lui. Tra i libri che ho ammirato di più ad esempio c'è Le cose di Georges Perec ma questo non vuol dire che avrei voluto scriverlo io". Fra le domande invece per il figlio della scrittrice c'è quella su come lui abbia reagito alla notizia del Nobel: "E' stata una cosa molto naturale non c'è voluto molto per abituarsi - dice sorridendo - anche perché lo considero pienamente meritato". (ANSA).

(segnalazione web a cura di Turismo Culturale - https://viagginews.blogspot.com/

Leone d'Oro a All the beauty and the bloodshed

Leone d'argento a Luca Guadagnino che ha dedicato il premio ai registi iraniani arrestati e detenuti

venezia leone oro All the beauty and the bloodshed

AGI - All the beauty and the bloodshed vince il Leone d'Oro alla 79esima edizione del Festival del Cinema di Venezia.

'All the Beauty and the Bloodshed' è un film documentario  americano che racconta la storia epica ed emozionante dell’artista e attivista Nan Goldin.  Attraverso diapositive, dialoghi intimi, fotografi e rari filmati, viene ricostruita la sua battaglia per ottenere il riconoscimento della responsabilità della famiglia Sackler per le morti di overdose da farmaco.

Leone d'argento a Luca Guadagnino che ha dedicato il premio ai registi iraniani arrestati e detenuti. Tra loro anche Jafar Panahi.

Dante Ferretti al Museo degli Oscar per l'omaggio a Pasolini

 

(ANSA) - NEW YORK, 18 FEB - Avendo costruito le scene per tanti film di Pier Paolo Pasolini, Dante Ferretti ha sfidato il Covid per essere presente, il 17 febbraio al Museo dell'Academy di Los Angeles, alla proiezione di 'Accattone', il primo film della retrospettiva sull'amico ed artista con cui collaborò per nove dei suoi film, dal primo, quando era ancora giovanissimo, 'Il Vangelo secondo Matteo', passando per 'Medea', fino a 'Salò', l'ultimo e più controverso, che uscì brevemente nelle sale poche settimane dopo l'omicidio irrisolto di Ostia.

Ferretti ha una memoria fotografica di quel drammatico 2 novembre 1975: "Ero con Elio Petri sul Lungotevere all'altezza di Via Tomacelli, in un bar a prendere un caffè.

La tv era accesa e abbiamo sentito che l'avevano trovato morto. Corremmo all'obitorio e lì un legale della famiglia mi chiese di andare sul posto a fare una piantina, prendere le misure del luogo dove era stato ammazzato", racconta all'ANSA lo scenografo tre volte premio Oscar per 'Aviator', 'Sweeney Todd' e 'Hugo': "Fu un doppio shock per me. Pasolini era stato la prima persona che aveva dato a questo ragazzo di provincia la possibilità di fare cinema. Il 'San Matteo', per cui venni chiamato come assistente scenografo ma in realtà feci tutto il lavoro, fu il secondo film della mia carriera". Intitolata 'Conoscenza carnale' e organizzata per il centenario dalla nascita il 5 marzo 1922 a Bologna, la retrospettiva all'interno dell'edificio disegnato da Renzo Piano è una iniziativa tricolore targata Cinecittà: "Pasolini aveva per gli Stati Uniti una grande curiosità, era attratto dagli estremi dell'America", spiega l'ad Nicola Maccanico, che inaugura con questa rassegna il patto quinquennale con il Museo dell'Academy per portare a Los Angeles i classici del cinema italiano. Ed ecco dunque che fino al 12 marzo l'intera opera di Pasolini sarà presentata in copie restaurate in 35 mm.
    Per Ferretti la rassegna è lo spunto per evocare un sodalizio di oltre dieci anni, da quando assistente scenografo di Luigi Scaccianoce lavorò al 'Vangelo secondo Matteo' del 1964, poi 'Uccellacci e Uccellini' e 'Edipo Re'. E poi Medea, il primo film firmato da scenografo, fino a Salò. (ANSA).

Oscar 2021 saranno dal vivo

 

Basta cerimonie via Zoom, gli Oscar 2021 saranno di persona e dal vivo. Lo ha annunciato un portavoce dell'Academy of Motion Arts and Sciences in esclusiva a "Variety".

    L'annuale "notte delle stelle" teletrasmessa sulla Abc era stata spostata quest'anno al 25 aprile 2021 a causa della pandemia. La speranza è che le sale tornino ad essere aperte per quella data (permettendo così a più film di partecipare) ma anche se ciò non dovesse accadere l'idea è di organizzare la consegna dei premi come nel passato.
    Resta comunque il dubbio su quante persone saranno ammesse al Dolby Theater, dove la cerimonia si svolge tradizionalmente e che ha una capacità di 3400 posti, e se molte star "over 60" accetteranno di partecipare.

ansa

Cinecittà in un click, l'incanto del cinema arriva a casa

 

ROMA -  Il mondo di sogni e illusioni di Federico Fellini, attraverso i suoi capolavori, da La Dolce Vita a Il Casanova; il mito di Sergio Leone, maestro del western, e le affascinanti atmosfere di C'era una volta in America; i grandi maestri del costume, da Piero Tosi a Danilo Donati, raccontati in un tour virtuale. E ancora, il viaggio alla scoperta dell'antica Roma, direttamente sul set permanente più grande di Cinecittà; i preziosi abiti e gli elementi scenografici del film Pinocchio di Roberto Benigni; i mestieri del "dietro le quinte" e gli effetti speciali per capire la finzione più verosimile che esista, e infine, tutta la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri, tra colori e immagini in movimento. Nemmeno la clausura imposta dall'emergenza sanitaria riesce a spezzare l'incanto e le suggestioni della settima arte, grazie a "Cinecittà in un click" e "Miac in un click", i due cicli di narrazioni digitali sul cinema realizzati e promossi da Istituto Luce Cinecittà in programma dal 1 dicembre al 5 gennaio. Set, memorabilia, curiosità, linguaggi multimediali, percorsi espositivi nel Miac, il Museo Italiano dell'Audiovisivo e del Cinema ospitato negli Studios, entreranno direttamente nelle case e saranno disponibili su ogni supporto, dallo smartphone al pc: basterà collegarsi sui profili social ufficiali di Cinecittà si Mostra, Miac, e Istituto Luce Cinecittà (Facebook, Instagram e YouTube), dove dal 1 dicembre ogni settimana saranno rilasciati due contenuti video per adulti e famiglie, per un totale di 11 appuntamenti. Il martedi i tour virtuali saranno dedicati alle esposizioni Cinecittà si Mostra e Felliniana - Ferretti sogna Fellini, mentre il mercoledì i riflettori si sposteranno sul Miac, il museo che tra film, videoinstallazioni e giochi multimediali e multisensoriali svela 120 anni di cinema, radio e televisione: a condurre i vari racconti ci saranno mediatori museali e narratori speciali che vestiranno i panni di una Fata dai capelli turchini e di una simpatica antica romana. Particolare attenzione nei video è rivolta all'aspetto educativo, per far comprendere ai più piccoli proprio lo straordinario patrimonio custodito nel Miac, con contenuti ad hoc curati dal Dipartimento educativo di Cinecittà si Mostra - Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Senza Titolo - Progetti aperti alla cultura (alcuni contenuti sono realizzati anche in LIS, la lingua dei segni per il pubblico sordo italiano). Il programma dettagliato degli 11 appuntamenti è disponibile sui siti cinecittasimostra.it, cinecitta.com, museomiac.it. (ANSA).
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Cinema: Lago di Resia in gara per location europea 2020

 

 Il Lago di Resia, vicino a Curon Venosta, in Alto Adige, è l'unica location italiana tra le cinque finaliste dell'Eufcn Location Award, il premio, promosso dall'European Film Commissions Network in collaborazione con Cineuropa che premia ogni anno la migliore "location cinematografica europea".
    Fotografato milioni di volte da turisti e curiosi e, negli ultimi anni, sfruttato anche in alcuni film e serie tv, il luogo conserva intatto il suo fascino con il campanile romanico della chiesa di Santa Cristina che emerge dalle acque. È quel che resta ancora visibile del paese di Curon, in Alta Val Venosta, a pochi chilometri dal confine con l'Austria, completamente sommerso negli Anni Cinquanta del secolo scorso, quando tre laghi naturali vennero uniti grazie ad una diga artificiale per creare un serbatoio per la produzione di energia idroelettrica.
    Gli abitanti del paese persero le loro case e dovettero ricostruire un nuovo villaggio sulle sponde del lago.
    Se Georg Lembergh e Hansjörg Stecher, rispettivamente regista e sceneggiatore, nel documentario "Das versunkene Dorf" (Il paese sommerso) volevano raccontare la storia vera di quei luoghi, gli autori della serie Netflix "Curon", prodotta da Indiana Production, sono rimasti affascinati proprio dall'atmosfera surreale che si respira lassù e di storie ne hanno create di nuove, partendo però dall'antica leggenda popolare secondo la quale, in certe notti, dal campanile si sentono ancora i rintocchi. Niente di strano, se non fosse per il fatto che le campane vennero rimosse dalla torre nel 1950. E la regista Nancy Camaldo nel suo lungometraggio ancora inedito, "Turn of the Tide", sfrutta questa location come sfondo per raccontare la quotidianità di una dei tre giovani protagonisti, intenta ad occuparsi del maso dei genitori scomparsi. Tutti e tre i progetti sono stati sostenuti dalla Film Fund & Commission dell'Alto Adige.
    C'è tempo fino al 12 gennaio 2021 per votare online. Chi esprimerà la propria preferenza verrà sorteggiato per vincere un soggiorno presso la location vincitrice del titolo. (ANSA).
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

ENIT AL FEST CINEMA ROMA: NASCE IL BOLLINO DI QUALITA' PER I FILM CHE VALORIZZANO L'ITALIA




Da oggi le pellicole che promuovono la bellezza Italiana nel mondo e presentate alla Festa del Cinema di Roma avranno un marchio di qualità offerto da Enit. L'Agenzia Nazionale del Turismo attribuirà “marchio di qualità” speciale ad una selezione di film sul tema “Il viaggio turismo ENIT” che rappresentano e promuovono il territorio italiano. Il marchio Enit sarà visibile all’interno del catalogo e del programma ufficiale della festa sulla selezione di film individuati. Enit e la Fondazione Cinema per Roma consegnerà anche una targa ad un film scelto tra quelli che riportano il marchio cinema-ENIT indicato dalla giuria presieduta e composta da Italian Film Commission. Premiato anche il film su e con Francesco Totti. Hanno meritato il Bollino 5 Film:

Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma di Giulio Base (Risonanze)

Maledetta Primavera di Elisa Amoruso (Riflessi) con Micaela Ramazzotti

Cosa sarà di Francesco Bruni (Eventi speciali) con Kim Rossi Stuart

Fortuna di Nicolangelo Gelormini (Selezione Ufficiale) con Valeria Golino

Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli (Eventi speciali) con il campione del calcio.

Per Enit il cinema rappresenta una forma di comunicazione coinvolgente e in grado di attrarre un pubblico ampio, articolato per target precisi e per aree geografiche, fasce d’età, profili culturali. L’Italia, anche storicamente, vanta una delle industrie cinematografiche più note ed apprezzate a livello mondiale e le sue città e paesaggi hanno rappresentato il palcoscenico di film entrati nella storia collettiva mondiale. Molte produzioni internazionali hanno scelto l’Italia per loro film di grande successo. Proprio gli scenari dei film hanno dimostrato di contribuire e incrementare i flussi turistici esteri verso mete nazionali. Legare cinema e luoghi d’Italia rappresenta un valido strumento di promozione dell’immagine Italiana, facendo leva su un linguaggio semplice, immediato, globale, pervasivo. Enit, continua a mantenere il ruolo di custode della memoria e dei tasselli dell’Italia turistica e già in passato ha attratto verso la Penisola con lo strumento del cinema come dimostrano le produzioni cinematografiche commissionate dall'Agenzia, tra gli altri, allo storico regista Emmer, le cui produzioni fanno parte degli oltre 100mila reperti di cui 20mila già digitalizzati in un’avventura nel tempo attraverso oltre un secolo di storia rivisitato dal viaggio su www.mostrevirtuali.enit.it. La ultracentenaria Agenzia Nazionale del Turismo si appresta quindi a promuovere uno spaccato dell’Italia dai tratti inediti ed eterogenei. "I luoghi legati al cinema sono portatori di esperienze memorabili che invogliano alla scoperta dei territori. I film sono uno stimolo alla valorizzazione delle location, valorizzazione che non è così automatica ma occorre predisporre strategie e spazi per l'accoglienza e una spinta a maturare interesse crescente per luoghi anche meno noti visti da angolazioni e punti di vista differenti" dichiara il direttore Enit Giovanni Bastianelli.

fonte: comunicato stampa

Franceschini, salve le deroghe per cinema e teatri

 

 Non ci saranno restrizioni ulteriori per il cinema e le sale dei teatri e dell'opera. Lo assicura, interpellato dall'ANSA il ministro di Beni culturali e Turismo Dario Franceschini: "Continuo a leggere interviste e dichiarazioni o a ricevere appelli del mondo dello spettacolo sulla presunta volontà del governo di ridurre il limite di 200 persone al chiuso e di 1000 all'aperto per spettacolo dal vivo e cinema. Non esiste questo rischio", dice il ministro, che sottolinea: "Nel dpcm saranno confermati questi limiti con la conferma della possibilità delle regioni di derogare. E le deroghe sino ad oggi concesse con ordinanze regionali verranno fatte salve proprio con il dpcm".
    E l' associazione dello spettacolo che in questi giorni aveva lanciato continui appelli ringrazia: "Dal ministro Franceschini, che vogliamo ringraziare con grande calore, una posizione di grande buon senso, ci siamo sentiti difesi", commenta a caldo CarloFontana, presidente dell'associazione generale dello spettacolo (Agis), che ricorda lo studio presentato qualche giorno fa dall'associazione nel quale si dimostra la bassissima percentuali di contagi avvenuta nelle sale dello spettacolo. E sottolinea: "Adesso bisogna andare avanti, lanciare una grande campagna di comunicazione per spiegare agli italiani che teatri e cinema sono luoghi sicuri". Una campagna, precisa, "che naturalmente vogliamo concordare con il ministero". Intanto "siamo contenti - conclude - perché oggi è stata stabilita la centralità della cultura e dello spettacolo, attività fondamentali per lo spirito e non solo". (ANSA).

IN ARRIVO L’UNDICESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA RURALE Torna sul lago d’Orta Corto e Fieno 2-3-4 ottobre 2020



 Corto e Fieno è un festival del cinema. Un festival che nasce nel 2010 da un’idea dell’Associazione Culturale Asilo Bianco: portare sullo schermo campagna, ruralità, prati, boschi, acque, animali, donne e uomini. Corto e Fieno è, con orgoglio, un festival del cinema rurale. Crea da anni uno spazio per vedere e discutere film di qualità che raccontano del rapporto tra l’uomo e la campagna. Si interroga sulla ruralità oggi, in Italia e in giro per il mondo. Riflette sull’importanza della terra: sulla necessità di starle vicino.

L’undicesima edizione di Corto e Fieno è in programma venerdì 2, sabato 3, domenica 4 e domenica 11 ottobre sul lago d’Orta a Omegna, Ameno e Miasino, tra le province di Novara e Verbania. Si è lavorato tanto in questi mesi, così incerti causa Covid e così pieni di voglia di ripartire. Il festival riporta il pubblico al cinema, nel buio della sala, e lo fa in completa sicurezza. Il Cinema Teatro Sociale di Omegna sarà la casa di Corto e Fieno, insieme ad altre proiezioni in Ludoteca a Omegna, al Museo Tornielli di Ameno e a Villa Nigra a Miasino.


Cortometraggi arrivati da tutto il mondo sono stati selezionati per la sezione Frutteto e per Germogli, categoria dedicata all’animazione e quest’anno legata al progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Asilo Bianco.

39 film tra concorso e fuori concorso, 14 prime nazionali e 22 prime piemontesi. Torna anche la lezione di Bruno Fornara, selezionatore dalla Mostra del Cinema di Venezia, che, per la sezione Sempreverde, ci porta a esplorare un nuovo film della storia del cinema con sguardo attento sul mondo rurale.

Un’edizione importante che vuole essere davvero un invito a tornare al cinema dopo la chiusura forzata delle sale.

Le proiezioni di Corto e Fieno continuano a essere a ingresso gratuito. Quest’anno però, per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, i posti in sala saranno limitati ed è obbligatoria la prenotazione per tutte le proiezioni. È possibile prenotare via email a cortoefienofestival@gmail.com e telefonicamente. Tutte le info sul sito www.cortoefieno.it

Corto e Fieno è anche l’occasione per visitare gratuitamente due mostre: Ciak & Quack. Tavole originali tra cinema e fumetto a cura di Giovanni Nahmias (al Forum di Omegna da sabato 26 settembre fino a domenica 4 ottobre) e Herbarium vagans, la grande mostra itinerante di disegni tra botanica e arte nei centri storici di Orta San Giulio, Ameno e Miasino (fino all’11 ottobre).

fonte: comunicato stampa 

Statua Harry Potter a Leicester Square, fra grandi del cinema

  I numerosi fan di Harry Potter hanno un nuovo luogo per i loro pellegrinaggi alla ricerca del 'maghetto' più famoso del cinema e del mondo editoriale. Si tratta di Leicester Square, la piazza celebre per le prime cinematografiche a Londra, che deve ospitare una sua statua ufficiale in bronzo alla fine di settembre. E' quanto si legge sui media britannici.
    Il personaggio creato dalla scrittrice JK Rowling entra così a far parte di una prestigiosa collezione di monumenti a personaggi di finzione, nota come 'Scenes in the Square', che già vede celebrati a Leicester Square, fra gli altri, l'orsetto Paddington, Mary Poppins, Mr Bean e Batman. La statua di Harry Potter ritrae il maghetto con le sembianze dell'attore Daniel Radcliffe da giovane, protagonista della pellicola 'Harry Potter e la pietra filosofale' (2001), mentre inforca la sua scopa volante e gioca una partita di 'quidditch', lo sport praticato nel mondo fantastico di Hogwarts. Il progetto è stato realizzato dal municipio di Westminster, dalla Heart of London Business Alliance e numerosi studi cinematografici. La stuatua di Harry Potter, posizionata nella parte nord della piazza proprio dove si è tenuta nel novembre 2001 la premiere iniziale della fortunata saga cinematografica a lui dedicata, potrà rimanere lì esposta con le altre fino almeno al luglio 2023. (ANSA)










Festival Cinema Venezia. LEONE D'ORO A NOMADLAND, PER L'ITALIA VINCE FAVINO

ARGENTO A NUEVO ORDEN. DELUSIONE PER NOTTURNO DI ROSI L'americano Nomadland, road western di Chloé Zhao, vince il Leone d'Oro della Mostra di Venezia numero 77. Leone d'argento, Gran Premio della Giuria, a Nuevo Orden di Michel Franco. Migliore regia al giapponese Kiyoshi Kurosawa per Wife of a spy. Per l'Italia vince Pierfrancesco Favino, Coppa Volpi per il miglior attore per Padrenostro di Claudio Noce. Delusione per Notturno di Gianfranco Rosi, senza premi dopo essere stato tra i favoriti. "La decisione di escluderlo è stata difficile tanto che volevamo creare un premio speciale per lui", le parole della presidente Cate Blanchett.
ansa


SACRAE SCENAE - Ad Ardesio il primo festival di cinema dedicato alle devozioni popolari

SACRAE SCENAE - Ad Ardesio il primo festival di cinema dedicato alle devozioni popolari
Sarà dedicato alle devozioni popolari il primo Festival Cinematografico “Sacrae Scenae” che si svolgerà ad Ardesio (BG) il 4-5-6 Settembre.

È stato presentato venerdì 24 gennaio 2020, in Sala Viterbi nel Palazzo della Provincia di Bergamo, il nuovo Festival organizzato da Vivi Ardesio con la direzione artistica dell’Associazione culturale Cinema e Arte e con i promotori Pro Loco Ardesio, Comune di Ardesio e Parrocchia di Ardesio.

Sacrae Scenae, che non sarà una rassegna ma un Concorso Cinematografico, vuole diventare un punto di riferimento per il turista che ama approfondire e scoprire quanto avviene sul territorio italiano e non solo. Il Festival, che durerà tre giorni, sarà caratterizzato da ingresso libero alle serate con la formula del progetto di “Cultura Gratuita” e sarà arricchito da eventi collaterali.

“Sono orgoglioso di essere Presidente di questa meravigliosa terra bergamasca, Sacrae Scenae è un evento unico – ha esordito il Presidente di Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli che ha dato il benvenuto ai presenti nella Sala Viterbi annunciando il suo supporto all’evento – iniziative come quella proposta dalla Comunità di Ardesio vanno sostenute, la Provincia c’è”.

“Ancora una volta Ardesio diventa protagonista di un evento unico nel suo genere, – ha detto Lara Magoni, Assessore al Turismo, Marketing e Moda di Regione Lombardia - Questa comunità è capace di promuovere il territorio valorizzando il suo Genius loci. Oggi il turismo religioso legato ai percorsi di fede assume un valore sempre più sentito dai visitatori, in una società che va a mille all’ora e spesso non ha il tempo per riflettere. I luoghi di culto diventano dei veri e proprio ‘hub della serenità’, dove riscoprire valori, sentimenti e ricordi. E la nostra terra è molto legata alla devozione popolare; grazie al turismo esperienziale realtà locale come Ardesio e tutta la bergamasca possono crescere notevolmente da un punto di vista turistico, diventando dei veri e propri ambasciatori della cultura, delle tradizioni e della ricchezza enogastronomica tipica”.

Ai saluti del Presidente Gafforelli e dell’Assessore Magoni è seguito l’intervento di Fabrizio Zucchelli, Presidente di Vivi Ardesio e ideatore del Festival, Roberto Gualdi Presidente di Cinema e Arte e Direttore Artistico di Sacrae Scenae, Yvan Caccia primo cittadino di Ardesio, il parroco don Guglielmo Capitanio, il professor Riccardo Rao docente di Storia Medievale all’Università degli Studi di Bergamo e Simone Bonetti, Presidente di Pro Loco Ardesio.

“Grazie ad un bando internazionale, con scadenza 30 Maggio 2020, registi professionisti e amatoriali potranno presentare in concorso i propri film documentari, nella forma di corto medio e lungo metraggio, fiction e anche animazione - ha spiegato il Direttore Artistico Roberto Gualdi – una Giuria di esperti selezionerà i migliori che saranno poi proiettati e infine premiati durante i tre giorni del Festival. Presidente della Giuria sarà Nicola Bionda”.

“L’obiettivo del Festival è quello di valorizzare a livello nazionale (e non solo) il Santuario di Ardesio, già sede di cammini e pellegrinaggi di devozione alla Beata Vergine, con un evento culturale unico in Italia che farà conoscere, attraverso il cinema, le varie iniziative popolari legate al mondo delle devozioni in tutte le sue forme e peculiarità - ha detto Fabrizio Zucchelli, Presidente di Vivi Ardesio -.Vogliamo che Sacrae Scenae dia l’impulso alla registrazione di questi eventi (processioni, presepi viventi, pellegrinaggi…) che costituiscono una parte importante della storia popolare”.

Ma cosa si intende per “devozione popolare”? Essa viene associata da alcuni critici ad un pensiero scientifico antiquato, che conferisce al termine un’aura irrazionale, pressoché magica. Altri la considerano l’espressione vaga, priva di significato e allusiva a uno stato di cose che non corrispondono alla realtà. Altri ancora la associano invece a un sentimento di reverenza sostanzialmente diverso dalla devozione “ufficiale”.

In alternativa al termine “devozione popolare” sono state proposte la locuzione “religiosità popolare” e quella di “folclore religioso”.

“Parliamo di religiosità popolare, - ha precisato Zucchelli - intesa come l'insieme di valori, credenze, attitudini e espressioni desunte dalla religione cattolica, è un ambito privilegiato di dialogo tra vangelo e culture. Essa costituisce la saggezza di un popolo”.

Non secondaria sarà la creazione di una Cineteca Nazionale ad Ardesio che, allestita nel Museo Meta (Museo Etnografico dell’Alta Valle Seriana), gestirà tutte le opere giunte al Concorso. La Cineteca, realizzata in collaborazione con l’Università di Bergamo e con l’ufficio per la Pastorale della Cultura della Diocesi di Bergamo, sarà anche punto di partenza per un centro studi sulla religiosità popolare che coinvolgerà l’Università, come illustrato dal professor Riccardo Rao durante la Conferenza Stampa.

Tra gli eventi collaterali nella prima edizione sarà proposta una mostra di “Ex Voto” che ben rappresentano la devozione popolare, e che sono presenti in grandi quantità nei Santuari italiani. La mostra, sarà inaugurata domenica 21 giugno in occasione dell'inizio dei festeggiamenti per il 413° anniversario dell'Apparizione della Madonna delle Grazie, avvenuta il 23 giugno 1607 e sarà visitabile fino al termine del Festival Sacrae Scenae.

Obiettivo e sogno del Comitato Organizzatore sarà riuscire a portare ed esporre ad Ardesio, insieme a queste testimonianze di fede, anche un’opera di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, pittore di origini ardesiane di cui, sfortunatamente, Ardesio non ha alcuna opera.
cinamaitaliano.info

Dal confine col Brennero fino all'Isola d'Elba con Antonio Albanese, passando per Ariccia e Farfa



Nel primo capitolo della trilogia di Cetto La Qualunque si era partiti da Lamezia Terme e Scilla, in Tutto tutto niente niente si era arrivati fino a Venezia, ma sempre sfruttando le location laziali per dare corpo alle deliranti avventure del personaggio creato da Antonio Albanese. Che ora continuano in Cetto c'è, senzadubbiamente di Giulio Manfredonia. A parte l'incipit tedesco - in realtà ricreato nella provincia di Bolzano - il sogno regale dello sgradevole e fastidioso protagonista della saga ci consente di scoprire alcuni dei Palazzi e delle Ville più eleganti del nostro Paese… Per non parlare del reatino più magico, senza nulla togliere a quello "miracoloso" di Fabio Rovazzi e quello "naturalistico" del Lago di Turano.


A dieci anni dalla sua elezione a sindaco di Marina di Sopra di Cetto La Qualunque si erano perse le tracce. Scopriamo che vive in Germania e, messa da parte ogni ambizione politica, Cetto oggi per i tedeschi è soltanto un irresistibile e pittoresco imprenditore di successo, che considera la Germania una terra di conquiste e la mafia un marchio di qualità. La sua catena di ristoranti e pizzerie infatti spopola; ha una bella compagna tedesca e due suoceri neonazisti che lo guardano con la simpatia riservata ai migranti. Il richiamo della sua terra tuttavia resta forte e la notizia dell’aggravarsi delle condizioni dell’amata zia che lo ha cresciuto, lo induce a tornare sul luogo del delitto e del diletto. In Italia la zia gli rivelerà qualcosa sul suo passato, e sui suoi natali, che cambieranno per sempre il corso della sua vita …e della nostra.

Nel pomeriggio "dissacrante" - come lo ha definito il Corriere di Rieti - del 19 giugno scorso sono iniziate le otto settimane di riprese del film, approfittando dell'austero scenario della splendida Abbazia Benedettina di Castelnuovo di Farfa, scelta per rappresentare la chiesa dove si svolge una delle scene più importanti della vicenda. Ma anche le strade di campagna circostanti e scorci del cortile e di Piazza Shuster appaiono sullo schermo, come esterni della Casa di Ferdinando e del Circolo Cavalieri.


Un utilizzo di luoghi di importanza storica che ricorda in parte quello visto nel Poveri ma ricchissimi di Christian De Sica & Co. (allora impegnati al Borgo di Ostia Antica) e nella serie tv dei Borgia (nel viterbese), o - soprattutto per gli esterni più bucolici - nel Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott (a Bracciano, e non solo).

E che rende ancor più evidente la distanza - non solo geografica - dai panorami delle prime scene. Girate tra ilRestaurant Onkelta di Parcines e il wine bar WeinSchmiede di Caldaro o nel Maso B di Ceves, dove Cetto vive con la biondissima moglie (Caterina Shulha). È da lì che seguiamo i due - e soprattutto lui - nel viaggio verso casa …e oltre. Un viaggio ricostruito, ovviamente, che ha potuto contare sul Castello di Tor Crescenza di Roma per il Palazzo di Cetto e la biblioteca, sul Casale Segni di via Fontana Candida per la casa di zia Nunziata, su Villa Mondragone per l'arcivescovado e l'ospedale e sul Campus X e l'Università di Tor Vergata per uffici ed esterni del paesino immaginario di Marina di Sopra.


Meno identificabili per i più potrebbero essere invece le location del Monastero, divise tra il Lago di Bolsena(per gli esterni) e il Monastero di Sant'Antonio di Oriolo Romano, e del Palazzo Chigi di Ariccia, per il Reale e quello del Principe Buffo. O ancora, spaziando, del Condominio Forte Stella dell'Isola d'Elba (nel film la rupe di fortificazione), del Simulatore Alitalia di Fiumicino, di via Cave della Magliana o del ristorante cinese di via Marco Polo 53, ancora a Roma.
turismo.it

Mostra del cinema. Leone d'oro a Joker e Coppa Volpi a Marinelli. Polanski d'argento

A Luca Marinelli la Coppa Volpi come miglior attore (Lapresse)
Avvenire

L'Italia esce a testa alta dalla 76esima Mostra del Cinema di Venezia, conquistando la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, che va a Luca Marinelli, straordinario protagonista di Martin Eden, uno dei migliori film visti quest’anno in competizione, diretto da Pietro Marcello e ispirato al celebre romanzo di Jack London. Una consacrazione importante per un attore di grande talento e sensibilità che si impone così all’attenzione del pubblico internazionale con una performance che non ha lasciato indifferenti spettatori e addetti ai lavori.

Marinelli abbraccia Paolo Virzì, uno dei membri della giuria e dice: «Prima che vi rendiate conto dell’errore che avete fatto vi ringrazio tutti». E ringrazia davvero tutti, anche London «che ha creato la figura di Martin Eden, un marinaio. E perciò dedico questo premio a coloro che sono in mare a salvare altri esseri umani che fuggono e che ci evitano di fare una figura pessima con il prossimo. Viva l’umanità e viva l’amore», grida dal palco.

«La Coppa Volpi a Luca Marinelli – commenta Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema – consacra questo attore come uno dei più talentuosi del momento. Ha saputo dare corpo, spirito e passione ad un personaggio in continuo cambiamento con sorprendente naturalezza. Pietro Marcello lo ha guidato magistralmente all’interno di un’opera ambiziosa e libera. Il suo è un cinema di grande respiro internazionale che rimarrà nella memoria di questa edizione del Festival». Ma al cinema italiano va anche il Premio Speciale della Giuria per La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco che, superate le polemiche a proposito di Mattarella, si è fatto apprezzare anche dalla stampa internazionale.

Il Leone d’oro è invece tutto per gli Usa, che vincono questa edizione del festival con Joker di Todd Philips, visionaria "origin story" sul grande antagonista di Batman. Affidato al volto e al corpo di un istrionico Joaquin Phoenix, che ha accompagnato il regista sul palco per ricevere il premio, il film distribuito nelle sale da Warner il 3 ottobre e che a Venezia è stato tra le opere più amate e applaudite, inizia proprio dal Lido la sua corsa verso gli Oscar che da qualche anno a questa parte pescano i principali vincitori tra i film selezionati da Alberto Barbera e i suoi collaboratori.

Colpo di scena poi per il Gran Premio della Giuria che a sorpresa, e in barba a tutte le polemiche del primo giorno scatenate dalle incaute dichiarazioni della Presidente di Giuria Lucretia Martel a proposito della presenza in competizione di Roman Polanski, va proprio a J’accuse, che rievoca il caso Dreyfuss per puntare il dito contro errori giudiziari e persecuzioni di oggi. Per ritirare il premio è tornata al Lido la moglie del regista, Emmanuelle Seigner, che ha portato i ringraziamenti del regista.

Il miglior regista è invece lo svedese Roy Anderson che in About Endlessnesstraccia un surreale, poetico ritratto della fragilità umana attraverso una serie di tableau, dialoghi essenziali e una voce fuori campo che rievoca quella di Sherazade ne Le mille e una notte.

La francese Ariane Ascaride è poi la miglior attrice per Gloria Mundi di Robert Guediguian, dove interpreta una madre forte e coraggiosa che lotta come una leonessa per proteggere la propria famiglia minata da una crisi economica e da un disagio sociale che costringono i suoi componenti a toccare il fondo. «È come un sogno. Io sono nipote di migranti italiani che per fuggire la miseria sono arrivati a Marsiglia e questo premio che mi dà la possibilità di ritrovare le mie radici. La Coppa è dunque per tutti quelli che dormono per l’eternità sul fondo del Mediterraneo».

Il premio per la sceneggiatura va in Cina, al film di animazione N.7 Cherry Lane di Yonfan ambientato nella Hong Kong del 1967, mentre il Premio Marcello Mastroianni per un giovane attore emergente è per Toby Wallace, stralunato e tenero protagonista di Babyteeth di Shannon Murphy che ha commosso Venezia con la storia di una giovane malata terminale. Il Leone del Futuro per la migliore opera prima premia un film delle Giornate degli Autori, You Will Die at 20 di Amjad Abu Alala su un ragazzo sudanese colpito da una profezia che i suoi genitori tentano di non fare avverare, mentre i premi per la sezione Orizzonti vanno ad Atlatis dell’ucraino Valentyn Vasyanovych (miglior film), Blanco en blanco dello spagnolo Théo Court (miglior regia), Verdict del filippino Raymund Ribay Gutierrez (Premio Speciale), Revenir di Jessica Palud (sceneggiatura) e agli attori Sami Bouajila (Un fils) e Marta Nieto (Madre). Nella sezione VR vincono infineThe Key di Céline Tricart, A Linha di Ricardo Laganaro e Daughters of Chibok di Joel Kachi Benson.

Cinema: Gran Paradiso Film festival chiude con +25% pubblico



(ANSA) - TORINO, 28 LUG - "Aigle et gypaete, les maitres du ciel" di Anne ed Erik Lapied trionfa al Gran Paradiso Film Festival, concorso internazionale che si è concluso ieri sera a Cogne (Aosta). Il film dei registi francesi ha ottenuto anche il Premio Ente Progetto Natura awarded by CAI, assegnato dalla giuria tecnica. Il Trofeo Stambecco d'Oro Junior, attribuito dalla giuria dei più piccoli, è stato invece assegnato ex equo a 'Age of the big cats - The origin'di Martin Dohrn e a 'Blu planet II - The ocean'di Jonathan Smith, James Honeyborn, Mark Brownlow, mentre il premio CortoNatura è andato a 'Uno strano processo', del regista svizzero Marcel Barelli. 

Il festival, organizzato da Fondation Grand Paradis e giunto alla 22esima edizione, ha registrato un record assoluto di presenze, +25% rispetto alla passata edizione. 'Realtà e sogno' era il tema di quest'anno. Selezionate 135 opere provenienti da 27 Paesi di 5 continenti, opere poetiche e di denuncia sui vari temi legati alla natura, all'ambiente e agli animali.