Ferrara nel Circuito Città d’Arte della Pianura Padana
L'adesione arrivata assieme a quella di dodici capoluoghi di Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte
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Si propone di promuovere, in ambito nazionale ed estero, l’offerta turistica di un territorio dalle caratteristiche culturali, storiche e geografiche simili. E’ il Circuito Città d’Arte della Pianura Padana, a cui anche Ferrara ha deciso di aderire, assieme ad altri dodici capoluoghi dell’Emilia Romagna, della Lombardia e del Piemonte.
In base alla convenzione che sarà sottoscritta con l’associazione, il Comune si impegnerà a diffondere i materiali promozionali del circuito e a creare collegamenti con il sito internet www.circuitocittadarte.it, mentre l’associazione inserirà le iniziative culturali ferraresi tra quelle oggetto della sua attività di divulgazione turistica.
estense.com
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“Svizzera in treno. Viaggio slow lungo le ferrovie panoramiche di montagna”
La “Svizzera in treno” è una bellissima intuizione di Paolo Gianfelici e Elvira D'Ippoliti, un libro edito da Tid Press nella collana “Terre d'Europa”. Un libro di viaggio che ho presentato il 15 dicembre scorso nella Sala delle Colonne di Palazzo Marini (Camera dei Deputati) assieme all'ambasciatore di Svizzera in Italia, Bernardino Regazzoni, al prof. Angelo Luongo, a Tiziano Pelli, direttore di Svizzera Turismo in Italia e a Matteo Spiller di Swiss Travel System. Un racconto di viaggio che contribuisce ad avvicinare le culture dei due Paesi, attraverso la sintesi tra paesaggio e vita vissuta, favorendo il processo di reciproca conoscenza.
In Svizzera chi viaggia in treno ha la possibilità di ammirare un paesaggio unico, quasi esclusivo, che colpisce lo sguardo e aiuta a capire un contesto socio-culturale caratterizzato dalle sue tante particolarità. I binari scorrono attraverso i centri abitati lasciando intravedere scorci di vita quotidiana, e non appena si esce dal perimetro dei paesi si offre un paesaggio di boschi verdi e campagne geometriche e coltivate con grande cura. Ma questi stessi treni percorrono anche tunnel lunghissimi, destinati a superare ogni record allorché sarà completata la nuova trasversale alpina del San Gottardo di cui abbiamo ampiamente parlato nel convegno sui collegamenti ferrovieri Italia-Svizzera svoltosi a Roma nel settembre scorso. Nei tunnel, a volte, si entra con il sole e si esce trovando la neve, situazioni che evocano sensazioni particolari, impressioni da favola come nella novella di Dürrenmatt. Il treno attraversa valli dove si parlano lingue diverse, tra montagne incantate, e ti porta a scoprire ogni angolo di questo Paese così affascinante quanto piccolo e complesso. Collega i paesi vicini e ti porta al confine dove alla stazione di Chiasso puoi ammirare la statua di due donne a seno nudo, la Svizzera e l'Italia, e dove hai contezza di quante centinaia di migliaia hanno attraversato questo valico in treno per emigrare a Nord in cerca di un po' di pane oltre le Alpi.
Il libro di Gianfelici ed Ippoliti racconta quattro viaggi slow lungo le più belle ferrovie di montagna: il Bernina Express che collega Tirano in Valtellina con St. Moritz e Coira; il Glacier Express, da Zermatt a St. Moritz; la Jungfraubahn, un sogno realizzato dal suo ideatore Alfred Guyer- Zeller nel 19° secolo per raggiungere i 4.158 metri in vetta alla Jungfrau; il GoldenPass Panoramic che comincia la sua corsa a Ginevra, attraversa il Cantone di Vaud e sale tra laghi e paesaggi di montagna fino a Zurigo.
Come si intuisce, sono percorsi affascinanti, quasi avvincenti, che scorrono come un fluido dalle parole degli autori lasciandoci già immergerci in un paesaggio meraviglioso.
In Svizzera chi viaggia in treno ha la possibilità di ammirare un paesaggio unico, quasi esclusivo, che colpisce lo sguardo e aiuta a capire un contesto socio-culturale caratterizzato dalle sue tante particolarità. I binari scorrono attraverso i centri abitati lasciando intravedere scorci di vita quotidiana, e non appena si esce dal perimetro dei paesi si offre un paesaggio di boschi verdi e campagne geometriche e coltivate con grande cura. Ma questi stessi treni percorrono anche tunnel lunghissimi, destinati a superare ogni record allorché sarà completata la nuova trasversale alpina del San Gottardo di cui abbiamo ampiamente parlato nel convegno sui collegamenti ferrovieri Italia-Svizzera svoltosi a Roma nel settembre scorso. Nei tunnel, a volte, si entra con il sole e si esce trovando la neve, situazioni che evocano sensazioni particolari, impressioni da favola come nella novella di Dürrenmatt. Il treno attraversa valli dove si parlano lingue diverse, tra montagne incantate, e ti porta a scoprire ogni angolo di questo Paese così affascinante quanto piccolo e complesso. Collega i paesi vicini e ti porta al confine dove alla stazione di Chiasso puoi ammirare la statua di due donne a seno nudo, la Svizzera e l'Italia, e dove hai contezza di quante centinaia di migliaia hanno attraversato questo valico in treno per emigrare a Nord in cerca di un po' di pane oltre le Alpi.
Il libro di Gianfelici ed Ippoliti racconta quattro viaggi slow lungo le più belle ferrovie di montagna: il Bernina Express che collega Tirano in Valtellina con St. Moritz e Coira; il Glacier Express, da Zermatt a St. Moritz; la Jungfraubahn, un sogno realizzato dal suo ideatore Alfred Guyer- Zeller nel 19° secolo per raggiungere i 4.158 metri in vetta alla Jungfrau; il GoldenPass Panoramic che comincia la sua corsa a Ginevra, attraversa il Cantone di Vaud e sale tra laghi e paesaggi di montagna fino a Zurigo.
Come si intuisce, sono percorsi affascinanti, quasi avvincenti, che scorrono come un fluido dalle parole degli autori lasciandoci già immergerci in un paesaggio meraviglioso.
Personalmente ho contribuito al libro con una testimonianza che prende spunto dall'esperienza quotidiana che ho vissuto sui treni Svizzeri. Infatti «Fin da giovane ho viaggiato molto e, da quando la Svizzera è diventata per me un punto fermo, ho sempre ammirato – con un po' d'invidia essendo rimasto profondamente italiano – questa rete di collegamenti che s'intrecciano con precisione quasi matematica, ma anche i servizi di biglietteria e le informazioni connesse. Le colossali e innovative opere di ammodernamento della stazione centrale di Zurigo dovrebbero far parte del manuale di buona amministrazione che i responsabili istituzionali di molte città dovrebbero studiare accuratamente. Non è semplice capire come una nazione di soli sette milioni di abitanti, immersa nel cuore dell'Europa, possa reggere le sfide e funzionare così bene. Le lancette del mio orologio seguono lo stesso andamento del famoso e inconfondibile simbolo delle Ferrovie Svizzere: i minuti scorrono accompagnando la disciplina e l'affidabilità di una nazione che non si ferma ad ammirarsi».
politicamentecorretto.com
Idee per un magico Capodanno ad Ischia
Per chi desidera consulenza personalizzata nasce Capodannoischia.it, il portale più spumeggiante del 2011
Chi è alla ricerca sul web di un’idea per una meta dal fascino unico e intramontabile, in cui trascorrere le feste di Natale e Capodanno ormai alle porte, ha uno strumento in più: le proposte di http://www.capodannoischia.it .
Fin dal nome del portale dedicato al turismo ischitano, appare chiara la vocazione di queste scintillanti pagine web: essere di aiuto a chi desidera organizzare l’ultimo dell’anno in una cornice di fiabesca magia, come solo l’isola di Ischia può essere.
Capodannoischia.it è lontano dai cliché dei classici portali turistico-alberghieri: il suo obiettivo è voler offrire una lista sempre aggiornata dei migliori hotel presenti sull’isola, ma anche un gran numero di interessanti proposte last minute, di convenzioni speciali e di formule personalizzate. Per chi desidera una consulenza ad hoc, è sempre disponibile l’assistenza turistica gratuita da parte degli operatori che, via telefono, potranno illustrare le caratteristiche degli hotel, fornendo tutte quelle informazioni e curiosità utili per un soggiorno costruito su misura.
L’assistenza è assolutamente gratuita e la telefonata è rigorosamente senza impegno: basta comporre lo 081 388 308 99 per essere subito messi in contatto con un consulente specializzato, i cui consigli saranno la base di partenza ideale per organizzare un soggiorno con i fiocchi per il vostro Capodanno a Ischia.
Scoprire Ischia attraverso la foto gallery presente sul sito sarà solo l’inizio dell’avventura da vivere immergendosi nell’atmosfera di festa che si respira sull’isola a Natale e a Capodanno.
Le pagine dedicate al “cosa fare” ad Ischia sono ricche di suggestioni. Luci colorate, abeti addobbati a festa, mercatini, eventi culturali e l’immancabile “glamour” rendono Ischia, meta estiva per eccellenza, un luogo fatato anche durante i mesi più freddi. L’isola sa come stregare i propri visitatori con il fascino del mare d’inverno e Capodanno Ischia riesce a cogliere nel
segno, proponendosi quale partner qualificato per intercettare una domanda turistica in crescita, desiderosa di risposte di qualità a prezzi sempre contenuti.
Pubblicazione comunicati stampa internet
Presepe vivente Chia sui luoghi pasoliniani (Chia di SORIANO NEL CIMINO) - dal 26 dicembre al 6 gennaio
Presepe vivente 26, 28 Dicembre 2014 1, 4, 6 Gennaio 2014 - A partire dalle ore 17,00 sino alle ore 19,30 (circa). Durante le feste natalizie il piccolo borgo medievale di Chia si impegna in una rappresentazione profondamente suggestiva del Presepe Vivente. Nell'area di San Giovenale, zona di grande interesse archeologico, tra i ruderi della chiesa medievale omonima, tra le grotte e le tombe, lungo un percorso campestre, quasi tutti gli abitanti del paese danno vita ad una riproduzione surreale, ricreando antiche botteghe artigiane, taverne e tante tappe in cui il visitatore può assaporare l'atmosfera vissuta in quel tempo. A cura del Comitato festeggiamenti di S. Giovenale.
La fondazione del presepe vivente risale al 1996 quando era parroco don Giuseppe Serrone, uno dei progettisti dell'iniziativa, impegnato nella promozione del territorio attraverso la pubblicazione di due volumi storici sulla parrocchia di Chia editi dalla Libreria Editrice Vaticana.
1) San Giovenale e il castello di Chia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1997, euro 15,49 (+ euro 6 spese di spedizione posta prioritaria e imballaggio) scheda libro
2) Il Santarello, la Fornacchia e Santa Lucia, frazioni di Maria. Itinerario religioso storico artistico, tra Soriano e Vitorchiano Orte e Bagnoreggio, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1999, p. 190, euro 7,75 (+ euro 6 spese di spedizione posta prioritaria e imballaggio). scheda libro
Don Giuseppe Serrone e' stato anche uno dei promotori della valorizzazione della presenza di Pier paolo Pasolini a Chia.
Il rifugio è la torre dove il regista, nella pace della campagna viterbese, si rifugiava negli ultimi anni della sua vita per scrivere e riflettere. Non lontano da qui girò nel 1964 anche qualche scena del Vangelo secondo Matteo, uno dei suoi film più complessi e controversi nel quale riuscì pienamente a cogliere il mistero del sacro. Tante sono le curiosità, gli itinerari naturalistici e culturali in una terra dove regnò la civiltà etrusca.
Scrive Marco Scataglini su "la Repubblica viaggi" «Su diverse porte scardinate, sui mattoni, sul legno modellato dal tempo, la mano gentile di un abitante del borgo ha scritto, con grafia regolare e senza lasciare firma, poesie, testi di canzoni, frasi in libertà. Aggirandosi in questo Parnaso silenzioso, dove anche i muri sanno farsi leggere, ci si ritroverà necessariamente nella parte alta del colle, tra i ruderi del Castello con di fronte un ampio panorama, e ci si renderà conto che Chia è costruita proprio nella classica "collocazione etrusca", sulla cima di un altipiano circondato da profonde e selvagge forre, da cui sale il rumore dei torrenti che nel medioevo muovevano le macine dei mulini, di cui ancora oggi restano testimonianze. È un mondo umido e nebbioso, romantico, dove la realtà cede facilmente all'immaginazione. Così il ruscello che passa sotto Chia per scorrere verso quel che rimane del Castello di Colle Casale - solo un'altissima torre - può tramutarsi nel fiume Giordano dove Gesù fu battezzato. Come? Grazie alla trasposizione cinematografica che Pasolini fece del Vangelo secondo Matteo, da cui ottenne contemporaneamente uno dei suoi massimi capolavori, ma anche il film più controverso e contestato della sua carriera. "Il film l'ho girato-e con Cristo!/ L'ho trovato, Cristo, l'ho rappresentato!" scrisse poi, ma in realtà non fu facile reperire i finanziamenti, gli attori e, soprattutto le location. "Agli inizi della primavera 1964 Il Vangelo entrò in lavorazione. Le prime inquadrature girate furono quelle del battesimo di Gesù - e il Giordano venne 'trovato' fra Orte e Viterbo in una fessura scavata da un torrente in mezzo a rocce aspre e selvagge", racconta lo scrittore Enzo Siciliano, grande amico di Pasolini, che nel film interpreta il ruolo di Simone, nel suo Vita di Pasolini (Giunti, Firenze 1995). E prosegue: "In quell'occasione Pier Paolo scoprì la Torre di Chia di cui letteralmente si innamorò e decise di acquistarla, ma l'acquisto gli riuscì dopo alcuni anni". Era allora, ed è ancora, un luogo così ricco di storia e di fascino che il regista non poteva non rimanerne attratto, forse spinto dal desiderio di una vita diversa, più rilassata: "Ebbene ti confiderò, prima di lasciarti,/ che io vorrei essere scrittore di musica,/ vivere con degli strumenti/ dentro la torre di Viterbo che non riesco a comprare/ nel paesaggio più bello del mondo, dove l'Ariosto/ sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta/ Innocenza di querce, colli, acque e botri,/ e lì comporre musica/ l'unica azione espressiva/ forse, alta, e indefinibile come le azioni della realtà", scrisse nel 1966. Solo nel novembre 1970 il sogno poté avverarsi: Pasolini costruì allora, ai piedi della Torre, una casetta con grandi vetrate, un luminoso studio e una cucina. Negli ultimi tre anni della sua vita visse a tempo pieno a Chia, lavorando a un romanzo, Petrolio (Einaudi), rimasto incompiuto. Nel pieno di un autunno cupo e triste, infatti, dopo essere rientrato da un viaggio a Parigi, si sedette ancora una volta alla guida dell'amata Alfa Romeo GT, per sfrecciare verso Roma, la città che più di ogni altra ha saputo raccontare con cruda profondità (basti pensare a Ragazzi di vita, il suo primo romanzo, pubblicato nel 1955). Gli amici che lo incontrarono dissero che era di umore molto malinconico e pensieroso. Sul Corriere della Sera del 2 Novembre del 1975, quella che era stata una vita di creatività, passione, amore per la letteratura e il cinema, si trasformò di colpo in drammatica una notizia di cronaca: "Pier Paolo Pasolini è stato ucciso. E' accaduto stanotte a Ostia, a duecento metri dal mare. La scena del delitto è uno sterrato deserto su cui sorgono delle squallide casupole abusive, quasi delle baracche...". Sono passati trent'anni da quel giorno: è questa l'occasione migliore per tornare nei "luoghi di Pasolini" alla ricerca della bellezza che tanto l'aveva colpito ed in cui ancora è possibile avvertire se non la sua presenza, almeno l'eco della sua straordinaria personalità».
Nella vita di ogni artista c'è un luogo dell'anima, un centro geografico tangibile dove l'ispirazione fluisce libera, aprendo la strada alla creatività. Per Pier Paolo Pasolini - scrittore, regista, poeta - questo luogo è stato Chia, un grumo di case così piccolo che per rintracciarlo su una carta stradale occorre una lente d'ingrandimento, ammesso che poi ci si riesca davvero, a trovarlo, perché non è cosa facile: bisogna guardare nella provincia di Viterbo, laddove già questa declina verso l'Umbria, e seguire idealmente la Statale 675 che da Orte va verso Vitorchiano.
«A Chia, Pasolini ha lasciato un ottimo ricordo. Si recava spesso nelle case della gente, si intratteneva con loro, era gentile e disponibile. Fece molto per il paese, creò una squadra di calcio per i più giovani, istituì un premio per chi lo abbelliva...». A raccontare lo scrittore-regista nei suoi aspetti quotidiani, magari minimi, ma proprio per questo più veri è Giuseppe Serrone.
Lui non ha mai incontrato di persona Pasolini, ma la passione per questo luogo, che pare attrarre personaggi al di fuori degli schemi, li unisce al di là del tempo e dello spazio: «Quando arrivai a Chia sapevo ben poco di Pier Paolo... In realtà l'ho scoperto grazie ai racconti della gente, che tratteggiavano una personalità affabile e gentile, che mi ha subito incuriosito».
Giuseppe è stato parroco di Chia dal 1991 al 2001 ed è un prete dalle idee chiare, in grado di fare scelte impegnative come quella, tre anni fa, di metter su famiglia, di sposarsi e cambiare vita. "Non è stato facile, e proprio per aiutare i sacerdoti che come me hanno deciso di violare l'imposizione del celibato, ho fondato l'Associazione Sacerdoti Lavoratori Sposati...", racconta. La sede nazionale? Ovviamente, è a Chia. Giuseppe Serrone ha scritto tra l'altro (sul Viale della Torre di Chia...) un testo di omaggio nell'anniversario della morte di Pasolini
Un ricordo per Pasolini
di Giuseppe Serrone
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L'anniversario dell'uccisione di Pasolini è passato quasi sotto silenzio.
Sono stato per anni parroco di Chia, luogo dove Pasolini ha risieduto nell'ultimo periodo della sua vita, nel Castello di Colle Casale a Chia.
Desideravo segnalare l'anniversario e un mio testo di omaggio a Pasolini che trascrivo:
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Una strada: le radici che non avevano alberi sono le vere strade di un bosco. La luna dava spazio a una stella e il vento, respirando tra le foglie l'accarezzava e formava un triangolo senza base aperto verso l'infinito e la luna ti accompagna. Pietre e pietre: il tempo rovina le cose e il rumore dell'acqua riporta la melodia delle cose e il passo d'un uomo solo, sfiora la strada di radici.
Pier Paolo come il candore di una foglia la tua penna scrive e il tuo occhio immagina scene di storie passate, tra rami e rami secchi, tra felci e querce, le fessure dei muri, le buche di un masso, trapassi irrequieti di ore proibite!
Che cosa è il bene o il male? Forse la strada di un poeta o un artista o un regista si perde tra sogni e profeti di un tocco di blu!
T'accompagna la luna, Pier Paolo, e come la stella ricevi la luce da storie mai scritte o frasi non dette racchiuse tra un ago e la freccia veloce, la mano d'un re, tradito e rinato."
(scritto sul Viale della Torre di Chia, l'ultima residenza di Pasolini).
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Giuseppe Serrone
Loreto: sensoriabilis, premiate le eccellenze del turismo accessibile
Si è appena conclusa la quarta edizione di sensoriABILIS, il Forum del turismo accessibile promosso da Confindustria Ancona, che quest’anno si è svolto a Loreto.
E’ già ora di guardare avanti. "Alla fine di questa importante manifestazione sono sempre più convinto che il turismo possa essere un ulteriore volano di crescita di questa nostra regione, considerata tra le prime manifatturiere in Europa,– ha affermato Giuseppe Casali, presidente di Confindustria Ancona. - E tanto più lo diventerà tanto più riuscirà a diventare un turismo accessibile: oggi il mercato del turismo si muove sempre più verso le aree che sono accessibili, essere solo belli non è più sufficiente. E Loreto, città dell’accoglienza per eccellenza, terza destinazione al mondo per il turismo religioso e adesso tra le papabili città selezionate dall’UNESCO per diventare patrimonio dell’umanità, rappresenta quel modello di città accogliente che noi vogliamo contribuire a creare. Loreto dunque come sede stabile di sensoriABILIS e come modello virtuoso da esportare".
Ha riscosso particolare successo all’interno della manifestazione sensoriABILIS la cerimonia di premiazione alle eccellenze nel campo del turismo accessibile: Carmen Lasorella, madrina della manifestazione, affiancata dall’ideatore e coordinatore del progetto Ludovico Scortichini e dal Presidente di Confindustria Ancona Giuseppe Casali, ha consegnato i premi ai vincitori del concorso che premia le eccellenze nell'accessibilità del prodotto turistico-culturale in diversi settori. Il premio prevede diverse categorie: Miglior “Ente Pubblico, Miglior Imprenditore, Miglior Struttura Ricettiva e di Ristorazione, Miglior Articolo o Reportage, Miglior Associazione, Miglior Museo.
Il premio “Miglior Associazione” è andato all’Associazione Strabordo per il Progetto: “Turismo accessibile: pari opportunità ed opportunità di sviluppo”: Ha ritirato il premio Valeria Poeta, Presidente dell’associazione che nasce per difendere il diritto delle persone disabili, diritto determinante per la qualità della vita, di poter viaggiare liberamente ed ha quindi come obiettivo principale, quello di superare le barriere che ostacolano il loro libero movimento. “Il progetto si prefigge di permettere alle persone con disabilità di conoscere la nostra Regione e le sue bellezze naturali ed artistiche, nonchè le eccellenze eno-gastronomiche, artigianali ed industriali, grazie ad una maggiore attenzione del settore turistico alle loro specifiche esigenze. Partendo dalla sperimentazione di uno specifico percorso accessibile nella zona di Fabriano, il progetto mette in atto un'azione concertata e condivisa tra tutti i soggetti portatori di interesse, col coinvolgimento degli attori istituzionali, al fine di facilitare concretamente il soggiorno di persone disabili”
Il premio “Miglior Ente Pubblico” è andato al Comune di Parma per il progetto “Parma città accessibile” (Città Amica) Ha ritirato il premio l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune Parma Giovanni Paolo Bernini. “Il Comune di Parma ha aderito alla Convenzione per i diritti delle persone con disabilità e il Consiglio Comunale con uno specifico ordine del giorno ha espresso l'unanime adesione ai principi e indirizzi in essa contenuti. La Giunta Comunale ha preso in esame alcuni specifici articoli della Convenzione e ha deciso di dar indicazioni di programma ai Settori e Servizi competenti affinché attivino le azioni idonee per la loro concreta attuazione”
Il premio "Miglior imprenditore" è andato a Patrizio Carotta, Responsabile Fiere Lifestyle & Technology e Centro Congressi della Fiera di Vicenza per il Progetto: “Gitando all 2011”. “La Fiera di Vicenza, ha organizzato nel 2009 e nel 2010 una Fiera dedicata al turismo e allo sport per persone con disabilità. Dopo una prima edizione embrionale, la manifestazione del 2010 ha avuto un notevole successo con grande riscontro di pubblico che mediatico. I 27.000 visitatori hanno trovato utili spunti sulle mete per le vacanze, i mezzi per raggiungerle e tante idee per attività ludiche e ricreative. In particolare, le centinaia di operatori del volontariato e gli stessi disabili hanno potuto apprezzare l’offerta di vacanze organizzate, mezzi di trasporto adattati alle loro esigenze, società organizzatrici di varie attività sportive accessibili.
Il premio "Miglior Struttura ricettiva" è andato al Centro Vacanze Union Lido Park & Resort di Venezia per il progetto “Union Lido Vacanze for all”. Ha ritirato il premio Patrizia Castelli, xxx del Centro vacanze.
“Il Centro Vacanze Union Lido Park & Resort si trova direttamente sul mare e dispone di spiaggia privata. Il terreno è caratterizzato da percorsi in autobloccante e terra battuta con buona segnaletica di orientamento. Sono presenti 4 Mobile Home Espace, 4 Bungalow, 4 Camping Home Patio e 8 Camping Home Roof accessibili. A disposizione dei clienti ci sono due supermarket, con vendita di prodotti per celiaci e intolleranze alimentari, 8 ristoranti con possibilità di menù specifici e consegna a domicilio, 11 punti di ristoro-bar, zone mini club, un area spettacoli, un centro benessere, due acqua park, uno in sabbia bianca e uno immerso nel verde, blocchi di servizi igienici con aree accessibili e alcuni dedicati ai più piccoli, una sala disco-pub con internet-point, una sala conferenze e 25 attività commerciali.
Tutti gli ambienti sono di facile fruizione, inoltre è presente una zona sportiva con un campo polivalente per basket, tennis, calcetto e pattinaggio. Nelle vicinanze del villaggio si trova un centro sportivo con possibilità di praticare tennis, equitazione, tiro con l’arco, golf e calcio.
Il premio "Miglior Museo" è andato a Jessica Anais Savoia per il Progetto “Love at first touch” “Si tratta dell’ideazione di una mostra di arte contemporanea accoglie uno speciale percorso tattile e plantare che offre l’opportunità ai non vedenti di fruire di alcune sculture di un artista emergente e di inoltrarsi in un percorso tattile, che spieghi loro il metodo di un elaborazione di un’opera.”
Il premio per il "Miglior Articolo - Reportage" è andato a. Umberto Mezzana per il Progetto: “Guida al Turismo Sociale”, che si occupa di turismo sociale e che dedica un’attenzione prioritaria all’accessibilità per le persone con disabilità.
“La Guida al Turismo Sociale raccoglie preziosissime informazioni turistico-culturali su tutte le regioni italiane. La Guida è divisa in 38 capitoli, uno per ogni provincia, ciascuno ulteriormente suddiviso in tre sezioni: una dedicata alle attività di turismo sociale presenti sul territorio, una dedicata ai servizi di supporto e una ai servizi di ospitalità e alle strutture ricettive accessibili alle persone con diverse disabilità. Per ogni tipologia di disabilità i livelli di accessibilità sono 3: accessibile (verde), parzialmente accessibile (arancione) e non accessibile (rosso). La guida segnala inoltre la presenza di wc accessibili e/o di personale in grado di comunicare in LIS”.
da Confindustria Ancona
Questo è un Comunicato Stampa inviato il 08/12/2010 pubblicato sul giornale del 09/12/2010
E’ già ora di guardare avanti. "Alla fine di questa importante manifestazione sono sempre più convinto che il turismo possa essere un ulteriore volano di crescita di questa nostra regione, considerata tra le prime manifatturiere in Europa,– ha affermato Giuseppe Casali, presidente di Confindustria Ancona. - E tanto più lo diventerà tanto più riuscirà a diventare un turismo accessibile: oggi il mercato del turismo si muove sempre più verso le aree che sono accessibili, essere solo belli non è più sufficiente. E Loreto, città dell’accoglienza per eccellenza, terza destinazione al mondo per il turismo religioso e adesso tra le papabili città selezionate dall’UNESCO per diventare patrimonio dell’umanità, rappresenta quel modello di città accogliente che noi vogliamo contribuire a creare. Loreto dunque come sede stabile di sensoriABILIS e come modello virtuoso da esportare".
Ha riscosso particolare successo all’interno della manifestazione sensoriABILIS la cerimonia di premiazione alle eccellenze nel campo del turismo accessibile: Carmen Lasorella, madrina della manifestazione, affiancata dall’ideatore e coordinatore del progetto Ludovico Scortichini e dal Presidente di Confindustria Ancona Giuseppe Casali, ha consegnato i premi ai vincitori del concorso che premia le eccellenze nell'accessibilità del prodotto turistico-culturale in diversi settori. Il premio prevede diverse categorie: Miglior “Ente Pubblico, Miglior Imprenditore, Miglior Struttura Ricettiva e di Ristorazione, Miglior Articolo o Reportage, Miglior Associazione, Miglior Museo.
Il premio “Miglior Associazione” è andato all’Associazione Strabordo per il Progetto: “Turismo accessibile: pari opportunità ed opportunità di sviluppo”: Ha ritirato il premio Valeria Poeta, Presidente dell’associazione che nasce per difendere il diritto delle persone disabili, diritto determinante per la qualità della vita, di poter viaggiare liberamente ed ha quindi come obiettivo principale, quello di superare le barriere che ostacolano il loro libero movimento. “Il progetto si prefigge di permettere alle persone con disabilità di conoscere la nostra Regione e le sue bellezze naturali ed artistiche, nonchè le eccellenze eno-gastronomiche, artigianali ed industriali, grazie ad una maggiore attenzione del settore turistico alle loro specifiche esigenze. Partendo dalla sperimentazione di uno specifico percorso accessibile nella zona di Fabriano, il progetto mette in atto un'azione concertata e condivisa tra tutti i soggetti portatori di interesse, col coinvolgimento degli attori istituzionali, al fine di facilitare concretamente il soggiorno di persone disabili”
Il premio “Miglior Ente Pubblico” è andato al Comune di Parma per il progetto “Parma città accessibile” (Città Amica) Ha ritirato il premio l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune Parma Giovanni Paolo Bernini. “Il Comune di Parma ha aderito alla Convenzione per i diritti delle persone con disabilità e il Consiglio Comunale con uno specifico ordine del giorno ha espresso l'unanime adesione ai principi e indirizzi in essa contenuti. La Giunta Comunale ha preso in esame alcuni specifici articoli della Convenzione e ha deciso di dar indicazioni di programma ai Settori e Servizi competenti affinché attivino le azioni idonee per la loro concreta attuazione”
Il premio "Miglior imprenditore" è andato a Patrizio Carotta, Responsabile Fiere Lifestyle & Technology e Centro Congressi della Fiera di Vicenza per il Progetto: “Gitando all 2011”. “La Fiera di Vicenza, ha organizzato nel 2009 e nel 2010 una Fiera dedicata al turismo e allo sport per persone con disabilità. Dopo una prima edizione embrionale, la manifestazione del 2010 ha avuto un notevole successo con grande riscontro di pubblico che mediatico. I 27.000 visitatori hanno trovato utili spunti sulle mete per le vacanze, i mezzi per raggiungerle e tante idee per attività ludiche e ricreative. In particolare, le centinaia di operatori del volontariato e gli stessi disabili hanno potuto apprezzare l’offerta di vacanze organizzate, mezzi di trasporto adattati alle loro esigenze, società organizzatrici di varie attività sportive accessibili.
Il premio "Miglior Struttura ricettiva" è andato al Centro Vacanze Union Lido Park & Resort di Venezia per il progetto “Union Lido Vacanze for all”. Ha ritirato il premio Patrizia Castelli, xxx del Centro vacanze.
“Il Centro Vacanze Union Lido Park & Resort si trova direttamente sul mare e dispone di spiaggia privata. Il terreno è caratterizzato da percorsi in autobloccante e terra battuta con buona segnaletica di orientamento. Sono presenti 4 Mobile Home Espace, 4 Bungalow, 4 Camping Home Patio e 8 Camping Home Roof accessibili. A disposizione dei clienti ci sono due supermarket, con vendita di prodotti per celiaci e intolleranze alimentari, 8 ristoranti con possibilità di menù specifici e consegna a domicilio, 11 punti di ristoro-bar, zone mini club, un area spettacoli, un centro benessere, due acqua park, uno in sabbia bianca e uno immerso nel verde, blocchi di servizi igienici con aree accessibili e alcuni dedicati ai più piccoli, una sala disco-pub con internet-point, una sala conferenze e 25 attività commerciali.
Tutti gli ambienti sono di facile fruizione, inoltre è presente una zona sportiva con un campo polivalente per basket, tennis, calcetto e pattinaggio. Nelle vicinanze del villaggio si trova un centro sportivo con possibilità di praticare tennis, equitazione, tiro con l’arco, golf e calcio.
Il premio "Miglior Museo" è andato a Jessica Anais Savoia per il Progetto “Love at first touch” “Si tratta dell’ideazione di una mostra di arte contemporanea accoglie uno speciale percorso tattile e plantare che offre l’opportunità ai non vedenti di fruire di alcune sculture di un artista emergente e di inoltrarsi in un percorso tattile, che spieghi loro il metodo di un elaborazione di un’opera.”
Il premio per il "Miglior Articolo - Reportage" è andato a. Umberto Mezzana per il Progetto: “Guida al Turismo Sociale”, che si occupa di turismo sociale e che dedica un’attenzione prioritaria all’accessibilità per le persone con disabilità.
“La Guida al Turismo Sociale raccoglie preziosissime informazioni turistico-culturali su tutte le regioni italiane. La Guida è divisa in 38 capitoli, uno per ogni provincia, ciascuno ulteriormente suddiviso in tre sezioni: una dedicata alle attività di turismo sociale presenti sul territorio, una dedicata ai servizi di supporto e una ai servizi di ospitalità e alle strutture ricettive accessibili alle persone con diverse disabilità. Per ogni tipologia di disabilità i livelli di accessibilità sono 3: accessibile (verde), parzialmente accessibile (arancione) e non accessibile (rosso). La guida segnala inoltre la presenza di wc accessibili e/o di personale in grado di comunicare in LIS”.
da Confindustria Ancona
Questo è un Comunicato Stampa inviato il 08/12/2010 pubblicato sul giornale del 09/12/2010
Turismo responsabile, incontro dedicato al Nepal
E' in programma venerdì il terzo incontro del progetto "Turismo Responsabile: viaggi dal Nord al Sud del mondo" promosso dal Centro Interculturale di Cervia in collaborazione con l'Associazione ravennate Il Villaggio Globale e con l'Associazione T-ERRE di Faenza.
Dopo le prime due serate dedicate all'Africa, in questa occasione i partecipanti saranno trasportati in un altro continente, sulle vette innevate del Nepal.
Più della metà dell'estensione del territorio dello stato asiatico è infatti occupato dai rilievi montuosi dell'Himalaya, e la vetta più alta del mondo, quel Monte Everest sogno e ossessione di generazioni di alpinisti, è situato proprio al confine tra Cina e Nepal.
Nel ruolo di relatore Pierangelo Fabbri dell'Associazione T-Erre, che sarà lieto di fare conoscere in modo originale e "sostenibile" le bellezze naturali e la peculiarità culturale e religiosa del paese con capitale Kathmandu, non deludendo chi voglia assistere a un racconto stimolante.
Il progetto, giunto alla sua quarta edizione, si propone di continuare il percorso iniziato nel 2007, dedicato al Turismo Responsabile e al Commercio Equo e Solidale e ha previsto tre incontri nella sede del Centro Interculturale in via Monte Nero 2 a Cervia. In questa quarta edizione l'itinerario si snoda attraverso l'Africa e l'Asia, andando a toccare Benin, Mali e Nepal, per favorire una conoscenza più profonda e meno consumistica del divertirsi viaggiando, lontana da superficiali fenomeni di massa e più attenta alla cultura e alle peculiarità delle destinazioni.
Gli incontri hanno infatti lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza locale al tema del Turismo Responsabile, dando consapevolezza di come anche un modo di viaggiare possa farsi portatore di principi universali come equità, sostenibilità e tolleranza.
Il Turismo Responsabile è caratterizzato da una particolare attenzione sia per i luoghi visitati dal turista, sia per la cultura tradizionale, le abitudini e i valori della popolazione locale. Inoltre i benefici economici derivanti da questo tipo di turismo sono condivisi con gli autoctoni e prevedono ove possibile finanziamenti a progetti di sviluppo locale, per far sì che i proventi del viaggio possano incidere positivamente sulla popolazione del Paese di destinazione.
Confermando una piacevole consuetudine legata a questa iniziativa, sarà presente una bancarella di prodotti alimentari e di artigianato equo-solidale curata da Il Villaggio Globale, nonché una degustazione dei prodotti tipici del luogo.
L'appuntamento è dunque alle 20.30 presso la sede del Centro Interculturale in via Monte Nero, 2 a Cervia.
Per info. 338-2196514.
fonte: cervianotizie
Dopo le prime due serate dedicate all'Africa, in questa occasione i partecipanti saranno trasportati in un altro continente, sulle vette innevate del Nepal.
Più della metà dell'estensione del territorio dello stato asiatico è infatti occupato dai rilievi montuosi dell'Himalaya, e la vetta più alta del mondo, quel Monte Everest sogno e ossessione di generazioni di alpinisti, è situato proprio al confine tra Cina e Nepal.
Nel ruolo di relatore Pierangelo Fabbri dell'Associazione T-Erre, che sarà lieto di fare conoscere in modo originale e "sostenibile" le bellezze naturali e la peculiarità culturale e religiosa del paese con capitale Kathmandu, non deludendo chi voglia assistere a un racconto stimolante.
Il progetto, giunto alla sua quarta edizione, si propone di continuare il percorso iniziato nel 2007, dedicato al Turismo Responsabile e al Commercio Equo e Solidale e ha previsto tre incontri nella sede del Centro Interculturale in via Monte Nero 2 a Cervia. In questa quarta edizione l'itinerario si snoda attraverso l'Africa e l'Asia, andando a toccare Benin, Mali e Nepal, per favorire una conoscenza più profonda e meno consumistica del divertirsi viaggiando, lontana da superficiali fenomeni di massa e più attenta alla cultura e alle peculiarità delle destinazioni.
Gli incontri hanno infatti lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza locale al tema del Turismo Responsabile, dando consapevolezza di come anche un modo di viaggiare possa farsi portatore di principi universali come equità, sostenibilità e tolleranza.
Il Turismo Responsabile è caratterizzato da una particolare attenzione sia per i luoghi visitati dal turista, sia per la cultura tradizionale, le abitudini e i valori della popolazione locale. Inoltre i benefici economici derivanti da questo tipo di turismo sono condivisi con gli autoctoni e prevedono ove possibile finanziamenti a progetti di sviluppo locale, per far sì che i proventi del viaggio possano incidere positivamente sulla popolazione del Paese di destinazione.
Confermando una piacevole consuetudine legata a questa iniziativa, sarà presente una bancarella di prodotti alimentari e di artigianato equo-solidale curata da Il Villaggio Globale, nonché una degustazione dei prodotti tipici del luogo.
L'appuntamento è dunque alle 20.30 presso la sede del Centro Interculturale in via Monte Nero, 2 a Cervia.
Per info. 338-2196514.
fonte: cervianotizie
In aumento i turisti russi in Italia
Nella prima metà del 2010 i flussi turistici dalla Russia verso l'Italia sono aumentati del 35% sul 2009. Il nostro Paese si conferma la prima destinazione del turismo culturale per la Russia e la quinta destinazione per i turisti russi dopo Turchia, Egitto, Cina e Finlandia. I numeri sono stati al centro dei colloqui bilaterali tra il Ministro del Turismo italiano, Michela Vittoria Brambilla e l’omologo russo Anatolij Yarochkin, presidente dell’Agenzia Federale per il Turismo, nell’ambito del vertice intergovernativo di Sochi. Un anno fa era stata sottoscritta una dichiarazione congiunta di cooperazione nel settore turistico. Tra le motivazioni del successo della destinazione sul mercato russo: l'approvazione del nuovo Codice visti, in vigore da aprile, in base al quale le autorità consolari italiane ora rilasciano anche ai turisti russi i visti di validità semestrale o annuale destinati a chi ha già richiesto in passato un visto per l’Italia. Sono aumentati inoltre i collegamenti aerei diretti e sono state inserite nuove destinazioni italiane nelle rotte, è stato introdotto poi da parte del Ministero del Turismo italiano un servizio telefonico di assistenza al turista anche in lingua russa (Easy Italia) e promossi scambi sia a livello istituzionale che tra gli operatori turistici.
La Prima della Scala di martedì trasmessa in 90 cinema
(Apcom) - Martedì la Prima del Teatro alla Scala di Milano verrà trasmessa in diretta in 90 sale cinematografiche italiane. La 'Valchiria' di Richard Wagner a partire dalle 17 entrerà nei cinema grazie al network digitale Microcinema e Rai Trade, andrà in onda in diretta anche sul neo canale digitale Rai 5. Secondo capitolo della tetralogia de 'L'Anello del Nibelungo', è l'inizio di un viaggio straordinario nel mondo dei miti e delle leggende antiche. L'allestimento, popolato di personaggi immaginari e di figure oniriche, è firmato da Guy Cassiers, artista che ha fuso la tradizione con la multimedialità. Daniel Barenboim dirige il cast che comprende Nina Stemme nel ruolo di Brünnhilde, Waltraud Meier nei panni di Sieglinde, Vitalij Kowaljow interpreta Wotan e Ekaterina Gubanova sarà Fricka.
No ragazzi, l'Italia non è Disneyland
C'è da rimanere francamente stupiti ma soprattutto preoccupati del fatto che, per la maggioranza di un campione di ragazzi milanesi delle scuole medie e superiori, il turismo costituisca il volano e la colonna portante della nostra economia. Che è quanto emerge da un'indagine condotta dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli per iniziativa di Assolombarda.
Se nella capitale della regione più industrializzata d'Italia i giovani ignorano per lo più che l'industria manifatturiera con il suo indotto è il nerbo del nostro sistema economico, è dato infatti dedurre che una così scarsa conoscenza della realtà economica e sociale del nostro paese sia, a maggior ragione, largamente diffusa fra i loro coetanei nel resto della Penisola.
Naturalmente, c'è da augurarsi che cresca l'apporto del settore turistico, in particolare quello alimentato dall'afflusso di visitatori stranieri nei nostri luoghi di vacanza e nelle nostre città d'arte. E che intanto si provveda a tutelare meglio di quanto non si faccia (come, purtroppo, si deve constatare sempre più di frequente) l'inestimabile patrimonio artistico e culturale, unico al mondo, che abbiamo la fortuna di possedere.
Tuttavia il rischio che gran parte delle nuove leve non sappiano o misconoscano quale sia la spina dorsale dell'economia nazionale non va sottovalutato, se è vero che esse sono il futuro del paese. Da un lato, infatti, seguita a dominare, nella didattica e nei programmi scolastici, una pressoché totale mancanza d'informazioni sullo scenario economico e sociale in cui i giovani vivono e si troveranno prima o poi ad agire; dall'altro, sta prevalendo nella cultura sociale la tendenza a considerare il mondo della fabbrica alla stregua di un'entità residuale, in via di progressiva emarginazione. E, quindi, a ritenere che in un prossimo avvenire il nostro paese ne possa anche fare a meno, perché sarebbe in grado di reggersi su altre risorse e attività succedanee più gratificanti, sebbene non si sappia esattamente quali mai potrebbero essere.
Prima che questo miraggio finisca per contagiare i giovani, attraverso quella cassa di risonanza di tante suggestioni illusorie che sono certi media più in voga, bisogna correre ai ripari. A questo riguardo non bastano, naturalmente, le pur lodevoli iniziative, come quelle assunte di recente, durante la rituale «Settimana della cultura d'impresa», per incontrare i giovani e talora per aprire le porte di alcune imprese facendo vedere loro come e cosa si produce.
Occorre fare assai di più: che le rappresentanze industriali s'impegnino, nel territorio di loro pertinenza, a instaurare, attraverso efficaci strumenti di comunicazione, un dialogo più intenso e ravvicinato con il pubblico dei giovani, in base a programmi di maggior consistenza e continuità nel tempo che valgano a coinvolgerli, ad aiutarli a cogliere la complessità delle cose e a crescere con punti di riferimento certi e credibili. D'altra parte, si tratta di un'esigenza oggi avvertita e condivisa da varie associazioni industriali, come ho avuto modo in questi giorni di riscontrare. Tutto sta a tradurla in pratica in forme adeguate.
Del resto, solo così è possibile far capire che l'impresa è tuttora il nucleo propulsivo della nostra economia sgomberando il campo da certi stereotipi e pregiudizi apparentemente convincenti quanto di più facile maneggio. E promuovere, inoltre, una maggiore attenzione per l'istruzione tecnica, spiegando ai giovani e ai loro famigliari quanta importanza abbia una formazione professionale specialistica sia per un inserimento non precario nel mondo del lavoro, sia in considerazione delle sfide, sul fronte delle innovazioni e della competitività, che il nostro paese deve affrontare per poter sopravvivere nell'ambito del mercato globale.
Se nella capitale della regione più industrializzata d'Italia i giovani ignorano per lo più che l'industria manifatturiera con il suo indotto è il nerbo del nostro sistema economico, è dato infatti dedurre che una così scarsa conoscenza della realtà economica e sociale del nostro paese sia, a maggior ragione, largamente diffusa fra i loro coetanei nel resto della Penisola.
Naturalmente, c'è da augurarsi che cresca l'apporto del settore turistico, in particolare quello alimentato dall'afflusso di visitatori stranieri nei nostri luoghi di vacanza e nelle nostre città d'arte. E che intanto si provveda a tutelare meglio di quanto non si faccia (come, purtroppo, si deve constatare sempre più di frequente) l'inestimabile patrimonio artistico e culturale, unico al mondo, che abbiamo la fortuna di possedere.
Tuttavia il rischio che gran parte delle nuove leve non sappiano o misconoscano quale sia la spina dorsale dell'economia nazionale non va sottovalutato, se è vero che esse sono il futuro del paese. Da un lato, infatti, seguita a dominare, nella didattica e nei programmi scolastici, una pressoché totale mancanza d'informazioni sullo scenario economico e sociale in cui i giovani vivono e si troveranno prima o poi ad agire; dall'altro, sta prevalendo nella cultura sociale la tendenza a considerare il mondo della fabbrica alla stregua di un'entità residuale, in via di progressiva emarginazione. E, quindi, a ritenere che in un prossimo avvenire il nostro paese ne possa anche fare a meno, perché sarebbe in grado di reggersi su altre risorse e attività succedanee più gratificanti, sebbene non si sappia esattamente quali mai potrebbero essere.
Prima che questo miraggio finisca per contagiare i giovani, attraverso quella cassa di risonanza di tante suggestioni illusorie che sono certi media più in voga, bisogna correre ai ripari. A questo riguardo non bastano, naturalmente, le pur lodevoli iniziative, come quelle assunte di recente, durante la rituale «Settimana della cultura d'impresa», per incontrare i giovani e talora per aprire le porte di alcune imprese facendo vedere loro come e cosa si produce.
Occorre fare assai di più: che le rappresentanze industriali s'impegnino, nel territorio di loro pertinenza, a instaurare, attraverso efficaci strumenti di comunicazione, un dialogo più intenso e ravvicinato con il pubblico dei giovani, in base a programmi di maggior consistenza e continuità nel tempo che valgano a coinvolgerli, ad aiutarli a cogliere la complessità delle cose e a crescere con punti di riferimento certi e credibili. D'altra parte, si tratta di un'esigenza oggi avvertita e condivisa da varie associazioni industriali, come ho avuto modo in questi giorni di riscontrare. Tutto sta a tradurla in pratica in forme adeguate.
Del resto, solo così è possibile far capire che l'impresa è tuttora il nucleo propulsivo della nostra economia sgomberando il campo da certi stereotipi e pregiudizi apparentemente convincenti quanto di più facile maneggio. E promuovere, inoltre, una maggiore attenzione per l'istruzione tecnica, spiegando ai giovani e ai loro famigliari quanta importanza abbia una formazione professionale specialistica sia per un inserimento non precario nel mondo del lavoro, sia in considerazione delle sfide, sul fronte delle innovazioni e della competitività, che il nostro paese deve affrontare per poter sopravvivere nell'ambito del mercato globale.
Puglia: 'Festival Innovazione' alla Fiera del Levante dall'1 al 3 dicembre
Bari, 28 nov. - (Adnkronos) - Saranno oltre 100 gli stand per la seconda edizione del Festival dell'Innovazione, promossa dalla Regione Puglia, dall'Agenzia regionale per la Tecnologia e l'Innovazione, dalle cinque universita' pugliesi, dal Cnr, dall'Enea con la collaborazione della Fiera del Levante, che si svolgera' a Bari dall'1 al 3 dicembre nei padiglioni della Campionaria. Finanziata dal programma operativo Fesr 2007-2013 per 500mila euro, la manifestazione si snodera' attraverso quattro macro aree tematiche: Innovention (Innovation+Invention), che racchiude i temi dedicati alla meccatronica, all'aeronautica, all'Ict e ai nuovi materiali; Land, dedicata alle biotecnologie, alle scienze della vita, all'agroindustria, all'energia e all'ambiente; Imagination, in cui trovano spazio le innovazioni legate all'industria della creativita', al turismo, ai beni culturali, alla formazione, alla comunicazione, alla pubblica amministrazione; InnovAbilia, dedicata alle innovazioni per la qualita' della vita. Ad illustrare il Festival i tre assessori regionali Loredana Capone (sviluppo economico), Nicola Fratoianni (Politiche giovanili) ed Elena Gentile (Solidarieta' sociale) e i due presidenti, dell'Arti Giuliana Trisorio Liuzzi e della Fiera del levante Domenico Lacirignola. ''Un lavoro straordinario realizzato con strumenti finanziari insufficienti e per questo ci impegneremo nelle pieghe del prossimo bilancio a trovare ulteriori risorse', ha commentato Fratoianni che ha anche parlato del Festival come di ''una grande occasione per discutere e per rappresentare una rete di interventi che altrimenti non avrebbero alcuna relazione tra di loro. Il fattore competitivita' e innovazione quale fattore di crescita strategica per la regione Puglia - ha continuato - e' l'elemento chiave delle politiche di sviluppo della giunta regionale che attraversa trasversalmente i diversi settori, dalle tecnologie alle imprese, dai diversamente abili alle politiche giovanili e alla creativita'''.
Il turismo per gli italiani: solo vacanze a chilometri zero
Ormai è un dato di fatto: il 60% degli italiani preferisce le microvacanze e sta dicendo addio alle vacanze “lunghe”.In questi ultimi anni, infatti, le ferie classiche, da quattro notti e oltre, stanno definitivamente lasciando il passo al microturismo territoriale cambiando radicalmente gli orizzonti turistici italiani. Un fenomeno in continua crescita che, oltre a mettere in luce nuovi protagonisti e aprire le porte a settori commerciali definiti finora di nicchia, richiede necessariamente un coordinamento di tutti coloro fra istituzioni, associazioni e produttori che agiscono sul territorio. Il tutto per arrivare a realizzare un’alleanza per il territorio”.
Claudio Nardocci, 54 anni, Presidente dell’Unpli (Unione Nazionale delle Pro Loco) a capo di un’organizzazione di 600 mila iscritti che operano in seimila sedi sparse in tutto il territorio italiano, spiega in questa intervista al nostro giornale la nuova politica della più potente e diffusa organizzazione di volontariato che opera in Italia.
Secondo Lei quali sono i fattori che hanno determinato questo nuovo modo di fare vacanza?
“Inizialmente si pensava che questo fenomeno fosse legato alla bassa congiuntura economica ma con il passare del tempo ha svelato un lato per nulla congiunturale. Nel 2008, secondo il dato ufficiale Istat, gli italiani alle vacanze tradizionali hanno preferito le vacanze brevi, quelle che durano da una a tre notti fuori casa”.
Da cosa nasce questa scelta?
“Da una parte abbiamo la minore attitudine dei turisti a concentrare aspettative e investimenti nelle vacanze lunghe e dall’altra la voglia di riappropriarsi del proprio territorio”.
Quindi possiamo parlare di vacanze a “chilometri zero”?
“Proprio così anche se è bene precisare che con questa definizione si intende sia il raggio di distanza limitato che la tendenza culturale dei turisti a riscoprire e rivalutare i territori vicini. Secondo quanto segnalato dagli albergatori a Pasqua 2010 il 17,5% dei clienti proveniva dalla stessa regione in cui era situato l’hotel, il 35% da una regione confinante per un totale del 53. Non si tratta di un dato occasionale visto lo scorso Natale era il 54%. Inoltre sempre nel 2009 i microvacanzieri non hanno fatto solo una vacanze a chilometri zero: il 26% ne ha fatte oltre 5 ed il 7% almeno 10. Insomma l’Italia, come il resto dell’Europa, sta dicendo addio al modello tradizionale di vacanze”.
E’ possibile fare un l’identikit del “microvacanziere”?
“Direi proprio di no, perché il microturismo è una tendenza generale che taglia trasversalmente tutti i ceti sociali partendo dai lavoratori autonomi fino ad arrivare ai più giovani. Grazie alla nuova spinta venuta dai protagonisti del territorio come enogastronomia, associazionismo e tutela del territorio, i microturisti possono avere accesso all’immenso patrimonio culturale materiale e immateriale del nostro Paese costituito da borghi riscoperti, ambienti, prodotti enogastronomici di nicchia. Il tutto unito dalla riscoperta, da parte dei turisti, dello stare insieme in modi diversi e più gratificanti”.
Ma quali sono i protagonisti del microturismo?
“Questo tipo di offerta turistica che vede le Pro Loco in prima linea ha portato alla ribalta nuovi protagonisti, come ad esempio, i Bed&breakfast, gli agriturismi o i produttori di miele. Allo stesso tempo si sono aperte nuove frontiere nel settore commerciale a cui si aggiunge il proliferare di mercatini di fine settimana. Purtroppo questo tipo di fenomenologia sociale ed economica è cresciuta in modo creativo ma disordinato, insomma a cespuglio”.
Quale strategia è necessaria per fare decollare definitivamente le “vacanze brevi”?
“E’ indispensabile che le istituzioni nazionali e locali mettano a punto nuove politiche e che, nello spirito della sussidiarietà, diano all’associazionismo privato e alle forme di imprenditorialità diffuse nel territorio, la chance di nuove forme di collaborazione per la promozione del territorio. E’ arrivato il momento che questo tipo di turismo nato per lo più in forma occasionale si sviluppi strutturalmente”.
E questa alleanza per il territorio nascerà?
“Abbiamo fatto le prove generali a Trapani durante un convegno al quale hanno partecipato amministratori locali, dirigenti delle Pro Loco provenienti da tutto il Paese, studiosi di alcune università italiane, produttori di tipicità e le nuove professioni nate intorno al micro turismo territoriale: Bed&breakfast, agriturismo, produttori di conserve ed altro. Ne è nata una proposta operativa: costituire il tavolo permanente degli “attori del territorio” intanto per alcune cose operative come il calendario degli eventi, le informazioni e la comunicazione. Il resto verrà da se. La nuova alleanza è partita”.
Claudio Nardocci, 54 anni, Presidente dell’Unpli (Unione Nazionale delle Pro Loco) a capo di un’organizzazione di 600 mila iscritti che operano in seimila sedi sparse in tutto il territorio italiano, spiega in questa intervista al nostro giornale la nuova politica della più potente e diffusa organizzazione di volontariato che opera in Italia.
Secondo Lei quali sono i fattori che hanno determinato questo nuovo modo di fare vacanza?
“Inizialmente si pensava che questo fenomeno fosse legato alla bassa congiuntura economica ma con il passare del tempo ha svelato un lato per nulla congiunturale. Nel 2008, secondo il dato ufficiale Istat, gli italiani alle vacanze tradizionali hanno preferito le vacanze brevi, quelle che durano da una a tre notti fuori casa”.
Da cosa nasce questa scelta?
“Da una parte abbiamo la minore attitudine dei turisti a concentrare aspettative e investimenti nelle vacanze lunghe e dall’altra la voglia di riappropriarsi del proprio territorio”.
Quindi possiamo parlare di vacanze a “chilometri zero”?
“Proprio così anche se è bene precisare che con questa definizione si intende sia il raggio di distanza limitato che la tendenza culturale dei turisti a riscoprire e rivalutare i territori vicini. Secondo quanto segnalato dagli albergatori a Pasqua 2010 il 17,5% dei clienti proveniva dalla stessa regione in cui era situato l’hotel, il 35% da una regione confinante per un totale del 53. Non si tratta di un dato occasionale visto lo scorso Natale era il 54%. Inoltre sempre nel 2009 i microvacanzieri non hanno fatto solo una vacanze a chilometri zero: il 26% ne ha fatte oltre 5 ed il 7% almeno 10. Insomma l’Italia, come il resto dell’Europa, sta dicendo addio al modello tradizionale di vacanze”.
E’ possibile fare un l’identikit del “microvacanziere”?
“Direi proprio di no, perché il microturismo è una tendenza generale che taglia trasversalmente tutti i ceti sociali partendo dai lavoratori autonomi fino ad arrivare ai più giovani. Grazie alla nuova spinta venuta dai protagonisti del territorio come enogastronomia, associazionismo e tutela del territorio, i microturisti possono avere accesso all’immenso patrimonio culturale materiale e immateriale del nostro Paese costituito da borghi riscoperti, ambienti, prodotti enogastronomici di nicchia. Il tutto unito dalla riscoperta, da parte dei turisti, dello stare insieme in modi diversi e più gratificanti”.
Ma quali sono i protagonisti del microturismo?
“Questo tipo di offerta turistica che vede le Pro Loco in prima linea ha portato alla ribalta nuovi protagonisti, come ad esempio, i Bed&breakfast, gli agriturismi o i produttori di miele. Allo stesso tempo si sono aperte nuove frontiere nel settore commerciale a cui si aggiunge il proliferare di mercatini di fine settimana. Purtroppo questo tipo di fenomenologia sociale ed economica è cresciuta in modo creativo ma disordinato, insomma a cespuglio”.
Quale strategia è necessaria per fare decollare definitivamente le “vacanze brevi”?
“E’ indispensabile che le istituzioni nazionali e locali mettano a punto nuove politiche e che, nello spirito della sussidiarietà, diano all’associazionismo privato e alle forme di imprenditorialità diffuse nel territorio, la chance di nuove forme di collaborazione per la promozione del territorio. E’ arrivato il momento che questo tipo di turismo nato per lo più in forma occasionale si sviluppi strutturalmente”.
E questa alleanza per il territorio nascerà?
“Abbiamo fatto le prove generali a Trapani durante un convegno al quale hanno partecipato amministratori locali, dirigenti delle Pro Loco provenienti da tutto il Paese, studiosi di alcune università italiane, produttori di tipicità e le nuove professioni nate intorno al micro turismo territoriale: Bed&breakfast, agriturismo, produttori di conserve ed altro. Ne è nata una proposta operativa: costituire il tavolo permanente degli “attori del territorio” intanto per alcune cose operative come il calendario degli eventi, le informazioni e la comunicazione. Il resto verrà da se. La nuova alleanza è partita”.
Pellegrini in India
Nell’ambito del progetto dell’incontro cristianesimo e induismo, per il secondo anno l’Opera romana pellegrinaggi propone un itinerario nell’India del Nord, da New Delhi a Goa, che prevede la visita ai santuari classici dell’induismo fino al distretto di Goa, dove con san Francesco Saverio approdarono gli evangelizzatori nel 1542, e si stabilirono in particolare le comunità portoghesi.
In una repubblica federale di 3.204.349 kmq con una popolazione di circa un miliardo dove la religione induista rappresenta l’80%, l’islamica l’11%, i sikh il 2%, i buddisti lo 0,7%, seguiti poi dai giainisti e dai cristiani – la regione nord-ovest di Delhi e del Rajasthan (Jaipur) rappresenta una parte dell’immenso territorio, che comprende 25 Stati e 7 territori, ma è pur sempre la porta d’ingresso dell’India (Delhi). Per terminare nel più piccolo Stato dell’India: Goa, con una superficie di 3.702 kmq e una popolazione di 1.250.000, molto più a sud, sul mare arabico, ai confini del Kanataka (Bangalore).
Il Taj Mahal.
Delhi o New Delhi
È considerata la "porta dell’India del nord", vasta e caotica, ma ricca di storia e di monumenti: è la capitale federale della Repubblica indiana e la terza città più popolosa dell’India (10.000.000 di abitanti). Il centro della città nuova (New Delhi) è l’immensa piazza circolare, detta Cannaught Place che, attraverso l’arteria stradale del Masturba Gandhi Marg (l’India Gate), introduce agli imponenti palazzi governativi d’epoca inglese. A sud del Rajpath – vasto viale circondato da aiuole e laghetti – vi è l’imponente complesso monumentale del Qutb Minar. Di valore architettonico la chiesa cristiana di Gesù e Maria. Nel 1948 Gandhi è assassinato da un fanatico indù in un parco pubblico cittadino.
AgraÈ il centro più noto dell’India, soprattutto per il Taj Mahal, considerato una delle meraviglie del mondo, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1983. Fatto costruire dall’imperatore Moghul Shahjehan nel 1631 in memoria della moglie Mumtaz Mahal, morta durante il parto del 14° figlio dopo 17 anni di matrimonio. È il monumento più famoso dell’India, la cui costruzione fu completata solamente nel 1653 e richiese l’impiego di 20.000 operai. Il Forte Rosso, patrimonio dell’Unesco dal 1983, costruzione di vasta estensione che si affaccia sul fiume Yamuna, iniziata dall’imperatore Akbar e poi ampliata dai successivi imperatori. Non tutti i monumenti conservati all’interno sono visibili, tra cui la Moti Masjid (moschea della perla) in marmo. Sosta e visita alla casa di Madre Teresa di Calcutta.
Viaggio in India 1986: Giovanni Paolo II prega sulla tomba
del Mahatma Gandhi a New Delhi (foto Giuliani).
La capitale del Rajasthan, che è il territorio più vasto dell’India del nord. Il paesaggio è pittoresco con flora e fauna di grande varietà e bellezza. Con Delhi e Agra forma il triangolo turistico tipico dell’India – riflette i veri colori e le note caratteristiche dell’India tradizionale, quella dei sari e dei turbanti, come dei gioielli. Le caratteristiche della città sono offerte dalla fortezza Fort Amber che si raggiunge a dorso di festosi e pacifici elefanti. Alla base c’è il lago Mota, dove si immergono gli elefanti, che portano i turisti. La "Città Rosa", così chiamata dal colore dell’arenaria impiegata per la costruzione degli edifici più antichi, sorge nel letto di un lago asciutto, circondata da colline in cima alle quali torreggiano fortezze dalle mura merlate. Infine si possono vedere il palazzo di città del maharaja con il suo museo, l’osservatorio astronomico Jantar Mantar e ammirare il palazzo dei venti.
GoaL’identità di Goa si può riassumere in una singolare fusione tra due culture diverse, quella latina e quella orientale, e tra due religioni, l’induismo e il cristianesimo. Qui infatti le donne in sari multicolori affollano le chiese cattoliche, le vie cittadine si chiamano "rua" e la gente, non di rado, porta nomi portoghesi. Visita del Bom Jesus, considerato il maggior esempio di architettura cristiana in Asia: contiene la tomba e le spoglie mortali di san Francesco Saverio, che è il patrono di Goa. Visita di Old Goa, la parte storica che ha conservato intatta l’eredità portoghese con le chiese e i monumenti sorti nel periodo coloniale, chiese risalenti al ’500 e ’600, dal tipico stile rinascimentale, barocco e manuelino: chiesa di Nostra Signora dell’Immacolata, cattedrale della Se, chiesa e convento di San Francesco d’Assisi, chiesa di Sant’Agostino, chiesa di San Gaetano, chiesa e convento di Santa Monica.
Bombay (Mumbay)È la porta d’ingresso dell’India del sud, la sua metropoli più moderna e popolosa, il suo centro economico e finanziario. Capitale dello Stato del Maharashtra, ha 15.000.000 di abitanti, con il maggior tasso d’incremento demografico. Mumbay ha meno storia e monumenti di Delhi. I più significativi: la famosa passeggiata cittadina costituita dal lungomare, detto Marina Drive, il tempio jainista e le torri del silenzio, la casa-museo di Gandhi e altri stupendi monumenti di Bombay risalenti all’epoca della dominazione inglese, come la Victoria Station.
di Gian Luigi Boschi / vitapastorale novembre 2010
Ue: ok a riconoscimento per gli itinerari termali
Sono finalmente realtà gli itinerari culturali termali europei: giovedì 25 novembre a Vichy, il Consiglio d'Europa consegnerà ufficialmente all'Ehtta, l'associazione europea delle città termali storiche, il diploma che riconosce e assegna il marchio di 'Itinerario culturale europeo'.
Per ottenere il riconoscimento è necessario possedere cinque requisiti: essere una città termale storica almeno fin dal XIX secolo, avere una fonte termale in attività, possedere un patrimonio architettonico risalente almeno al 19mo secolo, disporre di una tradizione e di infrastrutture di divertimento e di attività culturali (casinò, teatro, sale musica ecc), predisporre un'offerta di qualità (tramite alberghi di fascia alta) e disporre di un numero di camere significativo, appropriato alla funzione termale e turistica della città.
L'Italia conta 378 aziende termali, di cui il 46,8% si trova al nord anche se i picchi di concentrazione si hanno in Campania (113), Veneto (109), Emilia Romagna (24), Toscana (23). 170 sono invece i comuni italiani che hanno un centro termale con un'offerta complessiva di 370mila posti letto.
travelnonstop.com
Per ottenere il riconoscimento è necessario possedere cinque requisiti: essere una città termale storica almeno fin dal XIX secolo, avere una fonte termale in attività, possedere un patrimonio architettonico risalente almeno al 19mo secolo, disporre di una tradizione e di infrastrutture di divertimento e di attività culturali (casinò, teatro, sale musica ecc), predisporre un'offerta di qualità (tramite alberghi di fascia alta) e disporre di un numero di camere significativo, appropriato alla funzione termale e turistica della città.
L'Italia conta 378 aziende termali, di cui il 46,8% si trova al nord anche se i picchi di concentrazione si hanno in Campania (113), Veneto (109), Emilia Romagna (24), Toscana (23). 170 sono invece i comuni italiani che hanno un centro termale con un'offerta complessiva di 370mila posti letto.
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Ma è il turismo il primo settore dell’e-commerce in Italia
VALERIO MARIANI / lastampa.it
Una risposta alla crisi dei consumi proviene dall’e-commerce: nonostante i valori assoluti siano ancora molto bassi rispetto al resto d’Europa, gli italiani che comprano su Internet crescono, spendono e maturano. Secondo i dati del decimo rapporto dell’Osservatorio promosso dalla School of management del Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con Netcomm, il Consorzio del commercio elettronico italiano, nel 2010 si prevede un incremento del 14 per cento delle vendite online rispetto al 2009.
Dopo un anno di stallo, l’e-commerce torna a crescere registrando un volume di affari complessivo di 6,5 miliardi di euro pari a circa l’1 per cento del valore del mercato retail. Sempre secondo il rapporto, sono circa 8 milioni gli acquirenti online italiani, in crescita di un milione rispetto al 2009. La crescita del volume d’affari è circa il doppio rispetto a quella attesa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna per il 2010, mentre è in linea con quella della Francia e superiore a quella della Germania, confermando l’intuizione di un colosso dell’e-commerce come Amazon che in settimana inaugurerà lo store italiano. In particolare per quanto riguarda i settori merceologici, il rapporto dell’Osservatorio attesta l’incremento più alto per il settore dell’abbigliamento (+43 per cento), oltre il doppio degli altri comparti, grazie alle ottime performance di Yoox e all’inaugurazione dei negozi virtuali di molti brand.
Ma è il turismo il primo settore dell’e-commerce in Italia, contando per il 52 per cento sul totale e registrando un incremento di 443 milioni di euro. Risultato, questo, prevedibile visto che il 70 per cento delle transazioni del comparto riguardano il ticketing di treni e voli aerei o, comunque, le vendite di servizi.
A seguire, ma a notevole distanza, l’informatica e l’elettronica di consumo (10 per cento del totale), assicurazioni, abbigliamento, editoria, musica e audiovisivi. In controtendenza rispetto ai mercati di Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania, è la vendita dei prodotti. In questi paesi, infatti, risultano essere prevalenti rispetto a quelle dei servizi (60 per cento contro 40), mentre in Italia i servizi come le biglietterie dei treni, degli aerei e degli eventi in generale, contano ancora per il 65 per cento rispetto al totale.
Nonostante i valori in incremento, in Italia non si è ancora diffusa un’abitudine all’acquisto online. Sempre secondo il rapporto del Politecnico di Milano, l’e-commerce italiano rappresenta l’1 per cento del mercato retail mentre in Gran Bretagna il commercio online è il 10 per cento del totale, in Germania è il 7 e in Francia il 5. Un altro dato riguarda il numero di acquirenti su Internet: gli 8 milioni di italiani sono ancora un valore molto basso rispetto ai 28, 20 e 34 milioni di utenti di Gran Bretagna, Francia e Germania. La spesa media di 800/900 euro all’anno, infine, risulta essere allineata a quella di francesi e tedeschi
Una risposta alla crisi dei consumi proviene dall’e-commerce: nonostante i valori assoluti siano ancora molto bassi rispetto al resto d’Europa, gli italiani che comprano su Internet crescono, spendono e maturano. Secondo i dati del decimo rapporto dell’Osservatorio promosso dalla School of management del Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con Netcomm, il Consorzio del commercio elettronico italiano, nel 2010 si prevede un incremento del 14 per cento delle vendite online rispetto al 2009.
Dopo un anno di stallo, l’e-commerce torna a crescere registrando un volume di affari complessivo di 6,5 miliardi di euro pari a circa l’1 per cento del valore del mercato retail. Sempre secondo il rapporto, sono circa 8 milioni gli acquirenti online italiani, in crescita di un milione rispetto al 2009. La crescita del volume d’affari è circa il doppio rispetto a quella attesa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna per il 2010, mentre è in linea con quella della Francia e superiore a quella della Germania, confermando l’intuizione di un colosso dell’e-commerce come Amazon che in settimana inaugurerà lo store italiano. In particolare per quanto riguarda i settori merceologici, il rapporto dell’Osservatorio attesta l’incremento più alto per il settore dell’abbigliamento (+43 per cento), oltre il doppio degli altri comparti, grazie alle ottime performance di Yoox e all’inaugurazione dei negozi virtuali di molti brand.
Ma è il turismo il primo settore dell’e-commerce in Italia, contando per il 52 per cento sul totale e registrando un incremento di 443 milioni di euro. Risultato, questo, prevedibile visto che il 70 per cento delle transazioni del comparto riguardano il ticketing di treni e voli aerei o, comunque, le vendite di servizi.
A seguire, ma a notevole distanza, l’informatica e l’elettronica di consumo (10 per cento del totale), assicurazioni, abbigliamento, editoria, musica e audiovisivi. In controtendenza rispetto ai mercati di Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania, è la vendita dei prodotti. In questi paesi, infatti, risultano essere prevalenti rispetto a quelle dei servizi (60 per cento contro 40), mentre in Italia i servizi come le biglietterie dei treni, degli aerei e degli eventi in generale, contano ancora per il 65 per cento rispetto al totale.
Nonostante i valori in incremento, in Italia non si è ancora diffusa un’abitudine all’acquisto online. Sempre secondo il rapporto del Politecnico di Milano, l’e-commerce italiano rappresenta l’1 per cento del mercato retail mentre in Gran Bretagna il commercio online è il 10 per cento del totale, in Germania è il 7 e in Francia il 5. Un altro dato riguarda il numero di acquirenti su Internet: gli 8 milioni di italiani sono ancora un valore molto basso rispetto ai 28, 20 e 34 milioni di utenti di Gran Bretagna, Francia e Germania. La spesa media di 800/900 euro all’anno, infine, risulta essere allineata a quella di francesi e tedeschi
Promozione, presenza su internet e formazione come strade maestre per il rilancio e lo sviluppo del settore turistico
Promozione, presenza su internet e formazione come strade maestre per il rilancio e lo sviluppo del settore turistico sono state al centro dell'incontro "Ospitalita' italiana: analisi e proposte per lo sviluppo del sistema ricettivo nazionale", promosso da Federalberghi in apertura di Sia Guest, il Salone dell'Accoglienza di Rimini Fiera dedicato all'hotellerie (aperto fino a martedi'), a cui ha partecipato anche il ministro del turismo Michela Brambilla.
"L'ampia offerta di camere e' un punto di forza dell'hotellerie italiana - ha commentato Brambilla - Non c'e' una saturazione, anzi, c'e' spazio per nuovi investimenti redditizi. Internet ha avuto un impatto enorme sul mercato, ampliando gli orizzonti e demolendo il luogo comune secondo cui il futuro appartiene ai grandi gruppi". Il dibattito ha preso il via dai dati sul sistema ricettivo raccolti da Mercury Firenze, e illustrati da Emilio Becheri. Il rapporto fotografa un sistema alberghiero dotato di un'altissima offerta di camere (1.079.465), ma con un tasso di occupazione al di sotto della media europea (40%, contro il 61% della Francia). Secondo Bernabo' Bocca, presidente di Federalberghi, "quella che si sta concludendo e' un'annata turistica di chiaroscuri: a fine anno le presenze saranno sostanzialmente pari a quelle del 2009, con una ripresa della clientela estera e un calo della domanda interna, ma a preoccupare e' il calo di fatturato. Insomma, i turisti continuano a esserci, ma spendono meno". "Serve promozione sul mercato interno, che continua a rappresentare il 60% dei pernottamenti, e sui mercati esteri che possono dare ritorno immediato- ha spiegato il presidente di Federalberghi - per il 2011, ci aspettiamo segnali incoraggianti da Brasile, Russia, India e Cina. A questo proposito, e' urgente che l'Enit, commissariato da troppo tempo, rientri nella pienezza delle sue funzioni. Inoltre, vanno migliorate le infrastrutture: per quanto riguarda le ferrovie, se si esce dalla dorsale dell'Alta Velocita' si ha a che fare con una rete da terzo mondo. Su tutti questi temi, e' necessario un tavolo di confronto con il Governo e le Regioni". L'importanza di Internet e' stata al centro dell'intervento di Fabio Lazzerini, amministratore delegato di Amadeus Italia, che assieme a Federalberghi ha realizzato il portale Italyhotels.it, al quale, in un anno, si sono gia' iscritte 5 mila imprese alberghiere. "La presenza sulla Rete e' fondamentale - ha sottolineato Lazzerini - ed e' anche un importante strumento di destagionalizzazione". Per quanto riguarda l'Enit, il ministro Brambilla, nel corso del suo intervento, ha assicurato che "l'iter di ricostituzione degli organi sta giungendo al termine: un apposito decreto e' all'esame della Conferenza Stato-Regioni. "Ho intenzione di rinnovare la mia piena fiducia al commissario Matteo Marzotto, visti gli ottimi risultati ottenuti- ha concluso - nei primi sei mesi dell'anno, i flussi turistici sono aumentati del 5,3%".(AGI)
"L'ampia offerta di camere e' un punto di forza dell'hotellerie italiana - ha commentato Brambilla - Non c'e' una saturazione, anzi, c'e' spazio per nuovi investimenti redditizi. Internet ha avuto un impatto enorme sul mercato, ampliando gli orizzonti e demolendo il luogo comune secondo cui il futuro appartiene ai grandi gruppi". Il dibattito ha preso il via dai dati sul sistema ricettivo raccolti da Mercury Firenze, e illustrati da Emilio Becheri. Il rapporto fotografa un sistema alberghiero dotato di un'altissima offerta di camere (1.079.465), ma con un tasso di occupazione al di sotto della media europea (40%, contro il 61% della Francia). Secondo Bernabo' Bocca, presidente di Federalberghi, "quella che si sta concludendo e' un'annata turistica di chiaroscuri: a fine anno le presenze saranno sostanzialmente pari a quelle del 2009, con una ripresa della clientela estera e un calo della domanda interna, ma a preoccupare e' il calo di fatturato. Insomma, i turisti continuano a esserci, ma spendono meno". "Serve promozione sul mercato interno, che continua a rappresentare il 60% dei pernottamenti, e sui mercati esteri che possono dare ritorno immediato- ha spiegato il presidente di Federalberghi - per il 2011, ci aspettiamo segnali incoraggianti da Brasile, Russia, India e Cina. A questo proposito, e' urgente che l'Enit, commissariato da troppo tempo, rientri nella pienezza delle sue funzioni. Inoltre, vanno migliorate le infrastrutture: per quanto riguarda le ferrovie, se si esce dalla dorsale dell'Alta Velocita' si ha a che fare con una rete da terzo mondo. Su tutti questi temi, e' necessario un tavolo di confronto con il Governo e le Regioni". L'importanza di Internet e' stata al centro dell'intervento di Fabio Lazzerini, amministratore delegato di Amadeus Italia, che assieme a Federalberghi ha realizzato il portale Italyhotels.it, al quale, in un anno, si sono gia' iscritte 5 mila imprese alberghiere. "La presenza sulla Rete e' fondamentale - ha sottolineato Lazzerini - ed e' anche un importante strumento di destagionalizzazione". Per quanto riguarda l'Enit, il ministro Brambilla, nel corso del suo intervento, ha assicurato che "l'iter di ricostituzione degli organi sta giungendo al termine: un apposito decreto e' all'esame della Conferenza Stato-Regioni. "Ho intenzione di rinnovare la mia piena fiducia al commissario Matteo Marzotto, visti gli ottimi risultati ottenuti- ha concluso - nei primi sei mesi dell'anno, i flussi turistici sono aumentati del 5,3%".(AGI)
Dai monaci al turismo. Museo, piazza e monastero per rilanciare il paese
SAN BENEDETTO PO. I restauratori danno gli ultimi ritocchi al busto in gesso di Matilde con elmo e spada che sovrasta l'ingresso al museo. La nobile guerriera, oggi candida dopo la ripulitura, è un simbolo del paese da secoli in lotta con le acque, e per questo capace con tenacia di produrre ricchezze della terra ed eccellenze religiose e culturali. Acqua, terra e cielo. Un destino assecondato dalle ultime amministrazioni che hanno dato impulso alla vocazione turistica sistemando il centro storico, la piazza e il complesso monastico con il suo museo. Per capire San Benedetto Po, in effetti, basta addentrarsi nel Museo che occupa tre ali del monastero benedettino. Che chiuderà i battenti in dicembre per riaprirli ad aprile, ultima tranche del cantiere da 2 milioni e mezzo di una delle più grandi collezioni etnografiche d'Italia. Dai campi al museo. Le collezioni nacquero dalla passione di un gruppo di giovani che negli anni '70 capì che il mondo contadino rischiava di andare irrimediabilmente perduto. «Giravamo le campagne con un furgone - ricorda ora Benito Benatti, 'anima' dell'associazione Amici della Basilica - raccogliendo quanto andava gettato: attrezzi, mobili, vestiti. Tutto». Un'intuizione profetica, per salvare una memoria antica e che il nuovo allestimento museale metterà in rilievo. «Abbiamo oltre 10mila reperti - spiega la conservatrice Federica Guidetti -. Ma ne esporremo pochi, organizzati in sale didattiche, senza lasciare nulla al caso. Valorizzare il contenitore, il complesso benedettino, sarà la vera sfida». Un impegno che renderà ancora più unico un museo il cui filo rosso è il rapporto con il territorio. Nato dalla gente attraverso raccolte e donazioni, si rivolge alla gente, scuole e visitatori attraverso il dialogo con le persone del luogo. Perché le guide non sono nastri registrati, ma volontari degli Amici del museo. Persone in carne ed ossa che sanno tramandare la San Benedetto forgiata nei chiostri benedettini, ma ben viva e vegeta.
Cultura e turismo. «Il museo non è un contenitore morto. È una fabbrica - dice sorridendo Benatti - e gli operai sono i ristoranti, i bar, gli agriturismi della zona». Una realtà che anche i numeri confermano. Nel 2002 l'offerta d'ospitalità era di 3 camere, 6 posti letto in un unico Bed and Breakfast. Ora le strutture sono 19 per 173 posti letto. Un boom che ancora prosegue, legato al Millenario Polironiano del 2007 che ha fatto conoscere la "Cassino del Nord" e il suo complesso monastico in Italia. Da lì in poi sono venuti i riconoscimenti, come quello dei Borghi più belli d'Italia, e i progetti, come l'inserimento nella lista Unesco. L'economia solida. La vocazione locale si capisce ancor più leggendo i dati economici della Camera di Commercio. Settecentoquarantadue imprese registrate a fine settembre, un terzo nell'agricoltura, un terzo in servizi legati al turismo e 1.131 imprenditori, uno ogni 7 abitanti. Un dato rimasto stabile negli ultimi tre anni, nonostante la crisi che ha inciso più riducendo il numero degli addetti, operai e impiegati, che delle aziende ed erodendo la base artigianale. Il ricambio è avvenuto, come in altre città, con un aumento dei piccoli imprenditori extracomunitari, che oggi sono 66 contro i 53 di 3 anni fa. Rispetto al 2000, ultimo censimento, cala il numero delle aziende agricole, mentre la superficie coltivata rimane uguale, segno di un progressivo fenomeno di concentrazione fondiaria. Complessivamente, insomma, l'economia tiene, pur con qualche calo, grazie alla crescita delle medie imprese a scapito dell'artigianato e dei piccoli fondi agricoli. In un territorio così vasto, 69 km quadrati, e frammentato in 8 frazioni, bar e caffè restano alti di numero (39) mentre, segno dei tempi, le pizze al taglio (4) hanno superato i panifici (3). Il futuro. Le tendenze sono già delineate. Ancora una volta ritornare al museo è la chiave. Le sale raccontano delle piene del Po e della produzione di Parmigiano, delle corti agricole e dei salumi. Partendo dal passato per arrivare al presente. E guardando al futuro con schermi multimediali, immagini tridimensionali, oltre al nuovo sito internet e Facebook. Quasi 42mila visitori nel 2008, l'anno delle mostre sul Millenario, contro i 13mila di media. In una parola: San Benedetto punta a crescere valorizzando il patrimonio del passato.
gazzettadimantova © RIPRODUZIONE RISERVATA
Cultura e turismo. «Il museo non è un contenitore morto. È una fabbrica - dice sorridendo Benatti - e gli operai sono i ristoranti, i bar, gli agriturismi della zona». Una realtà che anche i numeri confermano. Nel 2002 l'offerta d'ospitalità era di 3 camere, 6 posti letto in un unico Bed and Breakfast. Ora le strutture sono 19 per 173 posti letto. Un boom che ancora prosegue, legato al Millenario Polironiano del 2007 che ha fatto conoscere la "Cassino del Nord" e il suo complesso monastico in Italia. Da lì in poi sono venuti i riconoscimenti, come quello dei Borghi più belli d'Italia, e i progetti, come l'inserimento nella lista Unesco. L'economia solida. La vocazione locale si capisce ancor più leggendo i dati economici della Camera di Commercio. Settecentoquarantadue imprese registrate a fine settembre, un terzo nell'agricoltura, un terzo in servizi legati al turismo e 1.131 imprenditori, uno ogni 7 abitanti. Un dato rimasto stabile negli ultimi tre anni, nonostante la crisi che ha inciso più riducendo il numero degli addetti, operai e impiegati, che delle aziende ed erodendo la base artigianale. Il ricambio è avvenuto, come in altre città, con un aumento dei piccoli imprenditori extracomunitari, che oggi sono 66 contro i 53 di 3 anni fa. Rispetto al 2000, ultimo censimento, cala il numero delle aziende agricole, mentre la superficie coltivata rimane uguale, segno di un progressivo fenomeno di concentrazione fondiaria. Complessivamente, insomma, l'economia tiene, pur con qualche calo, grazie alla crescita delle medie imprese a scapito dell'artigianato e dei piccoli fondi agricoli. In un territorio così vasto, 69 km quadrati, e frammentato in 8 frazioni, bar e caffè restano alti di numero (39) mentre, segno dei tempi, le pizze al taglio (4) hanno superato i panifici (3). Il futuro. Le tendenze sono già delineate. Ancora una volta ritornare al museo è la chiave. Le sale raccontano delle piene del Po e della produzione di Parmigiano, delle corti agricole e dei salumi. Partendo dal passato per arrivare al presente. E guardando al futuro con schermi multimediali, immagini tridimensionali, oltre al nuovo sito internet e Facebook. Quasi 42mila visitori nel 2008, l'anno delle mostre sul Millenario, contro i 13mila di media. In una parola: San Benedetto punta a crescere valorizzando il patrimonio del passato.
gazzettadimantova © RIPRODUZIONE RISERVATA
SULLA TAVOLA DEL NATALE LA MICOOULA, ANTENATO DEL PANETTONE
Nel mese del Natale, il borgo di Hone, nella bassa Valle d'Aosta, celebra la gustosa Micooula', l'antenato locale del panettone, con quattro giorni di festa tra spettacoli e degustazioni.
Scopo della manifestazione e' valorizzare e rinnovare la tradizione della preparazione della 'Micooula', un gustoso pane di segale che si differenzia dal normale pane nero per la presenza, tra gli ingredienti, di castagne, noci, fichi secchi, uva passa e anche scaglie o pezzettini di cioccolato. Questo antenato del moderno panettone (il cui nome nel 'patois' significa semplicemente 'pane un po' piu' piccolo e un po' speciale') in origine non era che l'antico pane contenente castagne, tipico della vallata di Champorcher e gia' conosciuto in epoca medioevale; successivamente, arricchito negli ingredienti, si e' imposto come dolce delle festivita' natalizie, destinato ad allietare anche le successive veglie invernali nel villaggio di Hone.
La 15/a edizione della 'Feuhta de' la Micooula', in programma dal 5 all'8 dicembre, proporra' animazioni, concerti e spettacoli, ma soprattutto 'sfornate' quotidiane del prelibato dolce, fino alla giornata dell'8 dicembre, il clou della manifestazione, con l'apertura del mercatino di articoli e prodotti artigianali, dimostrazioni di impasto e cottura della Micooula, la degustazione e la vendita del dolce negli stand della pro loco. (ANSA).
Scopo della manifestazione e' valorizzare e rinnovare la tradizione della preparazione della 'Micooula', un gustoso pane di segale che si differenzia dal normale pane nero per la presenza, tra gli ingredienti, di castagne, noci, fichi secchi, uva passa e anche scaglie o pezzettini di cioccolato. Questo antenato del moderno panettone (il cui nome nel 'patois' significa semplicemente 'pane un po' piu' piccolo e un po' speciale') in origine non era che l'antico pane contenente castagne, tipico della vallata di Champorcher e gia' conosciuto in epoca medioevale; successivamente, arricchito negli ingredienti, si e' imposto come dolce delle festivita' natalizie, destinato ad allietare anche le successive veglie invernali nel villaggio di Hone.
La 15/a edizione della 'Feuhta de' la Micooula', in programma dal 5 all'8 dicembre, proporra' animazioni, concerti e spettacoli, ma soprattutto 'sfornate' quotidiane del prelibato dolce, fino alla giornata dell'8 dicembre, il clou della manifestazione, con l'apertura del mercatino di articoli e prodotti artigianali, dimostrazioni di impasto e cottura della Micooula, la degustazione e la vendita del dolce negli stand della pro loco. (ANSA).
La cultura e i resti del passato sono le anime del turismo italiano
Ora i lavori comunali di riqualificazione della passeggiata tra la pievanale di S. Giustina e la storica chiesetta delle Grazie sono in dirittura d'arrivo. Cosicché la lunga colata di grigio cemento finirà nascosta dalla pavimentazione in cubetti di porfido. Si affermerà che quanto esposto non costituisce nulla di strano e che si tratta di normali lavori d'abbellimento di una zona del paese. E, infatti, sarebbe proprio così, se parte dell'area in questione, quella più prossima alla chiesa di Santa Giustina, non fosse d'interesse archeologico dimostrato dai ritrovamenti registrati, prima dell'interruzione estiva dei lavori, di stratificazioni contenenti ceramica e frammenti di terracotta come pezzi d'anfora d'epoca romana. In quella fase e non potendo fare altrimenti le ricerche, affidate all'archeologo Flavio Cafiero da Veneto Strade, furono limitate alla sola analisi e documentazione della sezione prima di consentire la costruzione del muro delimitante la sede stradale. Come dire che l'approfondimento delle indagini era stato rimandato, alla ripresa autunnale, con il rifacimento del marciapiede. Occasione che, purtroppo, non è stata assolutamente colta. Senza minimamente entrare in quelle che sono le implicazioni connesse alla mancata tutela dei beni culturali regolata dal Codice Urbani, una riflessione deve essere fatta sul valore culturale, scientifico ed economico-turistico costituito dai resti dell'insediamento che non sono stati indagati e compresi e che pertanto costituiscono una perdita non secondaria nella conoscenza dell'estensione dell'abitato romano scoperto per la prima volta nel 1999 in Borgata Tarin, nel 2000 in piazza S. Giustina e poi in piazza Vigo. In ogni modo i numeri di visitatori, registrati nei vari musei cadorini la scorsa estate circa 10.000, parlano più d'ogni altra cosa o polemica contro una strana concezione del progresso ancora troppo in voga in Cadore e più complessivamente in troppi centri della provincia. Insomma tutti quelli che hanno a cuore la sopravvivenza
dei nostri centri montani, dovranno prendere atto che la cultura è la base d'ogni processo rivolto al futuro. (e.p.)
corrierealpi
dei nostri centri montani, dovranno prendere atto che la cultura è la base d'ogni processo rivolto al futuro. (e.p.)
corrierealpi
L'Italia perde quota in attrattività. Sempre ai massimi per il cibo e la cultura, frena il turismo
Il brand Italia perde appeal a livello globale ed esce dalla top ten della classifica del Country Brand Index 2010, lo studio sull'immagine dei principali paesi del mondo condotta da FutureBrand in collaborazione con Bbc World news. Scende infatti al dodicesimo posto dal sesto dell'anno scorso cedendo terreno a paesi come la Svizzera (quinta, l'anno scorso non era tra le prime dieci), Giappone (sesto, l'anno scorso era settimo), Finlandia (ottava), Gran Bretagna (nona, perde una posizione rispetto al 2009) e Svezia (decima). Al primo posto si classifica il Canada, seguito da Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti che perdono lo scettro.
Il nostro paese mantiene però la leadership nella classifica dei 25 migliori paesi per il patrimonio artistico e culturale avendo ottenuto ottimi piazzamenti nei parametri di valutazione della categoria: prima per arte e cultura davanti alla Francia; seconda, alle spalle di Israele, per il ruolo nella storia.
Si posiziona, però, al quindicesimo posto nella classifica dei 25 migliori paesi per il turismo dietro Spagna (dodicesima), Francia (tredicesima) e Austria (quattordicesima) tra le destinazioni Europee, e superata da Mauritius (al primo posto seguita da Australia, Nuova Zelanda, Canada, ma anche Giappone e Stati Uniti tra le mete più lontane.
Un primato però nei parametri di valutazione della categoria turismo l'Italia lo guadagna: quello del cibo (l'anno scorso era seconda), seguita da Giappone e Francia; mentre è terza (nel 2009 era settima), dopo Stati Uniti e Francia per lo shopping; settima per la vita notturna (da sedicesima l'anno scorso) con gli Usa primi; ottava (dal 48° posto del 2009) per bellezza e cura delle spiagge (qui il primato spetta all'Australia).
Non appare, però, come l'anno scorso, nella top ten dei parametri rapporto qualità-prezzo resort e offerta alberghiera, due segmenti fondamentali per un paese, come il nostro, a forte vocazione turistica, che sta cercando di guadagnare le quote di mercato cedute ai competitor.
«La classifica del Country Brand Index – spiega Susanna Bellandi, amministratore delegato di FutureBrand Italia e Francia – riconferma la nostra forza in storia, arte e cultura, ma anche food e shopping anche se nel turismo non eccelle per il rapporto tra prezzo e qualità, ma anche la Francia, che solitamente ha un buon rapporto, è andata male. Questo è attribuibile, oltre che a motivi interni, forse anche al fatto che sta aumentando la concorrenza di altri paesi che stanno migliorando la loro offerta. Bisognerebbe continuare a investire sugli asset nei quali siamo più forti, arte e cultura, perché l'attenzione da parte della gente c'è»
Un fatturato di quaranta milioni di euro con oltre 380 addetti: è questa la forza complessiva di
L'Italia perde quota in attrattività. Sempre ai massimi per il cibo e la cultura, frena il turismo
I paesi primi nella classifica generale, fa notare l'amministratore delegato, hanno stabilità politica e un'immagine di posti in cui si vive bene. «L'Italia – si legge nello studio – nonostante gli sforzi compiuti e le iniziative per presentarsi internamente ed esternamente quale destinazione turistica ricca di arte, cultura, bellezze naturali, paga lo scotto della continua litigiosità, degli scandali e, naturalmente, delle difficoltà della crisi globale».
L'instabilità del governo, ma anche fatti di cronaca come i rifiuti in Campania, alluvioni, terremoti e scandali di vario genere, secondo Bellandi «hanno offuscato la filosofia tutta italiana della "dolce vita". Infatti abbiamo perso, come marchio-paese, anche nella qualità di vita percepita dal di fuori e dalla facilità di fare affari nel nostro paese. Tutto questo dipende dai valori che comunichiamo come la trasparenza e la correttezza per il business. Quando sia parla di buon cibo, shopping e spiagge bisogna capire che è necessario tenere alta la qualità e le industria italiane, dall'alimentare alla moda, possono contribuire in maniera importante».
ilsole24ore
Il nostro paese mantiene però la leadership nella classifica dei 25 migliori paesi per il patrimonio artistico e culturale avendo ottenuto ottimi piazzamenti nei parametri di valutazione della categoria: prima per arte e cultura davanti alla Francia; seconda, alle spalle di Israele, per il ruolo nella storia.
Si posiziona, però, al quindicesimo posto nella classifica dei 25 migliori paesi per il turismo dietro Spagna (dodicesima), Francia (tredicesima) e Austria (quattordicesima) tra le destinazioni Europee, e superata da Mauritius (al primo posto seguita da Australia, Nuova Zelanda, Canada, ma anche Giappone e Stati Uniti tra le mete più lontane.
Un primato però nei parametri di valutazione della categoria turismo l'Italia lo guadagna: quello del cibo (l'anno scorso era seconda), seguita da Giappone e Francia; mentre è terza (nel 2009 era settima), dopo Stati Uniti e Francia per lo shopping; settima per la vita notturna (da sedicesima l'anno scorso) con gli Usa primi; ottava (dal 48° posto del 2009) per bellezza e cura delle spiagge (qui il primato spetta all'Australia).
Non appare, però, come l'anno scorso, nella top ten dei parametri rapporto qualità-prezzo resort e offerta alberghiera, due segmenti fondamentali per un paese, come il nostro, a forte vocazione turistica, che sta cercando di guadagnare le quote di mercato cedute ai competitor.
«La classifica del Country Brand Index – spiega Susanna Bellandi, amministratore delegato di FutureBrand Italia e Francia – riconferma la nostra forza in storia, arte e cultura, ma anche food e shopping anche se nel turismo non eccelle per il rapporto tra prezzo e qualità, ma anche la Francia, che solitamente ha un buon rapporto, è andata male. Questo è attribuibile, oltre che a motivi interni, forse anche al fatto che sta aumentando la concorrenza di altri paesi che stanno migliorando la loro offerta. Bisognerebbe continuare a investire sugli asset nei quali siamo più forti, arte e cultura, perché l'attenzione da parte della gente c'è»
Un fatturato di quaranta milioni di euro con oltre 380 addetti: è questa la forza complessiva di
L'Italia perde quota in attrattività. Sempre ai massimi per il cibo e la cultura, frena il turismo
I paesi primi nella classifica generale, fa notare l'amministratore delegato, hanno stabilità politica e un'immagine di posti in cui si vive bene. «L'Italia – si legge nello studio – nonostante gli sforzi compiuti e le iniziative per presentarsi internamente ed esternamente quale destinazione turistica ricca di arte, cultura, bellezze naturali, paga lo scotto della continua litigiosità, degli scandali e, naturalmente, delle difficoltà della crisi globale».
L'instabilità del governo, ma anche fatti di cronaca come i rifiuti in Campania, alluvioni, terremoti e scandali di vario genere, secondo Bellandi «hanno offuscato la filosofia tutta italiana della "dolce vita". Infatti abbiamo perso, come marchio-paese, anche nella qualità di vita percepita dal di fuori e dalla facilità di fare affari nel nostro paese. Tutto questo dipende dai valori che comunichiamo come la trasparenza e la correttezza per il business. Quando sia parla di buon cibo, shopping e spiagge bisogna capire che è necessario tenere alta la qualità e le industria italiane, dall'alimentare alla moda, possono contribuire in maniera importante».
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Viaggi: formalità USA, ecco cosa si fa
La procedura d'entrata per il territorio americano ha subito un'evoluzione. Le persone che viaggiano con un passaporto italiano devono pensare a convalidare la totalità delle formalità richieste.
Riprendendo una reunione organizzata in Francia dalla autorità americana, ecco un riassunto dei procedementi da fare.
ESTA (Electronic System for Travel Authorization): Visa Waiver Program
Si tratta di un documento da compilare on-line per tutti i cittadini italiani che prevedono un viaggio negli Stati Uniti. Permette di disporre prima della partenza di un'autorizzazione d'entrata negli USA, sotto la normativa VWP (Visa Waver Program, che rimpiazza il tradizionale "foglio verde"). L'autorizzazione costa 14 dollari ed è valida per 2 anni, o fine alla scandenza del passaporto.
Al fine della convalida del Visa Waiver, le autorità americane richiedono ai cittadini italiani di utilizzare esattamente il nome che figura sul loro passaporto. Per le donne sposate precisare il proprio nome da celibe non è obbligatorio anche se le autorità statunitensi raccomandano, nell'interesse del cliente, di dare il nome più completo possibile, indicando quindi i due cognomi: «in the client's best interest to put as much of their complete name as possible (to include using both names) ».
La procedura per l'ottenimento del documento (ESTA) deve essere effettuata dal passeggero stesso, prima del suo viaggio negli Stati Uniti. In questo modo, le informazioni fornite dal cliente sono per le autorità americane dissociate dagli altri due formulari che sono invece compilati dai professionisti del turismo. L'informazione comunicata dal cliente via gli ESTA è convalidata grazie al suo passaporto e non ha nessun legame al suo biglietto aereo.
La Redazione.
easyviaggio.com
Riprendendo una reunione organizzata in Francia dalla autorità americana, ecco un riassunto dei procedementi da fare.
ESTA (Electronic System for Travel Authorization): Visa Waiver Program
Si tratta di un documento da compilare on-line per tutti i cittadini italiani che prevedono un viaggio negli Stati Uniti. Permette di disporre prima della partenza di un'autorizzazione d'entrata negli USA, sotto la normativa VWP (Visa Waver Program, che rimpiazza il tradizionale "foglio verde"). L'autorizzazione costa 14 dollari ed è valida per 2 anni, o fine alla scandenza del passaporto.
Al fine della convalida del Visa Waiver, le autorità americane richiedono ai cittadini italiani di utilizzare esattamente il nome che figura sul loro passaporto. Per le donne sposate precisare il proprio nome da celibe non è obbligatorio anche se le autorità statunitensi raccomandano, nell'interesse del cliente, di dare il nome più completo possibile, indicando quindi i due cognomi: «in the client's best interest to put as much of their complete name as possible (to include using both names) ».
La procedura per l'ottenimento del documento (ESTA) deve essere effettuata dal passeggero stesso, prima del suo viaggio negli Stati Uniti. In questo modo, le informazioni fornite dal cliente sono per le autorità americane dissociate dagli altri due formulari che sono invece compilati dai professionisti del turismo. L'informazione comunicata dal cliente via gli ESTA è convalidata grazie al suo passaporto e non ha nessun legame al suo biglietto aereo.
La Redazione.
easyviaggio.com
Il crollo a Pompei scatena la polemica
Le transenne tengono lontani turisti e curiosi da via dell’Abbondanza a Pompei. Il crollo della Domus dei Gladiatori sulla via principale della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C ha scatenato una polemica nel mondo politico italiano sulla gestione del patrimonio culturale: “Purtoppo il probelma di Pompei è il suo contesto – ha detto il Direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci -. Se Pompei fosse in Lombardia, o in Toscana, sarebbe quello che deve essere, cioè ossia il sito aercheologico più importante del mondo, una risorsa turistica fruttuosa, un luogo meraviglioso di studi e di ricerche”.
A provocare il crollo sarebbero state le infiltrazioni di acqua e il restauro effettuato negli anni Cinquanta. Troppo il peso del tetto per le mura di quella che era la palestra dei gladiatori. Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, criticato dall’opposizione, riferirà in Parlamento in merito al sopralluogo effettuato con i tecnici e gli archeologi a Pompei.
Copyright © 2010 euronews
A provocare il crollo sarebbero state le infiltrazioni di acqua e il restauro effettuato negli anni Cinquanta. Troppo il peso del tetto per le mura di quella che era la palestra dei gladiatori. Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, criticato dall’opposizione, riferirà in Parlamento in merito al sopralluogo effettuato con i tecnici e gli archeologi a Pompei.
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n vero boom di turisti italiani è previsto per il 2011. Lo dichiara con orgoglio Slim Tlatli, Ministro del Turismo Tunisino.
La notizia giunge all’indomani dell’incontro con i membri del comitato esecutivo della Federazione Italiana degli Agenti di Viaggio (FIAVET).
Ma ancora, secondo Mustapha Nasri, rappresentante in Italia dell' Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino, nel 2011 il tasso dei visitatori italiani dovrebbe avere un incremento del cinque o dieci per cento: “Tale flusso troverà accoglienza grazie al potenziamento del settore del trasporto aereo, allo sviluppo delle proposte relative al turismo sahariano, a quello sportivo, culturale e ai soggiorni di cura”, dichiara.
Lo stesso Ministro Tlati ha ribadito che il turismo tunisino si sta specializzando sempre più sotto il profilo dell’innovazione: “La nostra nuova strategia è basata sulla diversificazione dell'offerta, sull’ innovazione e qualità delle prestazioni e sulla padronanza delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per far conoscere a 360 gradi le bellezze di cui disponiamo”.
ilmediterraneo.it
Ma ancora, secondo Mustapha Nasri, rappresentante in Italia dell' Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino, nel 2011 il tasso dei visitatori italiani dovrebbe avere un incremento del cinque o dieci per cento: “Tale flusso troverà accoglienza grazie al potenziamento del settore del trasporto aereo, allo sviluppo delle proposte relative al turismo sahariano, a quello sportivo, culturale e ai soggiorni di cura”, dichiara.
Lo stesso Ministro Tlati ha ribadito che il turismo tunisino si sta specializzando sempre più sotto il profilo dell’innovazione: “La nostra nuova strategia è basata sulla diversificazione dell'offerta, sull’ innovazione e qualità delle prestazioni e sulla padronanza delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per far conoscere a 360 gradi le bellezze di cui disponiamo”.
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n vero boom di turisti italiani è previsto per il 2011. Lo dichiara con orgoglio Slim Tlatli, Ministro del Turismo Tunisino.
La notizia giunge all’indomani dell’incontro con i membri del comitato esecutivo della Federazione Italiana degli Agenti di Viaggio (FIAVET).
Ma ancora, secondo Mustapha Nasri, rappresentante in Italia dell' Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino, nel 2011 il tasso dei visitatori italiani dovrebbe avere un incremento del cinque o dieci per cento: “Tale flusso troverà accoglienza grazie al potenziamento del settore del trasporto aereo, allo sviluppo delle proposte relative al turismo sahariano, a quello sportivo, culturale e ai soggiorni di cura”, dichiara.
Lo stesso Ministro Tlati ha ribadito che il turismo tunisino si sta specializzando sempre più sotto il profilo dell’innovazione: “La nostra nuova strategia è basata sulla diversificazione dell'offerta, sull’ innovazione e qualità delle prestazioni e sulla padronanza delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per far conoscere a 360 gradi le bellezze di cui disponiamo”.
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Ma ancora, secondo Mustapha Nasri, rappresentante in Italia dell' Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino, nel 2011 il tasso dei visitatori italiani dovrebbe avere un incremento del cinque o dieci per cento: “Tale flusso troverà accoglienza grazie al potenziamento del settore del trasporto aereo, allo sviluppo delle proposte relative al turismo sahariano, a quello sportivo, culturale e ai soggiorni di cura”, dichiara.
Lo stesso Ministro Tlati ha ribadito che il turismo tunisino si sta specializzando sempre più sotto il profilo dell’innovazione: “La nostra nuova strategia è basata sulla diversificazione dell'offerta, sull’ innovazione e qualità delle prestazioni e sulla padronanza delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per far conoscere a 360 gradi le bellezze di cui disponiamo”.
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Turismo; sci; da domani piste aperte su versante italiano
Dai 3500 metri di Plateau Rosa' ai 2812 di Cime Bianche Laghi
(ANSA) - BREUIL CERVINIA (AOSTA), 4 NOVEMBRE - Dopo la prima apertura sul Plateau Rosa' di lunedi' scorso, il comprensorio di sciistico di Breuil Cervinia inaugura domani la stagione invernale anche per le piste del versante italiano, accogliendo gli sciatori sulla parte alta della pista Ventina dai 3500 metri di Plateau Rosa' ai 2812 di Cime Bianche Laghi. Il buon innevamento (da 80 a 145 centimetri) consentira' inoltre, da sabato, l'apertura degli impianti di Plan Maison con le seggiovie Plan Maison, Fornet e Bontadini. (ANSA).
(ANSA) - BREUIL CERVINIA (AOSTA), 4 NOVEMBRE - Dopo la prima apertura sul Plateau Rosa' di lunedi' scorso, il comprensorio di sciistico di Breuil Cervinia inaugura domani la stagione invernale anche per le piste del versante italiano, accogliendo gli sciatori sulla parte alta della pista Ventina dai 3500 metri di Plateau Rosa' ai 2812 di Cime Bianche Laghi. Il buon innevamento (da 80 a 145 centimetri) consentira' inoltre, da sabato, l'apertura degli impianti di Plan Maison con le seggiovie Plan Maison, Fornet e Bontadini. (ANSA).
In vetrina tutte le novità sull'agriturismo nazionale e internazionale Ai nastri di partenza la 7^ edizione di ‘AgrieTour' ad Arezzo
AgrieTour, l'edizone 2009
Venerdì 12 novembre ad Arezzo prenderà il via AgrieTour, il salone nazionale dell'agriturismo. La manifestazione è l'unico evento in Italia interamente dedicato all'agriturismo. Organizzato da Arezzo Fiere, con il contributo tecnico di tre organizzazioni nazionali dell'agriturismo (Agriturist, Terranostra e Turismo Verde), la manifestazione presenta agli addetti ai lavori e agli appassionati tutte le ultime novità del settore del turismo rurale. Durante la manifestazione spazio zone rurali a vocazione turistica, strade del vino, regioni, province, comunità montane, parchi e oasi, ma anche tutte le novità riguardanti la fornitura dei servizi per la realizzazione di un agriturismo. Inoltre, in mostra centinaia di agriturismo provenienti da tutta Italia e dal mondo.
Anche quest'anno AgrieTour propone master e seminari di approfondimento. Oltre alle associazioni di categoria sono in fiera le Strade del Vino ad animare con degustazioni e attività collaterali l'offerta del salone. Particolare attenzione sarà riservata ai workshop internazionali con l'incremento della presenza di buyer specializzati provenienti da tutto il mondo. 130 i TO accreditati per il 2010 di cui oltre 70 da tutto il mondo presenti al Salone per scoprire le nuove offerte in Italia del settore. Proprio gli operatori stranieri sono ogni anno protagonisti di vari educational tour che AgrieTour promuove in varie regioni al fine di far "vivere il territorio" e toccare con mano le possibilità dell'offerta agrituristica del nostro Paese. Novità si quest'anno è ‘AgrieTour Bimbi', un padiglione dedicato alla scoperta della campagna da parte dei più piccoli. In questa area saranno presenti le offerte nazionali di ‘Fattorie didattiche', momenti di approfondimento, workshop con oltre 100 presidi in rappresentanza di scuole di tutta Italia e giochi per i pi piccoli. Tra le principali indagini presentate per questa 7^ edizione, la fotografia del settore realizzata dall'Osservatorio nazionale dell'agriturismo. A dare il via ai lavori sarà con il convegno ‘Il modello italiano dell'agriturismo nella politica europea di sviluppo rurale', promosso dalla Rete Rurale Nazionale che vedrà la presenza di Giancarlo Galan, ministro dell'Agricoltura, e di Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura del Parlamento Europeo.
travelnonstop
Venerdì 12 novembre ad Arezzo prenderà il via AgrieTour, il salone nazionale dell'agriturismo. La manifestazione è l'unico evento in Italia interamente dedicato all'agriturismo. Organizzato da Arezzo Fiere, con il contributo tecnico di tre organizzazioni nazionali dell'agriturismo (Agriturist, Terranostra e Turismo Verde), la manifestazione presenta agli addetti ai lavori e agli appassionati tutte le ultime novità del settore del turismo rurale. Durante la manifestazione spazio zone rurali a vocazione turistica, strade del vino, regioni, province, comunità montane, parchi e oasi, ma anche tutte le novità riguardanti la fornitura dei servizi per la realizzazione di un agriturismo. Inoltre, in mostra centinaia di agriturismo provenienti da tutta Italia e dal mondo.
Anche quest'anno AgrieTour propone master e seminari di approfondimento. Oltre alle associazioni di categoria sono in fiera le Strade del Vino ad animare con degustazioni e attività collaterali l'offerta del salone. Particolare attenzione sarà riservata ai workshop internazionali con l'incremento della presenza di buyer specializzati provenienti da tutto il mondo. 130 i TO accreditati per il 2010 di cui oltre 70 da tutto il mondo presenti al Salone per scoprire le nuove offerte in Italia del settore. Proprio gli operatori stranieri sono ogni anno protagonisti di vari educational tour che AgrieTour promuove in varie regioni al fine di far "vivere il territorio" e toccare con mano le possibilità dell'offerta agrituristica del nostro Paese. Novità si quest'anno è ‘AgrieTour Bimbi', un padiglione dedicato alla scoperta della campagna da parte dei più piccoli. In questa area saranno presenti le offerte nazionali di ‘Fattorie didattiche', momenti di approfondimento, workshop con oltre 100 presidi in rappresentanza di scuole di tutta Italia e giochi per i pi piccoli. Tra le principali indagini presentate per questa 7^ edizione, la fotografia del settore realizzata dall'Osservatorio nazionale dell'agriturismo. A dare il via ai lavori sarà con il convegno ‘Il modello italiano dell'agriturismo nella politica europea di sviluppo rurale', promosso dalla Rete Rurale Nazionale che vedrà la presenza di Giancarlo Galan, ministro dell'Agricoltura, e di Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura del Parlamento Europeo.
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Fiera Internazionale del Turismo a Londra: l’Italia esporta Michelangelo
Roma – Ieri in Campidoglio una conferenza stampa ha ufficializzato la notizia: alla prossima Fiera Internazionale del Turismo nella capitale britannica, Roma parteciperà per presentare al mondo le novità della propria offerta turistica e il partner d’eccezione sarà l’artista toscano Michelangelo Buonarroti. È stato il senatore Mauro Cutrufo ad illustrare ai giornalisti intervenuti l’iniziativa, tesa a mostrare all’estero un’anteprima di ciò che ogni visitatore potrà più ampiamente ammirare viaggiando nel nostro Paese: un patrimonio artistico che ha pochi eguali.
Il capolavoro michelangiolesco che varcherà i confini nazionali è uno studio di figura per la scena della punizione di Aman, realizzata su uno dei pennacchi della volta nella Cappella Sistina. È uno schizzo tracciato a matita rossa databile verso il 1511-1512 ed è conservato nella Casa Buonarroti di Firenze. A Londra sarà esposto dal 6 al 15 novembre presso l’Istituto Italiano di Cultura, spostandosi soltanto nella giornata dell’8 novembre presso la Borsa del Turismo. La trasferta londinese è frutto di un progetto congiunto tra l’Assessorato alle Politiche per la Promozione del Turismo e la Commissione Cultura e Sport di Roma Capitale, con il supporto organizzativo dell’Associazione Culturale Metamorfosi che coadiuva la Casa Buonarroti nell’allestimento di mostre ed eventi.
Mentre a Roma è in corso l’esposizione del bozzetto in terracotta di Michelangelo raffigurante I due lottatori, il disegno dell’artista sarà ambasciatore all’estero: viaggi che permettono alle opere di raggiungere gli utenti, e non viceversa, a sostegno di una diffusione capillare del gusto e dell’amore per l’arte
wakeupnews
Il capolavoro michelangiolesco che varcherà i confini nazionali è uno studio di figura per la scena della punizione di Aman, realizzata su uno dei pennacchi della volta nella Cappella Sistina. È uno schizzo tracciato a matita rossa databile verso il 1511-1512 ed è conservato nella Casa Buonarroti di Firenze. A Londra sarà esposto dal 6 al 15 novembre presso l’Istituto Italiano di Cultura, spostandosi soltanto nella giornata dell’8 novembre presso la Borsa del Turismo. La trasferta londinese è frutto di un progetto congiunto tra l’Assessorato alle Politiche per la Promozione del Turismo e la Commissione Cultura e Sport di Roma Capitale, con il supporto organizzativo dell’Associazione Culturale Metamorfosi che coadiuva la Casa Buonarroti nell’allestimento di mostre ed eventi.
Mentre a Roma è in corso l’esposizione del bozzetto in terracotta di Michelangelo raffigurante I due lottatori, il disegno dell’artista sarà ambasciatore all’estero: viaggi che permettono alle opere di raggiungere gli utenti, e non viceversa, a sostegno di una diffusione capillare del gusto e dell’amore per l’arte
wakeupnews
FINALE FED CUP USA - ITALIA - San Diego: mare, sport e turismo
San Diego è una delle perla della California. Qui il clima è mite tutto l'anno, sport e natura sono parte integrante della sua storia. Seconda città della California (dopo Los Angeles), la nona degli States, San Diego conta poco meno di 1 milione e 400 mila abitanti. Qui sorge uno dei golfi più affascinanti del mondo: nel suo harbour sono state scritte pagine di storia importanti della marina militare statunitense, nel suo harbour sembra ancora di veder spiegate al vento le vele di alcune leggendarie sfide di America's Cup.
San Diego fa rima con sport: qui tutti fanno jogging, qui si gioca ovunque a golf. Ogni anno, nel mese di agosto, è tappa di un ricco appuntamento del calendario Wta (vinto nel corso degli anni da tutte le migliori tenniste della storia); durante la settimana, invece, tutti al Petco Park, la casa dei Padres, squadra storica della Major League Baseball.
San Diego è turismo, e c'è solo l'imbarazzo della scelta per chi ama il mare e il divertimento: le spiagge di Coronado, il parco acquatico di Sea World (dove si terrà il sorteggio), il San Diego Zoo e Balboa Park sono tra le mete più visitate dai turisti provenienti da ogni angolo del mondo.
Ecco San Diego: lo scenario ideale per realizzare un altro sogno dello sport azzurro.
di Francesco Ponticiello - pianetatennis.com
Gran Turismo 5 Finalmente in Gold: Data di Uscita entro il 2010
Quando c'è di mezzo Gran Turismo 5 bisogna sempre andarci con i piedi di piombo ma il sito Jalopnik riporta le dichiarazioni di Kazunori Yamauchi, capo dello studio Polyphony, che confermano l'inizio della fase gold del gioco "mentre vi sto rispondendo le prime copie di Gran Turismo 5 sono già in stampa", ha detto Yamauchi al portale.
A questo punto aspettiamo le conferme ufficiali di Sony e la data di uscita ufficiale e DEFINITIVA di uno dei titoli più attesi (e in ritardo) nella storia dei videogiochi!
fonte: italiatopgames
A questo punto aspettiamo le conferme ufficiali di Sony e la data di uscita ufficiale e DEFINITIVA di uno dei titoli più attesi (e in ritardo) nella storia dei videogiochi!
fonte: italiatopgames
L'agriturismo protagonista a Fiera Cavalli
Quello del turismo equestre rappresenta una ulteriore opportunita’ per l’offerta agrituristica della regione che grazie alla presenza di percorsi studiati ad hoc nei vari territori puo’ condurre nelle aziende agricole un’importante fetta di turismo. Subito dopo la trasferta di Verona, l’organizzazione di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo, sara’ pronto per ultimare gli ultimi preparativi per la nona edizione che si svolgera’ ad Arezzo dal 12 al 14 novembre 2010. Tra i temi principali di questa edizione sara’ proprio l’andamento del settore in virtu’ della modifica sostanziale della legislazione in materia di agriturismo. Oltre a questo ampio spazio ad un’altra importante realta’ legata all’agriturismo, ovvero quella delle Fattorie Didattiche che saranno protagoniste nel padiglione che ospitera’ AgrieTour Bimbi. L’evento nazionale, unico in Italia, si prepara a porsi ancora una volta come teatro per le principali novita’ del settore dell’agriturismo creando l’opportunita’ di incontro tra operatori e buyers, ma anche fornendo il know how, attraverso i master e i convegni in programma, a chi nel settore dell’agriturismo si trova a dover rinnovare l’offerta.
Forte di oltre 5mila chilometri di ippovie, la Toscana e' il territorio d'Italia piu' vocato a questa attivita' e l'agriturismo, nell'ottica della diversificazione dell'offerta, e' la struttura piu' indicata ad ospitare questi particolari turisti. La Toscana dell'agriturismo resta anche per il 2010 la regione piu' gettonata sulla scelta di questa vacanza oltre ad essere la prima regione italiana per numero di strutture agrituristiche presenti: 4.061 nel 2008 (+2,1% rispetto al 2007), riscontrandovi quindi una presenza agrituristica capillarmente diffusa e storicamente radicata.
Secondo l'Istat e' proprio in Toscana che si trova anche il maggior numero di aziende con ristorazione, 994 (+2,1%) e quelle che offrono attivita' quali equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, corsi, sport (2.648 unita').
Interessante anche il dato secondo il quale e' sempre la Toscana ad aggiudicarsi il primo posto nelle ''quote rosa'' dell'agriturismo: sono 1.645 le strutture gestite da donne, il 25,5 % del totale nazionale. Quello del turismo equestre rappresenta una ulteriore opportunita' per l'offerta agrituristica della regione che grazie alla presenza di percorsi studiati ad hoc nei vari territori puo' condurre nelle aziende agricole un'importante fetta di turismo
agi - adnkronos
Forte di oltre 5mila chilometri di ippovie, la Toscana e' il territorio d'Italia piu' vocato a questa attivita' e l'agriturismo, nell'ottica della diversificazione dell'offerta, e' la struttura piu' indicata ad ospitare questi particolari turisti. La Toscana dell'agriturismo resta anche per il 2010 la regione piu' gettonata sulla scelta di questa vacanza oltre ad essere la prima regione italiana per numero di strutture agrituristiche presenti: 4.061 nel 2008 (+2,1% rispetto al 2007), riscontrandovi quindi una presenza agrituristica capillarmente diffusa e storicamente radicata.
Secondo l'Istat e' proprio in Toscana che si trova anche il maggior numero di aziende con ristorazione, 994 (+2,1%) e quelle che offrono attivita' quali equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, corsi, sport (2.648 unita').
Interessante anche il dato secondo il quale e' sempre la Toscana ad aggiudicarsi il primo posto nelle ''quote rosa'' dell'agriturismo: sono 1.645 le strutture gestite da donne, il 25,5 % del totale nazionale. Quello del turismo equestre rappresenta una ulteriore opportunita' per l'offerta agrituristica della regione che grazie alla presenza di percorsi studiati ad hoc nei vari territori puo' condurre nelle aziende agricole un'importante fetta di turismo
agi - adnkronos
Mirabilandia: programma di Ognissanti 1 Novembre 2010
Farsi dipingere una maschera horror sul volto da un truccatore professionista, fotografarsi a braccetto con un vero vampiro o applaudire il Musical dedicato alla celebre Famiglia Addams. Anche a Mirabilandia quest’anno è tempo di Halloween. Per festeggiare degnamente la Notte delle Streghe, domenica 31 ottobre, il parco si è vestito a tema, tra zucche e bare sparse ovunque, e protrarrà straordinariamente la chiusura fino alle ore 22, con una grande parata finale popolata di creature mostruose e veicoli stregati, come il letto de l’Esorcista, o la “zombie car”, l’auto dei morti viventi.
Tutto nel parco celebrerà la grande festa di antica origine celtica. Ecco il Musical ispirato ai simpatici personaggi della Famiglia Addams, allestito nel teatro del Cinema a 4D. E ancora, "oscure presenze" faranno la loro comparsa sul set di Reset, l'attrazione del parco ambientata in una New York post apocalisse, che per l’occasione sarà vietata ai minori di 12 anni, e in quello di Ghostville, il "dark ride" che ha per scenario una cittadina fantasma del vecchio west con tanto di cimitero. E per la gioia dei più piccoli, i truccatori professionisti del parco daranno un tocco “horror” ai volti dei bimbi, ma anche dei loro genitori che lo vorranno, mentre comparse vestite da vampiri, streghe, mostri si aggireranno per Mirabilandia in cerca di “vittime” con cui farsi fotografare.
Per tutto il weekend i bambini fino a 7 anni godranno del biglietto gratuito, mentre chi entrerà al parco domenica dopo le 18 avrà diritto all’ingresso a 10 euro, con la possibilità di entrare gratis lunedì 1 novembre. Proprio lunedì, alle 16.15, nella Piazza della Fama, si terrà lo spettacolo di Zelig con il Duoidea e Filù. Le risate non mancheranno con il duo di “cantabarettisti” che reintrerpreta in chiave comica le hits più celebri della canzone leggera italiana, tra melodie, gags e battute spiazzanti, e il poeta graficomico armato di pennarello, che emette strani suoni che diventano parole solo quando disegna sulla sua lavagna di carta.
fonte: ilturista.info
“I rischi del turismo cellulare”
31 ottobre 2010 - Leggende e verità. Miti e studi. Le cellule staminali da anni sono al centro di un dibattito che corre sul filo sottilissimo che intreccia argomentazioni che riguardano etica e scienza, realtà e probabilità.
Cellule e rigenerazione dei tessuti rappresentano temi affrontati su più fronti e da più parti, ma ancora lo scenario – per molti versi – resta oscuro. Articoli di cronaca che gridano alle “terapie del futuro”, relazioni scientifiche pubblicate su riviste internazionali che invitano a essere cauti, tavole rotonde che annunciano e poi smentiscono “risultati promettenti”, “passi in avanti”. Occorre fare chiarezza su cosa è stato fatto e cosa si può fare oggi con le cellule staminali. Occorre ricostruire una verità che abbia fondamenti oggettivi, scientifici, rigorosi.
A illustrare quali sono le nuove frontiere della ricerca e della medicina applicata, che vanno in questa direzione, è stato il prof. Giuseppe Remuzzi – direttore dell’Istituto Mario Negri e direttore del Dipartimento di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Ospedali Riuniti di Bergamo – uno degli scienziati maggiormente stimati a livello mondiale in ambito nefrologico, presente questa mattina a Catania grazie all’invito di Giorgio Battaglia, direttore Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi del presidio di Acireale e consigliere nazionale della Società italiana di Nefrologia.
Un momento di confronto, patrocinato dalla facoltà di Medicina e Chirurgia e moderato dal giornalista Luigi Ronsisvalle, che ha visto – al Collegio d’Aragona – la partecipazione del direttore generale Asp Giuseppe Calaciura e del preside della facoltà, prof. Francesco Basile.
LECTIO MAGISTRALIS – COLLEGIO D’ARAGONA (CATANIA)
Secondo il prof. Remuzzi i risultati prodotti dalle ricerche sulle cellule staminali adulte sono forse eccessivamente enfatizzati, poiché «gli studi sono stati effettuati prevalentemente sugli animali, anche se qualcuno le cellule le ha impiegate nell’uomo per le malattie del cuore, ancora prima di sapere se, come e perché funzionano e per quale tipo di malattia. Sperimentazione dove, d’altra parte, almeno per quanto riguarda la terapia cellulare nelle malattia del sistema nervoso, i dati più incoraggianti non sono con le cellule staminali adulte, ma con cellule embrionali che al contrario delle adulte danno davvero origine a tutti i tipi di tessuto.
Un giorno, probabilmente (e ce lo auguriamo tutti) le cellule staminali serviranno per curare diabete, Alzheimer, Parkinson, lesioni del midollo spinale, malattie rare. E forse con le cellule si potranno riparare i danni al cuore, al rene, al fegato. Questo, però, oggi riguarda solo la teoria, perché nella realtà tutto è molto più complesso di come può sembrare. Oggi, dunque, cosa si può davvero curare con le staminali? Due cose: le malattie del sangue e certe malattie rare del sistema immune, le immunodeficienze primitive. E poi si possono riparare pelle e cornea.
C’è chi, in Germania, Inghilterra, Francia, Italia, Usa e Giappone lavora per riparare il cuore dopo l’infarto, ma i risultati fino ad oggi sono deludenti. Per le altre malattie in Europa e negli Stati Uniti con le cellule si fa soprattutto ricerca non per curare per adesso ma piuttosto per capire (quali cellule usare, per quali malattie, quante devono essere e dove si devono mettere).
Si tratta anche di stabilire se questi trattamenti sono abbastanza sicuri – safety dicono gli anglosassoni – da poter diventare una cura. In Europa e negli Stati Uniti gli ammalati devono essere informati del fatto che per adesso centinaia di studi avviati servono solo per capire. Di efficacia ne potremo parlare solo più avanti. E serve l’approvazione di autorità regolatorie (per noi è l’Istituto Superiore di Sanità) che valutano tutto quello che si vuole fare in ogni dettaglio, dal disegno dello studio alla preparazione delle cellule (se non sono “pure” o non sono state manipolate a regola d’arte le cellule trasmettono infezioni e tumori). Ma nessuno può impedire agli ammalati di andare all’estero e farsi curare dove non ci sono regole. Lo chiamano “turismo delle cellule” (è il titolo di un World Report – notizie dal mondo – del Lancet) di solito sono medici che lavorano in paesi emergenti o addirittura poveri dove la ricerca clinica non ha vincoli e si può fare più o meno quello che si vuole senza aspettare i risultati degli studi fatti con i criteri della scienza.
Mentre in qualche paese dell’Europa – ma soprattutto in Italia – si discute se le cellule debbano essere embrionali o adulte, in Asia le cliniche che promettono miracoli con le cellule sono sempre di più. C’è niente che si può fare per evitare che questi gruppi vadano troppo avanti?
«Giornali e televisione possono fare tanto – continua Remussi – anche gli scienziati possono fare molto: preparare documenti sui requisiti minimi per l’impiego delle cellule da far conoscere ai governi, ai giornalisti e alla gente. Forse è venuto il momento che anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità prenda una posizione chiara perché la gente sappia quali malattie si possono davvero curare oggi con le cellule e per quali invece ci sono prospettive interessanti ma niente che possa curare o guarire. Lo si deve fare subito per evitare il fai-da-te: si rischia che effetti negativi anche gravi e frodi finiscano per offuscare le grandi potenzialità di questi trattamenti. Anche gli ammalati devono fare la loro parte. Oggi con le cellule per riparare organi e tessuti e curare la sclerosi multipla siamo al punto in cui si era quarant’anni fa col trapianto di midollo per la leucemia. Per quanto avanzatissime queste ricerche sono “in fasce” rispetto alle loro potenzialità, hanno bisogno di essere protette, proprio come si fa con un bambino appena nato.
E’ venuto il momento di vedere cosa si può fare davvero con le cellule e con quali cellule e di separare la realtà di oggi da speranze e da falsi miti che si stanno diffondendo attorno alle cellule come panacea per ogni male. Forse la terapia con le cellule in futuro sarà parte integrante del saper curare le malattie o forse no. Intanto dobbiamo continuare a studiare. Per ora è un problema di ricerca, anche se nei prossimi anni saranno sempre di più i medici che si accosteranno al mondo delle cellule. E lo dovranno fare con spirito critico, imparando quali sono i limiti dell’impiego di tali cellule, prima ancora che i possibili vantaggi per gli ammalati».
Il fronte sul quale è maggiormente impegnato il prof. Remuzzi – insieme al suo staff – è quello della ricerca di nuove cure per rallentare la progressione delle malattie renali e ritardare o evitare del tutto il ricorso alla dialisi, e quello dello studio dei meccanismi del rigetto del trapianto. La sfida più stimolante riguarda la riparazione di organi e tessuti con le cellule staminali, quelli su isole pancreatiche e organi artificiali.
«Il trapianto – conclude il luminare – è il modo migliore per sostituire la funzione di organi vitali quando sono danneggiati in modo grave e irreversibile e le terapie mediche non sono più efficaci o sufficienti. Per quanto riguarda il rene, il “nuovo” organo può essere prelevato da un donatore cadavere o provenire da un donatore vivente consanguineo o non consanguineo. Il trapianto di rene è il trattamento scelto per la maggior parte delle patologie renali allo stadio finale, e quando ben riuscito, assicura una qualità di vita migliore rispetto a quella che si può avere con la dialisi. Tuttavia, i benefici ottenuti col trapianto possono essere resi nulli dall’effetto dell’immunosoppressione (cioè le reazioni di rigetto). Insegnare all’organismo ad accettare l’organo come se fosse proprio, diminuendo e addirittura eliminando la fase di rigetto, è un urgente obiettivo da raggiungere».
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