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Terremoto in Albania: vittime e crolli. Si cercano i dispersi... Minaccia alle attività turismo

Si contano almeno 7 morti per la forte scossa di terremoto di magnitudo 6.5 della scala Richter che ha colpito stanotte la costa settentrionale dell'Albania, vicino Durazzo. La scossa è stata avvertita anche nella capitale Tirana e nel sud Italia. Numerosi i feriti e le persone che sono ancora sotto le macerie



Stanotte un potente sisma ha interessato una vasta regione dell’Albania. Si tratta del più potente terremoto, dopo quello avvenuto nel 1905. Alle 2.54 ora locale una scossa di 6.5 gradi della scala Richter ha colpito la zona tra Tirana e Durazzo, causando numerosi crolli. Gran parte della popolazione, soprattutto nella capitale, si è riversata in strada in preda al panico. Oltre ai morti, si contano almeno 300 feriti. Inoltre sono ancora molte le persone sotto le macerie.
Alla ricerca tra le macerie dei sopravvissuti

Subito volontari e squadre di pronto intervento hanno iniziato a scavare a mani nude per individuare e salvare i dispersi. Tutte le unità sanitarie e gli ospedali sono mobilitati. Dal momento della scossa unità dell’esercito, della protezione civile e della Caritas Albania stanno lavorando incessantemente. Il terremoto è stato avvertito anche nelle regioni del sud Italia, in particolare in Puglia. Intanto, tutta la zona colpita è ancora in piena emergenza sisma. L'Istituto sismologico albanese riferisce di circa 50 repliche di magnitudo tra i 4.2 e 5.4 gradi Richter, mentre i media locali riferiscono che in diverse città è saltata la corrente, cosa che rende ancora più problematici i soccorsi.
vaticannews

Vino: Gambero Rosso, assegnati premi migliore qualità/prezzo

Recensiti dal Gambero Rosso, con la nuova edizione della guida "Berebene 2020", i vini italiani con il migliore rapporto qualità/prezzo. Nella pubblicazione della Città del Gusto sono presenti 1450 etichette, mentre i premiati sono 849. Ventuno i premi regionali e nove i premi nazionali, suddivisi per area geografica e per tipologia. Nella classifica dei riconoscimenti nazionali i premiati tra i vini bianchi risultano essere il Trentino Riesling '18 de La Vis - Valle di Cembra (Trentino), il Pecorino '18 di Tiberio (Abruzzo) e il Fiano di Avellino '18 di Tenuta Scuotto (Campania). Oltrepò Pavese Buttafuoco '18 di Verdi (Lombardia), Todi Rosso '18 di Tudernum (Umbria) e Aglianico del Vulture Pipoli Zero '17 di Vigneti del Vulture (Basilicata) i migliori tra i rossi. Nella graduatoria dei rosati riconoscimenti come migliore vanno a Bardolino Chiaretto Cl. Vigne Alte '18 di Zeni 1870 (Veneto), Gemella Rosato '18 di Bindella (Toscana), Salice Salentino Rosato Anticaia '18 di Cantina San Donaci (Puglia). "Gambero Rosso- afferma il presidente della Città del Gusto Paolo Cuccia- continua a scoprire, sostenere, e comunicare le grandi eccellenze vitivinicole italiane". "Con la guida Berebene - aggiunge - valorizziamo costantemente le realtà enologiche della nostra penisola che, grazie alla sua biodiversità unica, è in grado di offrire prodotti con un rapporto qualità/prezzo di altissimo livello". (ANSA).

Vini: Piemonte tra protagonisti rassegna Vins extremes

 I vini piemontesi saranno tra i protagonisti di Vins Extrêmes, la rassegna dedicata alla viticoltura estrema che si terrà sabato 30 novembre e domenica primo dicembre, al Forte di Bard, in Valle d'Aosta. Organizzata dall'assessorato del Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali della Regione autonoma e dall'associazione dei viticoltori Vival, in collaborazione con la Chambre Valdôtaine, l'iniziativa ospiterà oltre 60 cantine presenti con i loro banchi di assaggio e quasi 300 i vini in degustazione premiati al Mondial des Vins Extrêmes 2019. Saranno sette le aziende piemontesi presenti all'appuntamento: Azienda Vitivinicola Eusebio di Stroppiana Marilena; Azienda Vitivinicola Pietro Cassina; Cantina dei Produttori Nebbiolo Carema; Cantina Sociale della Serra; Consorzio Produttori Terre del Ramìe; Consorzio per la Tutela e Valorizzazione dei Vini Doc Valsusa e Fratelli Marco di Danilo Marco. Inoltre domenica primo dicembre, alle 15, nel workshop 'Da Unesco e Fao nuovi strumenti per la valorizzazione dei paesaggi viticoli eroici' la Città metropolitana di Torino presenterà il progetto 'Strada dei vigneti alpini' e le prospettive di label territoriale. A seguire si svolgerà la presentazione del nuovo Disciplinare Doc Val Susa. Alle 14 è in programma una degustazione dedicata alla 'Route des Vignobles Alpins', riguardante le aree vitivinicole che partecipano al progetto Vi.A, tra cui i comuni di Carema e di Pomaretto e la città metropolitana di Torino. (ANSA).

Turismo: 8,7 mln visitatori in Italia in camper Rappresentano il 7,6% arrivi totali, giro d'affari da 2,6 mld

 © ANSA

(ANSA) - Cresce in Italia l'attrazione per il turismo all'aria aperta. Sono circa 8,7 milioni i turisti, italiani e stranieri, che nel 2017 hanno visitato il Belpaese, spostandosi a bordo di un camper o un caravan: il 7,6% degli arrivi totali nella Penisola, con un incremento del 4,3% sul 2016 e e corrisponde a circa 56 milioni di pernottamenti in campeggi e aree di sosta, con una crescita del 4,3% sull'anno precedente, per un giro d'affari complessivo che si aggira intorno ai 2,6 miliardi di euro con un balzo in avanti del 3,4% sul 2016.
E' quanto emerge dal 'Rapporto Emilia-Romagna 2019 sul turismo all'aria aperta' elaborato dall'Apc-Associazione produttori caravan e camper e Regione Emilia-Romagna su dati Ciset, il Centro internazionale di studi sull'economia turistica dell'Università Ca' Foscari di Venezia.
Di questi 8,7 milioni di turisti il 7,6% ha avuto come destinazione l'Emilia-Romagna, con 4,3 milioni di pernottamenti in campeggi e aree di sosta e un fatturato che sfiora i 200 milioni di euro. (ANSA).

Viaggio di Enea candidato all'Itinerario Culturale d'Europa



Il viaggio di Enea, l'eroe troiano che toccò 5 Paesi alla ricerca di una nuova patria, è candidato al riconoscimento quale Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa: in Italia approdò in Puglia, narra Virgilio che tra l'altro finì i suoi giorni a Brindisi. Qui il progetto La Rotta di Enea, ieri a Lecce, è stato presentato in un convegno dedicato all'autore dell'Eneide, con Paolo Fedeli, accademico dei Lincei, la vicepresidente del Congresso dei poteri locali del Consiglio d'Europa Barbara Toce, il presidente dell'associazione Rotta di Enea, Giovanni Cafiero e l'assessore regionale alla cultura, Loredana Capone, in collaborazione con la Camera di Commercio di Brindisi e Assonautica.

Il viaggio dell'eroe figlio di Afrodite si snoda in Turchia, Grecia, Albania, Tunisia e Italia, con 21 tappe principali in luoghi suggestivi della civiltà mediterranea: l'approdo nel basso Salento è collocato a Castrum Minervae, l'odierna Castro (Lecce), dopo la sosta a Butrinto (Albania). Qui nasce il periplo di Enea nell'Italia meridionale, dall'Adriatico al Tirreno, percorso che oggi il progetto propone con "un forte valore per il rilancio del Mezzogiorno" e con la città di Brindisi, tappa crocieristica, punto di incontro anche con la via Appia che da qui conduce a Roma. "Enea che porta con sé il Palladio, la statua di Atena, divinità protettrice della Città - spiega Cafiero -, in viaggio con il padre Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio per mano, rappresenta una metafora che può guidare il rilancio del Mezzogiorno in un contesto Euromediterraneo: fedeli alle proprie tradizioni ma proiettati verso un futuro aperto agli scambi culturali, al turismo, all'economia del mare". 

ansa

La Regione Marche, in collaborazione con ENIT presenta “Raffaello Una mostra impossibile”

L’aeroporto di Ancona ospiterà fino al 6 gennaio “Raffaello, una mostra impossibile”


La Regione Marche, in collaborazione con ENIT – Agenzia Nazionale Turismo e Aerdorica Aeroporto delle Marche e con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, presenta “Raffaello Una mostra impossibile”, dando così il via alle celebrazioni per il 500° anniversario dalla morte del maestro urbinate previste per il 2020.

La Regione Marche – recentemente nominata da Best in Travel 2020, l’annuale classifica di Lonely Planet, la seconda regione al mondo da visitare tra le dieci migliori e unica destinazione italiana per il 2020 – partendo da Urbino, città natale di Raffaello Sanzio nonché Patrimonio Unesco, vuole, attraverso la vita e le opere del grande artista rinascimentale, portare i visitatori alla scoperta di un territorio ricco di fascino, storia e tradizioni culturali ed eno-gastronomiche. E quale miglior modo di farlo se non organizzare una vera e propria mostra impossibile nell’aeroporto marchigiano a lui intitolato?

L’esposizione Raffaello Una mostra impossibile, ideata e curata da Renato Parascandolo e con la direzione scientifica di Ferdinando Bologna recentemente scomparso, presenta 45 dipinti di Raffello – compreso l’affresco de La Scuola di Atene – riprodotti in scala 1:1 e riuniti insieme, permettendo così di ammirare in un unico allestimento opere disseminate in 17 paesi diversi, un’impresa che non riuscì nemmeno a Raffaello in persona. L’esposizione si terrà dal 23 novembre 2019 al 6 gennaio 2020. 

Una carriera folgorante quella di Raffaello, morto a soli 37 anni, che la mostra racconta affiancando riproduzioni di opere provenienti dai maggiori musei del mondo – dagli Uffizi di Firenze, ai Musei Vaticani, dalla Pinacoteca di Brera a Milano alla Galleria Borghese a Roma, passando per il Louvre a Parigi, il Prado a Madrid e la Gemäldegalerie a Berlino, per arrivare a San Pietroburgo all’Ermitage e alla National Gallery di Washington, solo per citarne alcuni – che conservano capolavori assoluti come la Madonna Conestabile, la Madonna di Terranuova, lo Sposalizio della Vergine, la Madonna del Cardellino, la Deposizione, il Ritratto di Baldassare Castiglione e tanti altri fino ad arrivare alle Stanze Vaticane per cui Raffaello giunse a Roma ingaggiato da papa Giulio II che segnò la sua consacrazione a interprete della ”maniera moderna”.

Le riproduzioni sono stampate su un tessuto trasparente e retroilluminate e questa soluzione, oltre a conferire una particolare suggestione ai dipinti, consente di cogliere dettagli e sfumature difficilmente apprezzabili nelle tele originali ad occhio nudo o nelle riproduzioni a stampa. Dopo l’aeroporto di Falconara, la mostra arriverà a Le Carrousel du Louvre a Parigi dal febbraio 2020, ma non solo, nel corso del prossimo anno toccherà altre città europee fino a giungere in Russia.

Nella guida Best in Travel 2020 di Lonely Planet si legge a proposito della Regione Marche: “Una delle ragioni del suo grande fascino è proprio quella di poter esplorare con calma, e in relativa solitudine, maestose rovine romane, svettanti architetture gotiche, massicci castelli medievali e sublimi palazzi rinascimentali che custodiscono collezioni d’arte tra le più ricche d’Italia. Il tutto racchiuso tra alte montagne boscose e la placida costa dell’Adriatico e condito da golosi festival gastronomici”.

La Regione Marche con Raffaello La mostra impossibile, si appresta ad aprire il nuovo anno nel segno dell’arte, ma non solo. Il 2020 sarà anche l’anno del Giubileo Lauretano in occasione del centenario della proclamazione della Vergine Lauretana quale Patrona universale degli aeronauti, avvenuta il 24 marzo 1920. Il Giubileo avrà inizio l’8 dicembre 2019, con l’apertura della Porta Santa nel Santuario di Loreto presieduta da S. Em.za il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato e si concluderà il 10 dicembre 2020. Inoltre continua il progetto Marche Outdoor, inaugurato nel 2019 e che avrà come testimonial d’eccezione il campione del ciclismo mondiale Vincenzo Nibali. La filosofia del progetto è quella di promuovere un’economia del territorio sostenibile, proponendo la bicicletta come mezzo e non come “fine” e facendo vivere al cicloturista tutte le emozioni che la regione può offrire, attraverso 24 percorsi ciclabili che interessano tutte le Marche.

bonculture.it

Visita guidata alla Basilica di San Gaudenzio con #visitNovara



Dalla sacrestia dei canonici allo scurolo passando attraverso le cappelle del Santissimo Sacramento, di San Giorgio, della Natività e dell’Angelo Custode. Questo e molto altro ha avuto modo di apprezzare, nel pomeriggio di oggi, il nutrito gruppo che ha preso parte alla visita guidata “I tesori della Basilica di San Gaudenzio”. Terzo di cinque appuntamenti, promossi nell’ambito di #visitNovara – iniziativa nata dalla collaborazione tra Comune e Agenzia turistica locale alla scoperta delle strutture architettoniche cittadine – il tour è stato magistralmente guidato da Sonia Martelli, docente di arte al Liceo Scientifico Carlo Alberto e membro del Consiglio di amministrazione della Fabbrica Lapidea della Basilica di San Gaudenzio. Prossimi appuntamenti, il 30 novembre “Anteprima di ExpoRisorgimento” visita al Castello a cura dell’Associazione Amici del Parco della Battaglia; 7 dicembre “La storia del Castello Visconteo Sforzesco di Novara e la Maternità di Gaetano Previati nella mostra Divisionismo” al piano terra della fortezza.

https://www.sdnovarese.it

Dal confine col Brennero fino all'Isola d'Elba con Antonio Albanese, passando per Ariccia e Farfa



Nel primo capitolo della trilogia di Cetto La Qualunque si era partiti da Lamezia Terme e Scilla, in Tutto tutto niente niente si era arrivati fino a Venezia, ma sempre sfruttando le location laziali per dare corpo alle deliranti avventure del personaggio creato da Antonio Albanese. Che ora continuano in Cetto c'è, senzadubbiamente di Giulio Manfredonia. A parte l'incipit tedesco - in realtà ricreato nella provincia di Bolzano - il sogno regale dello sgradevole e fastidioso protagonista della saga ci consente di scoprire alcuni dei Palazzi e delle Ville più eleganti del nostro Paese… Per non parlare del reatino più magico, senza nulla togliere a quello "miracoloso" di Fabio Rovazzi e quello "naturalistico" del Lago di Turano.


A dieci anni dalla sua elezione a sindaco di Marina di Sopra di Cetto La Qualunque si erano perse le tracce. Scopriamo che vive in Germania e, messa da parte ogni ambizione politica, Cetto oggi per i tedeschi è soltanto un irresistibile e pittoresco imprenditore di successo, che considera la Germania una terra di conquiste e la mafia un marchio di qualità. La sua catena di ristoranti e pizzerie infatti spopola; ha una bella compagna tedesca e due suoceri neonazisti che lo guardano con la simpatia riservata ai migranti. Il richiamo della sua terra tuttavia resta forte e la notizia dell’aggravarsi delle condizioni dell’amata zia che lo ha cresciuto, lo induce a tornare sul luogo del delitto e del diletto. In Italia la zia gli rivelerà qualcosa sul suo passato, e sui suoi natali, che cambieranno per sempre il corso della sua vita …e della nostra.

Nel pomeriggio "dissacrante" - come lo ha definito il Corriere di Rieti - del 19 giugno scorso sono iniziate le otto settimane di riprese del film, approfittando dell'austero scenario della splendida Abbazia Benedettina di Castelnuovo di Farfa, scelta per rappresentare la chiesa dove si svolge una delle scene più importanti della vicenda. Ma anche le strade di campagna circostanti e scorci del cortile e di Piazza Shuster appaiono sullo schermo, come esterni della Casa di Ferdinando e del Circolo Cavalieri.


Un utilizzo di luoghi di importanza storica che ricorda in parte quello visto nel Poveri ma ricchissimi di Christian De Sica & Co. (allora impegnati al Borgo di Ostia Antica) e nella serie tv dei Borgia (nel viterbese), o - soprattutto per gli esterni più bucolici - nel Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott (a Bracciano, e non solo).

E che rende ancor più evidente la distanza - non solo geografica - dai panorami delle prime scene. Girate tra ilRestaurant Onkelta di Parcines e il wine bar WeinSchmiede di Caldaro o nel Maso B di Ceves, dove Cetto vive con la biondissima moglie (Caterina Shulha). È da lì che seguiamo i due - e soprattutto lui - nel viaggio verso casa …e oltre. Un viaggio ricostruito, ovviamente, che ha potuto contare sul Castello di Tor Crescenza di Roma per il Palazzo di Cetto e la biblioteca, sul Casale Segni di via Fontana Candida per la casa di zia Nunziata, su Villa Mondragone per l'arcivescovado e l'ospedale e sul Campus X e l'Università di Tor Vergata per uffici ed esterni del paesino immaginario di Marina di Sopra.


Meno identificabili per i più potrebbero essere invece le location del Monastero, divise tra il Lago di Bolsena(per gli esterni) e il Monastero di Sant'Antonio di Oriolo Romano, e del Palazzo Chigi di Ariccia, per il Reale e quello del Principe Buffo. O ancora, spaziando, del Condominio Forte Stella dell'Isola d'Elba (nel film la rupe di fortificazione), del Simulatore Alitalia di Fiumicino, di via Cave della Magliana o del ristorante cinese di via Marco Polo 53, ancora a Roma.
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Il Museo dell'Emigrazione italiana racconta una parte importante della nostra storia e cultura

New York

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I fenomeni migratori sono sempre esistiti. Anzi, sono alla base dell'evoluzione umana. Oggi il tema è ampiamente dibattuto, e occupa molto spazio nell'agenda politica di ogni nazione. In Italia, l'argomento è caldo, caldissimo, e spesso chi si accende particolarmente quando afferma che il fenomeno migratorio verso l'Europa va arrestato, dimentica di discendere da un popolo che è emigrato massicciamente, a più riprese. La storia dell'emigrazione italiana è complessa, e non si dovrebbe dimenticarla tanto facilmente: è per mantenere viva la memoria che in Umbria, a Gualdo Tadino, è nato il Museo Regionale dell'Emigrazione Pietro Conti, luogo espositivo ma anche centro di ricerca. 

Il museo nasce per valorizzare il patrimonio storico, culturale e umano dei grandi esodi migratori nostrani. Dalla fine dell'800 si stima che siano partite ben 27 milioni di persone solo dall'Italia. Siamo stati noi gli 'extracomunitari', gli 'invasori' di Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, e anche di Francia, Svizzera, Germania. E l'integrazione non è sempre stata rose e fiori, anzi. Grazie a coinvolgenti proiezioni video (il museo si avvale dell'esclusivo materiale documentario di Rai Teche e della Radio Televisione della Svizzera Italiana) si può percorrere a ritroso la vicenda di molti nostri antenati.

L'arrivo, il viaggio, la partenza sono raccontati in tre fasi attraverso immagini, documenti e racconti di persone che provenivano da tutte le regioni italiane. Il percorso espositivo è un racconto corale, che parla di addii, nostalgie, difficoltà a mantenere le proprie radici e difficoltà ad inserirsi in un nuovo contesto, tutt'altro che ospitale. Un luogo di memoria, intitolato a Pietro Conti, primo Presidente della Regione dell'Umbria. La popolazione umbra, sebbene nelle prime ondate migratorie partecipasse con numeri trascurabili, arrivò ad essere la settima regione in Italia per partenze tra il 1911 e il 1913. E Gualdo Tadino, insieme ai comuni della fascia dorsale appenninica, è stata protagonista di questa importante vicenda storica e umana.

Secondo la Fondazione Paolo Cresci, che ha messo online una sorta di 'museo virtuale' dell'emigrazione italiana, gli emigrati italiani - considerando una media delle varie ondate - erano prevelentamente originari di Veneto, della Campania, della Sicilia, della Lombardia, del Piemonte e della Calabria. L'eredità degli Italiani emigrati si traduce oggi in numeri piuttosto precisi se si calcolano gli 'oriundi' attualmente presenti nei cinque continenti, ovvero i discendenti degli italiani, che in alcuni paesi costituiscono percentuali altissime della popolazione.

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Torino Parchi: Parco della Collina di Superga

Parco della Collina di Superga

E’ una zona speciale quella di Superga, in tutti i sensi, e non è un caso che abbia tanto affascinato anche Jean Jacque Rousseau quando la vide per la prima volta. Si tratta di uno dei colli più famosi di Torino, dove sorge la Basilica, capolavoro dell'architettura barocca di Filippo Juvarra, considerata uno dei luoghi più suggestivi della città. Vi arriva la storica tranvia a cremagliera Sassi-Superga, con un percorso di oltre 3 chilometri il cui punto di arrivo offre un meraviglioso panorama. La storica tranvia è unica nel suo genere, continuazione di una tradizione risalente al 1884 quando, il 26 aprile, ci fu la prima corsa effettuata dalla funicolare con il trenino mosso da un motore trainante una fune di acciaio che scorreva parallelamente al binario: la linea venne poi trasformata nel 1934 in una tranvia ed oggi completa la visita alla Collina di Superga con un viaggio d’altri tempi su carrozze originarie.

La collina è anche purtroppo tristemente nota anche per la tragedia che colpì l’aereo in cui viaggiavano i calciatori della squadra del Grande Torino il 4 maggio del 1949 per i quali è stata posta la lapide commemorativa. Ma è anche e sopratutto un parco istituto nel 1991 per tutelare a valorizzare un territorio di notevole interesse. Si presenta con diverse peculiarità ambientali, architettoniche e paesaggistiche ancora ben conservate nonostante si trovi cosi a poca distanza da Torino. Le bellezze naturali, la ricchezza floristica e i tesori architettonici che oltre alla basilica comprendono anche ville e cascine si possono ammirare grazie ad una fitta rete di sentieri che consente piacevoli escursioni. Con una superficie di circa 746 ettari, il Parco Collina di Superga è caratterizzato dalla presenza di fitti boschi di faggio, pino silvestre, castagno, querce, sorbo e maggiociondolo a cui si affianca una massiccia presenza di robinia. A tutto questo si inframezzano prati e qualche vigneto.Il patrimonio floristico è dunque particolarmente ricco, poiché formato da specie caratteristiche della pianura e dei rilievi collinari e specie più tipicamente montane e amanti del fresco.

Per quanto riguarda la fauna si segnalano oltre 40 specie di uccelli nidificanti, in gran parte legate agli ambienti forestali, tra cui il nibbio bruno e il falco pecchiaiolo, ma anche poiana, sparviere e gheppio tra le specie diurne e allocco e civetta tra quelle notturne. Altre specie interessanti di uccelli sono il picchio sia verde che rosso, l’upupa, lo zigolo nero. Tra i mammiferi sono 15 le specie censite, tra cui il toporagno comune, lo scoiattolo, il moscardino ed il tasso. Non mancano i cinghiali, il pipistrello di Savi e il raro mustiolo etrusco, uno dei più piccoli mammiferi viventi. Fra gli altri sono presenti volpe, tasso, faina, donnola, riccio, ghiro. 

Torino è una di quelle città che può ventare numerosissime aree verdi. Il Parco del Valentino è sicuramente uno dei luoghi più iconici della città, andiamo a scoprirne alcune chicche.

Chi ha un debole per la storia dell’esercito sa che Piazza d’Armi era utilizzata come aera per l’addestramento e le esercitazioni: ecco cosa sapere sul Parco Cavalieri di Vittorio Veneto.

Uno dei parchi più importanti di Torino è stato Parco Giacomo Leopardi, anche se oggi non è la zona verde più conosciuta della città. Scopriamo cosa nasconde
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